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             PROVINCIA DI VICENZA
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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 15-04-2021
L'anno 2021, il giorno 15 del mese di APRILE alle ore 15:15 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: EGAP
SRL – impianto di discarica di rifiuti speciali non pericolosi – comune di Rosà

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente              Assente


BALDISSERI ANDREA            Presidente delegato             Presente


CORTESI ANGELO               Commissario               Presente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario               Presente


MURARO TERESA                Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                Commissario               Presente


SALVIATI STEFANO              Commissario               Presente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario               Presente


VALVASSORI RIMSKY              Commissario               Presente


VICENTIN ALBERTO              Commissario               Presente


SERRAIOTTO MARIO              Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 16027 del 15-04-
2021, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del
Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e
preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,                esprime
congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                        EGAP S.R.L.
                        PARERE N. 09/2021

Oggetto: Variante ed ampliamento della discarica per rifiuti inerti.
PROPONENTE:            EGAP srl
SEDE LEGALE:           Via Roncalli n.59 - Rosà
SEDE INTERVENTO:         Via Roncalli n.59 - Rosà
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.
PROCEDIMENTO:           Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                 infrastrutture - p) … ; discariche di rifiuti speciali non pericolosi (operazioni
                 di cui all'allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto legislativo
                 152/2006), ad esclusione delle discariche per inerti con capacità complessiva
                 sino a 100.000 mc (discariche per inerti con capacità complessiva superiore a
                 100.000 m3)
COMUNE INTERESSATO:        \\\
DATA DOMANDA:           15 novembre 2018
DATA PUBBLICAZIONE:        14 febbraio 2019
DATA INTEGRAZIONI:        11 novembre 2019, 20 agosto 2020, 25 gennaio 2021

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
 - 01 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
  -  02 PLANIMETRIA DELLO STATO DI FATTO
  -  03 PIANO DI CONFERIMENTO
  -  04 SEZIONI COMPARATE TRASVERSALI
  -  05 SEZIONI COMPARATE LONGITUDINALI
  -  06 PIANO DI SISTEMAZIONE FINALE
  -  07 SEZIONI COMPARATE TRASVERSALI SISTEMAZIONE
  -  08 SEZIONI COMPARATE LONGITUDINALI SISTEMAZIONE
  -  09 RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA
  -  10 STUDIO IMPATTO AMBIENTALE
  -  11 SINTESI NON TECNICA
  -  12 RELAZIONE PAESAGGISTICA
  -  13 RELAZIONE TECNICA NON APPLICABILITA' VINCA
  -  14 PROPRIETA' MAPPALI E VISURA CAMERALE PROPONENTE.

                             PREMESSE
Il sito di discarica EGAP è attualmente autorizzata con provvedimento della Provincia di Vicenza n° Reg.
218/2010 del 18.11.2010, con successive modifiche ed integrazioni.
Nel sito sono inoltre presenti:
- l’attivita' di recupero di rifiuti inerti non pericolosi provenienti da attivita' di costruzione e demolizione;
- l’attivita' di produzione di energia elettrica da fonte solare (Impianto Fotovoltaico);

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- l’attivita' di agricoltura per la produzione di “cippato” proveniente dalla coltivazione di un pioppeto.
L’attivita' di discarica consiste nello smaltimento di rifiuti inerti non pericolosi che non possono essere
recuperati in quanto non idonei da un punto di vista delle caratteristiche prestazionali, ad esempio per la
presenza di residui eccessivi di terra o di ghiaia che renderebbero inidonei i materiali ottenuti dalle
operazioni di recupero.
Nel corso degli anni, alcuni lotti della Discarica sono stati completamente riempiti con tali Rifiuti Inerti Non
Pericolosi e, successivamente, completati con la stesura di uno strato di terreno vegetale superficiale per uno
spessore di 1 m, successivamente rinaturalizzati ed, in parte, dedicati alla realizzazione di un impianto
fotovoltaico e di un nuovo impianto di recupero di rifiuti inerti non pericolosi ed in parte restituiti all’uso
agrario precedente. A seguito dell’ultima Proroga dei Termini, la scadenza dei conferimenti in Discarica è
stata fissata al 15.11.2018, mentre il termine per la sistemazione finale, è stata fissata al 15.05.2020.
Nella Porzione a Sud è ancora presente un vuoto pari a circa 6.900 m 3 nel quale è potenzialmente possibile il
conferimento di rifiuti, ma i conferimenti sono sospesi per permettere l’esecuzione dei lavori necessari per
migliorare la “morfologia” della discarica stessa diminuendo la pendenza delle scarpate ed inserendo un
gradone intermedio.
Gli obiettivi del Progetto sono i seguenti:
- l’ampliamento della discarica in un’area all’interno della cava dove l’attivita' estrattiva si è esaurita;
- l’allungamento della durata dell’attuale discarica;
- la revisione e l’aggiornamento dei rifiuti che possono essere conferiti;
- lo stralcio da discarica della porzione Nord;
L’area oggetto di ampliamento si trova all’interno della cava in una zona nella quale si sono conclusi i lavori
di estrazione della ghiaia e che si trova ad una profondita' di circa -23 m; per tale ragione il progetto prevede
anche lo stralcio da cava di quest’area.
La superficie dell’area in ampliamento è pari a circa 5.655 mq, con superficie complessiva che ascende a circa
20.335 mq, con potenziale conferimento di rifiuti pari a circa 43.200 m3.
                         UBICAZIONE
L’Area Aziendale della EGAP SRL si trova in aperta campagna distaccata da centri abitati ed il borgo più
vicino si trova a sud di tale area e si sviluppa lungo Via Sacro Cuore.
Tutta l’area è a destinazione urbanistica: ZONA AGRICOLA – z.t.o. E/2.1).
L’accesso principale si trova lungo il lato ovest in Via Roncalli..




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                          Ortofoto del sito

           QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Rosà;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Rosà;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Rete Natura 2000.
La definizione del Quadro Programmatico è adeguatamente sviluppata e sufficientemente analizzata; si
ritengono tuttavia necessarie alcune specifiche integrazioni per alcuni dei piani oggetto di valutazione.
Per il non viene preso in considerazione l’elaborato “Ambiti di Paesaggi, atlante ricognitivo” della variante al
PTRC (adottato nel 2009), adottata con D.G.R. n. 427/2013, e, conseguentemente, non è stato analizzato il
rapporto dell’intervento con i relativi “obiettivi e indirizzi di qualità’ paesaggistica” riguardanti l’ambito in
questione.
Nell’analisi del PAT e del PI vengono inpiduati, nelle tavole dello stesso PAT, Vincoli, Invarianti, Fragilità
e Trasformabilità che interessano l’area in questione e, per dette aree viene indicata la “compatibilità” con
l’intervento, senza alcuna dimostrazione analitica; nella maggior parte dei casi si afferma la
congruità/compatibilità etc … con il progetto.
A titolo esemplificativo si afferma che per:
- il vincolo “Idrografia fascia di rispetto” il PAT “ … non pone vincoli per il presente Progetto”;

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- il vincolo “Area di ricarica delle falde ”il PAT “ … di per sé non pone alcuna limitazione al presente
Progetto”;
- invarianti “Canali e rogge” “ … l’analisi ha evidenziato l’assenza di conflittualità con il Progetto in esame;
- fragilità “Aree a rischio idrogeologico” e “Corsi d’acqua: canali disperdenti - sponde naturali” dove si dice
che “ … tali fragilità, comunque non comportano elementi di conflittualità con il Progetto in esame. … “;
- vincoli “Allevamenti”, “Metanodotti” dove “ … gli stessi non pongono limitazioni al Progetto in esame ”;
- invariante “Elementi lineari principali della rete ecologica locale ”, dove si afferma che “ … non sono stati
trovati elementi di incompatibilità con la realizzazione del Progetto “.
Per il Piano di Tutela delle Acque Regionale occorre approfondire quanto indicato, per l’area in questione,
nelle seguenti tavole analizzate nello S.I.A.:
- Fig. 2.1 “Carta delle aree sensibili” (Bacino scolante nella laguna di Venezia);
- Fig. 2.2 “Carta della Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta” ( Grado di
vulnerabilità E – Elevato – valore sintacs 70-80);
- Fig. 2.3 “Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola” (Alta pianura, zona di ricarica degli acquiferi e
Bacino scolante nella Laguna di Venezia);
- Tav. 36 “Zone omogenee di protezione dall'inquinamento” (Bacino scolante della Laguna di Venezia - Zone
omogenee di protezione, Zona della ricarica).
Per il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali è necessario analizzare il rapporto con
l’impianto, andando ad approfondire in maniera analitica il rapporto tra l’impianto nel suo complesso con
l’Allegato A alla DCR n. 30/2015, Elaborato D: Programmi e linee guida, punto 1. (Criteri per la definizione
delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti); l’area prevista
per la realizzazione delle vasche di raccolta percolato e raccolta e trattamento acque meteoriche è all’interno
dei 200 metri dalle abitazioni.
Infine, occorre chiarire se l’intervento necessita della variante al PI e/o al PAT.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Per la realizzazione dell’Ampliamento della Discarica, il Progetto inpidua la cosiddetta area AD Amp,
evidenziata nelle Figura 2, adiacente ad ADSud, all’interno di una porzione dell’Area di Cava AC nella quale
si è esaurita l’attività estrattiva, posta ad una profondità di ~ -23 m rispetto al piano campagna.
Per tale area, il Progetto prevede il contestuale stralcio da Area di Cava. Si precisa, inoltre, che nonostante il
volume residuo dell’attuale Discarica, ad oggi, sia pari a circa 6.900 mc, i conferimenti di rifiuti sono stati
cautelativamente sospesi, già da persi anni, in previsione della realizzazione di alcuni lavori interni
all’attuale Discarica di “Ricomposizione Morfologica” migliorativi della sistemazione ambientale globale del
sito. Affinché la Discarica finale, comprensiva dell’Ampliamento, concorra a determinare una “Morfologia
Finale” sostenibile, il Progetto prevede che il versante della porzione in ampliamento sia caratterizzato dallo
stesso profilo previsto dalla fase in corso di “Ricomposizione Morfologica” e cioè un “gradone” intermedio
di larghezza pari a ~4 m e due scarpate di raccordo con il ciglio inferiore ed il ciglio superiore, entrambe con
pendenza pari a ~35°.
Tutta l’Area Aziendale è di tipo Agricola (Destinazione Urbanistica: ZONA AGRICOLA – z.t.o. E/2.1).
All’interno di questa area sono presenti degli opportuni impianti, locali, uffici, etc. necessari per il corretto
svolgimento delle varie attività della EGAP SRL. L’intera Area della EGAP SRL è dotata di un’opportuna
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recinzione per impedire il libero accesso al sito. L’accesso principale si trova lungo il lato ovest in Via
Roncalli. Lungo l’intero perimetro di questa Area, da più di 15 anni, sono presenti delle Quinte Arboree
aventi l’obiettivo di minimizzare gli impatti visivi e la diffusione esterna di eventuali polveri.




L’Area in Ampliamento della Discarica prevista dal Progetto si trova all’interno della Cava in una zona nella
quale si sono conclusi i lavori di estrazione della ghiaia che, pertanto, si trova ad una profondità di  -23 m
(la profondità autorizzata della Cava). Per tale ragione, il Progetto prevede anche lo stralcio da cava di
quest’area. La scelta dell’Area in Ampliamento è stata fatta nel rispetto di tutti i vincoli dettati dalle norme
urbanistiche, ambientali e paesaggistiche, in particolare rispetto alle abitazioni circostanti stabilmente abitate
ed alla Roggia Vica che scorre lungo il confine Nord della proprietà della EGAP SRL. La superficie dell’Area
in Ampliamento è pari a ~ 5.655 m2 . Successivamente all’approvazione del Progetto, la superficie finale della
Discarica risulterà pari a ~ 20.335 m2 . Il Progetto prevede che all’interno di questa superficie potranno essere
conferiti ~ 43.200 m3 di Rifiuti Inerti Non Pericolosi.
Il Progetto prevede la posa di idonei Strati Impermeabili.
Per la realizzazione degli Strati Impermeabili previsti nelle suddette Opere di Progetto, sono state
inpiduate ed analizzate alcune soluzioni tutte aventi uno spessore pari a 0,5 m per garantire l’invarianza
geometrica e/o dimensionale del Progetto rispetto alle stesse soluzioni.
Soluzione SI-1: strato di 0,5 m di Limi di Lavaggio dell’Impianto di Prima Lavorazione della Cava
Questa soluzione prevede uno Strato Impermeabile costituito da uno spessore di 0,5 m di Limi di Lavaggio
provenienti dall’Impianto di prima Lavorazione della Cava della EGAP SRL. È per tale ragione, che per
poterli utilizzare nel Progetto, inizialmente, si è verificata l’ipotesi che gli stessi possano essere qualificati
come Sottoprodotti ai sensi dell’Art. 184-bis, comma 1 del D.Lgs n 152 del 03.04.2006 e non come Rifiuti.
Soluzione SI-2: strato di 0,5 m di Argilla

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La seconda soluzione analizzata è costituita da uno strato di 0,5 m di Argilla provenienti dalle Cave
“Valcavasia (Stabilimento Coe)” e “Valcavasia (Stabilimento Costalunga)”, entrambe site in Via Valcavasia,
Pederobba (TV) ed appartenenti alle Industrie Cotto Possagno.
Soluzione SI-3: strato di 0,5 m costituito da opportuni Geomateriali (Geomembrana Impermeabile in
HDPE e Geotessili Non Tessuti anti-punzonamento) e da Strati di Opportuni Aggregati Riciclati di
protezione
In generale uno Strato Impermeabile può essere ottenuto anche dalla combinazione di idonei strati di
geomateriali e di Aggregati Naturali e/o Riciclati, come di seguito riportato:




Dalle valutazioni allegate al Progetto è emerso che, per la realizzazione degli Strati Impermeabili previsti
nelle seguenti Opere di Progetto:
- Area per lo Stoccaggio Provvisorio;
- Sistema Barriera di Confinamento Equivalente;
- Vasche Vd per la gestione delle Acque di Dilavamento;
- Vasca Vp per la Gestione del Percolato,
la “Soluzione SI-1: strato di 0,5 m di Limi di Lavaggio dell’Impianto di Prima Lavorazione della Cava”,
costituisce la soluzione ottimale (prima scelta progettuale).
Tale scelta progettuale resta comunque subordinata da un lato dall’emanazione dell’intervento
amministrativo da parte della Regione Veneto sull’Utilizzo dei Limi di Cava quali Sottoprodotti ai sensi
dell’Art. 184-bis, comma 1 del D.Lgs n 152 del 03.04.2006 e non come Rifiuti e dall’altro dalla verifica dei sui
contenuti.
Dalle medesime valutazioni emerge che, qualora la suddetta soluzione non risultasse valida, la soluzione
ottimale sarebbe rappresentata da quella definita “Soluzione SI-3: strato di 0,5 m costituito da opportuni
Geomateriali (Geomembrana Impermeabile in HDPE e Geotessili Non Tessuti antipunzonamento) e da Strati
di Opportuni Aggregati Riciclati di protezione” nelle sue varianti.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Le principali opere da realizzare sono le seguenti:
1) Protezione del Suolo e della Falda.
Per proteggere il suolo e la falda, sul fondo della Discarica il Progetto prevede la realizzazione di un idoneo
Strato Impermeabile opportunamente “sagomato” in grado di convogliare i liquidi raccolti in un ben definito
punto. Conseguentemente, le acque piovane che dovessero infiltrarsi all’interno della massa dei rifiuti, con il
rischio di contaminarsi con eventuali sostanze e materiali sottili rilasciati dai Rifiuti, formando il cosiddetto
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“Percolato”, saranno intercettate dal suddetto Strato Impermeabile e quindi convogliate verso il punto
inpiduato.
2) Gestione del Percolato.
In corrispondenza del punto di raccolta, il Progetto prevede la realizzazione di una Vasca per la Raccolta del
Percolato di opportune dimensioni. Durante la successiva Fase dei Conferimenti, sarà cura della EGAP SRL
periodicamente e, comunque, tutte le volte che fosse necessario, provvedere all’opportuna manutenzione e
svuotamento del contenuto di tale Vasca.
3) Gestione delle Acque Piovane di Dilavamento.
Le acque piovane che, invece, non s’infiltreranno all’interno dell’ammasso di Rifiuti Inerti Non Pericolosi,
defluiranno per gravità verso i punti più bassi della Discarica stessa. Anche in questo caso, poiché tali acque
entrano comunque in contatto con i Rifiuti Inerti Non pericolosi, anche se solo superficialmente, esiste il
potenziale rischio di contaminazione descritto in precedenza. Per evitare che queste acque escano dall’Area
in Ampliamento, ad esempio confluendo nell’adiacente area di fondo cava, dove potrebbero infiltrarsi nel
sottosuolo raggiungendo la falda, il Progetto prevede la realizzazione di alcuni canali impermeabili
perimetrali di raccolta di tali acque. Questi canali saranno conformati in modo tale da convogliarle tali acque
verso un’opportuna Vasca di Raccolta. La dimensione di questa vasca è stata calcolata in modo che,
ipotizzando si presenti un evento piovoso di entità pari a quello peggiore registrato negli ultimi 50 anni, essa
sia in grado di raccogliere e trattenere tutta la quantità d’acqua proveniente superficialmente dalla discarica.
In pratica, il ruolo di questa vasca è di costituire una sorta di polmone all’interno del quale l’acqua possa
sostare per un periodo sufficientemente lungo affinchè i materiali fini sospesi si depongano sul fondo della
vasca stessa.
Al raggiungimento di un certo livello, per sfioramento, l’acqua
contenuta nella Vasca di Raccolta sarà diretta verso un’opportuna
attrezzatura, chiamata “disoleatore”, in grado di intercettare e
separare eventuali sostanze galleggianti sull’acqua stessa,
costituite prevalentemente da oli e idrocarburi. L’acqua in uscita
dal disoleatore, priva sia di sostanze fini sospese che di oli ed
idrocarburi, verrà controllata analiticamente (a campione) e, come
probabile, risultasse qualitativamente coerente con l'ambiente,
sarà scaricata sul suolo. Anche in questo caso, periodicamente, la
EGAP SRL provvederà alla manutenzione ed allo svuotamento
dei fanghi depositati sul fondo di questa vasca. Considerate le
proprietà dei Rifiuti Inerti Non pericolosi previsti nel Progetto, si precisa, comunque, che sia per le acque
infiltrate nel corpo della Discarica che per quelle superficiali, il rischio di inquinamento risulta molto basso.
4) Soluzioni per la realizzazione degli Strati Impermeabili.
Per la realizzazione degli Strati Impermeabili descritti in precedenza, il Progetto ha preso in esame varie
soluzioni. La soluzione più idonea da un punto di vista degli Impatti Ambientali, è risultata quella che
prevede l’uso dei “Limi” provenienti dalle operazioni di lavaggio della ghiaia della Cava.
5) Morfologia della Discarica.
A conclusione dei conferimenti, la morfologia della Discarica, prevede la presenza di un versante rivolto
verso lo scavo della Cava costituto da un gradone intermedio di larghezza pari a ~ 4 m. La pendenza dei due
versanti superiore ed inferiore rispetto al gradone sarà di ~ 35°.




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6) Copertura Finale. Successivamente alla conclusione dei conferimenti, il Progetto prevede la copertura
dell’intera Discarica con un opportuno strato che da un lato dovrà isolare definitivamente l’ammasso dei
Rifiuti Inerti Non Pericolosi dall’ambiente esterno, non permettendo l’infiltrazione di acqua; dall’altro dovrà
costituire un elemento per poter rinverdire lo strato superficiale. Per raggiungere questi scopi, la suddetta
copertura sarà realizzata nel seguente modo. Sulla superficie dell’ammasso dei Rifiuti Inerti Non Pericolosi
sarà steso un opportuno tessuto di protezione, specificatamente progettato e realizzato per fungere da “anti-
punzonamento” del materiale che sarà posato superiormente. Lo spessore di questo tessuto è di qualche
millimetro.
Superiormente a tale tessuto, sarà posta un’opportuna membrana impermeabile specificatamente progettata
e realizzata per isolare il Corpo della Discarica sottostante. Analogamente al caso precedente, questa
membrana impermeabile sarà costituita da
 alcuni teli che saranno opportunamente saldati tra di
loro.Anche in questo caso lo spessore della membrana è
pari a pochi millimetri. Superiormente alla membrana
impermeabile saranno posati degli opportuni geo-composti
opportunamente studiati per fungere da strato drenante.
Anche in questo caso lo spessore è di pochi millimetri.
Infine, superiormente al geo-composito drenante sarà steso
uno strato di terreno vegetale, precedentemente
accantonato che avrà la funzione di strato finale per il
rinverdimento dell’intera superficie.
La Durata e le Fasi Temporali della Discarica
Costruzione della Discarica. La prima fase prevista dal
Progetto ha una durata di 1 anno e prevede la Costruzione
della Discarica stessa ovvero delle opere descritte in precedenza, eccetto la copertura finale che sarà
realizzata a conclusione dei conferimenti. Per la realizzazione di queste opere, le attività da svolgere e le
macchine ed attrezzature da utilizzare sono quelle normalmente previste per le usuali operazioni di


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movimentazione materiali svolte dalla EGAP SRL. E’ per tale ragione che questa fase sarà svolta in
autonomia dalla stessa EGAP SRL.
Fase dei Conferimenti. Terminata la costruzione e sottoposta la Discarica ad un opportuno collaudo con esito
positivo, si potrà dare inizio ai conferimenti dei Rifiuti Inerti Non pericolosi. Anche durante questo periodo
le attività operative da svolgere sono quelle tipiche della movimentazione di materiali e pertanto l’EGAP
SRL le effettuerà con proprio personale, macchine ed attrezzature. In aggiunta a tali attività operative, se ne
aggiungeranno altre di tipo amministrativo che riguarderanno soprattutto le fasi di verifica
dell’ammissibilità dei Rifiuti Inerti Non Pericolosi in Discarica. La durata di questa Fase dei Conferimenti è
prevista in 6,5 anni. Questa fase si concluderà con l’esaurimento del Volume della Discarica.
Chiusura della Discarica. A conclusione della Fase dei Conferimenti, il Progetto prevede un periodo di 1,5
anni durante il quale si dovrà realizzare la Copertura Superficiale descritta in precedenza e lo
smantellamento della Vasca e delle altre opere realizzate per la raccolta e trattamento delle acque piovane
superficiali. Anche in questa fase il Progetto prevede l’uso di personale, macchine ed attrezzature della
EGAP SRL. A conclusione di questa fase la discarica si presenterà con la sua morfologia definitiva e con uno
strato di terreno superficiale per uno spessore di circa un metro.
Ripristino Ambientale. Successivamente alla Chiusura della Discarica, inizierà un periodo di 6 mesi
necessario per realizzare il rinverdimento del suddetto strato di terreno.
Fase Post-Operativa. Terminato questi ulteriori 6 mesi, la Discarica entrerà nell’ultimo periodo di 5 anni di
semplice attesa e di assestamento. A conclusione di quest’ultimo periodo, anche la Vasca utilizzata per la
raccolta del percolato potrà essere smantellata e l’area sarà definitivamente stralciata da Discarica e restituita
all’uso agricolo precedente.
Risultano necessarie le seguenti integrazioni.
Area di prestoccaggio
Lo studio riporta che i rifiuti saranno stoccati, prima della sistemazione definitiva in discarica, in apposita
zona impermeabilizzata, con tre possibili soluzioni di impermeabilizzazione.
Si chiede di specificare la scelta definitiva in merito alla soluzione da adottare, chiarire le modalità di raccolta
e di trattamento/smaltimento delle acque meteoriche e delineare le strategie atte a mitigare gli effetti della
polverosità indotta da dispersione causata dal vento o dalle movimentazioni dei rifiuti in arrivo ed in
partenza dall'area di prestoccaggio.
Barriera geologica
Si dovrà optare per una delle tre soluzioni prospettate come alternative al fine di permettere al Comitato di
esprimere un parere.
Gestione percolato  
Lo studio necessita di essere completato, definendo la destinazione di quanto raccolto.
Nel progetto, la vasca Vp, al raggiungimento del 75% del volume e se all'analisi risulta idonea allo scarico sul
suolo, viene svuotata della parte acquosa che viene avviata allo scarico su suolo. Il proponente dovrebbe
approfondire un aspetto rilevante: la vasca non possiede le geometrie di un sedimentatore.
Risulta ipotizzabile che, pur possedendo una aliquota dell'acqua prelevata negli strati superiori
caratteristiche chimiche coerenti con lo scarico sul suolo, in sede di scarico si realizzino rimescolamenti tali
da non escludere il rischio di fuoriuscita di solidi sedimentati tali da rendere non rappresentativo il
campione d'acqua prelevato.
Viene ipotizzata una produzione di percolato pari a 2 ton/anno e si chiede di effettuare una valutazione di
costi/benefici sulla possibilità alternativa di conferimento all'esterno come rifiuto stante la composizione del
quadro analitico da ricercare e la semplificazione rispetto alla gestione del rifiuto; in ogni caso do vranno
essere definite le modalità di stima dei volumi raccolti (vedi punto 5.3 dell'Allegato 2 al DLgs 36/2003) e tra i
parametri da analizzare devono essere previsti i PFAS. Andrà inoltre caratterizzato il percolato di discarica
alla luce dei rifiuti che si intendono conferire.
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Infine:
- è opportuno integrare con alcuni chiarimenti a riguardo della sistemazione a verde finale: natura e
tipologia degli inerbimenti previsti; utilizzo di vegetazione arboreo-arbustiva sulle porzioni in piano delle
scarpate risagomate, ipotesi di utilizzazione finale;
- definire la provenienza dei rifiuti CER 17 05 06 – fanghi di dragaggio persi da quelli di cui alla voce
170505;
- specificare le modalità tecniche di collegamento dell’impianto di depurazione in relazione all’affermazione
che per la Vasca Vss (scarico sul suolo) viene indicato eventuale ripristino del collegamento con il
disoleatore;
- inpiduazione planimetrica raggio di 200 metri da pozzi pubblici di approvvigionamento idrico potabile;
- valutazioni per conferire fuori sito i fanghi del sedimentatore acque meteoriche e dei fanghi della vasca di
raccolta percolato
- devono essere meglio definite le interazioni con la discarica autorizzata con provvedimento 218/2010 del
18/11/2010, in quanto erano stati prorogati i termini dell’autorizzazione all’esercizio fino al 15/11/2018 per la
realizzazione della copertura finale della vecchia discarica per la presentazione del del presente progetto di
ampliamento in affiancamento alla vecchia discarica; risulta pertanto necessario chiedere il cronoprogramma
per i lavori di copertura della vecchia discarica.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, in particolare:
- considerato che si ritiene necessario garantire il livello di tutela più elevato possibile, vista la sensibilità
ambientale rappresentata dall’acquifero sottostante, si rileva come, contrariamente a quanto previsto dalla
normativa, il sistema barriera non preveda lo strato minerale compattato e ciò anche per quanto riguarda il
capping (pacchetto copertura);
- non è stato effettuata una reale valutazione sull’effettivo cumulo degli impatti derivante dalla recente
presentazione, in Regione Veneto, della procedura di VIA per l’ampliamento dell’adiacente attività di cava.

                            VALUTAZIONE
Il tema relativo al Quadro Progettuale, con ricadute poi sulla caratterizzazione dell’impatto sulle perse matrici
ambientali evidenzia effettive criticità, cui il progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato
riscontro; ciò porta a ritenere sussistere possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Considerati i vari processi produttivi e le tecnologie presenti all’interno dell’area di lavoro, tra le attività
descritte, attualmente l’Attività di Cava, l’Attività di Recupero e l’Attività di Discarica rappresentano quelle
con il maggior rischio di emissioni di polveri in atmosfera.
In generale le “fonti di emissioni” di polveri possono essere riassunte come segue:
1. Estrazione della Materia Prima (Solo Attività di Cava)
2. Riduzione Volumetrica Preliminare dei Materiali da Lavorare (Solo Attività di Recupero)
3. Lavorazione dei Materiali mediante Impianti
4. Transito di Macchine Operatrici ed Autocarri
5. Operazioni di Carico/Scarico
6. Stoccaggio e Movimentazione di Materiali
Per il contenimento della diffusione delle polveri in atmosfera, EGAP SRL ha adottato preliminarmente
alcune soluzioni di carattere generale che possono essere così riassunte: - posizionamento degli Impianti di
Lavorazione in aree ribassate rispetto al piano campagna; - messa a dimora di opportune quinte arboree.

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Per ciascuna attività sono presenti opportuni Sistemi di Abbattimento che, laddove possibile, agiscono
direttamente sulle “fonti di generazione”. Negli Impianti di Lavorazione dell’Attività di Cava e dell’Attività
di Recupero, tali sistemi di abbattimento sono costituiti da: opportuni flussi regolabili d’acqua diretti sul
materiale trasportato dai vari nastri o posizionati all’interno delle camere di frantumazione dei vari mulini;
sistemi di chiusura dei vari nastri ad elevato rischio di emissioni; sistemi di aspirazione.
Per quanto riguarda le polveri sollevate dalle macchine operatrici e dagli autocarri, lungo la viabilità interna,
sono stati installati degli opportuni Idranti temporizzati che permettono il continuo bagnamento delle strade
e dei piazzali. Ad integrazione di tali Idranti è presente una procedura di bagnatura mediante carro botte.
Attualmente, il Sistema di Gestione Aziendale della Qualità, Sicurezza e Salute, Ambiente della EGAP SRL,
prevede l’esecuzione annuale di un’Indagine Ambientale per la Valutazione delle Polveri Aerodisperse in
Area Esterna (Polveri Inalabili) a Nord e Sud dell’Impianto di Recupero Rifiuti Non Pericolosi (Inerti da
Costruzione e Demolizione), con funzionamento a pieno carico dello stesso Impianto, come prescritto al p.to
21 del Decreto di Autorizzazione dello stesso; tale Indagine avviene a cura di un Laboratorio esterno di
comprovata esperienza che provvede al campionamento, restituzione dei dati, verifica dei limiti di legge, etc.
Nel corso degli anni dal 2012 al 2017, i valori misurati sono risultati irrilevanti.
Valutazione degli Impatti
Considerato che:
    nella fase di costruzione-approntamento i volumi di materiali da movimentare risultano molto
     inferiori a quelli normalmente movimentati durante le attuali attività e la durata è limitata ad un
     anno;
    il progetto prevede la presenza di sistemi di Abbattimento delle Polveri e procedure del tutto
     analoghe a quelle attualmente in uso per le Attività di Cava e l’Attività di Recupero;
    nella fase di Gestione Operativa le operazioni di “movimentazione materiali” da parte dei mezzi
     della ditta richiedente si riconducono a quelle previste per “Movimentazione” e “Controllo
     Regolarizzazione e Costipazione”: Tali operazioni risultano anch’esse molto inferiori rispetto a
     quelle attualmente previste;
    Durante la Gestione Operativa si determinerà la presenza di un flusso di mezzi di terzi afferenti al
     sito per le operazioni di scarico dei Rifiuti Inerti. Per l’abbattimento delle corrispondenti emissioni di
     polveri, il Progetto prevede la presenza di sistemi di Abbattimento delle Polveri analoghi a quelli
     attualmente in uso per le Attività di Cava e per l’Attività di Recupero.
Da tutto quanto sopra si può concludere che le emissioni di polvere durante le varie fasi del Progetto
assumono un impatto non rilevante.
Saranno ad ogni modo adottate le seguenti misure e monitoraggi:
Misure Preventive: Mascheramento Ambientale; Impianto ad Idranti Fissi o Mobili Temporizzati e procedura
di bagnamento strade mediante carro-botte; Manutenzione Ordinaria di Macchine, Impianti, Attrezzature,
Strutture, Opere; Formazione del Personale.
Monitoraggi: Indagine Ambientale Annuale per la Valutazione delle Polveri Aerodisperse in Area Esterna -
Polveri Inalabili.
Considerato che durante il sopralluogo risultava evidente la polverosità sollevata dai mezzi in movimento
all'interno ed in entrata/uscita dal sito aziendale, si ritiene sia da valutare la necessità di una sistematica
mitigazione con irrorazione d'acqua; a tal riguardo risulta pertanto non sufficiente quanto espresso nello
S.I.A. "...Ad integrazione di tali Sistemi, la EGAP SRL ha adottato una procedura che prevede, se necessario,
la preliminare bagnatura, mediante carro botte o idrante, dei cumuli di materiali troppo asciutti da
sottoporre a lavorazione".
I risultati del monitoraggio espressi in polverosità in mg/mc presentati, infatti devono essere correlati da
valori di riferimento o indicatori in modo da supportare l'affermazione circa il fato che, nel corso degli anni, i
valori misurati sono risultati irrilevanti. Inoltre, si tratterebbe di valori medi annui, che possono risultare non
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descrittivi di una situazione emissiva caratterizzata da discontinuità, in cui si alternano situazioni di picco o
periodi di nessuna emissione diffusa.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Ai sensi dell’art. 39 del PTA, il progetto prevede la realizzazione di sistemi finalizzati a:
    limitare la quantità di acqua di origine meteorica che penetra nel Corpo della Discarica;
    impedire che le acque superficiali e sotterranee entrino nel Corpo della Discarica.
Dato che il Progetto ricade nelle tipologie di interventi specificate al comma 1 dell’art. 39, lo stesso prevede il
trattamento sia delle acque di prima che di seconda pioggia che, durante la Gestione Operativa, entrano in
contatto con i Rifiuti Inerti stoccati nella Discarica.
A supporto del dimensionamento delle opere di gestione delle acque è stata redatto uno Studio di
Compatibilità Idraulica (ALLEGATO: VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA E
DIMENSIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLE ACQUE DI DILAVAMENTO” (Pag. 380 -
Relazione Tecnico Descrittiva).
A tale proposito si richiedono chiarimenti circa la serie temporale utilizzata presso la Stazione Pluviometrica
di Rosà, che va dal 1992 al 2009; si ritiene opportuno integrare con dati più recenti, anche in considerazione
degli eventi estremi dal 2010 in poi.
Dal punto di vista operativo sono previsti due sistemi da utilizzarsi durante la Gestione Operativa:
- Sistema di Gestione delle Acque di Dilavamento;
- Sistema di Gestione delle Acque di Percolazione.
Per quanti riguarda le acque di dilavamento, il sistema viene esemplificato come segue (cfr. Figura 32 –
Relazione Tecnico Descrittiva)




Il Progetto prevede che il disoleatore, completato il trattamento, scarichi l’acqua direttamente sul suolo,
Secondo il Progettista, tale soluzione è risultata essere la più adeguata, perché a) non esiste una rete fognaria
per lo scarico, b) la rete idrografica superficiale non risulta essere adatta a recepire gli scarichi in quanto
costituita da piccoli canali irrigui, c) il trasferimento delle acque trattate nei corpi idrici superficiali
risulterebbe eccessivamente oneroso a fronte dei benefici ambientali conseguibili date le distanze e i dislivelli
da superare.
Per quanto riguarda invece le acque di percolazione, il Progetto prevede per la vasca di raccolta del percolato
Vp una superficie di circa 52 m² e degli argini di altezza pari a circa 1,95 m, comportando una capienza della
vasca pari a ~ 150 m. Si precisa comunque che il percolato risulta costituito esclusivamente dalle acque di
infiltrazione all’interno della massa di rifiuti, non essendo gli stessi caratterizzati da un contenuto di umidità
naturale a lento rilascio.
A tale proposito si richiedono chiarimenti circa la definizione di suolo e l’ammissibilità dello smaltimento
delle acque (dilavamento e percolazione) alla quota di base della discarica, ai sensi del D.Lgs 152/2006 e
s.m.i. e del PTA.
 Ambiente idrico sotterraneo
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Dal punto di vista idrogeologico, ferme restando le considerazioni litologiche che vedono la prevalente
presenza di terreni ghiaiosi ad elevata permeabilità, la superficie freatica media si colloca ad una profondità
di circa 50 m s.l.m. Poiché il piano campagna si colloca a 87 m s.l.m., ne deriva che la superficie freatica si
trova a circa 37 m dal piano campagna, come confermano le misurazioni eseguite in un pozzo realizzato
nell’area per l’approvvigionamento idrico.
L’area di progetto si trova a circa 5 chilometri a Est del Brenta: questa distanza è sufficiente perché il regime
della falda risenta in maniera estremamente marginale delle variazioni di regime del fiume stesso e
comunque con un notevole tempo di ritardo.
La morfologia della superficie freatica è dolce, con gradiente medio del 3‰.
Il calcolo del livello medio di falda è stato fatto considerando tre pozzi presenti nelle vicinanze dell’Area di
Progetto. In particolare, sono stati considerati i pozzi n. 504, 506 e 524, così come identificati da ARPAV e
rappresentati in Figura 110.




ando una quota di fondo cava di circa 62 m s.l.m., s’inpidua un franco rispetto alla quota di massima
escursione della falda di circa 6,5 m.

                                               Perpendicolarmente    alle
                                               linee Isofreatiche è stata
                                               inpiduata la direzione di
                                               flusso della falda che
                                               risulta essere di circa
                                               102°N. In base a quanto
                                               visto  nel   paragrafo
                                               precedente   sono   stati
                                               inpiduati tre punti di
                                               monitoraggio riportati in


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Figura 127 (PZ1, PZ2, PZ3).




Si ritiene che l’inpiduazione della superficie freatica debba essere confermata sperimentalmente a livello di
sito, realizzando un sistema di piezometri appositamente installati entro il perimetro di proprietà: si precisa
che tale freatimetria e la connessa direzione di deflusso sotterraneo potrebbero essere soggetti a variazione in
funzione del regime della falda stessa, implicando quindi una persa strategia di ubicazione dei punti di
monitoraggio. Si ritiene infatti che il punto di monitoraggio PZ1 sia eccessivamente distante dal sito e che
PZ2 e PZ3 non siano correttamente ubicati in relazione alle esigenze del monitoraggio stesso.
Si ritiene al contrario che gli impatti sull’ambiente idrico sotterraneo possano essere non nulli, in
considerazione di quanto sopra argomentato.
Si chiedono inoltre chiarimenti:
- circa la serie temporale utilizzata presso la Stazione Pluviometrica di Rosà, che va dal 1992 al 2009; si ritiene
opportuno integrare con dati più recenti, anche in considerazione degli eventi estremi dal 2010 in poi;
- circa la definizione di suolo e l’ammissibilità dello smaltimento delle acque (dilavamento e percolazione)
alla quota di base della discarica, ai sensi del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. e del PTA;
- in relazione alla vasca di raccolta Vd (da definire comunque il materiale di impermeabilizzazione),
rriportare le modalità di stima del volume  e la sua idoneità a garantire tempi di decantazione e corrette
morfologie dello scarico, così come dovranno essere riportate le valutazioni circa il dimensionamento e il
funzionamento del disoleatore;
- verificare la possibilità di progettare una vasca di raccolta delle acque meteoriche (a valle di decantazione e
disoleazione ed a monte dello scarico sul suolo) e di utilizzare tale accumulo in tutti gli impieghi nelle attività
autorizzate, in modo da considerare residuali lo smaltimento sul suolo e  l'utilizzo delle acque da pozzo.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; per quanto riguarda la problematica e le
valutazioni relative alle acque sotterranee, si rimanda alla matrice Suolo e Sottosuolo.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Dal punto di vista litologico, i materiali ghiaiosi che costituiscono il sottosuolo, sono quelli caratteristici di
tutto il bacino imbrifero del Brenta, con una netta predominanza di carbonati, ai quali si associano porfidi
(provenienti dalla piattaforma atesina) e graniti (provenienti dal massiccio di Cima d‘Asta - catena del
Lagorai).




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                                           i
Per garantire la protezione del terreno e delle acque, il D.Lgs n 36 del 13.01.2003 prevede che, tra il
sottosuolo ed il Corpo della Discarica, ci sia una Barriera Geologica di Protezione avente le seguenti
caratteristiche:
-  conducibilità idraulica k minore o uguale a 1 x 10 -7 m/s;
-  spessore maggiore o uguale a 1 m.
In alternativa alla Barriera Geologica di Protezione, il D.Lgs n 36 del 13.01.2003 prevede che possa essere
realizzato un cosiddetto Sistema Barriera di Confinamento Equivalente con proprietà almeno equivalente a
quelle sopra descritte. In questo caso il piano di imposta di una eventuale Sistema Barriera di Confinamento
Equivalente deve essere posto al di sopra del tetto dell'acquifero confinato o della quota di massima
escursione della falda, nel caso di acquifero non confinato, con un franco di almeno 1,5 m. Il Sistema Barriera
di Confinamento Equivalente, infine, deve avere uno spessore non inferiore a 0,5 m.
In tal senso il progetto prevede n°3 soluzioni alternative descritte nei rispettivi paragrafi, ritenendo le
medesime equivalenti dal punto di vista prestazionale:
- “Soluzione SI-1: strato di 0,5 m di Limi di Lavaggio dell’Impianto di Prima Lavorazione della Cava”, pag.
48;
- “Soluzione SI-2: strato di 0,5 m di Argilla”, pag. 49
- “Soluzione SI-3: strato di 0,5 m costituito da opportuni Geomateriali (Geomembrana Impermeabile in
HDPE e Geotessili Non Tessuti anti-punzonamento) e da Strati di Opportuni Aggregati Riciclati di
protezione”, pag. 50
Si ritiene, anche in considerazione della vulnerabilità intrinseca dall’acquifero a carattere freatico /area di
ricarica), che tale requisito prescrizionale debba essere parimenti garantito dal un criterio prestazionale,
ovvero che venga garantito lo spessore minimo a discarica esaurita, quindi a seguito di un sovraccarico di
parecchi metri di rifiuto tale da implicare un consolidamento della barriera geologica con conseguente
riduzione di spessore finale.
Inoltre, (vedi Relazione Tecnica descrittiva pag. 450: inpiduazione punti monitoraggio delle acque
sotterranee) stante la morfologia delle isofreatiche e le dislocazioni della nuova area dscarica e della vecchia
area di discarica, appare necessario prevedere un pozzo anche nell'angolo sud-ovest della proprietà.
Si ritiene, infine, che l’espressione di un parere rispetto all'ampliamento richiesto, sia in termini volumetrici
che di tipologie di rifiuti, non possa prescindere dalla conoscenza e dalle informazioni sullo stato di fatto,
cioè ai possibili e/o potenziali contributi derivanti dalla discarica in essere sulla qualità delle acque
sotterranee.
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Si richiede pertanto di procedere alla prevista realizzazione dei pozzi di controllo della falda, comprensiva di
un pozzo posto anche nell'angolo sud-ovest della proprietà e di acquisire le necessarie evidenze analitiche
sulla qualità dell’acquifero; oltre ai parametri tabellari si chiede anche di determinare la presenza, o meno, di
PFAS.
Le integrazioni fornite non hanno soddisfatto quanto richiesto, in particolare:
- per persi parametri analizzati negli acquiferi sono presenti valori di concentrazione che dimostrano un
incremento tra il monte ed il valle della discarica;
- tra le analisi eseguite per rivalutare i suddetto incrementi non sono state ripetute quelle relative ai PFAS,
seppur gli stessi fossero presenti in concentrazioni evidenti.
I suddetti aspetti risultano particolarmente rilevanti, considerando che l’acquifero interessato è a breve
distanza delle nuove prese di acquedotto previste a Camazzole nell’ambito degli interventi sul sistema
acquedottistico veneto a seguito dell’emergenza PFAS.

                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla matrice Suolo e Sottosuolo evidenzia effettive criticità, cui il progetto e le successive integrazioni
prodotte non hanno fornito adeguato riscontro; ciò porta a ritenere sussistere possibili impatti negativi e significativi
sull’ambiente. Si raccomanda di procedere quanto prima a completare la copertura finale della discarica esistente, allo
scopo di interrompere il percorso di lisciviazione sul corpo dei rifiuti conferiti.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Stato di Fatto
Considerati i vari processi produttivi e le tecnologie presenti all’interno dell’area di lavoro, attualmente,
l’Attività di Cava, l’Attività di Recupero e l’Attività di Discarica rappresentano quelle con un rischio di
emissioni di rumori nell’ambiente. Le “fonti di emissioni” di rumore possono essere riassunte come segue:
1. Estrazione della Materia Prima (Solo Attività di Cava)
2. Riduzione Volumetrica Preliminare dei Materiali da Lavorare (Solo Attività di Recupero)
3. Lavorazione dei Materiali mediante Impianti
4. Transito di Macchine Operatrici ed Autocarri
5. Operazioni di Carico/Scarico
Per il contenimento della diffusione dei rumori nell’ambiente circostante, EGAP SRL ha adottato
preliminarmente alcune soluzioni di carattere generale che possono essere così riassunte: posizionamento
degli Impianti di Lavorazione in aree ribassate rispetto al piano campagna; realizzazione di opportuni
terrapieni (in prossimità degli Impianti di Lavorazione;
lateralmente alle vie interne di comunicazione; lungo l’intero
perimetro dell’area di proprietà).
Attualmente, all’interno dell’Area dell’Attività di Recupero, è
presente un Gruppo di Frantumazione Primaria utilizzato
per effettuare la prima Riduzione Volumetrica di quei Rifiuti
Inerti che presentano grossi blocchi in calcestruzzo.
EGAP SRL ha commissionato una verifica al
laboratorio specializzato ECORICERCHE SRL, di
Bassano del Grappa (VI) effettuata in data 09/06/2015.
Le condizioni di lavoro del Gruppo di Frantumazione
Primaria hanno previsto l’alimentazione con grossi
sassi e massi rinvenuti nel giacimento di cava in fase di
estrazione ed un funzionamento di massimo esercizio.
Durante lo svolgimento della verifica erano presenti le altre
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operazioni relative all’Attività di Cava e all’Attività di Recupero rappresentate dall’uso di macchine
operatrici e dal transito di autocarri della stessa EGAP SRL o di terzi afferenti all’area per le operazioni di
carico e/o scarico.
Nella Figura 36 sono evidenziati i punti ricettori ed i punti di misura utilizzati durante la verifica.
Il Piano di Classificazione Acustica Comunale, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 98 del
10/08/2011, inpidua l’area su cui insiste l’insediamento della EGAP SRL e le aree confinanti con essa in
Classe III così definita: “Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di
attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di
attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impegnano macchine
operatrici”
Nella seguente Tabella si riportano i valori rilevati nei punti di misura di Figura 36. Si precisa che l’attività
lavorativa viene interamente svolta nella fascia diurna.




In tutti i punti di misura si sono registrati valori di rumorosità inferiori ai limiti di immissione. Inoltre, nel
caso in esame, la rumorosità ambientale registrata in prossimità dei ricettori A, B, C e D è ampiamente al di
sotto del limite assoluto di emissione (pari a 55.0 dB(A)).
Per quanto riguarda la verifica del rispetto del limite differenziale di immissione, dalle elaborazioni fatte si è
riscontrato che il livello di rumorosità ambientale rilevato in prossimità dei ricettori risulta inferiore a 50
dB(A) presso tutti i punti di misura; il differenziale di immissione risulta quindi non applicabile. Da quanto
sopra, è stato possibile affermare che, a suo tempo, nelle condizioni di lavoro più sopra descritte, tutti i
suddetti limiti erano stati rispettati.
Inoltre, dalle verifiche effettuate si è evidenziato come nei punti recettori prossimi alla rete stradale la
rumorosità derivante dal traffico veicolare costituisce la principale causa d’impatto.
Valutazione degli Impatti
Poiché le emissioni di rumore derivante dall’implementazione delle varie fasi del Progetto, derivano
esclusivamente dall’uso di macchine operatrici e/o autocarri di EGAP SRL o di terzi afferenti al sito per le
operazioni di scarico, senza il coinvolgimento di alcun Impianto di Lavorazione, si può concludere che i
limiti di legge relativi alle emissioni di rumore saranno rispettati, qualunque sarà la configurazione
lavorativa per le altre Attività di Cava e Recupero. Come evidenziato nel Progetto (Paragrafo “Gestione del
Rumore”), inoltre, si prevede la realizzazione dell’ampliamento all’interno di una porzione dell’area di Cava.
La maggior parte delle fasi operative del Piano di Costruzione e Approntamento, del Piano di Gestione
Operativa, del Piano di Ripristino Ambientale e del Piano di Gestione Post-Operativa si svolgono in aree
provvisorie ribassate rispetto al piano campagna. Ciò, oltre a non permettere la percezione visiva dall’esterno
della discarica, costituisce un’efficace barriera contro la diffusione di rumori.
Lo SIA conclude affermando che, “l’impatto “Rumore” sul fattore “Aria e Clima”, durante le varie fasi del
Progetto, costituisce un Impatto Negativo Irrilevante”.
Relativamente all’aspetto “Traffico e Viabilità”, il numero di accessi annuali al sito della EGAP SRL derivanti
dalla realizzazione del progetto è pari a circa 1.403 costituiti soprattutto da mezzi di piccole e medie
dimensioni. Considerato il numero medio annuale di giorni lavorativi della EGAP SRL pari a ca 230 gg, si
ottiene un numero medio di accessi giornaliero pari ca a 6 che, se confrontato con il numero di transiti lungo
Via Roncalli (SIA, Figura 37, Pag. 83), risulta irrilevante. Si può quindi concludere che, l’impatto “Rumore”
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sul fattore “Aria e Clima”, derivante dal corrispondente traffico indotto dalla fase di Gestione Operativa,
costituisce un Impatto Negativo Irrilevante. L’estensione dell’impatto è nelle immediate vicinanze.
Verranno messe in atto le seguenti:
Misure Preventive: Realizzazione del Progetto in un’area ribassata; Manutenzione Ordinaria di Macchine,
Impianti, Attrezzature, Strutture, Opere; Formazione del Personale.
Monitoraggi Nessuno.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Caratteristiche generali Le radiazioni si sudpidono in ionizzanti e non ionizzanti, sono onde
elettromagnetiche e si differenziano in base alla loro frequenza caratteristica.
Le radiazioni non ionizzanti si pidono in radiazioni a bassa e alta frequenza. Le basse frequenze sono
generate principalmente dagli elettrodotti mentre le alte frequenze sono generate principalmente da impianti
radiotelevisivi, ponti radio, Stazioni Radio Base per la telefonia mobile ecc
Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni elettromagnetiche o corpuscolari dotate di sufficiente energia per
“ionizzare” la materia che attraversano. Tra le più comuni sorgenti di radioattività naturale è doveroso
menzionare il gas “Radon”, prodotto del decadimento del Radon normalmente presente in natura.
Stato di Fatto
Le principali sorgenti delle radiazioni non ionizzanti sono rappresentate dagli impianti per le
telecomunicazioni e dagli elettrodotti.
Relativamente agli elettrodotti, si precisa che a circa 2 km dall’area di progetto è presente una linea elettrica
ad alta tensione. Non si registrano nell’area aziendale significative sorgenti di radiazioni ionizzanti. Inoltre,
considerando che le Attività si svolgono all’aperto, si esclude la possibilità – in particolare per il gas Radon-
di accumularsi in ambienti chiusi costituendo un pericolo per la salute umana.
Valutazione degli Impatti
Il progetto non prevede l’emissione di radiazioni, non modificando la situazione descritta nello stato di fatto.
Si conclude che la realizzazione del Progetto determina un Impatto Positivo/Negativo Assente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’ambito di Progetto non interferisce con nessuno dei seguenti elementi paesaggistici: centri storici; edifici
storici diffusi; assetti culturali tipici; sistemi tipologici rurali; cascine, masserie, baite, muretti a secco, siepi,
filari, terrazzamenti ecc.; centuriazione, viabilità storica; sistemi tipologici a forte caratterizzazione (delle
ville, delle cascine, delle costruzioni in pietra a vista, in legno, a cromatismo prevalente, ecc.); ambiti a forte
valenza simbolica (luoghi celebrativi, rappresentazioni pittoriche, attrattive turistiche); biotopi, riserve,
parchi naturali, boschi.
Valutazione degli Impatti
Modificazione della Geomorfologia - Stato di Fatto
La cava presente nell’Area di Progetto è attiva dal febbraio del 1975. Le successive attività di Discarica ed
Attività di Recupero sono state realizzate all’interno dei vari vuoti estrattivi della cava stessa.
Alcune porzioni precedentemente adibite a cava, esaurite sotto l’aspetto estrattivo e poi adibite a discarica
sono già state oggetto di un recupero che ha previsto il ripristino della quota dell’originario piano campagna
mediante riempimento con materiale inerte e con uno strato di terreno di copertura, preventivamente
accantonato, ripristinando la morfologia iniziale.
Nell’attuale progetto si ipotizza di realizzare la sistemazione fionale entro il perimetro indicato dai seguenti
criteri paesaggistici generali:
- Ia realizzazione di una “Morfologia Finale” complessiva del sito piacevole da un punto di vista visivo e
paesaggistico;
- la realizzazione di una “Morfologia Finale” che possa permettere il miglior rinverdimento possibile, con
particolare riferimento alle necessarie azioni di manutenzione del verde stesso;
- la massimizzazione delle “Aree Rinverdite” nel sito, in particolare quelle per le quali sia possibile lo
svolgimento delle attività di manutenzioni del verde.

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La “ricomposizione Morfologica” preventivamente messa in atto da EGAP nell’area dell’attuale Discarica,
prevede una fase lavorativa con lo spostamento interno alla Discarica di alcune migliaia di metri cubi di
Rifiuti Inerti per ottenere, lungo il versante, un “gradone” intermedio di larghezza pari a ~4 m e due scarpate
di raccordo con il ciglio inferiore ed il ciglio superiore, entrambe con pendenza pari a ~35°.
A conclusione del ripristino ambientale la superficie riportata a livello del piano campagna risulterà
maggiore (di 2.200 m²) rispetto a quella che sarebbe derivata dalla sistemazione ambientale prevista dal
progetto originale di cava.
Da un punto di vista della Geomorfologia Generale il progetto non prevede alcuna modificazione.
Si può quindi concludere che, l’impatto “Modificazione della Geomorfologia” sul fattore “Paesaggio”,
derivante dalla realizzazione del Progetto, costituisce un Impatto Positivo Molto Elevato.
Modificazione della Qualità Visiva Stato di Fatto
Da Punti di Osservazione prossimi all’Area de quo, la stessa appare come un “affossamento” nel terreno
derivante dall’attività di cava passata e presente.
Considerate le attuali misure di mitigazione e di mascheramento ambientale presenti lungo il perimetro
dell’Area della EGAP SRL, le attività presenti all’interno dell’area non risultano visibili, in particolare dal
lato Ovest lungo Via Roncalli (l’ambito più frequentato).




                       Viste attuali da via Roncalli
Inoltre, la campagna circostante l’Area di Progetto è completamente coltivata. Il contesto ambientale è
costituito da una morfologia estremamente piana e non consente quindi punti di vista emergenti dal piano
campagna. L’orizzonte è spezzato unicamente da filari di alberi che, come era consuetudine, venivano posti
lungo il corso dei canali irrigui o a demarcazione dei limiti delle proprietà. L’Area della EGAP SRL si
inserisce in questo contesto ambientale senza particolari interferenze e la morfologia piana interrotta solo da
filari alberati, tipica della zona, è ben conservata.
Alcune porzioni precedentemente adibite a cava, esaurite sotto l’aspetto estrattivo e poi adibite discarica
sono già state oggetto di un recupero che ha previsto il ripristino della quota dell’originario piano campagna
mediante riempimento con materiale inerte e con uno strato di terreno di copertura, preventivamente
accantonato. Una porzione di tali zone è stata inerbita e destinata alla creazione di un pioppeto per la
produzione di derivati di cellulosa. Per tali aree, da molti punti di osservazione interni, la percezione visiva
risulta analoga a quella antecedente ai vari interventi susseguitesi nel corso degli anni. La possibilità di
procedere al ripristino per settori e la scelta di specie a rapido accrescimento consente di avere, alla data
attuale, un arboreto che contribuisce al ripristino dell’aspetto paesaggistico e naturale precedente
all’insediamento delle attività della EGAP SRL.
Valutazione degli Impatti
La realizzazione del Progetto non prevede alcuna modifica alle misure di mitigazione e di mascheramento
ambientale presenti lungo il perimetro dell’Area in oggetto. Lo stesso Progetto, inoltre, sia durante la fase di
Costruzione-Approntamento che durante le fasi di Gestione Operativa e Gestione Post-Operativa, non
prevede la realizzazione di Opere che “emergono” rispetto al piano campagna.
Si può quindi concludere che, analogamente allo stato attuale, le attività e le opere previste dal presente
Progetto non saranno visibili dall’esterno, in particolare dal lato Ovest lungo Via Roncalli, mantenendo
l’attuale qualità visiva. Da questo punto di vista, inoltre, attraverso la realizzazione della morfologia del
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versante di Discarica caratterizzata da un “gradone” intermedio di larghezza pari a ~4 m e due scarpate di
raccordo con il ciglio inferiore ed il ciglio superiore, entrambe con pendenza pari a ~35°, il Progetto
determina un miglioramento della qualità visiva percepita internamente.
Si può quindi concludere che, l’impatto “Modificazione della Qualità Visiva” sul fattore “Paesaggio”
derivante dalla realizzazione del Progetto, costituisce un Impatto Positivo Molto Elevato.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Come evidenziato nel paragrafo “Quadro Riassuntivo delle Superfici e dei Volumi” (Pag. 57), il Volume
Complessivo della Discarica ammonta a ~ 43.200 mc. Considerato che, in base alle suddette, stime il Flusso
Medio Complessivo Annuale di Rifiuti Inerti conferiti in Discarica è stimato in circa 8.640 mc/anno,
corrispondente a circa 14.477 ton/anno, ne deriva che la Durata della Fase di Conferimento è stimata in circa
5 anni. Il progetto prevede un periodo di gestione Post-Operativa di 5 anni in analogia a quello dell’attuale
discarica vedi paragrafo “Autorizzazione” Pag. 37. Il progetto prevede un cronoprogramma come di seguito
descritto:




Sulla base delle valutazioni esposte nel progetto, si prevede che, successivamente alla realizzazione del
progetto stesso, sarà presente un numero di accessi pari a circa 4.737. L’incremento degli accessi derivanti
dalla nuova attività di Discarica sarà pertanto pari a (4.737 – 3.334) = 1.403.
Considerato che il numero medio annuale di giorni lavorati della EGAP SRL è pari a circa 230 gg si ottiene
giornalmente un incremento medio pari a circa 6 accessi.
In base ai dati disponibili, si stima che i mezzi che conferiranno rifiuti in discarica saranno prevalentemente
piccoli o di medie dimensioni, analogamente a quanto visto per il conferimento di rifiuti nell’impianto di
riciclaggio
Si rileva all’interno dello Studio di Impatto Ambientale (paragrafo “Traffico e Viabilità”) che i dati di traffico
transitanti nella rete a cui si f riferimento risalgono all’anno 2008 nell’ambito del progetto SIRSE.
Inoltre non si fa riferimento ai flussi di traffico della viabilità direttamente interessata e prossima
all’insediamento, al fine di mettere in relazione gli accessi al sito con i flussi attuali e i flussi previsti in
progetto.
Si ritiene pertanto opportuno:



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-  finalizzare rilevamenti di traffico volti a descrivere l’entità dei flussi veicolari giornalieri (quanto meno
  da lunedì a venerdì) nell’ambito della strade provinciali e comunali più prossime all’intervento (SP 57,
  SP 58 , SP 59, Via Roncalli, Via Roccolo, Via Sacro cuore, Via Domiziano, Via Borromea).
-  fornire un quadro esauriente del contesto viario tramite descrizione delle tratte stradali interessate dai
  percorsi veicolari, opportuni riepiloghi dei flussi di traffico su tabelle di rilievo nonché elaborati grafici
  riassuntivi dell’ora di punta mattutina e serale (sia stato di fatto che di progetto) con evidenziazione delle
  direttrici di provenienza e indicazione dei flussi indotti per ciascuna direttrice.
-  prevedere l’analisi del LOS dell’intersezione tra via Roncalli e la viabilità di accesso al lotto, allo stato
  attuale e nello scenario progettuale, valutando gli opportuni coefficienti di equivalenza caratteristici dei
  mezzi previsti per i conferimenti.
prevedere l’analisi del LOS delle strade oggetto di studio, allo stato attuale e nello scenario progettuale,
valutando gli opportuni coefficienti di equivalenza caratteristici dei mezzi previsti per i conferimenti.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Dai documenti analizzati, emerge che gli strumenti conservativi di scala superiore non includono alcuna
porzione del territorio Rosatese e che la carta degli habitat rappresenta uno strumento con forte valore di
indicazione sulle possibilità del territorio di ospitare specie animali vegetali.
Le specie arboree più diffuse nella pianura Veneta sono il salice bianco e il pioppo nero, querce, carpini
bianchi, farnie, olmi e tigli.
Si possono distinguere due persi orientamenti nelle due regioni inpiduate dal corso del Brenta: in sinistra
orografica le attività artigianali e commerciali hanno preso progressivamente il posto di quelle agricole
portando ad uno sminuzzamento delle proprietà terriere, coltivate per ottenere un reddito extra; le colture
più diffuse sono il mais, la soia e, in misura minore, orzo e frumento; in destra Brenta invece prevalgono le
piccole e medie aziende dedite alla zootecnia, con buone produzioni di latte e carne, e alla monocoltura del
mais, affiancata a quella del riso nella zona più meridionale. In alcune aree sono poi presenti coltivazioni
specifiche, come gli asparagi a Bassano del Grappa, il radicchio a Castelfranco Veneto.
Nel territorio Rosatese le coltivazioni più diffuse sono il frumento, il mais, l’orzo e l’avena, la barbabietola e
la soia; non mancano mele, ciliege, pere, castagne e olive. A Rosà il mais è la coltura principale, insieme ad
altre foraggere che servono anche per il comparto zootecnico, abbastanza diffuso in zona.
L’area EGAP si trova in aperta campagna ed è separata dal centro cittadino. La campagna circostante è
completamente coltivata; l’orizzonte è spezzato unicamente da filari di alberi che, come era consuetudine,
venivano posti lungo il corso dei canali irrigui o a demarcazione dei limiti delle proprietà. L’unico carattere
riconoscibile nel contesto in cui si colloca l’opera è rappresentato proprio da queste formazioni arboree a
sviluppo lineare.
Lo sviluppo intensivo dell’agricoltura e la tendenza alla ristrutturazione dei rustici annessi alle proprietà
contribuiscono a ridurre, o addirittura a eliminare, i microambienti indispensabili per alcune specie di piante
e di animali. Per questo motivo, parlare della flora e della fauna dell’area limitrofa al sito estrattivo significa
parlare quasi esclusivamente delle coltivazioni introdotte dall’uomo.
Nell’area di progetto sono presenti i seguenti habitat:
- Cave;
- Impianti arborei;
- Prati polifitici e medicai.
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La cartografia degli habitat evidenzia una dominanza delle aree coltivate intensivamente e delle aree
urbanizzate. In tali condizioni, risulta dunque difficile ospitare stabilmente specie faunistiche, in particolare
quelle di interesse conservazionista.
La rete idrografica superficiale è costituita in prevalenza da canali rogge e consorziali. I principali sono la
roggia Rosà e la roggia Dolfina. Da quest’ultima si dirama la Roggia Vica che scorre a nord dell’area
aziendale.
Dal punto di vista dell’ittiofauna nella Roggia Vica è stata accertata la presenza della trota fario (Salmo
(trutta) trutta L.) e della trota iridea (Oncorhynchus mykiss Walbaum).
A questo riguardo è opportuno fare le seguenti considerazioni:
• l’area di progetto si colloca all’interno di un’area già compromessa dall’attività antropica (Attività di
discarica, Attività di Cava);
• le caratteristiche ecologiche delle aree limitrofe permettono un corretto inserimento delle azioni di
progetto;
• l’area di progetto non ricade all’interno della rete ecologica regionale comprendente i siti della rete "Natura
2000" (Dir 79/409/CEE e 92/43/CEE)
• In base a quanto evidenziato si può osservare come l’area di progetto non ricade in Aree nucleo, Stepping
stone, Corridoi, Buffer zone e Restoration area in base alle definizioni riportate all'art. 38 delle Norme
Tecniche del PTCP della Provincia di Vicenza.
Alterazione Flora
Questo impatto è rappresentato dalla possibile sottrazione di vegetazione temporanea o permanente
conseguente alla realizzazione delle varie fasi del Progetto. A tale proposito si sottolinea come l’area di
progetto sia per lo più priva di vegetazione. Durante le fasi di Costruzione-Approntamento e di Gestione
Operativa la vegetazione subirà una temporanea riduzione. Tuttavia, in base al “PIANO DI RISPRISTINO
AMBIENTALE” è prevista la realizzazione di una copertura vegetale con l’inerbimento delle aree
pianeggianti, delle pedate e delle scarpate Si può quindi concludere che, questo impatto sul fattore “Flora,
Fauna ed Ecosistemi”, derivante dalla realizzazione del Progetto, costituisce un Impatto Negativo Irrilevante.
Un altro possibile impatto è rappresentato dalla possibile alterazione delle fitocenosi dovuto alla presenza di
polveri e/o agenti inquinanti (solidi, liquidi o gassosi). Nel caso specifico, questo impatto potrebbe riferirsi
alle emissioni di polveri. Quest’ultime, depositandosi sull’apparato fogliare, potrebbero comportare una
condizione di sofferenza per la vegetazione, in particolar modo interferendo sui processi di fotosintesi. La
presenza di opportuni Sistemi e Procedure per l’Abbattimento delle Polveri, fin da loro insorgenza (vedi
impatto generato dalle polveri)), riducono drasticamente tale fenomeno. Si può quindi concludere che, anche
questo impatto sul fattore “Flora, Fauna ed Ecosistemi”, derivante dalla realizzazione del Progetto,
costituisce un Impatto Negativo Irrilevante.
Verranno in ogni caso messe in atto le seguenti misure:
Misure Preventive: Manutenzione Ordinaria del Verde, dei Filari e delle Quinte Arboree; Formazione del
Personale;
Monitoraggi: Nessuno
Alterazione Fauna
Questo impatto è rappresentato dal possibile disturbo provocato da fonti di inquinamento acustico con
conseguente allontanamento della fauna. Nel caso specifico, le specie animali presenti sono riconducibili a
quelle normalmente diffuse in ecosistemi fortemente antropizzati con un maggior sviluppo per l’avifauna. Si
ritiene che le comunità animali possano adattarsi alle azioni di disturbo legate alla realizzazione del progetto
peraltro già presenti all’interno dell’area aziendale (Attività di Cava ed Attività di Recupero).
Si può quindi concludere che questo impatto sul fattore “Flora, Fauna ed Ecosistemi”, derivante dalla
realizzazione del Progetto, costituisce un Impatto Negativo Irrilevante.

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Un altro possibile impatto potrebbe provenire dalla presenza anomala di uccelli, parassiti ed insetti causati
dalla presenza di ristagni di acqua e/o rifiuti putrescibili. Nel caso specifico, però la tipologia di Rifiuti Inerti
presa in considerazione dal Progetto e l’assenza di ristagni di acqua derivante dalla conformazione della
discarica, riducono drasticamente che tale fenomeni possano verificarsi.
Si può quindi concludere che, anche questo impatto sul fattore “Flora, Fauna ed Ecosistemi”, derivante dalla
realizzazione del Progetto, costituisce un Impatto Negativo Irrilevante.
Un altro possibile impatto sulla Fauna potrebbe essere quello derivante dalla collisione tra animali ed i mezzi
e le macchine operatici in movimento durante le varie fasi previste dal Progetto. In più di quarant’anni di
attività svolta nell’area in esame, non si sono registrati fenomeni di questo genere, probabilmente a causa
delle caratteristiche delle specie presenti. Si ritiene, pertanto, che tale fenomeno possa essere di bassissima
probabilità. Anche in questo caso, si può concludere che, questo impatto sul fattore “Flora, Fauna ed
Ecosistemi”, derivanti dalle varie fasi di Progetto, costituisce un Impatto Negativo Irrilevante.
Alterazione Ecosistemi
Questo impatto è rappresentato dalle possibili alterazioni degli equilibri naturali e riduzione del grado di
biopersità.
Considerata l’ubicazione dell’Area di Progetto all’interno di un’area già degradata è ragionevole ipotizzare
che la realizzazione del Progetto andrà ad alterare la funzionalità degli ecosistemi riducendone il grado di
biopersità. Si può quindi concludere che, questo impatto sul fattore “Flora, Fauna ed Ecosistemi”,
derivante dalla realizzazione del Progetto, costituisce un Impatto Negativo Irrilevante.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
L’analisi condotta nei precedenti paragrafi ha evidenziato che sui seguenti fattori
- Aria e Clima;
- Acque Superficiali;
- Acque Sotterrane;
- Suolo e Sottosuolo;
- Paesaggio;
- Flora Fauna ed Ecosistemi;
- Aspetti Socio-Economici
non sono presenti Impatti Negativi non Irrilevanti.
L’Impatto Positivo Elevato “Gas ad Effetto Serra”, sul Fattore “Aria e Clima” (Riduzione delle CO 2 eq),
costituisce un’alterazione positiva elevata degli indicatori di salute determinando un miglioramento della
Salute Pubblica. Si può, quindi, concludere che l’impatto Positivo Elevato “Gas ad Effetto Serra” sul Fattore
“Aria e Clima” (Riduzione delle CO 2 eq) determina un Impatto Positivo Diretto anch’esso Elevato
“Alterazione degli Indicatori di Salute” sul Fattore “Salute Pubblica”.
Non risulta trattata la parte relativa agli impatti sulla salute dei Lavoratori.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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               VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                           CONCLUSIONI
Il grado di approfondimento documentale, anche valutando le integrazioni prodotte, non risulta adeguato e
presenta la necessità di approfondimenti e ulteriori valutazioni di dettaglio, sia per quanto riguarda il
Quadro Progettuale che per quanto riguarda il Quadro Ambientale, risultando non soddisfacenti parte delle
integrazioni prodotte.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole matrici
ambientali sopra descritte.
Tale valutazione a riguardo anche del Quadro Progettuale, dove non vi è evidenza del rispetto della
normativa vigente in tema di discariche (D.Lgs. 36/2003 così come aggiornato dal D.Lgs. n.121/2020), in
particolare per quanto riguarda il sistema barriera ed il capping.
Il progetto presenta numerose criticità che non risultano adeguatamente approfondite e/o considerate, in
relazione sia alla significatività degli aspetti ambientali e delle relative mitigazioni, in quanto non è stata
effettuata una reale valutazione sull’effettivo cumulo degli impatti derivante dalla recente presentazione, in
Regione Veneto, della procedura di VIA per l’ampliamento dell’adiacente attività di cava.
Inoltre, rispetto alla matrice Suolo e Sottosuolo, sussiste una evidente criticità nei confronti dell’acquifero
sottostante per le potenziali interferenze della discarica esistente, che si manifesta con valori di
concentrazione che dimostrano un incremento tra il monte ed il valle della discarica per persi parametri
analizzati; tra le analisi eseguite per rivalutare i suddetto incrementi non sono state ripetute quelle relative ai
PFAS, seppur gli stessi fossero presenti in concentrazioni evidenti.
I suddetti aspetti risultano particolarmente rilevanti, considerando che l’acquifero interessato è a breve
distanza delle nuove prese di acquedotto previste a Camazzole nell’ambito degli interventi sul sistema
acquedottistico veneto a seguito dell’emergenza PFAS.

                       Tutto ciò premesso si esprime
                        PARERE CONTRARIO
               All’intervento,in considerazione delle motivazioni sotto descritte

L'impianto interferisce con le sensibilità ambientali in tema di Ambiente Idrico, Suolo e Sottosuolo e presenta criticità
che non sono adeguatamente affrontate e/o supportate da proposte di mitigazione, per cui sono possibili impatti
ambientali negativi e significativi.
Il Quadro Progettuale, nonostante le integrazioni richieste, non ha fornito una reale valutazione sull’effettivo cumulo
degli impatti derivante dalla recente presentazione, in Regione Veneto, della procedura di VIA per l’ampliamento
dell’adiacente attività di cava.

Vicenza, 15 aprile 2021


  F.to Il Segretario                                 F.to Il Presidente

Dott.ssa Silvia Chierchia                               Andrea Baldisseri




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