DETERMINA

                 PROVINCIA DI VICENZA
               Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA  C. Fisc. P. IVA 00496080243




         Determinazione Dirigenziale N° 1592 DEL 21/12/2020

                     AREA TECNICA
                 SERVIZIO RIFIUTI VIA VAS


DIRIGENTE/RESPONSABILE: Filippo Squarcina

OGGETTO: PROVVEDIMENTO DI VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE E
CONTESTUALE AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART. 27 BIS
DEL          D.LGS.        152/2006
DITTA:      SICIT      GROUP       SPA
PROGETTO: MODIFICA IMPIANTO DI TRASFORMAZIONE DI SOTTOPRODOTTI DI
ORIGINE         ANIMALE        CAT.3
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: ARZIGNANO


            COPIA CONFORME PROVVEDIMENTO

Titolo: Copia Conforme

Note:



                      Documenti Presenti:

     Titolo      Nome File                    Formato          Data
Impronta
   TESTO ATTO    DD_2020_1592.odt                 AT - ATTO         21/12/2020
E9ADEA6779C339AC73BCD9204323578E4EF75001
NON FIRMATO -


TESTO ATTO FIRMATO DD_2020_1592.odt.pdf.p7m         AT - ATTO         21/12/2020
   DIGITALMENTE
9C50177206ACF96940C87574DE75EECC91C8537AFC3CA99A5155CDB5DA11C12C
FIRMATO - CADES
Filippo Squarcina (TINIT-SQRFPP72H30A001W) - Certificato rilasciato da "InfoCert Firma Qualificata 2"
valido dal 09/08/2018 12:39:41 al 09/08/2021 02:00:00


  parere sicit n.27/2020    Parere Sicit.pdf          INF - DOCUMENTO        15/12/2020
                        INFORMATICO
4972DE519B7C07FBFF2431FE7F4751EAE4B1F7A2D0307AF5AB82D454EF4BD09F
NON FIRMATO -
                    PROVINCIA DI VICENZA
                   Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA  C. Fisc. P. IVA 00496080243




               DETERMINA N° 1592 DEL 21/12/2020

                         AREA TECNICA
                    SERVIZIO RIFIUTI VIA VAS



OGGETTO: PROVVEDIMENTO DI VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE E
CONTESTUALE AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI
DELL’ART.   27    BIS   DEL   D.LGS.   152/2006
DITTA:      SICIT      GROUP      SPA
PROGETTO: MODIFICA IMPIANTO DI TRASFORMAZIONE DI SOTTOPRODOTTI DI
ORIGINE        ANIMALE        CAT.3
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: ARZIGNANO



                          IL DIRIGENTE

Vista la documentazione presentata in data 16/07/2020, agli atti con prot. n. 30444, ed integrata in
data 17/07/2020, prot. n. 30482, 30483, 30484, 30485, da parte della ditta SICIT GROUP SPA con
sede legale in Comune di Chiampo in via Arzignano n. 80 e operativa in Comune di Arzignano in
via del Lavoro n. 114, relativa al progetto “Modifica di un impianto di trasformazione di
sottoprodotti di origine animale cat. 3” con cui è stata richiesta l’attivazione della procedura di
valutazione impatto ambientale e contestuale approvazione progetto ai sensi dell’art. 27 bis D.Lgs.
152/2006 e dell’art.11 della LR 4/2016.
Visto l’elenco delle autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi
comunque dominanti in materia ambientale, ulteriori rispetto al provvedimento di VIA, necessari
alla realizzazione ed all’esercizio dell’intervento in oggetto, trasmesso dal proponente ai sensi del
comma 2 dell’art. 27 bis del D.Lgs. 152/2006 nell’istanza e di seguito riportato:
- Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del Titolo III-bis del D.lgs152/06.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell’Allegato III alla
Parte II del D.Lgs. 152/2006 - lettera e) “Impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione
su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano
affiancate varie unita' produttive funzionalmente connesse tra di loro: - per la fabbricazione di
fertilizzanti a base di fosforo, azoto, potassio (fertilizzanti semplici o composti) (progetti non inclusi
nell'Allegato II)”.
Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione
Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
rientra, per il progetto in parola, tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge
Regionale n. 4/2016, (Allegato A e B).
Tenuto conto altresì che, per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in
materia di VIA e di AIA si svolgono in maniera unificata attraverso il coordinamento delle perse
disposizioni in materia, come previsto dall'art.10 c.2 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006 :
- con nota prot. 32623 del 03/08/2020 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di
avvenuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le
valutazioni di competenza;
- con nota prot. 38981 del 18/09/2020 è stata data comunicazione agli enti interessati dell’avvenuta
attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul sito web provinciale e nella
medesima data, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006, chiedendo al
Comune di Arzignano, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27-bis, comma 4, di dare informazione
nel proprio albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.
Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 26 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006, le seguenti
osservazioni:
- Snam rete Gas con nota prot. 35044 del 19/08/2020;
- Terna Rete Italia con nota prot. 35210 del 20/08/2020;
- Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta con nota prot. 39315 del 22/09/2020;
trasmesse alla ditta per le eventuali controdeduzioni, all’interno della comunicazione con la quale è
stata inoltrata la richiesta di integrazione generale (nota prot. 42715 del 13/10/2020).
Viste le integrazioni pervenute in data 05/11/2020.
Dato atto che:
- il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta in modalità teleconferenza del giorno
10/12/2020, ha espresso parere di compatibilità ambientale del progetto presentato con le
prescrizioni/raccomandazioni contenute nel parere 27/2020 allegato al presente provvedimento per
costituirne parte integrante e sostanziale;
- la Conferenza di Servizi di cui all’art. 14 della L. 241/1990, nella seduta in modalità
teleconferenza del 10/12/2020, si è determinata favorevolmente al rilascio dell’autorizzazione
richiesta.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014).
Visti:
  • il D.Lgs. n. 152/ 2006 “Norme in materia ambientale” ;
  • la L.R. n. 3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
  • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
    2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
    giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
  • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
    competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
  • Visto il decreto di attribuzione dell'incarico dirigenziale n 11 del 24/11/2020;

                         DETERMINA


Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
  1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere espresso dal Comitato Tecnico regionale
    VIA, n. 27/2020, Allegato A al presente provvedimento, di cui forma parte integrante e
    sostanziale;
  2. di adottare la determinazione di conclusione positiva della conferenza di servizi effettuata
    nell’ambito del procedimento unico ex art. 27-bis del D.Lgs. 125/2006 a seguito dell’istanza
    presentata dalla società SICIT GROUP SPA con sede legale in Comune di Chiampo in via
    Arzignano n. 80 e operativa in Comune di Arzignano in via del Lavoro n. 114, relativa al
    progetto “Modifica di un impianto di trasformazione di sottoprodotti di origine animale cat.
    3.”;
  3. di rilasciare il provvedimento di VIA favorevole relativamente all'istanza di cui al punto 2;
  4. di rilasciare l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi dell'art. 29-sexies del D.lgs. n.
    152/2006, per l'esercizio dell'installazione, per l’attività inpiduata al punto 4.3
    dell’Allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 secondo il progetto presentato in
    sede di istanza VIA-AIA e successive integrazioni.
  5. Di dare atto che:
    a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 27-bis del D.Lgs. n.
    152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque anni
    dalla data del presente atto;
    b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
    integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
    preventiva valutazione;
    c) il presente atto non sostituisce il provvedimento edilizio né costituisce variante allo
    strumento urbanistico comunale.
    e) verranno specificati con successivo provvedimento i limiti, le prescrizioni ed il piano di
    monitoraggio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
  6. di prescrivere che:
    - nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la salute
    degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
    - il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere un
    resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno 2022.
  7. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
    diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
    sensi art. 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
  8. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
    all'albo pretorio on line.

                         INFORMA CHE

Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Servizio Rifiuti – VIA - VAS
della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
Il presente provvedimento viene trasmesso a Sicit Group Spa, ai Comuni di Arzignano e Montorso,
ad ARPAV di Vicenza, a Ulss 8 Berica, al Consorzio di Bonifica APV, ad Acque del Chiampo Spa,
a SNAM RETE GAS Spa, a Terna rete Italia Spa, a E-Distribuzione Spa. - Infrastrutture e Reti


Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
Italia, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Archeologia,
Belle Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l’attuazione dell’intervento.
Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti
norma, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia
Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai sensi
e per gli effetti D.L. 33/2013.




                                       Sottoscritta dal Dirigente
                                         Filippo Squarcina
                                         con firma digitale



Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




ALLEGATI     - parere sicit n.27/2020
         (impronta: 4972DE519B7C07FBFF2431FE7F4751EAE4B1F7A2D0307AF5AB82D454EF4BD09F)




Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
                    PROVINCIA DI VICENZA
                   Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA  C. Fisc. P. IVA 00496080243




               DETERMINA N° 1592 DEL 21/12/2020

                         AREA TECNICA
                    SERVIZIO RIFIUTI VIA VAS



OGGETTO: PROVVEDIMENTO DI VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE E
CONTESTUALE AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI
DELL’ART.   27    BIS   DEL   D.LGS.   152/2006
DITTA:      SICIT      GROUP      SPA
PROGETTO: MODIFICA IMPIANTO DI TRASFORMAZIONE DI SOTTOPRODOTTI DI
ORIGINE        ANIMALE        CAT.3
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: ARZIGNANO



                          IL DIRIGENTE

Vista la documentazione presentata in data 16/07/2020, agli atti con prot. n. 30444, ed integrata in
data 17/07/2020, prot. n. 30482, 30483, 30484, 30485, da parte della ditta SICIT GROUP SPA con
sede legale in Comune di Chiampo in via Arzignano n. 80 e operativa in Comune di Arzignano in
via del Lavoro n. 114, relativa al progetto “Modifica di un impianto di trasformazione di
sottoprodotti di origine animale cat. 3” con cui è stata richiesta l’attivazione della procedura di
valutazione impatto ambientale e contestuale approvazione progetto ai sensi dell’art. 27 bis D.Lgs.
152/2006 e dell’art.11 della LR 4/2016.
Visto l’elenco delle autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi
comunque dominanti in materia ambientale, ulteriori rispetto al provvedimento di VIA, necessari
alla realizzazione ed all’esercizio dell’intervento in oggetto, trasmesso dal proponente ai sensi del
comma 2 dell’art. 27 bis del D.Lgs. 152/2006 nell’istanza e di seguito riportato:
- Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del Titolo III-bis del D.lgs152/06.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell’Allegato III alla
Parte II del D.Lgs. 152/2006 - lettera e) “Impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione
su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano
affiancate varie unita' produttive funzionalmente connesse tra di loro: - per la fabbricazione di
fertilizzanti a base di fosforo, azoto, potassio (fertilizzanti semplici o composti) (progetti non inclusi
nell'Allegato II)”.
Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione
Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
rientra, per il progetto in parola, tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge
Regionale n. 4/2016, (Allegato A e B).
Tenuto conto altresì che, per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in
materia di VIA e di AIA si svolgono in maniera unificata attraverso il coordinamento delle perse
disposizioni in materia, come previsto dall'art.10 c.2 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006 :
- con nota prot. 32623 del 03/08/2020 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di
avvenuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le
valutazioni di competenza;
- con nota prot. 38981 del 18/09/2020 è stata data comunicazione agli enti interessati dell’avvenuta
attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul sito web provinciale e nella
medesima data, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006, chiedendo al
Comune di Arzignano, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27-bis, comma 4, di dare informazione
nel proprio albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.
Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 26 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006, le seguenti
osservazioni:
- Snam rete Gas con nota prot. 35044 del 19/08/2020;
- Terna Rete Italia con nota prot. 35210 del 20/08/2020;
- Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta con nota prot. 39315 del 22/09/2020;
trasmesse alla ditta per le eventuali controdeduzioni, all’interno della comunicazione con la quale è
stata inoltrata la richiesta di integrazione generale (nota prot. 42715 del 13/10/2020).
Viste le integrazioni pervenute in data 05/11/2020.
Dato atto che:
- il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta in modalità teleconferenza del giorno
10/12/2020, ha espresso parere di compatibilità ambientale del progetto presentato con le
prescrizioni/raccomandazioni contenute nel parere 27/2020 allegato al presente provvedimento per
costituirne parte integrante e sostanziale;
- la Conferenza di Servizi di cui all’art. 14 della L. 241/1990, nella seduta in modalità
teleconferenza del 10/12/2020, si è determinata favorevolmente al rilascio dell’autorizzazione
richiesta.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014).
Visti:
  • il D.Lgs. n. 152/ 2006 “Norme in materia ambientale” ;
  • la L.R. n. 3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
  • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
    2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
    giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
  • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
    competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
  • Visto il decreto di attribuzione dell'incarico dirigenziale n 11 del 24/11/2020;

                         DETERMINA


Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
  1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere espresso dal Comitato Tecnico regionale
    VIA, n. 27/2020, Allegato A al presente provvedimento, di cui forma parte integrante e
    sostanziale;
  2. di adottare la determinazione di conclusione positiva della conferenza di servizi effettuata
    nell’ambito del procedimento unico ex art. 27-bis del D.Lgs. 125/2006 a seguito dell’istanza
    presentata dalla società SICIT GROUP SPA con sede legale in Comune di Chiampo in via
    Arzignano n. 80 e operativa in Comune di Arzignano in via del Lavoro n. 114, relativa al
    progetto “Modifica di un impianto di trasformazione di sottoprodotti di origine animale cat.
    3.”;
  3. di rilasciare il provvedimento di VIA favorevole relativamente all'istanza di cui al punto 2;
  4. di rilasciare l'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi dell'art. 29-sexies del D.lgs. n.
    152/2006, per l'esercizio dell'installazione, per l’attività inpiduata al punto 4.3
    dell’Allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 secondo il progetto presentato in
    sede di istanza VIA-AIA e successive integrazioni.
  5. Di dare atto che:
    a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 27-bis del D.Lgs. n.
    152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque anni
    dalla data del presente atto;
    b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
    integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
    preventiva valutazione;
    c) il presente atto non sostituisce il provvedimento edilizio né costituisce variante allo
    strumento urbanistico comunale.
    e) verranno specificati con successivo provvedimento i limiti, le prescrizioni ed il piano di
    monitoraggio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
  6. di prescrivere che:
    - nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la salute
    degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
    - il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere un
    resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno 2022.
  7. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
    diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
    sensi art. 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
  8. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
    all'albo pretorio on line.

                         INFORMA CHE

Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Servizio Rifiuti – VIA - VAS
della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
Il presente provvedimento viene trasmesso a Sicit Group Spa, ai Comuni di Arzignano e Montorso,
ad ARPAV di Vicenza, a Ulss 8 Berica, al Consorzio di Bonifica APV, ad Acque del Chiampo Spa,
a SNAM RETE GAS Spa, a Terna rete Italia Spa, a E-Distribuzione Spa. - Infrastrutture e Reti


Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
Italia, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Archeologia,
Belle Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l’attuazione dell’intervento.
Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti
norma, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia
Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai sensi
e per gli effetti D.L. 33/2013.




                                       Sottoscritta dal Dirigente
                                         Filippo Squarcina
                                         con firma digitale



Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




ALLEGATI     - parere sicit n.27/2020
         (impronta: 4972DE519B7C07FBFF2431FE7F4751EAE4B1F7A2D0307AF5AB82D454EF4BD09F)




Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005;
sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa.
             PROVINCIA DI VICENZA
                   AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                    SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                        Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
             Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




    VERBALE DEL COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
            DEL 10-12-2020
L'anno 2020, il giorno 10 del mese di dicembre alle ore 16:30 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riu-
nito in modalità teleconferenza, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: SICIT
GROUP SPA: Procedura di Valutazione Impatto Ambientale e contestuale Autorizzazione Integrata Ambien-
tale per modifica di un impianto di trasformazione di sottoprodotti di origine animale cat. 3. Localizzazione:
comune di Arzignano.
All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO             Presidente                Assente

BALDISSERI ANDREA            Vicepresidente               Presente

CORTESI ANGELO              Commissario                Presente

DE MARCHI ROBERTO            Commissario                Presente

MONTANARI RICCARDO            Commissario                Presente

MURARO TERESA              Commissario                Presente

ROSSI STEFANO              Commissario                Presente

SALVIATI STEFANO             Commissario                Presente

SVEGLIADO GIULIA             Commissario                Presente

VALVASSORI RIMSKY            Commissario                Presente

VICENTIN ALBERTO             Commissario                Presente

PRETTO UGO                Commissario                Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 52761 del 10-12-
2020, riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Co-
mitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e
preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime, a mag-
gioranza dei presenti al CTP VIA, il parere sotto riportato.




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                  SICIT GROUP S.P.A.
                       PARERE N. 27/2020

Oggetto: Modifica di un impianto di trasformazione di sottoprodotti di origine animale cat. 3.
PROPONENTE:           SICIT Group spa
SEDE LEGALE:          Via Arzignano n. 80 - Chiampo
SEDE INTERVENTO:        Via del Lavoro n. 114 - Arzignano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianti chimici integrati per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosfo
                ro, azoto, potassio (fertilizzanti semplici o composti).
PROCEDIMENTO:          Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:       ALLEGATO III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - lettera e)
                Impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala
                industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui
                si trovano affiancate varie unita' produttive funzionalmente connesse tra di
                loro: - per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto, potassio
                (fertilizzanti semplici o composti) (progetti non inclusi nell'Allegato II).
COMUNE INTERESSATO:       Montorso Vicentino
DATA DOMANDA:          16, 17 e 31 luglio 2020
DATA PUBBLICAZIONE:       16 settembre 2020
DATA INTEGRAZIONI:       05 novembre 2020

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (SIA)
  - A1  Relazione Tecnica (Riservato)
    Allegati alla Relazione Tecnica:
  -  A1.1 Decreto A.I.A. provvisoria N. 136 del 30/01/2007 rilasciato dalla Regione del Veneto
  -  A1.2 Nota della Regione del Veneto del 14/11/2017 - prot. n. 475328
  -  A1.3 Domanda di riesame A.I.A. per rinnovo presentata alla Provincia di Vicenza
  -  A1.4 Permesso di Costruire relativo all'ampliamento edilizio dello stabilimento
  -  A1.5 Documentazione tecnica sul correttivo calcico prodotto da Sicit
  -  A1.6 Istanza di autorizzazione alle emissioni presentata alla Regione del Veneto per il
    potenziamento del cogeneratore
  -  A1.7 Provvedimento di attribuzione del quantitativo di scarico delle acque reflue nella rete
    fognaria industriale
  -  A1.8 Autorizzazione idraulica del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta
  -  A1.9 Atttestazione Rinnovo Periodico di Conformità Antincendio dello stabilimento e S.C.I.A. ai
    fini della Sicurezza Antincendio
  -  A1.10 Parere favorevole del Comando Provinciale dei VV.F. di Vicenza sul progetto antincendio
  -  A1.11 Planimetria antincendio
  -  A1.12 Rapporti di prova sulle acque meteoriche di seconda pioggia del 23/06/2020
  -  A1.13 Certificazione UNI EN ISO 14'001:2004
  -  A1.14 Certificazione OHSAS 18'001:2007




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-  A2   Relazione generale SIA
  Allegati alla Relazione generale SIA
-  A2.1 Relazione dello studio di compatibilità idraulica redatta dall'ing. Riccardo Sinicato
-  A2.2 Valutazione degli effetti delle immissioni in aria (2008)
-  A2.3 Valutazione previsionale di impatto acustico relativa all'ampliamento dello stabilimento
-  A2.4 Valutazione previsionale di impatto acustico relativa al potenziamento del cogeneratore
-  A2.5 Autorizzazione paesaggistica per l'intervento edilizio di ampliamento
-  A2.6 Attestazione di non necessità della V.Inc.A.
-  A3   Schemi di processo (Riservato)
-  A4   Verifica di assoggettabilità al D.Lgs. N. 105/2015 (Direttiva SEVESO III)
-  A5   Riassunto non tecnico
  Domanda di AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)
  Allegati
-  Scheda A   Informazioni generali
-  Scheda B   Dati e notizie sull'impianto attuale
-  Allegato 31: Verifica dell'obbligo di presentazione della relazione di riferimento
-  Allegato 32: Proposta di posizionamento dei pozzi di monitoraggio della falda
-  Allegato 33: Schede di sicurezza delle materie prime impiegate (in formato .pdf nella
  documentazione digitale allegata)
-  Scheda C   Notizie e dati sull'installazione da autorizzare
-  Scheda D   Applicazione delle BAT ed effetti ambientali della proposta impiantistica
-  Scheda E   Attuazione delle prescrizioni A.I.A. e Piano di Monitoraggio e Controllo
-  Allegato 11: Piano di Monitoraggio e Controllo
  Elaborati grafici (TAV)
-  C1   Elaborati grafici:
-  C1.1  Inquadramento territoriale - Scale: 1 :10˙000 - 1:5˙000 - 1:2˙000
-  C1.2  Planimetria generale - Scala: 1:500
-  C1.3  Strutture edilizie - capannone esistente (Riservato) - Scale: 1:400
-  C1.4  Strutture edilizie - capannone in progetto (Riservato) - Scale: 1:400
-  C1.5  Lay-out dell'impianto con emissioni in atmosfera (Riservato) – Scala: 1:500
-  C1.6  Planimetria scarichi (Riservato) - Scale: 1:2˙000 - 1:500
-  C2   Raccolte cartografiche tematiche:
  Piani territoriali:
-  C2.1  P.T.R.C. - Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (vigente) - Stralci cartografici
  1:700˙000
-  C2.2  P.T.R.C. - Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (adottato) - Stralci cartografici
  1:500˙000 - 1:50˙000
-  C2.3  P.T.C.P. - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza - Stralci cartografici
  1:50˙000
-  C2.4  Piani urbanistici del Comune di Arzignano - Stralci cartografici 1:10˙000
-  C2.5  Piani urbanistici del Comune di Montorso - Stralci cartografici 1:10˙000
-  C3   Documentazione fotografica (Riservato)




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                             PREMESSE
Sicit Group S.p.A. è un’industria chimica specializzata nella realizzazione di prodotti tecnici per l’agricoltura
a base di amminoacidi/peptidi a partire da rifiuti e sottoprodotti provenienti da distretti conciari.
L’azienda è attiva in due stabilimenti situati a Chiampo e ad Arzignano nei quali viene prodotto un idrolizza-
to proteico concentrato a partire rispettivamente da rifiuti di pelle conciata (rasatura e rifili di pelle) e da sot-
toprodotti di origine animale di categoria 3. L’idrolizzato prodotto da entrambi gli stabilimenti viene ulte-
riormente raffinato e lavorato nello stabilimento di Arzignano al fine di ottenere una vasta gamma di pro-
dotti finiti commercializzabili, destinati principalmente al settore agricolo (ammendanti, fertilizzanti, biosti-
molanti, correttivi) e in misura minore a specifici settori tecnici industriali (ritardanti per l’industria del ges -
so).
Sicit Group S.p.A. intende modificare l’impianto produttivo di Arzignano prevedendo l’implementazione di
nuove sezioni impiantistiche ed interventi finalizzati all’ottenimento di prodotti commercializzabili maggior-
mente persificati.
Le nuove implementazioni in progetto sono le seguenti:
• ampliamento del parco cisterne per lo stoccaggio degli idrolizzati proteici concentrati;
• potenziamento dell’impianto di cogenerazione esistente;
• implementazione di un nuovo segmento dedicato al ricevimento, allo stoccaggio e alla pre-idrolisi del pelo
conciario;
• inserimento di una linea di trattamento degli acidi grassi;
• implementazione di un nuovo impianto di essiccamento del prodotto finito identificato come correttivo cal-
cico:
• realizzazione di una linea dedicata alla produzione di prodotti speciali in granuli/tablet costituita da un
nuovo essiccatore granulatore, da un nuovo impianto di pastigliatura e da un nuovo impianto di sferonizza-
zione meccanica / ricopertura dei prodotti in granuli;
• utilizzo di nuove strutture edilizie (già concessionate e in costruzione), per aumentare la capacità di ma-
gazzino dei prodotti finiti oltreché per installare gli impianti della nuova linea dedicata alla produzione dei
prodotti in granuli/tablet;
• installazione di una nuova torre evaporativa asservita alla linea di trattamento del grasso;
• installazione di una nuova cisterna di stoccaggio del perossido di idrogeno.
Restano confermati i processi e le dotazioni impiantistiche in essere e in particolare la potenzialità massima
di trattamento di SOA ex cat. 3 già autorizzata, pari a 700 t/giorno.
                                   ̇
Il sedime dell’azienda si estende per una superficie pari a circa 23 500 mq, di cui una porzione di circa 10 500 ̇
mq risulta coperta; tutte le attività dell’azienda sono svolte in aree coperte; l’area scoperta, impermeabilizza-
ta, quindi a meno delle superfici a verde, è sfruttata principalmente per operazioni di carico e scarico e per la
movimentazione delle merci, nonché per la dislocazione di alcuni depositi.
La ditta intende ampliare il proprio stabilimento produttivo utilizzando allo scopo un nuovo fabbricato indu-
striale di circa 5˙800 mq su un lotto di terreno di proprietà adiacente il lato sud; l’azienda ha già provveduto
a realizzare il muro di recinzione e la fascia di mitigazione paesaggistica lungo la roggia “Fiume Vecchio”, in
conformità a quanto prescritto dalle Norme Tecniche dello strumento urbanistico del Comune di Arzignano;
per tale intervento edilizio è stato già acquisito il relativo Permesso di Costruire in sede comunale e le opere
sono attualmente in fase di realizzazione.
In definitiva gli interventi edilizi previsti sono i seguenti:
• nuovo fabbricato di circa 5˙800 m 2, che verrà in parte utilizzato per l’installazione della nuova linea di pro-
duzione dei prodotti in granuli/tablet e in parte come magazzino dei prodotti finiti;
• nuovo parco cisterne per lo stoccaggio dell’idrolizzato proteico (prodotto sia nello stabilimento stesso sia in
quello di Chiampo);

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• impermeabilizzazione con pavimentazione in c.a. della porzione ampliata dell’area di pertinenza esterna;
• realizzazione della rete di raccolta, collettamento e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento del -
le nuove aree impermeabilizzate e delle opportune opere di mitigazione idraulica (bacino di laminazione).

                         UBICAZIONE
Lo stabilimento occupa un complesso di fabbricati produttivi siti in Via del Lavoro, in prossimità del confine
meridionale della Z.A.I. di Arzignano e dispone di due accessi carrai prospicienti Via del Lavoro sul lato
nord e di un accesso carraio sul lato ovest da Via Quinta Strada
La ditta confina a nord e ad ovest con altre aziende produttive, mentre sui lati est e sud si affaccia sull’aperta
campagna in cui si ritrovano sporadici abitati rurali, i più vicini dei quali si collocano circa 60 m ad est.




                          Ortofoto del sito
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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Arzignano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Arzignano;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.I.) dei Comuni di Montorso Vicentino, Gambellara, Montebello
Vicentino e Zermeghedo;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Montorso Vicentino;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale.
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.):
Tavola 2.1.B del P.T.C.P. (Zona Sud) - Carta della fragilità:
Lo SPA indica il fatto che l’area dell’impianto è interessata dalla “presenza di un metanodotto.“ ma non
indica il fatto che, a confine con la zona ovest e nord-est, sono presenti “Linee elettriche (Art.10) da 50 a 133
Kw”.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI ARZIGNANO
Elaborato 1 del P.A.T. - Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale:
Lo SPA indica il fatto che “In prossimità dei confini ovest e nord della ditta, si riscontra la presenza di un
elettrodotto.“ ma non viene indicata la presenza di “discariche/fasce di rispetto (art. 10)” e di
“idrografia/servitù idraulica (art. 10)”.
Elaborato 3 del P.A.T. - Carta delle fragilità:
Non viene indicato il fatto che buona parte dell’area interessata dall’impianto (sia la parte esistente che quella
in corso di realizzazione) sono all’interno di “Corsi d’acqua/Zone di tutela di 100 m ai sensi dell’art. 41 della
L.R. 11/2004 (art. 10)”.
Elaborato 4 del P.A.T. - Carta delle trasformabilità:
Non viene indicato il fatto che la parte nord-ovest dell’impianto è interessata da una rotatoria indicata come
“infrastutture e attrezzature di maggior rilevanza (art. 40)”.
PIANO DEGLI INTERVENTI (P.I.) DI ARZIGNANO
Non viene indicato il fatto che la parte ovest e nord-est dell’impianto è interessata da “Vincolo tecnologico
elettrodotto”.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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              QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Nello stabilimento di Arzignano vengono trattati sottoprodotti di origine animale (SOA) di categoria 3 prove-
nienti da distretti conciari, costituiti da carniccio (comprensivo di pezzamino, spaccatura e rifili non conciati)
e pelo, per una potenzialità massima di trattamento di 700 tonnellate/giorno. L’attività produttiva viene svol-
ta a ciclo continuo (24 h), su n. 3 turni giornalieri di lavoro distribuiti dal lunedì mattina al sabato mattina. La
sostanza proteica contenuta nei sottoprodotti di partenza viene scissa nelle sue componenti principali (ammi-
noacidi e peptidi) mediante reazioni di idrolisi in ambiente controllato. L’idrolizzato proteico ottenuto viene
quindi impiegato nel medesimo stabilimento come semilavorato per la produzione di fertilizzanti e biostimo-
lanti di alta qualità, certificati a livello internazionale, destinati all’impiego in agricoltura biologica, ovvero di
ulteriori prodotti tecnici per uso industriale. Allo stabilimento di Arzignano viene conferito pure l’idrolizzato
proteico prodotto nello stabilimento di Chiampo.
In questa sezione vengono descritti i processi e gli impianti di trasformazione dei sottoprodotti di origine ani-
male cat. 3 esistenti e in progetto nello stabilimento produttivo di Sicit di Arzignano. Le parti di progetto/am-
pliamento sono indicate nei titoli.
Come già precisato, gli interventi in progetto non modificano la potenzialità dell’impianto di trasformazione,
che rimane inalterata, essendo esclusivamente finalizzati allo sviluppo tecnologico dell’attività, con l’introdu-
zione di nuove unità operative necessarie a garantire l’ottenimento di prodotti conformi alle crescenti e inno -
vative richieste del mercato di riferimento.
Si evidenziano di seguito:
     - ortofoto del sito con delimitazione dell’area di pertinenza (linea rossa)




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- layout del sito con indicazione dei principali percorsi di accesso e viabilità; nel medesimo layout
sono evidenziati in rosso gli edifici di nuova realizzazione;




- layout degli impianti e degli stoccaggi:




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DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
La materia prima (SOA cat. 3)
L’idrolizzato proteico prodotto nello stabilimento di Sicit di Arzignano viene ottenuto dalla trasformazione
di materiali S.O.A. cat. 3 costituiti da:
• carniccio (comprensivo di pezzamino, spaccatura e/o rifili non conciati),
• pelo.
Questi materiali sono sottoprodotti che esitano dalle attività di lavorazione delle pelli provenienti da distretti
conciari, in particolare quello di Arzignano. La potenzialità nominale dell’impianto di produzione/trasforma-
zione di Sicit è pari a 700 tonnellate/giorno e tale rimarrà anche a seguito della realizzazione delle modifiche
in progetto.
Il carniccio è la parte sottocutanea della pelle lavorata in conceria e risulta costituito essenzialmente da colla-
gene, elastina ed ampie zone di tessuto adiposo ricco di lipidi. Questo materiale è costituito mediamente da:
74% di acqua, 12% di grasso, 7% di collagene e 7% di ceneri. Il carniccio fresco appena scarnato dalla pelle
in conceria, raccolto in vasche e/o cisterne (all’interno delle concerie stesse), viene ritirato quotidianamente
da vettori autorizzati ai sensi del Regolamento 142. Il carniccio viene additivato con calce idrata in quantità
sufficiente a contenere eventuali fenomeni di degradazione.
Il pezzamino è un materiale molto simile al carniccio, ma più pregiato sul piano del contenuto proteico. È co -
stituito dalle necessarie rifilature effettuate sulla pelle scarnata non ancora conciata per eliminare bordi lace-
rati, imperfezioni e porzioni rovinate inutilizzabili o indesiderate nel prodotto conciato finale. Il pezzamino è
composto mediamente da: 75% di acqua, 20% di proteine, 2% di grassi e 3% di ceneri.
La spaccatura e i rifili non conciati sono costituiti quasi esclusivamente da materiale proteico (collagene); si
ottengono dalla rifilatura della pelle lavata, già scarnata e preparata per la concia vera e propria; questo ma-
teriale è composto mediamente da: 75% di acqua, 24% di proteina, 0,5% di grassi e 0,5% di ceneri.
Il pelo è sostanzialmente costituito da cheratina. Esso viene separato meccanicamente (mediante grigliatura)
in conceria a valle del processo di calcinaio. Trattasi di un materiale dall’aspetto solido con un contenuto in
sostanza secca di circa il 45% in peso; il contenuto proteico è di circa il 40% in
peso, mentre il 5% è costituito da ceneri.
Ricezione S.O.A. cat. 3 – carniccio e pezzamino (unità A/010)
I materiali S.O.A. cat. 3, ritirati presso le concerie, vengono conferiti allo stabilimento di Arzignano, mediante
vettori di società Terze, autorizzate dall’Autorità sanitaria. I vettori accedono all’impianto di Sicit attraverso il
varco carraio da Via Quinta Strada.
I mezzi vengono sottoposti a pesatura e quindi scaricati con le seguenti modalità:
• il carniccio viene scaricato dal vettore di conferimento direttamente in una delle due vasche in cemento ar-
mato, avente ciascuna una capacità di circa 143 m3;
• nel caso di pezzamino / spaccatura / rifili non conciati, il cassone che contiene il materiale viene depositato
nel corridoio tra le due vasche di raccolta del carniccio; il materiale viene quindi caricato mediante caricatore
a polipo nella tramoggia di carico di un apposito macinatore; il pezzamino macinato viene quindi scaricato a
gravità nelle vasche di raccolta, unendosi al carniccio vero e proprio.
Nel seguito con il termine carniccio senza ulteriore specificazione si intende sia il carniccio propriamente
detto sia la frazione macinata di pezzamino, spaccatura e rifili non conciati.
Ultimate le operazioni di scarico, i mezzi di conferimento vengono lavati dapprima mediante l’utilizzo di
lance a idrogetto e quindi con apposito impianto di lavaggio e disinfezione delle ruote collocato in prossimità
dell’accesso carraio da Via Quinta Strada.
Le vasche di raccolta del carniccio sono separate l’una dall’altra e risultano ubicate all’interno di un apposito
locale. Per permettere lo scarico del materiale da parte degli automezzi, vengono aperte delle saracinesche
posizionate frontalmente alle vasche, mantenute normalmente chiuse per contenere l’eventuale diffusione di
odori all’esterno. Il locale è altresì dotato di un sistema di aspirazione per permettere i necessari ricambi
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d’aria. L’aria aspirata viene convogliata nel collettore generale di aspirazione afferente al combustore termico
rigenerativo.
I due caricatori a polipo fissi installati nell’unità vengono utilizzati per trasferire il carniccio dalle vasche di
raccolta alle vasche di alimentazione (capacità 12 m 3 cadauna); da queste vasche il materiale viene alimentato
mediante una coclea alla successiva sezione di pre-idrolisi (unità A/020).
Ricezione S.O.A. cat. 3 – pelo (unità A/015 - IN PROGETTO)
Si prevede di realizzare una nuova sezione dedicata per il ricevimento e il pretrattamento del pelo conciario.
Si prevede che il conferimento del pelo conciario possa contribuire per circa il 10% della potenzialità massi -
ma dell’impianto produttivo, che rimane di 700 tonnellate/giorno.
Il pelo in ingresso viene direttamente scaricato dal vettore all’interno di due vasche in acciaio inox dotate di
copertura automatizzata. Le vasche sono dotate di una saracinesca frontale mantenuta normalmente chiusa
per contenere eventuali emissioni odorigene. Il locale è mantenuto in depressione da un sistema di aspirazio-
ne al fine di garantire i necessari ricambi d’aria. L’aria aspirata viene convogliata nel collettore generale di
aspirazione afferente al combustore termico rigenerativo.
Un sistema di coclee raccordato al fondo delle vasche provvede ad alimentare due reattori batch, ciascuno
avente una capacità di 12 m3. Il pelo viene dosato automaticamente mediante un opportuno sistema di
pesata, quindi viene aggiunta torbida acida di riciclo proveniente dalla sezione di alimentazione centrifughe,
che, grazie all’azione combinata di temperatura (circa 90 °C) e del pH acido (circa 5), promuove l’iniziale
idrolisi del pelo. All’interno di ciascun reattore è installato un apposito macinatore che riduce il materiale in-
disciolto a idonea pezzatura formando una sospensione omogenea.
La sospensione proteica ottenuta viene raccolta in un serbatoio agitato, avente funzione di stoccaggio inter-
medio. La sospensione proteica viene quindi rilanciata alla successiva sezione di idrolisi alcalina (unità A/
045).
I reattori di preidrolisi ed il serbatoio di stoccaggio intermedio sono presidiati da aspirazione; il flusso d’aria
aspirato viene preliminarmente trattato negli abbattitori dell’idrogeno solforato e successivamente convoglia-
to al post-combustore per l’eliminazione degli odori prima della sua emissione in atmosfera.
Preidrolisi e macinazione carniccio (unità A/20)
Il carniccio proveniente dal reparto A/010 viene alimentato, mediante un sistema di coclee, a n. 4 reattori di
preidrolisi, realizzati in acciaio inox. Ogni reattore è munito di un agitatore ad ancora e di un macinatore in-
terno che omogeneizza e disgrega completamente la massa caricata. Il materiale viene riscaldato alla tempe-
ratura di circa 60 – 70 °C e addizionato di acqua di recupero, mentre l’azione combinata di macinatore e agi-
tatore provvede alla completa omogeneizzazione della massa. Al termine dell’operazione, la massa
nel reattore si presenta come una sospensione estremamente liquida che non gelifica più. Questa sospensione
viene avviata al successivo reparto (unità A/030) per la separazione della pasta grassa. In caso di anomalia/
manutenzione dell’unità A/030, la sospensione viene by-passata direttamente al trattamento di
idrolisi acida (unità A/040).
I quattro reattori sono presidiati da aspirazione tramite un proprio ventilatore ed i flussi d’aria aspirati ven-
gono convogliati nel collettore generale afferente all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Separazione pasta grassa (unità A/030)
La torbida basica proveniente dalla unità A/020 viene trattata in opportune vasche di sedimentazione (anche
dette vasche scolmatrici) dove i brodi vengono separati dalla cosidetta “pasta grassa” che si forma in ambien-
te alcalino per legame tra grasso e calcio; di fatto, queste vasche sono dei separatori statici che permettono la
separazione tra fasi di persa densità.
La pasta grassa separata dalle vasche viene raccolta in un serbatoio agitato mentre la torbida sgrassata viene
convogliata tramite pompe peristaltiche in un’ulteriore vasca di sedimentazione. Dal serbatoio la pasta gras-
sa viene trasferita tramite pompa rotativa all’interno di una vasca di sedimentazione per un’ulteriore separa-
zione di affinamento. La torbida sgrassata in questa vasca viene convogliata nella vasca di sedimentazione fi-
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nale mentre la pasta grassa viene raccolta in un serbatoio agitato.
Nei serbatoi sopra citati la pasta grassa viene pulita e raffinata mediante l’utilizzo di bisolfito di sodio. Suc -
cessivamente la pasta grassa viene inviata ai reattori smaltati dell’unità A/040 (idrolisi acida).
La torbida sgrassata finale, proveniente dalla vasca di sedimentazione finale, viene trasferita ad ulteriori
reattori smaltati dell’unità A/040 (idrolisi acida).
Gli sfiati di processo provenienti dalle vasche di sedimentazione, caratterizzati da presenza di sostanze orga-
niche odorigene, vengono aspirati da un ventilatore dedicato e convogliati al collettore generale afferente
all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Gli sfiati di processo provenienti dai serbatoi agitati sono invece presidiati da impianto di aspirazione affe -
rente all’unità di pre-abbattimento dell’idrogeno solforato; a valle di tale unità i flussi pre-trattati vengono
convogliati all’impianto di combustione termico rigenerativo prima dell’emissione all’atmosfera.
Idrolisi acida (unità A/040)
In questo reparto sono presenti cinque reattori batch del volume di 38 m 3 cad., costruiti in acciaio al carbonio
e internamente vetrificati per poter operare a pH acido. Sono inoltre dotati di agitatore a pale, di sistema di
riscaldamento con vapore mediante semitubo esterno e di un pH-metro per la misura discontinua del pH
della massa in sospensione. La pasta grassa proveniente dall’unità A/030 viene alimentata in tre reattori men-
tre la torbida sgrassata alimenta i rimanenti due. I reattori di idrolisi della torbida vengono utilizzati per
l’intero volume disponibile mentre quelli adibiti all’idrolisi della pasta grassa vengono caricati solo fino al
raggiungimento di un volume predefinito.
L’idrolisi acida è un trattamento finalizzato all’idrolisi della proteina mediante catalisi acida, che viene con-
dotto riscaldando i reattori a temperatura superiore a 80 °C e aggiungendo acido solforico al 40÷50% alla so -
spensione. Nel processo si completa anche lo sviluppo dell’idrogeno solforato formatosi per effetto dell’acidi-
ficazione della massa, in quanto il carniccio, provenendo dalla fase di calcinaio in conceria, è ricco di ioni sol -
furo utilizzati per la depilazione delle pelli. L’idrogeno solforato sviluppato è aspirato e trattato nell’impian-
to di abbattimento dedicato.
Al termine del trattamento nei reattori, la torbida acida desolforata viene trasferita nel serbatoio di stoccaggio
intermedio in vetroresina per essere disponibile nella successiva fase di risospensione della pasta grassa nei
reattori. La sospensione acida di pasta grassa e torbida viene trasferita dai reattori smaltati dell’unità A/040
ai reattori smaltati dell’unità A/065.
In caso di manutenzione dell’unità A/030, la torbida basica proveniente dall’unità A/020 può essere diretta-
mente caricata nei reattori dell’unità A/040 senza previa separazione della pasta grassa.
Stoccaggio intermedio torbida acida (unità A/065)
In questo reparto sono presenti quattro reattori/serbatoi con funzionamento batch, costruiti in acciaio al car-
bonio e internamente vetrificati per poter operare a pH acido, ciascuno dei quali ha un volume di circa 35 m 3.
I reattori sono inoltre dotati di agitatore a pale, di sistema di riscaldamento con vapore mediante semitubo
esterno e di un pH-metro per la misura discontinua del pH della massa. Nei reattori sono previste linee di
adduzione di acidi (acido solforico, acido nitrico, altri acidi specifici) e di latte di calce.
Questo reparto viene utilizzato:
• per lo stoccaggio “polmone” intermedio della sospensione acida a valle dell’unità A/040 ed a monte
dell’unità A/041;
• per la preparazione di speciali prodotti “acidificati” commercializzati da Sicit Group S.p.A..
La miscela di torbida acida e pasta grassa (sospensione acida) proveniente dall’unità A/040 viene stoccata in
tre serbatoi dai quali viene successivamente trasferita alla centrifugazione nell’unità A/041. Prima del trasfe -
rimento la torbida può essere condizionata con latte di calce per ottimizzare l’operazione di centrifugazione.
Il quarto reattore viene invece utilizzato per la preparazione di prodotti “acidificati”.
Lo sfiato dei reattori è raccordato al collettore di aspirazione afferente all’unità di pre-abbattimento acido sol-
fidrico; in uscita da tale unità i flussi d’aria pre-trattati sono convogliati nel collettore generale afferente
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all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Gli sfiati delle valvole di sicurezza dei reattori sono collettati in modo indipendente alla colonna di abbatti-
mento tributaria del camino CM-07.
Centrifugazione della torbida acida (unità A/041)
La sospensione acida, proveniente dai tre reattori dell’unità A/065, attraversa un sistema di grigliatura al fine
di rimuovere eventuali corpi estranei. Dopo la grigliatura, la sospensione viene raccolta in un serbatoio vetri-
ficato da 10 m3 dotato di agitatore per poi essere alimentata in continuo tramite pompe monovite ad una cop-
pia di centrifughe. Le centrifughe (“tricanter”) permettono la contemporanea separazione di tre fasi:
• la soluzione acquosa proteica a pH acido;
• una fase solida (fango), contenente i solidi presenti nella torbida in alimentazione e principalmente compo-
sti da solfato di calcio;
• il grasso animale.
La soluzione acquosa proteica a pH acido ed il materiale solido sono riuniti in un serbatoio, riformando una
torbida acida che viene avviata ai trattamenti successivi. Una parte della torbida viene ricircolata all’unità A/
015 per la preidrolisi/sospensione del pelo conciario.
Il grasso caldo (a temperatura superiore ai 60 °C e quindi completamente fuso) viene raccolto in un serbatoio
ed inviato alla successiva unità A/042 (stoccaggio grasso).
Gli sfiati del grigliatore, delle centrifughe e dei serbatoi sono presidiati da aspirazione afferente all’unità di
pre-abbattimento idrogeno solforato. In uscita da tale unità i flussi pre-trattati vengono convogliati nel col-
lettore generale afferente all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Stoccaggio del grasso (unità A/042)
Il grasso separato nelle centrifughe “tricanter” viene stoccato in un serbatoio smaltato e filtrato mediante spe-
ciali filtri autopulenti installati in serie (a maglia metallica da 0,5 mm e 0,05 mm), per rimuovere le eventuali
impurità insolubili, come richiesto dal Regolamento UE 142/11 (impurità insolubili al massimo pari al 0,15%
in peso). Gli eventuali solidi trattenuti vengono ricircolati nelle vasche di raccolta del carniccio a monte del
processo produttivo (unità A/010).
Il grasso filtrato viene stoccato in n. 6 cisterne di stoccaggio mantenute in temperatura (circa 60 °C) tramite
circuiti di riscaldamento indiretto con vapore.
Lo sfiato del serbatoio smaltato è collegato al collettore di aspirazione dell’unità pre-abbattimento idrogeno
solforato, con uscita raccordata al collettore generale afferente all’impianto di combustione termico rigenera-
tivo.
Il grasso stoccato può essere direttamente commercializzato come tale oppure essere ulteriormente trattato in
una nuova sezione di esterificazione in progetto (unità A/120). Il grasso esterificato proveniente dall’unità A/
120 viene quindi anch’esso stoccato nelle cisterne dell’unità A/042 per poi essere successivamente commercia-
lizzato.
Esterificazione acidi grassi liberi (unità A/120 - IN PROGETTO)
Si prevede di realizzare una nuova sezione di esterificazione degli acidi grassi liberi, al fine di migliorare le
caratteristiche di prodotto del grasso separato dalle centrifughe tricanter della sezione A/041 e ottenere un
prodotto maggiormente pregiato da commercializzare.
La nuova unità sarà costituita da due reattori verticali in acciaio inox, aventi ciascuno un volume utile di cir-
ca 35 m3, dotati di agitatore e semitubo esterno di riscaldamento. I reattori sono strutturati per poter operare
sottovuoto e alla temperatura di processo di 250 °C.
I reattori operano in modalità batch, secondo cicli che prevedono le seguenti fasi sequenziali:
• carico del grasso, premiscelato con glicerolo;
• riscaldamento con successivo mantenimento in temperatura sotto agitazione per una durata di ca. 8 ore;
• prelievo campione con esecuzione analisi chimica per certificazione / controllo qualità;
• scarico del grasso “caldo” in un serbatoio polmone;
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• recupero termico con trasferimento di calore dal grasso “caldo” al grasso “freddo” in alimentazione ai
reattori.
L’impianto è inoltre corredato di:
• gruppo vuoto;
• gruppo chiller;
• stazione di stoccaggio dell’azoto liquido;
• unità “degumming”;
• unità di decolorazione del grasso;
• unità di filtrazione finale.
La reazione di esterificazione dei grassi acidi liberi viene condotta in leggera depressione ottenuta tramite
gruppo a vuoto. I reattori sono flussati con atmosfera inerte (azoto). I gas, aspirati dalla pompa da vuoto,
vengono convogliati nel collettore afferente al combustore rigenerativo per l’ossidazione termica delle even-
tuali sostanze organiche odorigene presenti.
Neutralizzazione torbida acida (unità A/045)
La torbida acida proveniente dall’unità A/041 (centrifugazione torbida acida) e dall’unità A/015 (ricevimento
e preidrolisi pelo conciario) viene raccolta in due serbatoi agitati da 30 m3 cadauno, costruiti in acciaio inox.
Mediante l’aggiunta di latte di calce al 20-25%, viene corretto il pH della torbida fino a un valore superiore a
11, conformemente a quanto prescritto dal Regolamento 142/11 per la produzione di proteine idrolizzate.
Gli sfiati dei due serbatoi sono convogliati nel collettore generale afferente all’impianto di combustione ter-
mico rigenerativo.
Trattamento termico in pressione (unità A/060)
La sospensione alcalina proveniente dai serbatoi di neutralizzazione viene trasferita in n. 6 reattori da 44 m 3
cadauno, muniti di sistema di agitazione e di semitubo esterno per il riscaldamento/raffreddamento. In que-
sti reattori si eseguono i trattamenti termici e di sterilizzazione obbligatori per la produzione di proteine
idrolizzate, così come prescritto dal Regolamento 142/11 punto a) dell’allegato X, capo II, sezione 5, capitolo
D (“esposizione di materiale ad un pH >11 per più di 3 ore ad una temperatura superiore a 80 °C e seguito
da un trattamento termico ad una temperatura di oltre 140 °C per 30 minuti e ad una pressione superiore a
3,6 barg”). La temperatura e la pressione sono controllate con strumentazioni che riportano i valori misurati
al sistema DCS, oltre che su indicatori visivi locali. Gli operatori di reparto compilano regolarmente apposite
schede di lavorazione, mantenendo così anche un controllo manuale delle operazioni di sterilizzazione, che
rappresentano il punto più critico e delicato del processo di trasformazione. Il ciclo termico di ogni reattore
dura mediamente dalle 6 alle 8 ore; i lunghi tempi di permanenza e lavorazione sono essenziali per garantire
un livello qualitativo adeguato nonché la perfetta sterilizzazione dell’idrolizzato proteico prodotto. Al termi-
ne del trattamento, la massa viene trasferita nei serbatoi di stoccaggio intermedi dell’unità A/066, a monte
delle successive unità di filtrazione A/070 o A/071.
Gli sfiati dei reattori sono convogliati nel collettore afferente all’impianto di pre-abbattimento ammoniaca / di
emergenza), a valle della quale confluiscono nel collettore generale di adduzione all’impianto di combustione
termico rigenerativo prima dell’emissione all’atmosfera.
Gli sfiati delle valvole di sicurezza dei reattori sono collettati alla colonna di abbattimento tributaria del cami-
no CM-07.
Stoccaggio intermedio torbida alcalina (unità A/066)
In questo reparto sono presenti n. 3 serbatoi in acciaio inox da 45 m 3 cadauno, aventi sostanzialmente le se-
guenti funzioni:
• stoccaggio intermedio della torbida sterilizzata proveniente dall’unità A/060,
• ricircoli di slurry e/o torbide provenienti dalle successive unità di filtrazione,
• correzione di pH tramite aggiunte di latte di calce al 20÷25%.
La torbida sterilizzata viene quindi avviata al successivo trattamento che può essere condotto alternativa-
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mente nell’unità A/070 (filtri rotativi sotto vuoto) o nell’unità A/071 (centrifughe).
Gli sfiati dei serbatoi sono collegati al collettore di aspirazione dell’unità di pre-abbattimento ammoniaca / di
emergenza, a valle della quale confluiscono nel collettore generale di adduzione all’impianto di combustione
termico rigenerativo.
Filtrazione e spremitura con filtri rotativi sotto vuoto (unità A/070)
In questa unità sono presenti tre filtri rotativi sottovuoto:
• F-070/03 - filtro rotativo sottovuoto primario, avente una superficie di 60 m2,
• F-070/01 e F-070/02 - filtri rotativi sottovuoto secondari, con spremitura meccanica del panello, aventi una
superficie di 14 m2/cadauno.
Dal serbatoio di accumulo intermedio la torbida sterilizzata viene pompata al filtro rotativo sottovuoto pri -
mario per la separazione del materiale solido, principalmente costituito da solfato di calcio formatosi per rea-
zione fra l’acido solforico e l’idrossido di calcio precedentemente aggiunti.
Il panello di filtrazione così ottenuto, denominato “correttivo calcico”, subisce quindi lo stesso processo per la
produzione delle proteine idrolizzate in conformità al Regolamento UE 142/2011. Il prodotto organico conte-
nuto nel correttivo calcico è infatti lo stesso che viene prodotto alla fine del processo di concentrazione delle
proteine idrolizzate e qualificabile pertanto come fertilizzante organico. Per questo motivo la natura del cor-
rettivo calcico risulta molto persa da quella di fertilizzanti ottenuti da matrici quali rifiuti o fanghi biologici,
identificati generalmente col nome di “gesso di defecazione”, qualifica adottata in precedenza anche per il
correttivo calcico in parola.
Il panello di filtrazione viene raccolto da un nastro trasportatore e avviato allo stoccaggio. Questo materiale è
indirizzato al settore agricolo come correttivo calcico, ai sensi del D.Lgs. 75/10 sui fertilizzanti. Il prodotto
viene caricato direttamente sui vettori di trasporto con cassone copribile e commercializzato sfuso.
Qualora risulti necessario ridurre ulteriormente l’umidità residua nel panello di filtrazione, quest’ultimo vie-
ne raccolto in un serbatoio omogeneizzatore e riportato in sospensione con quota parte di torbida sterilizzata
proveniente dall’unità A/060 in modo di avere una concentrazione di solidi superiore al 20%; la sospensione
così preparata è quindi inviata in un serbatoio di accumulo intermedio dell’unità A/060, da cui viene a sua
volta rilanciata ai filtri rotativi sottovuoto secondari, dotati di spremitura meccanica del panello, dai quali si
ottiene un solido con un contenuto di umidità residua pari a circa il 50-60 %.
I brodi filtrati vengono pompati ai serbatoi di accumulo intermedi, per poi essere avviati al processo di raffi -
nazione; ciascun filtro è presidiato da una cappa di aspirazione collegata al collettore generale di aspirazione
e convogliamento all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Le pompe da vuoto ad anello liquido sono collegate ad apposito ventilatore con mandata all’unità di pre-
abbattimento ammoniaca / di emergenza, a valle della quale il flusso d’aria viene convogliato al collettore ge-
nerale dell’impianto di combustione termico rigenerativo.
Filtrazione con centrifughe / decanter (unità A/071)
In alternativa all’unità A/070, i brodi proteici possono essere trattati nell’unità A/071, costituita da due centri-
fughe “decanter” che permettono la contemporanea separazione di due fasi:
• quella solida, costituita da “correttivo calcico” avente un contenuto di umidità residua pari a circa il 50-
60%;
• quella liquida, costituita dalla soluzione acquosa proteica “filtrata”.
Dal serbatoio di accumulo intermedio la torbida sterilizzata viene pompata alle centrifughe, per la separazio -
ne del materiale solido, principalmente costituito da solfato di calcio formatosi per reazione fra l’acido solfo -
rico e l’idrossido di calcio precedentemente aggiunti. Il materiale solido così ottenuto, denominato “corretti-
vo calcico”, ha le medesime caratteristiche e funzioni di quello ottenuto nell’unità A/070 e può quindi essere
anch’esso commercializzato sfuso per l’impiego agricolo.
I brodi filtrati provenienti dalle centrifughe vengono scaricati dapprima, rispettivamente, in due serbatoi e
successivamente pompati in due serbatoi di accumulo intermedi, dai quali la soluzione acquosa di proteine
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idrolizzate (anche identificate come “brodi”) passa al processo di raffinazione, eseguito in maniera disconti-
nua.
Gli sfiati dei serbatoi e del nastro trasportatore sono collegati al collettore di aspirazione afferente all’unità di
pre-abbattimento ammoniaca/emergenza, a valle della quale sono convogliati all’impianto di combustione
termico rigenerativo.
Stoccaggio correttivo calcico (unità A/075)
Il correttivo calcico, caratterizzato da un’umidità residua compresa fra il 50% ed il 60% in peso, viene tra-
sportato mediante nastri e redler al silos di stoccaggio dedicato. Il deposito del correttivo calcico si trova su
una struttura metallica dalla quale è possibile effettuare il carico diretto degli automezzi che trasportano il
prodotto agli utilizzatori agricoli.
L’unità prevede inoltre la possibilità di scarico del correttivo calcico anche in un locale semichiuso ubicato al
piano inferiore dei filtri e avente la funzione di area di deposito allo stato sfuso del correttivo calcico, da cui il
correttivo calcico stesso viene caricato sul vettore di trasporto tramite benna.
Il prodotto finito è approvato ai sensi del D.Lgs. 75 del 29 aprile 2010 e inserito nell’elenco dei correttivi calci -
ci e magnesiaci (al punto n. 21 dell’Allegato 3, sezione 2.1).
Impianto di essiccamento correttivo calcico (unità A/076 - IN PROGETTO)
Al fine di migliorare la pezzatura granulare e ridurre il contenuto di umidità del correttivo calcico da com -
mercializzare, nonché per poter additivare eventuali componenti specifici e ottenere un prodotto di qualità
superiore, si prevede di realizzare un nuovo impianto di essiccamento del proprio correttivo calcico del tipo
a riscaldamento indiretto sotto vuoto in assenza di aria, garantita dal flussaggio delle tenute con azoto.
Il correttivo calcico ottenuto dalla filtrazione dei brodi viene alimentato ad un miscelatore a coclea, nel quale
è possibile dosare degli additivi specifici per agricoltura. Il dosaggio di additivi è controllato in modo ponde-
rale tramite il rapportatore RW interfacciato con il rilevatore-trasmettitore di peso WT.
In uscita dal miscelatore, il correttivo calcico “additivato” viene alimentato nel corpo di un essiccatore oriz-
zontale sottovuoto con meccanismo di avanzamento e movimentazione del materiale costituito da n° 2 alberi
affiancati dotati di pale controrotanti.
Il trasferimento di calore viene realizzato per scambio termico indiretto con vapore a bassa pressione (0,5
barg) alimentato nella camicia esterna dell’essiccatore e negli alberi cavi. La particolare conformazione degli
alberi garantisce il riscaldamento anche delle pale su di essi innestate; in questo modo si ha un significativo
aumento della superficie di scambio termico della macchina riducendo al minimo le dimensioni complessive
del corpo essiccatore.
All’interno dell’essiccatore il materiale viene progressivamente miscelato e asciugato uniformemente. Il va-
pore acqueo liberatosi viene estratto tramite l’aspirazione di una pompa da vuoto del tipo ad anello liquido
ed entra in un condensatore dove si raffredda e condensa per scambio diretto con la soluzione di abbattimen-
to (acqua industriale) in ricircolo. In questo modo si realizza anche l’abbattimento di eventuale particolato di
correttivo calcico potenzialmente trascinato dal vapore acqueo estratto. La soluzione di abbattimento viene
rinnovata tramite spurgo in continuo che viene scaricato nella rete fognaria industriale dello stabilimento.
Gli incondensabili e l’azoto di flussaggio delle tenute del corpo essiccatore presenti nella portata di aria di
mandata della pompa da vuoto vengono inviati al postcombustore termico rigenerativo.
Serbatoi di stoccaggio dei brodi filtrati (unità A/072)
I brodi filtrati provenienti dalle unità A/070 e A/071 vengono trasferiti in n. 2 serbatoi intermedi in acciaio
inox. La soluzione acquosa di proteine idrolizzate viene quindi avviata al processo di raffinazione (unità A/
080), che viene eseguito in maniera discontinua.
Gli sfiati dei due serbatoi sono collegati al collettore di aspirazione dell’unità di pre-abbattimento ammoniaca
/ di emergenza, a valle della quale vengono convogliati all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Raffinazione brodi con bicarbonato di ammonio (unità A/080)
Il processo di raffinazione dei brodi viene effettuato in maniera discontinua all’interno di due reattori in ac-
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ciaio inox, aventi ciascuno un volume di 40 m3, dotati di sistema di agitazione.
All’interno dei reattori, alla soluzione di idrolizzato proteico viene aggiunta una sospensione di bicarbonato
ammonico o di altri sali, in modo da precipitare come carbonato di calcio lo ione calcio disciolto ed abbassare
il pH della soluzione entro l’intervallo 8,5-10. Le aggiunte di bicarbonato ammonico o di altri sali vengono
determinate sulla base del contenuto di calcio presente nella soluzione da trattare.
Il processo di raffinazione può essere condotto alternativamente tramite preliminare diminuzione del valore
di pH per mezzo di CO2 e con successivo completamento della reazione di precipitazione del carbonato di
calcio con aggiunta di bicarbonato di ammonio. Questo procedimento permette di utilizzare un minor quan-
titativo di bicarbonato di ammonio e nel contempo ridurre le emissioni di ammoniaca dovute alla reazione
chimica del bicarbonato stesso.
La torbida in uscita dai reattori viene trasferita nei due serbatoi polmone. Gli sfiati dei due reattori vengono
pre-trattati in uno scrubber che, tramite una ricircolazione di acqua a perdere, opera un abbattimento di
eventuali trascinamenti di schiume; i gas in uscita dallo scrubber sono convogliati al collettore di aspirazione
dell’unità di pre-abbattimento ammoniaca / di emergenza e infine nell’impianto di combustione termico rige-
nerativo
Stoccaggio intermedio dei brodi raffinati (unità A/078)
I brodi raffinati provenienti dall’unità A/080 vengono trasferiti in n. 2 serbatoi intermedi in acciaio inox. La
soluzione acquosa di proteine idrolizzate viene quindi avviata al processo di decantazione e filtrazione del
carbonato di calcio (CaCO3), effettuato nell’unità A/068.
Gli sfiati dei due serbatoi vengono pre-trattati nello scrubber di cui al paragrafo precedente.
Decantazione brodi e filtrazione carbonato di calcio (unità A/068)
I brodi provenienti dai serbatoi di stoccaggio intermedi dell’unità A/078 vengono alimentati in un decantato-
re in acciaio inox con fondo conico sostenuto da una gonna in cemento armato fuori terra.
Nel decantatore il carbonato di calcio precipita nel cono inferiore, ispessendosi fino al 30-40% di sostanza
secca, mentre il chiarificato viene sfiorato in un serbatoio intermedio.
L’ispessito, tramite due pompe monovite (una di scorta all’altra), può essere in alternativa:
• ricircolato in testa alla filtrazione (unità A/066, A/070, A/071) e qui separato assieme al correttivo calcico di
cui rappresenta una componente aggiuntiva;
• inviato in una coppia di filtri a candela in pressione, operanti in parallelo, uno in fase di filtrazione e l’altro
in fase di scarico del carbonato di calcio; il carbonato di calcio si raccoglie in una tramoggia per il successivo
caricamento in big bag, al fine dell’utilizzo in agricoltura come correttivo calcico, mentre i brodi filtrati ven-
gono inviati al serbatoio intermedio.
Dal suddetto serbatoio intermedio, la soluzione limpida acquosa di idrolizzato proteico viene inviata ai ser-
batoi di accumulo per l’alimentazione dell’impianto di concentrazione.
Gli sfiati del decantatore e del serbatoio intermedio vengono pre-trattati nello scrubber di cui ai paragrafi
precedenti.
Accumulo brodi al concentratore (unità A/087)
La soluzione limpida acquosa di idrolizzato proteico proveniente dal serbatoio intermedio di cui al paragrafo
precedente viene trasferita nei quattro serbatoi di stoccaggio intermedio, costruiti in acciaio inox ed aventi
una capacità di circa 80 m3 cadauno, dai quali si alimentano i concentratori unità A/090 e unità A/091.
Gli sfiati dei serbatoi sono collegati al collettore di aspirazione dell’unità di pre-abbattimento ammoniaca / di
emergenza, a valle della quale vengono convogliati nel collettore generale di aspirazione dell’impianto di
combustione termico rigenerativo.
Concentrazione dell’idrolizzato proteico (unità A/090-091)
La soluzione proteica ottenuta e chiarificata nei reparti trattati nei paragrafi precedenti viene trattata in due
linee di concentrazione costituite sostanzialmente da una coppia di evaporatori a film cadente operanti in pa-
rallelo.
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In ingresso a ciascuna linea, la soluzione proteica viene preriscaldata con recuperi termici indiretti e successi-
vamente può subire un’ulteriore sterilizzazione con immissione diretta di vapore, portando la massa a una
temperatura compresa fra 115 e 135°C per 20 secondi, in modo da eliminare ogni eventuale carica batterica
residua.
Successivamente la soluzione viene trattata in 5 corpi evaporatori in serie, ciascuno dei quali è costituito da
un evaporatore del tipo a film cadente sotto vuoto che utilizza vapore a 8 barg come vettore termico ed un
gruppo vuoto con pompa ad anello liquido per depressurizzare l’impianto.
All’uscita da ogni linea di concentrazione si ottiene un concentrato di idrolizzato proteico al 60-70% di so -
stanza secca, completamente limpido e totalmente solubile in acqua (con un aspetto simile al miele) che viene
stoccato nel parco cisterne dedicato di cui all’unità A/095.
Entrambe le linee di concentrazione hanno una capacità nominale di evaporazione fino a ca. 20 t/h di acqua.
La produzione giornaliera media di idrolizzato proteico concentrato di Sicit è pari a circa 35-40 tonnellate
(alla capacità di progetto è pari a circa 90 tonnellate). Il prodotto è mediamente caratterizzato da un pH neu-
tro (6,5-7,5), una densità di circa 1,27 kg/litro, un contenuto di acqua pari a circa il 30-40% mentre la parte re-
stante risulta costituita da sostanza proteica idrolizzata e sali.
L’acqua evaporata e condensata nell’impianto ha un contenuto residuo di ammoniaca disciolta. Le acque
prodotte sono in parte riutilizzate nel ciclo produttivo. Si precisa che le acque prodotte possono subire un
trattamento di stripping dell’ammoniaca in apposita colonna prima di essere recuperate per il riutilizzo nel
processo produttivo; il trattamento nella colonna di stripping raramente si rende necessario in quanto il resi-
duo ammoniacale mediamente presente nelle acque di condensa risulta compatibile con il loro
riutilizzo in fabbrica. L’eventuale aria di strippaggio viene convogliata all’unità di pre-abbattimento ammo-
niaca / di emergenza e infine all’impianto di combustione termico rigenerativo.
Le linee di concentrazione sono lavate settimanalmente, a fine lavorazione e ad ogni cambio di campagna
produttiva, con soluzioni di acido nitrico diluito e con acqua calda. Le cisterne di stoccaggio dei prodotti fini-
ti vengono lavate anche con soluzioni di detergente ad ogni svuotamento completo.
Lo sfiato dei gruppi vuoto è collegato al collettore di aspirazione dell’unità di pre-abbattimento ammoniaca /
di emergenza; gli sfiati pretrattati vengono quindi convogliati all’impianto di combustione termico rigenera-
tivo.
Stoccaggio idrolizzato proteico concentrato (unità A/095 – AMPLIAMENTO IN PROGETTO)
Le soluzioni concentrate di idrolizzato proteico prodotto da S.O.A. cat. 3 nello stabilimento stesso e le solu-
zioni concentrate di idrolizzato proteico prodotto dal recupero della rasatura nello stabilimento di Chiampo
sono immagazzinate nel parco cisterne dello stabilimento (unità A/095).
Le cisterne sono costruite in acciaio inox o in vetroresina e sono corredate di strumenti per il controllo di li-
vello. Il prodotto concentrato (idrolizzato proteico) stoccato può essere direttamente venduto nel settore agri-
colo (trasferimento del concentrato nel reparto magazzino per confezionamento in fusti, in cisternette o di -
rettamente caricato in autobotte) oppure può essere miscelato / ulteriormente trattato al fine di produrre pro-
dotti speciali ad uso agricolo e industriale. Le cisterne vengono disinfettate ad ogni svuotamento totale.
I prodotti finiti liquidi sono commercializzati sfusi in autobotte oppure confezionati in cisternette di capacità
1 m3, in fusti da 120 o da 240 litri. I prodotti solidi sono commercializzati in sacchi.
Nel parco stoccaggio della ditta sono attualmente presenti n. 44 cisterne. L’ampliamento prevede la realizza -
zione di ulteriori n. 26 cisterne.
La capacità totale di stoccaggio, nello stato di progetto, sarà pari a (6.240+3.200) = 9.440 m3.
Preparazione prodotti tecnici in polvere (unità A/097-160-162-165)
Come già detto al paragrafo precedente, l’idrolizzato proteico concentrato stoccato nelle unità A/095 può es-
sere ulteriormente lavorato in linee dedicate per la fabbricazione di prodotti tecnici speciali.
La linea di fabbricazione di prodotti tecnici in polvere è costituita dai seguenti reparti/unità:
• unità A/097 – preparazione/miscelazione con additivi,
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• unità A/160 – essiccatore/atomizzatore dell’idrolizzato,
• unità A/162 – compattatrice polveri,
• unità A/165 – insaccatrice polveri.
L’idrolizzato proteico concentrato proveniente dalle cisterne dell’unità A/095 viene trasferito in un reattore
miscelatore, costruito in acciaio inox e dotato di semitubi esterni di riscaldamento con vapore. Nel reattore,
funzionante a batch, vengono aggiunti additivi per le specifiche formulazioni.
Al termine del batch il prodotto viene trasferito nei serbatoi inox (a fondo riscaldato con vapore) per essere
successivamente alimentato all’unità di atomizzazione.
Lo sfiato del reattore si innesta nel collettore generale di aspirazione delle unità di preparazione dei prodotti
speciali afferente allo scrubber di lavaggio Au-“multipurpose”, tributario del camino CM-13.
L’unità di atomizzazione, costituita da un impianto di essiccamento tipo spray-drier prodotto dalla società
NIRO, serve a ridurre in polvere l’idrolizzato proteico. Più precisamente, dal serbatoio agitato inox, l’idroliz -
zato proteico viene alimentato nella turbina con la quale, tramite contatto con l’aria esterna preriscaldata in
un bruciatore a fiamma diretta a gas metano, si ottiene la evaporazione dell’acqua e la formazione di idroliz-
zato proteico in fase polverulenta. La fase polverulenta si raccoglie nella parte inferiore del ciclone principa -
le, da cui viene pneumaticamente convogliata al ciclone separatore per essere scaricata e raccolta nel serbato-
io a tramoggia. L’aria calda di essiccamento viene estratta in posizione mediana del ciclone principale, depol-
verata in un altro ciclone e, infine, tramite il ventilatore, inviata all’impianto di trattamento finale tributario
del camino CM-06.
Il corpo esterno della turbina viene raffreddato tramite scambio indiretto con una portata di aria aspirata da
ventilatore e direttamente espulsa calda in atmosfera.
L’impianto di essiccamento è in grado di evaporare fino a 1˙000 kg/h di acqua.
Il prodotto in polvere prodotto della unità A/160 (NIRO), scaricato dal ciclone separatore nel serbatoio tra -
moggia, attraverso una valvola deviatrice a tre vie, viene trasferito in alternativa:
• direttamente in big-bag e destinato alla vendita;
• all’impianto di compattazione polveri (unità A/162);
• alla macchina automatica insaccatrice (unità A/165) per il confezionamento del prodotto finito in sacchi.
Nella linea di compattazione (unità A/162), i prodotti finiti in polvere vengono eventualmente miscelati con
ulteriori additivi, quindi trasferiti pneumaticamente nel ciclone separatore, da cui le polveri cadono nel ser -
batoio tramoggia che alimenta il compattatore. I fiocchi così prodotti cadono nel frantumatore a rulli con cui
si producono granuli di pezzatura 2÷5 mm oltre a polveri più fini. Tramite trasporto pneumatico, il prodotto
viene trasferito in un primo vibrovaglio, nel quale vengono separate tre pezzature distinte (grossa, media,
fine).
La pezzatura grossa ricade in una tramoggia collegata ad un compattatore e un frantumatore a rulli in serie;
il materiale frantumato viene ricircolato in testa al primo vibrovaglio mediante trasporto pneumatico.
La pezzatura media contiene tracce di polveri che vengono successivamente rimosse in un secondo vibrova-
glio per ottenere il prodotto finito.
La pezzatura grossa e la pezzatura fine ricadono in una tramoggia collegata ad un compattatore e un frantu-
matore a rulli in serie; il materiale frantumato viene ricircolato in testa al primo vibrovaglio mediante tra-
sporto pneumatico.
La pezzatura media e le polveri fini trascinate provenienti dal primo vibrovaglio cadono nel secondo vibro-
vaglio per ottenere il prodotto finito, anche identificato come prodotto in scagliette, che viene insaccato in
big-bag.
Le polveri fini separate nel secondo vibrovaglio vengono ricircolate pneumaticamente al primo vibrovaglio.
L’unità A/162 è presidiata da un sistema di aspirazione collegato ad una colonna di pre-abbattimento polveri;
il flusso d’aria pre-trattato viene quindi avviato all’impianto di abbattimento finale tributario del camino CM-
06.
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In alternativa alla vendita diretta in bigbag o alla linea di compattazione (unità A/162), le polveri in uscita
dall’impianto di essiccamento NIRO spray-drier (unità A/160) possono essere avviate alla linea insaccatrice
dell’unità A/165.
La macchina insaccatrice è una macchina chiusa, completamente automatizzata e controllata da proprio pro-
cessore elettronico, in grado di confezionare il prodotto finito in polvere in sacchi chiusi da 5 kg, 10 kg oppu-
re 25 kg. In uscita dalla macchina insaccatrice i sacchi vengono trasferiti automaticamente, tramite nastri tra-
sportatori a rulli, ad un robot che realizza l’imballaggio dei sacchi su bancale.
I punti di carico sacchi sono presidiati da aspirazione; il flusso d’aria aspirato viene convogliato alla colonna
di pre-abbattimento polveri e quindi all’impianto di abbattimento finale tributario del camino CM-06.
Preparazione prodotti speciali acidificati (unità A/170-065)
Per la preparazione di prodotti speciali acidificati, l’idrolizzato proteico concentrato proveniente dalle cister-
ne dell’unità A/095 viene trasferito in un serbatoio intermedio in vetroresina (VR-170/01) per essere pompato
nel reattore batch dell’unità A/065, nel quale vengono aggiunti additivi per le specifiche formulazioni. Al ter-
mine del batch, il prodotto viene trasferito in serbatoi, per essere caricato in autobotte e destinato alla vendi-
ta. Gli sfiati del reattore sono aspirati come già descritto nella unità A/065.
Preparazione prodotti tecnici liquidi (unità A/150-152)
L’idrolizzato proteico concentrato proveniente dalle cisterne dell’unità A/095 viene trasferito nel reattore mi-
scelatore costruito in acciaio inox e dotato di semitubi esterni di riscaldamento con vapore. Nel reattore,
funzionante a batch, vengono aggiunti additivi per le specifiche formulazioni.
Al termine del batch il prodotto viene trasferito nei serbatoi inox (a fondo riscaldato con vapore) e poi ad un
serbatoio intermedio di stoccaggio, da cui viene successivamente inviato alle membrane di microfiltrazione
(sono installati quattro gruppi di microfiltrazione, ciascuno dei quali dotato di due filtri operanti in parallelo)
al fine di eliminare eventuali depositi insolubili. Il prodotto liquido microfiltrato viene stoccato in due serba-
toi per essere infine confezionato in fusti o in cisternette, pronto per la vendita.
Lo sfiato del reattore e gli sfiati dei serbatoi agitati sono convogliati nel collettore generale di aspirazione del-
le unità di preparazione dei prodotti speciali e quindi allo scrubber di lavaggio Au-“multipurpose”, tributa-
rio del camino CM-13.
Linea di scioglimento sali (unità A/180-096)
L’idrolizzato proteico concentrato proveniente dalle cisterne dell’unità A/095 viene caricato nel serbatoio agi-
tato in vetroresina oppure nei serbatoi agitati inox. In funzione delle specifiche di prodotto, nei serbatoi/reat-
tori in parola vengono addittivati e disciolti dei sali, acquistati come materie prime in sacchi.
Dai serbatoi, i prodotti speciali ottenuti possono essere inviati:
• alla vendita previo confezionamento in cisternette;
• all’impianto di essiccamento esistente NIRO spray-drier (unità A/160);
• al nuovo impianto di essiccamento in progetto (unità A/190 descritta al paragrafo seguente).
Gli sfiati dei reattori sono convogliati nel collettore generale di aspirazione delle unità di preparazione dei
prodotti speciali e quindi allo scrubber di lavaggio Au-“multipurpose”, tributario del camino CM-13.
Nuova linea di essiccamento e granulazione (unità A/190-192-195 – IN PROGETTO)
Si prevede di realizzare una linea di essiccamento e granulazione dell’idrolizzato proteico concentrato di
nuova concezione, finalizzata all’ottenimento di prodotti in tablet e granuli ricoperti.
La nuova linea verrà installata nel nuovo corpo di fabbrica in costruzione.
Il cuore della linea è rappresentato da un nuovo impianto di essiccamento “spray drier” (unità futura A/190)
che, oltre ad aumentare la produttività del processo di essiccamento dell’idrolizzato proteico affiancandosi
all’unità A/160 NIRO esistente, permette di ottenere un prodotto in polvere conforme alla lavorazione nelle
successive operazioni di comprimitura e ricopertura nel nuovo impianto di pastigliatura (unità futura A/192)
e nel nuovo impianto di sferonizzazione meccanica e ricopertura (unità futura A/195).
L’impianto di essiccamento è dimensionato sulla base di una portata di alimentazione di 1˙000 kg/h di idro -
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lizzato proteico, con una capacità di evaporazione di 500 kg/h e una conseguente produzione di prodotto es -
siccato in polvere pari a 500 kg/h.
L’idrolizzato proteico viene alimentato al nuovo reparto direttamente dalle cisterne del parco serbatoi (unità
A/095) e/o dal reparto di “scioglimento sali” (unità A/180) in un serbatoio agitato in acciaio inox con camicia
riscaldata. Da qui l’idrolizzato viene a sua volta alimentato in uno speciale iniettore atomizzatore installato in
testa al corpo dell’essiccatore. All’interno dell’essiccatore trovasi un diffusore d’aria progettato per creare un
vortice turbolento idoneo a ottimizzare il contatto tra le micro gocce di idrolizzato e l’aria riscaldata in un
bruciatore a fiamma diretta alimentato a gas metano.
All’interno dell’essiccatore si ottiene l’evaporazione dell’acqua contenuta nell’idrolizzato e la sua riduzione in
fase polverulenta.
L’aria calda di essiccamento viene estratta dal corpo essiccatore e pretrattata nei due cicloni depolveratori in
serie. L’aria calda depolverata viene quindi inviata ad un impianto di abbattimento a umido AU-190 (in pro-
getto) tributario del camino CM-10. L’impianto AU-190 è costituito da un pre-abbattitore ad umido del tipo a
gola venturi variabile e da un successivo abbattitore ad umido tipo jet scrubber.
Nuova linea di essiccamento e granulazione (unità A/190-192-195 – IN PROGETTO)
Si prevede di realizzare una linea di essiccamento e granulazione dell’idrolizzato proteico concentrato di
nuova concezione, finalizzata all’ottenimento di prodotti in tablet e granuli ricoperti.
Integrazioni ai fini A.I.A.
Si richiede di fornire le seguenti integrazioni:
1. presentare una relazione in cui chiarisca se i camini sono a norma sia come altezza, sia per il campiona-
mento, ossia rispettino le seguenti indicazioni : "La sezione di campionamento dovrà essere rispettare quan-
to previsto al punto 3.5 dell’allegato VI alla parte V del D.Lgs.152/2006 e ss.mm.ii; 6; i punti di emissione do -
vranno essere identificati in modo univoco e per ogni punto di controllo e prelievo dovrà essere garantita in
alternativa, la presenza di una bocchetta di prelievo dotata di tronchetto filettato, munito di tappo e saldato
al camino, o di flangia universale di dimensioni unificate dotata di fori passanti e di controflangia cieca per la
chiusura" In caso di impossibilità tecnica l’azienda dovrà procedere a formulare una proposta alternativa se-
condo i criteri espressi con D.G.P. n °173 del 22.05.2012 e riportati nel sito specifico www.provincia.vicen -
za.it/ente/la-struttura-della-provincia/servizi/ambiente-1/emissioni-in-atmosfera-controlli-analitici-1.
2. rivedere e integrare la documentazione con le valutazioni relative alle emissioni non convogliate, con rife-
rimento alle schede B.8.1 – B.8.2 o presentare una relazione che dimostri la loro non significatività;
3. chiarire lo stato di avanzamento dell’istanza relativa al potenziamento del cogeneratore presentata, al fine
di valutare la necessità di una convocazione della Regione in Conferenza di Servizi.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Il processo chimico all’interno di reattori chiusi con sfiati presidiati da aspirazioni localizzate afferenti idonei
impianti di trattamento, sostanzialmente riconducibili a tre perse tipologie:
• gas contenenti idrogeno solforato: caratterizzati anche dalla presenza di altre sostanze organiche odorifere,
aspirati dalle unità di idrolisi acida, di estrazione del grasso e di preidrolisi del pelo conciario; l’aria aspirata
viene convogliata ad un’unità di assorbimento dell’idrogeno solforato per essere infine trattata nell’impianto
di combustione termico rigenerativo, prima dell’emissione all’atmosfera attraverso il camino CM-01;
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• gas contenenti ammoniaca: trattasi dell’aria proveniente dalla seconda parte del processo di
trasformazione, che risulta caratterizzata dalla presenza di ammoniaca e di sostanze organiche odorifere
(odore di brodi proteici); l’aria aspirata viene convogliata ad un’unità di pre-abbattimento ammoniaca per
essere infine trattata nell’impianto di combustione termico rigenerativo centralizzato, prima dell’emissione
all’atmosfera attraverso il camino CM-01;
• aria di aspirazione dei reparti (aspirazioni ambientali): caratterizzata dalla presenza di sostanze odorifere
(dovute alla degradazione della sostanza organica animale); il sistema di aspirazione è direttamente
collegato all’impianto di combustione termico rigenerativo, tributario del camino CM-01.
Le altre emissioni convogliate dello stabilimento produttivo derivano dagli impianti ausiliari e segnatamente
dai seguenti:
• generatori di vapore della centrale termica e caldaia civile,
• impianti di abbattimento di emergenza/sicurezza,
• stoccaggio impianti di calce e preparazione latte di calce (polveri),
• unità rompisacchi del bicarbonato di ammonio (polveri),
• impianti di essiccazione e granulazione dell’idrolizzato,
• unità di confezionamento del prodotto finito,
• impianto di cogenerazione,
ai quali vanno ad aggiungersi gli sfiati di sicurezza dei serbatoi e le emissioni delle torri evaporative.
Per quanto riguarda il trattamento dei flussi gassosi di processo, l’impiego di un impianto terminale di
ossidazione termica rigenerativa è conforme alle Migliori Tecniche Disponibili per la tipologia di inquinanti
presenti, nonché per il contenimento/abbattimento degli odori.
I flussi gassosi contenenti polveri vengono depolverati con sistemi ad alta efficienza costituiti da filtri a
maniche, pure conformi alle Migliori Tecniche Disponibili per questa tipologia di inquinante.
La postproduzione dell’idrolizzato per l’ottenimento di prodotti in polvere e/o granuli, avviene mediante
l’utilizzo di un essiccatore spray-drier tipo “NIRO” presidiato, assieme alle apparecchiature di
confezionamento, da una linea di aspirazione collegata ad un depolveratore a umido del tipo a gola venturi
variabile, in grado di garantire ampiamente il rispetto dei limiti previsti (COT e polveri) di ben due ordini di
grandezza. L’unico possibile fattore di impatto sulla qualità dell’aria è riconducibile alle emissioni di
processo residue (dopo l’abbattimento) e alle emissioni dei fumi di combustione di metano delle centrali
termiche e dell’impianto di cogenerazione dello stabilimento.
Conformemente al criterio assunto dalla Provincia di Vicenza al fine di “garantire l’adeguata dispersione
delle emissioni”, lo sbocco dei camini dello stabilimento sovrasta di oltre un metro l’estradosso delle
coperture e le strutture edilizie di maggior elevazione nel raggio di 10 m.
Nel 2008 è stata effettuata una modellizzazione per la valutazione degli effetti delle emissioni in aria e
confronto con gli standard di qualità dell’aria determinate dai camini significativi dello stabilimento (camini
CM-01, CM-05a, CM-05b, CM-06 e CM-13); i risultati della modellizzazione, riportati nella relazione
argomento dell’allegato A2.2, evidenziano come le ricadute stimate risultino ampiamente inferiori agli
standard di qualità ambientale previsti.
Sono riportati, in allegato, i risultati del monitoraggio analitico ai camini dello stabilimento effettuato nel
quadriennio 2016 – 2019.
Per quanto attiene le emissioni aeriformi, il progetto di che trattasi prevede:
• un incremento marginale della portata di esercizio al postcombustore (e quindi al camino CM-01), per
trattare le aspirazioni localizzate che presidiano la nuova linea di pre-idrolisi del pelo conciario e la nuova
linea di trattamento dei grassi;
• un nuovo camino (CM-09) per i fumi di combustione della caldaia asservita al nuovo impianto di
trattamento dei grassi (potenza nominale 3,5 MW);

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• un impianto di aspirazione e trattamento dedicato per i flussi gassosi aspirati dall’essiccatore della nuova
linea di prodotti in granuli, tributario del nuovo camino CM-10;
• l’aumento di potenzialità dell’impianto di cogenerazione dello stabilimento, tributario del camino CM-15.
Per quanto riguarda il camino CM-01 si evidenzia come il post-combustore rigenerativo sia stato
originariamente dimensionato per trattare una portata d’aria fino a 100˙000 Nm3/h e quindi pienamente in
grado di soddisfare il marginale incremento di portata previsto.
L’esercizio della caldaia asservita alla nuova linea di trattamento dei grassi, per il riscaldamento dell’olio
diatermico utilizzato come vettore termico, e l’incremento di potenzialità dell’impianto di cogenerazione
esistente determineranno unicamente un incremento dell’emissione di NOX, escludendo la significativa
presenza di altri inquinanti atmosferici, dato che entrambi gli impianti sono alimentati a metano.
L’impianto di essiccamento della nuova linea prodotti in polvere/granuli è del tutto analogo, per tipologia di
operazioni svolte ed emissioni, all’impianto di essiccamento NIRO esistente. Anche la nuova linea produttiva
sarà pertanto presidiata da un depolveratore a umido del tipo a gola venturi dedicato e dimensionato per
trattare una portata d’aria del medesimo ordine di grandezza dell’esistente. Considerando che i flussi aspirati
della nuova linea di essiccamento, rispetto ai flussi aspirati della linea di essiccamento NIRO esistente:
• si originano grosso modo dalla stessa tipologia di processi;
• sono caratterizzati dai medesimi inquinanti;
• sono trattati con un analogo sistema di abbattimeno dimensionato peraltro per una portata di esercizio del
medesimo ordine di grandezza, è logico attendersi che pure le relative emissioni residue (convogliate al
camino CM-10) risultino simili, con concentrazioni attese di polveri e COT inferiori di due ordini di
grandezza ai limiti applicabili.
Con riferimento al potenziale impatto odorigeno dell’impianto, oltre a quanto sopra riepilogato, in sede
istruttoria di presentazione del progetto e sopralluogo in sito è emerso quanto segue:
• storicamente non si registrano nel sito segnalazioni/lamentele da parte di soggetti esterni;
• le procedure operative interne garantiscono tempi rapidi di processamento dei materiali grezzi in ingresso.
Data la tipologia di materiali in ingresso, l’esigenza di carico/scarico e movimentazione e il tipo di processi di
trasformazione condotti nell’impianto, si ritiene necessaria la presentazione, a titolo integrativo, di una
specifica indagine sull’impatto odorigeno del sito, riferita allo stato di fatto (con campionamento e
determinazione delle emissioni effettive, in unità odorimetriche, dalle sorgenti significative e con simulazione
di ricaduta ai potenziali ricettori o valutazioni equivalenti). Si ritiene inoltre che, per l’assetto di progetto, la
documentazione integrativa debba comprendere una valutazione previsionale delle eventuali variazioni di
impatto odorigeno e, se ritenuto significativo, una stima delle emissioni e delle ricadute nello stato futuro;
l’indagine dovrà essere condotta secondo i criteri adottati con le linee guida del CTP VIA e pubblicati sul sito
della Provincia.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il sito in cui trovasi lo stabilimento di Sicit non è attraversato da corsi d’acqua, anche se in prossimità si
evidenzia la presenza della Roggia Arzignano, che attraversa tutta la Z.A.I., con giacitura nordovest – sudest
e che scorre parzialmente tombinata nel tratto più prossimo allo stabilimento di Sicit (20 m a nordest) per poi
riemergere circa 40 m ad est della ditta; in vicinanza del lato di confine sud si evidenzia invece la presenza
della Roggia “Fiume Vecchio”, che scorre con direzione ovest-est fino a confluire nella Roggia Arzignano
oltre 200 m a sud-est dello stabilimento.

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Gli scarichi industriali e le acque meteoriche di dilavamento di prima pioggia dello stabilimento Sicit di
Arzignano vengono recapitati nella fognatura industriale afferente l’impianto di depurazione gestito da
Acque del Chiampo.
La situazione esistente della gestione delle acque meteoriche dei persi piazzali può essere così riassunta:
- piazzali lati SUD ed EST, vengono considerate prudenzialmente alla stregua di reflui industriali, in ragione
della prossimità di questi ultimi alle aree produttive e comunque, con scarico in fognatura;
- bacino scolante “A”, avente una estensione circa pari a 8˙100 mq, che comprende il piazzale prospiciente
l’accesso NORD dello stabilimento e le coperture della porzione di capannone che ospita la centrale termica e
i reparti di produzione e confezionamento dei prodotti finiti in granuli/polvere;
• bacino scolante “B”, avente una estensione circa pari a 6˙200 mq, che comprende i piazzali sul lato NORD-
OVEST e la copertura della porzione di fabbricato che ospita i reattori di idrolisi, i concentratori, le
filtropresse e le centrifughe, la zona uffici e laboratorio;
• bacino scolante “C”, avente una estensione circa pari a 1˙800 mq, che comprende le coperture della
porzione di fabbricato ad OVEST, nella quale sono dislocati i reparti di ricezione e accumulo della materia
prima (SOA cat. 3), preidrolisi e separazione del grasso.
Le acque meteoriche dei bacini scolanti A, B e C prevedono uno scarico della “prima pioggia” in fognatura
industriale, con ritardo di 48 h rispetto all’evento meteorico, mentre la “seconda pioggia” viene convogliata
allo scarico nella roggia Fiume Vecchio; i risultati dei controlli analitici delle acque meteoriche attestano il
pieno rispetto dei limiti previsti per lo scarico in corpo idrico superficiale (vedasi rapporti di analisi in
allegato A1.12 alla relazione tecnica di progetto argomento dell’Elaborato A1).




Il progetto prevede l’utilizzo di un nuovo fabbricato industriale, già autorizzato ed in corso di realizzazione,
sul lato sud della ditta. La rete degli scarichi industriali del nuovo capannone e la rete di raccolta delle acque
meteoriche di dilavamento saranno raccordate al collettore fognario delle acque reflue industriali.
Le acque meteoriche dei pluviali delle coperture del nuovo capannone saranno invece raccolte da una
condotta in calcestruzzo del diametro di 100 cm e scaricate nella roggia Fiume Vecchio, previa laminazione
(della portata) attraverso apposito bacino opportunamente dimensionato anche in previsione di una futura
espansione dell’attività sul lotto agricolo adiacente a est dello stabilimento. La compatibilità idraulica
dell’intervento è stata verificata e approfondita nel documento argomento dell’allegato A2.1, elaborato ai fini
dell’ottenimento della relativa concessione idraulica.
L’unico “nuovo” scarico idrico, riconducibile al progetto, che possa interessare il reticolo idrografico
superficiale coincide con l’aliquota di acque meteoriche provenienti dai tetti del nuovo fabbricato (che
ospiterà la nuova linea di essiccamento e granulazione dell’idrolizzato) e che, in considerazione delle
operazioni previste, non potrà determinare alcun significativo fenomeno di ricaduta sulle coperture. La
valutazione sugli aspetti “idraulici” appare superflua, in quanto già esperita a suo tempo per l’ottenimento
della concessione edilizia del capannone e della concessione idraulica per lo scarico nella Roggia Fiume
Vecchio da parte del Consorzio Alta Pianura Veneta.
Per quanto argomentato, si ritiene che l’impatto determinato dal progetto sulla componente ambientale
acque superficiali non sia da considerarsi rilevante.

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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
L’area in esame, rientrante nell’unità geografica dell’Alta Pianura Veneta, trovasi nella parte bassa di una
vallata contornata dai rilievi prealpini (propaggini dei Lessini), che si estende verso sud in un’ampia fascia di
territorio caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d’acqua ad andamento subparallelo
approssimativamente con direzione N-S, almeno fino alla Media Pianura.
A questi corsi d’acqua, fra i quali il più importante è il torrente Chiampo che scorre oltre 600 m a sud del sito,
si deve l’erosione e anche la messa in posto di ragguardevoli quantità di materiali sciolti di provenienza
fluvioglaciale; questi depositi hanno dato origine, a partire dal Quaternario, ad un materasso alluvionale che,
almeno in parte, costituisce il sottosuolo dell’alta pianura vicentina.
La situazione idrogeologica del sottosuolo è strettamente legata allecaratteristiche granulometriche e
strutturali del materasso alluvionale: infatti, come già detto, l’area infravalliva del torrente Chiampo e del
torrente Agno costituisce un ambito idrogeologico ben distinto dagli altri del territorio vicentino (Astico -
Bacchiglione, Brenta, Colli Berici - Bassa Pianura), caratterizzato dalla sovrapposizione di depositi alluvionali
ristretti, costituiti per lo più da ghiaie e sabbie a permeabilità da media a elevata, all’interno dei quali si trova
la falda di subalveo, limitata in profondità dal substrato roccioso che interessa l’intero fondovalle con
direzione di deflusso generale secondo l’asse vallivo. La consistenza locale dell’acquifero viene inoltre
influenzata dalla frazione di matrice limosa-argillosa frammista ai depositi ghiaiosi e sabbiosi, che ne
riducono la permeabilità e quindi la potenzialità idraulica.
La potenza dell’acquifero è comunque determinata (soprattutto) dalla profondità del substrato roccioso e dal
tirante d’acqua del torrente Chiampo, con il quale la falda ha localmente scambi continui; il livello della falda
è infatti normalmente uguale o di poco inferiore a quello del Torrente, dipendendo in buona sostanza dalle
perse fasi di regime del corso d’acqua.
Per quanto riguarda l’alimentazione, nel tratto vallivo, il livello freatico risente dei contributi: della portata
idrica da monte, delle infiltrazioni dirette delle piogge locali e dei contributi idrici dalle vallette laterali e dai
versanti; dei tre fattori è prevalente il primo, per cui la consistenza dell’acquifero è condizionata soprattutto
dalle portate che arrivano da monte e quindi anche dagli emungimenti, sia diretti dal Torrente, che dalla
falda stessa mediante pozzi.
Lo stabilimento di Sicit non determina alcuna significativa pressione ambientale sulle componenti suolo –
sottosuolo - acque sotterranee, in quanto tutti i reflui produttivi vengono recapitati in pubblica fognatura e le
acque meteoriche, separate tra prima e seconda pioggia, vengono recapitate rispettivamente in pubblica
fognatura e in corso d’acqua superficiale. Non sono presenti pozzi disperdenti di alcun tipo, escludendosi
pertanto la presenza di recapiti sul suolo. Al di là della “fragilità” intrinseca dei pozzi perdenti in generale, a
causa del rischio di eventuali trafilamenti nel sottosuolo di spanti accidentali e quindi di sostanze pericolose
o pregiudizievoli per l’ambiente, in questo caso non sarebbero stati nemmeno opportuni per motivazioni
idrauliche, considerando le possibili problematiche di deflusso riscontrate in loco riconducibili alla
particolare conformazione del substrato geologico (alternanza di strati permeabili e strati impermeabili).
Le aree operative esterne, utilizzate in larga misura per la circolazione dei mezzi di conferimento e per la
movimentazione di materiali e rifiuti, sono opportunamente impermeabilizzate e compartimentate per
evitare possibili trafilamenti delle acque meteoriche verso le aree verdi aziendali.
Tutti i serbatoi di sostanze liquide pericolose sono presidiati da bacini di contenimento opportunamente
dimensionati.
Le vasche interrate di raccolta della prima pioggia sono normalmente vuote e possono fungere da vasche di
raccolta di eventuali spanti liquidi da rotture accidentali (come ad esempio l’eventuale rottura del serbatoio
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di un mezzo di conferimento) nonché vasche di raccolta di eventuali fluidi antincendio. Questi liquidi
possono essere quindi rimossi con attrezzatura idonea ed alienati a rifiuto mediante Terzi autorizzati.
Il progetto di che trattasi non prevede alcun nuovo scarico, men che meno recapitante sul suolo.
Pur non ravvisando criticità per la presente matrice, si chiede al proponente di valutare, in considerazione
dell’estensione e collocazione sito, la possibilità di un ulteriore punto di valle per il monitoraggio della falda.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; si suggerisce che, nella realizzazione dei
piezometri venga previsto un diametro da 4” (DN100) anziché da 3” (DN80).

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Per quanto riguarda l’impatto acustico determinato dalle modifiche in progetto, la ditta ha presentato due
valutazioni, una datata novembre 2019 che ha valutato le sorgenti attuali e quelle previste dall’ampliamento,
e una datata maggio 2020 che ha compreso anche un impianto per la produzione di energia elettrica.
Entrambe le relazioni giungono a prevedere livelli di emissione ed immissione a ricettore che rispettano i
limiti di legge; così anche le previsioni sul rispetto del limite differenziale giungono a valutazioni positive. In
realtà al ricettore R2 (classe III) vi è un superamento del limite di immissione che però viene attribuito al
traffico stradale.
Nella fase istruttoria preliminare si era osservato quanto segue.
Dall’analisi delle documentazioni si verifica da subito che manca una caratterizzazione accurata ed esaustiva
delle sorgenti sonore (presenti e future) e dell’ambiente di propagazione; non vi è inoltre una descrizione
delle ipotesi di lavoro e delle semplificazioni introdotte nella modellizzazione.
I dati di input delle sorgenti sonore si limitano alla potenza sonora delle sorgenti che non sono però
univocamente descritte né collocate in una planimetria.
La calibrazione del modello di calcolo è effettuata sui livelli misurati complessivi, dati dal contributo di tutte
le sorgenti in funzione al momento della misura, sia quelle di pertinenza che quelle residuali. Non vengono
dunque valutati e calibrati attraverso misure fonometriche i contributi delle specifiche sorgenti, che però
vengono forniti in linea teorica dal modello di calcolo.
Da quanto riportato in allegato (Calcoli dal modello) si osserva inoltre che i livelli di calibrazione nel periodo
diurno corrispondono ai livelli ambientali a significare che in questi ultimi non è stato valutata la riduzione
per il tempo di funzionamento.
I tempi di misura sono da ritenersi brevi, soprattutto in periodo notturno e per questo risulta più difficile
garantire la rappresentatività della misura stessa.
La stima del contributo del traffico indotto risulta non chiarito da idonee misure fonometriche o comunque
sottostimato.
Tutto ciò premesso si è richiesto di fornire una caratterizzazione più accurata e riferita di tutti gli elementi di
calcolo e di motivare le ipotesi di lavoro con riferimento a quanto sopra riportato.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto fornendo i risultati di un'idonea campagna di
misurazioni sul campo. Si prescrive, comunque, che debba essere effettuato un monitoraggio di verifica del
rispetto dei limiti di emissione e dei limiti di immissione assoluti e differenziali ai ricettori critici (R1 e R2) in
entrambi i periodi di riferimento.
Il rumore residuo dovrà essere valutato con tecniche di scorporo o con misure in posizione analoga (nella
quale sia trascurabile il contributo della sorgente specifica e si riscontri un rumore residuo sostanzialmente
uguale a quello presente nella posizione di controllo). Gli esiti delle verifiche potranno comportare la


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modifica del PMC in merito ad una periodicità dei controlli persa rispetto alle tempistiche standard
(frequenza triennale).

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
I materiali trattati non sono radioattivi e nello stabilimento non sono presenti sorgenti di radiazioni
ionizzanti, non sono inoltre previsti impatti aggiuntivi rispetto alla situazione esistente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Il contesto in cui trovasi lo stabilimento di Sicit è quello di un’area industriale urbanizzata, concentrata in una
stretta valle (quella del torrente Chiampo), connotata dalla presenza di una distesa di capannoni e strutture
edili da piccole a medie dimensioni frammiste ad edifici e quartieri residenziali e da un’importante
infrastruttura viaria di comunicazione qual è la S.P. 31“Valdichiampo”. Anche localmente, nei pressi del sito
di Sicit non si ha una percezione visiva persa, stante la presenza di persi capannoni, strutture edilizie ed
impiantistiche di pertinenza delle altre attività produttive insediate in un’area prettamente industriale.
Il progetto di Sicit prevede l’utilizzo di un nuovo capannone industriale (in costruzione) sul lato sud, in
prossimità della Roggia Fiume Vecchio, sulla quale insiste un vincolo paesaggistico “corsi d’acqua”. L’ambito
in parola è normato da una scheda specifica del P.I. che subordina gli interventi di nuova edificazione,
oltreché al rilascio della prescritta autorizzazione paesaggistica, anche alla realizzazione preventiva di una
“fascia filtro” lungo il Fiume Vecchio, con funzione di mitigazione paesaggistica e ambientale. Sicit ha già
ottenuto il titolo edilizio per suddetta barriera di mitigazione arborea, la cui realizzazione ha consentito alla
ditta di acquisire il Permesso di Costruire e l’autorizzazione paesaggistica necessari per la realizzazione del
nuovo capannone (in costruzione).
La valutazione dell’impatto del progetto sulla componente ambientale “paesaggio” è stata sostanzialmente
già effettuata in sede di istruttoria comunale per il rilascio dei relativi titoli edilizi, e non poteva essere
altrimenti in ragione della condizione di realizzazione della barriera arborea “preventiva” alla valutazione
del progetto edilizio di ampliamento.
Per quanto riguarda il progetto in discussione, tolti gli aspetti edilizi (già esaminati in sede comunale), non si
rileva alcun intervento che possa determinare effetti nei confronti del paesaggio circostante, posto che tutte le
nuove apparecchiature previste saranno installate all’interno dei fabbricati e che i nuovi camini, portati ad
un’altezza di 1 m oltre l’estradosso delle coperture, non potranno essere ragionevolmente distinti dalle
coperture stesse dalla lunga distanza.
In definitiva non si prefigura alcuna significativa modifica del paesaggio percepito nel sito, senz’altro già di
tipo “industriale”. Per quant’altro si rimanda alla Documentazione fotografica argomento dell’Elaborato
grafico C3, nonché all’autorizzazione paesaggistica riportata in allegato A2.5.
Ad integrazione, si chiede di fornire il progetto di sistemazione a verde approvato per l’autorizzazione
paesaggistica, completo di planimetrie progettuali e computi metrici, assieme ad una relazione tecnica che
documenti lo stati realizzazione del progetto stesso.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                          VALUTAZIONE

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Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Si evidenzia che la maggior parte delle materie prime (S.O.A. cat. 3) e dei semilavorati (idrolizzato proteico
prodotto nell’unità di Chiampo) in ingresso proviene dalle attività industriali locali del Distretto conciario,
pertanto il traffico indotto in ingresso allo stabilimento di Arzignano ha un’incidenza pressoché irrilevante
nei confronti della principale criticità infrastrutturale della zona, ossia l’uscita di mezzi pesanti dal casello
autostradale dell’A4 a Montecchio Maggiore, dato che i mezzi pesanti diretti verso Sicit di rado impegnano
la viabilità autostradale. I prodotti finiti di Sicit invece sono tutti destinati fuori distretto, con una quota
rilevante destinata ai mercati internazionali; tuttavia l’accesso all’A4 da parte di mezzi pesanti in
corrispondenza di entrambi i caselli locali (Montecchio Maggiore e Montebello Vicentino) non evidenzia
particolari criticità.
I dati disponibili sono quelli elaborati dalla Provincia di Vicenza, in collaborazione con Vi.Abilità S.p.A.
nell’ambito (progetto SIRSE), nel periodo 2000 – 2008.
La sezione di monitoraggio più prossima al sito è quella relativa alla S.P. 93 “Arzignanese” a Montecchio
Maggiore (km 1÷676). La sezione di monitoraggio in parola risulta sicuramente la più rappresentativa del
traffico locale in quanto riguarda la principale strada di collegamento tra il casello autostradale di
Montecchio Maggiore e la Z.A.I. di Arzignano, passando per la S.S. 246 “Recoaro”.
Altre sezioni di misura utili a descrivere il traffico afferente l’area del Distretto conciario della Valle del
Chiampo sono quelle relative alla S.S. 246 “Recoaro” a Canova (km 5÷626) e alla S.P. 31 “Valdichiampo” a
Montorso (km 3÷207).
Ancorché non siano disponibili dati più recenti, i flussi veicolari rilevati in occasione dei monitoraggi del
2007 e del 2008 risultano sicuramente conservativi rispetto alla situazione attuale, in quanto attinenti ad un
contesto antecedente la crisi economica che ha investito tutti i settori produttivi del Paese a partire dalla
seconda metà del 2008, oggi non ancora del tutto superata e recentemente ulteriormente aggravata in
relazione alla nota emergenza Covid-19.
In allegato sono riportate le schede relative alle sezioni di monitoraggio in parola, con l’ubicazione
cartografica ed i risultati delle rilevazioni del traffico.
Nell’Allegato F al P.T.C.P. è stata pure eseguita un’analisi delle variazioni dei flussi veicolari futuri, per un
possibile scenario al 2020, applicando dei coefficienti di incremento alle matrici di traffico calibrate al 2006.
L’incremento della domanda di spostamento è stato desunto dai tassi di crescita stimati nel piano generale
dei trasporti del 2000, facendo riferimento, in modo estremamente cautelativo, allo scenario “tendenziale”
ottenuto stimando incrementi annui del 2% per i mezzi leggeri e del 3,1% per i mezzi pesanti; assumendo le
suddette percentuali di crescita, è possibile attualizzare (al 2020) il volume di traffico feriale diurno insistente
sulle strade indagate.
I flussi di traffico attualizzati, calcolati a partire dai dati SIRSE “estrapolati” al 2008 e riportati in tabella 6.1,
sono rappresentativi di uno scenario conservativo rispetto alle reali condizioni della viabilità analizzata, in
quanto basati su stime di crescita del traffico ante-crisi economica, tendenti quindi a sopravvalutare il
contributo del traffico veicolare pesante, maggiormente condizionato dall’andamento del mercato rispetto al
traffico veicolare leggero.
Sulla base della potenzialità massima (pari a 700 t/giorno), il traffico pesante indotto dall’impianto Sicit di
Arzignano ascende a circa 40 mezzi che, considerando l’ingresso e l’uscita, corrispondono a circa 80 passaggi
di mezzi pesanti al giorno. In ogni caso, dato che non è prevista alcuna modifica della capacità dello
stabilimento rispetto alla situazione in essere, non è parimenti ipotizzabile alcuna variazione del traffico
indotto dall’attività, rispetto ai flussi attuali.

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Si evidenzia che lo studio ambientale non riporta rilievi di traffico aggiornati sulla percorrenza giornaliera
media di Viale del Lavoro, quale asse principale di accesso all’azienda e della laterale Via Quinta Strada.
Si richiede pertanto di eseguire un rilevamento di traffico finalizzato alla caratterizzazione del traffico
giornaliero medio dei veicoli lungo Viale del Lavoro e Via Quinta Strada, per valutarne il relativo LOS e le
eventuali interferenze nel punto di intersezione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE DELLA FLORA E FAUNA
Nel Comune di Arzignano sono presenti persi ambienti e biotopi che si differenziano per condizioni
climatiche, di umidità e di esposizione, ma anche per la presenza di elementi di disturbo e per la loro
posizione nel territorio. In pianura naturalmente si trovano le aree prevalentemente interessate
dall’agricoltura, con seminativi, prati temporanei e permanenti, frutteti, vigneti e ceppaie. Tutti i corsi
d’acqua presentano vegetazione ripariale, con l’eccezione del Fiume Guà/Agno, che si caratterizza per la
formazione di praterie aride, a causa delle frequenti inondazioni che interessano i territori limitrofi. Si
riscontrano inoltre numerosi fossati che possono ospitare un’elevata biopersità, favorendo perse cenosi
sia vegetali che animali. Infine sono presenti ulteriori particolari ambienti costituiti dalle cascate, dalle pozze
e dalle aree umide, particolarmente importanti per gli aspetti naturalistici che gli stessi rappresentano.
Il Rapporto Ambientale della V.A.S. del P.A.T di Arzignano inpidua in particolare quattro aree
naturalistiche di pregio che rivestono particolare importanza per quanto concerne la tutela e la conservazione
dell’ambiente naturale tipico della zona, come di seguito rappresentato.
1. “Bosco di Costalta”
Questo bosco copre tutto il versante nord della collina omonima, nella porzione settentrionale del territorio
comunale, per una superficie di circa 57 ettari, composta per lo più da esemplari di Robinia, Acero
campestre, Carpino bianco e Castagno. La parte più importante del bosco è costituita da un’area di circa 2
ettari posta ad una quota di circa 200 metri occupata da esemplari di Farnia. Nel complesso si tratta di un
bosco molto ricco di formazioni forestali con ampia varierà di specie.
Nel bosco possono trovare rifugio molte specie di uccelli, tra cui Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno, Poiana,
Allocco, Upupa, Torcicollo, Picchio verde, Picchio rosso maggiore. Per tali motivi il bosco assume importanza
non soltanto dal punto di vista paesaggistico ma anche proprio per le sue caratteristiche biologiche e
ambientali.
2. “Bosco della Calvarina”
Trattasi di un castagneto localizzato nella parte alta di San Zeno, a sud-ovest del centro abitato di Arzignano,
in prossimità del confine col Comune di Roncà. Il bosco assume particolare interesse perché la fauna trova
qui riparo e alimento, inoltre, data la prossimità col colmo del versante collinare, è un punto di sosta per le
specie volatili. Il bosco rappresenta inoltre un punto di collegamento tra i boschi dei comuni confinanti e
luogo di snodo dei persi corridoi ecologici che sfruttano la dorsale collinare come linea preferenziale di
sviluppo.
3. “Fossi di Tezze”
Quest’area si trova in prossimità del ponte di Tezze sul Fiume Guà/Agno, nella porzione nord-est del
territorio comunale, verso il confine con Trissino, e si estende su una superficie complessiva di 162 ettari, con
un’altitudine media di 108 metri sul livello del mare. I luoghi sono caratterizzati dall’alternarsi di prati e
fossati circondati da lari di Ontano nero. I fossati rappresentano un ambito di importanza naturalistica per le
numerose specie di anfibi, rettili e uccelli presenti.

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L’area è considerata una “stepping stone” nel P.T.C.P. di Vicenza, un’area cioè nella quale gli animali e i
vegetali possono vivere, riprodursi e spostarsi con facilità.
4. “Rotte del Guà”
Si tratta di un grande invaso di circa 100 ettari di superficie, formatosi in seguito alla rottura degli argini del
Guà, donde il nome “Rotte”, rovinosamente avvenuta nei primi anni del ‘900. L’acqua invase la pianura
circostante, ricoprendo il terreno di una coltre di detriti alluvionali e formando così una naturale “cassa di
espansione”, sviluppatasi parte in Comune di Trissino e parte in Comune di Arzignano. Le Rotte si trovano
in un contesto agricolo ben conservato, con filari di gelso ai lati del piano coltivato a seminativo e prato
temporaneo. L’ambito è prevalentemente costituito da praterie alternati a campi coltivati, intervallati dalla
presenza di filari alberati. Dal punto di vista faunistico, l’ambito è importante soprattutto per quanto
riguarda gli uccelli, soprattutto nel periodo primaverile ed autunnale. In Comune di Trissino rientra la
maggior parte dell’ambito in parola, e anche quella di maggior pregio naturalistico, a causa anche della
vegetazione più ricca e varia, rispetto alla controparte arzignanese.
Lo stabilimento di Sicit si colloca al limitare meridionale della Z.A.I. di Arzignano che rappresenta il cuore
del Distretto vicentino della concia, in un’area fortemente urbanizzata, al cui perimetro si estendono
appezzamenti agricoli di media estensione. In particolare a est della ditta e a sud, oltre la roggia Fiume
Vecchio, si apre una vasta area agricola che ricade in Comune di Montorso Vicentino.
Nell’intorno dell’azienda non sono presenti elementi di pregio naturalistico come evidenziato dalla mappa
delle reti ecologiche del Rapporto ambientale della V.A.S. del P.A.T. di Arzignano, riportata in figura 6.18.
Gli unici elementi naturali sono costituiti dalle siepi e dai filari arborei ed arbustivi, in parte piantumati
dall’uomo ed in parte spontanei, che perimetrano il reticolo idrografico locale.
Ad integrazione, si chiede di fornire il progetto di sistemazione a verde approvato per l’autorizzazione
paesaggistica, completo di planimetrie progettuali e computi metrici, assieme ad una relazione tecnica che
documenti lo stati realizzazione del progetto stesso.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Il sito appartenente alla Rete Natura 2000 più prossimo, che risulta essere il SIC IT3220037 “Colli Berici”,
trovasi ad una distanza di circa 6,8 km in linea d’aria a sud-est del sito di Sicit.
L’analisi del sistema ambientale complesso evidenzia che nell’ambito dello stabilimento di Sicit e dintorni:
• non sono presenti biotipi pregiati o di particolare interesse naturalistico;
• non sono presenti specie particolarmente protette da leggi nazionali o regionali o da convenzioni
internazionali;
come del resto del tutto attendibile, trattandosi di un complesso produttivo e comunque di un’area inserita in
un contesto industriale.
La presenza di specie pregiate o protette, avrebbe reso necessario uno studio dettagliato, con una campagna
di misure e rilevamenti sul posto per stabilire esattamente il grado di inquinamento presente e calcolare i
limiti sostenibili.
Data l’assenza di specie pregiate, non sussiste questa necessità, ritenendosi quindi assolto ogni scopo del
presente aspetto del quadro di riferimento ambientale ovvero ritenendo superflua ogni ulteriore specifica
valutazione riguardo la vegetazione, la fauna, la flora e gli ecosistemi, sui quali la modifica in progetto non
potrebbe peraltro produrre alcun effetto significativo.


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Il progetto in discussione non comporta alcun rischio per la componente biotica presente nelle aree protette
(ZPS-SIC) come risulta dalla Attestazione della non necessità di effettuare la V.Inc.A. riportato in allegato
A2.6.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Nello stabilimento Sicit di Arzignano vengono lavorati sottoprodotti di origine animale cat. 3 provenienti
dall’industria conciaria. Trattasi di un materiale organico putrescibile il cui trattamento è subordinato a rigidi
protocolli sanitari prescritti dal Regolamento UE N. 142/11. Il progetto in discussione prevede
l’implementazione di una sezione di pretrattamento del pelo conciario, che pure è classificato come
sottoprodotto di origine animale cat. 3 e per il cui trattamento non sono previste operazioni perse da quelle
già adottate per i S.O.A. cat. 3 in essere.
La prevenzione degli incendi viene attuata con interventi di carattere generale ed interventi specifici sotto il
controllo del competente Comando VV.F. di Vicenza. Le ridondanti misure di protezione adottate sono tali
da prevenire, in caso di incendio, un interessamento delle aree limitrofe. La conformità antincendio dello
stabilimento è stata riconfermata con attestazione di rinnovo periodico del 30/09/2016. Il cogeneratore è
legittimato sotto il profilo antincendio con specifica S.C.I.A. del 06/06/2019.
I quantitativi massimi di stoccaggio di prodotti chimici e sostanze pericolose, sia nella configurazione
autorizzata che in quella di progetto, non sono tali da superare le soglie di riferimento di cui alla Parte 1
dell’Allegato 1 al D.Lgs. N. 105/2015 (Direttiva SEVESO III), pertanto lo stabilimento di Sicit, pure nella
configurazione di progetto, non si qualifica come stabilimento a rischio di incidente rilevante (vedasi
“verifica di assoggettabilità al D.Lgs. N. 105/2015” argomento dell’Elaborato A4).
Non risultano segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i vincoli
territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto non presenti potenziali impatti significativi per
l’ambiente, valutando tuttavia la necessità di prevedere specifiche prescrizioni relative al monitoraggio.
Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono stati oggetto
di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente per poter esprimere il
giudizio conclusivo sul progetto.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con particolare
riferimento alle emissioni in atmosfera, anche di tipo odorigeno, agli scarichi idrici ed ed all’impatto acustico.
Non sono pervenute osservazioni ostative al progett.



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              PROVINCIA DI VICENZA
                     AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                      SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                         Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
              Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che a
quella di Autorizzazione Integrata Ambientale, ivi compresa la validazione del Piano di Monitoraggio e
Controllo da parte dell’ARPAV.

                       Tutto ciò premesso si esprime
                        PARERE FAVOREVOLE
               all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
1) Entro 180 giorni dalla notifica del presente provvedimento dovranno essere realizzati i piezometri proposti per il
controllo della falda sotterranea, cui seguirà il primo controllo analitico da inviare a Provincia ed ARPAV; le verifiche
successive saranno previste all’interno del PMC.
2) Entro 180 giorni dalla messa in esercizio dei nuovi impianti dovrà essere eseguito il primo controllo sull’impatto
acustico per la verifica dei dati previsionali; successivamente, il monitoraggio andrà ripetuto con frequenza triennale;
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura),
sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preavviso
ad Arpav;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi.
3) Il controllo successivo dell’impatto odorigeno andrà ripetuto con le frequenze fissate nel PMC dell’AIA.

Vicenza, 10 dicembre 2020
  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                                    Andrea Baldisseri




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