determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 269 DEL 28/03/2018

                          Servizio VIA VINCA


     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
     APPROVAZIONE E AUTORIZZAZIONE PROGETTO AI SENSI D.LGS. 152/2006 E
     S.M.E.I
     DITTA: PERIPOLI SRL
     PROGETTO: IMPIANTO DI RACCOLTA E TRATTAMENTO DI VEICOLI A MOTORE
     FUORI USO
     LOCALIZZAZIONE:COMUNE DI CORNEDO VICENTINO, VIA TEZZE DI CEREDA
     N.39
                  IL DIRIGENTE
     Vista la documentazione presentata con note prot. 56513-56514-56516-56517 del 08-08-2017, da
     parte della ditta Peripoli srl con sede legale e operativa in comune Cornedo Vicentino, via Tezze di
     cereda n.39, relativa al progetto di un “impianto di raccolta e trattamento di veicoli a motore fuori
     uso.” richiedendo l’attivazione della procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale
     approvazione progetto ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e dell’art.11 della LR 4/2016.
     Dato atto che la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa al punto 7 lettera z.a) di cui
     all'Allegato IV, della parte II del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “ impianti di recupero
     rifiuti pericolosi mediante operazioni di cui all’Allegato C, lettere da R2 a R9”, della parte quarta del
     decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.
     Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale approvazione
     progetto rientra tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n.
     4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli interventi, come inpiduati dall’Allegato
     III alla Parte II del D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che la ditta Peripoli srl ha provveduto alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto
     deposito del progetto, in data 31/08/2017, sul quotidiano “Corriere del Veneto”, ed alla successiva
     presentazione al pubblico in data 07/09/2017.
     Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art. 24 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 21-03-2018 ha disposto
     la compatibilità ambientale del Progetto presentato con le prescrizioni contenute nel parere 09/2018
     allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che il provvedimento, ai sensi dell'art.26 c.4 del D.Lgs. 152/2006, sostituisce o coordina
     tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque dominanti




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     in materia ambientale, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o dell'impianto, ad
     eccezione di quanto espressamente previsto nel parere allegato.
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014) che è di giorni 270 (ID 177)
     Visti:
       • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
       • la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
       • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
         2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
         giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
       • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
         competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2017-2019;
     Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano Esecutivo di
     Gestione 2017/19;

                          DETERMINA

      1. giudizio di compatibilità ambientale con contestale autorizzazione e approvazione
        progetto ditta Peripoli srl con sede legale e operativa in comune Cornedo Vicentino, via
        Tezze di cereda n.39, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e dell’art.11 della LR 4/2016, relativa al
        progetto di un “impianto di raccolta e trattamento di veicoli a motore fuori uso.”con le
        prescrizioni riportate nel parere 09/2018 allegato alla presente determinazione per
        costituirne parte integrante e sostanziale;
      2. di dare atto che:
        a) alla realizzazione dell'impianto, il suo esercizio provvisorio e l'autorizzazione definitiva
        all'esercizio restano subordinati al rispetto delle condizioni, disposizioni e procedure
        previste dagli artt. 25 e 26 della L.R, 3/2000, nonché dalla D.G.R.V. 2229 del 20/12/2011 e
        successivamente modificata con DGRV 1543 del 31/07/2012;
        b) con la comunicazione di avvio dell'esercizio provvisorio l'approvazione progetto della
        nuova Determinazione sostituirà la precedente autorizzazione che verrà quindi a decadere;
        c) la presente autorizzazione, ai sensi dell'art.24 L.R. 3/2000 decade automaticamente
        qualora i lavori non vengano iniziati entro dodici mesi e la messa in esercizio non intervenga
        entro trentasei mesi;
        d) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 26, comma 6 del
        D.Lgs. n. 152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque
        anni dalla pubblicazione;
        e) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
        integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
        preventiva valutazione;
        f) il presente provvedimento sostituisce, ad ogni effetto, visti, pareri, concessioni,
        autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e comunali necessari per la
        realizzazione del progetto, ad esclusione del certificato di agibilità, che sarà rilasciato a cura
        del Comune di Cornedo Vicentino, e che subordina l'efficacia del presente provvedimento;
        con la presente approvazione del progetto si conferma la variante allo strumento urbanistico
        comunale intervenuta già in occasione della precedente approvazione, senza comunicazioni
        ostative da parte del comune.



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        3. di prescrivere che :
         a) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
         salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
         b) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
         un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
         dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale;
        4. a) avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
         Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso
         straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni;
         b) la documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Tutela e
         valorizzazione risorse naturali- Ufficio VIA della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n.
         1, Vicenza;
        5. di dare altresì atto che:
         a) il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
         www.provincia.vicenza.it;
         b) la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il presente
         provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali , nel quale sarà
         indicata l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato
         nella sua interezza;
         c) dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per
         eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati, nonché per le
         scadenze di cui al precedente punto 1);
         d) la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti
         sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del
         TUEL come modificato dal DL 174/12).
         di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e al consulente, al comune e SUAP di
         Cornedo Vicentino, al comune di Castelgomberto, ad ARPAV, all’ULss Berica n.8, al
         Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta. Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in
         materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti norme, con particolare riferimento alle
         competenze comunali in materia di edilizia e commerciale;
        6. di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai
         sensi e per gli effetti D.L. 33/20113;
        7. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
         diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
         sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
        8. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
         all'albo pretorio on line.

     Vicenza, 28/03/2018



                                      Sottoscritta dal Dirigente
                                       (MACCHIA ANGELO)
                                        con firma digitale



     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI



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                DETERMINAZIONE N° 269 DEL 28/03/2018


     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
     APPROVAZIONE E AUTORIZZAZIONE PROGETTO AI SENSI D.LGS. 152/2006 E
     S.M.E.I
     DITTA: PERIPOLI SRL
     PROGETTO: IMPIANTO DI RACCOLTA E TRATTAMENTO DI VEICOLI A MOTORE
     FUORI               USO
     LOCALIZZAZIONE:COMUNE DI CORNEDO VICENTINO, VIA TEZZE DI CEREDA
     N.39




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 28/03/2018.


     Vicenza, 28/03/2018




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                       AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                        SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                            Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                 Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                         PERIPOLI S.R.L.
                            PARERE N. 09/2018

     Oggetto: impianto di raccolta e trattamento di veicoli a motore fuori uso.
     PROPONENTE:           Peripoli srl
     SEDE LEGALE:           Via Tezze di Cereda n.39 – Cornedo Vicentino
     SEDE INTERVENTO:         Via Tezze di Cereda n.39 – Cornedo Vicentino
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Centri di raccolta, stoccaggio e rottamazione autoveicoli.
     PROCEDIMENTO:          valutazione di impatto ambientale con contestuale approvazione ed
                     autorizzazione del progetto, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. e
                     dell’art.11 della L.R. n. 4/2016.
     MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - Punto 7.
                     Progetti di infrastrutture - z.a) Impianti di recupero di rifiuti pericolosi,
                     mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte
                     quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
     COMUNE INTERESSATO:       Castelgomberto
     DATA DOMANDA:          08 agosto 2017
     DATA PUBBLICAZIONE:       31 agosto 2017
     DATA INTEGRAZIONI:        20 febbraio e 20 marzo 2018

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - Elaborato 1 - Relazione Tecnico Descrittiva;
      - Elaborato 2 - Studio Impatto Ambientale;
      - Elaborato 3 - Sintesi non tecnica;
      - Elaborato 4 - Valutazione di incidenza ambientale;
      - Elaborato 5 - Previsione Impatto Acustico;
      - Elaborato 6 - Piano di sicurezza;
      - Elaborato 7 - Piano di ripristino del sito;
      - Elaborato 8 - Certificato prevenzione incendi;
      - Elaborato 9 - Calcolo polizza fideiussoria;
      - Tavola 1 - Lay-out impianto;
      - Tavola 2 - Schema scarichi;
      - Tavola 3 - Viabilità;
      - Allegato 1 - Planimetrie stato approvato;
      - Allegato 2 - Documentazione fotografica;
      - Allegato 3 - Etichettatura rifiuti;
      - Allegato 4 - Scheda Informativa dei rischi;
      - Allegato 5 - Scheda di sicurezza banco lavaggio;
      - Allegato 6 - Recuperatore gas refrigerante;
      - Allegato grafico 1 - Corografia 1: 10.000;
      - Allegato grafico 2 - Estratto CRT in scala 1:5.000;
      - Allegato grafico 3 - Planimetria catastale scala 1:2.000;
      - Documento 1 - visura camerale;
      - Documento 2 - documento di identità del legale rappresentante;
      - Documento 3 - documento contratto d'affitto;

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       -  Documento 4 - autorizzazione esercizio.
                                 PREMESSE
     L’attività della ditta consiste nella raccolta di veicoli fuori uso (principalmente autoveicoli) non bonificati
     (CER 16 01 04*) e bonificati (CER 16 01 06), nel trattamento di bonifica dei mezzi ed eventuale successiva se-
     parazione delle parti recuperabili per la rivendita di pezzi di ricambio e il recupero dei materiali.
     La ditta risulta ad oggi già autorizzata per i codici CER citati.
     La ditta Peripoli srl intende apportare alcune modifiche al proprio impianto.
     Il nuovo impianto prevede la possibilità di ricevere in ingresso, oltre agli autoveicoli fuori uso (codice CER
     16 01 04* e 16 01 06 già autorizzati), anche i rifiuti con codici CER 16 01 17, 16 01 18 e 16 01 22 provenienti dal
     settore delle riparazioni automobilistiche.
     La ditta intende principalmente dare seguito all’attuale attività di raccolta di veicoli fuori uso non bonificati
     (CER 16 01 04*) e bonificati (CER 16 01 06) mantenendo la capacità massima di trattamento autorizzata pari a
     4.000 mezzi leggeri e 500 mezzi pesanti all’anno, corrispondenti a 5.000 t/anno.
     Le operazioni che vengono eseguite su detti rifiuti non sono:
     • R13: messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso
     il deposito temporaneo prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti);
     • R4: riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici.
     - unità B con superficie di vendita non alimentare pari a 3.365 mq di cui 135 mq situati in un’area esterna.

                              UBICAZIONE
     L’impianto di autodemolizione, oggetto di modifica, comprende un fabbricato in piena disponibilità della
     ditta proponente e le relative pertinenze esterne (piazzali e viabilità interna); il lotto produttivo aziendale è
     ubicato in via Tezze di Cereda, n. 39 in prossimità della zona industriale di Cornedo Vicentino (VI), posta
     lungo la Strada Provinciale 246 “Recoaro”.
     Sotto il profilo geografico, l'area in esame è situata nella media Valle dell’Agno ad una quota di circa 160 m
     s.l.m., in prossimità della confluenza tra l’asse vallivo principale e l’impluvio di sinistra idrografica del T.
     Poscola.
     L’immobile aziendale ricade in prossimità di una zona industriale classificata come ZTO “D – Produttiva”
     dallo strumento urbanistico comunale vigente e risulta confinante con una zona agricola e con una zona clas-
     sificata F4 “verde pubblico.
     I primi insediamenti produttivi distano circa 60 m dal lotto aziendale e sono relativi a:
     • un’autofficina meccanica;
     • un’azienda per la lavorazione di materiali plastici.
     L’accesso all’impianto di autodemolizione avviene direttamente dalla zona produttiva limitrofa; quest’ulti-
     ma è a sua volta servita dalla S.P. 246 “Recoaro”, che attraversa il territorio amministrativo di Cornedo Vi-
     centino da Sud-Est a Nord-Ovest sulla direttrice Montecchio Maggiore (autostrada A4) – Valdagno - Recoa-
     ro.
     Il contesto territoriale circostante il sito aziendale, presenta lineamenti urbanistici complessi, in linea con i
     connotati del territorio della valle dell’Agno: le zone edificate consolidate dei centri municipali si alternano
     alle zone industriali più o meno estese, relegando a lembi ormai frammentati di territorio le zone agricole di
     fondovalle, mentre i versanti vallivi e i contesti collinari conservano i lineamenti e la vocazione agricole e sil-
     vicole, dove si alternano ampi settore boscati con radure più o meno estese destinate alle pratiche agricole.




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                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Cornedo Vicentino;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Cornedo Vicentino;
     • Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) ;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Tutela dell’Atmosfera;
     • Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti;
     • Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
     il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti.
     In particolare:
     - l’impianto in questione è ubicato in zona agricola E2B e quindi occorre sia chiarita la compatibilità
     urbanistica dell’attività (zona agricola, coni visuali etc.);
     - l’introduzione dei cantilever nel piazzale aziendale esterno comporterà la modifica dell’attuale stato dei
     luoghi, in quanto le macchine accatastate con tale sistema raggiungeranno l’altezza di circa 7 m, a fronte
     degli attuali 3 m; secondo l’Atlante dei Paesaggi del Veneto, l’area aziendale ricade all’interno dell’Ambito
     di Paesaggio n. 14 “Prealpi vicentine”. Per conservare e migliorare la qualità del paesaggio vengono
     inpiduati, per questo ambito, una serie di obiettivi e indirizzi prioritari. Tra questi sarebbe opportuno, in
     relazione anche alle mitigazioni e compensazioni che dovranno essere previste, rapportarsi con il punto 26b
     (Promuovere un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale delle aree produttive ... , anche sulla base
     di adeguati studi sulla percezione visiva e sociale);
     - per la parte paesaggistica (quadro ambientale) sarebbe opportuna la predisposizioni di rendering dal cono
     visuale più vicino indicato dal PAT;
     - in riferimento alla TAV. 3 Carta della fragilità del PAT sarebbe opportuno approfondire le motivazioni che
     hanno portato ad inpiduare l’area interessata come ”area idonea a condizione” e metterle in rapporto con
     l’attività in questione.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; a proposito della richiesta “compatibilità
     urbanistica”, si chiede di completare l’iter amministrativo della pratica per ottenere il rilascio del
     Certificato di Agibilità, procedendo al versamento degli Oneri di Urbanizzazione relativi.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     L’attività attuale
     La ditta Peripoli srl intende apportare alcune modifiche al proprio impianto di autodemolizione autorizzato,
     sito in Comune di Cornedo Vicentino (VI) in via Tezze di Cereda n. 39. Il nuovo impianto prevede la
     possibilità di ricevere in ingresso, oltre agli autoveicoli fuori uso (codice CER 16 01 04* e 16 01 06 già


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     autorizzati), anche i rifiuti con codici CER 16 01 17, 16 01 18 e 16 01 22 provenienti dal settore delle
     riparazioni automobilistiche.
     La ditta intende principalmente dare seguito all’attuale attività di raccolta di veicoli fuori uso non bonificati
     (CER 16 01 04*) e bonificati (CER 16 01 06) mantenendo la capacità massima di trattamento autorizzata pari a
     4.000 mezzi leggeri e 500 mezzi pesanti all’anno, corrispondenti a 5.000 t/anno.
     Le operazioni che vengono eseguite su detti rifiuti non sono:
     • R13: messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso
     il deposito temporaneo prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti);
     • R4: riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici.
     L’attività della ditta consiste nella raccolta di veicoli fuori uso (principalmente autoveicoli) non bonificati
     (CER 16 01 04*) e bonificati (CER 16 01 06), nel trattamento di bonifica dei mezzi ed eventuale successiva
     separazione delle parti recuperabili per la rivendita di pezzi di ricambio e il recupero dei materiali. La ditta
     risulta ad oggi già autorizzata per i codici CER citati.
     Modifiche di progetto
     Il progetto in esame prevede di apportare le seguenti modifiche all’impianto autorizzato:
     1. Accettare in ingresso anche i rifiuti con codici CER 160117, 160118 e 160122, attualmente trattati solo come
     prodotti dalla propria attività (e non in ingresso).
     2. Aumentare le quantità in stoccaggio dei seguenti rifiuti:
     -    Olio combustibile e carburante diesel, CER 13 07 01*
     -    Altri carburanti, CER 13 07 03*
     -    Pneumatici fuori uso, CER 16 01 03
     -    Filtri olio e carburanti, 16 01 07*
     -    Cavi, rame, magnesio, materiale elettrico non contenete mercurio, CER 16 01 18 - 17 04 11
     -    Batterie, CER 16 06 01*
     3. Stoccare le auto bonificate non più direttamente sovrapposte a contatto una sull’altra (come attualmente
     avviene) ma con un sistema “a cantilever”.
     4. Utilizzare l’area di conferimenti mezzi da bonificare (area A Tav. 1) anche per lo stoccaggio di mezzi
     bonificati, in attesa di trasferimento da/a deposito automezzi in sicurezza (Area C Tav. 1).
     5. Riorganizzare l’ubicazione dei nuovi stoccaggi dei rifiuti all’interno del capannone
     6. Riorganizzare l’ubicazione delle zone di bonifica e smontaggio automezzi
     7. Spostare l’area di parcheggio ad uso privato
     8. Adeguamento del sistema di sollevamento delle acque di prima pioggia.
     OPERAZIONI DI RECUPERO E QUANTITATIVI
     Nel prospetto che segue sono riportati la tipologia di rifiuti, l’attività ed i quantitativi annui previsti. Si
     precisa che il peso medio di un mezzo da bonificare è pari a 1 tonnellata, mentre quello di un mezzo
     bonificato è 0,75 tonnellate.
            Operazioni di        Descrizione             Quantità massime
             recupero
                     Riciclo/recupero di componenti
               R4      principalmente metallici (parti di
                     ricambio motori).
                     Messa in riserva di rifiuti per
                     sottoporli a una delle operazioni
                     indicate nei punti da R1 a R12      40 t/giorno     5.000 t/anno
               R13     (escluso il deposito temporaneo
                     prima della raccolta, nel luogo in
                     cui sono prodotti).
     TIPOLOGIE DI RIFIUTI IN TRATTAMENTO
     Dall’esame delle tabelle allegate al progetto si evidenzia quanto segue:
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     - OPERAZIONE RECUPERO R4 (TRATTAMENTO) RIFIUTI IN INGRESSO:
     vi è un significativo incremento di: auto da bonificare (da 45 a 51 unità ); motori (da 0 a 12.000 kg); Ferro (da
     0 a 10.000 kg); Alluminio, rame/ottone (da 0 a 6.100 kg).
     - OPERAZIONE RECUPERO R13 (STOCCAGGIO) RIFIUTI PRODOTTI:
     * restano inalterati i quantitativi di (pericolosi): olio motore; olio trasmissione; scarti di olio minerale per
     motori, ingranaggi e lubrificazione clorurati; olio del cambio; scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e
     lubrificazione; altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione; Olio circuito idraulico; Liquido dei freni;
     Antigelo-liquido refrigerante; catalizzatori esauriti contenenti sostanze pericolose; Condensatori con PGB;
     Componenti con Mercurio; Air-bag; freni con amianto; materiale assorbente esausto; colaticci; soluzioni
     acquose di scarto contenenti sostanze pericolose; componenti pericolose perse; sovente esausto,
     (non pericolosi): legno; materiale plastico; rifiuti assimilabili vari; vetro; filtri aria; catalizzatori non
     pericolosi; pastiglie per freni perse; fluidi del sistema di condizionamento; imbottiture sedili in
     poliuretano esp; pannelli sportelli auto; bombole GPL; altri componenti; auto bonificate all’interno
     * subiscono un aumento i seguenti Prodotti (pericolosi): filtri olio e carburanti (da 100 a 400 kg); olio
     combustibile e carburante diesel (da 25 a 500 kg); altri carburanti (da 25 a 200 kg); batterie (da 2.500 a 4.000);
     (non pericolosi): motori (da 18.000 a 30.000 kg); ferro acciaio e ghisa (da 30.000 a 40.000 kg); alluminio (da
     10.000 a 15.000 kg); rame (da 200 a 1.000 kg); ottone (da 200 a 500 kg); pneumatici fuori uso (da 10.000 a
     20.000 kg); Cavi, rame, magnesio, materiale elettrico non contenente mercurio (da 100 a 3.000 kg); auto
     bonificate all’esterno (da 720 a 1.000 auto).
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     Organizzazione dell’impianto
     La ditta opera durante l’orario diurno ed indicativamente nell’ orario dalle 7.00 alle 19.00.
     Ai sensi del comma 3.4 – All. I -D.Lgs. n 209/03 i settori elencati con le lettere A, B, C, E, D, F e G sono
     pavimentati in cls impermeabile, resistente alle sostanze liquide contenute nei veicoli. In particolare il settore
     B, dove è maggiore il rischio di spandimenti, è pavimentato in cls impermeabilizzato con resina ed è dotato
     di sistema di raccolta degli spanti. I settori adibiti al trattamento, al deposito delle parti di ricambio e allo
     stoccaggio di rifiuti pericolosi sono ubicati in aree coperte, all’interno del capannone come previsto dal
     D.Lgs. n 209/03 – All. I – comma 3.5.
     SETTORE DI CONFERIMENTO E DI STOCCAGGIO DEL VEICOLO FUORI USO PRIMA DEL
     TRATTAMENTO
     L’area di conferimento e stoccaggio è ubicata all’esterno del capannone (Area A della Tav. 1); si prevede,
     inoltre, di utilizzare all’occorrenza l’area di bonifica automezzi pesanti (Area B) anche per stoccaggio di
     mezzi da bonificare e bonificati. Gli automezzi da bonificare sono conferiti all’interno dell’impianto con uno
     dei seguenti modi:
     • consegnati direttamente dal detentore privato;
     • tramite soggetto autorizzato al trasporto dei veicoli fuori uso;
     • tramite un concessionario, gestore di automercato o della succursale di una casa costruttrice che aveva
     ritirato il veicolo destinato alla demolizione.
     Alla consegna vengono effettuate le verifiche in merito alla documentazione del veicolo, alle eventuali
     autorizzazioni al trasporto, alla documentazione sul trasporto rifiuti. Successivamente il veicolo viene
     scaricato dagli automezzi utilizzati per il trasporto dello stesso (se necessario) in attesa delle operazioni di
     messa in sicurezza e demolizione. I veicoli da sottoporre a trattamento di bonifica subito dopo il loro arrivo
     possono essere conferiti e stoccati, oltre che in Area A, anche direttamente nel settore di trattamento ( Area B
     della Tav. 1).
     SETTORE DI TRATTAMENTO DEL VEICOLO FUORI USO
     L’area di trattamento (messa in sicurezza e demolizione) è ubicata all’interno del capannone. Sono previste
     due aree di messa in sicurezza; entrambe sono pavimentate con cls impermeabilizzato con resina, dotate di

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     pendenza tale da convogliare eventuali spanti verso un griglia collegata a contenitore di raccolta a tenuta
     (Area B della Tav. 1). In ogni caso, i ponti dedicati alla messa in sicurezza e demolizione sono dotati di
     proprio bacino di contenimento in grado di raccogliere eventuali spanti accidentali. In seguito
     all’accettazione il veicolo viene sottoposto ai seguenti trattamenti elencati in ordine cronologico:
     • messa in sicurezza: operazione di rimozione dei componenti pericolosi;
     • demolizione: operazione di smontaggio, di rimozione, di separazione e di deposito dei pezzi di ricambio
     commerciabili e dei materiali e dei componenti in modo da non compromettere le successive possibilità di
     reimpiego, di riciclaggio e di recupero.
     SETTORE DI DEPOSITO DELLE PARTI DI RICAMBIO
     Il settore è ubicato all’interno del capannone in scaffalature e cassoni (area H).
     SETTORE DI ROTTAMAZIONE PER EVENTUALI OPERAZIONI DI RIDUZIONE VOLUMETRICA
     La pressa oleodinamica per la riduzione volumetrica delle carcasse dei veicoli bonificate e i rifiuti
     recuperabili asportati è posizionata nell’ Area E interna al capannone.
     SETTORE DI STOCCAGGIO DEI RIFIUTI PERICOLOSI
     Lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi prodotti avviene all’interno del capannone (Aree F). I rifiuti pericolosi
     vengono separati all’origine e stoccati, in relazione alla provenienza, alla tipologia e alle caratteristiche di pe-
     ricolo, in appositi contenitori a tenuta stagna e su bacino di contenimento se necessario. I contenitori hanno
     caratteristiche chimico-fisiche idonee al contenimento del rifiuto stesso.
     SETTORE DI STOCCAGGIO DEI RIFIUTI RECUPERABILI
     E’ prevista un’area interna per lo stoccaggio dei rifiuti non pericolosi (Aree G). I rifiuti non pericolosi e
     recuperabili sono anch’essi sistemati all’interno di contenitori in relazione ai rispettivi codici CER.
     SETTORE DI DEPOSITO DEI VEICOLI TRATTATI
     I veicoli bonificati sono stoccati in un’apposita area sul piazzale esterno (Aree C). Allo stato attuale i veicoli
     trattati possono essere sovrapposti uno sull’altro a contatto diretto (fino ad un massimo di 3); il progetto
     prevede di installare un sistema di stoccaggio “a cantilever”, in modo da non dover sovrapporre a contatto i
     veicoli (fino ad un massimo di 4). In tal modo si preservano le scocche per l’eventuale vendita e al contempo
     si aumenta la sicurezza.
     CRITERI PER LO STOCCAGGIO DEI RIFIUTI
     I rifiuti sono stoccati all’interno del capannone e gestiti in modo da assicurare la protezione ambientale e la
     salute dell’uomo; sono, inoltre, sudpisi in base alle loro caratteristiche di pericolosità (art 187 D.Lgs
     152/2006- pieto di miscelazione di rifiuti pericolosi). Non sono presenti contenitori fissi o interrati. Tutti i
     contenitori di liquidi sono posizionati su bacini di contenimento di capacità pari al serbatoio stesso, oppure,
     nel caso che nello stesso bacino di contenimento vi siano più serbatoi, pari ad almeno il 1/3 del volume totale
     dei serbatoi e, in ogni caso, non inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità. Sui recipienti è
     apposta idonea etichettatura, con l'indicazione del rifiuto stoccato conformemente alle norme vigenti in
     materia di etichettatura e di sostanze pericolose.
     MACCHINE ED ATTREZZATURE UTILIZZATE
     Presso l’impianto aziendale sono utilizzati i seguenti macchinari ed attrezzature:
     • Pressa Bonfiglioli a motore a scoppio per la pressatura delle carcasse bonificate;
     • Carrelli elevatori (a gasolio o batterie) per la movimentazione interna dei carichi;
     • Caricatore gommato con polipo Solmec per la movimentazione dei carichi nel piazzale esterno;
     • Ponti autosollevanti per la bonifica delle automobili;
     • Utensili manuali o ad aria compressa o a batteria in genere;
     • Carrello porta bombole a miscela ossi-acetilenica per modesti interventi di taglio lamiere e cesoiatura–re-
     cupero rifiuti metallici recuperabili.
     SISTEMA DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE
     In nessuna delle fasi di produzione è previsto il consumo o l’utilizzo d’acqua e da nessuna delle fasi
     operative legate alla produzione si originano acque reflue.
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     Gli scarichi relativi all’impianto sono:
     • scarico nella rete delle acque nere delle acque provenienti dai servizi igienici, conferite in fognatura
     comunale;
     • scarico delle acque meteoriche di prima pioggia delle coperture e dei piazzali in fognatura comunale;
     • scarico delle acque meteoriche di seconda pioggia delle coperture e dei piazzali in fognatura bianca, che
     conferisce poi in corpo idrico superficiale.
     Le acque di prima pioggia sono raccolte in un bacino dedicato, successivamente vengono trattate e inviate
     allo scarico in fognatura consortile. Un ulteriore bacino è dedicato alla raccolta acque da spegnimento
     incendio.
     MODIFICHE DI PROGETTO
     Al fine di adeguare l’impianto alla vigente normativa, il progetto in esame prevede:
     • l’installazione di un sensore di pioggia per comandare la pompa di sollevamento delle acque di prima
     pioggia con un ritardo di 5 h dopo la fine dell’evento;
     • la normativa impone lo svuotamento della vasca di prima pioggia al massimo entro 48 h dalla fine
     dell’evento; a tal proposito il progetto prevede l’aumento della portata della pompa di sollevamento delle
     acque di prima pioggia da 2 a 3 mc/h. In tal modo si assicurerà che la vasca di raccolta delle acque di prima
     pioggia sia vuota dopo 35 h dal termine dell’evento, in accordo con la normativa in materia.
     La richiesta formulata corrisponde ad una modifica sostanziale rispetto ai criteri stabiliti dalla Regione e,
     conseguentemente, risulta necessario chiarire:
     a) se la casa visibile ad est della zona autoveicoli da bonificare sia "stabilmente" occupata e rispetto a quale
     riferimento;
     b) la distanza tra l'"abitazione custode ZTO D" (vedi pag 16 dello SIA e l'allegato) e il perimetro aziendale
     con particolareggiato il lay-out interno.
     Si richiede inoltre di verificare i dati in aumento degli stoccaggi, considerato che gli stessi incidono, poi,
     sulla determinazione delle garanzia finanziarie.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.
                                111
                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     L’intervento sull’impianto di Autodemolizione non prevede modifiche strutturali al fabbricato aziendale o
     alle aree esterne di proprietà (ad esclusione della realizzazione di una tettoia), non è stata ritenuta
     significativa la “fase di cantiere” del progetto relativamente alla generazione di interferenze potenziali nei
     confronti della presente componente ambiente.
     Nella “fase di esercizio” dell’impianto – stato di progetto si inpiduano le seguenti due tipologie di
     emissioni aeriformi:
     1. Emissioni aeriformi convogliate in atmosfera - Camino n. 1 a servizio impianto lavaggio pezzi a ciclo
       chiuso con riciclo del solvente;
     2. Emissioni aeriformi diffuse in ambiente di lavoro – Attività di “taglio lamiere” tramite ossitaglio e boni-
       fica bombole GPL/metano tramite idoneo impianto eseguite all’interno del capannone .




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   Dalla documentazione presentata risulta quanto segue:
                                                              Aumento % di COV
                              Frequenza       Sostanze     Livelli stimati di  stimato (relativo al totale
        Emissioni       Lavorazioni
                              emissioni       emesse       emissione      annuo nel Comune di
                                                              Cornedo Vicentino)
       Camino n. 1
      Altezza suolo=8 mt   Sgrassaggio pezzi    0,5 ore/giorno     C.O.V.      3 Kg/giorno         + 0,01
     Portata=1.000 Nmc/h
                             1 ora/settimana
                              (occasionale
                                         Acetilene,
         Diffuse       Ossitaglio     durata massima               Ritenuto non       Ritenuto non
                                         propano,
      interno capannone    Bonifica bombole     operazione               significativo       significativo
                                        metano, CO2
                               ca. 5 min.)


     La Proponente in merito alle emissioni diffuse non dispone di dati quantitativi, tuttavia sulla base delle
     condizioni operative dell’impianto evidenzia l’assenza di significativi contributi aggiuntivi ad opera delle
     operazioni di ossitaglio nonché all’emissione di sostanze pericolose la cui ricaduta può interessare in modo
     significativo ricettori sensibili circostanti.
     Quanto sopra considerato, si ritiene ragionevole che in relazione al progetto presentato non emergano im -
     patti aggiuntivi significativi sulla presente componente.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     Nell’attività in esame non è previsto il consumo di acqua ne la produzione di acque reflue di processo.
     Dalla documentazione presentata si evince che gli unici scarichi relativi all’impianto sono:
      Scarico nella rete delle acque nere delle acque provenienti dai servizi igienici, conferite in fognatura co-
      munale; autorizzazione 15202/AMB del 27 febbraio 2009.
      Scarico delle acque meteoriche di prima pioggia delle coperture e dei piazzali in fognatura comunale; au -
      torizzazione 15202/AMB del 27 febbraio 2009; le acque di prima pioggia sono raccolte in un bacino dedi-
      cato, successivamente vengono trattate e inviate allo scarico in fognatura consortile.
      Scarico delle acque meteoriche di seconda pioggia delle coperture e dei piazzali in fognatura bianca che
      conferisce in corpo idrico superficiale; autorizzazione 15202/AMB del 27 febbraio 2009.
     Tutte le autorizzazioni sopraccitate risultano volturate alla Società Peripoli s.r.l. nel febbraio 2016.
     Un ulteriore bacino è dedicato alla raccolta acque da spegnimento incendio. Il progetto non prevede
     modifiche significative all’impianto.

                      Raccolta acque di prima pioggia e spegnimento incendio

                Le acque provenienti dai piazzali e dalle coperture vengono convogliate ad un pozzetto di
      Stato di Fatto    grigliatura per la separazione dei corpi grossolani, e quindi, attraverso il pozzetto scolmatore, al
                bacino di raccolta acque di prima pioggia; tale vasca ha una capacità di 97 mc e pertanto la prima
                pioggia raccolta corrisponde ai primi 10 mm. Una volta che il bacino è pieno le acque di supero
                sono inviate per gravità ad un secondo pozzetto scolmatore per il riempimento del bacino raccolta
                acque per spegnimento incendio (97 mc). Normalmente tale bacino è mantenuto pieno e pertanto
                le acque di supero (seconda pioggia) vengono conferite direttamente in corpo idrico superficiale
                attraverso conduttura di fognatura bianca).
     Stato di Progetto    installazione di un sensore di pioggia per comandare la pompa di sollevamento delle acque di

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                prima pioggia con un ritardo di 5 h dopo la fine dell’evento;
                aumento della portata della pompa di sollevamento delle acque di prima pioggia da 2 a 3 mc/h.
                per assicurare svuotamento vasca raccolta acque di prima pioggia entro 35 h dal termine
                dell’evento.

     La Proponente, considerato che:
      le acque “prima pioggia” di dilavamento dei piazzali esterni, dove si svolgeranno le operazioni di stoc -
       caggio dei rifiuti in ingresso e dei veicoli bonificati, saranno oggetto di trattamento (impianto esistente) e
       invio presso la rete fognaria delle acque nere
      le acque “seconda pioggia” di dilavamento dei piazzali esterni saranno invece inviate presso la rete delle
       acque bianche della lottizzazione produttiva (Roggia delle Tezze) secondo le modalità e autorizzazioni vi-
       genti, mantenendo pertanto inalterato il quadro attuale.
      I quantitativi di “acque dilavamento piazzali esterni” previsti nello stato di progetto risultano del tutto
       paragonabili a quelli storicamente immessi (stato di fatto) in ragione della sostanziale invarianza delle su-
       perfici esterne al capannone.
      Saranno previsti tutti gli accorgimenti tecnici e le procedure gestionali atti a evitare/minimizzarne l'even-
       tuale dispersione di sostanze inquinanti, ovvero:
        gli operatori saranno istruiti per intervenire prontamente con le dovute procedure di emergenza e di
         bonifica nell’eventualità si verificassero situazioni a rischio come sversamenti accidentali dovuti a gua-
         sti di macchinari, incidenti tra automezzi e/o sversamenti di sostanze pericolose;
        il pozzetto fiscale posto a valle dell’impianto di trattamento aziendale, idoneo per i prelievi e le misu-
         re di portata dei reflui di scarico, sarà costantemente mantenuto in efficienza ed accessibile per con-
         sentire in qualsiasi momento il prelievo manuale o con attrezzatura automatica, nonché il controllo
         delle autorità competenti;
     ritiene che la gestione delle acque e l’assetto idrografico dell’ambito territoriale in cui ricade l’impianto di
     progetto consentono di escludere la possibile contaminazione di corsi d’acqua, sia naturali che antropici
     tanto più che l’area di progetto non interessa direttamente alcun corso d’acqua. Dichiara, inoltre, che i
     quantitativi immessi nella roggia delle Tezze risultano compatibili con il regime idraulico del corso d’acqua
     interessato.
     Considerato quanto sopra, si ritiene ragionevole che in relazione al progetto presentato non emergano im -
     patti aggiuntivi significativi sulla presente componente; ad ogni buon conto si suggerisce di dedicare parti -
     colare attenzione alle operazioni/modalità di stoccaggio provvisorio e movimentazione dei rifiuti in ingresso
     e dei veicoli bonificati nell’area pavimentata esterna al capannone, al fine di prevenire/minimizzare gli even-
     ti di potenziale contaminazione delle acque meteoriche di dilavamento.
     Tuttavia, per quanto riguarda le acque meteoriche la ditta scarica la 1° pioggia piazzali in fognatura acque
     nere dopo trattamento e la 2° pioggia piazzali diretta in acque superficiale, ma non viene descritta la destina -
     zione dei pluviali e risulta necessario chiarire la coerenza con l'art. 39 delle NTA nè con DL 24 giugno 2003 n.
     209 Allegato 1 punto 2.1.c che prevede che tutte le acque devono essere trattate. Risulta pertanto necessario
     fornire ulteriori informazioni:
     - numero di giorni di presenza di acqua sulla "roggia delle Tezze";
     - destino delle pluviali;
     - modalità (possibilità) adeguamento al c.1 art. 39 NTA e DL 209/2003.
     Quanto sopra anche in relazione a quanto riportato nella sintesi non tecnica, che riporta: " Le acque di secon-
     da pioggia, eccedenti le acque di prima pioggia, non provocano, per la loro stessa natura, il rilascio di quan-
     titativi significativi di sostanze inquinanti. Il loro invio diretto alla roggia delle Tezze non rappresenta, quin -
     di, un elemento di criticità relativamente alla possibilità di contaminazione delle acque superficiali in quan-
     to, per l’appunto, non contenenti inquinanti di sorta”.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
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                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     La proponente riporta elementi generici di inquadramento tratti dall’analisi della carte geologiche del
     Veneto: il sito produttivo in esame ricade nel sistema idrogeologico dell’alta pianura veneta,
     rappresentato da una serie di conoidi alluvionali ghiaiose sovrapposte ed intersecate fra loro, che si
     sono formate in corrispondenza dello sbocco in pianura dei principali corsi d’acqua (Adige, Bacchiglione,
     Astico, Brenta, Piave); si tratta del materasso di alluvioni grossolane legato alle varie fasi deposizionali del
     T. Agno il cui spessore varia dai 30 ai 60 mt.
     La granulometria del materiale depositato decresce man mano che ci si allontanata dall’area collinare
     settentrionale alla quale si associa come noto un perso comportamento idrogeologico da materiali
     permeabili a materiali poco permeabili con intersezione nella fascia denominata “fascia della risorgive” in
     cui avviene il passaggio da un tipo all’altro.
     Siamo dunque in presenza di ghiaie medio grosse, sabbiose con ciottoli e debole matrice argilloso limosa.
     I litotipi più ampiamente rappresentati nelle alluvioni sono i calcari e le dolomie, subordinatamente si
     rinvengono le filladi, i tufi, i basalti e le porfiriti, cioè tutte le formazioni sedimentarie presenti nel bacino
     dell’Agno. Le varie fasi deposizionali, spesso hanno determinano una stratificazione dei depositi con
     alternanza di livelli a persa granulometria. In superficie è presente una copertura di terreni limoso‐
     argillosi di spessore mediamente non superiore a 12 mt.
     L’area è situata nel territorio a nord della tale fascia delle risorgive ed è caratterizzata da uno strato di
     materiale ghiaioso grossolano sede di una falda freatica indifferenziata che in generale varia da 60-70 m di
     profondità a nord a ridosso delle colline fino ad annullarsi a sud in corrispondenza delle risorgive, con rare
     intercalazioni di strati limoso-sabbiosi. In prossimità dell’area di intervento, l’altezza della falda freatica è di
     circa 145 m s.l.m.
     In aggiunta si evidenzia che:
     - l’impianto sfrutterà un capannone industriale esistente senza comportare la perdita di suolo ovvero la
     possibilità di determinare sottrazione – distruzione - perdita o frammentazione di superfici esterne
     all’ambito produttivo;
     - la configurazione di progetto, inoltre, non interessa in modo diretto o indiretto sezioni di scorrimento dei
     corsi d’acqua e più in generale gli alvei fluviali o le aree di pertinenza.
     Dalla documentazione presentata risulta altresì che relativamente all’ambito locale (area di progetto ed
     immediato intorno) l’ambiente idrico superficiale è condizionato in linea generale dai seguenti fattori:
     - la rete idrografica locale è poco sviluppata come è tipico dell’alta pianura, zona a Nord della fascia delle
     risorgive, ed è rappresentata dai seguenti corsi d'acqua principali: il t. Agno e il t. Poscola caratterizzati da
     prolungati regimi di secca;
     - l’area è caratterizzata dalla presenza di un materasso alluvionale in cui è presente un acquifero permeabile
     ed idraulicamente indifferenziato, ospitante una ricca falda freatica, che in generale varia da 10-15 m di
     profondità;
     - le attività di stoccaggio e recupero rifiuti si svolgeranno esclusivamente su superfici impermeabilizzate e
     l’esercizio dell’impianto in progetto non dà luogo ad alcuno scarico diretto o indiretto di acque industriali
     (reflui di processo), mentre le acque meteoriche di dilavamento, interessate dalla presenza di potenziali
     sostanze inquinanti (prima pioggia) saranno inviate alla rete fognaria.
     Per quanto sopra riportato, la Proponente evidenzia che il progetto non può produrre alcun impatto
     peggiorativo rispetto all’attuale stato di qualità e non determina possibili effetti negativi significativi nei
     confronti del settore ambientale SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDRO-GEOMORFOLOGICO.

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     Considerato che non si prevede alcuna modifica all’edificio né un aumento della superficie
     impermeabilizzata e che l’impianto è già esistente ed operativo con relative autorizzazioni e che non sono
     previste modifiche alle strutture o ai piazzali né nuove pavimentazioni o scavi, è ragionevole ritenere che la
     realizzazione del progetto non preveda alcuna alterazione della componente suolo e sottosuolo.
     Ciò non di meno, preso atto che (SPA § 4.5):
     - nell’ambito comunale sono presenti pozzi di prelievo per uso idropotabile.
     - i pozzi più prossimi, ubicati nel territorio comunale, sono posti a circa 1,1 km in direzione Sud (zona
     agricola) e a circa 3 km in direzione Nord-Ovest (centro municipale di Cornedo),
     si è del parere che non sia sufficiente asserire che " l’impianto aziendale si colloca, pertanto, ad una distanza
     superiore ai 200 m rispetto ai “pozzi a servizio di pubblico acquedotto" per dare garanzie che l'attività, da
     considerarsi nell'assetto di gestione attuale e della variante proposta, non determini alcun impatto
     significativo nei riguardi della risorsa pregiata.
     Atteso inoltre che la tipologia dei terreni locali che alloggiano la falda è tipica di ambienti geologici a
     velocità di deflusso della falda "non trascurabile";
     - stante il fatto che nei documenti depositati non sussiste cenno a dati di caratterizzazione litostratigrafica
     precisi (in grado di confermare ad esempio la presenza di orizzonti superficiali impermeabili) ma solo ad
     informazioni di origine bibliografica ed a carattere regionalizzato;
     - visto che, in aggiunta, negli atti tecnici non è del precisata in modo sufficiente la effettiva profondità della
     prima circolazione di falda presso il sottosuolo del sito;
      - considerata invece la presenza acclarata di un bersaglio sensibile (pozzo idropotabile) posto a valle
     idrogeologico dell'insediamento;
      - valutato che in siffatte condizioni il criterio geometrico di "protezione" (pari a 200 m) può anche non
     assicurare intrinsecamente presidi di sicurezza e/o tempi di risposta sufficienti per la tutela del consumo
     idrico umano;
     - stante il fatto che, come correttamente il Proponente evidenzia, sulla base della Tavola 7 “Vulnerabilità
     dell’acquifero e rischio risorse idropotabili” allegata al Rapporto Ambientale del PTCP, gli acquiferi
     soggiacenti l’ambito territoriale afferente l’area di progetto risultano classificati a vulnerabilità elevata e che
     secondo la “Carta geologica del Veneto” l’ambito territoriale ricade all’interno di una ... "area di massima
     alimentazione delle falde freatiche”.
     Si ritiene di richiedere un approfondimento specialistico sui rapporti tra attività produttiva e pozzo di presa
     (in altri termini va dimostrato in modo scientifico che la distanza tra potenziale sorgente (la ditta) ed il
     bersaglio (pozzo di acquedotto) costituisce un presupposto sufficiente ad escludere a priori ogni impatto
     sulla risorsa idrica sotterranea).
     Tale contributo dovrà ricostruire un modello concettuale verosimile del sito (nel territorio compreso tra
     azienda e pozzo), per giungere a valutazioni tecniche in grado di quantificare in modo ragionevole il grado
     di rischio ambientale riconducibile alla posizione reciproca tra insediamento e pozzo di presa. In tal senso
     anche l'acquisizione di dati storici di quantità e qualità del pozzo, acquisibili presso il Gestore, vengono
     considerati importanti per saturare le lacune conoscitive presenti entro lo SPA su queste tematiche.
     Stante l'insediamento della ditta su zona di ricarica degli acquiferi, la verifica dell'l'integrità e la pulizia di
     piazzali e pavimenti interni dovrà essere effettuata e compresa in documenti operativi gestionali. Tali
     operazioni devono essere previste anche in zona sottostante ai cassoni interni. Infatti, durante il sopralluogo,
     è stata rilevata la presenza interna di cassone da cui fuoriusciva, raccolto su contenitore, olio; lo stesso
     cassone evidenziava nella zona ad esso sottostante presenza di resti e rimasugli che precludevano alla
     possibilità di verifica visiva dell'integrità del suolo sottostante.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.




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                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     Relativamente all’ambito locale (area di progetto ed immediato intorno), la rumorosità locale è condizionata
     in linea generale dai seguenti fattori:
     • le principali sorgenti sonore rilevabile nei pressi del sito aziendale sono dovute principalmente alle attività
     delle ditte presenti nella zona industriale (Z.T.O. D); si registrano, inoltre, valori di rumorosità dovuti al traf-
     fico veicolare lungo la SP 246 e alla SP 124;
     • l’area di progetto confina a Nord-Ovest con una zona agricola, mentre le abitazioni singole più prossime al
     sito sono ubicate a circa 50 m dal limite di proprietà (abitazione interna alla zona industriale R1) e 30 m dal
     limite di proprietà (abitazione in zona agricola R2) e a 85 m a ovest (R3) identificate in IV, III e in I classe se-
     condo il Piano di Zonizzazione Acutica Comunale. In particolare le suddette abitazioni si collocano a 30 m,
     50 e 85 m dall’impianto di progetto.
     Durante la fase di esercizio le fonti di rumorosità significative verso l’ambiente esterno sono riconducibili a:
     impiantistica e mezzi utilizzati per l’esercizio dell’attività di recupero autoveicoli.
     I potenziali effetti correlati all’attivazione dell’attività di autodemolizione sono relativi a:
     impatti diretti da rumore su ricettori sensibili in fase di esercizio da attrezzature e macchinari utilizzati du -
     rante le fasi lavorative.
     Traffico indotto dai mezzi dell’attività.
     Le operazioni di recupero, caratterizzate da emissioni di rumore di tipo continuo, si svolgono all’interno del
     capannone aziendale, caratterizzato da finestrature, porte e portoni normalmente chiusi. Le operazioni di ca-
     rico/scarico e di stoccaggio, discontinue ed occasionali, si svolgono all’interno utilizzando esclusivamente
     carrelli elevatori.
     Le operazioni di bonifica dei veicoli fuori uso sono condotte prevalentemente con l’ausilio di utensili manua-
     li (es. avvitatori, fiamma ossiacetilenica) e di altri elementi tecnologici (pompa per estrazione fluidi). La mo -
     vimentazione interna dei materiali sarà svolta con l’ausilio di muletti.
     L’area aziendale esterna sarà adibita esclusivamente ad area di manovra, stoccaggio autoveicoli e parcheggio
     per i clienti; non è prevista, pertanto, alcuna attività produttiva all’esterno del capannone, ad esclusione dello
     stoccaggio de rifiuti prodotti all’interno di cassoni scoperti. Le uniche attività che estemporaneamente po-
     trebbero essere svolte a portone aperto sono quelle legate alle saltuarie operazioni di carico/scarico merce ed
     entrata/uscita mezzi.
     Di seguito si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto
     Acustico non sia sufficiente viste le finalità emerse; l’argomento non e’ stato trattato relativamente agli impat-
     ti acustici determinati dal complesso delle attività e degli impianti dell’azienda, così come richiesto dalla
     normativa di settore (ai sensi dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive norme attuative
     nonchè DDG ARPAV n. 3 del 29/01/2008).
     Manca la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame. Si chiedono quindi,
     delle indicazione riferibili sul numero dei mezzi di trasporto dell’attività e sulle emissioni di traffico indotto
     (leggero e pesante) prodotte dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali
     prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività. Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti del
     traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture stradali – secondo DPR n. 142
     del 30 marzo 2004 - percorse dai mezzi di trasporto di cui sopra.
     Riscontrando inoltre la presenza di una struttura edilizia in prossimità del confine nord-est dell’attività, a
     breve distanza da questo, si chiedono valutazioni/informazioni in merito al carattere di questa e se eventual-


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     mente risultasse identificata -a norma di legge- come ricettore si chiede la verifica dei livelli di immissione
     assoluti e differenziali.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Il Proponente dichiara che l’Azienda non è in possesso di impianti che comportano l’emissione di radiazioni
     ionizzanti e non ionizzanti significative e pertanto, in relazione alla tipologia delle lavorazioni dello
     stabilimento, la valutazione per la componente in esame in termini di emissione di “radiazioni ionizzanti e
     non ionizzanti” e/o rischio Radon “non è applicabile”.
     Considerata la tipologia di processo industriale e l’assenza di modifiche agli impianti di illuminazione, per
     l’intervento di progetto si ritiene non significativo l’impatto da agenti fisici.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Il territorio di Cornedo Vicentino si caratterizza per i seguenti fattori:
     • il territorio dell’Alto vicentino ha subito negli ultimi decenni una notevole trasformazione. Da un paesag-
     gio prettamente agricolo, si è gradualmente passati ad una realtà caratterizzata dalla diffusione della piccola
     e media industria;
     • Il territorio attuale può essere perciò rappresentato come un accostarsi di distese di campi coltivati, con
     centri abitati di varia estensione ed edifici produttivi confinati entro spazi ben delimitati e disseminati a mac-
     chia di leopardo;
     • i centri urbani presentano caratteristiche comuni e appaiono connotati da un prevalente sviluppo di tipo li -
     neare lungo le principali strade di comunicazione con il territorio circostante, con tendenza alla saturazione
     progressiva degli spazi interposti;
     • l’impianto ricade all’esterno di ambiti gravati da vincoli di natura storica ed archeologica; a circa 150 m in
     direzione Est, rispetto al sito aziendale, è presente una villa di “interesse Provinciale” ai sensi dell’art. 45 del
     PTCP. L’impianto risulta tuttavia ubicato all’esterno dei contesti figurativi delle ville Venete (art. 45 PTCP)
     così come riportato nella Tavola 5.1.B “Sistema del Paesaggio” del PTCP e nella tav. 4 “Carta della
     trasformabilità” del PAT.
     Per quanto riguarda l’area di progetto:
     • gli elementi paesaggistici più importanti riguardano la zona agricola circostante la lottizzazione produttiva
     e le morfologie collinari limitrofe, dove si riscontrano gli elementi tipici e caratterizzanti del paesaggio
     agrario (terrazzamenti e siepi boscate);
     • la presenza del verde è legata alla siepe sempreverde posta lungo il limite dell’impianto. La mancanza di
     elementi arborei rilevanti e diffusi fa sì che l’ambito aziendale e la zona produttiva limitrofa risultino
     monotoni e piatti specialmente durante i mesi invernali
     • parte del piazzale aziendale ubicato a nord rispetto al fabbricato ricade all’interno di un ambito
     potenzialmente sotteso da un “Cono visuale” inpiduato dal Piano di Assetto del Territorio del Comune di
     Cornedo Vicentino.



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     Il progetto prevede l’utilizzo di un fabbricato produttivo esistente e del piazzale aziendale, senza introdurre
     nuove edificazioni; si prevede il riordino del sistema degli stoccaggi esterni dei veicoli bonificati utilizzando
     dei cantilever.
     L’utilizzo di tale tecnologia comporterà un aumento dell’altezza degli stoccaggi che da 3 m passeranno a cir-
     ca 7 m.
     I cantilever sopravanzeranno le attuali siepi perimetrali di circa 3-4 m, modificando, pertanto, l’attuale as-
     setto percettivo del compendio aziendale con particolare riferimento ai lati Est, Nord e Ovest.
     Va tenuto inoltre presente che una parte del piazzale aziendale ubicato a nord rispetto al fabbricato, dove sa-
     ranno posizionati i cantilever, ricade all’interno di un ambito potenzialmente sotteso da un “Cono visuale”
     (art. 62 N.T.A. del Piano di Assetto del Territorio del Comune di Cornedo).
     La modifica dello stato dei luoghi (inserimento dei cantilever) prevista dal progetto risulterà significativa,
     anche con riferimento al cono visuale inpiduato dal PAT, e fornendo maggiore visibilità al compendio pro-
     duttivo.
     Non si tratta “di un effetto marginale rispetto agli elementi strutturanti del sistema paesaggistico locale (zona agrico -
     la) in quanto insisterà sul piazzale aziendale esterno, confinante con l’ambito agricolo stesso, tenuto conto che gli ele-
     menti tipologici, caratterizzanti il paesaggio oggetto di tutela (terrazzamenti e siepi boscate), sono presenti sull’opposto
     versante collinare”, così come riportato negli elaborati di progetto. Si ritiene altresì che il sopravanzare delle
     pile di macchine disposte nei cantilever per oltre 3-4 rispetto alla vegetazione della siepe perimetrale, com-
     porti un pesante impatto paesaggistico, sia rispetto alla percezione della collina sia rispetto al cono visuale
     evidenziato dalla pianificazione comunale e sovracomunale.
     Si concorda infatti con quanto più avanti riportato dal progetto, circa il fatto che “Le siepi sempreverdi perime-
     trali, poste lungo i confini del lotto produttivo aziendale, svolgeranno un ruolo di parziale mitigazione della visibilità
     dei cantilever, in quanto le strutture tecnologiche sopravanzeranno la siepe di circa 3-4 m.”
     Si suggerisce pertanto di valutare il consolidamento e il rinforzo della vegetazione perimetrale, in modo da
     limitare l’impatto visuale sopra descritto.
     Inoltre è opportuno che tale formazione vegetale di mascheramento venga utilizzata su tutti il lati, compren-
     dendo le porzioni oggi scoperte lungo lati Est ed Ovest.
     In relazione alle proposte presentate a seguito della richiesta di integrazioni, e nello specifico a quanto ri -
     portato nell’All. 7 – Interventi di sistemazione esterna , si prescrive:
     - Lungo il lato Ovest, in corrispondenza della recinzione ove si considera il “rilascio dei polloni di ri -
     caccio delle ceppaie esistenti di Morus alba, in modo da favorire lo sviluppo di una struttura vegeta -
     zionale bene articolata in larghezza e in altezza dei soggetti”, si ritiene che la vegetazione preesistente non
     possa nel breve termine costituire una fascia di mitigazione corrispondente ai risultati attesi, per conti -
     nuità, spessore, altezze ecc. Si prescrive quindi di integrare la vegetazione lineare esistente con la fornitura
     e messa a dimora di altre piante: Morus alba e/o Carpinus betulus (arbusto, non la cv “Pyramidalis”).
     Ad integrazione della posa della siepe sintetica sulla recinzione del tratto Est, si chiede di mettere a dimora
     delle vegetazione arbustiva rampicante.
     In sintesi si riportano gli interventi previsti con le integrazioni:
     • siepe esistente lato Nord: integrazione delle piante non in vita di C. lawsoniana con arbusti di Pru -
     nus laurocerasus H cm 150-175; cure colturali (eliminazione infestanti, potature, concimazioni) tali da
     permettere lo sviluppo della formazione vegetale lineare fino ad altezze pari al livello delle macchine poste
     in Cantilever;
     • siepe esistente lato Ovest: integrazione delle piante non in vita di C. lawsoniana con arbusti di Pru -
     nus laurocerasus H cm 150-175; cure colturali (eliminazione infestanti, potature, concimazioni) tali da
     permettere lo sviluppo della formazione vegetale lineare fino ad altezze pari al livello delle macchine poste
     in Cantilever;
     • siepe esistente lato Ovest (tratto corto intermedio Sud): sostituzione della attuale siepe di C. lawsoniana ,
     con filare di Carpinus betulus “Pyramidalis” H cm 450-500;
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     • recinzione metallica esistente lato Ovest: sviluppo controllato delle piante esistenti di Morus alba; in-
     tegrazione nei tratti mancanti dalla vegetazione con nuove piante di Morus alba H cm 125-150 e/o
     Carpinus betulus H cm 125-150. Sviluppo della formazione vegetale di mascheramento fino ad una altez-
     za di almeno 4m;
     • recinzione metallica esistente lato Est: installazione della siepe sintetica, con integrazione di arbusti
     rampicanti: Hedera helix, Trachelospermum jasminoides;
     • siepe esistente lato Est : integrazione delle piante non in vita di C. lawsoniana con arbusti di Prunus lauro -
     cerasus H cm 150-175; cure colturali (eliminazione infestanti, potature, concimazioni) tali da permettere
     lo sviluppo della formazione vegetale lineare fino ad altezze pari al livello delle macchine poste in Canti -
     lever.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento, con le prescrizioni sopra espresse.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     L’attività di autodemolizione determinerà la generazione di traffico indotto per:
     • mezzi commerciali pesanti per il conferimento dei rifiuti da trattare (automezzi da bonificare);
     • mezzi commerciali pesanti per il trasporto in uscita dei rifiuti prodotti;
     • autoveicoli dei clienti per l’acquisto delle parti di ricambio.
     Per la determinazione dei transiti si è fatto riferimento al quantitativo massimo di rifiuti trattabili
     annualmente dall’impianto pari a 5.000 ton, ovvero 500 automezzi pesanti e 4.000 veicoli anno.
     La ditta utilizzerà automezzi commerciali leggeri (tipo carro attrezzi) per il conferimento di autoveicoli da
     bonificare, mentre farà uso di automezzi commerciali pesanti per quanto riguarda il conferimento di
     automezzi pesanti da bonificare.
     Ciò premesso, tenuto conto che la ditta opererà per 220 giorni lavorativi l’anno, si stimano i seguenti flussi
     nell’ipotesi di produttività massima dell’impianto:
     • 20 veicoli commerciali leggeri al giorno per il conferimento di autoveicoli da bonificare;
     • 2 veicoli commerciali pesanti al giorno per il conferimento di automezzi pesanti da bonificare;
     Per quanto riguarda la stima relativa ai flussi orari si è considerato un arco temporale di 8 ore in quanto:
     • 40 passaggi/giorno (4 passaggi/ora) di veicoli commerciali leggeri;
     • 4 passaggi/giorno di veicoli commerciali pesanti.
     Per quanto riguarda i flussi relativi al comparto commerciale (vendita dei pezzi di ricambio), non risultano
     stimabili in sede di progetto e ad ogni modo risulteranno di entità modesta e trascurabile in rapporto al
     contesto produttivo di appartenenza.
     D questo punto di vista appare molto interessante l’attività di vendita online appena intrapresa dalla Ditta
     richiedente e che dovrebbe essere maggiormente estesa, anche per la riduzione degli impatti che essa può
     comportare.
     Il territorio amministrativo comunale di Cornedo Vicentino si caratterizza per i seguenti fattori:
     • in rapporto al sistema Altovicentino, Cornedo Vicentino è interessata da forti flussi di traffico a medio e
     breve raggio ed è nel contempo caratterizzata da una carenza di infrastrutture viarie correttamente
     gerarchizzate;
     • sulla base dell’attualizzazione dei dati del rapporto SIRSE per il periodo 2000-2006 i flussi di traffico totale
     lungo la SP 246 “di Recoaro” attualizzati all’anno 2017 si attesta su valori di circa 14.679 veicoli giorno,
     mentre il traffico commerciale pesante, lungo il medesimo tratto viario, risulta di circa 1.589 veicoli giorno ;
     Per quanto riguarda l’area di progetto:



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     • l’impianto di progetto risulta ubicato in prossimità di una zona produttiva (ZTO D), già dotata da idonea
     viabilità per il transito di traffico veicolare commerciale e direttamente servita dalla SP 246 “Recoaro” e
     dalla SP 124 “Priabona”.
     Si precisa che i mezzi conferenti e in uscita dall’impianto di progetto interesseranno la sola viabilità a
     servizio della zona produttiva immettendosi direttamente nella SP 246 o nella SP 124, senza interferire in
     alcun modo con contesti residenziali di sorta.
     Nelle analisi svolte si è tenuto conto dei flussi veicolari commerciali che attualmente insistono sulla viabilità
     provinciale (SP 246), sopra indicati.
     L’esercizio dell’impianto di progetto determinerà una generazione di traffico veicolare commerciale leggero
     lungo la SP 246 (sistema di area vasta/viabilità sovraordinata) pari a circa 40 transiti/giorno e veicolare
     pesante pari a circa 5 transiti/ora.
     Una volta immessi nella SP246 i flussi si diramano verso Nord (direzione Valdagno) e in parte verso Sud
     (direzione Montecchio Maggiore).
     Il traffico veicolare indotto dall’aziendale rappresenta il 2,5% (veicoli commerciali leggeri) e 0,25% (veicoli
     commerciali pesanti) dell’attuale traffico lungo la SP 246, dal momento che l’impianto di progetto non
     produrrà aumenti di sorta rispetto agli attuali flussi veicolari.
     Trattandosi di arterie relativamente sviluppate, caratterizzate da un flusso costante di mezzi commerciali,
     l’impatto dovuto ai mezzi connessi con l'attività dell'impianto non risulta in alcun modo distinguibile.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     L’intervento di progetto si pone all’esterno degli elementi della rete ecologica, così come inpiduati dagli
     strumenti di pianificazione.
     L’area di progetto risulta inoltre completamente esterna rispetto ai siti della rete Natura 2000; i siti più vicino
     sono:
     • SIC IT3220039 “Biotopo Le Poscole” – Distanza 0,6 km;
     • SIC IT3220038 “Torrente Valdiezza” – Distanza 4,7 km.
     All’interno dell’ambito territoriale interessato dal progetto non è stata segnalata la presenza di siti con
     presenza floristiche rilevanti.
     In particolare all’interno dell’ambito territoriale inpiduato non sono presenti formazioni vegetali o
     associazione floristiche di particolare pregio. La vegetazione della zona industriale e del contesto
     antropizzato limitrofo è, infatti, costituita unicamente da formazioni sinantropiche, a bassa o nulla valenza
     floristico-vegetazionale.
     L’intervento non determina possibili effetti negativi significativi nei confronti dei settori ambientali FLORA,
     VEGETAZIONE ed ECOSISTEMI, in quanto esso non può produrre, su questi, alcun impatto significativo o
     comunque peggiorativo dell’attuale stato di qualità.
     L’impianto di progetto non comporta impatti potenziali sulla flora e sulla fauna. Il contesto urbanizzato di
     appartenenza esclude possibili modifiche del quadro della biopersità.
     Le modeste emissioni prodotte durante la fase di esercizio dell’impianto (rientrati nei livelli di legge) non
     determinano possibili danneggiamenti o rischi di danneggiamento nei confronti di elementi vegetazionali,
     collocati all’esterno della zona industriale di contesto.
     L’impianto è però ubicato in un ambito “agricolo” ed è opportuno cercare di incrementare la biopersità
     presente. Riprendendo quanto già emerso circa gli effetti impattanti sul paesaggio dovuti all’innalzamento
     delle file di auto stoccate (fino a 7 m), si segnala l’opportunità di incrementare la componente floristico-

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     vegetazionale realizzando una integrazione della siepe esistente e l’estensione della stessa formazione ai
     perimetri scoperti, a Est ed a Ovest.
     Oggi la vegetazione è data dalla conifera Cupressocyparis leylandii, specie fin troppo impiegata e certamente
     non autoctona.
     Nella logica di incrementare e qualificare la presenza della vegetazione perimetrale, deve essere presa in
     considerazione l’ipotesi di utilizzare altre specie maggiormente adattate al nostro paesaggio, quali il carpino
     bianco (Carpinus betulus, in siepe o con elementi arborei piramidali), accompagnato da vegetazione arbustiva
     sempreverde (es. Ligustrum vulgare). Allo scopo è opportuna una progettazione specifica che illustri sesti di
     impianto, specie utilizzate e caratteristiche, nonché preveda un computo metrico estimativo che tenga conto
     anche della opportuna manutenzione. Le integrazioni fornite in merito all’impatto paesaggistico risultano
     soddisfacenti anche per il presente aspetto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     L’aspetto non viene preso direttamente in esame, anche se vi sono molteplici aspetti da considerare:
        salute pubblica, determinate da impatti già analizzati per gli aspetti ambientali (es impatto acustico,
         radiazioni ionizzanti e non ionizzanti etc.);
        considerazioni specifiche sulla salute pubblica, determinate da impatti non analizzati come aspetti
         ambientali (es. sostanze tossiche, agenti patogeni, particolari tipologie di rifiuti o ricadute, etc.);
        analisi e valutazioni specifiche in tema di sicurezza dei lavoratori e di rischio sanitario, sugli aspetti
         analizzati nei punti precedenti;
     valutazioni specifiche relativamente all’impianto antincendio, esterno ed interno, non evidenziato nel
     progetto, così come emerso nel corso del sopralluogo del 26 settembre scorso. Da una stima fatta, l'azienda
     occupa una zona di circa 10000 mq e rientra pertanto in categoria C rispetto il DPR 151/2011, soggetta al
     rilascio del CPI da parte del Comando VVFF. Deve pertanto essere valutato dai VVFF se le richieste
     dell'azienda portano un aggravio delle condizioni di sicurezza antincendio. Considerando l'evento di un
     incendio fortemente impattante su territorio e salute umana, la ditta spieghi lo stato dell'iter CPI.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                  VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                              CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
     tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
     finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.

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                   PROVINCIA DI VICENZA
                         AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                          SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                              Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                   Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
     monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
     concernenti l’inquinamento acustico e degli scarichi idrici.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
     a quella di approvazione progetto per l’attività di gestione rifiuti, il cui elenco è riportato in allegato al
     presente parere, ivi compresa la variante urbanistica puntuale prevista dalla L.R. n.03/2000.

                            Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE FAVOREVOLE
                  all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
     1.Preliminarmente alla comunicazione di avvio dei lavori dovrà essere conseguito il certificato di agibilità da parte del
     Comune di Cornedo Vicentino.
     2. In sede di collaudo dovrà essere verificata la funzionalità del sistema di trattamento delle acque meteoriche di dilava -
     mento.
     3. Le acque meteoriche derivanti dalle coperture dovranno mantenere l’attuale destinazione (corso d’acqua superficiale),
     eventualmente anche congiungendosi con le altre acque di seconda pioggia dopo il trattamento previsto.
     4. In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del ri -
     spetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori pre-
     senti in prossimità dell’impianto:
     - le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura),
     sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preavviso
     ad Arpav;
     - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica pro-
     gettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i ri -
     sultati delle analisi.
     5.In relazione al progetto di mitigazione dell’impatto paesaggistico:
     • siepe esistente lato Nord: integrazione delle piante non in vita di C. lawsoniana con arbusti di Prunus lauroce-
     rasus H cm 150-175; cure colturali (eliminazione infestanti, potature, concimazioni) tali da permettere lo sviluppo
     della formazione vegetale lineare fino ad altezze pari al livello delle macchine poste in Cantilever;
     • siepe esistente lato Ovest: integrazione delle piante non in vita di C. lawsoniana con arbusti di Prunus lauro -
     cerasus H cm 150-175; cure colturali (eliminazione infestanti, potature, concimazioni) tali da permettere lo sviluppo
     della formazione vegetale lineare fino ad altezze pari al livello delle macchine poste in Cantilever;
     • siepe esistente lato Ovest (tratto corto intermedio Sud): sostituzione della attuale siepe di C. lawsoniana , con filare di
     Carpinus betulus “Pyramidalis” H cm 450-500;
     • recinzione metallica esistente lato Ovest: sviluppo controllato delle piante esistenti di Morus alba; integrazione
     nei tratti mancanti dalla vegetazione con nuove piante di Morus alba H cm 125-150 e/o Carpinus betulus H
     cm 125-150. Sviluppo della formazione vegetale di mascheramento fino ad una altezza di almeno 4m;
     • recinzione metallica esistente lato Est: installazione della siepe sintetica, con integrazione di arbusti rampican -
     ti: Hedera helix, Trachelospermum jasminoides;



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     • siepe esistente lato Est : integrazione delle piante non in vita di C. lawsoniana con arbusti di Prunus laurocerasus H
     cm 150-175; cure colturali (eliminazione infestanti, potature, concimazioni) tali da permettere lo sviluppo della
     formazione vegetale lineare fino ad altezze pari al livello delle macchine poste in Cantilever
     6. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
     vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
     co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
     nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.


     Vicenza, 21 marzo 2018

       F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
      Dott.ssa Ingrid Bianchi                                    Andrea Baldisseri




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