determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 398 DEL 14/03/2019

                          Servizio VIA VINCA

     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
     AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART.27 BIS DEL
     D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: GENERATION 3.0 SRL
     PROGETTO: AUMENTO POTENZIALITA’ RECUPERO RIFIUTI E AMPLIAMENTO
     CODICI CER
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI CARRE’

                            IL DIRIGENTE
     Vista la documentazione presentata con nota del 31 maggio 2018, prot n. 36209, ed integrata in data
     11/06/2018 , prot. n. 38479, da parte della ditta Generation 3.0 srl, con sede legale ed operativa in
     via Terrenato nn. 10/12/18 in comune dfi Carrè, relativa al progetto di “Aumento potenzialità
     recupero rifiuti e ampliamento codici C.E.R..” richiedendo l’attivazione della procedura di
     valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell’art.
     27 bis del D.Lgs. 152/2006 e dell’art.11 della LR 4/2016.
     Dato atto che la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa all’Allegato IV alla Parte II
     del d.lgs. n. 152/2006 e ss. mm. e ii. - 7. Progetti di infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e
     recupero di rifiuti non pericolosi, con capacita' complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
     operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile
     2006, n. 152.
     Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione
     integrata ambientale rientra tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge
     Regionale n. 4/2016 (Allegato A e B), con riferimento alla tipologia degli interventi, come
     inpiduati dall’Allegato III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
     Tenuto conto altresì che per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in
     materia di VIA e di AIA si svolgono in maniera unificata attraverso il coordinamento delle perse
     disposizioni in materia, come previsto dall'art.10 c.2 D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che, ai sensi dell’art.27-bis del D.Lgs. 152/2006 :
     - con nota prot. 40242 del 18-06-2018 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di
     avvenuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le
     opportune valutazioni di competenza;
     - con nota prot. 58585 del 06-09-2018 è data comunicazione agli enti interessati dell’avvenuta
     attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul proprio sito web e nella medesima



copia informatica per consultazione
     data, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006 chiedendo al comuni di Carrè e
     Piovene Rocchette, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27.-bis, comma 4, di dare informazione nel
     proprio albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.
     Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 27 bis c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, le seguenti
     osservazioni:
     -dal Comune di Carrè con nota agli atti prot. 46147 dell’11-07-2018 trasmesse al proponente per le
     considerazioni di pertinenza, con nota n.48280 del 20-07-2019 all’interno della comunicazione con
     la quale è stata inoltrata la richiesta di integrazione documentale;
     -della Ditta Epol srl con nota agli atti prot. 62200 del 24/09/2018 trasmesse al proponente per le
     considerazioni di pertinenza, con nota n.71607 del 31-11-2018 all’interno della comunicazione con
     la quale è stata inoltrata la richiesta di integrazione.
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 07-03-2019, ha disposto
     la compatibilità ambientale del Progetto presentato con le prescrizioni/raccomandazioni contenute
     nel parere 03/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale provvederà il dirigente del Settore
     Ambiente.
     Dato atto che il provvedimento, ai sensi dell'art.26 c.4 del D.Lgs. 152/2006, sostituisce o coordina
     tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque dominanti
     in materia ambientale, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o dell'impianto.
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014) che è di giorni 270 (ID 179).
     Visti:
       • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
       • la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
       • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
         2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
         giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
       • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
         competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”
         Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;

     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021;

     Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;

                         DETERMINA
      1. il giudizio favorevole di compatibilità ambientale con contestale autorizzazione e
        approvazione progetto della ditta Generation 3.0 srl,, con sede legale ed operativa in via
        Terrenato nn. 10/12/18 in comune di Carrè, relativa al progetto di “Aumento potenzialità
        recupero rifiuti e ampliamento codici C.E.R..”, con le prescrizioni riportate nel parere
        03/2019, allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
      2. Di dare atto che:
        a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 27 bis del D.Lgs. n.
        152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque anni



copia informatica per consultazione
         dalla pubblicazione;
         b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
         integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
         preventiva valutazione;
         c)    il   presente    provvedimento     sostituisce,  ad   ogni    effetto,
         visti/pareri/concessioni/autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e
         comunali necessari per la realizzazione del progetto, ad esclusione del titolo edilizio che la
         ditta rimane impegnata ad acquisire, nonché eventuali ulteriori autorizzazioni previste
         dall'ordinamento in capo ad autorità perse da quelle richiamate.
         d) l'efficacia del presente provvedimento è subordinata all'avvenuta emissione del titolo
         edilizio collegato e l'approvazione del progetto non costituisce variante allo strumento
         urbanistico comunale.
         e) verrà demandato al Dirigente del Settore Ambiente il rilascio dell'Autorizzazione
         Integrata Ambientale in materia di rifiuti.
      3.  Di prescrivere che :
         f) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
         salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
         g) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
         un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
         dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale;
      4.  Di evidenziare al proponente che ai sensi dell’art. 24, comma 4, della L.R. 3/2000, l’inizio
         dei lavori dovranno iniziare entro 12 mesi e l’impianto dovrà essere messo in esercizio entro
         36 mesi copia informatica per consultazione dalla data del presente provvedimento, pena la
         decadenza dello stesso.
      5.  Di dare atto che l’avvio dell’impianto ed il suo esercizio provvisorio nella nuova
         configurazione, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 3/2000, restano subordinati alla presentazione
         della dichiarazione scritta del direttore lavori attestante la realizzazione delle opere di
         allestimento del sito in conformità al progetto approvato, della comunicazione della data di
         inizio attività, del nominativo del tecnico responsabile dell’impianto e della prestazione
         delle garanzie finanziarie, secondo quanto previsto dalla D.G.R.V. 2721/2014.
      6.  Di ricordare che con la comunicazione di avvio dell'esercizio provvisorio l'approvazione
         progetto della nuova Determinazione sostituirà la precedente autorizzazione che verrà quindi
         a decadere;
      7.  Di richiamare l’obbligo di trasmettere alla Provincia il documento di collaudo statico e
         funzionale dell'impianto nella nuova configurazione, nei termini di cui all’art. 25 della L.R.
         3/2000 che dovrà contenere quanto prescritto dal parere della Commissione VIA n. 03/2019,
         allegato alla presente determinazione dirigenziale
      8.  Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
         diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
         sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).

      9. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
        all'albo pretorio on line.


                            INFORMA CHE
         Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
         Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso
         straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.
         La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Ambiente- Ufficio




copia informatica per consultazione
        VIA della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
        Di dare altresì atto che:
        - il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
        www.provincia.vicenza.it;
        - la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il presente
        provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali, nel quale sarà
        indicata l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato
        nella sua interezza;
        - dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per
        eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati, nonché per le
        scadenze di cui al precedente punto 1);
        - la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti
        sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del
        TUEL come modificato dal DL 174/12).
        Il presente provvedimento viene trasmesso alla ditta e allo studio di consulenza, al comune
        di Carrè e Piovene Rocchette, ad ARPAV, all’ULss n.7 Pedemontana, a Viacqua spa
        Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle
        vigenti norme, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia.
        Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale
        ai sensi e per gli effetti D.L. 33/20113


     Vicenza, 14/03/2019

                                     Sottoscritta dal Dirigente
                                     (MACCHIA ANGELO)
                                       con firma digitale


     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                  PROVINCIA DI VICENZA
                 Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 398 DEL 14/03/2019


     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
     AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART.27 BIS DEL
     D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: GENERATION 3.0 SRL
     PROGETTO: AUMENTO POTENZIALITA’ RECUPERO RIFIUTI E AMPLIAMENTO
     CODICI              CER
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI CARRE’




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 15/03/2019.


     Vicenza, 15/03/2019




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                PROVINCIA DI VICENZA
                       AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                        SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                           Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                      Generation 3.0 S.R.L.
                           PARERE N. 03/2019

     Oggetto: Aumento potenzialità recupero rifiuti e ampliamento codici C.E.R..
     PROPONENTE:           Generation 3.0 S.R.L.
     SEDE LEGALE:          Via Terrenato nn. 10/12/18 - Carrè
     SEDE INTERVENTO:        Via Terrenato nn. 10/12/18 - Carrè
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto di recupero rifiuti
     PROCEDIMENTO:          Valutazione di Impatto Ambientale ed Autorizzazione Integrata Ambientale
     MOTIVAZIONE V.I.A:       ALLEGATO IV alla Parte II del d.lgs. n. 152/2006 e ss. mm. e ii. - 7. Progetti
                     di infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                     pericolosi, con capacita' complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                     operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                     decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
     COMUNE INTERESSATO:       Piovene Rocchette
     DATA DOMANDA:          31 maggio – 11 giugno 2018
     DATA PUBBLICAZIONE:       06 settembre 2018
     DATA INTEGRAZIONI:       04 dicembre 2018

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
       Progetto Esecutivo Relazione Tecnica;
       - Progetto Esecutivo Piante Capannone;
       - Progetto Esecutivo Planimetria Generale;
       - Progetto Esecutivo Prospetto Capannone;
       - Progetto Esecutivo Tettoia;
       - Studio Impatto Ambientale Quadro Programmatico;
       - Studio Impatto Ambientale Quadro Progettuale;
       - Studio Impatto Ambientale Quadro Ambientale;
       - Sintesi Non Tecnica;
       - Autorizzazione Integrata Ambientale Scheda A;
       - Autorizzazione Integrata Ambientale Scheda B;
       - Autorizzazione Integrata Ambientale Scheda D;
       - Autorizzazione Integrata Ambientale Scheda E;
       - Visura Camerale;
       - Affitto Ramo d'azienda;
       - Certificazioni Sistema Qualità Ambiente;
       - Estratto corografico;
       - Estratto catastale;
       - Estratto Piano degli Interventi;
       - Estratto zonizzazione acustica;
       - Autorizzazione Integrata Ambientale 7/2015;
       - Certificato Prevenzione Incendi;
       - Schemi a blocchi;
       - Relazione Tecnica su Impianto di Illuminazione Zone Esterne;
       - Planimetria delle reti fognarie, dei sistemi di trattamento, dei punti di emissione degli scarichi
       liquidi;
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                        AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                         SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                             Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                  Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




         - Lay-out Stoccaggi (SITUAZIONE ATTUALE);
         - Previsione Impatto Acustico;
         - Documenti macchinari;
         - Lay-out Macchinari, impianti di abbattimenti emissioni e Camini;
         - Nuovi Schemi a Blocchi;
         - Progetto - Planimetria con inpiduazione delle aree per lo stoccaggio di materie e rifiuti;
         - Relazione di Compatibilità Idraulica (2014);
         - Modellazione Prognostica del trasperto aereo e dispersione;
         - Studio Viabile;
         - Piano di Gestione Ambientale;
         - Piano di Monitoraggio e Controllo.

                        PREMESSE ED UBICAZIONE
     La società è autorizzata al recupero di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da rifiuti metallici ferrosi e non
     ferrosi, classificati speciali non pericolosi; in impianto possono essere effettuate operazioni di sola messa in
     riserva (R13) oppure operazioni di messa in riserva con selezione / cernita (R12) e recupero (R4), finalizzate
     alla produzione di “M.P.S.” per l’industria metallurgica, in conformità al Regolamento UE n° 333/2011 (Fer -
     ro, Acciaio, Alluminio), UNI ed EURO per altri metalli non ferrosi.
     Il quantitativo massimo di rifiuti trattabili è di 20.000 tonnellate/anno e 22.000 tonnellate/anno di rifiuti rice -
     vibili. La messa in riserva dei rifiuti entranti è di 2850 tonnellate di cui 300 tonnellate di rifiuti prodotti.
     Dalle operazioni di messa in riserva e selezione e cernita risultano comunque rifiuti alla fine delle lavorazio-
     ni; per ottenere materiale recuperato, che abbia cessato la qualifica di rifiuto, è necessario sottoporre i rifiuti
     entranti all’operazione R4.
     Il progetto in esame prevede l’aumento della quantità di rifiuti trattabili in impianto, con potenzialità che va-
     riano sia per il quantitativo massimo di rifiuti accettabili, che passa da 100 a 590 tonnellate/giorno, che per il
     quantitativo massimo di rifiuti sottoposti a trattamento [R4/R12], che passa da 80 a 520 tonnellate giorno; ol -
     tre a ciò si prevede anche di ampliare le tipologie di rifiuti, classificati non pericolosi, da sottoporre ad ope-
     razioni di recupero: tra questi, le “ceneri pesanti e scorie” derivanti da inceneritori ed i rifiuti costituiti prin-
     cipalmente da legno, carta, plastica e vetro; inoltre, le batterie al piombo, rifiuto pericoloso, da sottoporre
     alla sola messa in riserva
     Si intende, altresì, implementare l’attività di recupero svolgendo la separazione della frazione metallica non
     ferrosa tramite nuovi macchinari appositi, ed affinando la separazione della frazione metallica ferrosa (accia -
     io inox);
     Il Progetto prevede la costruzione di nuove pensiline per lo stoccaggio dei rifiuti.
     L’attività si localizza nel Comune di Carrè, provincia di Vicenza, il cui territorio confina ad Est con il Comu-
     ne di Lugo di Vicenza, a Nord con il Comune di Chiuppano, a Nord Ovest con il Comune di Piovene Roc -
     chette, a Sud-Ovest con il Comune Zané e a Sud–Est con il Comune di Zugliano. Il Comune, la cui superficie
     è di 8,73 km², è raggiungibile da Sud, tramite l’autostrada A31 Valdastico e dalla SP116, da Nord dalla
     SP349.
     L’attività si inserisce nella parte Ovest del territorio comunale di Carrè, in fregio a Via Pilastri, ai confini con
     il Comune di Piovene Rocchette.
     Il sito è ubicato a circa 1 km dal centro urbano di Carrè, nell’area Ovest del territorio comunale, presso la
     Zona Industriale e in fregio alla zona industriale di Piovene Rocchette, ad una quota altimetrica di circa 220
     m s.l.m.m.
     L’impianto confina a Nord con Via Pilastri, a Est e a Sud con area agricola di proprietà della Nuova Europ
     Metalli di Menegatti Bruno, a Sud-Ovest con la proprietà della ditta 3F-Ingranaggi S.r.l. ed a Ovest con Via
     Terrenato.

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     Dal punto di vista urbanistico, il Piano degli Interventi definisce la zona in cui insiste l’impianto, in parte
     all’interno di Zona D1: industria-artigianato di completamento, in parte in Zona E2: agricola di pianura.




                              Ortofoto del sito


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                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Carrè;
     • Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Carrè;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Carrè;
     • Valutazione Ambietale Strategica (V.A.S.) del Comune di Piovene Rocchette;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;
     • Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
     • Piano Energetico Regionale (P.E.R.);
     • Atlante Ricognitivo dei Paesaggi del Veneto;
     • Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto; si
     ritengono, tuttavia, necessari alcuni approfondimenti per analizzare le specifiche sensibilità inpiduate,
     mettendole in rapporto con l’intervento proposto.
     PTCP: nella tav. 4.1.A (Sistema insediativo infrastrutturale) viene indicata, nella parte sud dell’area
     interessata dall’impianto, una cosiddetta “viabilità di progetto” e, nello specifico, un “collegamento con
     tracciato da definire di secondo livello” che non è stato trattato nel Q.P. dello S.I.A.
     PI del comune di Carrè: occorrerebbe approfondire quanto affermato nello S.I.A. riguardo al fatto
     che:“All'interno del Piano degli interventi sono previsti due progetti in zona industriale: il primo (n.2)
     prevede lo spostamento di un capannone artigianale ed un ampliamento in zona D1/5, soggetto a specifico
     accordo, mentre il secondo (n.33) prevede il cambio di destinazione d'uso da artigianale a commerciale in
     zona D 1/8 per l'apertura di un bar diurno. Si reputa che la realizzazione del progetto proposto dalla
     committente non vada ad interferire con quanto previsto dal P.I., risultando conforme allo strumento di
     riferimento.” Con D.C.C. n. 54/2015 il comune di Carrè ha adottato una variante al P.I. che prevedeva il
     cambio di destinazione d’uso da zona E a zona D di quella parte dell’area dell’impianto attualmente in zona
     E. Questo sulla base di un accordo pubblico/privato (n. 20) che prevedeva la corresponsione nei riguardi del
     comune della cifra di € 120.000,00. Con D.C.C. n. 10/2016 il P.I. e stato approvato stralciando la modifica di
     destinazione da E a D. Sarebbe opportuno approfondire le motivazioni urbanistico/ambientali che hanno
     portato l’amministrazione a prevedere detto stralcio.
     Lo S.P.A. dovrebbe analizzare, in rapporto all’impianto in questione, quanto indicato:
     - nell'Elaborato n. 13 Valutazione di compatibilità idraulica - Relazione tecnica del P.I. (approvato)
     relativamente all’intervento n. 3 (pagg. 14-16);
     - nell’Elaborato n. 10 Prontuario del P.I. (approvato).
     Occorrerebbe approntare, da un punto di vista urbanistico, un analisi cronologica ragionata degli atti che
     hanno permesso l’insediamento in zona E di questa attività.
     Infine, non viene analizzata l’area dell’impianto in relazione alla presenza, parziale, al suo interno, della
     zona di rispetto inpiduata ai sensi dall’art. 94, commi da 1 a 6, del D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. e ii. (200 metri
     di raggio rispetto al punto di captazione acquedottistica). Si ricorda che, all’interno della zona di rispetto di
     200 mm., sono vietati l'insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti
     attività': ... h) gestione di rifiuti; … m) pozzi perdenti. Si ricorda, altresì, che per i centri di pericolo e le
     attività sopracitate preesistenti, ove possibile, debbono essere adottate le misure per il loro allontanamento;

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     in ogni caso deve essere garantita la loro messa in sicurezza. Nel Q. A., a pag. 60 di 127, si asserisce che “ …
     tale pozzo risulta dismesso … “ .
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     Attualmente l’impianto occupa una superficie complessiva di 25.037 mq; comprendenti strutture di carattere
     edile come i due capannoni, la palazzina degli uffici e servizi per il personale, il piazzale esterno
     impermeabilizzato e un sistema di captazione e trattamento delle acque meteoriche. In particolare, l’area
     dell’impianto risulta così sudpisa:
     - Area a verde: 4.826 mq
     - Area con tetti e coperture: 2.347 mq
     - Piazzali pavimentati in calcestruzzo: 17.864 mq
     Nello specifico:
     - il capannone 1, a confine con Via Pilastri, posto a nord-ovest, ove all’interno sono stoccati alcuni rifiuti ed
     una parte è destinata ad area officina;
     - il piazzale a sud del capannone 1, dove sono stoccate le MPS, con presenza dell’impianto di macinazione
     cavi e l’officina manutenzioni;
     - la linea di cassoni dove sono stoccati i rifiuti prodotti posti a nord e a sud dell’area;
     - l’ingresso al sito con la pesa, tra il capannone 1 e il capannone 2 che ospita la bricchettatrice posto a sud-
     ovest;
     - a Ovest del capannone 2 e in fregio a Via Terrenato, è presente la palazzina uffici;
     - a Est del capannone 2, si apre il piazzale pavimentato in calcestruzzo armato, perimetralmente delimitato
     da una cordonata continua in c.a., che lo separa dalle contermini aree a verde, che si sviluppano
     prevalentemente lungo il perimetro del sito; tale piazzale ospita l’impianto di recupero dei rifiuti metallici,
     alcuni stoccaggi di rifiuti/MPS, la pressa ed il pretrituratore. L’area scoperta pavimentata è sagomata con
     pendenze idonee a garantire lo sgrondo delle acque meteoriche verso una rete di caditoie grigliate,
     raccordate e confluenti in uno specifico impianto di raccolta e disoleazione descritto più avanti;
     - a Est del piazzale, è situato il bacino di laminazione, impermeabilizzato, per la raccolta delle acque
     meteoriche.
     La ditta ritira materiali ferrosi e non ferrosi non pericolosi ed effettua operazioni di messa in riserva anche
     con selezione/cernita, con trattamento di compattamento e/o triturazione e recupero.
     L’attività della Generation 3.0 prevede i seguenti trattamenti:
     Trattamento n.1: i rifiuti metallici sono sottoposti a selezione, cernita e successivamente a pre-triturazione (se
     necessaria), a triturazione con mulino a martelli (potenzialità 16 t/h per densità materiale = 1 t/m3) e
     separazione magnetica. Il materiale finale è certificato ai sensi del regolamento n. 333/2011.
     Trattamento n. 2: i rifiuti metallici arrivano all’impianto sotto forma di trucioli da tornitura, che possono
     essere intrisi di olio. I trucioli sono stoccati sotto il capannone 2, per un tempo adeguato allo sgocciolamento
     degli oli; questi sono captati dalla canaletta preposta e convogliati alla cisterna interrata, dove sono raccolti. I
     trucioli puliti sono sottoposti alle verifiche di cui al regolamento 333/2011.
     Trattamento n. 3: i rifiuti metallici, separati per tipologia, arrivano all’impianto con formulario, sono stoccati
     nel piazzale e sono sottoposti alle verifiche di cui al regolamento 333/2011, per essere ceduti come materia
     prima.

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     Trattamento n. 4: i rifiuti metallici non ferrosi possono arrivare direttamente all’impianto come rifiuto o
     provenire dal trattamento n. 1; per cessare la qualifica di rifiuto, devono corrispondere ai requisiti MPS del
     Dm 05.02.98, con specifiche conformi alle norme UNI ed EURO.
     Trattamento n. 5: I rifiuti classificati come 17 04 11, entrano in impianto, sono messi in riserva e,
     successivamente, avviati alla macchina “spelacavi”, da cui si ottengono il rame e la plastica che sono, ad
     oggi, gestiti come rifiuti.
     In azienda, sono ad oggi presenti dei macchinari impiegati in via sperimentale, per ottenere una
     differenziazione più spinta dei metalli ferrosi (inox) e la differenziazione meccanica delle frazioni metalliche
     non ferrose
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     Stato di fatto
     Per le operazioni di recupero (R4) dei rifiuti metallici, l’impianto dispone di una linea di trattamento
     meccanico a secco, costituita da fasi interconnesse di macinazione, selezione e separazione di eventuali
     residui/materiali estranei (non metallici). La linea di trattamento è composta da:
     - un trituratore “primario” per la pre-riduzione volumetrica dei rifiuti più grossolani;
     - un nastro di carico principale;
     - un sistema a scivolo di alimentazione a pressa;
     - un mulino a martelli (per la macinazione dei rifiuti/ eventualmente pre-ridotti);
     - un separatore inerziale “a zig-zag” della frazione leggera non metallica;
     - un separatore magnetico della frazione ferrosa.
     Il materiale separato dalla frazione ferrosa è composto da metalli non ferrosi e altre tipologie di materiale ed
     è inviato ad un Vaglio Ecostarche pide il materiale in due frazioni granulometriche (0-30 e > di 30 mm).
     La frazione più pesante (> di 30 mm) è convogliata all’impianto separazione induzione Steinert, mentre la
     frazione più leggera (0-30 mm) è ulteriormente separata dall’impianto 5.
     Sono presenti n.1 sistema di abbattimento con filtro a maniche della frazione leggera aspirata dal separatore
     inerziale e n.1 un sistema di abbattimento (ciclone + torre di lavaggio ad umido) per la depurazione finale
     dei flussi d’aria aspirati dalle varie sezioni dell’impianto.
     A lato della zona di alimentazione del mulino, è stata ricavata un’area, dedicata al deposito/carico dei rifiuti
     da trattare nell’arco della giornata, in prossimità della quale si trova il trituratore primario, per la pre-
     riduzione volumetrica dei rifiuti da trattare, aventi una pezzatura iniziale grossolana, inadatta alla
     macinazione diretta “Trituratore mod. “Akros Henschel – BZH 22-400” del tipo trialbero”.
     I rifiuti (all’occorrenza pre-ridotti) sono quindi trasferiti nella tramoggia di carico e introdotti nel mulino con
     un sistema di alimentazione a pressa. Il mulino è del tipo monoalbero, con martelli ad asse orizzontale e
     cassa in lamiera di grosso spessore, alloggiato in apposita fossa su masse ammortizzate per l’assorbimento
     delle vibrazioni; il materiale, dopo essere entrato nella camera di macinazione, è colpito ripetutamente dai
     martelli sino ad essere frantumato e ridotto alla pezzatura voluta.
     Sul fondo della camera di macinazione, è presente una griglia per il controllo della pezzatura del materiale
     frantumato. Il materiale, che attraversa la griglia e viene scaricato dal mulino, è ridotto a dimensioni inferiori
     alla luce delle sue maglie, altrimenti resta nella camera del mulino fino a quando, ripetutamente colpito, non
     raggiunge la pezzatura voluta.
     Il materiale macinato, scaricato dal fondo del mulino, è ripreso da un vibro convogliatore e trasferito, con un
     nastro trasportatore, al separatore inerziale (“a zig-zag”), dove viene separato della frazione leggera e dei
     materiali inerti non metallici (ridotti in forma polverulenta dalla macinazione); questi sono catturati
     pneumaticamente da una apposita cuffia aspirante, collegata al ciclone separatore del sistema di trattamento
     primario della linea.
     La frazione metallica, ripresa da un vibroconvogliatore, al di sotto del separatore inerziale (a zig-zag), è
     avviata alla successiva stazione di selezione magnetica, dove un tamburo magnetico separa la frazione
     ferrosa e la deposita su un nastro trasportatore, che la convoglia ad un secondo nastro brandeggiante di
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     scarico del prodotto finito. La frazione metallica non ferrosa, mescolata a plastiche e inerti pesanti (non
     separata dal tamburo magnetico), è ripresa da un nastro di trasporto, che porta il materiale ad una stazione
     di vagliatura (vaglio Ecostar), dove viene pisa in due frazioni: da 0 a 30 mm e > di 30 mm. La frazione da 0
     a 30 mm va nella macchina di separazione ad induzione n. 5, mentre la frazione più grossolana viene
     separata dall’impianto ad induzione Steinert.
     Di seguito si riporta lo schema a blocchi degli attuali cicli di recupero:




     Stato di progetto

     Stato di progetto
     Il Progetto in analisi, prevede che l’azienda sottoponga i rifiuti entranti alle seguenti tipologie di recupero:
     - sola Messa in Riserva (R13);
     - Messa in riserva funzionale al raggruppamento/selezione/cernita (R13/R12);
     - Messa in Riserva funzionale al raggruppamento/selezione/cernita (R13/R12) ed al recupero (R4).
     Le modifiche riguardano:
     1. Aumento della quantità di rifiuti trattabili in impianto;
     2. Aumento codici CER: Ampliare le tipologie di rifiuti, classificati non pericolosi, da sottoporre ad
     operazioni di recupero. Tra questi, le “ceneri pesanti e scorie” derivanti da inceneritori ed i rifiuti costituiti
     principalmente da legno, carta, plastica e vetro. Inoltre, le batterie al piombo, rifiuto pericoloso, da
     sottoporre alla sola messa in riserva.
     3. Aumento della quantità in messa in riserva: Aumentare il quantitativo della messa in riserva globale; con
     l’introduzione della sola messa in riserva anche per le batterie al piombo, per un massimo di messa in riserva
     di 10 tonnellate.
     4. Implementazione dell’attività di recupero attraverso:
     4.1 la separazione della frazione metallica non ferrosa tramite nuovi macchinari appositi, ed affinando la
     separazione della frazione metallica ferrosa (acciaio inox);
     4.2 Sola messa in riserva delle batterie al piombo;
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     4.3 Rifiuti identificati dal codice 19 01 12 “ceneri pesanti e scorie” da sottoporre a recupero (R13 o R13/R12 o
     R13/R12/R4);
     4.4 Rifiuti costituiti principalmente da legno, carta, plastica e vetro, identificati da gruppi di codici, da
     raggruppare in siti dedicati per la messa in riserva e successivamente da sottoporre a selezione e cernita per
     ottenere le parti metalliche ferrose e non ferrose; altri rifiuti, quali rifiuti da imballaggio (15 01 06), rifiuti
     dalla categoria 16 da sottoporre a selezione e cernita per ottenere le parti metalliche ferrose e non ferrose.
     Aumento della quantità di rifiuti trattabili in impianto:




     Di seguito, una tabella dove vengono elencati i codici CER che l’azienda ha intenzione di implementare:




     IMPLEMENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI RECUPERO
     Separazione ferrosa
     L’attività attuale è autorizzata alla separazione manuale della frazione metallica non ferrosa, uscente
     dall’impianto di macinazione; l’intenzione della proprietà è di operare la separazione della frazione
     metallica non ferrosa, attraverso ulteriori macchinari, per affinare la separazione della frazione metallica
     ferrosa (acciaio inox). La frazione metallica non ferrosa può essere costituita dai rifiuti stessi in arrivo
     all’impianto o provenire dall’impianto di macinazione/frantumazione oppure ancora dalla separazione e
     cernita dei nuovi codici richiesti. In ogni caso, ciò che si ottiene a valle del trattamento non è sottoposto alle
     verifiche di cessazione di qualifica di rifiuto o End of Waste, ma rimane classificato come rifiuto.


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     Trattamento batterie al piombo (sola messa in riserva)
     L’attività di recupero che la ditta intende operare sulle batterie al piombo, identificate dal codice CER 16 06
     01* “batterie al piombo”, è la sola messa in riserva, per poi inviare le batterie a centri di recupero
     specializzati.
     Trattamento ceneri (R13-R12-R4)
     Le ceneri pesanti, identificate dal codice CER 19 01 12 “ceneri pesanti e scorie, perse da quelle di cui alla
     voce 190111”, derivano dalla combustione di rifiuti e costituiscono, per quantità, la frazione più rilevante
     delle ceneri prodotte, variabile in funzione delle caratteristiche del rifiuto combusto (200 - 300 kg per
     tonnellata di rifiuto), mentre le ceneri leggere sono prodotte in quantità notevolmente inferiori (30 e 60 kg
     per tonnellata di rifiuto). Le ceneri pesanti, le cui caratteristiche dipendono dal materiale combusto, sono
     grossolane e sotto l’aspetto merceologico sono costituite da frazioni perse, da cui recuperare la frazione
     ferrosa e la frazione metallica non ferrosa (alluminio e altri metalli)
     I trattamenti, a cui possono essere sottoposte, le ceneri sono funzione delle operazioni di recupero sono:
     - la vagliatura, attraverso la quale sono separati gli inerti, i materiali ferrosi e non ferrosi ed i materiali
     ceramici;
     - la deferrizzazione - estrazione della frazione metallica ferrosa, che ha il duplice scopo, recuperare metalli,
     come alluminio, ferro e zinco e migliorare le caratteristiche del materiale inerte separato;
     - la cernita, che consiste nella separazione meccanica della frazione non metallica presente e nell’affinazione
     della separazione della frazione metallica, operata tramite le nuove macchine di selezione.
     Trattamento di altri nuovi codici CER (R13-R12)
     La proprietà ha intenzione di organizzarsi per il ritiro di altri tipologie di rifiuto, separate
     merceologicamente in quattro gruppi: vetro, carta e cartone, legno e plastica.
     Nell’area di stoccaggio dedicata, questi codici saranno accumulati insieme per caratteristica principale, per
     poi essere sottoposti a selezione manuale e, se considerato opportuno, la loro parte metallica ferrosa e non
     ferrosa sarà sottoposta a recupero; altrimenti, il materiale manterrà la qualifica di rifiuto e sarà spedito ad
     altri centri di recupero. Per una più agevole gestione dei volumi dei rifiuti ingombranti quali carta e plastica,
     sarà inserita una pressa localizzata presso i box di messa in riserva, in prossimità del capannone 1.
     Di seguito, uno schema esemplificativo della sequenza operativa che la ditta intende realizzare con i rifiuti
     precedentemente descritti:




     RIORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI RECUPERO
     Nell’assetto futuro, l’impianto occupa la stessa superficie complessiva di 25˙037 m2 all’interno della quale si
     distinguono (vedi tavola di progetto C11):
     - il capannone 1, il cui uso non subisce variazioni;
     - il capannone 2 il cui suo uso subisce variazioni e che ospita la bricchettatrice e parte delle MPS/EoW;

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     - la linea cassoni il cui suo uso subisce variazioni, ove in parte sono stoccati i rifiuti prodotti e le MPS/EoW;
     - l’ingresso al sito il cui suo uso subisce variazioni e che ospita con la pesa in fregio al capannone 2;
     - la palazzina uffici il cui suo uso subisce variazioni.
     L’uso del piazzale, invece, verrà modificato, mediante costruzione di un nuovo fabbricato e l’allestimento di
     n.2 pensiline, ad ovest del capannone 1, con la nuova pressa carta - plastica e a sud nell’area del piazzale, per
     stoccare i rifiuti e il materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto.
     Il nuovo capannone ospiterà parte dei macchinari da utilizzare per l’affinazione della matrice ferrosa.
     Il bacino di laminazione, impermeabilizzato, per la raccolta delle acque meteoriche - non cambia rispetto alla
     situazione attuale.
     L’impianto è inoltre dotato di una bricchettatrice posta nel capannone 2, necessaria per rendere il materiale
     recuperato in una forma fisica (bricchetto) conforme alle esigenze del trasporto e del cliente finale.
     Nella tabella seguente, si associa ad ogni trattamento la dotazione impiantistica. Ad ogni impianto è
     associato un numero per identificarlo nel lay-out impianti (Allegato B26).




     A servizio dei capannoni esistenti sono previsti serbatoi interrati di raccolta nei quali sono raccolti gli
     sgrondi di oli e di loro emulsioni. Stante la fragilità della zona in cui opera l'azienda (ricarica degli acquiferi)
     il proponente riporti:
     - la struttura ed i materiali di costruzione delle vasche e/o serbatoi interrati
     - le azioni previste per monitorare e garantire la tenuta dei serbatoi
     Tra i rifiuti prodotti ed elencati nel PMC in tabella 1.3.3 non risulta agevole evidenza delle polveri separate
     nei sistemi di abbattimento dei punti di emissione atmosferica (ciclone e maniche) e dei liquidi
     dell'abbattitore ad umido quando sostituiti. Il proponente precisi quali siano i CER attribuiti ed il loro
     destino.
     Il paragrafo 3.3.3 del Quadro progettuale (pag.26/71) è dedicato al Trattamento 2 - 2° Ciclo di recupero -
     eliminazione oli; tuttavia esso presenta solo uno schema.
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     Il proponente spieghi la coerenza di tale trattamento con i "Criteri per i rottami di ferro e di acciaio" descritti
     nell'ALLEGATO 1 del Regolamento (UE) N. 333/2011, in particolare con il punto 2 "Rifiuti utilizzati come
     materiale dell'operazione di recupero" e con il sottopunto 2.3.a) "limatura, scaglie e polveri contenenti fluidi
     quali oli o emulsioni oleose". (certificazione aggiornata).
     Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto e risulta pertanto necessario
     intervenire con specifica prescrizione in merito.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.
                                111
                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Gli effetti che il sito di recupero rifiuti, nella situazione attuale, ha sulla componente atmosfera, sono
     imputabili ad emissioni convogliate di polveri (camini 1 e 2) ed emissioni diffuse dovute alla
     movimentazione dei cumuli.
     Dalla descrizione dell’attività di recupero riportata nell’AIA, che autorizza l’attività, si evince che il
     trattamento di frantumazione e selezione effettuato dall’impianto 1 è un’opzione eventuale e non una
     condizione strettamente necessaria all’ottenimento di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto.
     Gli impianti attuali non sono utilizzati al massimo della loro potenzialità temporale, e quindi si può
     procedere all’aumento del quantitativo dei rifiuti trattati senza modifiche strutturali.
     La situazione di progetto per le emissioni convogliate vede un generale aumento in termini temporali delle
     emissioni stesse e, per valutarne l’effetto, è stato realizzato lo studio “Modellazione della dispersione degli
     inquinanti in atmosfera”, nel quale, cautelativamente, sono state considerate emissioni continue per 8
     h/giorno e per 365 giorni anno.
     Per le emissioni diffuse, invece, la situazione di Progetto vede un aumento della messa in riserva ed un
     aumento degli stoccaggi esterni, ma si ritiene che il sistema di bagnatura approntato sia sufficiente per
     contenerne l’impatto.
     A proposito di emissioni diffuse di odori, nel Quadro progettuale (paragrafo 5.6.2) è riportato che
     "Nell’impianto, sono trattati rifiuti metallici non pericolosi, solidi, a matrice inorganica, chimicamente
     stabili" e quindi non possibili fonti di odore.
     Tuttavia tra i nuovi CER richiesti sono anche i 20.xx.xx (Rifiuti Urbani) e quindi si richiedono chiarimenti a
     tale riguardo circa sono le valutazioni e i possibili interventi di tipo impiantistico o gestionale tese a
     prevenire l'emissione diffusa di odori derivanti principalmente da resti di materiali contenuti o venuti a
     contatto con i rifiuti; inoltre, in considerazione dell’osservazione pervenuta, si ritiene necessario acquisire
     una modellizzazione per le ricadute di polveri in ambiente esterno al sito.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
     Si rileva come la modellizzazione fornita abbia confermato la sostanza dell’osservazione presentata dalla
     ditta Epol e come l’azienda abbia conseguentemente proposto misure mitigative appropriate rispetto al
     controllo/gestione delle emissioni diffuse: si chiede l’implementazione di tali misure.
     Inoltre, per quanto riguarda le emissioni convogliate, sono stati correttamente presi a riferimento i valori di
     emissione derivanti dagli autocontrolli che, tuttavia, risultano essere sensibilmente inferiori ai limiti stabiliti
     dall’autorizzazione vigente, ma coerenti con la tecnologia di abbattimento presente nell’impianto.
     In considerazione del considerevole incremento di potenzialità dell’impianto (quantità di rifiuti gestibili) ed
     al fine di impedire un aggravio della situazione dell’ambiente esterno si ritiene necessario prevedere, oltre
     alle misure mitigative sopra citate, la fissazione di un limite per le polveri più restrittivo rispetto a quanto
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     autorizzato in precedenza, congruo con la tecnologia di abbattimento utilizzata, che viene fissato nella
     misura di 5 mg/mc.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento; risulta tuttavia necessario adottare delle specifiche integrazioni per limitare la significatività delle rica-
     dute di polveri in ambiente esterno.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     Le acque da gestire nel sito occupato dalla Generation 3.0, come autorizzati dall’AIA, in essere, derivano:
     - dal dilavamento meteorico superfici scoperte pavimentate (ACQUE DI “PRIMA PIOGGIA”) e scaricano
     nella fognatura gestita da Viacqua spa, mentre le acque di seconda pioggia sono depurate e convogliate nel
     bacino di laminazione, da cui sono prelevate per la bagnatura dei cumuli stoccati sul piazzale;
     - dai servizi igienici e scaricano in fognatura nel punto SF2;
     - dal dilavamento meteorico delle coperture dei fabbricati, dove non sono presenti camini di emissione, con
     scarico nel punto SF3, in dispersione nel sottosuolo.
     Le acque derivanti dal dilavamento di prima e seconda pioggia sono sottoposte ai controlli prescritti dal
     Piano di Monitoraggio e Controllo, con frequenza dell’autocontrollo per due volte l’anno per le acque di
     prima e seconda pioggia (compatibilmente con il verificarsi degli eventi meteorici), con campionamento
     medio composito nell’arco di tre ore o fino ad esaurimento dello scarico.
     La progettazione futura, i termini di punti di scarico e di dotazione impiantistica non prevede modifiche. Il
     progetto prevede la costruzione di un capannone nuovo e di pensiline per proteggere i rifiuti dal dilavamen-
     to meteorico, in parti del piazzale già pavimentato e presidiato da canalette. Gli interventi descritti dovreb-
     bero limitare i carichi inquinanti delle acque meteoriche, considerando anche che le acque meteo incidenti
     sul tetto del capannone nuovo vengono collettate al pozzo perdente. Si considera che l’impiantistica presente
     nel sito in studio, correttamente gestita, sia sufficiente a garantire il rispetto dei limiti normativi allo scarico.”
     In relazione alla gestione delle acque meteoriche si richiedono i seguenti chiarimenti/approrofondimenti:
     - in considerazione dell’accertamento analitico dell'Ente Gestore della rete fognaria ricettrice delle acque me -
     teoriche (AVS - RdP 106 del 12/04/2017) con superamento dei limiti di emissione per i parametri:SST, COD,
     Idrocarburi Totali, Boro, Rame, Ferro, si richiede un’analisi della struttura e delle caratteristiche degli im -
     pianti di trattamento (di prima e seconda pioggia) rispetto alle presenze anomale rilevate dall'Ente Gestore
     della rete fognaria soffermandosi a valutarne estesamente l'idoneità rispetto alla richiesta di un significativo
     aumento di quantitativo di rifiuti da trattare e dei nuovi CER di cui è richiesta l'autorizzazione, con proposta
     di eventuali adeguamenti al fine di escludere il ripetersi dell'evento;
     - con riferimento alla struttura della rete di captazione, trattamento e scarico delle acque meteoriche (doppia
     vasca da 85 mc per le acque di prima pioggia e un bacino di laminazione impermeabilizzato per le acque di
     seconda pioggia di 1500 mc) con riutilizzo per la bagnatura dei cumuli dei materiali stoccati sul piazzale" e
     solo in maniera residuale scaricate in fognatura, si rileva come le precipitazioni meteoriche rilevate da AR-
     PAV presso la stazione di Malo in prossimità del campionamento sono state di entità tale (02.04.17-> 0.2 mm,
     04.04.17 ->9.0 mm, 05.04.17 -> 9.2 mm) da richiedere una spiegazione circa la provenienza (prima pioggia, se -
     conda pioggia, ecc) delle acque meteoriche scaricate in rete fognaria al momento del campionamento
     (05/04/2017) dell'Ente gestore della rete fognaria;
     - visto che le acque meteoriche di seconda pioggia raccolte nel bacino di laminazione sono principalmente
     utilizzate " per la bagnatura dei cumuli dei materiali stoccati sul piazzale", si chiede di completare la docu -
     mentazione presentando:
     - la struttura della rete di nebulizzazione, la portata ed i consumi ipotizzabili;
     - una ipotesi di bilancio idrico che permetta di inpiduare le necessità di integrazione idrica (spiegando nel
     caso da quale fonte) o, viceversa di scarico dell'eccesso e permetta di escludere accidentali carenze di tenuta

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     dell'impermeabilizzazione del bacino di raccolta eventualmente ricorrendo ad una proposta di installazione
     di apparecchi di misura dei volumi in entrata ed in uscita o a misure di livello nel bacino.
     - considerato che l'insediamento produttivo rientra all'interno della fascia di ricarica degli acquiferi e che il
     progetto prevede un incremento delle superfici a tetto le cui acque meteoriche sono convogliate direttamente
     in pozzi perdenti si richiede, vista la presenza in azienda di punti di emissione aeriforme con possibili rica -
     dute anche sui tetti contigui, che pozzi perdenti costituiscono punti di fragilità in quanto accidentali vie di
     veicolazione di sostanze indesiderate nel sottosuolo e che il ricorso a tali soluzioni è riservata a impossibilità
     (economicamente giustificabile in termini di rapporto benefici/costi) di conferimento in acque superficiali, di
     valutare la possibilità di convogliare nel bacino di raccolta anche le acque meteoriche da tetto e di argomen-
     tare la fattibilità.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Il territorio comunale presenta, dal punto di vista morfologico, una vistosa difformità tra il settore orientale e
     quello occidentale. Nell’area posta ad Ovest, si evidenzia un’ampia pianura, estesa circa 4 km2. L’area posta
     ad Est è costituita dai rilievi collinari, che coprono una superficie di circa 4 km2. I rilievi delle Bragonze sono
     costituiti da materiale di origine vulcanica, sia di natura vulcanoclastica che lave basaltiche. La morfologia
     della zona collinare e strettamente condizionata dai tipi litologici presenti, essendo la giacitura sub-
     orrizzontale. Da ricordare, inoltre, la presenza diffusa di una coltre di materiale colluviale prevalentemente
     argilloso. Nell’area inoltre, sono riconoscibili forme morfologiche particolari riconducibili ai così detti neck
     (camini) vulcanici, come quello di brecce d’esplosione (zona Castelletto) e di lave basaltiche (ad Est di
     Albanigo). Sono altresì presenti diffuse morfologie di origine torrentizia, quali vallecole soggette ad erosione
     laterale, le conoidi della Valle Rialtello e della Valle Grande del Prà, che formano il torrente Igna che
     presenta, dopo la confluenza, un’ampia valle diretta Nord- Sud a fondo praticamente piatto.
     L’assetto geologico è da ritenersi la causa delle differenze sostanziali tra la porzione occidentale ed orientale
     del territorio comunale di Carrè. Infatti, ad Ovest, l’elemento preponderante è costituito dalla conoide
     alluvionale del Torrente Astico e si tratta di un’estesa struttura a ventaglio depositata, quando il regime del
     corso d’acqua era perso da quello attuale e caratterizzato da portate molto maggiori, conseguenti allo
     scioglimento dei ghiacciai. Infatti, i corsi d'acqua, in particolare nella zona interessata, il fiume Brenta e i
     torrenti Astico e Leogra - Timonchio, si sono potuti caricare di notevoli quantità di materiale solido
     grossolano, proveniente soprattutto dall'erosione e dallo smaltimento dei depositi morenici, per poi
     scaricarlo allo sbocco della valle quando le pendenze erano tali da diminuire la velocità.
     Per l’inquadramento geologico, nela Carta geologica del Veneto, alla scala 1:250.000 del 1990, l’area collinare,
     invece, appare caratterizzata da “8a: Basalti di colata, filoni e camini di lava”.
     Il sito è completamente pavimentato ed il bacino di laminazione impermeabilizzato.
     Nell’autorizzazione vigente è richiesto di concordare un sistema di monitoraggio della falda, che tuttavia
     non sembra essere stato definito e che necessita di un approfondimento. La ditta ritiene che tale controllo si
     presenti molto problematico, in quanto la profondità della falda nella zona è maggiore di 120 metri, con una
     situazione idrogeologica complessa. L’esecuzione di piezometri (almeno tre) per il monitoraggio della falda
     presenta costi proibitivi, con un rapporto costi/benefici che non giustifica la loro installazione per un
     controllo una volta ogni cinque anni.
     Tuttavia l'aumento richiesto dei quantitativi e dei CER rende necessario un approfondimento della possibili-
     tà di realizzazione del monitoraggio espressamente previsto dal citato punto della norma.
     A tale riguardo il proponente dovrebbe:
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     - produrre un circostanziato studio idrogeologico nel quale, tenute conto delle particolarità specifiche del
     punto, descriva le curve isofreatiche e quindi la direzione dell'andamento di falda;
     - documenti i risultati di ricerche di esistenza di pozzi utilizzabili per il richiesto monitoraggio coerenti con
     lo studio idrogeologico ed avviate presso gli enti preposti alla mappatura di pozzi (Genio Civile, Comune).
     A tale riguardo, stante la zona e le caratteristiche di falda, può essere aprioristicamente non scartato, previa
     positiva valutazione idrogeologica, l'utilizzo di pozzi a monte e a valle anche a distanze dell'ordine dei 200-
     500 m. dall'insediamento produttivo.
     Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, considerando che lo studio del dr
     Zavagnin afferma la possibilità di utilizzo di alcuni pozzi esistenti per il monitoraggio delle acque profonde,
     ma non risulta presente il progetto esecutivo di realizzazione.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento; risulta tuttavia necessario adottare delle specifiche integrazioni per l’attuazione del monitoraggio delle
     acque sotterranee.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     L’impianto in analisi è posto a nord della zona industriale del Comune di Carrè confinante con il Comune di
     Piovene Rocchette. L’area è posta in parte in zona industriale D, con limiti di classe acustica V e in parte in
     zona agricola E, con limiti di classe III per il periodo diurno (periodo di funzionamento dell’attivit); quindi
     rispettivamente di 70 dB di immissione e 65 dB di emissione per la V e di 60 dB di immissione e di 55 dB di
     emissione per la classe III per il Comune di Carrè. I ricettori più prossimi all’area aziendale RIC1 e RIC2 ,
     secondo quanto scritto nella documentazione di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico dal tecnico
     redattore, sono posti a sud-est nel Comune di Carrè e a nord-est nel Comune di Piovene Rocchette. Il
     ricettore 1 è in classe acustica III e il ricettore 2 è in classe acustica V.




     L’attività in analisi chiede l’autorizzazione per aumento, sia del quantitativo di materiale da trattare che
     della qualità di tale materiale, con conseguente aumento dell’orario di funzionamento degli impianti e delle
     attività da effettuarsi in ambiente esterno ed interno ai capannoni esistenti e di progetto; infatti il progetto
     prevede la costruzione di un nuovo capannone e di nuove tettoie a protezione del materiale trattato e da
     trattare. Si prevede l’inserimento inoltre di una nuova pressa per la gestione del materiale, quale carta-
     cartone, plastica, legno e vetro da porsi in prossimità del capannone 1 sito a nord del lotto aziendale in area
     pavimentata e l’avvio a regime di impianti ora usati in via sperimentale.

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     Le sorgenti esistenti si sudpidono sulle due linee di trattamento. La principale linea è posta nel piazzale
     pavimentato comprende: un pre-trituratore, un mulino a martelli con dotazione di vaglio e separatori
     magnetici, un vibro-convogliatore con separatore e nastro di allontanamento del materiale frantumato. La
     camera del mulino ha un sistema di aspirazione in depressione delle polveri e di un sistema di abbattimento
     a secco (ciclone) ed a umido (torre di lavaggio). Il sistema è collegato a due camini alti 16 e 9 metri circa,
     inoltre a pag 13 della valutazione previsionale si scrive che il sistema è stato integrato con due cappe di
     aspirazione esterne, non valutate nell’analisi.
     Ulteriori sorgenti sono: la bricchettratrice collocata nel capannone 2 posto verso sud –ovest del lotto. Le
     operazioni di carico/scarico del materiale da trattare sono eseguite con caricatore a polipo e pala gommata.
     I mezzi aziendali per il trasporto del materiale in ingresso e uscita attualmente sono di 2 pesanti all’ora in
     seguito all’ampliamento in progetto saranno di 12 pesanti all’ora.
     Sono state condotte delle campagne di misura atte a caratterizzare le emissioni di rumore degli impianti e
     delle attività dell’azienda, nonché del clima residuo presso i ricettori R1 e R2.
     I livelli di immissione, emissione e differenziale ai ricettori sono stati calcolati con software di simulazione,
     le valutazioni hanno dato risultati conformi ai limiti di legge per il ricettore 2, non per il ricettore 1. In
     seguito al riscontro della manifesta criticità per il superamento dei limiti di immissione e della potenziale
     criticità per i limiti di emissione il tecnico redattore ha indicato l’opportunità di predisporre delle barriere
     sul fronte sud-est del lotto come sistema di mitigazione. A riguardo si chiede di precisare le caratteristiche
     tecniche, dimensionali e funzionali delle barriere poste a mitigazione dei livelli sonori riscontrati in analisi.
     Si riscontrano manifesti superamenti dei limiti di legge, secondo il DPR n. 142 del 30.03.2004, relativi alle
     emissioni di rumore prodotte dalle infrastrutture dei trasporti stradali afferenti l’area di indagine sia per il
     traffico attuale che di progetto anche non aziendale.
     Si chiede:
     - di verificare l’effettiva presenza e caratterizzare i livelli sonori prodotti dal funzionamento delle cappe di
     aspirazione, così come indicate a pag. 13 della valutazione.
     - di verificare la presenza di eventuali ricettori residenziali e non residenziali (in prossimità dell’azienda)
     comprendendo nella valutazione ambienti anche con carattere commerciale/terziario, nonchè specificare la
     proprietà dell’edificio residenziale presente sul confine nord del lotto aziendale con l’eventuale verifica dei
     limiti assoluti e differenziali, nel caso il lotto non fosse di pertinenza aziendale.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Nello specifico l’analisi degli Agenti Fisici proposta nel S.I.A. viene sudpisa in Radiazioni ionizzanti tra cui
     Radon e non ionizzanti. Per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, nell’assetto futuro non
     cambia nulla rispetto alla condizione attuale.
     In provincia di Vicenza, un’area critica per il Radon è costituita dalla fascia pedemontana compresa tra l’alta
     valle dell’Astico e l’Altopiano di Asiago. Carrè ricade in questa area critica con una percentuale di abitazioni
     con livello di radon eccedente i 200 Bq/m3 dopo riempimento e smoothing superiore al 20%. Il Decreto legi -
     slativo 241/2000 stabilisce i limiti di concentrazione media annua di radon nei luoghi di lavoro e nelle scuole;
     in particolare, per le scuole dell’infanzia e dell’obbligo, il limite (chiamato livello d’azione) è fissato a 500
     Bq/m3. Lo stabile dedicato agli uffici ha un garage interrato provvisto di basculante forato. In questa zona in-
     terrata, ma dotata di ricambio d’aria, non stanziano stabilmente le persone in quanto è adibito ad archivio.



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     Per le radiazioni ionizzanti a bassa frequenza il S.I.A. riporta che” le misure di Campo magnetico effettuate
     da ARPAV nel Comune di Carrè in Via Crocetta, n. 14, nel periodo di tempo dal 03 marzo 2009 al 15 marzo
     2009. Le misure dimostrano il rispetto della soglia di riferimento prevista dalla normativa.
     L’impianto oggetto di studio non produce radiazioni ionizzanti e radiazioni non ionizzanti, ma deve
     necessariamente verificare che il materiale in entrata non sia radioattivo. L’ingresso quindi dei mezzi pesanti
     in entrata è dotato di portale con sistema di controllo radiometrico per la presenza di materiale radioattivo.
     Per la valutazione dell’Inquinamento Luminoso nel SIA si riportano i riferimenti legislativi specifici e si
     scrive che il Comune di Carrè rientra nella fascia di rispetto dell’osservatorio astronomico di Asiago. Non ci
     sono specifiche riflessioni sulla matrice, nel Quadro Ambientale. Nel Quadro progettuale si scrive per lo
     stato attuale:
     Nel novembre 2014, la proprietà ha dato incarico ad un perito industriale di redigere una relazione tecnica
     sull’impianto di illuminazione delle zone esterne. Dalla relazione (riportata in Allegato A26) si sono estratti i
     rilievi eseguiti dal tecnico:
     “L'impianto privato di illuminazione esterna di cui all'oggetto, costituito dai corpi illuminanti di
     caratteristiche come riportato nella planimetria allegata, risulta conforme a quanto previsto all'art. 9 comma
     2 lett. a) b) c) e d) della L. r. 17/09 in quanto:
     a) tutti gli apparecchi di illuminazione sono orientati parallelamente al terreno e, come risulta dalla
     fotometria allegata, presentano una intensità massima per y>=90° compresa tra O e 0,49 cd/kl di flusso
     luminoso totale emesso;
     b) tutti gli apparecchi sono equipaggiati con lampade a vapori di alogenuri di avanzata tecnologia e elevata
     efficienza luminosa pari a 85 lumen/watt
     c) il livello di illuminamento medio mantenuto risulta essere, come da calcolo illuminotecnica allegato, pari
     a 22 lux valore che non supera il 15% del valore di 20 lux, relativo a siti industriali e aree di stoccaggio,
     indicato nella norma UNI 12464-2 del 2008
     d) è adottato un sistema automatico di riduzione del flusso luminoso basato su programmatore orario che,
     spegnendo oltre il 50% degli apparecchi entro le ore 24, riduce il flusso luminoso oltre il 30% rispetto al
     pieno regime di operatività.”
     Nella situazione di progetto, le radiazioni luminose non cambiano rispetto alle attuali.
     La documentazione prodotta non si può considerare come Progetto illuminotecnico così come previsto
     dall’art. 7 della L. R 17/09 in quanto mancano:
     a. la certificazione del progettista di rispondenza dell’impianto ai requisiti della L.R.17/09 - art. 7 c. 2°-;
     b. il file EULUMDAT o analogo verificabile, emesso in regime di sistema di qualità aziendale certificato rila -
     sciato da ente terzo quale IMQ - art 7 c. 4° let. a) -;
     c. indicazioni della norma UNI in base a cui viene redatto il progetto- art. 7 c. 2°-;
     d. la legenda della planimetria per poter interpretare i simboli grafici adottati.
     Le integrazioni prodotte soddisfano quanto richiesto

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     L'intervento previsto, che consiste essenzialmente nella realizzazione di due nuove pensiline e nell'amplia-
     mento di un capannone esistente, può alterare l'impatto visivo-paesaggistico, agendo soprattutto sullo sky-
     line visibile.
     Si riporta allo scopo, tramite rendering allegato al progetto, l’effetto del capannone sullo skyline.
     In fase di sopralluogo si è già manifestata l’esigenza di integrare gli elementi progettuali con una progetta -
     zione più attenta alla mitigazione dell'impatto paesaggistico, soprattutto sul limite Sud.
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     Risulta pertanto necessario integrare gli elementi progettuali con una progettazione più attenta alla mitiga-
     zione dell'impatto paesaggistico, soprattutto sul limite Sud.




     Le integrazioni assolutamente insufficienti ed è necessaria una progettazione delle opere di mitigazione
     dell’impatto paesaggistico e su flora fauna ecosistemi, pur di massima, che comprenda planimetrie, sezioni,
     relazione tecnica e computo metrico estimativo dell’intervento, compresa la valutazione dei costi di gestione
     per un periodo di almeno 3 anni.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento. Si ritiene tuttavia necessario valutare il progetto integrato e come sopra descritto, preliminarmente
     all’inizio dei lavori.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     “La rete viaria esistente utilizzata dai mezzi diretti alla Ditta è costituita dall’autostrada A31 Valdastico che
     attraverso il casello di Piovene Rocchette permette di raggiungere la Strada Provinciale 349 “del Costo” per
     poi accedere alla zona industriale di Carrè tramite via Bianche e via Brenta e in seguito a via Terrenato. Di
     tali arterie sono stati reperiti i risultati di alcune campagne di rilievo condotte dalla Provincia di Vicenza sul-
     la SP 349 nell’ambito del “Progetto SIRSE e per proprio conto sulla viabilità comunale durante una campa-
     gna svoltasi nel 2013. I dati raccolti sono stati poi attualizzati facendo riferimento all’allegato all’Allegato F-
     Mobilità al PTCP della Provincia di Vicenza. Sono stati riportati i dati sui movimenti veicolari generati dalla
     Ditta allo stato attuale e stimati gli stessi allo stato futuro a seguito dell’aumento della potenzialità. Il risulta-
     to del presente studio ha evidenziato che l’incidenza dei mezzi attratti/generati dalla ditta allo stato futuro,


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     seppure rilevante se rapportato al totale dei veicoli commerciali pesanti in accesso alla ZI di Carrè, è poco si-
     gnificativo se confrontato invece con il traffico transitante lungo la viabilità provinciale.”
     Quindi la viabilità sovraordinata utilizzata per raggiungere il sito è rappresentata dall’autostrada A31 “Val-
     dastico” che attraversa da sud a nord le province di Rovigo, Padova e Vicenza, partendo dalla SS 434 “Trans-
     polesana” e terminando a Piovene Rocchette. Le infrastrutture di valenza provinciale che attraversano il ter -
     ritorio sono:
     - la Strada Provinciale 116 “Caltrano” che collega il centro di Thiene con i comuni di Carrè, Chiuppano e
     Caltrano.
     - la Strada Provinciale 349 “del Costo” che rappresenta la principale via di collegamento non autostradale tra
     la zona industriale di Thiene (casello autostradale) e la direttrice Schio – Piovene – Asiago (SP 350).
     La viabilità interna della Z.A.I., costituita principalmente da via Bianche e via Brenta, è stata realizzata per
     poter sopportare il traffico veicolare pesante, determinato dall’esercizio delle attività presenti nella Z.A.I. tra
     cui quello della Generation 3.0 S.r.l. ubicata lungo via Terrenato. Di seguito, si evidenzia il percorso utilizza -
     to dai mezzi diretti alla Ditta e provenienti dal casello autostradale di Piovene Rocchette posto lungo l’A31.




     Per quanto riguarda la variazione dei mezzi pesanti movimentati dalla ditta, con carico di circa 26 tonnellate
     di merce ciascuno, si prevedono i seguenti incrementi.




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     Lo studio di impatto sulla viabilità presentato dalla Ditta è esaustivo in termini di valutazione del traffico
     esistente e del flusso indotto dall’ampliamento dell’attività. Vista la media di 6 mezzi pesanti/ora, si ritiene
     necessario chiarire dove sosteranno i mezzi pesanti in attesa di caricare/scaricare i rifiuti e le MPS poiché è
     importante che essi non occupino la viabilità ordinaria in modo da non ostacolare gli altri veicoli transitanti
     per la Z.A.I. A tal fine, sarebbe utile una rappresentazione grafica dei percorsi dei mezzi e relativi stalli per la
     sosta. Le integrazioni prodotte soddisfano quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     La rete ecologica del comune di Carrè
     La porzione collinare del comune di Carrè è il fulcro della rete ecologica locale: le Bregonze, infatti, sono un
     ambito di pregio naturalistico e paesaggistico, che non ha eguali all'interno del territorio comunale, anche
     grazie alla loro scarsa antropizzazione. Quest'area si estende nella parte orientale del Comune, dove si
     innalzano rilievi morbidi dalle linee poco marcate, che si estendono sulla media Val d’Astico a nord-est e
     sull’alta pianura vicentina a sud.
     A seguire è inserito un estratto cartografico, ricavato dalla Relazione Agronomica del PAT, che evidenzia la
     localizzazione dell'intervento richiesto con una freccia rossa e le aree di interconnessione naturalistica
     descritte in precedenza. Si evidenzia la distanza tra l'area de quo e tali zone, nonché l'assenza di siti della Rete
     Natura2000 all'interno del territorio comunale.
     Flora
     Il bacino più interessante per ricchezza e varietà floristica risulta essere il monte Summano, che domina
     Piovene Rocchette e Santorso. Qui sono presenti endemismi e peculiarità che non hanno paragoni in ambito
     provinciale. Per quanto riguarda il territorio di Carrè, invece, la ricchezza floristica è relegata alla parte
     orientale del territorio (le Bregonze), ove la pressione antropica risulta meno impattante.




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     Fauna
     La fauna presente nel territorio comunale si può assimilare a quella tipica dell'alta pianura e delle prealpi
     vicentine, variando a seconda della tipologia di ambienti e dall'influenza antropica.
     Biopersità e Rete Natura2000
     All’interno del territorio comunale non ricadono ambiti riconosciuti dalla Rete Natura 2000. E’ stata redatta
     una specifica Relazione di Incidenza che evidenzia che l'ambito più prossimo è IT3210040 “Monti Lessini –
     Pasubio – Piccole Dolomiti vicentine” a 2,19 km dall'area di progetto, nel suo punto più prossimo, in comune
     di Piovene Rocchette.
     In conclusione, si evince che la flora e la fauna nei dintorni dell’area di Progetto non sono di particolare
     pregio e che l’area di incidenza degli effetti ambientali del Progetto non va a compromettere aree denotate
     da particolari fragilità.
     Il contributo del Progetto sulla componente in esame è ad ogni modo lievemente sfavorevole, considerando
     gli apporti, comunque esistenti, dell’inquinamento luminoso e dell’inquinamento acustico.
     Si rimarca l'importanza di una più approfondita valutazione/integrazione degli aspetti di mitigazione, da
     considerare in sinergia con quelli da porre in atto per la mitigazione dell'impatto paesaggistico, indicati al
     paragrafo specifico.
     Le integrazioni assolutamente insufficienti, si veda in proposito quanto evidenziato nella matrice
     sull’impatto paesaggistico.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento. Si ritiene tuttavia necessario valutare il progetto integrato e come sopra descritto, preliminarmente
     all’inizio dei lavori.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     I fattori di rischio sono stati identificati nel Piano di Monitoraggio e Controllo dell’A.I.A., dove è riportata
     una tabella che illustra la gestione delle anomalie, che si differenziano fra:
     - anomalie tecniche (sono le anomalie più gravi che possono avere un impatto ambientale rilevante per il
     sito) con conseguenze reali e presunte;
     - emergenze ambientali che possono riguardare il sito di Generation 3.0 e derivanti da:
     - incendio,
     - incidenti/anomalie durante il conferimento,
     - sversamenti e dispersioni.




     Circa la produzione e la gestione di rifiuti i dati dei flussi attuali dei rifiuti in uscita si ricavano dalla scheda
     B dell’AIA. Nella situazione futura, visto il quantitativo di rifiuti richiesto in entrata, sicuramente i
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                             Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                  Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




     quantitativi dei rifiuti in uscita aumenteranno e saranno contabilizzati con le dichiarazioni MUD e le
     relazioni AIA. Inoltre l’attività, che opera molto con l’estero, a seguito di una attenta analisi costi-benefici, a
     volte trova conveniente non far cessare ai rifiuti la qualifica di rifiuto, ma esportarli come tali.
     L’interazione tra il Progetto proposto e le cause di rischio alla salute umana inoltre sarà dovuta alle
     emissioni in atmosfera, all’incidenza degli agenti fisici, quali radiazioni ionizzanti (radon) e clima acustico,
     ed al traffico. Nella sintesi non tecnica si scrive a pag. 31 che il contributo del progetto sulla componente
     specifica è da considerarsi Lievemente Sfavorevole per i seguenti fattori di impatto per i quali si opera nei
     termini descritti di seguito:
     • Emissioni: l’azienda attua tutte le misure necessarie per il contenimento della polverosità; il modello
     previsionale di dispersione in atmosfera non prevede significative criticità. Tuttavia, le caratteristiche di
     sottili, impongono una particolare attenzione alla Salute Pubblica.
     • Agenti fisici:
          Rischio Radon: la zona è identificata a rischio Radon e gli uffici sono dotati di un garage
     seminterrato, il cui basculante però è forato. Inoltre, il seminterrato è utilizzato come archivio, per cui non
     c’è permanenza di personale.
          Radiazioni ionizzanti: l’azienda ha in dotazione un portale fisso ed uno strumento portatile, per le
     verifiche di radioattività dei carichi in ingresso allo stabilimento.
          Impatto acustico: nell’elaborato previsionale di impatto acustico, sono indicate le barriere acustiche
     da inserire lungo il tratto perimetrale Sud, per non superare i limiti di emissione ai ricettori.
          Inquinamento luminoso: nello studio sull’inquinamento luminoso si evidenzia come l’attività
     rispetti le norme tecniche in materia.
     L’attività recupera rifiuti classificati speciali non pericolosi, con l’unica eccezione delle batterie al piombo,
     per le quali opera una sola messa in riserva. Non sono quindi utilizzate all’interno del sito sostanze
     pericolose in quantità importanti.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                   VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                               CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
     tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
     finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire adeguate
     mitigazioni e monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di
     rispetto dei limiti concernenti le emissioni in atmosfera e l’inquinamento acustico.

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     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
     a quella di approvazione progetto per l’attività di gestione rifiuti, il cui elenco è riportato in allegato al
     presente parere; non risultano comprese la variante urbanistica e gli aspetti di progetto edilizi, oggetto di
     separata procedura presso il Comune di Carrè.

                            Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE FAVOREVOLE
                  all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
     1.Preliminarmente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale:
     a) dovrà essere ottenuta la variante urbanistica di cui alla procedura SUAP presso il Comune di Carrè;
     b) dovranno essere conseguiti i necessari titoli edilizia parte del Comune di Carrè;
     c) progetto definitivo delle opere di mitigazione dell’impatto paesaggistico e su flora fauna ecosistemi, che comprenda
     planimetrie, sezioni, relazione tecnica e computo metrico estimativo dell’intervento, compresa la valutazione dei costi di
     gestione per un periodo di almeno 3 anni, che sarà oggetto di valutazione preventiva del Comitato;
     d) progetto definitivo per la realizzazione dei pozzi di monitoraggio delle acque profonde, che sarà oggetto di valutazione
     preventiva di Provincia ed Arpav;
     e) proposta di monitoraggio periodico qualitativo per le acque meteoriche di dilavamento provenienti dalla coperture;
     f) PMC aggiornato a seguito delle proposte dei sopra citati punti d) ed e).
     2. In sede di collaudo dovrà essere verificata:
     a) la funzionalità delle misure mitigative proposte per il contenimento delle emissioni diffuse;
     b) il rispetto del nuovo limite delle emissioni, pari a 5 mg/mc di polveri, con qualificazione delle singole componenti me -
     talliche;
     c) la compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione,
     da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto:
     - le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura),
     sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preavviso
     ad Arpav;
     - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica pro -
     gettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i ri -
     sultati delle analisi;
     - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di Im-
     patto Acustico.
     3.In relazione al progetto di mitigazione dell’impatto paesaggistico, la ditta dovrà successivamente effettuare un costan-
     te monitoraggio del progetto del verde e con frequenza almeno annuale vengano redatte delle relazioni allo scopo. Si do -
     vrà prevedere di sostituire tutte quelle piante che non hanno attecchito o che risultino malate
     4. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
     vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
     co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
     nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.

     Vicenza, 07 febbraio 2019

       F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                   Andrea Baldisseri

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