determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 902 DEL 20/06/2019

                          Servizio VIA VINCA

     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART.27 BIS
     DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: COSTRUZIONI GENERALI GIRARDINI S.P.A. UNIPERSONALE.
     PROGETTO: AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI MESSA IN RISERVA , SELEZIONE,
     CERNITA E RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI, NON PERICOLOSI CON EMISSIONI
     IN ATMOSFERA.
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI BREGANZE, STRADA DELLE CAVE.

                            IL DIRIGENTE

     Vista la documentazione presentata con nota prot n. 68653 del 18-10-2018, ed integrata in data
     30/10/2018 prot. n. 71134, da parte della ditta COSTRUZIONI GENERALI GIRARDINI S.P.A.
     UNIPERSONALE., con sede legale in via Astico in comune di Sandrigo e operativa in Strada delle
     Cave in comune di Breganze , relativa al progetto di “ Ampliamento dell’impianto di messa in
     riserva , selezione, cernita e recupero di rifiuti speciali, non pericolosi con emissioni in
     atmosfera.” richiedendo l’attivazione della procedura di valutazione impatto ambientale e
     contestuale approvazione progetto ai sensi dell’art. 27 bis D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa alla parte II del Decreto
     Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi,
     con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere
     da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
     Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale rientra tra le competenze
     inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, (Allegato A e B), con
     riferimento alla tipologia degli interventi, come inpiduati dall’Allegato III alla Parte II del D.Lgs.
     n. 152/2006 .
     Dato atto che, ai sensi dell’art.27-bis del D.Lgs. 152/2006 :
     - con nota prot. 72089 del 05-11-2018 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di
     avvenuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le
     opportune valutazioni di competenza;
     - con nota prot. 81086 del 10-12-2018 è stata data comunicazione agli enti interessati dell’avvenuta
     attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul proprio sito web e nella medesima
     data, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006, chiedendo al Comune di
     Breganze, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27-bis, comma 4, di dare informazione nel proprio
     albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.
     Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art. 26 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006,
     osservazioni.




copia informatica per consultazione
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 06-06-2019, ha disposto
     la compatibilità ambientale del Progetto presentato con le prescrizioni/raccomandazioni contenute
     nel parere 12/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che il provvedimento, ai sensi del D.Lgs. 152/2006, sostituisce o coordina tutte le
     autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque dominanti in
     materia ambientale, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o dell'impianto.
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014) che è di giorni 270 (ID 177).
     Visti:
       • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
       • la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
       • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
         2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
         giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
       • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
         competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021;
     Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;

                         DETERMINA
      1. il giudizio favorevole di compatibilità ambientale con contestuale approvazione
        progetto della ditta Costruzioni Generali Girardini S.p.A. Unipersonale., con sede legale in
        via Astico in comune di Sandrigo e operativa in Strada delle Cave in comune di Breganze ,
        relativa al progetto di “ Ampliamento dell’impianto di messa in riserva , selezione, cernita e
        recupero di rifiuti speciali, non pericolosi con emissioni in atmosfera.” con le prescrizioni
        riportate nel parere 12/2019 , allegato alla presente determinazione per costituirne parte
        integrante e sostanziale:
      2. Di dare atto che:
        a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 27 bis del D.Lgs. n.
        152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque anni
        dalla pubblicazione;
        b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
        integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
        preventiva valutazione;
        c) il presente provvedimento sostituisce, ad ogni effetto visti, pareri, concessioni,
        autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e comunali necessari per la
        realizzazione del progetto, ad esclusione del titolo edilizio che la ditta rimane impegnata ad
        acquisire e che subordina l'efficacia del presente provvedimento, nonché eventuali ulteriori
        autorizzazioni previste dall'ordinamento in capo ad autorità perse da quelle richiamate;
        d) la presente approvazione del progetto conferma la variante allo strumento urbanistico
        comunale, senza comunicazioni ostative da parte del comune.
      3. Di prescrivere che :
        e) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
        salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;



copia informatica per consultazione
         f) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
         un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
         dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale.
      4.  Di evidenziare al proponente che ai sensi dell’art. 24, comma 4, della L.R. 3/2000, l’inizio
         dei lavori dovranno iniziare entro 12 mesi e l’impianto dovrà essere messo in esercizio entro
         36 mesi copia informatica per consultazione dalla data del presente provvedimento, pena la
         decadenza dello stesso.
      5.  Di dare atto che l’avvio dell’impianto ed il suo esercizio provvisorio nella nuova
         configurazione, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 3/2000, restano subordinati alla presentazione
         della dichiarazione scritta del direttore lavori attestante la realizzazione delle opere di
         allestimento del sito in conformità al progetto approvato, della comunicazione della data di
         inizio attività, del nominativo del tecnico responsabile dell’impianto e della prestazione
         delle garanzie finanziarie, secondo quanto previsto dalla D.G.R.V. 2721/2014.
      6.  Di ricordare che con la comunicazione di avvio dell'esercizio provvisorio l'approvazione
         progetto della nuova Determinazione sostituirà la precedente autorizzazione che verrà quindi
         a decadere.
      7.  Di richiamare l’obbligo di trasmettere alla Provincia il documento di collaudo statico e
         funzionale dell'impianto nella nuova configurazione, nei termini di cui all’art. 25 della L.R.
         3/2000 che dovrà contenere quanto prescritto dal parere della Commissione VIA n. 12/2019,
         allegato alla presente determinazione dirigenziale.
      8.  Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
         diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
         sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
      9.  Di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
         all'albo pretorio on line.

                          INFORMA CHE
     Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
     Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso straordinario
     al Capo dello Stato entro 120 giorni.
     La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Ambiente- Ufficio VIA
     della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
     Di dare altresì atto che:
     - il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale www.provincia.vicenza.it;
     - la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il presente
     provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali, nel quale sarà indicata
     l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato nella sua
     interezza;
     - dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per eventuali
     impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati, nonché per le scadenze di cui al
     precedente punto 1);
     Il presente provvedimento viene trasmesso alla ditta e al consulente, al comune di Breganze, ad
     ARPAV, all’Ulss 7 Pedemontana, al Consorzio di bonifica alta pianura veneta, a Vi.abilità, a
     Vi.acqua. Ministero Beni e le Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle
     Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo, al Genio Civile di Vicenza, al Consorzio
     Bonifica Brenta, a Viacqua spa.




copia informatica per consultazione
     Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti
     norme, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia edilizia.
     Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai sensi
     e per gli effetti D.L. 33/20113

     Vicenza, 20/06/2019



                                     Sottoscritta dal Dirigente
                                      (MACCHIA ANGELO)
                                       con firma digitale



     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                  PROVINCIA DI VICENZA
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                DETERMINAZIONE N° 902 DEL 20/06/2019


     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART.27 BIS
     DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: COSTRUZIONI GENERALI GIRARDINI S.P.A. UNIPERSONALE.
     PROGETTO: AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI MESSA IN RISERVA [R13],
     SELEZIONE, CERNITA [R12] E RECUPERO [R5] DI RIFIUTI SPECIALI, NON
     PERICOLOSI     CON    EMISSIONI   IN   ATMOSFERA.
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI BREGANZE, STRADA DELLE CAVE.




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 21/06/2019.


     Vicenza, 21/06/2019




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                 PROVINCIA DI VICENZA
                       AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                        SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                           Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




              Costruzioni Generali Girardini S.p.A.
                           PARERE N. 12/2019

     Oggetto: Impianto recupero rifiuti non pericolosi.
     PROPONENTE:           Costruzioni Generali Girardini S.p.A.
     SEDE LEGALE:          Via Astico – Sandrigo
     SEDE INTERVENTO:        Via delle Cave – Breganze
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi
     PROCEDIMENTO:          Procedura di VIA ex art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006 ed Autorizzazione
                     Integrata Ambientale.
     MOTIVAZIONE V.I.A:       ALLEGATO IV alla Parte II del d.lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                     infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                     pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                     operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                     decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152..
     COMUNE INTERESSATO:       Montecchio Precalcino e Sandrigo
     DATA DOMANDA:          18 e 30 ottobre 2018
     DATA PUBBLICAZIONE:       \\\
     DATA INTEGRAZIONI:       \\\

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - P01 Relazione tecnico – descrittiva
      - P02 Relazione geologica
      - P03 Relazione per la Valutazione di INCidenza Ambientale
      - P04 Piano gestione operativa
      - P05 Piano della sicurezza
      - P06 Programma di controllo
      - P07 Piano di ripristino ambientale
      - P08 Relazione paesaggistica
      - P09 Piano finanziario
      - P10 Documentazione fotografica
      - P11 Documentazione proprietà aree
      - P12 Valutazione previsionale di impatto acustico
      - TAV 01 Stato di fatto
      - TAV 02 Inquadramento territoriale
      - TAV 03 Inquadramento CTR
      - TAV 04 Inquadramento catastale
      - TAV 05 Layout impianto
      - TAV 06 Sistemazione idraulica
      - S01 Studio di impatto ambientale
      - S02 Sintesi non tecnica.




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                                 PREMESSE
     La ditta Costruzioni Generali Girardini S.p.A. Unipersonale (di seguito "Girardini") svolge attività di estra-
     zione ghiaia, lavorazione inerti e produzione conglomerato bituminoso.
     Parallelamente, nel tempo ha avviato un'attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso l'area
     produttiva aziendale ubicata in via Astico a Sandrigo (VI), inizialmente esercita in regime semplificato.
     Sulla base di un progetto elaborato nell'anno 2009 l'azienda ha successivamente avviato un procedimento di
     VIA ottenendo l'autorizzazione all'esercizio in regime ordinario ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. con
     provvedimento della Provincia di Vicenza n. 117 del 31/07/2013.
     A partire dai primi mesi dell'anno 2018, il mercato ha mostrato la tendenza all'aumento della domanda di la-
     vorazione di rifiuti riciclabili, in particolare di rifiuti di costruzione e demolizione e ancor più significativa-
     mente, di fresato di asfalto.
     In particolare il mercato del settore vede:
     • la crescente richiesta di qualità e di prestazioni dei prodotti dell'attività di recupero;
     • la tendenza a richiedere maggiore contenuto in materiale riciclato nei prodotti utilizzati nelle forniture e
     negli appalti pubblici, anche attraverso la progressiva pubblicazione dei "Criteri Ambientali Minimi" da par-
     te del Ministero dell'Ambiente in base al Decreto Interministeriale dell'Il aprile 2008 (G.U. n. 107 dell'8 mag -
     gio 2008) ;
     • la tendenza all'aumento dei volumi dell'attività di fresatura e asfaltatura di strade ed autostrade.
     La società necessita pertanto di aumentare gli attuali limiti autorizzati, sia in termini di quantitativo massimo
     stoccabile di rifiuti sia di quantitativo massimo in ingresso all'impianto che di quantitativo massimo di rifiuti
     sottoposti quotidianamente a trattamento; con l'aumento della potenzialità dell'impianto la società intende
     essere in grado di compensare eventuali periodi di flessione dei cantieri e inoltre intende poter dare risposte
     positive alle richieste dei singoli clienti anche nei periodi di punta della richiesta del mercato per non perde-
     re i clienti stessi, dando al contempo maggiore affidabilità nel tempo, a lunga scadenza, dell'attività impren-
     ditoriale.
     Il progetto prevede altresì l’utilizzo di un appezzamento di terreno ("mappale 87") di circa 5.600 m , situato
     all'interno dell'attuale sito produttivo, per il quale risulta necessaria una variante urbanistica.

                              UBICAZIONE
     Il sito di Sandrigo — Breganze ha un'estensione di circa 480.000 m , e si può pidere in due aree principali:
     • area destinata a cava, settori G3-G4 e settori Gl-G2;
     • area destinata all'insediamento produttivo.
     L'area confina:
     • a nord con la cava di estrazione ghiaia "Vaccari";
     • a sud con la cava di estrazione ghiaia "SIG" e con Via Astico;
     • a est con terreni a destinazione agricola;
     • a ovest con il Torrente Astico.
     La viabilità di avvicinamento principale è costituita dalla S.P. n.lll "Nuova Gasparona" (a nord del sito) e dal-
     la S.P. n.248 "Marosticana" (a sud del sito). Le due arterie stradali sono collegate dalla S.P. n.119 "Chizzalun-
     ga", dalla cui strada laterale Via Astico - a circa 2 km a sud della frazione "Mirabella" (e immediatamente a
     nord della Z.A.I. di Sandrigo) - si accede direttamente al sito della Girardini.




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                            Ortofoto del sito




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                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.) “Terre di Pedemontana Vicentina”, dei Comuni di
     Breganze, Calvene, Fara Vicentino, Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino, Salcedo, Sarcedo e Zugliano;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Breganze;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali (P.R.G.R.S.) ;
     • Piano di Assetto Idrogeologico;
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
     il quale non si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti.
     In particolare:
     - per il PTRC si evidenzia che nello S.I.A., ne nel Q.P. ne nel Q.A., viene preso in considerazione l’elaborato
     “Ambiti di Paesaggi, atlante ricognitivo” della variante al PTRC (adottato nel 2009), adottata con D.G.R. n.
     427/2013, e, conseguentemente, non è stato analizzato il rapporto dell’intervento con i relativi “obiettivi e
     indirizzi di qualità’ paesaggistica” riguardanti l’ambito in questione;
     - per il Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.I.), Carta dei vincoli e pianificazione territoriale, in merito
     all’Idrografia si afferma ma non si argomenta il fatto che “ … non sono previsti interventi edilizi o altri
     interventi incompatibili con le prescrizioni stesse. … “ e nella Carta delle fragilità si afferma ma non si
     argomenta il fatto che siccome l’“ … intervento in analisi riguarda lo spostamento e l’ampliamento di
     depositi di rifiuti di costruzione e demolizione non pericolosi e non prevede nuove edificazioni si può
     considerare come non soggetto al vincolo inpiduato. … “;
     - per il PI sarebbe necessario controllare la numerazione delle tavole del PI, mentre non si fa cenno, a
     commento del PATI e del PI, al fatto che una parte dell’intervento è sul sedime e all’interno della fascia di
     rispetto della Roggia Brugnola (la cosa è affrontata nel cap. 4.4.2 Acque superficiali).
     Per quanto riguarda i vincoli si afferma ma non si argomenta il fatto che le potenziali criticità inpiduate
     dall’art.11“ … non vanno ad interferire con le attività dell’azienda né tanto meno con gli interventi in
     progetto, in quanto gli interventi previsti non comportano l’avanzamento dell’edificio esistente verso il
     fronte di rispetto né nuove edificazioni. … “ dando per scontato che dette criticità possano essere legate
     esclusivamente all’avanzamento dell’edificio esistente.
     Si richiede di relazionare in merito:
     - al rapporto dell’intervento con l’elaborato “Ambiti di Paesaggi, atlante ricognitivo” della variante al PTRC
     (adottato nel 2009);
     - ai motivi che escludono interferenze tra rete idrica superficiale, carta delle fragilità del PATI ed intervento
     in progetto (pur non essendo previsti interventi edilizi lo stoccaggio di progetto è a questi assimilabile sia
     per la sua presumibile stabilità temporale che per le dimensioni).
     Si richiede inoltre:
     - di relazionare in merito ai progetti (o indicazioni contenute nella pianificazione territoriale) del bacino di
     laminazione e della pista ciclabile posti a nord dell’area di intervento, al fine di verificare che non siano in
     questi contenuti eventuali prescrizioni o suggerimenti che possano interessare l’ambito di intervento in
     progetto.
     - di allegare le motivazioni, contenute nelle N.T.O. e nelle relazioni allegate al PATI, che hanno indotto a
     classificare il mappale 78 foglio 17 in “Zona di Contesto Figurativo”.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
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                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     A seguito di un precedente procedimento di VIA, lo stabilimento è attualmente autorizzato all’esercizio per
     la gestione di rifiuti in regime ordinario ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., con provvedimento della
     Provincia di Vicenza n. 117 del 31/07/2013.
     L’autorizzazione riguarda le seguenti attività ed i seguenti codici CER:
            ATTIVITÀ                          CODICI CER
      messa in riserva [R13] dei rifiuti     17 01 01 cemento,
      conferiti, funzionale sia alle attività  17 01 02 mattoni,
      di seguito specificate, sia all’avvio   17 01 03 mattonelle e ceramiche,
      a recupero presso altri siti autoriz-   17 01 07 miscugli di scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ce-
      zati,                    ramiche persi da quelli di cui alla voce 17 01 06*,
      selezione, cernita [R12] e recupero     17 03 02 miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 17
      [R5] per la produzione di materie      03 01* (essenzialmente costituite da fresato proveniente dalle
      prime secondarie (di seguito MPS)      operazioni di scarifica del manto stradale)
      e                     17 09 04 rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione,
      messa in riserva [R13] dei rifiuti      persi da quelli di cui alla voce 17 09 01*, 17 09 02* e 17 09 03*,
      prodotti dall’attività di recupero     non contenenti sostanze pericolose ed in particolar privi di
                            amianto;
     I quantitativi massimi di rifiuti accettabili e trattabili presso l’impianto sono:
     a) quantitativo massimo stoccabile di rifiuti [R13]: 59.687 t, di cui 17 t di rifiuti prodotti dall’attività,
     b) quantitativo massimo di rifiuti in ingresso all’impianto: 105.900 t/anno e
     c) quantitativo massimo di rifiuti sottoposti a trattamento [R12 / R5]. 1.800 t/anno.
     L’attività di recupero viene svolta negli impianti di conglomerato bituminoso (MAP ed ECOMIXER),
     nell’impianto “ECOLOGICO” e nell’impianto “BERTOLI”.




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     Le materie prime secondarie derivanti dall’attività di recupero rifiuti sono definite nella tabella allegato 1 al
     provvedimento n. 117/2013 del 31/07/2013:




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     MODIFICHE RISPETTO ALLA SITUAZIONE AUTORIZZATA – STATO DI PROGETTO
     Le attività di recupero e le tipologie di rifiuti (codici CER) resteranno invariati, mentre si richiede un aumen -
     to dei quantitativi massimi di rifiuti accettabili e trattabili presso l’impianto:
     a) quantitativo massimo stoccabile di rifiuti [R13]: 100.017 t, di cui 17 t di rifiuti prodotti dall’attività,
     b) quantitativo massimo di rifiuti in ingresso all’impianto: 200.000 t/anno e
     c) quantitativo massimo di rifiuti sottoposti a trattamento [R12 / R5]. 2.250 t/giorno.
     Il fabbisogno relativo al quantitativo massimo di rifiuti annualmente conferibili all’impianto è stato determi -
     nato ipotizzando la domanda di mercato per il 2019 e gli anni a seguire sulla base degli incrementi rilevati
     dall’azienda nel corso del 2018. Il calcolo è stato effettuato per ciascun prodotto dell’attività di recupero che
     – dopo il completamento del processo di recupero – viene venduto a terzi o utilizzato per la produzione di
     ulteriori materiali per l’edilizia, quali i misti cementati. I prodotti dell’attività di recupero corrispondono nel-
     lo stato di progetto a quanto autorizzato oggi:
      macinato ecologico fino e grosso (rif. Autorizzazione: MPS per l’edilizia con caratteristiche conformi
      all’allegato C alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del 15/07/05),
      conglomerato bituminoso (rif. Autorizzazione: conglomerato bituminoso vergine a caldo e a freddo),
      MPS per costruzioni stradali o MPS da fresato (rif. Autorizzazione: M.P.S. per costruzioni stradali e piazza -
      li industriali previa esecuzione e verifica limiti al test di cessione di cui Allegato 3 D.M. 05/02/98) e
      conglomerato bituminoso a freddo (ecobase) (rif. Autorizzazione: conglomerato bituminoso vergine a cal-
      do e a freddo).
     Le previsioni di produzione e le quantità di materie prime richieste sono riportate nella seguente tabella (bi -
     lancio di massa):




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     Al quantitativo massimo di rifiuti annualmente conferibili all’impianto di 189.600 t/anno (A+B+C+D+E), de-
     terminato come sopra descritto, l’azienda intende aggiungere un quantitativo di 10.400 t/anno – a sommare
     fino a 200.000 t/anno – per poter far fronte all’eventualità dell’approvazione del “Criterio Ambientale Mini-
     mo” per le strade, le cui bozze sono state visionate dalle associazioni di categoria e che prevede – qualora ap -
     provato – l’obbligo di utilizzare materie prime negli appalti pubblici per la costruzione o la asfaltatura di
     strade, ed in particolare conglomerato bituminoso, con percentuali di materiale riciclato molto superiore ai
     valori previsti dalle attuali norme e dagli attuali capitolati speciali di appalto.
     Per far fronte quindi all’aumento di rifiuti stoccati e lavorati verranno apportate le seguenti modifiche:
      aumento della superficie impermeabilizzata destinata a stoccaggio delle maggiori quantità di rifiuti in stoc -
      caggio;
      ripristino, per la durata della vita dell’impianto, della destinazione d’uso da “Zone di contesto figurativo”
      a “Zone produttive per attività industriali e artigianali soggetto ad Intervento Edilizio Diretto” dell’area di
      cui al foglio 17 mappale 85, compresa all’interno delle aree già attualmente destinate all’attività aziendale,
      da destinare a stoccaggio di materiali inerti vergini, di MPS e per logistica;
      riorganizzazione delle aree interne e separazione delle reti di drenaggio delle acque piovane tra rete di rac-
      colta dalle aree destinate allo stoccaggio, alla lavorazione o alla movimentazione di rifiuti in ingresso
      (“aree contaminate”) e rete di raccolta dalle altre aree (“aree bianche”) con trattamento.
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     Nella presente sezione vengono evidenziate esclusivamente le modifiche tra lo stato di fatto e lo stato di
     progetto, rimandando per tutto quanto non oggetto di modifiche alla documentazione presentata ed alle
     precedenti istruttorie.
     Le variazioni riguardano essenzialmente due aspetti (trattati nel prosieguo della presente sezione):
     - le aree di stoccaggio e di recupero;
     - il sistema di raccolta e di trattamento delle acque reflue e meteoriche.
     Relativamente alle AREE DI STOCCAGGIO E DI RECUPERO, si propone per una visione d’insieme il
     layout generale del sito, nello stato di progetto, con indicate tra l’altro le nuove aree da impermeabilizzare e
     il mappale 87 (di cui si chiede cambio destinazione d’uso nell’ambito degli strumenti urbanistici):




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     Il progetto prevede i seguenti interventi:
     - aumento delle aree impermeabilizzate con la realizzazione di una nuova area asfaltata con sottofondo, bin-
      der e strato di usura come proseguimento verso Nord dell’attuale stoccaggio principale di fresato di asfal -
      to. La nuova area impermeabilizzata misura 7.520 m 2 (che si aggiunge ai 47.300 m2 già asfaltati) e consenti-
      rà di tenere in stoccaggio in totale fino a 86.650 t di fresato di asfalto, rifiuto codice CER 17 03 02. Rimane
      inalterato il secondo stoccaggio rifiuti di capacità pari a 13.350 t. Si ritiene che l’asfaltatura dia garanzie suf-
      ficienti in considerazione del basso carico inquinante contenuto nell’eluato da fresato di asfalto, come di -
      mostrato dagli esiti dei test di cessione effettuati su tale materiale.
     - Ripristino della destinazione d’uso “zone produttive e attività industriali ed artigianali di espansione e di
      completamento” del mappale 87, attualmente destinato a “zone di contesto figurativo” destinando tale
      area a deposito di inerti, MPS e a viabilità interna, escludendo lo stoccaggio e la lavorazione di rifiuti. La
      pavimentazione sarà realizzata in materiale ghiaioso compattato.
     Relativamente alle SISTEMA DI RACCOLTA E DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE E
     METEORICHE, si propone per una visione d’insieme il layout generale del sito, nello stato di progetto, con
     indicate le direzioni di deflusso delle acque nelle aree pavimentate e le opere di raccolta, collettamento,
     trattamento e recapito:




     I criteri adottati dal proponente nell’elaborazione del progetto di sistemazione sono i seguenti:
     - Delimitazione e segregazione idraulica delle aree ove possono essere stoccati o movimentati rifiuti (aree
       A e B dal layout, che rientrano nel campo di applicazione del comma 1 dell’art. 39 delle N.T.A. del
       P.T.A.); raccolta delle acque meteoriche con rete separata e trattamento delle acque di prima e seconda
       pioggia con riutilizzo all’interno dell’impianto; rispetto allo stato di progetto viene migliorata la segrega-
       zione idraulica delle aree ove sono utilizzati i rifiuti tramite la realizzazione di nuovi collettori per impe-
       dire la contaminazione tra le acque piovane delle perse aree.
     - Inpiduazione di aree che, nonostante non ospitino attività di stoccaggio o lavorazione rifiuti, si ritiene
       prudente mantenere collegate alla vasca interrata garantendo in questo modo il trattamento di acque di


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      prima e di seconda pioggia (aree C1 e C2 del layout); tali aree ospitano l’impianto di lavaggio dei mezzi e
      la torre di lavaggio inerti.
     - Inpiduazione di “altre superfici scolanti delle tipologie di insediamenti di cui al comma 1” (rif. art. 39,
      comma 3, lettera c)) (aree D1 e D2 del layout) in cui il dilavamento di sostanze pericolose può ritenersi
      esaurito con le acque di prima pioggia; raccolta delle acque di prima pioggia e loro trattamento nel circui -
      to delle acque di cui al punto precedente con riutilizzo. Scarico delle acque di seconda pioggia negli strati
      superficiali del sottosuolo ai sensi del comma 13.
     - Inpiduazione di superfici ove è precluso lo stoccaggio e la manipolazione di rifiuti, con coefficiente di
      afflusso < 0,4, per le quali, ai sensi del comma 4, non si realizza la raccolta delle acque di pioggia in quan-
      to non si genera né deflusso idraulico, né contaminazione (aree E ed F del layout).
     In dettaglio, oltre alla realizzazione della nuova area impermeabilizzata descritta in precedenza, si
     prevedono i seguenti interventi:
      Realizzazione di nuove canalette di sezione 30x30 cm e tubazioni per la raccolta delle acque di prima e
      seconda pioggia ricadenti sulla nuova area di stoccaggio del fresato e per il loro conferimento alla vasca
      interrata esistente (aree A e B del layout).
      Realizzazione di nuove canalette di sezione 30x30 cm o di tubazioni di drenaggio con pozzetti lungo i lati
      Nord e Ovest dei piazzali a servizio degli impianti MAP ed Ecomixer (area A del layout) per assicurare la
      separazione idraulica tra le aree connesse a tali impianti dalle aree che ospitano i box di deposito degli
      inerti ove è esclusa la presenza di rifiuti. Collettamento delle acque raccolte da tali canalette alla nuova
      vasca di prima pioggia da realizzare per il trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dalle
      aree D1 e D2. Il drenaggio lungo il lato Nord impedisce che il deflusso proveniente dalle aree E, adibite a
      depositi di inerti e MPS, in caso di eventi meteorici eccezionali, possa entrare nell’area A. Il drenaggio
      lungo il lato Ovest sarà realizzato lungo la linea di displuvio esistente e convoglierà le acque raccolte a
      monte verso la vasca di trattamento prime piogge. Per il collegamento finale a tale vasca si valuterà in
      sede esecutiva se sia possibile utilizzare la rete esistente o se sia necessario realizzare un nuovo
      collegamento. Questa nuova separazione idraulica costituisce un miglioramento dello stato di fatto.
      Disconnessione idraulica dalla rete di raccolta esistente e collettata alla vasca interrata delle reti di
      raccolta delle acque piovane provenienti dalle aree:
      - Viabilità di ingresso al sito, palazzina uffici e aree contigue (area D1 del layout) di 4.605 m 2;
      - Zona di deposito inerti aree a Nord della torre di lavaggio (area D2 del layout) di 3.795 m 2.
      Tali aree rientrano nella definizione di cui all’articolo 39, comma 5, lettera c) del P.T.A.. In particolare le
      acque dilavanti da tali aree non comprendono le acque di scarico dall’impianto di lavaggio mezzi e le
      acque di scarico della torre di lavaggio che possono recare un carico significativo di solidi sospesi. Le
      acque piovane incidenti su tali aree sono assimilabili ad acque provenienti esclusivamente dalla
      lavorazione di “rocce naturali” (rif. P.T.A., articolo 30, comma 1, lettera g), provengono da piazzali di
      parcheggio di area inferiore a 5.000 m2 e di servizio all’officina di area inferiore a 2.000 m2. Ne consegue
      che l’unica interferenza tra tali aree e l’impianto di recupero rifiuti è il transito di camion che trasportano
      rifiuti e MPS in ingresso e uscita tramite la viabilità conpisa. Si può quindi concludere che il
      dilavamento di sostanze pericolose da tali aree si esaurisce totalmente con le acque di prima pioggia.
      Realizzazione di una vasca di separazione delle acque di prima pioggia provenienti dalle aree E, D1 e D2
      il cui volume è calcolato in base alle aree, ad un’altezza di pioggia di 5 mm e ad un coefficiente di
      deflusso pari a 0,35 adottato per l’area E:




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       La vasca sarà gettata in opera qualora le vasche prefabbricate disponibili sul mercato non fornissero
       adeguate garanzie sulla portata della copertura in relazione al carico dei mezzi pesanti.
      Collegamento della vasca di raccolta delle acque di prima pioggia provenienti dalle aree E, D1 e D2 alla
       vasca interrata esistente per l’invio delle acque di prima pioggia al trattamento di sedimentazione e
       chiarificazione ed al riutilizzo all’impianto di lavaggio; conferimento delle acque di seconda pioggia ad
       un dispositivo per la dispersione negli strati superficiali del sottosuolo a norma del comma 13
       dell’articolo 39 del P.T.A.. Per la realizzazione di tale collegamento si verificherà, in sede esecutiva, la
       possibilità di riutilizzare una tubazione esistente e attualmente coperta dello stoccaggio principale di
       fresato, oppure, in caso ciò risulti impossibile, sarà realizzata una nuova condotta che aggirerà lo
       stoccaggio di fresato dirigendosi verso Est.
     Nel complesso gli interventi sopra descritti comportano la riduzione della superficie impermeabilizzata per
     la quale si effettua il trattamento sia delle acque di prima che di seconda pioggia (tramite impianto esistente)
     da totali 47.300 m2 a totali 40.790 m2. Nello stato di progetto la vasca interrata esistente, di volume netto pari
     a 2.300 m3, consente di trattare un’altezza di pioggia pari a 56,4 mm. Solo le acque reflue eccedenti tale altez -
     za di pioggia verranno scaricate sugli strati superficiali del sottosuolo tramite l’esistente sistema di sfioro
     dalla vasca interrata, tubazione e tubi perdenti.
     Si richiedono le seguenti integrazioni:
     - con riferimento alle verifiche dei limiti previsti dalla tab b.2.1 del DM 69/2018, si chiede di relazionare circa
     i risultati ottenuti nelle misure realizzate ogni 3000 mc. in entrata. Considerata l'autorizzazione a un quanti-
     tativo massimo di 105.900 ton in ingresso (circa 50000 mc) sono prevedibili circa 15 campioni/anno come sta-
     to di fatto (dopo l'entrata in vigore del DM);
     - indicare la destinazione delle aree E & F.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
     Si ritiene necessario verificare, in fase di collaudo dell’impianto, la gestione EoW mediante verifiche più fre-
     quenti e con integrazione del set analitico.
                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento, prevedendo tuttavia uno specifico monitoraggio nella fase di collaudo dell’impianto.
                                  111
                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Secondo la documentazione di progetto non si prevedono variazioni nella configurazione delle emissioni in
     atmosfera dell’impianto, con richiesta pertanto di mantenere invariati i punti di emissione e i relativi limiti
     in uscita.
     Peraltro con l’ampliamento di progetto si stima che la produzione di conglomerato bituminoso, alla massima
     potenzialità dell’impianto, vari dalle attuali 300.000 ton/anno alle 450.000 ton/anno, determinando un incre-
     mento del 50%. Di conseguenza si può stimare un pari aumento delle ore di lavoro dei due impianti rispetto

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     ai dati aziendali 2017: tenendo conto che, rispettivamente per gli impianti MAP ed Ecomixer, nel 2017 risul-
     tano lavorate 1092 ore e 1116 ore, la stima futura arriva fino a 1638 e 1674.
     La tabella seguente riporta un confronto tra le emissioni annuali, in flusso di massa (kg/anno), nello stato at -
     tuale e nello stato di progetto, evidenziando un aumento del 50%:




     A fronte dell’incremento appena rilevato, il Proponente sottolinea che comunque la stima di carico inquinan-
     te (kg/anno) nello stato di progetto rimane per tutti i parametri (polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo) in -
     feriore al carico inquinante massimo attualmente autorizzato (quantificato ipotizzando che le concentrazioni
     e i flussi di massa in uscita, riferiti alle portate autorizzate, corrispondano ai valori limite).
     Per completezza si annota una previsione di aumento dei consumi di metano negli impianti termici di pro -
     cesso (stimato in sede di presentazione del progetto presso il Municipio di Breganze in un +30%).
     Relativamente alle emissioni diffuse la documentazione progettuale tratta essenzialmente la polverosità da
     trasporto eolico, da movimentazione e da transiti di messi, valutandone la sostanziale invarianza.
     Nella documentazione di progetto non sono riportate le valutazioni in merito alle possibili emissioni diffuse
     di inquinanti persi dalle polveri, rilasciate dai cumuli di materiale bituminoso in deposito, i quali presenta-
     no ampie superfici esposte all’aria per tempi rilevanti. Si ritiene di richiedere un approfondimento di valuta-
     zione su qualità e quantità di tali emissioni (in particolare in termine di flussi di massa e con riferimento ai
     principali inquinanti ragionevolmente correlabili col materiale in questione, ad es. composti organici, idro -
     carburi aromatici e policiclici aromatici), eventualmente motivando la non significatività del caso.
     Il richiedente, in base ai dati di concentrazione rilevata ed alla presenza di 170302 stoccata ed alla possibilità
     di emissione diffusa di polveri, potrebbe ragionevolmente fare delle considerazioni rispetto al quasi raddop -
     pio delle quantità richieste di stoccaggio in termini di disagio da immissione di IPA da fonte diffusa presso i
     corpi ricettori più probabili. Tale apporto potrebbe essere confrontato con quello da camino. Le considera -
     zioni potrebbero suggerire la progettazione di un eventuale monitoraggio di BaP.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     La gestione delle acque, con particolare riferimento alle modifiche introdotte dal progetto, è descritta nelle
     pagine precedenti.
     Non si ravvisano particolari elementi di criticità, salvo l’esigenza di precisare l’inquadramento amministrati-
     vo (classificazione come acque meteoriche ovvero come acque industriali e relativa legittimazione normati-
     va/autorizzativa) dei due scarichi a dispersione su suolo previsti nello stato di progetto:
     - acque eccedenti le capacità di accumulo e/o riutilizzo del sistema esistente (che tratta anche le acque pro -
      venienti da aree di stoccaggio e impianti di processo);
     - acque di seconda pioggia del nuovo sistema di raccolta.


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     Si richiedono le seguenti integrazioni per quanto riguarda le acque meteoriche, considerato che il documento
     "P01 Relazione tecnico - descrittiva.pdf" a pagina 34 riporta che nello stato di progetto è previsto che le zone
     attualmente "di contesto figurativo" saranno destinate al deposito MPS con pavimentazione in materiale
     ghiaioso compattato. Visto quanto previsto dal parere della C.T.P.A. n. 04/0417 al punto 5: "le aree di deposi-
     to dei materiali di recupero (M.P.S.) possono essere escluse dalla gestione delle acque meteoriche purché sia
     dimostrato che:
     - non vi è rischio di trascinamento di solidi sospesi (es. per elevata permeabilità dei suoli);
     - non vi è commistione delle acque meteoriche di tali aree con quelle provenienti dalle aree di deposito dei
     rifiuti o dei materiali lavorati in attesa di caratterizzazione;
     - l'eluato dei materiali di recupero (M.P.S.) ha valori di concentrazione relativamente alle sostanze pericolose
     e pregiudizievoli per l'ambiente inferiori ai limiti stabiliti per lo scarico sul suolo (metodica: test di cessione
     prevista dal D.M. 5 febbraio 1998).
     Il richiedente illustri il possesso previsto dei requisiti anche con altri parametri caratterizzanti oltre a quelli
     presentati in tabella 27 dello SIA (p.e.: pH, idrocarburi).
     Le aree D1 e D2 (tav.06 sistemazione idraulica) sono definite tali che il dilavamento di sostanze pericolose fi-
     nisce con la prima pioggia.
     Il richiedente dovrebbe mettere in relazione con i materiali che saranno deposti su tali aree.
     Il richiedente dovrebbe indicare a cosa sono destinate le aree E & F ed illustrare, in base alla natura dei mate -
     riali depositati e alle caratteristiche dei suoli, per quali motivi non si genera deflusso idraulico e contamina-
     zione.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Gli interventi di progetto non evidenziano particolari aggravi di impatto per il suolo/sottosuolo rispetto alla
     situazione attualmente autorizzata, fatto salvo quanto sopra riportato per l’ambiente idrico.
     In relazione alle acque sotterranee, lo SIA al capitolo 4.4.3.3. confronta i risultati delle analisi condotte su un
     campione di acque sotterranee prelevato in pozzo di proprietà con limiti di normativa. Per avvalorare l'ipo -
     tesi della non inflenza sulla qualità dell'acqua sotterranea dell'attività il proponente dovrebbe illustrare il po -
     sizionamento e la profondità del pozzo spiegando, con considerazioni idrogeologiche, la caratteristica di es-
     sere captatore di eventuali contaminazioni provenienti dalla zona di attività. Inoltre, con lo stesso scopo, sa-
     rebbe utile un riferimento circa le caratteristiche di acqua sotterranea da poter considerare di "zero".
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     Dall’analisi della cartografia e alla luce delle informazioni riportate nella precedente valutazione previsiona -
     le di impatto acustico (maggio 2009) si rileva come l’area di influenza, all’interno della quale potrebbe deter-
     minarsi una variazione significativa dei livelli di rumore ambientale rispetto alla situazione ante operam, è
     limitata al ricettore A distante circa 320 metri, al ricettore B distante 360 metri e ricettore C distante 750 metri
     ma situato a ridosso della strada principale di accesso al sito.


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     Non sono previste nuove sorgenti rumorose che possano aumentare il livello di rumore ambientale per i ri-
     cettori P1 e P2. Secondo i progettisti l’eventuale aumento di ore di funzionamento degli impianti è mitigato
     sia dalla distanza dei ricettori sia della presenza dei cumuli che mascherano il rumore.
     Per il ricettore P3, essendo situato in prossimità della strada di accesso al sito, sono state sviluppate alcune
     valutazioni. La movimentazione giornaliera di vettori determinata dall’esercizio dell’insediamento in essere
     è attualmente costituita da circa un 158 di passaggi di mezzi pesanti al giorno. Basandosi sui quantitativi sta-
     biliti dall’autorizzazione e sulle ricette aziendali per la produzione dei conglomerati, si calcola che da 158
     mezzi/giorno si passerà a circa 204 mezzi/giorno, con un aumento teorico di 46 mezzi/giorno.




     Dalle elaborazioni proposte risulta quanto segue:
       verifica del rispetto del limite di immissione periodo diurno:




       verifica del rispetto del livello differenziale periodo diurno:




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     La valutazione del tecnico competente redattore del documento di impatto acustico riporta il rispetto dei
     limiti assoluti e differenziali presso i ricettori posti in prossimità dell’area aziendale, ciononostante si chiede
     di approfondire nella valutazione:
     - la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame. Si chiedono, delle
     indicazione riferibili sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di trasporto del
     materiale in ingresso e in uscita dal lotto e sulle emissioni di traffico indotto prodotte dall’attività allo scopo
     di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività
     sulle vie di traffico prevalentemente usate dai mezzi suddetti. Tali livelli, anche come sommatoria degli
     effetti del traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture stradali percorse dai
     mezzi di trasporto di cui sopra. Si usino, per caratterizzare i livelli di emissione sonora dei mezzi aziendali, i
     dati di monitoraggio effettuati presso i ricettori prossimi all’attività.
     La verifica dei livelli di traffico indotto deve essere effettuata previa classificazione di tutte le infrastrutture
     stradali afferenti all’area di progetto così come indicato da specifica norma – DPR 142/2004 ; si indichi quindi
     la tipologia di strada secondo tabella 2 del decreto specifico e i rispettivi limiti per il periodo diurno che
     saranno confrontati con le effettive emissioni di rumore dovute al traffico indotto di cui sopra.
     Di seguito alle valutazioni effettuate con gli approfondimenti riguardanti la richiesta di integrazioni di cui
     sopra, se si riscontrassero criticità legate all’attuale traffico caratterizzante l’area di indagine con conseguenti
     alterazioni di tali livelli, dovute agli incrementi del traffico veicolare indotto dalla attività, si indica
     l’opportunità di valutare delle possibili alternative concordate anche con le Amministrazioni Comunali
     specifiche ai percorsi prevalenti di collegamento al lotto aziendale, anche come sistemi di mitigazione dei
     livelli sonori prodotti dal traffico indotto, nei confronti dei ricettori impattati, a scopo di riportare nei limiti
     di norma (tabella 2 del DPR 142/2004) i suddetti valori di emissione sonora.
     - Le verifiche fonometriche devono essere condotte per un tempo di misura adeguato alla effettiva
     caratterizzazione delle emissioni sonore delle sorgenti che presenti nell’area di indagine. A riguardo si
     riscontrano tempistiche di monitoraggio troppo brevi per l’effettiva caratterizzazione dei livelli residuali e
     ambientali; inoltre i monitoraggi sono stati condotti in un momento della giornata non adeguato alla
     definizione dei livelli di emissione sonora suddetti. Si chiede di condurre un monitoraggio di rumore con
     tempistiche di misura adeguate e in orari più opportuni a descrivere al meglio il livello di emissione medio
     diurno relativo alla caratterizzazione dei livelli sonori prodotti dal traffico veicolare.
     - Di seguito l’effettiva verifica dei livelli residuali atti al confronto con i valori di rumore prodotti dagli
     impianti e attività dell’azienda; cioè si ritiene opportuno verificare con rilievo fonometrico i livelli di rumore
     residuo scorporati dalle emissione stradali e eventuali eventi atipici, presso i ricettori prossimi all’area
     indagata, nonché i valori LeqA e L95 orari più bassi riscontrati dal monitoraggio che saranno usati per la
     verifica del livello differenziale. Si riscontrano inoltre anomalie e imprecisioni nei dati relativi ai livelli di
     emissione sonora riscontrati nei monitoraggi e la posizione dei ricettori A e B riportati a pag. 13 della
     documentazione di impatto acustico e si ricorda che nella valutazione si dovrà tenere presente che
     l’incremento dell’attività lavorativa potrà comportare maggiori contributi alle attuali emissioni di rumore
     prodotte dall’attività in specie, soprattutto in funzione di eventuali modifiche del layout aziendale –
     spostamenti e variazioni di ampiezza e altezza dei cumuli di deposito del materiale da trattare e trattato.
     - la verifica delle emissioni di rumore prodotte da tutte le singole sorgenti e attività aziendali (macchine,
     impianti e attrezzature nonché attività tipo carico/scarico del materiale) devono essere condotte valutando
     singolarmente i contributi caratteristici prodotti da queste per il confronto con i limiti di emissione del caso.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


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     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Gli interventi di progetto non evidenziano particolari aggravi di impatto rispetto alla situazione attualmente
     autorizzata.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Gli interventi di progetto non evidenziano particolari aggravi di impatto rispetto alla situazione attualmente
     autorizzata.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     Gli interventi di progetto prospettano un aumento della mobilitazione di mezzi da parte dell’azienda, in re -
     lazione all’ampliamento richiesto. Il progetto prevede circa il raddoppio delle tonnellate lavorabili di rifiuto
     su base annua, raggiungendo un quantitativo massimo di 200.000 ton/anno.
     Il traffico a seguito dell’ampliamento si ricava come somma dei seguenti contributi:
     - Tonnellate di rifiuti in ingresso su base annua richiesti da progetto.
     - Tonnellate di materiali inerti di cava in entrata all’impianto ricavate da dati aziendali 2017.
     - Tonnellate di bitume e filler in entrata all’impianto ricavate aggiungendo ai dati aziendali 2017 (che com-
       prendono gli inerti per la produzione del conglomerato e gli inerti rivenduti a terzi tal quali) l’incremento
       di inerti dovuto all’aumento della produzione del conglomerato.
     - Tonnellate di conglomerato bituminoso in uscita ricavate dai dati di progetto.
     - Tonnellate di MPS totali in uscita ricavate dai dati di progetto.
     - Tonnellate di inerti in uscita ricavate da dati aziendali 2017 (nessuna variazione prevista su commercio di
       inerti).
     Risultano complessivamente 1.348.000 t di materiali in ingresso e uscita dall’impianto, che corrispondono,
     considerando 30 t per carico e 220 giorni lavorativi all’anno, a 204 viaggi/giorno, con un incremento di 46
     mezzi al giorno rispetto alla situazione attuale.
     Dalle elaborazioni proposte nella documentazione di progetto in merito ai flussi di traffico nelle strade circo-
     stanti il sito, derivano le stime seguenti:




     La valutazione progettuale conclude che l’attuale rete viaria sopporterà la mole di traffico circolante stimata
     e sarà in grado di conservare il medesimo standard di qualità.




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                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     Gli interventi di progetto non evidenziano particolari aggravi di impatto rispetto alla situazione attualmente
     autorizzata.
     Il proponente non prospetta adeguate mascherature e mitigazioni paesaggistiche in rapporto alla collocazio-
     ne dell'impianto (vincolo paesaggistico). La cessione per esproprio di parte dell'azienda (quale e che destina -
     zione ha attualmente) considerata come azione di mitigazione (pag.109 SIA) in quanto andrà a costituire par -
     te del bacino di laminazione in progetto è quantomeno discutibile.
     Le integrazioni fornite non hanno pienamente soddisfatto quanto richiesto e risulta pertanto necessario pre-
     vedere la seguente prescrizione:
     - presentazione di un elaborato specifico definitivo che illustri la planimetria di progetto, ed i i sesti di im-
     pianto, approfondendo il computo metrico estimativo della sistemazione a Verde e che riporti
     1. genere e specie delle piante arboreo-arbustive utilizzate in vasetto, nonché
     2. le loro idonee dimensione (Altezza non inferiore a 125-150 cm)
     3. costi di manutenzione per un periodo di almeno tre anni.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     Gli interventi di progetto non evidenziano particolari aggravi di impatto rispetto alla situazione attualmente
     autorizzata. Non risultano presenti segnalazioni o rilievo da parte dell’Ulss competente per territorio.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                  VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                              CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
     tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
     finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.

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     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
     monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
     a quella di approvazione progetto per l’attività di gestione rifiuti, oggetto di votazione all’interno della
     conferenza dei servizi, il cui elenco è riportato in premessa al presente parere.
     L’approvazione progetto costituisce variante urbanistica puntuale prevista dalla L.R. n.03/2000 né titolo
     edilizio.

                            Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE FAVOREVOLE
                 all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
     1.Preliminarmente alla comunicazione di avvio dei lavori si dovrà presentare un elaborato specifico definitivo che illu -
     stri la planimetria di progetto, ed i i sesti di impianto, approfondendo il computo metrico estimativo della sistemazione a
     Verde e che riporti genere e specie delle piante arboreo-arbustive utilizzate in vasetto, le loro idonee dimensione (Altezza
     non inferiore a 125-150 cm) ed i costi di manutenzione per un periodo di almeno tre anni.
     2. In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi:
     EoW
     Le analisi andranno eseguite con la frequenza di 1 campione ogni 2000mc
     Il set analitico dovrà comprendere, oltre ai parametri di tabella b.2.2 del Decreto 69/2018, anche la determinazione degli
     idrocarburi sul liquido di cessione (UNI EN ISO 9377-2: 2002) al fine di confermare l'idoneità rispetto ai requisiti
     CTPA, ovvero lo stoccaggio dovrà avvenire su area pavimentata.
     Per ogni campione saranno oggetto di gestione: il punto di campionamento e punto previsto di stoccaggio rappresentati
     sulla tavola della sede aziendale, il verbale di campionamento con descrizione dei materiali campionati con ogni riferi-
     mento disponibile utile alla identificazione ed il piano di campionamento conforme alla UNI 10802.
     Le suddette informazioni dovranno essere raccolte in una relazione tecnica valutativa da allegare al certificato di collau-
     do.
     Impatto acustico
     La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da
     ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto:
     a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misu -
     ra), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preav -
     viso ad Arpav;
     b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica pro -
     gettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i ri -
     sultati delle analisi.
     c) dovranno essere valutati i livelli di emissione, immissione e differenziale e confrontati con i relativi limiti. Le misure
     per valutare i livelli di immissione e differenziale devono essere effettuate presso i ricettori più esposti al rumore; qualora
     ciò non fosse possibile deve essere inpiduata una posizione di misura (nelle vicinanze del ricettore o in prossimità della
     sorgente) che consenta di stimare il livello presso il ricettore. I parametri da misurare sono i livelli acustici per i quali è
     stata evidenziata la potenziale criticità. Per l’elaborazione della documentazione di impatto acustico, ai sensi dell’artico -
     lo 8 della Legge n.447 del 1995, dovranno essere utilizzate le Linee Guida approvate con Deliberazione del Direttore Ge-
     nerale Arpav (DDG n.3 del 29.01.2008) e consultabili nel sito internet dell’Agenzia, all’indirizzo http://www.arpa.ve -
     neto.it/temi-ambientali/agenti-fisici/fle-e- allegati/ linee_Guida-DOC-Impatto_Acustico.

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     3.In relazione al progetto di mitigazione dell’impatto paesaggistico, la ditta dovrà effettuare un costante monitoraggio
     del progetto del verde e con frequenza almeno annuale vengano redatte delle relazioni allo scopo. Si dovrà prevedere di
     sostituire tutte quelle piante che non hanno attecchito o che risultino malate.
     4. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
     vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
     co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
     nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.
     5. Le prescrizioni, impegni, garanzie ed obblighi stabiliti dall’accordo procedimentale con il Comune di Breganze, aven -
     te prot.n.4565 del 28.03.2019 sono recepiti come parte sostanziale del presente parere e dei successivi provvedimenti au-
     torizzativi.


     Vicenza, 06 giugno 2019


       F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                   Andrea Baldisseri




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