DETERMINA

                PROVINCIA DI VICENZA
              Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA  C. Fisc. P. IVA 00496080243




        Determinazione Dirigenziale N° 567 DEL 28/04/2021

                    AREA TECNICA
                SERVIZIO RIFIUTI VIA VAS


DIRIGENTE/RESPONSABILE: Filippo Squarcina

OGGETTO: PROVVEDIMENTO DI GIUDIZIO NEGATIVO DI VALUTAZIONE IMPATTO
AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE PROGETTO AI SENSI DELL’ART. 27 BIS
DEL          D.LGS.          152/2006
DITTA: BERICA  ECO  INERTI S.A.S. DI  PELLATTIERO   ANTONIO
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO E MESSA IN RISERVA DI RIFIUTI SPECIALI NON
PERICOLOSI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: MONTEVIALE


           COPIA CONFORME PROVVEDIMENTO

Titolo: Copia Conforme

Note:



                     Documenti Presenti:

     Titolo      Nome File                   Formato          Data
Impronta
   TESTO ATTO    DD_2021_567.odt                 AT - ATTO         28/04/2021
72AB0EB000D842AF58CCAAF3C3A81A77CF421BA0
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  PARERE N.4/2021    Parere Berica Eco Inerti.pdf
                       INF - DOCUMENTO                   20/04/2021
                        INFORMATICO
26B38A4913BBE7ABC37F6EF794CC3D4845FA25A682A1BB970587BDCD9FB9AF0C
NON FIRMATO -
                     PROVINCIA DI VICENZA
                   Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA  C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINA N° 567 DEL 28/04/2021

                         AREA TECNICA
                     SERVIZIO RIFIUTI VIA VAS



OGGETTO: PROVVEDIMENTO DI GIUDIZIO NEGATIVO DI VALUTAZIONE IMPAT­
TO AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE PROGETTO AI SENSI DEL­
L’ART.   27    BIS   DEL    D.LGS.    152/2006
DITTA: BERICA ECO INERTI S.A.S. DI PELLATTIERO ANTONIO
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO E MESSA IN RISERVA DI RIFIUTI SPECIALI
NON             PERICOLOSI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: MONTEVIALE



                          IL DIRIGENTE

Vista la documentazione presentata in data 03/06/2019, prot n. 30485 da parte della ditta BERICA
ECO INERTI SAS DI PELLATTIERO ANTONIO con sede legale e operativa in Via Fontanelle n.
8/10 – Monteviale, relativa al progetto “impianto di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali
non pericolosi.” con cui è stata richiesta l’attivazione della procedura di valutazione impatto am­
bientale e contestuale approvazione progetto ai sensi dell’art. 27 bis del D.Lgs. 152/2006 e
dell’art.11 della LR 4/2016.
Visto l’elenco delle autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comun­
que dominanti in materia ambientale, ulteriori rispetto al provvedimento di VIA, necessari alla rea­
lizzazione ed all’esercizio dell’intervento in oggetto, trasmesso dal proponente ai sensi del comma 2
dell’art.27 bis del D.Lgs. 152/2006 nell’istanza e di seguito riportato:
­ approvazione progetto ai sensi dell’art.208 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell’Allegato IV alla
Parte II del D.Lgs. 152/2006 ­ Punto 7. Progetti di infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e re­
cupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante opera­
zioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152.
Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale approvazione pro­
getto rientra, per il progetto in parola, tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla
Legge Regionale n. 4/2016;

Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005; sosti­
tuisce il documento cartaceo e la firma autografa.
Tenuto conto altresì che per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in
materia di VIA e di approvazione progetto si svolgono in maniera unificata attraverso il coordina­
mento delle perse disposizioni in materia, come previsto dall'art.10 c.2 del D.Lgs. 152/2006;
Dato atto che, ai sensi dell’art. 27­bis del D.Lgs. 152/2006:
­ con nota prot. 32979 del 13/06/2019 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di avve­
nuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le va­
lutazioni di competenza;
­ con nota prot. 31279 del 23/07/2020 è stata data comunicazione agli Enti interessati dell’avvenuta
attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul sito web provinciale e nella medesi­
ma data, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006, chiedendo al Comune di
Monteviale e Creazzo, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27­bis, comma 4, di dare informazione
nel proprio albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.
Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 26 comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006, le seguenti
osservazioni :
­Comune di Monteviale, prot. 39145 del 21/09/2020
­Comune di Creazzo, prot. 38964 del 18/09/2020
­Consorzio Bonifica APV, prot.36896 del 03/09/2020
­Distretto Alpi Orientali, prot. 38525 del 15/09/2020
­Andrea Vassallo, prot. 37258 del 04/09/2020
­Italia Nostra, prot. 39418 del 22/09/2020
­Sasso Bianchin, prot. 33232 del 05/08/2020
­Villa Zileri Cirmolo, prot. 39087 del 18/09/2020
­Boris De Ruitz, prot. 39193 del 21/09/2020
­Piermaria Foletto, prot. 39329 del 22/09/2020
trasmesse alla ditta per le eventuali controdeduzioni, all’interno della comunicazione con la quale è
stata inoltrata la richiesta di integrazione generale (nota prot. 39662 del 23/09/2020).
Viste e valutate le integrazioni pervenute con nota prot. 2412 del 21/01/2021 .
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta in modalità teleconferenza del gior­
no 18/02/2021, ha espresso parere negativo di compatibilità ambientale del progetto presentato per
le motivazioni contenute nel parere n. 4/2021 allegato al presente provvedimento per costituirne
parte integrante e sostanziale;
Dato atto, altresì, che la Conferenza di Servizi di cui all’art. 14 della L. 241/1990, nella seduta in
modalità teleconferenza del 18/02/2021, ha espresso unanime parere negativo all’istanza presentata
per le seguenti motivazioni:
­ la Provincia di Vicenza ha espresso il proprio parere contrario recependo le valutazioni del comi­
tato tecnico provinciale VIA contenute nel parere n. 04/2021;
­ l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali ha inoltrato il proprio parere negativo al pro­
getto con nota agli atti prot. 6865 del 18/02/2021, poiché non è stato dato seguito agli approfondi­
menti tecnici richiesti con nota prot. 4909/2020 del 15/09/2020;
­ il Comune di Monteviale ha espresso parere contrario al progetto, ribadendo i contenuti già esposti
nel parere inviato in data 18/09/2020, con prot.n. 6057, in considerazione del fatto che le integrazio­
ni pervenute non hanno modificato i presupposti per i quali ci si era già espressi sfavorevolmente,
anche per quanto riguarda la non conformità urbanistica.
­ la Soprintendenza esprime parere negativo rispetto al progetto presentato in quanto l’area coinvol­
ta è particolarmente delicata e soggetta a vincoli paesaggistici, agrari e boschivi.
­ il Comune di Creazzo, esprime, altresì, parere contrario al progetto, ribadendo i contenuti già

Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005; sosti­
tuisce il documento cartaceo e la firma autografa.
espressi nel parere inviato in data 17/09/2020, agli atti con prot.n. 38964 del 18/09/2020, in consi­
derazione del fatto che le integrazioni pervenute non hanno modificato i presupposti per i quali ci si
era già espressi sfavorevolmente.
Tenuto conto che con nota agli atti prot. 8549 del 01/03/2021, ai sensi dell’art. 10 bis della
L241/1990, è stata data comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza prima della
formale adozione del provvedimento negativo a cui la ditta aveva il diritto di presentare le proprie
controdeduzioni entro il termine di 10 giorni dal ricevimento della nota provinciale.
Tenuto conto altresì che Berica Eco Inerti ha presentato le proprie osservazioni alla comunicazione
motivi ostativi accoglimenti istanza con nota agli atti prot. 10555­10556­10561 del 11/03/2021.
Dato atto che, alla luce di quanto pervenuto, il Comitato Tecnico Provinciale VIA, nella seduta in
modalità teleconferenza del giorno 15/04/2021, ha confermato il parere negativo di compatibilità
ambientale del progetto presentato già espresso nella seduta del 18/02/2021; quanto presentato, in­
fatti, consente di superare unicamente i rilievi posti per le criticità in materia di rumore e
viabilità/traffico, mentre permangono confermati gli impatti ambientali significativi per le altre ma­
trici ambientali.
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal succita­
to D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della Provin­
cia di Vicenza (Determina Dirigenziale n.256/2021) che è di giorni 250 ( 177)
Visti:
  • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” ;
  • la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
  • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
    2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
    giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
  • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competen­
    ze in materia di autorizzazione integrata ambientale”
  • Visto il decreto di attribuzione dell'incarico dirigenziale n 11 del 24/11/2020.

     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;

    Richiamata la deliberazione del Consiglio Provinciale n.1 del 25/01/2021 con la quale è sta­
to approvato il Bilancio di Previsione 2021­2023;

    Richiamato il PEG ­ Piano esecutivo di gestione ­ 2021/2023 approvato con Decreto presi­
denziale n. 11 del 12/02/2021;


                         DETERMINA

  1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere espresso dal Comitato Tecnico Provinciale
    VIA, n. 4/2021 del 18/02/2021, come confermato in Comitato Tecnico Provinciale VIA del
    15/04/2021, Allegato A al presente provvedimento, di cui forma parte integrante e sostanzia­
    le;
  2. di rilasciare provvedimento di giudizio NEGATIVO di compatibilità ambientale relativa­
    mente all'istanza di cui al punto 1 per le motivazioni contenute nel parere sopra citato;
  3. di adottare la determinazione di conclusione NEGATIVA della Conferenza di Servizi effet­
    tuata nell’ambito del procedimento unico ex art. 27­bis del D.Lgs. 125/2006 a seguito dell’i­
    stanza presentata da BERICA ECO INERTI SAS DI PELLATTIERO ANTONIO con sede
    legale e operativa in Via Fontanelle n. 8/10 – Monteviale, relativa al progetto “impianto di

Documento informatico firmato digitalmente ai sensi e con gli effetti di cui agli artt. 20 e 21 del D.Lgs n.82/2005; sosti­
tuisce il documento cartaceo e la firma autografa.
     recupero e messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi”;
  4. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
    diretti o indiretti sulla situazione economico­finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
    sensi art. 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
  5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
    all'albo pretorio on line.
  6. il presente provvedimento rispetta il termine previsto dal Regolamento sui procedimenti ammi ­
    nistrativi di competenza della Provincia di Vicenza (Determinazione del Segretario Generale n.
    256 del 26/02/2021)

                         INFORMA CHE

Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Servizio Rifiuti – VIA ­ VAS
della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
Il presente provvedimento viene trasmesso alla Ditta, ai Comuni di Monteviale e Creazzo, ad
ARPAV – Vicenza, all’Ulss 8 Berica, all’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento,
Livenza, Piave, Brenta­Bacchiglione, al Consorzio di Bonifica APV, al Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province
di Verona, Rovigo e Vicenza, alla Regione del Veneto – Unità organizzativa Forestale Ovest e a
Vi.abilità srl.
Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai sensi
e per gli effetti D.L. 33/2013.

                                       Sottoscritta dal Dirigente
                                         Filippo Squarcina
                                         con firma digitale



Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




ALLEGATI     ­ PARERE N.4/2021
         (impronta: 26B38A4913BBE7ABC37F6EF794CC3D4845FA25A682A1BB970587BDCD9FB9AF0C)




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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 18-02-2021
L'anno 2021, il giorno 18 del mese di FEBBRAIO alle ore 16:15 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Berica
Eco Inerti S.A.S. di Pellattiero Antonio - Impianto di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi -
Comune di Monteviale

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO              Presidente               assente


BALDISSERI ANDREA            Presidente delegato             presente


CORTESI ANGELO               Commissario               assente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario               presente


MURARO TERESA                Commissario               presente


ROSSI STEFANO                Commissario               presente


SALVIATI STEFANO              Commissario               assente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario               presente


VALVASSORI RIMSKY              Commissario               presente


VICENTIN ALBERTO              Commissario               presente


PIAZZI OTTORINO               Commissario               presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 11683 del 18-03-
2021, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del
Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e
preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,                esprime
congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                  Berica Eco Inerti S.A.S.
                        PARERE N. 04/2021

Oggetto: Impianto recupero rifiuti non pericolosi.
PROPONENTE:            Berica Eco Inerti sas
SEDE LEGALE:           Via Fontanelle n. 8/10 - Monteviale
SEDE INTERVENTO:         Via Fontanelle n. 8/10 - Monteviale
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianto recupero rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO:           Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV aParte Seconda del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. Punto 7.
                 Progetti di infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti
                 non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                 operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:        Creazzo
DATA DOMANDA:           03 giugno 2019
DATA PUBBLICAZIONE:        22 luglio 2020
DATA INTEGRAZIONI:        21 gennaio 2021

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
 - 1 Relazione illustrativa
  -  2 Cartografia tematica
  -  3 Rilievo topografico stato di fatto
  -  4 Profili di sezione stato di fatto
  -  5 Comparti operativi
  -  6 Sudpisione aree per codici EER
  -  7 Lay-out quotato
  -  8 Schema trattamento acque meteoriche
  -  9 Dettaglio trattamento acque
  -  10 Viabilità e sistemazione esterna
  -  11 Lay-out generale
  -  12 Profili di sezione a progetto
  -  13 Coni visuali
  -  14 Relazione geologica ed idrogeologica
  -  15 Studio di impatto ambientale
  -  16 Sintesi non tecnica dello Studio di impatto ambient.
  -  17 Dichiarazione di non avio della procedura di Vinca e relativa relazione
  -  18 Preventivo di spesa
  -  19 Computo metrico estimativo
  -  20 Valutazione previsionale impatto acustico
  -  21 Classificazione acustica comune di Monteviale

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  -  22 Piano di sicurezza esterno
  -  23 Piano di ripristino ambientale
  -  24 Programma di controllo
  -  25 Piano di gestione operativa
  -  26 Valutazione di compatibilità idraulica

                      PREMESSE ED UBICAZIONE
La Ditta intende gestire un impianto di recupero rifiuti non pericolosi in procedura ordinaria e di sola messa
in riserva di alcune tipologie di rifiuti assimilabili, al fine di implementare una nuova attività di recupero ad
uso della cantieristica edile e tale nuovo impianto sarà ubicato in Comune di Monteviale (VI), via Fontanelle
n. 8, presso la zona industriale del medesimo Comune.
Le attività di recupero che si intendono avviare, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., sono le seguenti:
- R13 - “Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12
- R12 - “Scambio di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate da R1 a R11
- R5 - “Riciclo/recupero di sostanze inorganiche”.
L’area si presenta a Nord, con vista sulle zone di ingresso e parcheggio mezzi di una ditta consociata che
opera nel settore degli scavi e demolizioni; più a sud ed a confine con il confine Nord del comune di Creazzo,
verrà implementata una strada di accesso all’impianto, parallela alla linea di monte, la quale porterà alla
sommità massima dell’area deputata all’impianto, ove sorgerà una piazzola di scarico dei rifiuti inerti.
L’area, ove è previsto che vengano effettuate le attività di messa in riserva e lavorazione rifiuti – R13/R5 dista
circa 127 m dalla più vicina abitazione.
Per quanto riguarda la potenzialità annua di trattamento, considerando un funzionamento di 235
giorni/anno, si ritiene che l’impianto possa recuperare un quantitativo massimo di rifiuti pari a 75 t/h x 8
ore/giorno x 235 gg/anno = 141.000 t/anno (94.000 mc).
L’area è classificata dal Piano degli Interventi vigente come zona di cui all’art. 5 del P.I. ossia “Accordi tra
soggetti pubblici e privati” e secondo il P.A.T. ricade nell’A.T.O. 2 – Pianura urbanizzata.
Nell’area di studio non sono presenti aree di notevole interesse pubblico, né sono presenti beni culturali e/o
beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela, tuttavia l’area è al confine con una zona boscata tutelata dal
vincolo paesaggistico.




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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Monteviale;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Monteviale;
• Piano regionale di gestione dei rifiuti Urbani e Speciali
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Rete Natura 2000.
Rispetto alla trattazione riportata nello S.I.A. risultano necessari alcuni approfondimenti, rapportando le
criticità evidenziate per l’area in questione, con l’impianto in esame.
In relazione al PTRC vigente l’area interessata dall’impianto è inserita nella Tav. 1 - Difesa del suolo e degli
insediamenti ( in parte all’interno delle “zone sottoposte a vincolo idrogeologico art. 7 N. d. A.) e nella Tav. 2 –
Ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici di livello regionale (in parte all’interno di “area di tutela
paesaggistica art. 19 N. d. A.).
In relazione al PTRC adottato l’area interessata dall’impianto è inserita negli “obiettivi e indirizzi di qualità’
paesaggistica” riguardanti l’ambito n. 14 Prealpi Vicentine (pag. 186 dell’elaborato ““Ambiti di Paesaggi,
atlante ricognitivo”).

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In relazione al PTCP l’area interessata dall’impianto è inserita nella Tavola 1 - Carta dei Vincoli e della
Pianificazione Territoriale (“ … La carta dei vincoli e della Pianificazione territoriale inpidua nell’area di
intervento il vincolo paesaggistico … “), Tavola 2– Carta delle fragilità (“ ... Nell’area oggetto di intervento è
presente una conoide alluvionale non attiva ... “), Tavola 3 – Sistema ambientale (“ … L’area di intervento è
all’interno di un’area ad elevata urbanizzazione (utilizzazione) agricola. … “ ), Tavola 5 – Sistema Paesaggio
(“ … L’area di intervento è classificata come “ambito di interessa naturalistico e paesaggistico da tutela e
valorizzare”. Secondo l’art. 59 delle norme tecniche … “).
Inoltre, non risultano esaminate nello S.I.A. la tavola 2.2 “Carta geolitologica” (l’area interessata
dall’impianto è, in parte, all’interno di faglie e sovrascorrimenti sepolti), la tavola 2.4 “Carta geomorfologica”
(l’area interessata dall’impianto è all’interno di Conoide alluvionale),
In relazione al PAT, per l’area interessata dall’impianto sono da rapportare l’Elaborato 1 – Carta dei Vincoli e
della Pianificazione Territoriale (nell’area di intervento il piano inpidua la presenza del vincolo sismico
zona 3 (art. 8 NTA) e la fascia di rispetto per elettrodotti) e l’Elaborato 3 – Carta della Fragilità (l’area di
intervento ricade all’interno della classificazione delle aree idonee a condizione di tipo A).
In relazione al PI, per l’area interessata dall’impianto non viene indicato il fatto che la stessa potrebbe essere,
in parte, all’interno del Vincolo paesaggistico D.Lgs. 42/2004 Aree boscate ed è opportuno verificare
planimetricamente il rapporto tra detto vincolo con l’ipotesi progettuale.
In relazione al PAI, infine, non si fa cenno al fatto parte dell’area interessata è inpiduata nella “Carta della
pericolosità idraulica” - tav. 39 come “zone di pericolosità e di attenzione geologica” ed occorre, pertanto,
mettere in relazione detta particolarità con il progetto proposto
Occorre infine integrare lo S.I.A. con l’analisi, per la zona confinante con l’intervento, del PAT e del PI del
comune di Creazzo.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto.
In particolare si rileva che:
- risulta presente un’incompatibilità di tipo urbanistico, sulla cui possibile variante il Comune di Monteviale
si è espresso in modo contrario, in quanto indisponibile a sottoscrivere la prevista convenzione con il
soggetto privato;
- ai sensi dell’allegato A del piano regionale rifiuti (DCR n. 30 del 29 APR. 2015) dove, nell’elaborato D
“Programmi e Linee Guida”, nei criteri per la definizione delle aree non idonee alla localizzazione degli
impianti di recupero e smaltimento, si indica che per le aree tutelate ai sensi degli artt. 10, 11 e 134 del D.Lgs
42/2004 è esclusa la realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia impiantistica.
L'art. 134 succitato prevede che tra i beni paesaggistici sono ricomprese le aree di cui all’articolo 142, ove
sono ricomprese, alla lettera g) “i territori coperti da foreste e da boschi, ancorche' percorsi o danneggiati dal
fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto
legislativo 18 maggio 2001, n. 227”.
Le integrazioni fornite non hanno consentito di dirimere in via univoca se l’impianto in questione sia, in
parte, all’interno di detta area; questo non ostante la specifica richiesta di verifica e valutazione, in relazione
al PI del Comune di Monteviale, ove si chiedeva di verificare planimetricamente il rapporto tra la possibile
presenza del “Vincolo paesaggistico D.Lgs. 42/2004 Aree boscate” con l’ipotesi progettuale presentata.

                          VALUTAZIONE
L‘esame del progetto evidenzia incompatibilità di tipo urbanistico che non risultano risolvibili né affrontabili nell’ambito
del presente procedimento.




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             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Stato di fatto
La Ditta Proponente intende avviare un'attività di recupero rifiuti non pericolosi (principalmente inerti)
presso un sito nella zona industriale del Comune di Monteviale (VI) dove è già presente un edificio ad uso
uffici e servizi igienici ed un capannone. L’area di 10.000 mq destinata all’impianto (lotto distinto al fg. 6
mappali 79-1215-1216 e 366) è inserita nella complessiva superficie di proprietà pari a 30.000 mq.
Il progetto presentato non prevede la realizzazione di nuovi immobili, in quanto l'attività si svolgerà
all’interno del capannone esistente e su un piazzale esterno (già utilizzato in precedenza per attività di
macinazione di materie prime).
Stato di Progetto
Le tipologie di rifiuto previste in ingresso all’impianto di trattamento sono:
CER 010408 Scarti di ghiaia e pietrisco, persi da quelli di cui alla voce 010407.
CER 010410 Polveri e residui affini, persi da quelli di cui alla voce 010407.
CER 010413 Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, persi da quelli di cui alla voce
       010407.
CER 101311 Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, persi da quelli di cui
       alle voci 101309 e 101310.
CER 170101 Cemento - CER 170102 Mattoni - CER 170103 Mattonelle e ceramica - CER 170107 Miscugli o
frazioni separate di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, perse da quelle di cui alla voce 170106 - CER
170802 Materiali da costruzione a base di gesso persi da quelli di cui alla voce 170801 - CER 170904 Rifiuti
misti dell'attività di costruzione e demolizione, persi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e 170903 -
CER 170302 Miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 170301 - 170504 Terra e rocce, perse da
quelle di cui alla voce 170503 - CER 170203 Plastica - CER 170201 Legno - CER 170401 Rame, bronzo, ottone -
CER 170402 Alluminio - CER 170403 Piombo - CER 170404 Zinco - CER 170405 Ferro e acciaio - CER 170411
Cavi persi da quelli di cui alla voce 170410.
CER 150101 Imballaggi in carta e cartone - 150102 Imballaggi in plastica - CER 150103 Imballaggi in legno –
CER 150104 Imballaggi metallici - CER 150105 Imballaggi in materiali compositi - 150106 Imballaggi in
       materiali misti.
CER 160117 Metalli ferrosi - CER 160119 Plastica.
CER 191202 Metalli ferrosi - CER 191203 Metalli non ferrosi - CER 191207 legno perso da quello di cui alla
       voce 191207.
CER 200101 carta e cartone CER 200301 Rifiuti urbani non differenziati - CER 200138 legno, perso da
quello di cui alla voce 200137 - CER 200139 Plastica - CER 200140 Metallo - CER 200201 Rifiuti
biodegradabili.
Nello specifico, l’attività di recupero è finalizzata alla produzione dei seguenti prodotti: “inerti di natura
lapidea a granulometria idonea e selezionata, con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto
in allegato 3 al D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.” e con “caratteristiche conformi all’allegato C della circolare del
Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio 15 Luglio 2005, n. UL/2005/5205”.
I prodotti in uscita dall’impianto ed avviati alla vendita saranno sottoposti a marcatura CE:
 UNI EN 12620/2013 – per gli “aggregati per calcestruzzo”
 UN EN 13043/2013 per gli “aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade,
  aeroporti e altre aree soggette a traffico”;
 UNI EN 13242/2013 per gli “aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per
  l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade”


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 UNI EN 13285/2010 - per miscele non legate impiegate per la costruzione e la manutenzione di
  strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico
 UNI EN 14227/2013 per le “miscele legate con cemento per fondi e sottofondi stradali, aeroporti e altre
  aree soggette al traffico”.
Il ciclo di produzione prevede la selezione/cernita manuale o meccanica con ragno dotato di braccio a polipo
- riduzione volumetrica mediante frantumazione/macinazione – deferrizzazione mediante separatore
magnetico a nastro posizionato sopra nastro in uscita del frantoio - eventuale vagliatura mediante vaglio
mobile per selezione granulometrica del materiale frantumato/deferrizzato in pezzature di diametro: 80-100
mm (sopravaglio), 30-80 mm (stabilizzato), 10-30 mm (stabilizzato), <10 mm (granelle destinate alla
produzione di conglomerati cementizi e bituminosi).
Fase di Cantiere
Le principali opere di cantiere previste per la realizzazione dell’impianto sono la sagomatura area, con
movimentazione terre e rocce da scavo, destinata alla realizzazione della vasca accumulo prima/seconda
pioggia e piazzali di ricevimento e messa in riserva rifiuti - realizzazione strade di circolazione e sottoservizi
- realizzazione platea di stoccaggio dei rifiuti inerti, realizzazione di impianti elettrici ed impianti tecnologici
per trattamento acque e abbattimento polveri, installazione pesa a ponte e messa a dimora verde perimetrale.
 I.D.                            Sintesi stato di Progetto

  1   Barriera perimetrale

  2   Aree di stoccaggio dei rifiuti in ingresso (all’interno del capannone esistente);

  3   Impianto di frantumazione e deferrizzazione (impianto di recupero);

  4   Aree pavimentate di deposito dei materiali prodotti dal trattamento e delle M.P.S

  5   Box ad uso uffici/servizi

  6   Una pesa;

  7   Sistema fognario: acque nere dei servizi igienici del box uffici/servizi - acque meteoriche che si generano sulle aree
     pavimentate - acque meteoriche ricadenti sul tetto del capannone esistente;

  8   impianto di nebulizzazione delle aree di deposito, movimentazione e lavorazione dell’impianto.


 I.D.         Effetti di mitigazione previsti                      Soluzioni di Progetto
  1   Riduzione dell’impatto acustico – visivo            Realizzazione di terrapieni lungo il perimetro dell’area
  2   Riduzione dell’impatto visivo e della dispersione eolica    Realizzazione di una fascia verde alberata lungo il perimetro
                                     Utilizzo di sistemi di nebulizzazione di acqua lungo le corsie
  3   Contenimento della produzione di polveri            interne e sull’area di stoccaggio dei rifiuti in ingresso e del
                                     materiale riciclato prodotto
                                     Realizzazione di piazzali impermeabilizzati per le aree di
  4   Gestione delle acque meteoriche di dilavamento
                                     stoccaggio con sistemi di recupero acque
      Limitazione  della   produzione  di    polveri   e  Presenza di un’area preposta al lavaggio delle ruote dei mezzi
  5
      imbrattamento delle strade di accesso


DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Il ciclo di lavorazione dei rifiuti inerti si articolerà nelle seguenti fasi:
 Selezione manuale e/o meccanica per eliminare sostanze estranee (legno, plastica, ecc...)
  eventualmente presenti.
 frantumazione/macinazione, con macchinario semovente “frantoio a mascelle” che produce una
  pezzatura compresa fra 0 e 100 mm con potenzialità di trattamento da 50 a 75 t/h in funzione delle
  caratteristiche/pezzatura del materiale in uscita (gruppo di frantumazione dotato di tramoggia di capacità
  pari a 3,5 mc e impianto per l’abbattimento ad umido delle polveri).
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 deferrizzazione, mediante separatore magnetico a nastro posizionato sopra il nastro di uscita del
  frantoio, per la captazione dei metalli ferrosi presenti nel materiale frantumato;
 scarico degli aggregati inerti (mediante nastro trasportatore) con pezzature ottenute a seconda delle
  impostazioni adottate sull’impianto di frantumazione (regolazione dell’apertura delle mascelle).
Le fasi di produzione prevedono le seguenti modalità operative:
 scarico in apposita piazzola pavimentata dei rifiuti inerti in ingresso;
 collocazione dei rifiuti in persi box di contenimento (messa in riserva – R13);
 avvio al trattamento di frantumazione e selezione per vagliatura con prelievo del materiale dalla messa in
  riserva mediante escavatore cingolato/pala gommata;
 trasporto dei materiali inerti (non ancora EoW) sudpisi per granulometria in box dedicati per essere
  sottoposti alle analisi di omologa e possibile successivo trasferito in area pavimentata dedicata allo
  stoccaggio prodotti finiti pronti per la vendita.
La Ditta effettuerà attività di messa in riserva (R13) ed eventuale selezione e cernita (R12) per le categorie di
rifiuti non pericolosi riconducibili alle seguenti tipologie di cui all’Allegato 1 - Suballegato 1 al D.M.
05/02/98 e ss.mm.ii.del D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.: Carta e cartone (tipologia 1.1) - Metalli ferrosi (tipologia
3.1) - Metalli non ferrosi (tipologia 3.2) - Plastica ( tipologia 6.1 e 6.2) - Legno –(tipologia 9.1).
Le operazioni di selezione/cernita (R12) saranno effettuate manualmente o con l’ausilio di mezzi
meccanici (pala gommata, scavatore, caricatore a polipo), tali operazioni avranno luogo su area
pavimentata realizzata con materiale stabilizzato riciclato impermeabilizzato, posta a lato della linea di
recupero dei rifiuti inerti. I materiali prodotti dall’attività di selezione e cernita verranno raggruppati in
maniera distinta per tipologia e stoccati con codice CER 1912xx in appositi contenitori/cassoni
scarrabili, in attesa di essere avviati a recupero/smaltimento presso altri impianti autorizzati.
Qualora oggetto di sola messa in riserva i rifiuti verranno conferiti all’interno di container a tenuta e
dotati di copertura al fine di evitare “percolamento” in caso di pioggia. I container verranno posizionati
nell’area esterna pavimentata con materiale stabilizzato riciclato cementato.
La Proponente prevede le seguenti tipologie di rifiuti in uscita dall’impianto:
 rifiuti oggetto di sola messa in riserva (R13);
 rifiuti prodotti da operazioni di selezione/cernita manuale/meccanica (R12) effettuate in impianto;
 rifiuti prodotti da operazioni di recupero (R5) effettuate in impianto;
 rifiuti prodotti dalla pulizia dei presidi ambientali (canalette, caditoie, pozzetti di raccolta e vasche
  dell’impianto di trattamento acque meteoriche).
Dalla documentazione presentata si evince che:
 i rifiuti oggetto di sola messa in riserva saranno allontanati dall’impianto, tal quali, per essere destinati a
  successivi trattamenti di recupero presso altri impianti autorizzati.
 i rifiuti prodotti dalle operazioni di selezione/cernita e recupero sono riconducibili alle seguenti tipologie
  CER: 191201 (carta e cartone), 191202 (metalli ferrosi), 191203 (metalli non ferrosi), 191204 (plastica e
  gomma), 191205 (vetro), 191207 (legno) e 191212 (misti).
 I rifiuti, depositati in appositi cassoni scarrabili dedicati per singoli codice CER, verranno destinati
  ad operazioni di recupero oppure di smaltimento presso impianti terzi autorizzati. L’allontanamento dei
  rifiuti non pericolosi prodotti aventi codici a specchio è subordinata alla certificazione di “non
  pericolosità” (analisi di classificazione).
 i rifiuti prodotti dalla pulizia dei presidi ambientali verranno di volta in volta classificati e qualificati in
  funzione delle loro caratteristiche prima di essere destinati al successivo smaltimento o recupero
  presso impianti terzi autorizzati.
 i rifiuti derivanti dalla pulizia dei cantieri (imballaggi misti, carta, plastica, legno e ferro) saranno stoccati
  in container scarrabili per essere avviati ad impianti autorizzati per il recupero.

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Il quadro progettuale risulta sufficiente nelle sue definizioni generali. In ogni caso si ritiene opportuno
evidenziare che: nel caso di eventuale acquisizione di Terre e Rocce da Scavo qualificate come
“sottoprodotto” e quindi inpiduate come “non rifiuto”, l’eventuale gestione/trattamento delle suddette
deve essere condotto in modo completamente separato dalla linea di processo rifiuti con relativa adeguata
tracciabilità dei materiali che attesti la “non commistione/miscelazione” del “rifiuto Terre e Rocce da Scavo”
con il “non rifiuto Terre e Rocce da Scavo conformi alla Tabella 1 (colonna A o B) di cui all’Allegato 5 al
Titolo V, Parte IV del D.Lgs. 152/06”.
Si chiede inoltre riscontro sull’applicazione delle nuove linee guida ISPRA sul tema EoW, considerando, tra
l’altro, che l’operazioni R5 con produzione di MPS per l'edilizia con caratteristiche conformi all'allegato C
della circolare del Ministero per l'ambiente e della tutela del territorio 15/7/2005, n. ul/200575205 è consentita
solo per i seguenti CER 10 12 11, 17 01 01, 17 01 02, 17 01 03, 17 08 02, 17 01 07, 17 09 04, 20 03 01.
Viste e valutate le integrazioni fornite, considerata la potenziale criticità ambientale connessa con le terre e
rocce da scavo, con lotti classificati come rifiuto o come sottoprodotto da avviare al riutilizzo, anche
prendendo atto dei coerenti aspetti tecnici esposti, non si riscontrano gli elementi di dettaglio richiesti che
permettano di definire le azioni specifiche di gestione e/o tracciabilità delle varie operazioni all’interno
dell’area dell’impianto; questo sia in termini di dedicati accorgimenti tecnici che di linearità di riscontro delle
dovute operazioni di tutela e salvaguardia Ambientale durante l’esercizio dell’attività in oggetto.
In particolare, a titolo esemplificativo, si evidenza:
1) l’area di stoccaggio/lavorazione degli inerti classificati come "terre e rocce da scavo" non è completamente
separata dall'impianto di recupero rifiuti;
2) sono stati inseriti in un’unica scheda sia i CER inerti previsti dal DM che quelli "analoghi" ma da trattare
come "caso per caso" extra DM;
3) il contenuto delle schede SNPA non è esaustivo rispetto a condizioni e requisiti, rimandando, ad esempio,
ad un futuro indefinito sistema di gestione AQ che verrà implementato dalla ditta, ma nulla risulta nelle
integrazioni fornite; 
4) relativamente al codice CER 17 05 04 non è chiaro quale sarà il materiale EoW, si parla infatti di aggregato
riciclato di cui alla Circolare Ministeriale del 2005, di analisi ex DM 05/02/1998 e CSC tab 1 all. 5 parte IV del
d.lgs. 152/06 (bonifiche);
5) in Allegato 16 la scheda si riferisce alle “Terre vagliate” e viene fatto riferimento al DM 69/2018 relativo al
conglomerato bituminoso.

                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Il territorio di previsto insediamento dell’impianto è inserito nella regione climatica “Padano-Veneta” e
presenta un clima definibile di tipo “continentale di transizione” (classificazione Peguy); in questa Regione il
clima è condizionato da persi fattori che contrastando tra loro conferiscono all’area un moderato grado di
continentalità. Dalla documentazione presentata risulta che l’andamento annuale medio delle precipitazioni,
considerando i dati del periodo 1961-1990 e del periodo 1994-2008, è compreso tra i 1100 ed i 1200 mm.
La realizzazione del progetto non prevede l’installazione di camini di emissioni in atmosfera soggetti ad
autorizzazione.

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Fase di Cantiere. Le azioni che possono indurre incidenze in fase di cantiere sulla componente qualità
dell’aria sono le seguenti: - allestimento e dismissione - scavi e sistemazione - apertura piste - realizzazione
opere - movimento flotta mezzi di cantiere. La Proponente, a seguito della valutazione di: produzione di
polveri imputabile al transito mezzi di cantiere nell’area interessata dai lavori e ai movimenti di terra -
emissione di inquinanti dovuta all’incremento del traffico veicolare sulle piste di accesso ai cantieri -
emissioni di gas incombusti, ossidi e fumi legati all’utilizzo di macchine operatrici; ritiene l’impatto, misurato
dalla variazione dell’indicatore “livello di inquinanti”, di entità: negativa trascurabile, reversibile, legato alla
durata del cantiere.
Fase di Esercizio. Considerando la problematica emissioni diffuse, le fasi critiche per la possibile dispersione
ad opera del vento di polveri e frazioni sottili e leggere sono: operazioni di carico e scarico dei camion,
circolazione automezzi, carico del frantoio e frantumazione degli inerti. Inoltre possono incidere le emissioni
di gas incombusti, ossidi e fumi legati all’utilizzo delle macchine operatrici, emissioni dovute all’incremento
del traffico veicolare per trasporto materiale da e verso l’installazione. La proponente riporta che:
 Per limitare il fenomeno della dispersione di polveri durante la movimentazione dei rifiuti inerti è
  previsto un sistema di “nebulizzazione a splinker” per inumidire i materiali attraverso una batteria di
  irroratori a pioggia (diffusori) che agiranno sulle aree di deposito e di movimentazione.
 Si prevede l’arrivo in impianto di un massimo di 2 camion all’ora (pari a 4 transiti orari).
 I mezzi operativi in impianto utilizzeranno il gasolio. Tuttavia i motori diesel del frantoio, vaglio e pale
  gommate sono di ultima generazione e immettono nell’atmosfera valori di CO2 molto bassi poiché sono
  accoppiati a sistemi di reazione a base di urea. I motori inoltre sono stati progettati per essere alimentati
  anche da biocarburanti avanzati derivati dalla distillazione di rifiuti con una concentrazione di zolfo pari
  a zero.
 Lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso oggetto di sola messa in riserva avverrà all’interno di container dotati
  di copertura.
 L’impianto di recupero disporrà di una specifica depressione impermeabile, realizzata lungo la viabilità
  di accesso in misto cementato, di profondità pari a circa 30 cm all’interno della quale sarà presente
  dell’acqua. Tale depressione sarà utilizzata per il lavaggio delle ruote degli automezzi in uscita
  dall’impianto. Sarà comunque presente un impianto manuale di lavaggio a pressione delle ruote degli
  autocarri qualora ce ne fosse il bisogno.
La Proponente, a seguito della valutazione di quanto sopra, riporta che: l’impatto in fase di esercizio risulta
complessivamente negativo, trascurabile e mitigato dalle scelte progettuali previste.
Quanto sopra considerato, si ritiene ragionevole che in relazione al progetto presentato non emergano
impatti aggiuntivi significativi sulla presente componente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il territorio comunale di Monteviale è compreso nel bacino idrografico del Bacchiglione; tale corso d’acqua
costituisce il collettore finale di una vasta rete idrografica che si estende su gran parte delle zone montane e
pedemontane del territorio della Provincia di Vicenza.
In corrispondenza del confine ovest del lotto, alla base del rilievo collinare, è presente un corso d’acqua a
carattere temporaneo, evidenziato anche nelle tavole di progetto. Per quanto riguarda le criticità idrauliche
ed idrogeologiche dell’area si rimanda alla trattazione della matrice suolo e sottosuolo a seguire.
In merito alla presente componente ambientale, la Proponente ha presentato una relazione di valutazione di
compatibilità idraulica e i relativi elaborati grafici progettuali, sono stati redatti nel rispetto della DGRV

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2948/09 della Regione Veneto e delle recenti Linee Guida sulla Valutazione di Compatibilità Idraulica redatta
dal Commissario per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26/09/2007 nonché ai
sensi della Valutazione di Compatibilità idraulica del PAT di Monteviale.
Acque meteoriche:
Con lo studio di Compatibilità Idraulica, la Proponente ha eseguito le valutazioni finalizzate ad evitare che
l’intervento di impermeabilizzazione del suolo, crei uno scompenso all’equilibrio idraulico dell’area.
Sulla base dei valori idrogeologici e di deflusso delle varie aree, è stato parametrizzato il contesto
idrogeologico locale e calcolato il volume di invaso per dimensionare una vasca di accumulo necessaria per
laminare l’acqua prodotta da precipitazioni intense con tempo di ritorno 50 anni per una superficie efficace
di impermeabilizzazione pari a 10.838 mq. Le acque raccolte dai pluviali e dalle caditoie verranno recapitate
nell’invaso che permetterà di ritardare gli eventi di piena conseguenti a precipitazioni intense defluendo
tramite una condotta finale di scarico pari a 200 mm di diametro.
Il calcolo e dimensionamento della “vasca di laminazione per le acque meteoriche” viene presentata come
misura mitigativa che permette di non modificare il regime idraulico a causa della trasformazione delle aree
del sito. La Proponente riporta che l’intervento in progetto non interessa la rete idrografica del territorio del
comune di Monteviale né le acque sotterranee, sia a livello qualitativo che quantitativo.
Nello specifico: in fase di cantiere l’impatto è valutato nullo; in fase di esercizio sono state previste le
seguenti misure atte a contenere la possibilità di inquinamento delle acque del territorio: - Lo stoccaggio dei
rifiuti in ingresso oggetto di sola messa in riserva avverrà all’esterno in area pavimentata e dotata di sistema
di raccolta e trattamento delle acque meteoriche - Qualora oggetto di sola messa in riserva i rifiuti
verranno conferiti all’interno di container a tenuta e dotati di copertura al fine di evitare qualsiasi
percolamento in caso di pioggia (i container verranno posizionati nell’area esterna pavimentata con
materiale stabilizzato riciclato cementato).
E’ previsto un impianto di trattamento acque a ciclo chiuso che eviterà lo scarico idrico in rete fognaria o
corpo idrico superficiale e permetterà l’utilizzo di tutta l’acqua meteorica proveniente dai piazzali dell’area
interessata dal progetto evitando anche il consumo di acqua di acquedotto/di corpo idrico superficiale o
sotterraneo. Le acque di prima e seconda pioggia verranno interamente utilizzate per gli usi di impianto
quali: abbattimento polveri, bagnatura piazzali e lavaggio ruote. Non saranno utilizzate acque di pozzo/
fiume/acquedotto e il riutilizzo a ciclo chiuso della risorsa idrica eviterà scarichi in corpi idrici o in fognatura,
ma solo in modo parziale la penetrazione al suolo. L’impianto di recupero disporrà di una specifica
depressione impermeabile, realizzata lungo la viabilità di accesso in misto cementato, di profondità pari a
circa 30 cm all’interno della quale sarà presente dell’acqua. Tale depressione verrà utilizzata per il lavaggio
delle ruote degli automezzi in uscita dall’impianto. Sarà comunque presente un impianto manuale di
lavaggio a pressione delle ruote degli autocarri in caso di necessità.
Le acque meteoriche insistenti sul piazzale in stabilizzato ove saranno depositate le EoW, verranno disperse
mediante infiltrazione nel terreno.
Il trattamento delle acque meteoriche, consistente nella sedimentazione e disoleatura delle stesse, viene
effettuato prima dell’ingresso nella vasca di raccolta al fine di evitare il possibile intasamento. La superficie
complessiva dell’area considerata è pari a circa 10000 mq e nello stato di fatto l’area si presenta con superfici
permeabili con un coefficiente di deflusso pari a 0,1 mentre nello stato di progetto tale superficie si presenta
quasi completamente impermeabile con coefficiente di deflusso circa pari a 0,9.
Sarà posato un sistema di tubi in PVC in 3 punti di uscita dalla vasca, che colletteranno le acque accumulate
verso un pozzetto di raccolta posto a quota – 3 mt da pc. Le acque meteoriche vengono così inviate
all’impianto di bagnatura a splinker che perimetra l’intera superficie del sito d’impianto comprensiva delle
perse aree di lavorazione contenenti le perse tipologie di rifiuti/materiali.
Il sistema fognario risulta pertanto costituito dalla rete di raccolta e trattamento delle acque meteoriche di
dilavamento aree pavimentate in CLS ed in stabilizzato riciclato cementato impermeabile. Tale rete è
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costituita da una canaletta dotata di pozzetti e griglie protetta da un cordolo per ridurre il deposito delle
polveri, posta longitudinalmente alle aree pavimentate.
Considerato quanto sopra, si ritiene necessario richiedere specifiche integrazioni:
 dovrà essere dedicata particolare attenzione al rispetto delle prescrizioni generali e indicazioni dei
  regolamenti di pulizia idraulica e del PAT per la gestione dell’opera di laminazione evitando intasamenti
  e l’inefficienza del sistema adottato;
 dovrà essere precisato se la rete indicata dalla Proponente come “sistema fognario” abbia un
  collegamento di scarico con condotti fognari della Zona industriale o altro (anche solo di sicurezza) e se i
  Box uffici/servizi hanno un qualche scarico di acque reflue;
 considerando che la documentazione di progetto non chiarisce pienamente la gestione delle acque
  meteoriche di dilavamento, visto che nelle integrazioni si parla di “scarico zero” ed eventuali eccessi
  gestiti come rifiuti liquidi, ma si evidenzia l’assenza prelievi da pozzi o acquedotti, si chiede di precisare
  come si intenda garantire la presenza di acqua per umidificazione ed abbattimento polveri.
Viste e valutate le integrazioni fornite, considerata le potenziali criticità ambientali connesse con la rete
indicata dalla Ditta come “sistema fognario”, le operazioni di bagnatura dei cumuli per abbattimento delle
polveri e la gestione delle acque meteoriche dilavamento/pluviali di esubero da smaltire come rifiuto, anche
prendendo atto dei coerenti aspetti tecnici esposti, non si riscontrano gli elementi di dettaglio richiesti che
permettano di definire le azioni specifiche di gestione delle varie operazioni all’interno dell’area
dell’impianto; sia in termini di dedicati accorgimenti tecnici che di linearità di riscontro delle dovute
operazioni di tutela e salvaguardia Ambientale durante l’esercizio dell’attività in oggetto,.

                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
L’area di studio, collocata all’interno del comune di Monteviale, si configura in quella porzione medio –
orientale del territorio Vicentino, la quale comprende aree pianeggianti ed aree collinari, rappresentate dai
lembi orientali dei Monti Lessini. Dalla documentazione presentata emerge un quadro geognostico
estremamente lacunoso e limitato alla descrizione generale del contesto. In particolare, non sono state seguite
specifiche indagini in sito ma sono state utilizzate precedenti indagini svolte per altri scopi, non rendendo
possibile da parte del consulente la valutazione delle interazioni tra le opere (scavi, riporti, strutture, opere di
sostengo, drenaggi superficiali e sotterranei, etc..) ed il contesto geologico, geomorfologico ed idrogeologico
del sito, con particolare riferimento alle sue peculiarità.
Si specifica infatti, che la cartografia del PAI, riportata scorrettamente nella Relazione Geologica, ha
evidenziato la presenza di una ZONA DI ATTENZIONE, ovvero di un lineamento geomorfologico connesso a
fenomeni di instabilità derivato dal PTCP della Provincia di Vicenza. Nello specifico, come evidenziato nelle
precedenti indagini geologiche, l’area in oggetto risulta essere costituita da una conoide pedecollinare sede di
una importante falda di versante a debole profondità, a carattere permanente ma con elevate variazioni di
portata e livello freatico.
Tale tematica viene solo epidermicamente accennata nella Relazione Geologica a pag. 9, per quanto in maniera
incompleta, “l’idrografia di superficie non è particolarmente sviluppata. Sono tuttavia da segnalare numerosi
torrenti che prendono forma in occasione di intensi eventi stagionali: dai versanti collinari essi si riversano in
pianura e nel fondovalle e presentano carattere temporaneo, a causa della copertura detritica relativamente
permeabile e del substrato roccioso calcareo presente nell’area generalmente fratturato e carsificabile che
favorisce l’infiltrazione delle acque in profondità

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In considerazione della complessità dell’area, nonché in relazione alle caratteristiche del progetto che
prevede sbancamenti di entità rilevante nonché la realizzazione di opere di sostegno impermeabili, si ritiene
necessario che la Relazione Geologica affronti in modo completo e compente i seguenti temi, sulla base di
opportune ed adeguate indagini sperimentali:
    il modello geologico stratigrafico del sito, evidenziato tramite sezioni geologiche;
    il modello idrogeologico del sito, che evidenzi tramite l’installazione di piezometri la profondità del
     livello della falda e le sue variazioni stagionali, per un adeguato periodo di osservazione;
    il modello geotecnico di riferimento, necessario per le valutazioni ai sensi delle NTC 2018 delle
     interazioni tra opere e sottosuolo;
    la valutazione degli effetti indotti dagli interventi di progetto sulla falda di versante residente
     all’interno del conoide pedecollinare;
    la valutazione degli effetti indotti sui lineamenti idraulici presenti;
    la progettazione di adeguati interventi di mitigazione idraulica ed idrogeologica, finalizzati a
     minimizzare gli effetti delle variazioni indotte;
    la valutazione della stabilità globale dell’intervento nella sua configurazione sia in fase di
     realizzazione che in fase finale di esercizio.
Nella valutazione delle integrazioni prodotte, in particolare nella allegata “Relazione Geologica ed
Idrogeologica”, si evidenzia come persistono gli errori relativi all’ubicazione del sito (vedi pagg.8 e 10) e si
rileva la mancata acquisizione di nuovi dati sperimentali di tipo geologico, stratigrafico ed idrogeologico,
riproponendo i medesimi precedenti dati bibliografici, tali quindi da non consentire alcuna valutazione

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quantitativa del modello geologico e delle sue interazioni con le opere di progetto.
Nello specifico, con riferimento alle richieste di integrazioni, si precisa quanto segue:
- non risulta fornito il modello geologico stratigrafico del sito, evidenziato tramite sezioni geologiche;
- il proponente, pur ammettendo che le opere interferiranno con la falda freatica, non esprime alcuna
valutazione in merito alle possibili interferenze negativa ma si limita a descrivere un piano di monitoraggio
con 3 piezometri, senza un preciso cronoprogramma;
- il proponente, rispetto al modello geotecnico di riferimento,non esprime alcuna valutazione in merito alle
valutazioni di cui alle NTC2018, ma si limita a prevedere l’esecuzione di solo n°1 prova penetrometrica
CPT, quindi evidentemente insufficiente per gli scopi di cui sopra, senza un preciso cronoprogramma;
- non risulta effettuata la valutazione degli effetti indotti dagli interventi di progetto sulla falda di
versante residente all’interno del conoide pedecollinare;
- mancala valutazione degli effetti indotti sui lineamenti idraulici presenti;
- non è stata presentata alcuna progettazione per adeguati interventi di mitigazione idraulica ed
idrogeologica, finalizzati a minimizzare gli effetti delle variazioni indotte;
- non è stata presentata la valutazione della stabilità globale dell’intervento nella sua configurazione
sia in fase di realizzazione che in fase finale di esercizio.

                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
La Proponente ha presentato una Valutazione previsionale di impatto acustico ai sensi dell’art. 8, comma 4
della L. 447/95 e art. 4 della D.D.G. ARPAV n. 3/2008 con la previsione dell’impatto acustico ambientale
generato a seguito del progetto di realizzazione dell’impianto di progetto. La valutazione è stata eseguita
considerando gli effetti acustici prodotti dal funzionamento degli impianti previsti dal progetto ed i valori
riscontrati sono stati confrontati con quelli limite assoluti imposti dalla legislazione vigente nel territorio
comunale in tema di inquinamento acustico. I livelli di impatto acustico generati dall’impianto di progetto
ottenuti con indagini fonometriche e stime di calcolo, indicano una generale condizione di permanenza nei
limiti acustici durante i tempi di riferimento diurno. In particolare viene indicato che:
• i limiti di emissione e di immissione stimati risultano rispettati nel periodo diurno presso i ricettori abitativi
più esposti;
• i limiti differenziali di immissione stimati non risultano applicabili nel periodo diurno presso i ricettori
abitativi.
In fase di richiesta di integrazioni è stato chiesto di:
• verificare la presenza o meno di uffici in cui possano crearsi situazioni di disturbo (eventuali nuovi
ricettori);
• valutare l’impatto del traffico indotto, anche in funzione dell’effettiva classificazione secondo la tabella 2
DPR n. 142/2004 se del caso.
Il grado di approfondimento delle integrazioni prodotte non risulta adeguato, si rileva infatti che:
- nonostante la presenza di uffici sul lato nord, con potenziale disturbo per gli utilizzatori, si rimanda ad una
valutazione sul rispetto dei limiti ad un successivo futuro collaudo, anzichè procedere con l’analisi di tipo
previsionale al recettore, attraverso il software di calcolo;
- nelle integrazioni fornite non è stato trattato il tema del traffico indotto, ad eccezione del rinvio ad un
capitolo contenente considerazioni di carattere generale e non sito specifiche e non si accenna alla fasce di
pertinenza acustica previste dal DPR 142/2004, così come invece come richiesto.

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                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
In relazione alla tipologia delle lavorazioni del futuro insediamento la valutazione per la componente in
esame in termini di emissione di “radiazioni ionizzanti e non ionizzanti” e/o rischio Radon “non è
applicabile”.
Dalla documentazione dello Studio di Impatto Ambientale, in relazione allo stato di progetto, non emergono
aspetti critici inerenti potenziali impatti da agenti fisici rispetto allo status quo. Considerato quanto riportato
per l’intervento di progetto si ritiene non significativo l’impatto da agenti fisici.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Il territorio del Comune di Monteviale ricade in due ambiti paesaggistici, descritti nell’Atlante Ricognitivo
Ambiti di Paesaggio. Il primo è l’ambito n. 23 “Alta Pianura Vicentina”, il secondo, dove è ubicata l’area in
studio, è l’ambito 14 “Prealpi Vicentine”. L’ambito interessa il sistema insediativo pedecollinare di Schio e
Thiene fino a comprendere, verso sud, la città di Vicenza. È attraversato in direzione nord-sud dall’asse
autostradale della A31-Valdastico, che collega Piovene Rocchette all’autostrada A4. È delimitato a nord-est
dalla linea di demarcazione geomorfologica tra i rilievi prealpini dei costi e l’alta pianura recente, a nord-
ovest dalla linea di demarcazione geomorfologica tra i piccoli massicci molto pendenti e i rilievi prealpini
uniformemente inclinati, ad est dal corso del fiume Brenta, a sud dai rilievi dei Colli Berici ed a ovest dal
confine tra i rilievi collinari e la pianura. Il valore naturalistico-ambientale dell’ambito non è molto rilevante,
anche se si evidenzia una buona presenza di saliceti, formazioni riparie e prati. Le aree che mostrano una
certa valenza ambientale sono isolate e in molti casi di piccole dimensioni: il paesaggio si presenta
frammentato da opere di edilizia, infrastrutture ed ampi campi coltivati a seminativo.
L’ambito comprende la parte ovest delle Prealpi della provincia di Vicenza ed è caratterizzato dall’alternarsi
dei rilievi prealpini e di ampie valli che si aprono nell’alta pianura. È attraversato in direzione nordovest-
sudest dai torrenti Chiampo e Agno che corrono paralleli verso la pianura vicentina; proprio lungo le valli
omonime è distribuita la maglia insediativa diffusa, localizzata lungo la viabilità formata dalla SP 246 (Val
d’Agno) e SP 31 (Valle del Chiampo), con maggiore concentrazione nei centri abitati di Valdagno, Chiampo
ed Arzignano.
Il confine si appoggia ad ovest sul confine provinciale con Verona, a nord sulla delimitazione geomorfologica
tra i piccoli massicci molto pendenti e i rilievi prealpini uniformemente inclinati, ad est sul confine tra i rilievi
collinari e la pianura e a sud prima sulla SP 35 proseguendo poi lungo l’autostrada A4. La rilevanza
naturalistico-ambientale dell’ambito è buona e determinata da una certa varietà di ambienti che dimostrano
buona qualità. Oltre alla estesa presenza di boschi di latifoglie e castagneti si riscontrano numerosi vigneti e
prati da sfalcio, associati all’economia montana e alle pratiche di allevamento, come testimoniato dalla rete di
malghe.
Il territorio su cui si andrebbe ad insediare l’impianto si trova nella porzione meridionale del territorio
comunale e ricade in un’area classificata dal PAT del Comune di Monteviale come zona “E” – agricola,


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strettamente confinante con una zona “D” – attività produttive. A sud l’area di insediamento dell’impianto,
confina con il Comune di Creazzo, con un’area classificata come corridoio ecologico dal PAT di Creazzo.
Il progetto prevede che il sito venga delimitato da una recinzione in rete metallica di altezza complessiva
pari a ml 2,00; in prossimità dell’ingresso su via Fontanelle n. 8 esiste il cancello di ingresso. L’impianto sarà
opportunamente perimetrato a nord ed a est da una fascia verde piantumata con essenze locali, avente una
profondità variabile per evitare la creazione di linee di frattura artificiali. La barriera perimetrale sarà
realizzata attraverso il potenziamento delle alberature già esistenti e in particolare attraverso la messa a
dimora di essenze arboree ed arbustive autoctone di medio-alto fusto quali: Populus Nigra e siepe di
cipresso Laylandii.




L’intervento di progetto deve tenere in considerazione la connotazione agricola dell’area e l'esistenza della
cospicua fascia boscata a monte (in comune di Creazzo, dove è considerata un elemento importante della rete
ecologica locale). Per questi motivi è necessario un adeguamento ed un approfondimento progettuale
relativamente alle misure di integrazione paesaggistica e di inserimento ambientale previste.
Le integrazioni prodotte a proposito dell’impatto paesaggistico non sono soddisfacenti e non rispondono a
quanto richiesto, in quanto:
- non si tiene conto della necessità di sviluppare adeguate connessioni eco- sistemiche con la fascia boscata a
monte;
- il livello progettuale delle opere a verde, non indica le specie vegetali utilizzate (alberi, arbusti, erbacee), le
loro dimensioni, posizioni, sesti di impianto e si evidenziano invece notevoli contraddizioni quali, ad
esempio, specie erbacee indicate come arbustive o alberi sempreverdi autoctoni confusi con il cipresso di
Leyland;
- mancano, inoltre, manca una valutazione dei costi di realizzazione e di manutenzione della sistemazione a
verde e una relazione specialistica che illustri le esigenze, gli obiettivi e le scelte tecniche e paesaggistiche
adottate.
                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Ai fini della determinazione degli impatti riguardante l’aggravio di traffico sulla rete viaria dell’area di
studio, la Proponente ha inpiduato gli indicatori come riportato nella seguente tab. 5 4.




Impatti in fase di cantiere.
L’impatto sulla viabilità è essenzialmente riconducibile all’incremento del traffico sulla rete viaria, in fase di
apertura, funzionamento e dismissione del cantiere. Viste le quantità di materiale movimentato, la
localizzazione del sito di intervento e la durata dell’intervento, tale impatto si stima negativo di entità
negativa trascurabile, reversibile, di breve durata.
Impatti in fase di esercizio.
Il progetto prevede l’arrivo in impianto di 2 mezzi pesanti all’ora (pari a 4 transiti orari). I mezzi
percorreranno la viabilità della Zona Industriale per poi imboccare la S.P. n.36, strada di collegamento tra il
Comune di Gambugliano e la zona ovest del Comune di Vicenza. Nello studio si evidenzia che tale arteria
stradale presenta un traffico particolarmente intenso durante il periodo diurno.
Si rileva che lo studio di impatto ambientale non riporta rilievi di traffico riferiti alla SP 36, né alla strada
Comunale. Allo stesso modo non sono presenti valutazioni sulla interferenza dei veicoli indotti dichiarati
nello studio rispetto alla viabilità principale.
Si richiedono le seguenti integrazioni:
a) eseguire rilevamenti di traffico finalizzati a definire allo stato attuale il numero medio di veicoli giornaliero
circolante lungo (prendere in esame un giorno infrasettimanale tipo) via Biron (SP 36) e Via Canestrello;
b) valutare i LOS delle arterie stradali e dell’intersezione tra Via Canestrello e la SP 36;
c) fornire una stima delle provenienze dei veicoli indotti e i relativi percorsi di accesso al sito;
d) eseguire una valutazione sulla sostenibilità (in termini di livello di servizio) dell’interferenza dei veicoli
indotti in corrispondenza dell’intersezione tra la SP 36 e Via Canestrello.
Il grado di approfondimento delle integrazioni prodotte non risulta adeguato, si rileva infatti che:
- risulta parzialmente soddisfatto quanto richiesto al punto 14 delle integrazioni sull'esecuzione di
rilevamenti di traffico finalizzati a definire allo stato attuale il numero medio di veicoli giornaliero circolante
lungo (prendere in esame un giorno infrasettimanale tipo) su via Biron (SP 36) e Via Canestrello;
- nelle integrazioni fornite non sono stati valutati gli aspetti richiesti in merito al punto 15 (Valutare i LOS
delle arterie stradali e dell’intersezione tra Via Canestrello e la SP 36), punto 16 (Fornire una stima delle
provenienze dei veicoli indotti e i relativi percorsi di accesso al sito) e punto 17 (Eseguire una valutazione
sulla sostenibilità (in termini di livello di servizio) dell’interferenza dei veicoli indotti in corrispondenza
dell’intersezione tra la SP 36 e Via Canestrello.
Si ritengono pertanto possibili impatti negativi e significativi per la presente matrice ambientale.




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                           VALUTAZIONE
Il tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
Flora e vegetazione
Il territorio comunale di Monteviale è caratterizzato da una vasta area pianeggiante in alcuni tratti
intensamente coltivata e interessata principalmente da seminativi, da nuclei rurali, centri urbani e aree
adibite a sistema produttivo-industriale. L’uso del suolo è stato fortemente condizionato dall’intensa
antropizzazione del territorio, in particolar modo nella porzione pianeggiante del comune (porzione dove si
colloca l’area oggetto di studio), occupata principalmente da seminativi. Lo sviluppo dell’attività agricola ed
industriale ha portato alla scomparsa delle associazioni fitosociologiche autoctone e caratteristiche della
porzione di territorio considerata. Per quanto riguarda, invece, la parte collinare del territorio comunale si
può affermare che le trasformazioni radicali di cui sopra, hanno agito in maniera meno spinta, in quanto la
presenza dei rilievi rende meno agevole la logistica e non meccanizzabili molte operazioni colturali. Le
principali formazioni forestali presenti nel territorio comunale di Monteviale sono: orno-ostrieti, ostrio-
querceti e formazioni antropogene.
Nella porzione pianeggiante del territorio comunale, in cui ricade l’area di studio, si trovano invece
principalmente i seguenti tipi vegetazionali:
 Siepi e bande boscate: le siepi e le macchie mesofite, presenti soprattutto ai margini degli appezzamenti e
  dei canali consortili, sono costituite essenzialmente da vegetazione arbustiva e/o arborea con sviluppo in
  genere esclusivamente lineare, perché l'agricoltura li ha compressi progressivamente fino a ridurne la
  presenza e mantenerli come semplici elementi di confine.
 Seminativi: anche nel territorio comunale di Monteviale, come nel resto della Pianura Padana, le colture a
  mais sono particolarmente estese, e caratterizzano nettamente lo spazio aperto così come gli ecosistemi.
  Relativamente diffusi sono anche il frumento, l’orzo e la soia.
 Incolti erbacei: questa tipologia comprende quelle aree che erano occupate da altre tipologie ed in
  particolare da seminativo e prato stabile.
 Vegetazione acquatica e ripariale: alcuni tratti di rogge e di scoline ospitano vegetazione spontanea e
  adatta a vegetare in presenza di terreno molto umido e spesso soggetto a sommersione.
Ecosistemi, habitat e biopersità
Per rete ecologica si intende un sistema interconnesso e polivalente di ecosistemi, i cui obiettivi primari sono
legati alla sostenibilità, alla conservazione della natura ed alla salvaguardia della biopersità, non
necessariamente coincidenti con le aree protette istituzionalmente riconosciute. Questo concetto riassume in
termini istituzionali il principale indirizzo della direttiva 92/43/CEE o direttiva “Habitat”: proteggere luoghi
inseriti in un sistema continentale coordinato di biotopi tutelati in funzione di conservazione di specie
minacciate o a rischio di estinzione. In prima analisi si fa riferimento al disegno di rete ecologica proposto dal
PTCP di Vicenza dove gli elementi della rete ecologica che caratterizzano Monteviale vengono distinti in:
 stepping stone: area di sosta e passaggio separata dalla matrice circostante situata all’interno dell’area SIC
  costituita dal Torrente Valdiezza;
 area di rinaturalizzazione: ambito dotato di elementi di naturalità diffusa, anche con presenza di nuclei
  naturali relitti che comprende le zone boscate incluse tutte le valli.
Come si può vedere dalla tavola di seguito riportata, nell’area di intervento non sono presenti elementi della
rete ecologica sopra inpiduati, mentre immediatamente a sud è presente una fascia boscata che viene
indicata come “area di rinaturalizzazione”.

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Alla luce di quanto indicato è opportuna una integrazione progettuale che indichi quali sono le misure di
inserimento naturalistico-ambientale, per tener conto della connessione con questa area naturalistica posta
immediatamente a confine, così come anticipato anche nel capitolo relativo all’aspetto Paesaggio.
Inoltre è opportuno integrare il computo metrico allegato al progetto, ove viene indicato un importo per
“Piantumazioni arboree” a corpo di € 5.000,00 (corrispondente all’1,9% dell'importo totale delle opere), in
maniera da allinearsi maggiormente con le opere di inserimento paesaggistico-ambientale e di mitigazione
opportune.




L’intervento di progetto deve tenere in considerazione la connotazione agricola dell’area e l'esistenza della
cospicua fascia boscata a monte (in comune di Creazzo, dove è considerata un elemento importante della rete
ecologica locale). Per questi motivi è necessario un adeguamento ed un approfondimento progettuale
relativamente alle misure di integrazione paesaggistica e di inserimento ambientale previste.
Per le valutazione del progetto e delle integrazioni prodotte a proposito dell’impatto sulla presente matrice
ambientale si richiama quanto già espresso nel paragrafo relativo all’impatto paesaggistico.

                           VALUTAZIONE
lI tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
Per lo studio della componente faunistica del comprensorio è stata analizzata la relazione agronomica
impiegata per la redazione del PAT del Comune di Monteviale. Seguono nei paragrafi successivi i risultati
delle analisi per le perse componenti faunistiche.
Ittiofauna
La Provincia di Vicenza, tra le prime in Italia, ha realizzato ed applicato la Carta Ittica di secondo livello in
tutto il territorio di competenza. Il secondo livello prevede la caratterizzazione dettagliata a livello di bacino
delle caratteristiche ambientali dei corsi d'acqua, la quantificazione degli effetti antropici, lo studio specifico
della struttura e dinamica dei popolamenti ittici e la valutazione della pressione di pesca. Sulla base dei dati
raccolti è possibile affrontare razionalmente problemi gestionali relativamente alle tendenze demografiche
delle popolazioni ittiche, le modalità e la quantificazione dei ripopolamenti e in generale le problematiche
inerenti l'attività alieutica.

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Nella zona specifica della realizzazione dell’impianto in progetto non sono presenti corsi d’acqua.
Erpetofauna
Le classi degli anfibi e dei rettili sono potenzialmente rappresentate da 5 specie di anfibi e da 8 di rettili
anche se non si esclude la possibilità che ve ne siano altre, dal momento che i censimenti faunistici in questa
zona del Veneto, in particolar modo riguardo rettili ed anfibi, sono pochi e frammentari. Per quanto riguarda
la loro distribuzione le perse entità prediligono spesso gli ambienti umidi anche se, lungo tutta la durata
dell’anno, si possono riscontrare anche in ambiti non direttamente collegati a corpi idrici.
Avifauna: Dalla relazione agronomica emerge che le specie di uccelli presenti e potenzialmente nidificanti
nel Territorio Comunale sono circa 45.
Teriofauna: La classe dei mammiferi è rappresentata a livello superiore da 17 specie. La forte
antropizzazione dell’area di pianura e la relativa lontananza da biotopi naturali di una certa importanza, non
permettono alla comunità dei mammiferi di espandersi in numero e qualità in questa porzione del territorio
comunale.
Vista la vicinanza di elementi ecosistemici di pregio che alloggiano fauna significativa come elencato nelle
tabelle, verificare se l'introduzione di macchinari esterni particolarmente rumorosi possano creare disturbo
alla fauna e se si, prevedere elementi di mitigazione.
Con riferimento alle integrazioni prodotte, si evidenzia che:
- non è chiaro se le piante utilizzate per la schermatura del rumore siano piantate anche nella sommità della
pista SUD dell'impianto (in modo da fungere da schermo antirumore) o se siano piantate al piede della
scarpata della pista, di lato alla barriera acustica e antipolvere (cfr figura 6.5);
- nella previsione che, nei primi mesi di attività, tenendo conto della stagionalità della fauna locale, verranno
fatte delle attività di monitoraggio specifiche al fine di valutare l’efficacia degli elementi progettuali
inpiduati, non vengono riportate indicazioni sulle modalità di effettuazione del monitoraggio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Le aree d’intervento non ricadono e non comprendono Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di
Protezione Speciale (ZPS) che siano stati inpiduati con proprio procedimento dalla Regione ai sensi
dell'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, per la
costituzione della rete ecologica europea denominata "Rete Natura 2000”.
Ad una distanza di circa 1,7 km è presente il Sito di Interesse Comunitario denominato IT 3220038 “Torrente
Valdiezza”. Il torrente Valdiezza, che costeggia il confine comunale a sud-ovest, è inpiduato come Sito di
Importanza Comunitaria e codificato IT3220038 (Fig. 4.3 di seguito riportata). L’area SIC ha un’estensione di
33 ha, si sviluppa tra una quota massima di 100 m s.l.m. ed una minima di 50 m s.l.m. e oltre a Monteviale
(interessato da un 2% della superficie totale del SIC), interessa i comuni di Creazzo, Gambugliano e Sovizzo.
Come riportato nel Formulario Standard e nella Scheda descrittiva del biotopo fornita dalla Provincia di
Vicenza, il S.I.C. in questione è un corso d’acqua di risorgiva contraddistinta dalla notevole qualità delle
acque di risorgiva che caratterizza tutto il corso e della presenza di corpi d’acqua interni (acque stagnanti e
correnti) torbiere, stagni e paludi. Quasi assente l’avifauna acquatica nidificante, viste le limitate dimensioni
dell’alveo e la scarsezza degli ambienti perifluviali: le presenze come specie nidificanti si limitano alla sola
Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus). Più numerosa è la presenza di uccelli acquatici nelle stagioni
migratorie e in inverno: infatti qui vengono osservate alcune specie di ardeidi (ad es. Ardea cinerea) e di
caradriformi (Actitis hypoleucos). Nel settore meridionale e centrale del biotopo l’avifauna è quella tipica
degli agroecosistemi coltivati. La vegetazione ripariale, piuttosto modesta e discontinua, consente solo la

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riproduzione di specie rustiche e sinantropiche. Alcuni passeriformi vengono osservati in stagione
riproduttiva e possono potenzialmente riprodursi nei tratti più integri del torrente, in presenza di arbusti di
salice o nelle rive inerbite.
Nella parte nord la valle in cui scorre il torrente è ricoperta da vegetazione arborea, prevalentemente Carpini
neri e Ornielli, con tratti di fitto sottobosco e presenza di radure prative. Questo mosaico di ambienti
consente la riproduzione di una cenosi più varia. Alle specie già citate si vanno ad aggiungere numerosi
passeriformi che si riproducono nella fascia arbustiva più fitta e strutturata, tra chiome degli alberi o negli
anfratti naturali.




Alcune specie di rapaci vengono osservate durante le perse stagioni; con l’eccezione del Gheppio (Falco
tinnunculus) e della Civetta (Athene noctua) che si riproducono nell’area circostante, si tratta di specie (ad es.
Poiana Buteo buteo e Sparviere Accipiter nisus) che frequentano per motivi trofici l’area considerata.
La vegetazione acquatica oligotrofa presente nel torrente testimonia la qualità dell’ambiente acquatico che
rappresenta nel Veneto, i siti più importanti di riproduzione della Lampreda padana (Lethenteron
zanandreai), specie endemica del bacino padano. Attualmente l’areale di distribuzione di questa specie è in
forte diminuzione a causa soprattutto dell’inquinamento delle acque e delle modificazioni strutturali degli
alvei. Per tal motivo il torrente Valdiezza, le cui acque sono caratterizzate da una buona qualità biologica,
riveste una notevole importanza ai fini della conservazione di questa specie.
All’interno del S.I.C. si inpiduano le seguenti tre tipologie di habitat inpiduati nell’Allegato 1 della
Direttiva Habitat:
 Codice Habitat 3260 - Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e
  Callitricho-Batrachion: Corsi d’ acqua di pianura e di montagna, con vegetazione sommersa o
  galleggiante del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion (in estate con bassi livelli delle acque) o
  muschi acquatici. Questo habitat, a volte, è associato con le Comunità della serie di Butomus umbellatus.
 Codice Habitat 6410 - Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argillosi – limosi (Molinion
  caeruleae): Praterie di Molinia su terreni umidi e scarsamente ricchi di nutrienti. Derivano da gestione
  intensiva, a volte con una falciatura in ritardo durante l’anno, o corrispondono ad una fase deteriorata di
  scarico delle paludi della torba. Il terreno si presenta torboso e penta asciutto d’estate.
 Codice Habitat 91E0 - Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno- Padion, Alnion
  incanae, Salicion albae): Foreste riparie di Fraxinus excelsior e Alnus glutinosa, tipiche delle pianure e dei
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  corsi d’acqua collinari dell’Europa boreale; boschi ripariali. Gallerie arboree di Salix Alba, S. fragilis e
  Populus nigra lungo le pianure medio Europee e i corsi d’acqua collinari e sub-montani.
Per quanto riguarda gli effetti del progetto, non vi sono azioni di piano che generano effetti sugli habitat
appartenenti ai Siti Rete Natura 2000 o sui corridoi ecologici ne disturbi che rendono vulnerabili specie di
interesse comunitario (specie bersaglio).
La relazione di esonero VINCA non contiene elementi sufficienti per poter escludere il verificarsi di
incidenze negative in quanto non sono state approfondite le incidenze sul corridoio ecologico, definito dal
PAT di Creazzo, che confina a sud con l’area lavori. A tal fine la relazione va integrata analizzando l’impatto
dei lavori s ulle perse matrici ambientali rispetto al corridoio stesso. L’analisi va condotta elaborando dei
buffer per ciascun fattore perturbativo ed inpiduando eventuali effetti e/o incidenze in particolare sulle
specie che maggiormente beneficiano della presenza del corridoio ecologico.
Le integrazioni presentate dalla ditta possono reputarsi sufficienti per quanto riguarda le richieste su Natura
2000, tuttavia non approfondiscono sufficientemente l'impatto dei lavori sull'eliminazione del buffer naturale
limitrofo al corridoio ecologico.

                           VALUTAZIONE
II tema relativo alla caratterizzazione dell’impatto sulla presente matrice ambientale evidenzia effettive criticità, cui il
progetto e le successive integrazioni prodotte non hanno fornito adeguato riscontro, che portano a ritenere sussistere
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.


CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Per quanto riguarda la Salute Pubblica i possibili impatti sono riconducibili in generale alla presenza di
rumore, sostanze tossiche, radiazioni(ionizzanti e non) e agenti patogeni.
La Proponente riporta che:
 al fine di garantire la sicurezza degli operatori, le macchine saranno dotate di tutte le protezioni
  necessarie quali: pulsanti di arresto (motore) di emergenza con interblocco meccanico, manopola stacca-
  batteria, protezioni dei nastri, carter di protezione degli organi di trasmissione, etc..
 per scongiurare il fenomeno della dispersione di polveri durante la movimentazione dei rifiuti inerti
  viene previsto un sistema di “nebulizzazione a splinker” che, soprattutto nei periodi più secchi,
  consentirà di inumidire i materiali attraverso una batteria di irroratori a pioggia (diffusori) che agiranno
  sulle aree di deposito e di movimentazione.
 Il Piano di Sicurezza presentato è uno degli elaborati tecnici di progetto previsti dall’allegato A -
  “Elenco elaborati tecnici da allegare alla domanda di approvazione del Progetto e di realizzazione
  degli impianti di recupero e smaltimento di rifiuti”- alla D.G.R.V. N. 2966 del 26/09/06 (attuativa di
  quanto disposto dal comma 3 dell’art. 22 della L.R. N. 03/2000) e contiene le procedure da adottarsi in
  caso di incidente grave che si estenda al perimetro esterno dello stabilimento.
Tenuto conto che l’attività di trattamento rifiuti di progetto può comportare per i lavoratori addetti
principalmente un rischio di esposizione a polveri aerodisperse, tenuto conto di quanto sopra riportato e
quanto riportato nel presente documento ai paragrafi “Rumore” e “Agenti Fisici”; si ritiene ragionevole
escludere l’instaurarsi di condizioni tali da costituire rischi significativi sulla Salute Pubblica e sui lavoratori.
Non sussistono osservazioni/rilievi da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.



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               VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                           CONCLUSIONI
Il grado di approfondimento documentale, anche valutando le integrazioni prodotte, non risulta adeguato e
presenta la necessità di approfondimenti e ulteriori valutazioni di dettaglio, sia per quanto riguarda il
Quadro Progettuale che per quanto riguarda il Quadro Ambientale, risultando non soddisfacenti parte delle
integrazioni prodotte.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole matrici
ambientali sopra descritte.
Tale valutazione a riguardo anche del Quadro Progettuale, dove non vi è evidenza che la gestione dei rifiuti,
per quanto riguarda le operazioni di recupero R5, consenta di verificare la piena corrispondenza alle Linee
Guida SNAPA e l’effettiva sussistenza dei requisiti per la qualificazione End of Waste.
Il progetto presenta numerose criticità che non risultano adeguatamente approfondite e/o considerate, in
relazione sia alla significatività degli aspetti ambientali e delle relative mitigazioni, considerando in
particolare le sensibilità del contesto del sito inpiduato, piuttosto che l’impiantistica e le operazioni
ipotizzate.
Rilevato la presenza di puntuali e sostanziali osservazioni pervenute dai Comuni di Monteviale e Creazzo,
dall’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, dal Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, da
Italia Nostra, nonché da vari cittadini e valutate le controdeduzioni formulate dal proponente.
Inoltre, il progetto in esame si pone in contrasto con la vigente normativa urbanistica del Comune di
Monteviale e si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.

                       Tutto ciò premesso si esprime
                        PARERE CONTRARIO
               All’intervento,in considerazione delle motivazioni sotto descritte

L'impianto interferisce con le sensibilità ambientali in tema di Ambiente Idrico, Suolo e Sottosuolo,
Rumore, Viabilità e Traffico, Paesaggio, Tutela delle risorse naturali ed agronomiche e Habitat, presenta
criticità che non sono adeguatamente affrontate e/o supportate da proposte di mitigazione, per cui sono
possibili impatti ambientali negativi e significativi; inoltre l’iniziativa verrebbe realizzata in un’area in cui
non sussiste la compatibilità urbanistica.

Vicenza, 18 febbraio 2021
  F.to Il Segretario                                 F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                               Andrea Baldisseri




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