parere n.24/20

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 12-11-2020
L'anno 2020, il giorno 12 del mese di novembre alle ore 16:45 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riu-
nito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: FANIN
SPA - ampliamento dell’attività produttiva ditta Natcor S.R.L- Comuni di Malo e Isola Vicentina

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO              Presidente                Presente


BALDISSERI ANDREA             Vicepresidente               Presente


CORTESI ANGELO              Commissario                Presente


DE MARCHI ROBERTO             Commissario                Presente


MONTANARI RICCARDO            Commissario                Presente


MURARO TERESA               Commissario                Presente


ROSSI STEFANO               Commissario                Assente


SALVIATI STEFANO             Commissario                Presente


SVEGLIADO GIULIA             Commissario                Presente


VALVASSORI RIMSKY             Commissario                Presente


VICENTIN ALBERTO             Commissario                Presente


PRETTO UGO                Commissario                Presente


La Commissione viene presieduta dall’Ing. Filippo Squarcina che riconosciuta legale l’adunanza in conformi-
tà dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione
istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nel-
la documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica
in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                      FANIN S.P.A.
                       PARERE N. 24/2020

Oggetto: ampliamento dell’attività produttiva ditta Natcor S.R.L..
PROPONENTE:           FANIN S.P.A.
SEDE LEGALE:           Via Fondo Muri n. 43 - Malo
SEDE INTERVENTO:         Via Fondo Muri n. 43 – Malo
                 Via Chiodo e via S. Maria Celeste – Comune di Isola Vicentina
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Insuatria agroalimentare e dei prodotti alimentari per zootecnia.
PROCEDIMENTO:          Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. 4. Industria dei
                 prodotti alimentari h) molitura dei cereali, industria dei prodotti amidacei,
                 industria dei prodotti alimentari per zootecnia che superino 5.000 m2 di
                 superficie impegnata o 50.000 m3 di volume.
COMUNE INTERESSATO:       \\\
DATA DOMANDA:          14 e 16 aprile 2020
DATA PUBBLICAZIONE:       08 luglio 2020
DATA INTEGRAZIONI:        09 novembre 2020

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
  ELENCO ELABORATI S.I.A.
 - Studio di Impatto Ambientale - Quadro Territoriale
 - Studio di Impatto Ambientale - Quadro Progettuale
 - Studio di Impatto Ambientale - Quadro Ambientale
 - Studio di Impatto Ambientale - Analisi degli Impatti
 - Studio di Impatto Ambientale - Sintesi Non Tecnica
 - Dichiarazione di non necessità di procedura di valutazione di incidenza
 - Relazione Paesaggistica
 - Inquadramento territoriale urbanistico Malo
 - Inquadramento territoriale Isola Vicentina
 - Inquadramento territoriale Malo-Isola
 - Recinzione
 - Stato di fatto
 - Officina e magazzino Pianta e sezioni
 - Stato di progetto Pianta generale
 - Officina magazzino prospetti
 - Magazzino nuovi uffici - prospetti
 - Magazzino nuovi uffici – Piante e sezioni
 - Progetto Prospetti e sezione generale
 - Sovrapposizione
 - Layout produttivo
 - Linee vita
 - Intelaiatura macchinari
 - Inquadramento fotografico
 - Interventi di mitigazione

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-  Analisi antropizzazione
-  Ampliamento stradale -Stato di fatto
-  Ampliamento stradale -Progetto segnaletica
-  Ampliamento stradale -Sezioni di progetto
-  Ampliamento stradale -Sovrapposizioni
-  Ampliamento stradale – Sottoservizi
-  Ampliamento stradale – Sottoservizi
-  Ampliamento stradale
-  Fascicolo rappresentazioni
-  Relazione sintetica
-  Impianti elettrici; Infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici; Infrastrutture digitali degli edifici –
  Impianti elettrici e segnali - Relazione tecnica
-  Impianti elettrici; Infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici; Infrastrutture digitali degli edifici –
  Impianti elettrici e segnali - Planimetrie
-  Produzione energia elettrica da fonti rinnovabili -Impianto Fotovoltaico - Relazione tecnica
-  Produzione energia elettrica da fonti rinnovabili -Impianto Fotovoltaico - Planimetria
-  Contenimento inquinamento luminoso - Impianto di illuminazione esterna - Relazione
-  Contenimento inquinamento luminoso - Impianto di illuminazione esterna - Planimetria
-  Aggiornamento layout impianto – Posizionamento serbatoi di deposito del bioliquido ed urea
-  Realizzazione degli impianti meccanici a servizio del nuovo cogeneratore da 1MWe – Pianta lotto
-  Relazione geologica
-  Impatto viabilistico Malo - Rapporto Finale
-  Rapporto di prova n. 161359
-  Parere Soprintendenza_26012018
-  Legge 13
-  Convenzione
-  Conferenza Servizi -Prima seduta
-  Conferenza Servizi -Seconda seduta
-  Piano di lavoro per rimozione e smaltimento copertura in cemento/ amianto presso un immobile sito
  in Via Fondo Muri, 43 – Comune di Malo (VI)
-  Relazione Idraulica: Opere di mitigazione e dimensionamenti
-  Parere Commissione VAS VINCA NUVV
  ELENCO ELABORATI A.I.A.
-  Scheda A
-  Allegato A10 – Visura Camerale
-  Allegato A11 – Proprietà
-  Allegato A13 – Corografia
-  Allegato A14 – Mappe Catastali
-  Allegato A15 – Estratto P.I. Malo e Isola Vicentina
-  Allegato A16 – Zonizzazione acustica comunale
-  Allegato A17 – Permesso di Costruire
-  Allegato A20 – Autorizzazione Emissioni in atmosfera
-  Allegato A25 – Schema a blocchi
-  Scheda B
-  Allegato B18-C6 – Relazione Tecnica
-  Allegato B20 – Planimetria dello stabilimento con inpiduazione dei punti di emissione e
  trattamento degli scarichi in atmosfera
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  -  Allegato B21 - Planimetria delle reti fognarie, dei sistemi di trattamento, dei punti di emissione degli
    scarichi liquidi
  -  Allegato B22 - Planimetria dello stabilimento con inpiduazione delle aree per lo stoccaggio di
    materie e rifiuti
  -  Allegato B23 – B24 - Identificazione e quantificazione dell’impatto acustico - Planimetria dello
    stabilimento con inpiduazione dei punti di origine e delle zone di influenza delle sorgenti sonore
  -  Allegato B26 - Registrazione delle misure delle emissioni in atmosfera effettuate nell’anno di
    riferimento
  -  Allegato B31 - Produzione del Vapore
  -  Scheda C
  -  Allegato C7 – Nuovi Schemi a blocchi
  -  Allegato C9 - Planimetria modificata dello stabilimento con inpiduazione dei punti di emissione e
    trattamento degli scarichi in atmosfera
  -  Allegato C10 - Scarichi
  -  Allegato C10 - Scarichi – Acque meteoriche da coperture e nere
  -  Allegato C10 - Scarichi – Acque meteoriche da trattare
  -  Allegato C11 - Planimetria modificata dello stabilimento con inpiduazione delle aree per lo
    stoccaggio di materie e rifiuti
  -  Allegato C13 - Relazione descrittiva sulle modalità di gestione delle acque meteoriche
  -  Scheda D
  -  Allegato D5-D6 - Identificazione e quantificazione degli effetti delle emissioni in aria
  -  Scheda E
  -  Allegato E11 – Piano di Monitoraggio e Controllo
  -  Sintesi Non Tecnica A.I.A..

                             PREMESSE
Il progetto riguarda l’ampliamento del sito produttivo agroalimentare della ditta Natcor sito in via Fondo-
muri in comune di Malo,
Al momento il sito produttivo ha la medesima conformazione della sua apertura (a eccezione di alcune mo-
difiche intervenute nell’arco degli anni), avvenuta negli anni ’70.
La ditta intende razionalizzare il processo produttivo, andando inoltre a inserire delle lavorazioni asettiche
di tipo “biologico”.
La razionalizzazione prevede l’avvicinamento dei siti di stoccaggio delle materie prime/prodotti finali al sito
di produzione, mentre le nuove lavorazioni richiedono un cambiamento del layout produttivo, obbligando
di fatto l’ampliamento del sito esistente.
Si rendono necessarie alcune infrastrutture, previste dalla normativa vigente e da accordi intercorsi con le
Amministrazioni dei due Comuni coinvolti (vasca di raccolta delle acque reflue, adeguamento viabilità, nuo-
vi parcheggi).
Al momento la capacità massima produttiva è di 1.400 tonnellate al giorno.Il progetto di ampliamento per-
mette di arrivare ad una capacità massima produttiva di 2.300 tonnellate al giorno, con un aumento quindi di
circa il 40%.
                         UBICAZIONE
L’intervento è localizzato al confine tra il comune di Malo e quello di Isola Vicentina: nello specifico sorge in
via Fondomuri, nella frazione maladense di Santomio.
La zona interessata dai fabbricati esistenti è classificata D4 (Destinate all’attività agroindustriale), mentre gli
ampliamenti di progetto ricadono in zone agricole (ZTO E).
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A seguito della Deliberazione del Consiglio Comunale di Malo (n. 50 del 26/11/2019) è stata approvata la
variante urbanistica ai sensi dell’art. 4 della L.R. 55/2012 (l’area oggetto di intervento mantiene la
destinazione urbanistica originaria e sarà disciplinata dal progetto approvato),
L’intero ambito ricade nel vincolo paesaggistico - corsi d’acqua, oltre che, in parte, nel vincolo di rispetto
fascia di profondità, al contempo è prossimo ad un’area sottoposta a vincolo paesaggistico per notevole
interesse pubblico, posta ad Ovest.
Si evidenzia, infine, la viabilità di progetto data dalla “viabilità finestra” e “accesso mezzi di emergenza” per
la Galleria Malo della Superstrada Pedemontana Veneta; quest'opera in progetto impone conseguentemente
un vincolo di rispetto stradale.
Per quanto riguarda il territorio del comune di Isola Vicentina, il progetto ricade in zona di tipo industriale
soggetta a vincolo di cui al Dlgs 490/99, oltre che in “Ambito con indicazioni specifiche”.




                          Ortofoto del sito
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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Malo;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Malo;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Isola Vicentina;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Malo;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritengono necessari i seguenti approfondimenti.
PTRC vigente: nello S.I.A. non è stato analizzato e, quindi, non è stato indicato il fatto che l’area interessata
dall’impianto è all’interno della “Fascia di ricarica degli acquiferi (art. 12 N.d.A. )” (Tav. 1 Difesa del suolo e
degli insediamenti); occorre che la sopra indicata tematica sia messa in relazione con l’intervento.
PTCP: nello S.I.A non è stato indicato il fatto che l’area dell’intervento è interessata da:
- tav. 2.1 CARTA DELLA FRAGILITA'
- RISCHIO IDRAULICO PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA (Art.10) R1
- tav. 2.5 CARTA del RISCHIO IDRAULICO
-RISCHIO IDRAULICO PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA (Art.10) - R1
Relativamente a questa tavola lo S.I.A. “ … evidenzia il passaggio di una linea elettrica, classificata nel range
da 50 a 133 Kw … “ ma non si fanno considerazioni in proposito.
- tav. 3.1 SISTEMA AMBIENTALE
- Aree Carsiche (Art. 14)
- Corridoi PTRC (Art. 38)
- Aree Nucleo/Nodi della rete (Art. 38)
Relativamente a questa tavola lo S.I.A. indica il fatto che “ … nei dintorni, è presente una zona classificata
come Stepping stone … “ ma non si fanno considerazioni in proposito.
Occorre che lo S.I.A. metta in relazione l’intervento previsto con le sopraindicate tematiche..
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE: lo S.I.A. analizza il P.T.A. ma non ha adeguatamente precisato che:
- il territorio del comune di Malo è inserito tra le zone vulnerabili “Alta pianura – zona di ricarica degli
acquiferi (Fig. 2.3 - Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (Deliberazione del consiglio regionale n. 62
del 17 maggio 2006))”;
- l’area dell’impianto è all’interno delle zone omogenee di protezione – zona della ricarica (Tav. 36 relativa
alle “Zone Omogenee di protezione dall’inquinamento”).
- l’area dell’impianto è all’interno di un area con grado di vulnerabilità A-alto (Valori sintacs 50-70) (Fig. 2.2
relativa alla “Carta delle Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta”).
Risulta indispensabile rapportare analiticamente il progetto con le sopra elencate sensibilità ambientali anche
al di là dell’analisi del rispetto delle norme del PTA stesso.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI MALO
Tav. 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione territoriale
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Lo S.I.A. afferma che “ ... L’area di intervento ricade all’interno … una fascia di rispetto idraulico” ma non
mette in relazione questa particolarità con l’intervento previsto.
Tav. 3 - Carta delle Fragilità
Occorre che il SIA metta i relazione il progetto in questione con le sottoelencate sensibilità ambientali
verificando anche se l’intervento previsto vada ad interessarle direttamente.
- “compatibilità geologica – aree non idonee”;
- “Zone di tutela – Corsi d’acqua”.
In relazione all’art.20 delle N.T.A. del PAT ( Idrografia – zone di tutela e fasce di rispetto) necessità di un
chiarimento, in quanto il nulla osta dell’autorità preposta alla tutela di polizia idraulica e/o dal rischio
idraulico previsto nel comma 8 e citato nel S.I.A. si riferisce agli interventi previsti nel 7° comma lett. a), b) e
c) e non a quelli indicate nel comma 6, nuove costruzioni, che non sarebbero ammesse. (tale chiarimento
risulta necessario anche in relazione a quanto previsto dal P.I. del Comune di Malo e dal P.A.T. del Comune
di Isola Vicentina).
Tav. 4 - Carta delle Trasformabilità
Occorre che si mettano in relazione con il progetto in questione la sottoelencata sensibilità ambientale e le
sottoelencate tematiche che lo S.I.A. indica come “ … non pertinenti … ”.
- Corridoio ecologico secondario ( Lo SIA indica solo il fatto che “ … Il torrente Giara/Livergon viene
classificato come corridoio ecologico secondario … “);
- Infrastrutture di collegamento in programmazione – secondario;
- Mobilità lenta - pista ciclabile ( Lo SIA indica solo l fatto che “ … Indicata dai pallini verdi vi è la pista
ciclabile che attraversa in parte l’area di intervento … “
Occorre inoltre che si mettano in relazione con il progetto in questione la sottoelencata tematica che lo S.I.A.
non prende in considerazione
- Aree idonee ad interventi diretti al miglioramento della qualità urbana: Progetti speciali – 1 Livergon-Giara
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI ISOLA VICENTINA
Carta delle Invarianti
Il SIA efferma che “ … Per l’area interessata dal progetto si conferma l’assenza di invarianti … ”
Occorre che il SIA metta i relazione il progetto in questione con le sottoelencate sensibilità ambientali
verificando anche se l’intervento previsto vada ad interessarle direttamente.
- Elementi lineari - Rete Idrografica (art. 19)
- Elementi lineari - Fasce boscate di pianura (art. 22)
Carta delle Fragilità
Occorre che il SIA metta i relazione il progetto in questione con le sottoelencate sensibilità ambientali
verificando anche se l’intervento previsto vada ad interessarle direttamente.
- Area non idonea (art. 23, 41)
Carta delle Trasformabilità
Occorre che il SIA metta i relazione il progetto in questione con le sottoelencate tematiche verificando anche
se l’intervento previsto vada ad interessarle direttamente.
- Infrastrutture di maggior rilevanza “VL viabilità locale” e “VS viabilià sovracomunale” (art. 39).
PRESCRIZIONI VARIE
Lo S.I.A., nella parte relativa a "SINTESI DELLE PRESCRIZIONI FINORA RICEVUTE" detta " ... In data
20/05/2019 la Conferenza di Servizi riunitasi in seduta decisoria ha approvato l'intervento proposto con le
seguenti prescrizioni (si riportano quelle pertinenti alla progettazione dell’intervento e utili ai fini del
presente Studio di Impatto Ambientale). ... ".
Sarebbe opportuno che venissero trasmesse quelle prescrizioni che, nello S.I.A., sono state ritenute non
pertinenti alla progettazione dell’intervento e non utili ai fini dello Studio di Impatto Ambientale, ovvero le
motivazioni della loro esclusione.
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Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Il complesso produttivo consta di 5 fabbricati . In Tabella 2-1 se ne riassumono le destinazioni d’uso e la
superficie interna. Come si nota, l’attività produttiva vera e propria si svolge negli edifici A e B, mentre gli
edifici restanti hanno funzione principale di magazzino e/o di locali tecnici; a questi inoltre si aggiungono gli
altri siti di stoccaggio presenti nel comune di Isola Vicentina




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L’attuale edificio produttivo, sudpiso nelle due sezioni A (area produttiva) e B (area tecnica), subirà un
ampliamento sia in termini planimetrici che volumetrici.
Difatti, l’attuale lato nord, al momento occupato dai silos, verrà inglobato all’interno della struttura,
permettendo una razionalizzazione del comparto di stoccaggio delle materie prime e al contempo un loro
mascheramento.
Per quanto riguarda l’ampliamento in volume, l’attuale struttura, con altezza massima di 26 m, verrà
innalzata, nel punto più alto, a 42,5 m. Tale innalzamento, tuttavia, non riguarderà l’intera struttura
produttiva, ma solo alcune parti. Ciò è dovuto a esigenze di produzione (la produzione di mangimi richiede
una lavorazione di tipo “a caduta”): tuttavia attente scelte progettuali hanno permesso di limitare la spinta
verso l’alto dell’edificio.
Di fatti solo il mascheramento dei camini raggiungerà i 42,5 m, mentre la struttura di mascheramento dei
nuovi silos si attesterà a 36,5 m. Le aree restanti rimarranno a 26 m
Di seguito l’elenco dell’impiantistica attualmente presente nel sito produttivo:
− 2 fosse di scarico;
− 133 silos1 dedicati alle materie prime;
− 12 serbatoi per liquidi;
− 3 miscelatore a batch (mix a batch);
− 4 mulini a martelli;
− 3 mulini a rulli;
− 3 cubettatrici;
− 4 sbriciolatori;
− 62 silos dedicati allo stoccaggio del prodotto finito.
È presente, inoltre, un cogeneratore. L’impianto funziona a ciclo continuo, per circa 7.800 ore/anno, con una
produzione elettrica di 940 kW immissibili in rete, ed annua stimata in 7.332 MWh. Il sistema di recupero
termico rende disponibili circa 1.240 KWt per una produzione annua di circa 9.670 MWh. Viene stimato un
fabbisogno annuo di bioliquidi di circa 2.328 tonnellate per un consumo orario di combustibile di circa 298
kg. Per lo stoccaggio del combustibile sono previsti tre serbatoio fuori terra da 25 mc, che consentono
un’autonomia di circa 10 giorni, essendo previsto il funzionamento in continuo dell’impianto.
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CALCOLO DELLE SUPERFICI DI PROGETTO




DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
L’azienda produce mangimi di origine vegetale. Il ciclo produttivo si svolge nelle seguenti fasi
- Fase 1: Ricezione e stoccaggio delle materie prime;
− Fase 2: Pesatura;
− Fase 3: Miscelazione;
− Fase 4: Macinazione;
− Fase 5: Cubettatura/raffreddamento - sbriciolatura;
− Fase 6: Stoccaggio/confezionamento del prodotto.
Le materie prime possono arrivare, in sacco o alla rinfusa, con automezzi sottoposti all’operazione di pesa
prima dello scarico. Le materie prime solide sfuse (ad esempio i cereali) sono consegnate al sito produttivo
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da veicoli coperti e vengono inviati alle tramogge di ricezione prima del trasporto ai silos o alle cisterne per
la conservazione. Altre polveri sfuse (ad esempio i minerali, come carbonato di calcio, fosfato mono-bicalcico
e cloruro di sodio) vengono trasportate mediante cisterna e vengono soffiate direttamente, tramite tubo, in
appositi silos di stoccaggio. Le materie prime liquide sfuse (ad esempio: melassa, olio di soia, olio vegetale e
aminoacidi) vengono consegnate da autocisterne stradali e pompate in appositi serbatoi di stoccaggio




Esaminata la documentazione relativa all’AIA si rileva quanto segue.
a) Nella relazione B18 si identifica inizialmente la ditta con -Fanin S.p.A., con sede legale ed operativa in Via
Fondo Muri, 43, nel Comune di Malo (VI) frazione di San Tomio e, nel proseguire la trattazione si evidenzia
come l’attività produttiva, completa di capannoni, sia nel territorio del Comune di Malo, mentre nel territorio
del Comune di Isola Vicentina insistono aree di parcheggio. Se le aree di parcheggio sono parte
dell’installazione correttamente la sede dell’impresa va identificata nei comuni di Malo e Isola Vicentina.
b) Con riferimento alla scheda - D.1 BAT applicate all’installazione per la proposta impiantistica, non risulta
riportato che il riferimento della compilazione è la DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2019/2031 DELLA
COMMISSIONE del 12 novembre 2019 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT)


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per le industrie degli alimenti, delle bevande e del latte, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento
europeo e del Consiglio; la pertinenza dei riferimenti il rilievo è solo formale.
Emissioni in atmosfera
c) L'azienda presenta una situazione impiantistica con emissioni ricircolate in ambiente di lavoro (sistemi di
trasporto – scarico manuale in tramoggia- scarico nei silos- miscelazione- macinazione) e, secondo un
indirizzo di questo Ente, delineato con l'entrata in vigore del D.Lgs. 152/06 – parte V in materia di emissioni,
a fronte di tali circostanze deve essere interessato lo SPISAL dell' ULSS competente per territorio, al fine di
verificare la possibilità di mantenerle in essere ovvero la necessità di convogliamento all'esterno.
d) Nell’impiantistica dell’azienda figurano persi silos dotati di filtrazione dell’aria e, al riguardo, si rileva
che cosi' come delineato nel Parere n. 9/1210 del 16/12/2010 espresso dalla Commissione Tecnica Provinciale
per l'Ambiente si possa soprassedere ad ogni adempimento di analisi, così come non si ritiene di entrare nel
merito dell'altezza del punto di emissione, fermo restando la necessità che tali strutture dispongano di
appositi sistemi di abbattimento oggetto di manutenzione, secondo appositi piani verificabili sulla base delle
registrazioni delle relative operazioni.
Per quanto sopra si ritiene necessario che le relative strutture siano ricomprese nelle pertinenti Tabelle del
PMC
Scarichi idrici
d) Si ritiene necessaria autorizzazione allo scarico delle acque meteoriche nel momento in cui non vi è il
rispetto di tutte le seguenti condizioni:
- l’attività viene condotta esclusivamente all’interno di un edificio (es. capannone);
- nel piazzale esterno non vi è presenza di depositi di rifiuti, materie prime, prodotti;
- il piazzale esterno è inferiore a 5000 mq;
- nel piazzale esterno avviene solo il transito dei mezzi paragonabile alla viabilità stradale;
- le acque dei tetti non sono contaminate da eventuali emissioni in atmosfera originate dall’attività”.
Nel momento in cui sono verificati i presupposti per la necessità di autorizzazione la stessa va a
regolamentare tutto l’evento meteorico e si rimette alla ditta la necessità di trattare e in quale quota la prima
pioggia.
Si ritiene debba essere integrato l’allegato C3 a titolo “ Relazione descrittiva sulle acque meteoriche tenendo
conto di quanto sopra, fornendo nel contempo tutti gli elementi di una progettazione definitiva di
un’autorizzazione allo scarico.
e) Con riferimento all’aspetto scarichi si rileva che il PMC alla Tabella 1.6.2 - Inquinanti monitorati manca
dello “scarico produttivo” . Nella conferma che l’autorizzazione di competenza sostituisce anche
l’autorizzazione allo scarico ancorchè con recapito in fognatura la tabella deve essere integrata.
Odori
f) Nella documentazione presentata non si affronta il problema odori ovvero si ritiene che l’attività non abbia
impatto al riguardo. Si ritiene necessario che per l’attività della ditta si proceda ad una indagine
olfattometrica con successiva simulazione di dispersione - analisi ricadute - e nella necessità che le modalità
di effettuazione della stessa siano preliminarmente conpise si chiede alla ditta di presentare una proposta
in merito che ne definisca modalità e termini anche temporali. Si richiama quale riferimento tecnico il
documento Linee guida odori reperibili sul sito della Provincia.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e risulta possibile procedere con il rilascio
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


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        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
POLVERI LEGATI ALL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA
Tre sono le fasi che comportano maggiormente la generazione di polvere:
1. movimentazione del materiale in ingresso/uscita;
2. produzione;
3. traffico indotto dall'attività.
In merito ai primi due momenti: tutte le emissioni del ciclo produttivo sono convogliate negli impianti di
aspirazione, correttamente dotati di filtri per le polveri, e successivamente emesse in atmosfera (con le
opportune autorizzazioni da parte degli Enti competenti).
L’altra fonte di emissione di polveri riguarda il traffico veicolare. In particolare, nella stretta rilevanza
dell'area in esame si genera polvere per le aree di manovra degli autotreni, dovuta soprattutto alle condizioni
della pavimentazione, che in più punti dimostra buche e rappezzamenti.
ODORI LEGATI ALL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA
Per la sua valutazione si è fatto riferimento all’Orientamento operativo per la valutazione dell'impatto
odorigeno nelle istruttorie di Valutazione Impatto Ambientale e Assoggettabilità. Con riferimento alla
Tabella 1 “Tipologia di impianto o attività a potenziale rischio osmogeno” del documento sopra citato,
l’impianto in esame può essere assimilato al punto 23 – Industrie alimentari: difatti, tutti i processi produttivi
usano esclusivamente farine vegetali e prodotti minerali (Tabella 5-1).
Il proponente ha ritenuto, trattandosi di un impianto esistente e non essendoci modifiche alla produzione
senza possibile peggioramento delle emissioni odorigene, di verificare solamente l’eventuale presenza di
segnalazioni di disturbo olfattivo da parte della popolazione residente nel territorio circostante
l’insediamento produttivo: sentiti gli Uffici dei Comuni interessati non risultano segnalazioni.
Si ritiene di confermare la necessità delle integrazioni già evidenziate nel Quadro Progettuale, considerando
la presenza di un aumento di potenzialità che porta, tra l’altro, alla necessità del rilascio di
un’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il territorio in esame rientra nel bacino idrografico Brenta-Bacchiglione, e più precisamente nel bacino
imbrifero Giara-Orolo. Dal punto di vista delle competenze, rientriamo nel Consorzio di bonifica Alta
Pianura Veneta.
Il corpo idrico fluviale di riferimento è il torrente Giara-Orolo (detto anche GiaraLivergone), identificato
all’interno del Piano di Gestione delle Acque del Distretto Alpi Orientali come indicato in Tabella 2-1.




Il regime dei corsi d’acqua è variabile nella zona, essendo tutti torrentizi. La rete idrografica presenta alcune
criticità, dovute a:
- le varie utilizzazioni civili e industriali, che abbassano i livelli di falda;
- gli acquiferi alluvionali, che disperdono in fretta le acque superficiali;
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- la modifica dei livelli naturali di scolo, a causa delle escavazioni per il materiale di cava.
In merito alla qualità delle acque, si è fatto riferimento a (ARPAV, 2018). In Tabella 2-2 si riporta la
valutazione provvisoria dell’indice LIMeco per le stazioni di riferimento 1184 (a monte) e 1150 (a valle), dalla
quale si evince che il tratto di interesse passa da “elevato” a “sufficiente”.
L’attività consuma acqua per i servizi igienici e per l’attività di produzione del vapore e successivo
raffreddamento del prodotto. L’acqua per i servizi igienici è prelevata da acquedotto. Nella tabella seguente
sono riportati i consumi riferiti agli anni 2017 e 2018:




Per quanto riguarda l’acqua per l’attività industriale, l’azienda è titolare di una concessione di derivazione
da pozzo. Nella tabella seguente sono riportati i consumi riferiti agli anni 2017 e 2018:




Per quanto riguarda le acque di scarico, il nuovo progetto prevede la realizzazione di interventi di
mitigazione per le acque meteoriche, che comprendono delle opere interrate di accumulo (tubazioni e
tombotti) e un bacino di laminazione, per la successiva immissione nel torrente Livergon/Giara (cod. All.
P_ED_AR06_Scarichi_r1) (Figura 2-28). Nello specifico, il volume di mitigazione è stato calcolato in 2.930 mc,
avendo come superficie di riferimento 29.632 mq.




Il progetto prevede 2 tipologie di gestione delle acque meteoriche, a seconda della provenienza:
- Acque provenienti da coperture non interessate da presenza di camini di scarico e quindi non suscettibili di
trattamento;
- Acque provenienti da coperture con presenza di camini di scarico, da parcheggi e da piazzali.
Le acque del primo caso arrivano ai pozzetti di raccolta e qui, dopo essere passate per delle canalizzazioni,
opportunamente dimensionate anche a fini di laminazione, vengono convogliate direttamente nel bacino di
accumulo per la successiva immissione nel corpo recettore.
Si prevede l’installazione di un impianto di prima pioggia con disoleatore esterno, composto da:
1. pozzetto scolmatore
2. vasca di prima pioggia, accumulo e rilancio con elettropompa

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3. disoleatore con dispositivo di chiusura automatica con filtro per coalescenza
4. pozzetto di ispezione e per prelievo campioni
Il singolo disoleatore raccoglie i primi 5 mm. di acqua piovana (50 mc.) in una vasca a tenuta;
successivamente, mediante un bypass, dirotta la successiva acqua direttamente nei tombotti di accumulo o
nel bacino. In tempo successivo, mediante una pompa sommersa, i primi 5 mm di precipitazione raccolti
separatamente vengono fatti passare attraverso il disoleatore e dopo il trattamento immessi nei tombotti o nel
bacino. Le acque in uscita rispetteranno i limiti tabellari del D. lgs. 152/2006, tab. 3 All. 5, limitatamente ai
parametri dei solidi sospesi, oli e idrocarburi non emulsionati.
Nel prendere atto di quanto dichiarato in merito all’art. 39 della DGR 842/2012, si evidenzia che la soglia dei
5000 mq di cui alle lettera d) del comma 3 dell’art. 39, può essere superata anche qualora ai 3696 mq di
parcheggio dovessero sommarsi altre superfici (piazzali o coperture) in cui vi è un rischio potenziale di
dilavamento di sostanze pregiudizievoli o pericolose per l’ambiente.
Per le sostanze pregiudizievoli il riferimento è il comma 1 dell’art. 39 del P.T.A. in cui vengono stabiliti limiti
di emissione per i solidi sospesi totali, COD e idrocarburi a seconda del recapito; se il bacino di laminazione
(primo recapito delle acque meteoriche) non dovesse risultare impermeabilizzato dovranno essere
considerati i limiti di 25 mg/l per i SST, 100 mg/l per il COD e 5 mg/l per gli idrocarburi e tali limiti devono
essere rispettati prima di un eventuale trattamento depurativo, al fine di essere esclusi dalla necessità di un
provvedimento autorizzativo.
Per le sostanze pericolose, recenti disposizioni regionali hanno chiarito che: “si raccomanda di fare
riferimento, per le sostanze pericolose, alla presenza di dette sostanze in concentrazioni superiori al limite di
rivelabilità, al fine di considerarle come “presenti. Tuttavia, se presenti in concentrazione superiore al limite
di rivelabilità ma inferiore al limite di emissione (tabella 3 o 4 allegato 5 parte terza del D.Lgs. 152/2006, a
seconda del recapito) potrà essere autorizzato lo scarico anche senza un preventivo trattamento di
depurazione.”
Il bacino di laminazione se non impermeabilizzato, non rappresenta un idoneo recapito e pertanto le acque
di prima pioggia in uscita dall’impianto di depurazione dovrebbero scaricare direttamente nel corso d’acqua,
senza transitare dal bacino di laminazione.
Per quanto riguarda le acque, la ditta Natcor ha appena rinnovato la concessione presso il Genio Civile per
un pozzo a scopo antincendio; si chiedono informazioni sui quantitativi di acqua utilizzati nell’ultimo
triennio.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Per quanto riguarda gli aspetti geologici, geomorfologici, geotecnici e simici viene fatto riferimento alla
Relazione Geologica redatta dal Dr. Geol. Michele De Toni nel marzo 2014 (All. S1), così come per gli aspetti
geoambientali per la caratterizzazione delle “terre e rocce da scavo”.
Dal punto di vista geologico generale, il sito in cui verrà realizzata l’opera di progetto è posto su un’area
caratterizzata, secondo la Carta Geolitologica del P.A.T. del comune di Malo, da “Materiali della copertura
detritica colluviale poco consolidati e costituiti da frazione limo-argillosa prevalente con subordinate
inclusioni sabbioso-ghiaiose e/o blocchi lapidei”, mentre sulla Carta geologica d’Italia sono indicate
“alluvioni fluvio-glaciali e fluviali, prevalentemente sabbiose, con strato di alterazione brunastro, di spessore
limitato.”


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Per giungere alla definizione del “modello geologico” e del “modello geotecnico”, nell’area in esame sono
state eseguite indagini specifiche che hanno facilitato l’ipotetica ricostruzione del modello geologico locale:
n.3 prove penetrometriche dinamiche superpesanti (DPSH), n°.1 prospezione sismica con tecnica passiva
Re.Mi. (Refreaction Microtremor) e n.1 registrazione di rumore sismico ambientale a stazione singola con
elaborazione H.V.S.R. (Horizontal to Vertical Spectral Ratio).
In base al rilevamento geologico eseguito nei dintorni della zona, alle osservazioni effettuate nell’area, ai dati
raccolti dalla bibliografia tecnica e alle indagini eseguite, si può fornire il seguente ipotetico modello
geologico per il sottosuolo del sito: copertura argilloso-limosa al di sopra dei depositi alluvionali ghiaioso-
sabbiosi con matrice limo-argillosa più o meno abbondante.
In merito agli aspetti idrogeologici, L’area in esame è posta su un’area pianeggiante impostata su una
copertura limo-argillosa poco permeabile, posta al di sopra di alluvioni ghiaioso-sabbiose con matrice limo-
argillosa più o meno abbondante caratterizzate da un grado di permeabilità medio-alto. Nel foro della prova
penetrometrica n.2 è stato inserito un tubo piezometrico con quota alla base di -5,35 m (-5,60 m dal
p.c. attuale) e non vi è stata rilevata la presenza di acqua.
Per quanto riguarda la caratterizzazione geoambientali, sono stati inoltre eseguiti dei sondaggi mediante
escavatore per il prelievo dei campioni da sottoporre ad analisi chimiche (“terre e rocce da scavo”).
In merito alle pericolosità, si è evidenziato quanto segue:
Rischio idrogeologico:
o Rischio frana attuale e potenziale: assente
o Rischio di esondazione: non segnalato nella cartografia
o Rischio di erosione concentrata o accelerata attuale: assente
o Rischio di erosione concentrata o accelerata potenziale: improbabile
o Rischio di crollo massi: assente
Rischio sismico: medio a causa della vicinanza di una struttura sismogenetica.
Carta della pericolosità idraulica (P.A.I.): il sito in esame non rientra in zone a pericolosità idraulica e
geologica.
Carta della fragilità (P.T.C.P.): l’area in fase di studio non rientra in zone a pericolosità geologica ed
idraulica.
Si precisa che l’elaborato Relazione Geologica e Geotecnica, redatta nel 2014, necessita di essere aggiornato
ed eventualmente integrato con i dettami del DM 17.01.2018 (NTC 2018).
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Tra gli allegati di progetto è stata inclusa una Valutazione Previsionale di Impatto Acustico, redatta dal
tecnico abilitato Dott. for. Carlo Klaudatos, che riprende e aggiorna quanto già predisposto nell’ottobre 2018.
La presente revisione include anche i chiarimenti richiesti da Arpav.
La relazione riporta come conclusioni che l’attività a seguito di ampliamento rispetterà tutti i limiti fatto salva
la realizzazione di:
   -  ‘un ulteriore involucro in lamiera opportunamente rivestito nel lato interno con pannelli fonoisolanti, che
     andrà a coprire l’esistente (come riportato poco prima ‘attualmente la struttura che racchiude tutti gli
     elementi impiantistici è composta da pannelli in lamiera verniciata’). Lo scopo è quello di realizzare un’unica
     grande struttura che possa racchiudere in sé, oltre l’esistente blocco produttivo, anche quelle aree attualmente
     esterne in cui avvengono tutte le operazioni di carico e scarico del materiale […]. La capacità di isolamento

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     acustico (attenuazione sonora) attribuita alle strutture di rivestimento esterno della struttura è stata
     cautelativamente fissata a 20 dB’;
   -  ‘una schermatura collocata in corrispondenza del perimetro di proprietà nella zona prospicente l’ingresso dei
     mezzi’, come meglio rappresentato in Fig.5.1 della relazione.
Con riferimento alla prima documentazione presentata si è osservato quanto di seguito.
Relativamente al primo aspetto si chiede di fornire ulteriori dettagli (fotografie, collocazione, progettazione
di massima, ecc.) per comprendere di che tipo di intervento si tratti e quali effetti migliorativi comporterà ai
ricettori l’intervento. Se effettivamente risolutivo, detto involucro dovrà essere realizzato prima dell’avvio
delle attività.
Anche relativamente al secondo aspetto si chiedono dettagli (lunghezza, caratteristiche) e rassicurazioni in
merito alla fattibilità tecnico – economica di una barriera alta 3 m realizzata in prossimità di una strada.
Anche in questo caso si chiedono le evidenze numeriche dell’efficacia dell’intervento ai ricettori. Se
effettivamente risolutiva, detta schermatura dovrà essere realizzata prima dell’avvio delle attività.
In aggiunta, vista l’articolata impostazione del progetto già effettuata con Cadna, si chiede di fornire i livelli
di emissione per singola sorgente a ricettore (con e senza interventi di bonifica) di modo da comprendere
quali sono le sorgenti maggiormente responsabili dei livelli di emissione dichiarati nel § 5.2.1, che risultano
in alcuni casi prossimi o addirittura superiori ai limiti. Gli interventi di mitigazione del rumore dovranno
essere in grado di riportare i livelli sotto i limiti normativi.
La relazione presentata in riscontro alla richiesta di integrazioni sostituisce la precedente datata marzo 2020,
in quanto molti degli aspetti considerati sono stati modificati: con riferimento al clima acustico è da
evidenziare la modifica della viabilità per l'apertura della nuova bretella di servizio alla  Pedemontana e
delle relative rotatorie.
Sono stati dunque rianalizzati i limiti previsti dal Piano di Classificazione Acustica dei 2 Comuni interessati;
in particolare, per quel che riguarda il Comune di Isola Vicentina sono stati considerati i limiti che si
andranno ad applicare a seguito dell’aggiornamento del Piano che verrà adeguato all’ultimo Piano degli
Interventi: riscontro in tal senso è stato dato dal Comune di Isola Vicentina alla ditta tramite pec.
Si riporta in relazione: ‘La conferma ricevuta dall’amministrazione comunale permette quindi di predisporre
la presente valutazione previsionale con riferimento alla classificazione in fase di attuazione e riconducibile
alla classe V per l’estensione dell’area produttiva e considerando il rispetto dei limiti imposti dalla classe
acustica IV per il ricettore R1’.
Come interventi di bonifica acustica la ditta prevede innanzitutto la sostituzione dell’attuale involucro in
lamiera a chiusura dei blocchi A e B con nuovo involucro formato da pannelli sandwich in poliuretano a cui
è stato assegnato in modo poco cautelativo un potere fonoisolante pari al valore riportato nel certificato di
laboratorio (Rw=22 dB), senza tuttavia considerare le perdite di prestazione dovuta alla posa in opera; dDette
perdite potranno essere anche elevate per presenza di agganci rigidi, di porte, finestre od altre aperture
magari non trattate, di giunti di collegamento non opportunamente gestiti, ecc.
In aggiunta:
- è prevista la realizzazione di una schermatura (lunghezza complessiva circa 95 m e altezza di 3 m) collocata
in corrispondenza del perimetro di proprietà nella zona prospicente l’ingresso dei mezzi, come meglio
rappresentato in Fig.5.1 della relazione;
- è stato previsto un sistema di chiusura (sempre con pannelli sandwich in poliuretano) anche dell’area in cui
vi è l’impianto di cogenerazione ad olio vegetale.
utti gli interventi di bonifica, che dovranno essere studiati e posati in modo da mantenere l’efficacia valutata
teoricamente (si consiglia di adottare cautele maggiori rispetto a quanto previsto), dovranno essere realizzati
prima dell’avvio dell’attività se effettivamente risolutivi al fine del rispetto dei limiti.



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Visti gli aspetti di incertezza legati alla previsione stessa, considerata la situazione potenzialmente critica al
ricettore R1 e in attesa della nuova classificazione acustica dell’area da parte del Comune di Isola Vicentina
(che dovrà confermare le ipotesi) si vede necessario un monitoraggio finalizzato alla verifica del rispetto dei
limiti assoluti e differenziali basato su misure di rumore ambientale e residuo (eventualmente in posizione
analoga) che coprano l’intero periodo diurno e notturno.
Il monitoraggio dovrà essere presenziato in entrambi i periodi di riferimento- almeno parzialmente - al fine
di analizzare i contributi delle perse sorgenti distinguendo le emissioni dovute ai transiti veicolari
all’interno delle fasce di pertinenza acustica delle strade (ove presenti) e le emissioni dovute alle attività /
sorgenti interne alla ditta.
Si prescrive, oltre ad una prima verifica in fase iniziale al collaudo delle opere, di procedere con un
monitoraggio semestrale per i primi 2 anni e, sulla base delle risultanze, verrà determinata la periodicità
successiva per l’esercizio ordinario dell’attività.

                            VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; considerate le criticità presenti si ritiene necessario, tuttavia, un monitoraggio puntuale post operam.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Le radiazioni ionizzanti sono particelle e onde elettromagnetiche dotate di elevato contenuto energetico, in
grado di rompere i legami atomici del corpo urtato e caricare elettricamente atomi e molecole neutri - con un
uguale numero di protoni e di elettroni- ionizzandoli.
La Regione Veneto ha avviato all'interno del proprio territorio attività di prevenzione dal radon e ha inoltre
previsto iniziative che permetteranno di aggiornare l'elenco dei comuni interessati dai monitoraggi.
Nel territorio in esame la percentuale di abitazioni supera il valore soglia del 10%, valore inpiduato
come soglia massima
Le radiazioni non ionizzanti sono forme di radiazioni elettromagnetiche - comunemente chiamate campi
elettromagnetici - che, al contrario delle radiazioni ionizzanti, non possiedono l’energia sufficiente per
modificare le componenti della materia e degli esseri viventi (atomi, molecole). Le radiazioni non ionizzanti
possono essere sudpise in:
− campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF)
− radiofrequenze (RF)
− microonde (MO)
− infrarosso (IR)
− luce visibile
Le sorgenti di campi elettromagnetici più significative per le esposizioni negli ambienti di vita si
sudpidono in:
− produttori di radiazioni ad alta frequenza (RF - Radio Frequencies), come ad esempio gli impianti
radiotelevisivi, le Stazioni Radio Base e i telefoni cellulari. Nel territorio in esame la più vicina antenna
della telefonia mobile dista oltre 800 m;
− produttori di radiazioni a bassa frequenza (ELF - Extremely Low Frequencies), come ad esempio gli
elettrodotti, le sottostazioni elettriche e le cabine di trasformazione. Nel territorio in esame è presente un
elettrodotto con una tensione di 132 kV.
L’inquinamento luminoso consiste nell’irradiazione di luce artificiale, derivante da lampioni stradali, torri
faro, globi, insegne, rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste.
La brillanza relativa del cielo notturno rappresenta il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella
naturale media, come rapporto dei rispettivi valori di brillanza (la brillanza si esprime come flusso luminoso


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per unità di angolo solido di cielo per unità di area di rivelatore). La zona d’indagine rientra nella fascia:
“Aumento della luminanza totale rispetto la naturale tra il 400% e il 900%”.
Esaminata la documentazione presentata dalla ditta Fanin srl (Relazione tecnica - All. P_EL_IL00 e
Planimetria - All. P_EL_IL01) e l’integrazione (18026AD_RelazioneIlluminazioneEsterna_Rev1) inviata
dallo Studio ELTEC s.n.c. di Schio    ad ARPAV e Provincia il 28.08.2020 per la realizzazione
dell’impianto di illuminazione esterna del mangimificio NATCOR s.r.l. si da la seguente prescrizione:
utilizzare sorgenti con Temperatura di Colore Correlata (CCT) non superiore a 3000°K (anziché i
4000°K riportati nel progetto) come indicato nei criteri e linee guida di progettazione consultabili sul
sito ARPAV all’indirizzo: https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/luminosita-del-cielo/criteri-elinee-
guida-1.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Il contesto paesaggistico di riferimento è quello Pedemontano-collinare. Si tratta di un’area produttiva peri-
urbana, inserita in una matrice paesaggistica di tipo agricolo.




Dal punto di vista paesaggistico il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (adottato con D.G.R. 372
del 17 febbraio 2009, e la successiva variante parziale, con attribuzione della valenza paesaggistica, adottata
con deliberazione della Giunta Regionale n. 427 del 10 aprile 2013) inserisce la zona d’intervento all’interno
dell’ambito denominato “Alta Pianura Vicentina.
L’ambito interessa il sistema insediativo pedecollinare di Schio e Thiene, fino a comprendere a sud la città di
Vicenza.
Dal punto di vista geomorfologico si tratta di un ambito di congiunzione tra alta e bassa pianura,
caratterizzato da varie tipologie di deposito, intervallato da numerosi corsi d’acqua.
La vegetazione forestale è relegata alle falde collinari, a formazioni lineari (lungo i corsi d’acqua e a
delimitazione delle proprietà agricole) e al Bosco di Dueville (area SIC e ZPS). La maggior parte degli
agroecosistemi è formato da seminativi e, verso est, da sistemi più complessi, con presenza di prati e siepi.



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Per quanto riguarda il valore naturalistico-ambientale, l’Atlante Ricognitivo lo definisce non rilevante, in
quanto le aree che dimostrano una certa valenza ambientale sono isolate, di piccole dimensioni e
frammentate da opere di edilizia, infrastrutture e campi coltivati a seminativo di grande estensione.
Dal punto di vista storico-culturale, vengono segnalati i principali centri urbani e le ville palladiane e venete
sparse nel territorio dell’ambito.
I fattori di rischio e gli elementi di vulnerabilità sono:
− pratiche agro-forestali (cambio dell’assetto colturale, abbandono delle pratiche agricole tradizionali e della
gestione forestale, uso di pesticidi, fertilizzazione, rimozione di siepi e boschetti);
− modifica delle condizioni idrauliche;
− continua espansione degli insediamenti produttivi (soprattutto lungo le principali direttrici stradali e
ferroviarie);
− diffusione delle stazioni radio;
− inquinamento dei corpi idrici.
L’edificio produttivo, più impattante visivamente rispetto agli altri edifici a causa dell’altezza notevole, sarà
dotato di una pannellatura di buona resa estetica, per un maggior inserimento paesaggistico dell’opera. Do-
vendo al contempo soddisfare le caratteristiche di resistenza al fuoco, in fase di progettazione si è optato per
un pannello nato per essere impiegato in pareti che richiedono sicurezza e buona resa estetica.




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Beni Culturali
Il patrimonio storico-artistico di Malo ben rappresenta il corso dei secoli (Figura 7-9). Per quanto riguarda
l’area di intervento, si segnala la presenza della Corte dei Loschi e della Villa Checcozzi Dalle Rive. Il
complesso sorge nei pressi della piazza; l’edificio principale si trova a sud, delimitato da una antica
colombara e da un grande porticato interno. La villa, su progetto di Francesco Muttoni, fu fatta costruire da
Matteo Checcozzi (1717), con un pregevole salone affrescato sulle pareti, un artistico scalone a doppia rampa
arricchito da tre sculture allegoriche realizzate da Giacomo Cassetti (1682-1757) della scuola del Marinali, da
una pregevole volta affrescata e da un ballatoio di legno intarsiato che corre sulla parte più alta del salone. Al
piano terra, a destra del salone d’onore, una saletta soggiorno è separata dall’alcova da 4 telèmoni, bellissimi
ed espressivi, della scuola di Agostino Festa (Comune di Malo - Ufficio Ecologia e Ambiente, 2009). Questa
villa è vincolata ai sensi della L. 1089/1939; è inserita nel catasto dell’Istituto Regionale per le Ville Venete al
n. 00001959. Inoltre, la zona del parco della villa Checcozzi viene segnalato come zona vincolata dal punto di
vista paesaggistico.
Dal punto di vista archeologico, si rilevano 3 siti archeologici, in ogni caso lontani dall’area di interesse.
Per Isola Vicentina le principali componenti del sistema dei beni di interesse storico culturale presenti nel
territorio comunale sono:
− i centri storici di Isola Vicentina;
− i siti archeologici;
− le Ville e edifici di interesse storico, architettonico o ambientale inseriti in area urbana o in zona agricola;
− le grotte.
Nel territorio in esame non si segnalano beni di interesse storico culturale.
Non si segnalano infine particolarità agroalimentari nel territorio, che possano essere messe a rischio
dall’intervento in progetto.
L’alterazione paesaggistica è data, principalmente, dall’innalzamento della struttura esistente. Tuttavia,
come segnalato nella descrizione di progetto e del contesto, le scelte effettuate portano a una mitigazione
dell’effetto paesaggistico.
In particolare, la struttura produttiva sarà coperta da pannelli schermanti in lamiera metallica forata che
riflettono il colore del cielo pertanto, la colorazione della struttura sarà simile a quella dell’ambiente a cui si
contrappone. Nella documentazione allegata inerente alla simulazione del progetto è visibile quanto appena
descritto; anche le aree a verde saranno oggetto di particolare cura, in modo da valorizzare il sito produttivo.
Il progetto di ampliamento ha sicuramente un impatto sul paesaggio importante, ma rispetto alla alternativa
zero (non fare nulla) è sicuramente un’occasione per migliorare tale impatto.
Tuttavia, l’innalzamento del sito produttivo potrebbe generare un’intrusione tale da estraniarsi dal contesto
circostante. Tale eventualità dovrà essere mitigata dalla tipologia di finitura scelta, che va a migliorare
l’impatto visivo rispetto alla versione attuale. La finitura di progetto va quindi ad agire verso una migliore
accettazione dell’opera da parte degli osservatori.
Si evidenziano le seguenti prescrizioni della Soprintendenza che ha rilasciato parere favorevole in special
modo:
- il trattamento delle superfici dell’intero immobile dovrà essere realizzato con materiali e tecnologie tali da
stemperare l’impatto visivo del fabbricato, la finitura dovrà essere valutata in fase decisoria;
- in fase decisoria dovrà essere valutata anche la visione notturna prevedendo delle schermature al fine di
evitare che l’intero fabbricato risulti illuminato.
L’impatto dell’ampliamento è sicuramente rilevante, tanto che anche la soprintendenza richiede a seguito di
un parere favorevole, di adottare materiali e tecnologie tali da mitigare l’impatto visivo e una valutazione
delle finitura in fase decisoria. Dal progetto e dai renderig forniti dal proponente, tuttavia, si vedono i volumi
di un edificio evanescente, che però non danno una idea precisa della situazione reale e della resa effettiva
dei materiali che verranno utilizzati: si chiede, pertanto, di fornire un esempio del materiale effettivamente
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utilizzato in opere già eseguite ed un rendering con maggiore dettaglio, in maniera tale da potere valutare
l’impatto reale.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                           VALUTAZIONE
Il presente aspetto risulta particolarmente impattante e si da atto che la soluzione proposta rappresenta una soluzione
mitigativa efficacie, anche in raffronto alla situazione antecedente.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Per l’analisi di questa componente si è fatto riferimento all’elaborato di Sistemi Operativi s.r.l. del 2017.
Rispetto a quanto indicato nel Rapporto, nei primi mesi del 2019 è stata aperta la nuova viabilità complemen-
tare alla realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, caratterizzata dalla nuova rotatoria su via
Fondomuri e la viabilità di collegamento verso la SP46. La nuova viabilità ha comportato un cambiamento
del flusso di traffico rispetto alla situazione precedente: prima infatti, a seguito di un accordo tra i comuni di
Malo e Isola Vicentina, i mezzi dovevano entrare dal punto 2 (dalla SP46 a via Giarre) e uscire al punto 1 (da
via Ponte a SP46), con un senso unico obbligatorio.
Ora, invece, i mezzi, proveniente dalla SP46, percorrono in entrambi i sensi la nuova viabilità, by-passando e
scaricando di fatto i centri abitati di San Tomio e la zona residenziale di via Giarre e San Tomio a Isola Vicen-
tina.
Il nuovo fulcro della viabilità penta quindi la rotatoria presente lungo la SP46 (cerchio rosso in Figura 1-2),
che di fatto toglie il traffico pesante dal centro abitato di San Tomio, e lo lascia invariato rispetto alla situazio -
ne precedente a Isola Vicentina (intendendo qui solo il flusso di traffico sulla SP46).
Vengono quindi riportate le considerazioni finali: Come si può notare, le sezioni che presentano i valori mag-
giori dei flussi di traffico sono chiaramente quelle lungo laSP46 - Via Vicenza, e in particolare la H (in centro
di Isola Vicentina) con flussi nell’ora di punta di oltre 800 veicoli/ora sia verso Vicenza (nell’ora di punta del
mattino) che verso Malo (nell’ora di punta della sera).
Per quanto riguarda i flussi che transito sulle strade minori, in particolare quelle che conducono verso lo sta -
bilimento produttivo in località Fondomuri, sono di bassa entità, probabilmente solo di interesse locale. Si
può notare però che la percentuale di mezzi pesanti, di norma nulla per tale tipologia di strada, è invece in li-
nea con quella della SP46 e in alcuni casi, proprio nei pressi dello stabilimento, è perfino superiore.
Invece, le attuali criticità riguardanti la circolazione di mezzi di grandi dimensioni in strade secondarie ca -
ratterizzate da una larghezza della carreggiata non adeguata, in particolare verso l’abitato di San Tomio, at-
tualmente non trovano riposta. In questo senso, la futura viabilità complementare alla realizzazione della Su-
perstrada Pedemontana Veneta, caratterizzata dalla nuova rotatoria su via San Tomio e la viabilità di colle-
gamento verso la SP46, potrebbe migliorare tali criticità eliminando il transito dei mezzi pesanti nell’abitato
di San Tomio e consentendo un deflusso più agevole ai mezzi pesanti dalla sede dello stabilimento. Su que -
sto si ritiene opportuno uno studio di un respiro più ampio per valutare gli effetti di tale intervento per i Co-
muni di Malo e Isola Vicentina.
Questo si può sicuramente imputare ai flussi di mezzi da e per l’impianto produttivo che giornalmente tran-
sitano su tali arterie. […] Sulla base dei risultati emersi dalle simulazioni di traffico effettuate, si ritiene che
l’ampliamento del sito produttivo della ditta Fanin S.r.l. abbia degli impatti trascurabili rispetto alle attuali
condizioni di circolazione, sia nell’area oggetto dell’analisi che nel suo complesso, questo principalmente per
l’incremento modesto della domanda di trasporto rispetto allo stato attuale, circa 20 automezzi nell’ora di
punta.
Per quanto riguarda la stima dei flussi di traffico legati generati/attratti dall’ampliamento previsto è necessa-
rio partire da l’organizzazione produttiva attuale e stimare quali sono i flussi attuali. Nello specifico, al mo-


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mento la ditta Fanin S.rl. ha la sede principale in via Fondomuri e un paio di magazzini a qualche km di di-
stanza. Per cui l’attuale logistica aziendale è la seguente:
· arrivo della materia prima ai magazzini e stoccaggio;
· carico della materia prima su mezzi e trasporto al luogo di produzione;
· lavorazione;
· eventuale trasporto ai magazzini o al cliente;
Ad oggi sono impiegati 30 lavoratori, mentre il traffico di automezzi per l’approvvigionamento e la distribu-
zione delle materie prime e delle merci viene quantificato in 65 autotreni/giorno. Ipotizzando che ciascun la-
voratore si rechi sul posto di lavoro autonomamente e l’orario sia organizzato in turni, il traffico indotto è
pari a 95 mezzi, di cui 65 pesanti, che complessivamente compiono 190 spostamenti giornalieri.
L’intervento che sarà realizzato comporterà principalmente effetti su:
· logistica aziendale, eliminando la seconda fase descritta in precedenza, in quanto l’immagazzinamento av-
verrà direttamente in via Fondomuri nei locali di nuova realizzazione;
· produttività, dove grazie all’efficientamento dei processi, di prevede un incremento del 20% circa.
Tali effetti si possono tradurre in una variazione dell’attuale domanda di trasporto in termini di:
· distribuzione dei flussi dei mezzi pesanti;
· incremento sia dei mezzi pesanti in ingresso e uscita dallo stabilimento, sia dei veicoli leggeri legati agli
spostamenti del personale afferente allo stabilimento;
Pertanto, complessivamente avremmo circa 13 autotreni giornalieri in più e 19 autovetture aggiuntive che
hanno origine e destinazione lo stabilimento, mentre ci sarà una leggera riduzione nella zona di Via Chiodo
per effetto del nuovo assetto logistico dello stabilimento per cui non è più previsto lo stoccaggio delle materie
prime/merci nei magazzini esterni.
Ai fini della valutazioni sull’impatto nel sistema viabilistico locale, tali variazioni a scala giornaliera si tradu-
cono, in circa 20 autovetture equivalenti/ora che entrano ed escono dallo stabilimento nell’ora di punta, e una
riduzione di circa 5 autovetture equivalenti/ora dalla zona di Via Chiodo.
Sulla base dei risultati emersi dalle simulazioni di traffico effettuate, il proponente ritiene che l’ampliamento
del sito produttivo della ditta Fanin S.r.l., abbia degli impatti trascurabili rispetto alle attuali condizioni di
circolazione, sia nell’area oggetto dell’analisi che nel suo complesso, questo principalmente per l’incremento
modesto della domanda di trasporto rispetto allo stato attuale, circa 20 automezzi nell’ora di punta.
Invece, le attuali criticità riguardanti la circolazione di mezzi di grandi dimensioni in strade secondarie ca -
ratterizzate da una larghezza della carreggiata non adeguata, in particolare verso l’abitato di San Tomio, at-
tualmente non trovano riposta.
In questo senso, la futura viabilità complementare alla realizzazione della Superstrada Pedemonata Veneta,
caratterizzata dalla nuova rotatoria su via San Tomio e la viabilità di collegamento verso la SP46, potrebbe
migliorare tali criticità eliminando il transito dei mezzi pesanti nell’abitato di San Tomio e consentendo un
deflusso più agevole ai mezzi pesanti dalla sede dello stabilimento. Su questo si ritiene opportuno
uno studio di un respiro più ampio per valutare gli effetti di tale intervento per i Comuni di Malo e Isola
Vicentina.
In riferimento al contesto territoriale preso in esame e ai dati presi a riferimento si ritiene opportuno
approfondire l’analisi attraverso:
• una reale ed aggiornata ricognizione delle condizioni viarie della viabilità circostante allo stato attuale;
• un aggiornamento dei rilevamenti di traffico alla data odierna (con particolare riferimento alla componente
infrasettimanale);
• rappresentare in modo chiaro ed esaustivo con elaborati grafici le risultanze del rilevamento dei flussi con
l’indicazione degli orari e flussi di punta (mattina e sera) e i flussi giornalieri che interessano le strade
nell’intorno dell’intervento;
• verifiche di capacità degli assi stradali e delle intersezioni presi in esame;
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• impostare uno studio che consenta di valutare gli effetti di tale intervento per i Comuni di Malo e Isola
Vicentina;
• analizzare la problematica legata all’attraversamento dei contesti viari caratterizzati da sezione ridotta in
relazione al passaggio dei mezzi pesanti;
• concertare con la Polizia Locale la fattibilità dell’apertura del nuovo accesso carraio posto tra la rotatoria e
la curva di Via S. Tomio;
• esaminare con la massima attenzione, la visibilità pari allo spazio di frenata in relazione alla velocità
massima consentita, dell'autoveicolo e/o camion, proveniente dalla nuova strada di collegamento alla S.P. 46;
la presenza del fabbricato, le dimensioni della strada e la curva a gomito, non garantiscono adeguata
sicurezza agli utenti della strada.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE, FLORA E FAUNA
L'area in esame, per quanto riguarda l’uso del suolo, si localizza in un territorio caratterizzato, escludendo le
aree urbanizzate, prevalentemente da seminativi. Le zone coltivate sono intervallate da canali che nella
maggior parte dei casi presentano ancora qualche esemplare legato alla vegetazione ripariale che un tempo
tutelava i fossati. Si rinvengono così prevalentemente salici, pioppi e gelsi. Anche nella zona di pianura, così
come in collina si manifesta in più aree la presenza della Robinia pseudoacacia. Tra le specie arbustive si
notano in particolare il Sambucus nigra, in modo minoritario sono presenti anche Cornus sanguinea,
Euonimus europaeus e Crataegus monogyna.
Nella zona di interesse sono assenti formazioni forestali. L’area direttamente interessata dall’intervento ha
valori di fragilità ambientale che vanno dal molto basso al basso, mentre la pressione antropica è alta. Anche
la matrice agricola in cui l’intervento si inserisce ha valori scarsi dal punto di vista ambientale; l’area
direttamente interessata dall’intervento ha valori che vanno dal molto basso al basso, mentre la pressione
antropica è alta. Anche la matrice agricola in cui l’intervento si inserisce ha valori scarsi dal punto di vista
ambientale.




FLORA
Le zone coltivate sono intervallate da canali che nella maggior parte dei casi presentano ancora qualche
esemplare legato alla vegetazione ripariale che un tempo tutelava i fossati. Si rinvengono così
prevalentemente salici, pioppi e gelsi. Anche nella zona di pianura, così come in collina si manifesta in più
aree la presenza della Robinia pseudoacacia. Tra le specie arbustive si notano in particolare il Sambucus
nigra, in modo minoritario sono presenti anche Cornus sanguinea, Euonimus europaeus e Crataegus
monogyna. Nella zona di interesse sono assenti formazioni forestali.
Nella presente trattazione si è scelto di prestare maggiore attenzione alle specie degli Allegati II e IV delle
Direttive comunitarie, ossia: Anacamptis pyramidalis e Himantoglossum adriaticum. Entrambe queste specie
non sono presenti nella zona di interesse: le loro caratteristiche ecologiche non sono tali da permetterne la
diffusione in questo contesto ambientale caratterizzata prevalentemente da arativi
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Nella presente trattazione si è scelto di prestare maggiore attenzione alle specie degli Allegati II e IV delle
Direttive comunitarie, ossia: Anacamptis pyramidalis e Himantoglossum adriaticum. Entrambe queste specie
non sono presenti nella zona di interesse: le loro caratteristiche ecologiche non sono tali da permetterne la
diffusione in questo contesto ambientale caratterizzata prevalentemente da arativi
FAUNA
le specie potenzialmente presenti nell’area di intervento e passibili di incidenza sono riportate in tabella
seguente




ELIMINAZIONE TEMPORANEA DI USI DEL SUOLO ESISTENTI PIÙ O MENO IMPORTANTI
L’ampliamento del sito produttivo avverrà a discapito di usi del suolo al momento non di tipo industriale. In
Tabella allegata al SIA sono riportate le aree che verranno impiegate per la realizzazione del progetto. Come
si vede, circa 22.350 mq di aree naturaliformi verranno trasformate in “Aree destinate ad attività industriali e
spazi annessi”.
Utilizzando la metodologia degli habitat di specie, sono state inpiduate le specie animali potenzialmente
presenti negli usi del suolo impiegati nel progetto
Considerando che l’habitat di specie “Bosco di latifoglie” (3.1.1) non viene direttamente interessato dal
progetto, e il progetto stesso prevede un miglioramento ambientale nei pressi del nuovo bacino di
laminazione, l’unica specie che potrebbe risentire della trasformazione dell’uso del suolo è Emberiza hortulana
nella fase svernante. Trattandosi appunto della fase svernante, ed essendoci nei dintorni habitat di specie con
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caratteristiche di struttura e funzioni migliori rispetto l’area di analisi, non si prevedono incidenze
significative a carico di questa specie potenzialmente direttamente coinvolta.
Il risultato dell’applicazione della metodologia RIAM è: Impatto non significativo (negativo)
ELIMINAZIONE DI USI DEL SUOLO ESISTENTI PIÙ O MENO IMPORTANTI
Valgono le stesse considerazione fatte per il capitolo ELIMINAZIONE TEMPORANEA DI USI DEL SUOLO
ESISTENTI PIÙ O MENO IMPORTANTI
Il risultato dell’applicazione della metodologia RIAM è: Assenza di cambiamenti, per tutti i fattori.
OPPORTUNITÀ, ATTRAVERSO INTERVENTI DI RECUPERO O DI COMPENSAZIONE, DI CREARE
NUOVE UNITÀ ECOSISTEMICHE CON FUNZIONI DI RIEQUILIBRIO ECOLOGICO IN AMBIENTI
POVERI O ARTIFICIALIZZATI
Nell’area destinata alla realizzazione del bacino di accumulo e di laminazione si prevede la creazione di
un’area d mitigazione, composta dalle seguenti specie:
− Fraxinus ornus
− Ulmus minor
− Alnus glutinosa
− Quercus robur
− Carpinus betulus
− Prunus padus.
La scelta è stata effettuata su specie autoctone, al fine di aumentare la biopersità vegetale nell’area (dove
sono presenti per la maggior parte esemplari di Robinia pseudoacacia). La nuova area potrà essere classificata,
secondo la classificazione Corine Land Cover, come 1.4.1 “Area verde privata”.
Poiché nell’area di progetto vengono trasformati i seguenti habitat di specie:
− 1.1.3 Strutture residenziali isolate,
− 1.2.2 Rete stradale secondaria con territori associati,
− 2.1.1 Terreni arabili in aree non irrigue,
− 3.1.1 Bosco di latifoglie,
segue l’identificazione delle idoneità ambientali delle specie richieste per questi usi del suolo, aggiungendo
l’uso del suolo 1.4.1 come miglioramento ambientale
Per le specie nidificanti, c’è un netto miglioramento per il Lanius collurio, mentre la situazione rimane inalte-
rata per il Caprimulgus europaeus;
− Per le specie migratrici, Caprimulgus europaeus perde un’idoneità ambientale bassa legata agli usi del suo-
lo agricoli. Si ritiene quindi la perdita non rilevante;
− Per le altre specie: l’inserimento del verde privato (141) comporta un miglioramento degli habitat di specie
per Pipistrellus kuhli e Tadarida teniotis. La perdita dell’uso del suolo agricolo risulta praticamente non rile-
vante per le altre specie, dato che l’idoneità, quando presente, è bassa. Le specie frequentatrici delle aree bo-
scate, invece, on vedranno perduta l’idoneità ambientale, in quanto queste superfici non verranno alterate
dal progetto. Il risultato dell’applicazione della metodologia RIAM è: Impatto positivo.
Si ritiene di chiedere le seguenti integrazioni.
1. Allineare le scelte progettuali della sistemazione degli esterni tra quanto indicato in SIA (“Le sistemazioni
a Verde (aree A, B, C)” e negli elaborati progettuali (All.P_ED_V02_Interventi di mitigazione), da cui risulta-
no interventi persi e minori rispetto a quelli riportati nella relazione di SIA sopra citata.
2. Va elaborata una analisi precisa delle componenti ecosistemiche esistenti (come ad es. la vegetazione già
esistente; il corso d’acqua limitrofo..).
3. Relativamente agli aspetti progettuali della sistemazione a verde prevista per Area a parcheggio (Area
A), Siepe arbustiva (Area B) e Area di mitigazione (Area C), è opportuno presentare una documentazione
di progetto specifica che indichi le specie utilizzate; le tipologie e dimensioni di alberi ed arbusti; i sesti di

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impianto; unitamente ad una valutazione che indichi il costo dell’intervento comprensivo anche delle opere
di gestione/manutenzione per almeno i primi tre anni.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Nell’area non sono presenti Parchi nazionali, né regionali. In merito ai siti Natura 2000, le aree più vicine
sono i (Figura 2-5):
− Biotopo Le Poscole (SIC, IT3220039): circa 3,9 km;
− Bosco di Dueville (ZPS, IT3220013): circa 6,2 km;
− Bosco di Dueville e risorgive limitrofe (SIC, IT3220040): circa 6,2 km.
Le aree protette e l’area di intervento sono fisicamente separate. Oltre alla morfologia della zona, anche i
centri abitati presenti e la rete viabilistica, di vario ordine e grado che interessa il territorio, fungono da
mezzo di separazione. Gli elementi di separazione sopracitati sono tali da poter escludere a priori qualsiasi
collegamento di ordine strutturale e funzionale tra le aree protette e la zona nella quale è previsto
l’intervento.
Con riferimento agli effetti dell’opera sul sistema della Rete Ecologica Natura 2000, l’area di intervento è col -
locata ad una distanza dalle aree protette tale da escludere che qualsiasi fenomeno perturbativo associato
alla realizzazione del progetto possa avere conseguenze di qualsiasi tipo a carico degli habitat e le specie di
interesse comunitario che caratterizzano i siti Natura 2000 Biotopo Le Poscole (SIC, IT3220039), Bosco di
Dueville (ZPS, IT3220013) e Bosco di Dueville e risorgive limitrofe (SIC, IT3220040).
Sull’area direttamente interessata dall’intervento non sono presenti habitat tutelati.
In merito alle specie e i relativi habitat di specie, l’area ricade in ambito agricolo e urbanizzato. La realizza -
zione dell’intervento può comportare un allontanamento temporaneo delle specie, che però già risentono dei
disturbi arrecati dalla situazione attuale.
L’intervento in esame, si configura nella fattispecie di esclusione inpiduata al numero 23 del punto 2.2 in
Allegato A della DGR 1400/2017 dei piani, i progetti e gli interventi per i quali non risultano possibili effetti
significativi negativi sui siti della rete Natura 2000 e per i quali non è necessaria la procedura di Valutazione
di Incidenza Ambientale.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Il presente aspetto non viene analizzato e se ne chiede la trattazione.
Le integrazioni fornite hano soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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               VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO


                           CONCLUSIONI

Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i vincoli
territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni impatti
significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni mitigative e
particolari modalità e frequenze di monitoraggio.
Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono stati oggetto
di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente per poter esprimere il
giudizio conclusivo sul progetto.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con particolare
riferimento alle emissioni in atmosfera, anche di tipo odorigeno, agli scarichi idrici ed ed all’impatto acustico.
Non sono pervenute osservazioni ostative al progetto.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di Autorizzazione Integrata Ambientale, ivi compresa la validazione del Piano di Monitoraggio e
Controllo da parte dell’ARPAV.

                    Tutto ciò premesso il Comitato esprime
                        PARERE FAVOREVOLE
               all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
1) Entro 180 giorni dalla notifica del presente provvedimento dovranno essere realizzati i piezometri proposti per il
controllo della falda sotterranea, cui seguirà il primo controllo analitico da inviare a Provincia ed ARPAV; le verifiche
successive saranno previste all’interno del PMC.
2) Entro 60 giorni dalla notifica del presente provvedimento il proponente dovrà valutare il possibile spostamento del
passo carraio in posizione più idonea, accompagnando l’eventuale proposta con l’illustrazione e la quantificazione delle
variazioni rispetto agli impatti delle matrici del Quadro Ambientale interessate.
3) Entro 60 giorni dalla realizzazione e collaudo delle opere dovranno essere effettuate le verifiche sull’impatto acustico
per la verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, che proseguiranno con un monitoraggio
semestrale mesi per i primi 2 anni e, sulla base delle risultanze, verrà determinata la periodicità successiva per l’esercizio
ordinario dell’attività;
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura),
sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preavviso
ad Arpav;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi.
4) La ditta, in fase esecutiva dovrà relazionarsi con E-Distribuzione per la verifica dell’effettiva collocazione degli
elettrodotti rispetto all’intervento.
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              PROVINCIA DI VICENZA
                              AREA TECNICA
                              SERVIZIO VIA
                         Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
              Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




5) La ditta dovrà rispettare le condizioni fissate dalla società SPV spa con nota del 17.04.2020, relativa al
posizionamento provvisorio dei silos per l’alimentazione del cogeneratore e fascia di rispetto viabilità di accesso mezzi.

Vicenza, 12 novembre 2020
  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Ing. Filippo Squarcina




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