parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 09/06/2022
L'anno 2022, il giorno 09 del mese di GIUGNO alle ore 16:30 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riu-
nito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Consorzio
di Bonifica Brenta - Trasformazione irrigua di 780 ettari nella zona di Vamporazze - comuni di Sandrigo e Bressanvido.

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA           Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO               Commissario             In collegamento


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario             In collegamento


MURARO TERESA                Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                Commissario               Assente


SALVIATI STEFANO              Commissario             In collegamento


SERRAIOTTO MARIO              Commissario             In collegamento


SVEGLIADO GIULIA              Commissario             In collegamento


VALVASSORI RIMSKY              Commissario             In collegamento


VICENTIN ALBERTO              Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 24056 del
08/06/2022, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funziona -
mento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle in-
formazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,
esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                  Consorzio di Bonifica Brenta
                            PARERE N. 03/2022

Oggetto: Trasformazione irrigua di 780 ettari nella zona di Vamporazze.
PROPONENTE:                Consorzio di Bonifica Brenta
SEDE LEGALE:               Via Riva IV novembre n. 15 – Cittadella (PD)
SEDE INTERVENTO:             Comuni di Sandrigo e Bressanvido, zona di Vamporazze
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:            Impianto pluvirriguo
PROCEDIMENTO:               Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:            ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 1. Agricoltura
                     - d) progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i
                     progetti di irrigazione e di drenaggio delle terre, per una superficie superiore
                     ai 300 ettari.
COMUNI INTERESSATI:            Bolzano Vicentino e Dueville
DATA DOMANDA:               31 dicembre 2021 e 05/14 gennaio 2022
DATE PUBBLICAZIONE:            24 febbraio 2022 e 27 aprile 2022
DATA INTEGRAZIONI:            28 febbraio 2022, 26 aprile 2022 e 09 maggio 2022

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Titolo                               Nome file

- Studio Preliminare Ambientale                   All01_SIA

- Sintesi Non tecnica                        All02_SNT

- Screening VincA                          All03_ScreeningVIncA

- Relazione Tecnica Generale                    A_Relazione Tecnica Generale

- Elenco allegati progetto esecutivo                Elenco allegati progetto esecutivo

Elaborati Rete Pluvirrigua

- Relazione tecnica rete tubata e calcoli idraulici         B.1_Relazione tecnica rete tubata e calcoli idraulici

- Planimetria Condotte CTR                     B.4.2.1_Planimetria condotte CTR

- Carta dei Vincoli                         B.4.3_RETE VINCOLI

- Schema elementi di calcolo                    B.4.4_SCHEMA ELEMENTI DI CALCOLO

- Particolare attraversamenti fiumi                 B.4.7.1 ATTR FIUMI

- Particolari attraversamenti strade                B.4.7.2 ATTR STRADE

- Particolari Costruttivi                      B.4.8 Particolari Costruttivi

- Documentazione Fotografica                    B.3_Documentazione Fotografica

- Cronoprogramma                          B.11_Relazione Cronoprogramma

- Piano di sicurezza e coordinamento                B.14_Piano Sicurezza e Coordinamento

Elaborati centralina di pompaggio

- Inquadramento territoriale                    SDF01_INQUADRAMENTO TERRITORIALE


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- Documentazione fotografica                     SDF02_DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

- Planimetria                            AR01_PLANIMETRIA

- Pianta piano interrato                       AR02_PIANTA PIANO INTERRATO

- Pianta piano terra                         AR03_PIANTA PIANO TERRA

- Sezione A-A                            AR04_SEZIONE A-A

- Prospetti                             AR05_PROSPETTI

- Particolari costruttivi                      AR06_PARTICOLARI COSTRUTTIVI

- Piano di manutenzione delle strutture               040_20_ESE_ST_R_02_00_PIANO DI MANUTENZIONE DELLE
                                   STRUTTURE

- Piante fondazioni                         040_20_ESE_ST_T_03_00_PIANTA FONDAZION

- Pianta primo solaio                        040_20_ESE_ST_T_04_00_PIANTA PRIMO SOLAIO

- Sezione                              040_20_ESE_ST_T_06_00_SEZIONE

- Relazione illuminotecnica                     EM03_REL ILLUMINOTECNICA

- Sottoservizi                            EM04_SOTTOSERVIZI

- Layout sistema di pompaggio                    EM05_LAYOUT SISTEMA DI POMPAGGIO

- Relazione illustrativa, geotecnica e sulle fondazioni di calcolo  ST_R_01_00_RELAZIONE ILLUSTRATIVA, GEOTECNICA E
delle strutture                           SULLE FONDAZIONI, DI CALCOLO DELLE STRUTTURE
- Layout sistema di pompaggio                    EM05_LAYOUT SISTEMA DI POMPAGGIO

- Piano di manutenzione delle opere e delle sue parti        DTE10_PIANO DI MANUTENZIONE



                          PREMESSE ED UBICAZIONE
La proposta di intervento è relativa alla riconversione dell’esistente sistema di irrigazione a gravità, attuato
tramite una rete di canali superficiali parte in cemento e parte in terra, che si propone di sostituire con un più
moderno sistema di irrigazione ad aspersione con metodo “a pioggia” da realizzare tramite una rete tubata
in pressione con idranti di consegna alle singole proprietà agricole.
L’Ambito dell’intervento ha una estensione territoriale di circa 810 ha di cui 780 a zona agricola.
Attualmente l’irrigazione viene effettuata con i tradizionali metodi a scorrimento, che comportano elevate
dotazioni idriche, in parte in costante restituzione al sistema sotterraneo, e quindi alti consumi d’acqua; tali
metodi, inoltre, possono provocare un forte dilavamento dei suoli agricoli, con rischio di convogliare fattori
inquinanti sia direttamente attraverso i già citati corsi d’acqua superficiali, sia indirettamente, tramite perco -
lazione nella falda freatica
La proposta in oggetto si compone essenzialmente di 2 elementi strutturali: una rete di distribuzione delle ac-
que e una centralina di pompaggio che immette nella rete le acque destinate all’irrigazione.
Il dimensionamento del sistema è stato effettuato in considerazione del fabbisogno colturale e del fabbisogno
idrico dell’ambito sotteso dalla rete di progetto, garantendo una pressione in uscita dai rami sufficiente a per-
mettere un utilizzo efficiente delle acque per l’utilizzatore finale.
In linea generale si tratta di un sistema articolato su una rete di primo livello composta dalle dorsali di distri -
buzione; connesse a queste dorsali si articola una rete di secondo livello che capillarmente raggiunge tutti gli
spazi del territorio servito.


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La Centrale di pompaggio sorgerà in Comune di Sandrigo - Foglio 21° - Mappale n. 36, con una portata com -
plessiva di 600 l/s derivata dalla roggia dei Boieroni e dalla Roggia Molino, capace di alimentare la rete di di-
stribuzione idrica a media pressione atta a soddisfare la richiesta relativa a tutta la superficie di 810 ettari, la
quale si riduce a 780 [ha] di terreno effettivamente coltivato.
Tale ubicazione inoltre è stata scelta in quanto tale da garantire la portata necessaria attraverso la confluenza
di due corsi d’acqua, la roggia Boieroni e la roggia Molino.




                          Ortofoto del sito


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           QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.I.) dei Comune di Bressanvido e Pozzoleone;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Bressanvido;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Sandrigo;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Sandrigo;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Programma di Sviluppo Rurale del Veneto (PSR) 2014-2020 ;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Rete Natura 2000.


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Lo S.P.A. presentato, relativamente alle tematiche pianificatorio programmatiche, non appare
adeguatamente approfondito.
Le argomentazione utilizzate appaiono generiche e non affrontano, di fatto, il rapporto del progetto con le
sensibilità territoriali inpiduate dai vari piani/programmi analizzati.
La tematica centrale del territorio interessato, analizzata da quasi tutti i vari piani/programmi, è quella
relativa alla tutela del territorio agricolo legata anche alla trama dei canali/rogge, stradale e della rete
ecologica ed alla presenza di polle di risorgiva.
Il progetto si “appoggia” letteralmente sul territorio senza, di fatto, indicare, se non genericamente, le misure
di tutela e mitigazione.
Sarebbe opportuno che, in sede di integrazioni, venisse adeguatamente approfondito quanto di seguito
indicato mettendo in relazione analiticamente le problematiche in questione con l'intervento proposto.
Le necessarie integrazioni relative al Quadro Programmatico dovranno essere prodotte sudpidendole per
argomenti come da schema sotto riportato.
                           VINCOLI
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) (Tav. 2.1 – Carta delle Fragilità ed Acqua)
PAT di Sandrigo (Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale) (Elaborato 2 - Carta delle Invarianti)
(Elaborato 3 - Carta delle Fragilità)
PATI di Bressanvido e Pozzoleone (Elaborato 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale)
(Elaborato 2 - Carta delle Invarianti)
PI del Bressanvido Generatori di vincolo fasce di rispetto art.49
     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO, DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (PTRC) (TAV 01 – b - uso del suolo – acqua)
(TAV 01 – c - uso del suolo idrogeologia rischio sismico)
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) (Tav. 2.1 – Carta della Fragilità ed Acqua)
(Tav. 2.2 – Carta Geolitologica) (Tav. 2.3 – Carta Idrogeologica) (Tav. 2.4 - Carta Geomorfologica)
Piano di Tutela delle Acque (Fig. 2.2 “Carta della Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura
Veneta”) (Fig. 2.3 “Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola”) (Tav. 36 “Zone omogenee di protezione
dall'inquinamento”) (Fig. 3.19 Carta dei territori comunali con acquiferi confinati pregiati da sottoporre a
tutela”).
Piano di Assetto Idrogeologico
Piano di Gestione del Rischio Alluvioni – Distretto Alpi Orientali
PAT di Sandrigo (Elaborato 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale) (Elaborato 2 - Carta delle
Invarianti) (
Elaborato 3 - Carta delle Fragilità)
PATI di Bressanvido e Pozzoleone (Elaborato 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale)
(Elaborato 2 - Carta delle Invarianti) (Elaborato 3 - Carta delle Fragilità)
PI del Bressanvido, Vincoli e tutele, Pericolosita P1 moderata come inpiduata dal PAI, Pericolosità P2
media come inpiduata dal Piano, invarianti di natura geologica, Argini principali (art. 49), Traccia di corso
fluviale estinto, a livello di pianura o leggermente incassato. (art. 49)




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  CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, AGRONOMICHE FLORA E FAUNA, SITI
                  S.I.C./Z.P.S
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (PTRC) (TAV 02 - biopersita')
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)          (Tav. 2.1 - Carta della Fragilità) (Tav. 3.1 –
Sistema Ambientale)
PAT di Sandrigo (Elaborato 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale) (Elaborato 2 - Carta delle
Invarianti) (Elaborato 3 - Carta delle Fragilità) (Elaborato 4 - Carta della Trasformabilità e inpiduazione
degli ambiti territoriali omogenei)
PATI di Bressanvido e Pozzoleone (Elaborato 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale)
(Elaborato 2 - Carta delle Invarianti) (Elaborato 3 - Carta delle Fragilità) (Elaborato 4 - Carta della
Trasformabilità e inpiduazione degli ambiti territoriali omogenei)
PI del Bressanvido, Alberatura ad elevata valenza ecologica (art. 38)
   CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO, DELLE RISORSE NATURALI ED
                 AGRONOMICHE
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (PTRC) (TAV 09 – sistema del territorio rurale
e della rete ecologica)
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) (Tav. 5.1 – Sistema del paesaggio) (Aree agricole
PTRC) (Reti fruitive Mobilità lenta) (Beni Cultirali) (Zone agricole di particolare pregio)
PAT di Sandrigo (Elaborato 2 - Carta delle Invarianti) (Elaborato 3 - Carta delle Fragilità) (Elaborato 4 -
Carta della Trasformabilità e inpiduazione degli ambiti territoriali omogenei)
PATI di Bressanvido e Pozzoleone (Elaborato 1 - Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale)
(Elaborato 2 - Carta delle Invarianti) (Elaborato 4 - Carta della Trasformabilità e inpiduazione degli ambiti
territoriali omogenei)
PI del Comune di Sandrigo, Ambiente e paesaggio, edificio oggetto di tutela (art. 77), contesti figurativi (art.
78, 79)
PI del Bressanvido, invarianti, invarianti di natura paesaggistica, percorsi di interesse ambientale –
paesaggistico (art. 49)
            CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto (PTRC) (TAV 03 - energia_e_ambiente)
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) (Tav. 2.1 - Carta della Fragilità)
                     PI DEL COMUNE DI SANDRIGO
Dovranno essere affrontare analiticamente le seguenti tematiche.
Zone per attività economiche: area agricola (art. 45), D5 (8 – 9) Tessuto delle attività economiche di nuovo
impianto (art. 32), viabilità di progetto (art. 42), obbligo di strumento urbanistico attuativo (art. 9), C1 tessuto
marginale extraurbano (art. 29), B2 tessuto residenziale omogeneo rado (art. 26), A tessuto storico (art. 24),
Mobilità rete dei percorsi ciclopedonali esistenti (art. 42)
Sarebbe opportuno che, in sede di integrazioni, venisse adeguatamente approfondito quanto sopra indicato
mettendo in relazione analiticamente le problematiche in questione con l'intervento proposto.
                    PI DEL COMUNE DI BRESSANVIDO
Dovranno essere affrontare analiticamente le seguenti tematiche.
Zonizazione omogenea: Zona per servizi F3 – progetto life (art. 47), Zona per servizi F3 – aree attrezzate a
parco gioco e sport (art. 47), Zona omogenea D1 industria - artigianato di produzione (art. 37), Accordi


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sottoscritti ai sensi dell’art. 6 L.R. 11/2014 – 23 – 24 – 7 - 12 (art. 26 bis), Nuclei residenziali rurali ((art. 38 bis),
Zona omogenea A (art. 33), Zona per servizi F4 parcheggi (art. 47), Zona omogenea C2, Verde privato.
Piani attuativi: obbligo di piano di lottizazione (art. 21, 24), piano di lottizzazione vigente (art. 21, 24).
Sarebbe opportuno che, in sede di integrazioni, venisse adeguatamente approfondito quanto sopra indicato
mettendo in relazione analiticamente le problematiche in questione con l'intervento proposto.
                    PIANO DI GESTIONE DELLE ACQUE
La Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali ha adottato
in data 20 dicembre 2021 il secondo aggiornamento del Piano di gestione delle acque ai sensi degli articoli 65
e 66 del D.lgs n. 152/2006. Il SIA non ha valutato il progetto in rapporto alla Direttiva Derivazioni, Direttiva
Deflussi ecologici, e al programma delle misure in cui è coinvolto il Consorzio Brenta.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi determinati dall’intervento.

              QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’area interessata dall’intervento è posta ad est del Torrente Astico, e ricade in area compresa tra il Comune
di Sandrigo ed il Comune di Bressanvido in Provincia di Vicenza. L’Ambito dell’intervento ha una
estensione territoriale di circa 810 ha di cui 780 a zona agricola.
L’area è attraversata da nord a sud da corsi d’acqua di dimensione variabile, ma prevalentemente di
dimensioni contenute.
L’area, inoltre, è ricompresa all’interno della fascia di risorgiva, e la rete di corsi d’acqua che si sviluppa dalle
risorgive costituisce l’elemento portante del sistema idrogeologico, naturalistico ed ecorelazionale dell’area .
Si sintetizzano i dati di progetto principali:
   -  superficie complessiva: 810 ha
   -  portata complessiva alla stazione di pompaggio: 595 l/s
   -  quota piano pompaggio: 59,2 m slm
   -  portata all’irrigatore: 5,6 l/s
   -  pressione all’irrigatore: 4 atm
   -  pressione all’idrante 5,3 atm
   -  lunghezza complessiva rete: 55 km (circa)
   -  n. Idranti: 624
La rete pluvirrigua di progetto si sviluppa come una maglia di condotte che a partire dalla centrale di
pompaggio distribuisce le acque all’interno del territorio limitrofo. Lo schema della rete è a pettine, con le
condotte adduttrici primarie aventi diametri decrescenti a partire da quello iniziale Ø 700 mm,
corrispondente ad una portata iniziale di 595 l/s, fino a quello di Ø 110 mm in corrispondenza delle
appendici terminali della rete. Le condotte saranno posizionate ad una profondità variabile ma mediamente
comunque tra 1 e 1,5 m dal pc.
La Centrale di pompaggio , con una portata complessiva di 600 l/s derivata dalla roggia dei Boieroni ( 200 l/s)
e dalla Roggia Molino (400 l/s), capace di alimentare la rete di distribuzione idrica a media pressione atta a
soddisfare la richiesta relativa a tutta la superficie di 810 ettari, la quale si riduce a 780 [ha] di terreno
effettivamente coltivato.
Da evidenziare come la realizzazione della centralina di pompaggio di fatto permette di eliminare tutti i
punti temporanei di captazione che i conduttori dei fondi attualmente già utilizzano all’interno dei persi


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corsi d’acqua presenti nel territorio, tra i quali anche le rogge che ricadono nei contesti di maggiore valore
ambientale e paesaggistico che rientrano anche all’interno del sito indagato.
La derivazione sulla roggia Boieroni avverrà tramite realizzazione di un’apertura di una porzione limitata
dell’argine della roggia, al fine di permettere la confluenza naturale delle acque verso l’impianto. La
soluzione adottata non altera il tracciato del corso d’acqua, operando marginalmente e per un tratto
estremamente limitato (3 m) l’arginatura della roggia Boieroni, corso d’acqua che nella tratta in oggetto viene
considerato come di particolare interesse ambientale. La portata dalla Roggia Molino confluirà attraverso
una condotta preesistente nella roggia Boieroni. Per tale opera si prevede di utilizzare l’elemento già
esistente operando solamente opere di relaining della tubazione, consistente in lavorazioni interne necessarie
a garantire l’impermeabilizzazione della condotta e la sua tenuta. Al fine di garantire la stabilità e tenuta
della riva è proposto di realizzare una scogliera, con elementi naturali.
La condotta in uscita verrà posizionata al di sotto della quota delle rogge. Si tratta di tubazioni di dimensione
contenuta, che quindi necessitano di interventi che saranno condotti con tempistiche estremamente contenute
e puntuali. Una volta collocati i manufatti lo stato dei luoghi, e in particolare il fondo della roggia, verranno
ripristinati in breve tempo. Anche per tali interventi si prevede la realizzazione in periodi di magra,
assicurando in mantenimento delle portate a monte e valle.
Gli scavi avranno una profondità variabile che si attesta ad una profondità massima pari a circa 3 m,
necessaria per il posizionamento delle tubazioni e creazione del fondo stabilizzato per la posa dei manufatti.
In corrispondenza dei punti di allaccio delle reti secondarie e diramazioni, nonché dei punti di distribuzione
tramite idranti, saranno collocati dei pozzetti dove inserire i manufatti di connessione. Tutti gli elementi della
rete saranno pertanto mantenuti interrati. Una volta completata la posa si provvederà al ricoprimento degli
scavi e ripristino dello stato ante opera.
Si evidenzia come il cantiere non coinvolgerà allo stesso tempo tutta l’area d’intervento,ma saranno coinvolte
singole tratte successive. In tal senso i potenziali effetti saranno localizzati all’interno di specifici e circoscritti
ambiti.
                          Valutazione
Nell’ambito delle integrazioni all’istanza era stato richiesto di specificare il periodo di attivazione nell’anno
delle opere di progetto e le modalità di dismissione e smantellamento del Pozzo Tesina.
Non si trova una corrispondenza tra i dati di portata sul Tesina indicati in relazione e i dati ARPAV
pubblicati che evidenziano a Bolzano V.no (a valle della confluenza del Tesina superiore in cui c'è la presa
della roggia Molina e l'Astico), portate medie mensili nei mesi di luglio/agosto /settembre quasi sempre
inferiori alla portata di derivazione della roggia Molina.
In tale situazione risulta improbabile e non sostenibile il mantenimento del DMV/DE senza l’ausilio del
pozzo Tesina, che pertanto non potrebbe essere dismesso né utilizzabile in situazione di “emergenza”, ma
sarebbe, di fatto, utilizzato come elemento stabile del sistema, contrariamente alle dichiarazioni iniziali del
proponente.
Inoltre, dal parere pervenuto dall’Ufficio del Genio Civile (allegato 1) si evince che:
- non risultano richieste da parte del Consorzio di Bonifica Brenta di nuove concessioni per derivazioni sul
fiume Tesina, Comune di Sandrigo, riguardanti la roggia Molino o altresì la Roggia Boieroni;
- il rinnovo di autorizzazioni o concessioni per le quali all’epoca del rilascio non sia stata effettuata alcuna
VIA è subordinato all’esito favorevole della procedura di cui all’articolo 13 della legge regionale in materia
di Valutazione di Impatto Ambientale (L.R. 04/2016).

                          VALUTAZIONE
Il tema relativo al Quadro Progettuale evidenzia una situazione di potenziale criticità dell’equilibrio geoidrologico della
proposta presentata, in considerazione dei dati presentati sul bilancio idrico che non appaiono in grado di supportare né
l’ipotesi di dismissione del pozzo Tesina né il rispetto del DMV/DE; non risulta inoltre definito compiutamente il
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sistema autorizzatorio/concessorio, subordinato ad ulteriore procedura di V.I.A.Si ritiene, pertanto, di prescrivere che in
fase antecedente la realizzazione dell’intervento venga chiarito tale aspetto tramite utilizzo di dati più aggiornati, da
acquisirsi su adeguata finestra temporale in relazione alle finalità della iniziativa


        11QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
I potenziali effetti connessi alle fasi di cantiere per la componente atmosfera e clima sono connessi alla
produzione di polveri e gas che possono essere immessi nell’aria durante le fasi attuative. Dati i contenuti
della proposta progettuale le operazioni che possono comportare maggiori produzioni di sostanze sono le
attività di scavo per la collocazione delle tubazioni, e successivo rinterro, e gli scavi necessari per realizzare
la nuova centrale. Oltre alle attività in sé, le emissioni sono dovute all’utilizzo di mezzi durante le
lavorazioni, nonché lo spostamento di mezzi per l’approvvigionamento di materiali e movimentazione della
manovalanza.
Per quanto riguarda la realizzazione della rete pluvirrigua le lavorazioni riguarderanno principalmente
attività di scavo e posa dei manufatti. La produzione di polveri e gas dovute ai mezzi utilizzati durante la
realizzazione delle opere non coinvolgeranno tutta l’area in modo unitario in unico momento. Si stima che le
emissioni di sostanze climalteranti avranno un peso e concentrazioni limitate e tali da non incidere rispetto le
dinamiche ambientali tali da alterare il sistema climatico.
Durante le fasi di lavorazione non si creeranno spazi impermeabilizzati o artificializzati tali da produrre
alterazioni del microclima, quali creazione di isole di calore.
Similmente le attività connesse alla realizzazione della centrale di pompaggio, considerando la contenuta
estensione dimensionale, non determinano emissioni in atmosfera capaci determinare alterazioni delle
componenti climatiche.
Durante l’esecuzione dei lavori, sia per le attività connesse alla realizzazione della centralina che per la
creazione della rete idrica, sono prevedibili alcune emissioni di scarico da parte dei mezzi meccanici
dell’impresa esecutrice, in particolare si tratta di fumi e rumore. Tali effetti saranno limitati nel tempo e legati
strettamente alla collocazione del cantiere e aree d’intervento.
Non vi sono impianti meccanici in progetto localizzati stabilmente per i quali si prevedono emissioni di CO2
nell’atmosfera. Le emissioni di sostanze capaci di alterare la qualità dell’aria sono legate ai mezzi di cantiere
e al traffico veicolare indotto per la movimentazione dei materiali. Si considerano in tal senso
prevalentemente le emissioni di gas di scarico (CO, ossidi di zolfo e ossidi di azoto) e particolato (PM10). Si
tratta quindi di emissioni puntuali e non continuative, che non si concentreranno comunque in un unico
punto, ma saranno legate alla specifica collocazione delle opere. In tal senso le emissioni prodotte avranno
effetti contenuti e discontinui rispetto alle concentrazioni di inquinanti aerei, trattandosi in particolare di
effetti temporanei. Da considerare inoltre come larga parte delle opere sarà realizzata in aree agricole,
lontano quindi da siti sensibili o da altre fonti, riducendo così l’effetto cumulo.
Va inoltre evidenziato come tali effetti abbiano carattere transitorio e temporaneo; una volta completate le
attività gli effetti saranno rimossi.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il sistema idrografico che caratterizza il territorio comunale di Sandrigo e Bressanvido è legato alla rete di
corsi d’acqua che scendendo dai rilievi situati poco più a nord attraversano il territorio in direzione nord-
sud. All’interno di questo territorio l’azione dell’uomo ha condizionato in larga parte il tracciato naturale
della rete, in particolare di quella minore, sfruttando la risorsa idrica per lo sviluppo del settore agricolo. In
base alle elaborazioni dell’ARPAV lo stato qualitativo delle acque del Tesina non presenta situazioni o
tendenze che evidenziano particolari criticità o rischi per l’assetto ambientale e la salute umana.
La tipologia di rete di distribuzione della risorsa proposta è finalizzata anche al migliore e più razionale
utilizzo delle acque, riducendo i consumi e disfunzioni che, allo stato attuale, caratterizzano il sistema irriguo
dell’area. La risorsa idrica sarà utilizzata in modo diffuso sul territorio, non prevedendo quindi remissione di
acque in corpo idrico. Viene così assicurato l’approvvigionamento idrico di aree ad uso agricolo, evitando di
dover attingere da altre fonti. Si riducono così i possibili carichi, ed effetti, rispetto altre aree o fonti.
La proposta progettuale prevede la realizzazione di un nuovo punto di derivazione sulla roggia dei Boieroni,
a monte della confluenza sul Tesina. Si opera in corrispondenza dell’area attraversata dai primi tratti di corsi
d’acqua di risorgiva. Il punto di derivazione non comporta pertanto frammentazione del sistema idrografico
o alterazioni della rete esistente. Il sistema proposto prevede un punto di derivazione senza interrompere la
continuità della roggia e senza modificarne la morfologia. L’impianto previsto ha funzione di sola stazione di
pompaggio, non comportando effetti dal punto di vista fisico-chimico o ambientale delle acque messe in
circolazione. In corrispondenza del punto di prelievo sarà presente una griglia che permetterà di raccogliere i
materiali trasportati dalla corrente, gestendo quanto raccolto come rifiuto. Non si prevedono pertanto
reimmissioni di materiali nella rete. Per quanto riguarda la realizzazione della centralina non si stimano
effetti significativi in relazione alla qualità delle acque superficiali, così come per le dinamiche idrauliche dei
corsi d’acqua più prossimi. Fino ad ultimazione delle opere, infatti, non si avranno connessioni con la roggia
Boieroni. Tutte le opere che interesseranno la Roggia dovranno essere eseguite confinando gli spazi dove
verranno eseguite le operazioni, evitando così possibili dispersioni di sostanze nelle acque. Si avranno
pertanto solamente effetti localizzati di intorbidimento delle acque con durata estremamente contenuta, in
riferimento all’apprestamento degli elementi di confinamento e successiva rimozione. Anche le operazioni di
posa delle condotte e manufatti di gestione delle acque le operazioni saranno condotte in modalità parziale
rispetto all’intera rete, assicurando la funzionalità dei canali e invasi presenti all’interno del territorio. Non si
creeranno pertanto situazioni di rischio dovute a riduzione delle capacità di deflusso della rete locale, o
eventuali accumuli a monte e valle delle tratte interessate dalle opere.
La realizzazione, e conseguente entrata in funzione del sistema, non comporta modifiche di portata o
variazioni quantitative della risorsa all’interno della roggia così come nel sistema a valle. Il volume derivato
dalla centralina sarà ottenuto tramite un apporto combinato della Roggia dei Boieroni e della roggia Molino.
Dalla prima si possono derivare una massimo di 200 l/s, dalla seconda i 400 l/s rimanenti. Dato che
quest'ultima deriva le proprie acque direttamente dal Tesina, che a sua volta dispone di una portata pari ad
almeno 5 m3/s, si riuscirà a garantire sia la portata necessaria ad alimentare la rete di distribuzione idrica a
media pressione, sia assicurare il minimo deflusso vitale delle due rogge.
Al fine di evitare rischi di alterazione della qualità chimica o ecologica delle acque si prevede di operare in
modo quasi esclusivo all’esterno del corpo idrico. Gli interventi che necessariamente saranno condotti sulla
sponda saranno realizzati in periodo di magra, con l’utilizzo di elementi e manufatti che evitano possibili
compromissioni o alterazioni della risorsa idrica.
                           Valutazione
Il SIA accenna al fatto che verrà rispettato il DMV senza tuttavia riportare il calcolo del DMV, la metodologia
utilizzata per il calcolo o i parametri ambientali analizzati.
Va considerato che, in questo caso, pervenire ad una modalità operativa di calcolo di un congruo valore di
deflusso da garantire a valle delle derivazioni, costituisce una tematica complessa in quanto le roggia
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Boieroni alimenta habitat acquatici quali il 3260 (fiumi di pianura e montani con vegetazione del
Ranunculion fluitans e Callitricho-Batrachion). Pertanto le criticità risiedono sia nell’elevata complessità della
relazione intercorrente fra portate mantenute in alveo e salvaguardia degli ecosistemi fluviali, sia nel calcolo
di una portata congrua alla vita dei pesci.
E’ necessario pertanto che vengano analizzati i classici parametri previsti per il calcolo del DMV quali area
del bacino sotteso, portata media del corso d'acqua, portata relativa ad una specifica durata, ecc; in
combinazione con metodi sperimentali, basati su nuove acquisizioni inedite in grado di supportare
concretamente gli indirizzi del Proponente, su rilievi di campo finalizzati all'accertamento puntuale delle
condizioni ambientali ottimali per gli ecosistemi associati ai corsi d’acqua, al fine di determinare il grado di
idoneità al mantenimento degli ecosistemi stessi e degli altrettanto delicati equilibri idrogeologici dell’area.
Infine si ricorda che l’istanza va anche aggiornata in base alla nuova normativa in merito al “deflusso
ecologico”. Il 14/12/2017 sono state approvate le Direttive “Deflusso Ecologico” e “Direttiva Derivazioni”. Ai
fini dell’applicazione delle nuove discipline Deflussi Ecologici e Valutazioni ambientali ex ante è previsto che
le istanze di derivazione siano sottoposte a una cosiddetta analisi di significatività che viene condotta con
criteri stabiliti dalle due direttive analoghi ma non uguali. La significatività ai fini dell’applicazione della
direttiva DD è valutata per la compatibilità ambientale di una nuova derivazione, mentre la compatibilità ai
sensi della direttiva DE quantifica mediante un algoritmo la quantità di acqua derivabile.
Analogo discorso va effettuato per la derivazione della Roggia Molina per la quale non vi sono evidenze sul
DE da rilasciare sul T. Tesina in base alla nuova disciplina e per il quale si richiedono analisi idrologiche che
giustifichino e supportino le portate derivate/rilasciate poiché anche il F. Tesina rientra in area SIC.
La suddetta richiesta di integrazioni è stata solo parzialmente soddisfatta:
- non viene riportato il dato della concessione di derivazione, più volte citato, della presa della roggia Molina
sul Tesina e della roggia Boiadori come espressamente richiesto Mancano dati aggiornati di portata per
determinare il grado di idoneità del prelievo per il mantenimento degli ecosistemi e non vi sono evidenze sul
Deflusso Ecologico da rilasciare sul fiume Tesina in base alla nuova disciplina.

                          VALUTAZIONE
Il tema relativo all’impatto sulla presente matrice ambientale, coordinato con quella relativa all’impatto sugli habitat,
portano a ritenere necessarie prescrizioni puntuali ed estese finalizzate al miglioramento dell’inserimento territoriale
dell’intervento, esplicitate nel parere finale, allo scopo di mitigare i possibili impatti negativi e significativi
sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
I territori comunale di Sandrigo e Bressanvido dal punto di vista idrogeologico appartengono alla media
pianura vicentina. Quest’ultima fa parte di un'unica struttura pleistocenica ed è costituita da un materasso
alluvionale, inclinato verso SE, formato da sedimenti trasportati e rielaborati principalmente ad opera dei
corsi d’acqua Astico, e Brenta, ma anche Leogra, Timonchio e dai loro tributari. Questi territori comunale si
trovano proprio a cavallo della fascia delle risorgive, nella media pianura, la quale è caratterizzata da un
acquifero di tipo misto.
Il Consorzio di Bonifica, attualmente, per garantire la portata che alimenta l'attuale sistema a scorrimento
integra la portata derivata dai corsi d'acqua e dalla rete di risorgive con quella derivante da un pozzo, il
pozzo Tesina, dal quale si emunge in continuo una portata di 250 l/s.
Il pozzo, che si spinge ad una profondità di 10 m, è ubicato nella parte più a monte della fascia delle
risorgive ed attinge le proprie acque proprio dalla falda freatica che alimenta la rete di risorgive del Tesina in
primis, e di quelle che generano la Roggia Astichello e la Roggia dei Booieroni. Tale impianto modifica il
naturale deflusso delle acque verso le risorgive, creando dei gradienti idraulici artificiali. La derivazione,


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durante i periodi di magra, riduce in modo importante la portata delle risorgive più prossime all'opera di
presa, mettendo talora in sofferenza l'habitat peculiare che caratterizza queste aree.
La sua dismissione consentirà alle acque di falda di defluire naturalmente verso valle e di alimentare le
risorgive presenti ripristinandone le portate originarie.
Una volta dismesso il pozzo, pertanto, la rete di rogge di risorgiva che alimenteranno il nuovo impianto di
sollevamento, che è posto a valle del pozzo Tesina di quasi 3 km, godranno di una maggior portata che
prima di essere utilizzata dal nuovo impianto di pompaggio avrà la possibilità di scorrere ed alimentare la
rete naturale esistente, migliorando la qualità, anche ambientale, della zona compresa tra il pozzo e il nuovo
impianto di sollevamento.
Un altro effetto positivo sul sistema delle acque sotterranee che deriverà dalla realizzazione dell'intervento è
generato dalla dismissione della gran parte dei pozzi privati adibiti ad uso agricolo presenti nell'area.
Nel corso degli anni, infatti, si è moltiplicata la pratica nell'area oggetto di studio di realizzare pozzi privati
ad uso agricolo. Le aziende agricole, infatti, per sopperire alle carenze ed all'insufficienza della rete a
scorrimento esistente e per servire aree non più raggiunte da quest'ultima ha cominciato a realizzare pozzi
ad uso irriguo.
Quest'ultimi per motivi di economicità di realizzazione si approvvigionano dalla falda freatica, ossia quella
che alimenta la rete di risorgive.
Nel momento in cui il nuovo impianto di irrigazione a pioggia sarà in grado di fornire la necessaria
dotazione specifica per ettaro e di raggiungere le aree attualmente non servite e/o sottoservite, non sarà più
necessario né realizzare nuovi pozzi, né utilizzare quelli esistenti, che verranno poi progressivamente
dismessi.
Per quanto riguarda gli scavi, nell’area di progetto si rileva la presenza di acquiferi ad una profondità di
circa 1,5 m dal pc. In tal senso gli interventi avranno diretta relazione con gli strati con presenza di acque in
modo più o meno stabile. Come già previsto dalla relazione geologica allegata al progetto sarà utile
prevedere l’utilizzo di una serie di palancole atte a contenere sia il fronte di scavo che la spinta dell’acqua.
Questo sistema permette inoltre di confinare il sito di lavorazione evitando che eventuali spandimenti o
presenza di materiale potenzialmente inquinante possa essere immesso nelle acque sotterranee.
La posa delle tubazioni è prevista ad una profondità media che si attesta su 1 m, piano campagna, con tratte
poste a maggiori profondità in corrispondenza degli attraversamenti stradali e dei corsi d’acqua. Lo scavo
per la posa, avviene per lo più in terreno di campagna, la preparazione del letto di posa si esegue con sabbia,
il rinfianco e ricoprimento sempre in sabbia o altro materiale vagliato e costipato mentre il successivo rinterro
avviene con ricostruzione dello strato di terreno vegetale. Gli scavi da eseguire per la realizzazione delle
condotte interessano essenzialmente materiali coesivi in prevalenza di natura limoso-argillosa. Tali materiali
sono dotati di una buona coesione per cui le pareti di scavo riescono a mantenersi stabili anche sulla verticale
almeno a breve termine. Laddove l’intervento prevede la collocazione delle condotte al di sotto dei corpi
idrici gli scavi interesseranno una porzione limitata degli spazi, necessaria per lo scavo e posizionamento dei
manufatti. Qualora, per la natura stessa del corso d'acqua, non fosse possibile adottare la tecnica sopra
indicata, si ricorrerà a tecniche meno invasive quale il microtunneling, meglio definita come Trivellazione
Orizzontale Controllata. Si tratta di una tecnologia che permette di installare nuove condotte senza effettuare
scavi a cielo aperto. Dal punto di vista delle prevedibili interazioni opera-terreno, stante la profondità del
livello di falda rispetto alla quota della posa delle condotte, non potrà generare alcuna interferenza con il
sistema geologico ed idrogeologico locale né in fase d’opera, né in corso d’opera.
Per quanto riguarda la centrale di pompaggio, le opere di fondazione sono poste a differente profondità
rispetto al piano campagna: la massima profondità di posa corrisponde alle vasche di accumulo e di alloggio
delle pompe sommerse, tali fondazioni sono poste ad una profondità corrispondente alla quota di circa 4 m
dal pc. La locale stratigrafia è caratterizzata dalla presenza di un primo strato coesivo di natura limoso-
argillosa che si spinge fino a massimo 2.7 m da p.c. e che poggia su terreni sabbioso-ghiaiosi. La falda freatica
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satura i terreni alla profondità di 1.5 m da p.c.. Tenuto conto del locale assetto stratigrafico ed idrogeologico,
sarà necessario predisporre opere di sostegno provvisionale e sistemi di depressione della falda all'interno
dello scavo. Nel caso specifico l'opera provvisionale sarà costituita da una paratia realizzata utilizzando
palancole in acciaio che dovranno contenere sia il fronte di scavo che la spinta dell’acqua. Inoltre dovranno
essere previsti opportuni sistemi di abbassamento della falda per almeno un mese.
                             Valutazione
Al fine di quantificare i benefici in termini di portata ottenuti con la chiusura delle derivazioni “private” già
in essere si chiede di integrare la documentazione specificando il numero e tipologia di derivazione nonché
le portate attualmente autorizzate per l’irrigazione.
Si richiede inoltre un bilancio idrico della mancata infiltrazione in falda dovuta al cambiamento della tecnica
di irrigazione da aspersione a pioggia e dei recuperi che si ottengono con la chiusura del pozzo Tesina e dei
pozzi privati.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto; in particolare non sono stati forniti
dati sulle portate effettive delle due rogge e sulle portate concesse. Inoltre permane l’incertezza sulle
dismissioni e/o gestione dei pozzi di attingimento attuale e, quindi, su un bilancio idrico in effettivo saldo
positivo. Si ritiene pertanto di intervenire con specifiche prescrizioni al fine di evitare che l’attingimento di
circa 600 litri da due rogge, peraltro all'interno di un SIC di cui una con habitat protetto, comporti la messa a
secco durante la stagione irrigua.

                            VALUTAZIONE
Il tema relativo all’impatto sulla presente matrice ambientale, coordinato con quella relativa all’impatto sull’ambiente
idrico ed habitat, portano a ritenere necessarie prescrizioni puntuali finalizzate al miglioramento dell’inserimento
territoriale dell’intervento, esplicitate nel parere finale, allo scopo di mitigare i possibili impatti negativi e significativi
sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L’intervento si sviluppa in larga parte all’interno del territorio agricolo, interessando marginalmente alcuni
spazi ad uso insediativo, in modo più rilevante spazi di urbanizzazione diffusa e dispersa all’interno del
territorio agricolo.
Essi rientrano in classe III – aree di tipo misto, con limiti di immissione pari a 60 / 50 dBA e limiti di
emissione pari a 55 / 45 dBA.
Anche l’area all’interno della quale verrà collocata la centralina di pompaggio, elemento che potrà produrre
emissioni acustiche, ricade in classe acustica III.
Per le attività di cantiere potrà essere richiesta deroga ai limiti acustici, nel rispetto delle indicazioni comunali
(periodo, orari di lavoro, limiti massimi, ecc.).
In fase di esercizio l’unica sorgente di rumore è rappresentata dalla centralina di pompaggio.
Si prendono in esame stime previsionali condotte in riferimento di impianti similari, previsti dallo stesso
Consorzio di Bonifica Brenta e già assoggettati a procedura di valutazione ambientale (Impianto pluvirriguo
nei comuni di Bassano e Rosà).
Nello studio di impatto ambientale si riporta che: “All’interno degli studi condotti, in riferimento alla tipologia di
impianti previsti, del tutto omologhi a quelli in oggetto, è stato previsto che le fonti emissive presenti nella struttura
determinassero una pressione pari a circa 94 dB all’interno dell’edificio. In considerazione della capacità di assorbimento
della struttura le emissioni all’esterno, dovute agli impianti, sono state calcolate come di poco superiore ai 20 dB. In tal
senso il contributo della nuova struttura risulta marginale e tale non compromettere il clima acustico del contesto”.
                            Valutazione
L’affermazione riportata non risulta supportata da calcoli di dettaglio che permettano di comprendere se è
stata approfondita l’effettiva trasmissione del rumore all’esterno, considerando gli alti livelli previsti
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internamente. Come è noto, la trasmissione del rumore da dentro a fuori dipende dal rumore interno ma
anche dal potere fonoisolante della struttura (in particolare degli elementi deboli quali aree di passaggio
d’aria, infissi), dalla superficie trasmissiva nonché dalla distanza del ricettore. Le emissioni poi variano nelle
perse direzioni a causa della specificità delle singole facciate.
Si ritiene necessario dunque che vengano dettagliati informazioni e relativi calcoli che considerino le
caratteristiche della struttura (porte, finestre, altre aperture), gli impianti presenti e la posizione dei ricettori
(di modo che vengano considerate le facciate interessate maggiormente dalla trasmissione del rumore).
Le suddette integrazioni hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, mancando i dati di dettaglio in
merito alle caratteristiche della struttura e al tipo di impianti presenti; sulla base delle dichiarazioni del
tecnico ad oggi non sono stati ancora definiti tutti gli aspetti richiesti e gli stessi verranno approfonditi in fase
di progettazione e se del caso verranno realizzati i necessari interventi di bonifica.

                           VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario effettuare un monitoraggio post-operam al fine di verificare le previsioni
progettuali.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Per quanto riguarda la componente in esame non si evidenziano elementi di interferenza e di potenziale
impatto a seguito dell’intervento in progetto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area in oggetto si colloca all’interno dell’ambito 23 “Alta Pianura Vicentina”, spazio che ricomprende il
territorio pedemontano situato a nord di Vicenza, delimitato ad est dal Brenta e ad ovest dal sistema
orografico degli avvallamenti collinari. Si tratta di un ambito prevalentemente pianeggiante, dove si
alternano ampi spazi agricoli, con centri abitati ben delimitati, a sistemi urbani anche piuttosto densi e
strutturati. Per quanto riguarda il territorio non costruito i valori paesaggistici sono legati soprattutto alla
presenza di numerosi corsi d’acqua che corrono da nord a sud. Questi si relazionano con il tessuto rurale,
dove acquistano importanza il sistema di siepi e filari che accompagna il disegno agrario.
Nel territorio sono presenti centri urbani con nuclei storici di pregio, nonché piccole realtà che mantengono
ancora oggi evidenti i valori storici e tradizionali, sia per quanto riguarda i nuclei storici che le emergenze
puntuali sparse nel territorio, che testimoniano il rapporto tra uomo e uso agricolo del territorio.
Il PATI di Bressanvido, in riferimento all’area d’intervento, oltre a riportare la presenza di elementi storico-
testimoniali e il sistema delle risorgive, il piano indica la presenza di siepi e filari da tutelare e valorizzare al
fine di salvaguardare e incrementare la naturalità del territorio agricolo e la qualità paesaggistica.
Per quanto riguarda Sandrigo il PAT inpidua tra le componenti principali del paesaggio sla presenza di
spazi di qualità naturalistica e dai centri storici.
In riferimento alla prima componente i valori più evidenti sono connessi al corso dell’Astico e quindi dei
corsi d’acqua secondari, che modellano il territorio e sono accompagnati da sistemi alberati strutturati che
caratterizzano la percezione del territorio.
Relativamente al sistema costruito si riporta la presenza di centri storici censiti e identificati all’interno degli
strumenti urbanistici. All’interno di questi spazi vengono tutelatigli edifici di maggior pregio e gli elementi
tipici e identitari di carattere architettonico e strutturale.


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Sono quindi presenti strutture di evidente valore estetico e testimoniale all’interno delle frazioni di
Ancignano e Lupia, con particolare riferimento del complesso storico riferito a quest’ultima. L’area dove si
colloca la centralina di pompaggio riguarda lo spazio connesso al complesso storico di Lupia.
Il quadro urbanistico vigente, inoltre, identifica tutela alcuni edifici e ambiti sparsi nel territorio agricolo
quali elementi rappresentativi del territorio e della storia locale. Da rilevare la presenza di edifici storici nel
territorio agricolo soggetti a vincolo monumentale. Oltre alle tutele quindi definite dal vigente strumento
urbanistico (PAT e PI), che regolamenta i livelli di conservazione del tessuto storico, sono presenti nel
territorio vari spazi soggetti a tutela paesaggistica in riferimento al D.Lgs 42/2004. Si tratta nello specifico
degli spazi ricompresi all’interno della fascia di tutela connessa all’idrografia principale ai sensi dell’art. 142
comma 1 lett. c) del D.Lgs 42/2004, riguardanti i fiumi Tesina e Astico e il torrente Longhella. Si riporta
pertanto come l’area all’interno del quale verrà realizzata la centralina di pompaggio è sottoposta a tutela in
riferimento agli indirizzi del vigente quadro pianificatorio e a quanto previsto dal D.Lgs 42/2004.
In riferimento alla componente archeologica si analizza quanto contenuto nella Carta Archeologica del
Veneto. Viene data notizia di ritrovamenti effettuati in corrispondenza del centro storico, testimoniando la
presenza stabile di popolazione già in epoca romana. Sono stati riportati ritrovamenti sporadici all’interno
delle aree agricole limitrofe di materiali (presumibilmente corredo funebre) anch’essi di epoca romana. Si
hanno notizie della presenza di elementi che fanno presupporre la presenza di una necropoli longobarda che
anticamente si situava in prossimità del centro abitato di Sandrigo e di Bressanvido. Non si hanno notizie di
ritrovamenti all’interno del territorio agricolo all’interno del quale si opera.
L’area non viene identificata dagli strumenti di pianificazione e tutela del territorio come soggetta a rischi di
carattere archeologico.
Durante le attività di realizzazione delle opere gli effetti sul paesaggio saranno legati alla presenza delle aree
di cantiere e dei mezzi operatori.
Le attività di scavo e posa dei manufatti avverrà all’interno degli spazi agricoli, con presenza di alcuni mezzi
e personale. Le lavorazioni saranno condotte in modo puntuale lungo i tracciati oggetto d’intervento,
modificando così la percezione degli spazi in modo limitato e tale da non alterare il quadro complessivo o i
riferimenti percettivi del contesto.
Le lavorazioni, inoltre, hanno carattere transitorio, spostandosi lungo le tratte oggetto d’intervento. Questo
accentua la transitorietà delle modifiche visive. Più stabili risulteranno le aree di cantiere e presenza di mezzi
in corrispondenza delle opere di attraversamento stradale o passaggi in subalveo. Si tratta comunque di
modifiche temporanee, ricordando come il progetto riguardi la realizzazione di elementi interrati con
previsione di ripristino dello stato ante opera.
Per quanto riguarda la realizzazione della nuova centrale, le alterazioni saranno dovute alla presenza
dell’area di cantiere e dalla presenza di mezzi e personale all’interno del lotto. Il disturbo sarà legato
essenzialmente alla presenza di elementi difformi e non omogenei con lo stato dei luoghi. La collocazione di
pannelli o barriere visive che limitino la diretta percezione dello spazio interno limita gli effetti più
significativi. Sulla base delle informazioni assunte dalla Carta Archeologica del Veneto e degli strumenti
urbanistici di scala locale e territoriale l’area in oggetto non si rileva soggetta a rischio o sensibilità
archeologica.
Si precisa infine che per quanto riguarda la realizzazione delle condotte, l’opera rientra nella fattispecie del
punto 15 Allegato A del DPR 31/2017, per cui è prevista l’esclusione dall’autorizzazione paesaggistica.
                         Valutazione
Si veda, in proposito, quanto riportato nella matrice ambientale “Risorse naturali ed agronomiche”.

                          VALUTAZIONE
Il tema relativo all’impatto sulla presente matrice ambientale, coordinato con quella relativa all’impatto sulle risorse
naturali ed agronomiche, portano a ritenere necessarie prescrizioni puntuali finalizzate al miglioramento
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dell’inserimento territoriale dell’intervento, esplicitate nel parere finale, allo scopo di mitigare i possibili impatti negativi
e significativi sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Tutte le aree oggetto d’intervento sono direttamente o facilmente accessibili tramite la viabilità esistente e
percorsi già utilizzati per la conduzione dei fondi. Non risulta necessaria la realizzazione di nuove tratte
viarie o opere infrastrutturali sia in fase di cantiere che di esercizio.
Data la tipologia delle opere e la possibilità di procedere per fasi successive in località perse, non si
prevede la creazione di flussi rilevanti o concentrazione di spostamenti. In tal senso non si produrranno
effetti di riduzione della funzionalità del sistema trasportistico e di conseguenza effetti indiretti sull’ambiente
in termini di accumulo di sostanze inquinanti o incrementi della rumorosità.
Le opere necessarie per gli attraversamenti della viabilità minore, o per interventi ai margini della sede
stradale, saranno condotte con cantieri mobili e coinvolgendo una sola corsia alla volta. La funzionalità e
sicurezza della mobilità sarà conseguita tramite apposizione di segnaletica, conformemente al codice della
strada, e nei punti più critici si potrà prevedere la presenza di moviere.
I disturbi saranno pertanto limitati spazialmente e temporalmente, e avranno effetto puntuale. Una volta
terminate le attività i disturbi saranno rimossi. Non si prevedono interferenza con gli assi viari principali,
mantenendo la connettività quindi sia su scala locale che territoriale. Gli effetti si potranno avere quindi
all’interno della rete viaria secondaria, con peso comunque ridotto. La movimentazione dei mezzi sarà
definita in fase attuativa, dovendo privilegiare comunque assi che non attraversano le parti centrali degli
abitati e durante orari della giornata con flussi di traffico più contenuti.
L’area dove sarà realizzata la nuova centrale è defilata rispetto al tessuto insediativo. Il sito è accessibile dalla
viabilità principale (via Tesina), la tratta terminale è costituita da una viabilità locale dove di accesso al solo
sito in oggetto e spazi limitrofi, non si avranno pertanto sovrapposizioni con altri flussi di traffico.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
I caratteri di valenza del sito, che nell’area ricomprende il sistema dell’Astico-Tesina e delle rogge che
attraversano il territorio, sono quelli tipici degli spazi ripariali dove la sezione dell’asta fluviale si sviluppa in
modo naturale alternando la sede del corpo idrico a spazi arginali anche meandriformi occupati da prati e
aree alberate. Per gli altri corsi d’acqua si rilevano spazi di minore struttura con presenza di filari alberati e
arbusti che corrono lungo i margini. La vegetazione è quella tipica del sistema ripariale e spazi umidi, con
presenza di ontani, carpini, salici.
In riferimento alla modifica dei suoli si riporta come le alterazioni saranno limitate in fase di cantiere a spazi
di limitata estensione, dal momento che i cantieri e le aree d’intervento non interesseranno in modo
continuativo l’intero ambito di intervento. Si tratta di modifiche e variazioni marginali, che interessano
comunque principalmente gli spazi interni alle aree agricole. Una volta ultimate le opere si prevede il
ripristino dello stato attuale degli spazi coinvolti.
                           Valutazione
Si chiede una integrazione con una specifica documentazione di analisi relativa ai tratti di interferenza del
tracciato di progetto con le numerose formazioni arboreo-arbustive ripariali presenti (da cartografia PTRC,
PTCP, PAT/PI dei persi territori comunali e/o rilevate in loco), che specifichi la presenza di siepi e filari da
tutelare e valorizzare al fine di salvaguardare e incrementare la naturalità del territorio agricolo e la qualità


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paesaggistica.., contestualmente a quanto richiesto per gli aspetti di tutela degli ecosistemi e dei siti SIC/ZPS
per la V.Inc.A.
La vegetazione arboreo-arbustiva a corredo di fossi, corsi d’acqua, ambiti di risorgiva esistente ed eliminata
(filari, piantate, fasce boscate, alberi singoli) dovrà essere reimpiantata utilizzando specie autoctone, di
dimensioni cospicue, in modo da reintegrare velocemente le connessioni ecologiche legate alle condizioni
della componente vegetazionale all’interno dell’agro-ecosistema.
Relativamente alla Centrale di Pompaggio, va presentata una analisi con progettazione dell'inserimento
paesaggistico-ambientale che, attraverso opportune opere a verde, tenga conto dell'ubicazione rispetto ai
corsi d'acqua con vegetazione presenti.
Le analisi e le progettazioni richieste dovranno essere accompagnate da opportune valutazioni economiche
sui costi di realizzazione che tengano conto anche della fase di gestione/manutenzione delle opere a verde.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto; i particolare non è stato prodotto
riporti il progetto di ricomposizione e la stima economica come espressamente richiesto. Per la centrale di
pompaggio, va presentata una analisi con progettazione dell'inserimento paesaggistico-ambientale che,
attraverso opportune opere a verde, tenga conto dell'ubicazione rispetto ai corsi d'acqua con vegetazione
presenti; le analisi e le progettazioni richieste dovranno essere accompagnate da opportune valutazioni
economiche sui costi di realizzazione che tengano conto anche della fase di gestione/manutenzione delle
opere a verde. Il progetto, in particolare, prevede la messa a dimora di vegetazione solamente sul perimetro
e con una disposizione lineare, non naturale, non coerente con una progettazione ecologico-paesaggistica e
con la componente delle fasce di vegetazione presenti; risulta necessaria una revisione che preveda:
- una distribuzione naturaliforme delle specie arbustive ed arboree previste sul lato N ed O;
- l'utilizzo delle specie arbustive indicate con altezze almeno pari a 200 cm;
- l'utilizzo di vegetazione di Platanus sul lato sud, conformata a ceppaia (H 200-250 cm) anzichè a fusto (crf
15-16) come indicato, in armonia con le presenze arboree locali di riva.

                          VALUTAZIONE
Il tema relativo all’impatto sulla presente matrice ambientale, coordinato con quella relativa all’impatto sul paesaggio,
portano a ritenere necessarie prescrizioni puntuali finalizzate al miglioramento dell’inserimento territoriale
dell’intervento, esplicitate nel parere finale, allo scopo di mitigare i possibili impatti negativi e significativi
sull’ambiente.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
La presenza di una fitta rete di rogge e fossati alberati rappresenta un importante elemento di
interconnessione ecologica tra i corsi d’acqua principali, garantendo la dispersione naturale delle differenti
specie faunistiche che caratterizzano l’area di indagine. Gli ambienti acquatici rappresentano l’habitat di
varie specie ittiche legate agli ambienti di risorgiva. Tra queste risultano potenzialmente presenti le tre specie
di cobiti ovvero Cobitis bilineata, presente all'interno dei corsi d'acqua pedemontani e fiumi planiziali,
Cobitis taenia tipica di acque ferme o a corso lento con substrato molle a prevalenza di sabbia, limo ed argilla
e Sabanejewia larvata, diffusa principalmente in fiumi di media portata e torrenti di pianura, canali e
risorgive. Tra le altre specie ittiche risulta potenzialmente presenti il Cottus gobio, specie tipica di acque
correnti limpide, fresche e ben ossigenate. Rilevante presso tali ambienti risulta la componente erpetologica
caratterizzata dalla presenza di varie specie di anfibi e rettili di notevole interesse conservazionistico. Tra gli
anfibi, le specie più rilevanti risultano Rana latastei, specie legata a formazioni boschive umide e nel contesto
indagine legata agli ambienti di risorgiva e fossati caratterizzati dalla presenza di vegetazione arborea
ripariale, e Triturus carnifex specie legata a formazioni umide con abbondante vegetazione idrofitica. Tali
habitat sono utilizzati anche da altre specie come la Hyla intermedia, Rana dalmatina e Pelophylax synkl.
Esculentus. Ambienti umidi effimeri all’interno delle aree agricole o lungo il corso dell’Astico sono utilizzati

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durante la fase di riproduzione da Bufo viridis. Tra i rettili, le specie tipiche delle risorgive ed in particolar
modo legate alla componente arboreo – arbustiva sono rappresentate da Lacerta bilineata, Hierophis
viridiflavus e Podarcis muralis, quest’ultima diffusa anche in contesti antropici. Potenzialmente presente in
tale settore anche la Coronella austriaca, colubride tipico delle campagne con elevato grado di persità
ecologica, e Natrix tessellata presente lungo l’Astico e legata ai corsi d’acqua. Podarcis siculus è presente con
una popolazione relitta unicamente lungo l’Astico a Sandrigo e legata a formazioni prative xerofile. Emys
orbicularis, specie di elevato valore conservazionistico risulta legata a formazioni umide a carattere
stagnanti, non presenti nell’area di indagine analizzata.
La componente ornitologica risulta legata alle differenti tipologie ambientali presenti nel contesto di
indagine. Gli ambienti di siepe campestre in contesti prativi rappresentano l’habitat riproduttivo di Lanius
collurio mentre le rogge e corsi d’acqua rappresentano l’habitat ideale per la nidificazione e foraggiamento di
Alcedo atthis. Tali ambienti sono utilizzati durante il periodo di migrazione anche da altre specie di interesse
comunitario come Luscinia svecica e Lanius excubitor. L’avifauna acquatica di interesse comunitario risulta
legata per ragioni trofiche agli ambienti umidi, principalmente corsi d’acqua e rogge, ma anche agli ambienti
prativi. Tra queste vi sono Egretta garzetta, Nycticorax nycticorax e in ambienti con porzioni ripariali a
canneto risulta potenzialmente presente Ixobrychus minutus. Altre specie tipiche, seppur non di interesse
comunitario, sono rappresentate da anatidi e rallidi. La componente dei rapaci frequenta tali siti
principalmente per ragioni trofiche o di nidificazione nel caso di specie più comuni come Falco tinnunculus.
Tra le specie ad attività crepuscolare e notturna vi è il Caprimulgus europaeus, specie migratrice
transahariana, legata per la nidificazione ad ambienti xerici caratteristici del corso dell’Astico.
La componente dei mammiferi è rappresentata principalmente dai chirotteri, sia da specierinvenibili
facilmente anche in ambienti antropici, come Eptesicus serotinus, Hypsugo savii e Pipistrellus kuhlii, sia da
specie che frequentano ambienti boschivi e ambienti acquatici come Myotis myotis e Myotis daubentonii.
Presso l’area di indagine gli habitat delle specie sono caratterizzati dalle formazioni boschive ripariali, dove
le specie utilizzano nascondigli lungo le cortecce e anfratti di alberi maturi e gli ambienti agricoli aperti per
l’attività di foraggiamento. Tra le altre specie di mammiferi di interesse comunitario e legati alle siepi
campestri vi è il Moscardinus avellanarius, un piccolo roditore che vive prevalentemente in piccoli gruppi
sugli alberi e tra i cespugli dove costruisce dei nidi rotondi con foglie e muschio.
Tra gli invertebrati potrebbe risultare presente Lycaena dispar, lepidottero prevalentemente legato agli
ambienti paludosi e presente anche negli ambienti di risorgiva dove permangono formazioni prative.
                          Valutazione
Poiché gli interventi vengono realizzati nelle vicinanze di siti RN2000 evidenziare quali sono gli habitat di
specie coinvolti nelle aree di lavoro. Fornire evidenza progettuale e quadro economico degli interventi di
ripristino vegetazionale delle aree interessate dai lavori.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto; in particolare non è stato
adeguatamente approfondito il tema dell’habitat 3260 presente nella roggia Boieroni e dell’utilizzo della sola
derivazione della roggia Molino, che non ha habitat 3260; per le specifiche conclusioni si rimanda al
paragrafo successivo.

                          VALUTAZIONE
Il tema relativo all’impatto sulla presente matrice ambientale, coordinato con quella relativa all’impatto
sull’ambiente idrico ed idrogeologico, portano a ritenere necessarie prescrizioni puntuali finalizzate al
miglioramento dell’inserimento territoriale dell’intervento, esplicitate nel parere finale, allo scopo di mitigare
i possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente.




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CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
All’interno del comune di Sandrigo si sviluppa la ZSCIT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”,
che interessa in modo diretto il corso del Tesina e la porzione dell’Astico poco più a monte della confluenza
dei due corsi d’acqua, così come spazi agricoli integri posti in prossimità a questi e le rogge e corsi minori,
quali i torrenti Lavarda e Ghebbo, che attraversano il territorio.
Il sistema naturalistico locale si articola quindi a partire da questo elemento principale considerando gli
ambiti che possono sostenere le dinamiche ecologiche del sito e le relazioni con altri spazi di valore
ambientale. Il corso dell’Astico assume così un valore primario per le potenzialità ecosistemiche, trattandosi
di uno spazio con buoni valori di naturalità che si relazione con gli ambienti collinari a monte. Sono qui
presenti elementi tipici dei sistemi ripariali di pianura, con spazi dove si osservano spazi boscati strutturati.
In prossimità del Tesina sono presenti aree ad uso agricolo integre, dove si inseriscono siepi e filari che
concorrono alla creazione di un tessuto vario capace di supportate la biopersità e le dinamiche biotiche del
SIC.
La tratta della roggia Boieroni dove viene collocato il punto di derivazione, oltre a rientrare nel SIC e
classificata come habitat, e pertanto caratterizzata da particolari valenze e sensibilità di carattere
naturalistico.
                            Valutazione
Lo studio di incidenza ha riconosciuto presenti e vulnerabili al progetto gli habitat di interesse comunitario
3260 (fiumi di pianura e montani con vegetazione del Ranunculion fluitans e Callitricho-Batrachion) e 6510
(praterie magre da fieno a bassa latitudine Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis). Ai fini
dell’applicazione della disciplina di cui all’art.5 del DPR n. 357/97 e smi, è necessario garantire l’assenza di
possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000, in riferimento agli habitat e alle specie per
i quali detti siti sono stati inpiduati.
Di seguito si riportano i punti in cui il tracciato del sistema di condotte coinvolge gli habitat della ZPS per i
quali si chiede di elaborare, per ciascun punto, una scheda in cui sia quantificato, se l’effetto del progetto sia
negativo o significativo. Gli effetti determinati dai lavori di scavo vanno studiati sulla effettiva componente
strutturale dell’habitat (biotica e abiotica) e delle specie comunitarie coinvolte. Vanno indicati per ogni
scheda la tipologia di lavori il periodo idoneo per attivare il cantiere le precauzioni messe in atto per evitare
l’alterazione o l’inquinamento del sito, nonché la tipologia e le modalità per il ripristino della vegetazione
arborea e arbustiva eventualmente rimossa durante le lavorazioni. Poichè la sottrazione di habitat varia il
grado di conservazione sia che dello stato di conservazione dell’intero sito, determinando per questo una
incidenza significativa negativa, va valutata l’ipotesi di modificare il percorso della rete pluvirrigua per il
tratto che coinvolge l’habitat o applicare ad esempio l’utilizzo della tecnica del microtunneling.
Considerato che il SIC IT3220040 è stato designato come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), lo studio di
incidenza ambientale deve essere coerente con l’analisi sito-specifica della congruità dei lavori con le misure
di conservazione definite con con DGR. 786 del 27 maggio 2016. In particolare per l’habitat 3260 (fiumi di
pianura e montani con vegetazione del Ranunculion fluitans e Callitricho-Batrachion), presente nella roggia
Boieroni, all’art. 198 si vieta “la realizzazione di opere di presa e di emungimenti”. Si invita pertanto a
valutare l’ipotesi progettuale di prelevare la portata necessaria unicamente dalla roggia Molini che non è
interessata dall’habitat 3260. Per quanto riguarda la “vetusta rete di canali superficiali”, poiché la rete irrigua
svolge un ruolo ecosistemico fondamentale, si chiede di chiarire se la stessa verrà dismessa o continuerà ad
alimentare il ricco reticolo di canali che caratterizza il paesaggio agrario.




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Anche per le aree che appartengono alla ZSC, ma non sono classificate habitat, è necessario che gli esperti,
mediante specifici sopralluoghi, analizzino la natura dei luoghi al fine di scongiurare la presenza di habitat
nei punti interessati dai lavori di scavo. Infatti un corretto utilizzo delle cartografie, approvate per la
valutazione di incidenza, prevede la verifica sul campo della congruità della situazione in essere al momento
dello studio, con quella degli habitat in precedenza determinati sulla base degli studi promossi dalla Giunta
Regionale. Tali rilievi vanno riportati nello studio di incidenza ambientale e, in base all’attuale tracciato sono
stati inpiduati i seguenti punti sensibili:




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Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto; in particolare non è stato
adeguatamente approfondito il tema dell’habitat 3260 presente nella roggia Boieroni e dell’utilizzo della sola
derivazione della roggia Molino, che non ha habitat 3260.

                            VALUTAZIONE
Il tema relativo all’impatto sulla presente matrice ambientale, coordinato con quella relativa all’impatto sull’ambiente
idrico, suolo e sottosuolo, portano a ritenere necessarie prescrizioni puntuali finalizzate al miglioramento
dell’inserimento territoriale dell’intervento, esplicitate nel parere finale, allo scopo di mitigare i possibili impatti negativi
e significativi sull’ambiente; in particolare non potrà comunque essere realizzata alcuna nuova derivazione dalla roggia
Boieroni, in quanto in contrasto con le condizioni di tutela previste per l’habitat 3260


CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Per quanto riguarda la componente in esame non si evidenziano elementi di interferenza e di potenziale
impatto a seguito dell’intervento in progetto, considerando la temporaneità del cantiere e viste la valutazioni
riportate, per le componenti di potenziale disturbo, sulle emissioni di polveri ed acustiche.
Non vi sono osservazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


               VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                           CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati appena
sufficienti alle finalità che il proponente intende conseguire, con la conseguente necessità di procedere con le
prescrizioni a seguire dettagliato.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Le osservazioni pervenute alla data odierna sono state contro dedotte dal proponente e le tematiche esposte
sono state oggetto di istruttoria e valutazione del Comitato, anche attraverso le specifiche prescrizioni
riportate nel presente parere.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come
l’intervento possa comportare, in assenza di adeguate misure mitigative e compensative, potenziali pressioni
o effetti significativi per l’ambiente, rilevando quindi la necessità di specifiche prescrizioni e condizioni, oltre
alla necessità di verificare, tramite monitoraggi, la bontà delle ipotesi progettuali nella gestione degli impatti
sulla componente acustica, considerato il contesto in cui l’intervento andrà ad inserirsi.
Il presente parere viene rilasciato solo in termini di compatibilità ambientale e non sostituisce altri
provvedimenti di competenza di atri Enti/soggetti, che risultano necessari per l’attuazione dell’intervento.

                        Tutto ciò premesso si esprime
                        PARERE FAVOREVOLE
             all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
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1) Il Consorzio è impegnato a realizzare l’intervento proposto nel rispetto della documentazione progettuale
presentata, ivi comprese le integrazioni, e ad adempiere alla prescrizioni di seguito descritte.
2) Ai fini della tutela dell’habitat 3260 non potranno essere realizzate nuove derivazioni idrauliche dalla
roggia Boieroni. Inoltre i passaggi delle rogge minori, in particolar modo presso i punti di interferenza con
l’habitat 3260, vanno effettuati mediante la tecnica del microtunneling per mantenere il corpo idrico e la
componente vegetativa ripariale inalterate.
3) La realizzazione dell’intervento è comunque subordinata:
- per le nuove derivazioni, all’espressa concessione dell’Ufficio del Genio Civile (allegato2);
- per le concessioni in essere, rilasciate a titolo provvisorio, all’esito positivo della procedura di V.I.A. ex
art.13 della L.R. n.04/2016;
- all’ottemperanza delle disposizioni della Soprintendenza in materia archeologica (allegato1);
- all’ottemperanza delle disposizioni indicatel dal Distretto Alpi Orientali (allegato3);
- alle condizioni di cui al parere di TERNA Rete Italia spa, già trasmesso con nota n. 7329 del 21/02/2022;
- a non sottrarre superfici riferibili ad habitat di interesse comunitario e garantire il mantenimento
dell'idoneità degli ambienti interessati per le specie segnalate;
- garantire il ripristino dello stato attuale del cotico erboso attraverso lo scotico dell’area di intervento e la
ricomposizione con la medesima copertura prativa nonché il riporto della medesima terra di scavo;
- a intervenire con i lavori di costruzione della rete nei seguenti periodi: da agosto a febbraio per lavori di
pulizia ed eventuale taglio della vegetazione. Da agosto a marzo per movimenti terra, posa delle condotte
ecc;
- che la direzione lavori vada affiancata da personale qualificato in campo naturalistico-ambientale al fine di:
verificare il rispetto delle misure precauzionali, inpiduare eventuali ulteriori misure ed accorgimenti atti a
minimizzare gli effetti sulla fauna e sull’ambiente e infine per svolgere le azioni di monitoraggio ambientale
previste dallo screening V.Inc.A.
4) Entro 60 giorni dalla notifica del presente parere, dovrà essere presentata:
a) una nuova proposta relativa all’inserimento paesaggistico della Centrale di Pompaggio, coerente con una
progettazione ecologico-paesaggistica che tenga conto delle fasce di vegetazione presenti e che preveda:
- una distribuzione naturaliforme delle specie arbustive ed arboree previste sul lato N ed O;
- l'utilizzo delle specie arbustive indicate con altezze almeno pari a 200 cm;
- l'utilizzo di vegetazione di Platanus sul lato sud, conformata a ceppaia (H 200-250 cm) anzichè a fusto
(crf 15-16) come indicato, in armonia con le presenze arboree locali di riva.
b) una verifica di dettaglio sul bilancio idrico complessivo, comprensivo di dati di portata, comprendente i
possibili concreti utilizzi del pozzo Tesina, e ridimensionato sulla base del pieto di nuove derivazioni dalla
roggia Boieroni: tale quadro quantitativo andrà a seguire confrontato con le misure effettive che il
Proponente andrà ad acquisire nel corso della gestione, dandone riscontro alle Autorità preposte con
frequenza almeno annuale per il primo quinquennio di gestione.
c) una proposta approfondita di rete e di piano di monitoraggio delle portate dei corsi d’acqua interessati dal
presente progetto, dei livelli di falda nel sottosuolo ed anche delle portate di sfioro delle risorgive nell’intero
settore interessato dal Progetto, allo scopo di verificare, nel tempo, gli effetti migliorativi sul sistema idrico
ovvero rilevare eventuali criticità derivanti dal variare degli aspetti meteoclimatici e dalle azioni del
Progetto medesimo.


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Le attività di misura e controllo andranno altresì intraprese prima di rendere esecutiva l’opera in modo di
disporre di un periodo di verifiche ante-operam; nella proposta andranno specificate le localizzazioni e le
caratteristiche delle stazioni di misura per ognuno degli obiettivi di salvaguardia sopra elencati, con
dettaglio dei metodi di misura, delle frequenze dei controlli e criteri di interpretazione dei dati. Lo scopo del
programma di monitoraggio prescritto è quello di dimostrare sulla base di rilevazioni specifiche e sul medio
lungo termine (misure estese per almeno 5 anni dopo i collaudi finali) che il Progetto non determina impatti
aggiuntivi o significativi rispetto agli equilibri territoriali esistenti..
5) Impatto acustico: entro 60 giorni dall’attuazione dell’intervento si dovrà:
a) effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del limite differenziale e del
limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza annuale, e mirata ai ricettori R1/R2/R3/R4/R5;
b) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei
punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno
comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
c) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi;
d) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
Previsionale di Impatto Acustico.

Vicenza, 09 giugno 2022
  F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri




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PROVINCIA DI VICENZA
       AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
        SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
           Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




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           Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




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