parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 09/06/2022
L'anno 2022, il giorno 09 del mese di GIUGNO alle ore 16:45 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riu-
nito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Barbieri
S.R.L.. - Modifica all’impianto di recupero rifiuti inerti da scavi e demolizioni non pericolosi - comune di Isola Vicenti -
na, via Leogra n. 12.

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO                Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA             Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO                 Commissario             In collegamento


DE MARCHI ROBERTO               Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO               Commissario             In collegamento


MURARO TERESA                 Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                 Commissario               Assente


SALVIATI STEFANO                Commissario             In collegamento


SERRAIOTTO MARIO                Commissario             In collegamento


SVEGLIADO GIULIA                Commissario             In collegamento


VALVASSORI RIMSKY               Commissario             In collegamento


VICENTIN ALBERTO                Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 24056 del
08/06/2022, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funziona -
mento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle in-
formazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,
esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                       Barbieri S.R.L.
                        PARERE N. 04/2022

Oggetto: Modifica all’impianto di recupero rifiuti inerti da scavi e demolizioni non pericolosi.
PROPONENTE:            Barbieri S.R.L.
SEDE LEGALE:            Via San Marco n.18 – Isola Vicentina
SEDE INTERVENTO:          Via Scovizze – Isola Vicentina
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi.
PROCEDIMENTO:           Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:         ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                  infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                  pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                  operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                  decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
COMUNE INTERESSATO:        Villaverla
DATA DOMANDA:           12 ottobre 2021
DATA PUBBLICAZIONE:        15 dicembre 2021 e 06 aprile 2022 (integrazioni)
DATA INTEGRAZIONI:         01 aprile 2022

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
 - Progetto preliminare relazione tecnico descrittiva (Elab.1 Progetto)
  -  Studio di Impatto Ambientale (Elab.2 Studio Impatto Ambientale)
  -  Sintesi non tecnica (Elab.3 Sintesi non Tecnica)
  -  Documentazione previsionale di impatto acustico (Elab.4 Valutazione Impatto Acustico)
  -  Dichiarazione di non necessità di Valutazione di Incidenza Ambientale (Elab.5.0 NN_VINCA)
  -  Valutazione di impatto viabilistico (Elab. 6 Valutazione impatto viabilistico)
  -  Piano di ripristino ambientale (Elab.7 Piano di ripristino ambientale)
  -  Piano di sicurezza (Elab. 8 Piano di sicurezza)
  -  Valutazione di compatibilità idraulica (Elab. 9 Dichiarazione di invarianza idraulica)
  -  Sistema di gestione EoW (Elab. 10 Protocollo EoW)
  -  Relazione Geologica (Elab. 11 Relazione geologica)
  -  Dichiarazione conformità’ urbanistica (All 4 – Dich. Conformità urbanistica)
  -  Elenco autorizzazioni da acquisire
    Allegato A
  -  01 Inquadramento territoriale
  -  02 Planimetria dello stato di fatto
  -  03 Piano di conferimento
  -  04 Sezioni comparate trasversali
  -  05 Sezioni comparate longitudinali
  -  06 Piano di sistemazione finale
  -  07 Sezioni comparate trasversali sistemazione

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  -  08 Sezioni comparate longitudinali sistemazione
  -  09 Relazione tecnica descrittiva
  -  10 Studio impatto ambientale
  -  11 Sintesi non tecnica
  -  12 Relazione paesaggistica
  -  13 Relazione tecnica non applicabilità' vinca
  -  14 Proprietà' mappali e visura camerale proponente.

                             PREMESSE
La ditta Barbieri srl con sede legale a Isola Vicentina in Via S. Marco 18/b è nata come ditta di trasporto conto
terzi ma da anni opera nel settore della costruzione e manutenzione delle strade e dal 2004 ha ampliato la
propria attività con la creazione di un impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non peri -
colosi (inerti da scavo e demolizioni) in Via Leogra a poca distanza dalla sede originaria.
L’impianto, ad oggi autorizzato all’esercizio con determinazione n°232 del 08-02-2019 ha la necessità di svi -
lupparsi ulteriormente e si intende intervenire con le seguenti modifiche:
- inserimento di impianto di separazione del polistirolo (soffiatore) presente nei materiali misti da demolizio-
ne che vengono conferiti come rifiuto;
- inserimento di compattatore per ottimizzare lo smaltimento del polistirolo con CER 191212;
- aumento quantità di recupero giornaliere (R5) dei CER 101311, 170101, 170202, 170103, 170107,170904 da
108 a 700 ton/giorno
- aumento quantità R13 della messa in riserva del CER 170302 asfalto a 400 a 700 ton;
- inserimento nuovo codice CER 170802 per cui si prevede la messa in riserva (R13) di massimo 45 ton
- realizzazione di un muro in blocchi di cemento ad altezza variabile smontabile e spostabile a seconda delle
esigenze dell'impianto. Si tratta di un manufatto rientrante tra le opere di edilizia libera (come da art. 6 com -
ma 1 lettera a) e art. 3 comma 1 lettera a) del Testo unico dell'edilizia Dpr 380/2001) in quanto trattasi di ope-
re " necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti "; tale intervento risulta
già realizzato con procedura SUAP.

                          UBICAZIONE
L’impianto occupa attualmente un’area di proprietà della ditta Barbieri srl per una superficie totale di 26.951
mq e, dal punto di vista urbanistico, in seguito alla Variante n. 8 del Piano degli Interventi, la zona è identifi -
cata nel P.R.G. come Area per attrezzature di interesse comune ed in particolare Area riservata ad impianti
tecnologici (codice n. 69).
La zona oggetto di intervento si inserisce in un ambito agricolo anche se antropizzato, contraddistinto dalla
presenza di terreni a seminativo, nuclei edificati sparsi concentrati prevalentemente lungo le vie principali e
le strade che da esse si dipartono per inoltrarsi nella campagna.
Nelle aree più lontane dal centro abitato, il territorio è stato trasformato dalle attività antropiche riconducibili
all’uso delle argille presenti naturalmente nel suolo e quindi il piano campagna, in alcuni appezzamenti, è
stato abbassato rispetto all’origine.
Il capoluogo comunale dista circa 2.500 m dall’area in oggetto, mentre l’altro abitato più prossimo è Villaver -
la ubicato a circa 2.300 m a est.
Il sito di progetto si colloca in un ambito planiziale ed è costituito da un appezzamento già adibito ad im -
pianti in un contesto coltivato.



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Per una migliore valutazione dello stato di fatto, si allegano le ortofoto storiche disponibili che testimoniano
la recente evoluzione del sito e dell’impianto (fonte google earth):




2007                              2011




2012                              2014




2015                              2016

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2017                        2018




                                                    2020
                   Ortofoto del sito



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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Isola Vicentina;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Isola Vicentina;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
Tav. 01b Uso suolo – acqua, per la verifica di quanto affermato a riguardo si rimanda agli approfondimenti
relativi al Quadro Ambientale: “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e “Caratterizzazione del suolo e del
sottosuolo”.
Tav. 02 – biopersità, per la verifica di quanto affermato a riguardo si rimanda agli approfondimenti relativi
al Quadro Ambientale: “Caratterizzazione delle risorse naturali ed agronomiche” e “Caratterizzazione della
flora e fauna”;
Tav. 03 – energia e ambiente, per la verifica di quanto affermato a riguardo si rimanda agli approfondimenti
relativi al Quadro Ambientale: “Caratterizzazione dell'aria e del clima ” e “Caratterizzazione dell’impatto da
agenti fisici ”.
Tav. 09 – Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica, per la verifica di quanto affermato a riguardo
si rimanda agli approfondimenti relativi al Quadro Ambientale: “Caratterizzazione delle risorse naturali ed
agronomiche” e “Caratterizzazione della flora e fauna”.
Occorre che lo S.I.A. venga integrato analizzando e mettendo in relazione con la proposta presentata
l’elaborato denominato “Documento per la valorizzazione del paesaggio veneto.”, capitolo “4. Atlante
ricognitivo” nella parte relativa al capitolo “23 – Alta pianura vicentina” - indirizzi di qualità paesaggistica
(pag. 361). Sarebbe opportuno che, in sede di analisi del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’impatto
paesaggistico”, si prendano in considerazione le integrazioni che la ditta presenterà relativamente al
“Documento per la valorizzazione del paesaggio veneto.”.
PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.P.)
Tav. 2.1.B Carta della Fragilità: la tematica in questione è da valutare coerentemente con le analisi e gli
approfondimenti effettuati in sede di elaborazione del Quadro Ambientale relativamente alla
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico” ed alla “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tav. 3.1.B Sistema Ambientale, nell’analisi della tavola in questione si afferma che “ … l’area di progetto .. si
pone in prossimità, ma comunque all’esterno, di un “Corridoio ecologico principale … “. Sarebbe stato
opportuno che, in sede di S.I.A, fosse stata approfondita la tematica relativa al rapporto tra l’impianto in
questione e la proposta di modifica presentata con il “Corridoio ecologico principale” citato. La problematica
è da valutare coerentemente con le analisi e gli approfondimenti effettuati in sede di elaborazione del
Quadro Ambientale relativamente alla “Caratterizzazione delle risorse naturali ed agronomiche” ed alla
“Caratterizzazione della flora e fauna”.
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TAV. 4.1.B Sistema Insediativo Infrastrutturale: la tematica in questione è da valutare coerentemente con le
analisi e gli approfondimenti effettuati in sede di elaborazione del Quadro Ambientale relativamente alla
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico” ed alla “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
TAV. 5.1.B Sistema del Paesaggio: la tematica in questione è da valutare coerentemente con le analisi e gli
approfondimenti effettuati in sede di elaborazione del Quadro Ambientale relativamente alla
“Caratterizzazione dell’impatto paesaggistico” alla “Caratterizzazione delle risorse naturali ed
agronomiche”.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI ISOLA VICENTINA
TAV. 1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale
Nello S.I.A. non viene indicato il fatto che, ai margini est dell’area interessata dall’impianto, è presente un
fascia di rispetto relativa a gasdotti. Nello S.I.A. occorreva mettere in relazione la presenza della suddetta
fascia con l’impianto e con la proposta di progetto. Si rimanda comunque al parere di SNAM in proposito.
Le tematiche affrontate nello S.I.A. riguardo a detta tavola occorre che siano valutati coerentemente con le
analisi e gli approfondimenti effettuati in sede di elaborazione del Quadro Ambientale relativamente alla:
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico” ; “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo” “Caratterizzazione
dell’impatto paesaggistico”; “Caratterizzazione delle risorse naturali ed agronomiche”.
TAV. 3 Carta della Fragilità
Relativamente alla tematica in questione si afferma, senza approfondimento alcuno, che “ … L’intervento in
progetto non andrà ad interferire sulla componente suolo e sottosuolo … “. Sarebbe stato opportuno che, in
sede di S.I.A., fosse stata affrontata la tematica relativa al rapporto tra l’impianto in questione e la proposta
di modifica presentata con le “Aree idonee a condizione” e “Area di cava o discarica”, artt. 23 e 41 delle NTA
del PAT. La tematica in questione è da valutare coerentemente con le analisi e gli approfondimenti effettuati
in sede di elaborazione del Quadro Ambientale relativamente alla “Caratterizzazione dell’ambiente idrico”
ed alla “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
TAV. 4 Carta della Trasformabilità
In altra parte dello S.I.A. si afferma che “ … Il sito di progetto ricade all’interno di un ambito classificato dal
PAT come “Cave” (art. 10 N.T.A.); … si precisa che in data 24 marzo 2014 con decreto della Giunta Regionale
Veneto n° 46 tale zona è stata stralciata dall’area di pertinenza della Cava di argille per laterizi denominata
“Cumerlato” (allegato 1); a seguito del citato stralcio vengono meno anche le indicazioni di Piano relative
agli “Ambiti per gli interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale”, inpiduati nella Carta delle
Trasformabilità. … “. Occorreva che nello S.I.A. fosse indicato il motivo per cui si ritiene che, a seguito dello
stralcio sopracitato, sono venute meno le indicazioni di Piano relative agli “Ambiti per gli interventi di
riqualificazione e mitigazione ambientale – art. 36”. Sarebbe stato opportuno che, in sede di S.I.A., fosse stata
affrontata la tematica relativa al rapporto tra l’impianto in questione e la proposta di modifica presentata con
detto ambito.
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (P.T.A.)
Relativamente al PTA lo S.I.A. indica il fatto che, per la Carta della Vulnerabilità Intrinseca della falda
freatica della Pianura Veneta, “ … l’area indagata … è caratterizzata da grado di vulnerabilità medio … “ e,
per la Carta della Zone omogenee di protezione dall'inquinamento, “ ... ricade nella zona di ricarica … “ ma
non mette in relazione l’impianto e l’intervento proposto con le due sopracitate sensibilità. Per la tematica in
questione si rimanda alle verifiche ed alle considerazioni che a riguardo saranno sviluppate all’interno del
Quadro Ambientale: - “Caratterizzazione dell’ambiente idrico”; - “Caratterizzazione del suolo e del
sottosuolo”.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.




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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
La ditta Barbieri srl con sede legale a Isola Vicentina in Via S. Marco 18/b è nata come ditta di trasporto conto
terzi ma da anni opera nel settore della costruzione e manutenzione delle strade. Dal 2004 ha ampliato la
propria attività con la creazione di un impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non
pericolosi (inerti da scavo e demolizioni) in Via Leogra a poca distanza dalla sede originaria.
L’impianto è autorizzato all’esercizio con determinazione n°232 del 08-02-2019.
Lo sviluppo dell'attività necessita ora di nuove modifiche che sono le seguenti:
● inserimento di impianto di separazione del polistirolo (soffiatore) presente nei materiali misti da
demolizione che vengono conferiti come rifiuto;
● inserimento di compattatore per ottimizzare lo smaltimento del polistirolo con CER 191212;
● aumento quantità di recupero giornaliere (R5) dei CER 101311, 170101, 170202, 170103, 170107,170904 da
108 a 700 ton/giorno
● aumento quantità R13 della messa in riserva del CER 170302 asfalto a 400 a 700 ton;
● inserimento nuovo codice CER 170802 per cui si prevede la messa in riserva (R13) di massimo 45 ton
Le opere in progetto sono le seguenti (vedi tavola n°2):
● Installazione dell’impianto di separazione del polistirolo (SOFFIATORE);
● Installazione del compattatore del polistirolo (COMPATTATORE);
● Inserimento di un nuovo cassone per accumulo del polistirolo estratto dal separatore prima della
compattazione (4C)
In tabella si riportano i dettagli sui rifiuti ammessi e relativi quantitativi.




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DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Nella Tavola n.1 (figura seguente) è illustrata la situazione attuale dell'impianto che viene di seguito
brevemente descritta.
I mezzi che trasportano i rifiuti accedono ora dalla strada privata asfaltata posta a Sud; appena entrati nella
proprietà Barbieri incontrano la pesa a ponte (Scia 42/2017 n. 7899); successivamente, a seconda del rifiuto
trasportato, i mezzi seguiranno percorsi persi.
CER 17.03.02, autorizzato al solo R13
I mezzi proseguono verso l'apposita vasca (n. 1 nella planimetria allegata) dove depositano il rifiuto. Tale
materiale, raggiunta la massima quantità stoccabile di 440 ton (o prima a seconda delle esigenze operative
della ditta), verrà caricato mediante escavatore sul frantoio esistente che lo frantumerà; il materiale, così
ridotto di pezzatura e volume, sarà accumulato su area preposta di nuova pavimentazione (n. 1a nella
planimetria allegata) ed allontanato il giorno stesso della lavorazione come rifiuto verso idoneo impianto di
trattamento.
CER 17.01.01 CER 17.01.02 CER 17.01.03 CER 17.01.07 CER 17.09.04 e nuovo CER 10.13.11 codici autorizzati
al R13 e al R5
I mezzi proseguono verso l’apposita vasca (n. 2 nella planimetria allegata) avente una superficie di 1200 mq
dove depositano il rifiuto. Tale materiale viene repentinamente lavorato mediante il frantoio nell’area n. 3 e
tramite il nastro depositato in cumulo nell’area pavimentata (n. 8). Una volta raggiunta una volumetria
stimata intorno ai 6000 mc, il nastro brandeggiante sarà spostato per realizzare un nuovo cumulo, mentre il
precedente verrà analizzato e caratterizzato come MPS e venduto o utilizzato dalla ditta nei propri cantieri.




                                  8




  1




                           3
 1a

                         2


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CER 17.05.04
Per quel che riguarda il nuovo codice (17.05.04), la zona di messa in riserva sarà all’interno del capannone e
sarà pisa in 2 parti:
   -  Area in cui sarà accumulato il materiale di scavo proveniente da manutenzioni di infrastrutture, ai
     sensi dell’art.230 del D.lgs. 152/2006 per un quantitativo stoccabile di circa 350 ton;
   -  Area in cui sarà accumulato il rifiuto già caratterizzato per un quantitativo stoccabile di circa 250 ton,
     sudpiso in 2 cumuli: quello avente analisi chimiche che rispettano i limiti di tabella A allegato 5
     parte IV Titolo V al D.Lgs 152/2006 e quelli che rispettano la tabella B allegato 5 parte IV Titolo V al
     D.Lgs 152/2006.
Il materiale di cui al punto 1 sarà caratterizzato analiticamente - inpiduando anche a quale tabella
dell’allegato 5 parte IV il materiale sia attribuibile - al raggiungimento della massima quantità stoccabile pari
a 350 ton. Il rifiuto sarà spostato nell’area della messa in riserva sul cumulo specifico, a seconda cioè che sia
risultata ‘l’appartenenza’ alla tabella A e tabella B. I materiali del punto 2 ed il materiale dopo la
caratterizzazione del punto 1, saranno posti in riserva sotto il capannone, poi lavorati e posti all’esterno su
platea cementata su cumuli separati ed inpiduati univocamente (tabella A e tabella B).
                                Su tali materiali sarà effettuato il test di cessione
                                circa ogni 6 mesi o al raggiungimento di 1000 mc
                                (pari a circa 1500 ton di materiale) per ciascuna
                                tipologia (tabella A o B). Il materiale potrà essere
                                spostato su area non impermeabilizzata, sempre
                                piso per tabella A e tabella B e gestito come
                                normale materia prima seconda:
                                  • tabella A: siti con destinazione urbanistica a verde
                                  pubblico privato e residenziale;
                                  • tabella B: in siti con destinazione urbanistica, per il
                                  riutilizzo sia nello stesso sito che in siti a destinazione
                                  artigianale, industriale e commerciale o per la
                                  realizzazione di sottofondi, rilevati stradali e ferroviari
                                  ed arginature dei corsi d’acqua.
                                  In caso di necessità il materiale potrà essere
                                  stoccato all’interno di uno dei 2 capannoni
                                  presenti, adibiti a ricovero attrezzature.
                                  Il materiale prodotto presenta i requisiti di End of
                                  Waste come indicato alle linee Guida End of
                                  Waste “Seduta del 06.02.2020. Doc. n. 62/20- Linee
                                  Guida   SNPA    23/2020”;  come  indicato
                                  nell’Elaborato 10 - Protocollo di Gestione EoW
                                  allegato.




Di seguito si riporta il diagramma di flusso esemplificativo delle procedure di cantiere adottate che
rimarranno invariate anche per quanto riguarda lo stato di progetto in quanto l’ampliamento riguarda
l’aumento delle quantità in lavorazione e stoccaggio con l’aggiunta del codice CER 170802 per la messa in
riserva e il polistirolo separato dal rifiuto lavorato e non modifiche al processo di lavorazione.


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Per quanto riguarda il progetto, si prevedono le seguenti attività:
     Impianto di separazione del polistirolo
Si tratta di un impianto di separazione del polistirolo posto a valle dell‟impianto di macinazione rifiuti, non
presente in commercio; si tratta di un prototipo attualmente non a regime ma installato per le prime verifiche
di corretto funzionamento. La stazione filtrante è costituita da 6 moduli per 100 maniche in tessuto; il motore
ha una potenza di 37 kW. La necessità di installare questo impianto deriva dal fatto che il materiale da
demolizione contiene un'elevata percentuale di polistirolo usato per alleggerire le strutture e che risulta
difficoltoso separare meccanicamente. Senza l‟impianto proposto il polistirolo potrebbe finire nel materiale
recuperato rendendolo inutilizzabile.
     Aumento quantità di recupero giornaliere (R5) dei CER 101311, 170101, 170202, 170103,
170107,170904 da 108 a 700 ton/giorno
La ditta in seguito all’acquisizione di nuove importanti commesse ha la necessità di poter trattare un maggior
quantitativo di rifiuti da demolizione, fermo restando le quantità di stoccaggio pari a 1500 ton (in pratica vi è
la necessità di procedere celermente alle operazioni di recupero per liberare le aree di messa in riserva per
nuovi rifiuti).
L’impianto di frantumazione EXETEC C-12 ha una potenzialità di circa 1000 ton/giorno, quindi compatibile
con la produzione richiesta. Per quanto riguarda la potenzialità annua si prevede che l"impianto possa
lavorare circa 235 giorni/anno il quantitativo trattato penta pari a 164.500 ton/anno.
Si precisa che la quantità complessiva comprende anche la lavorazione del CER 170504 di cui però non si
prevede di aumentare la quantità giornaliera ed annuale trattata. I nuovi quantitativi di rifiuti trattati
saranno
- QUANTITATIVO MAX TRATTATO ANNO: 164.500 ton
- QUANTITATIVO MAX TRATTATO GIORNO: 700 ton
Per quanto riguarda il confronto tra stato di fatto e stato di progetto, si seguito si riportano le tabelle
riassuntive e di comparazione tra la situazione dello stato attuale dell’impianto e lo stato di progetto oggetto
della presente richiesta. Come si evince gli stoccaggi relativi ai codici CER 17.05.04 CER 17.01.01 CER
17.01.02 CER 17.01.03 CER 17.01.07 CER 17.09.04 CER 10. 13.11. CER 10. 13.11 rimangono invariate rispetto
allo stato attuale.
Gli aumenti riguardano le quantità massime giornaliere di rifiuti in lavorazione, per quanto riguarda le
quantità in stoccaggio i quantitativi massimi in aumento sono relativi esclusivamente ai materiali identificati
con codice CER 17.03.02 con l‟aggiunta dei quantitativi identificati come codice 170802.
Tabella quantitativi massimi rifiuti in stoccaggio




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Tabella quantitativi massimi rifiuti in lavorazione




                           Valutazione
Si ritiene necessario richiedere le seguenti integrazioni.
Per il CER 17 03 02 “Miscele bituminose” è prevista la sola operazione R13 a fronte di un’autorizzazione già
rilasciata con operazione R13/R12 e va quindi specificata la gestione del rifiuto in ingresso /uscita impianto
Per i CER 17.01.01 CER 17.01.02 CER 17.01.03 CER 17.01.07 CER 17.09.04 e per il nuovo CER 10.13.11, relativi
alle operazioni R13 ed R5, nella relazione tecnica viene dichiarato che “I mezzi proseguono verso l’apposita vasca
(n. 2 nella planimetria allegata) avente una superficie di 1200 mq dove depositano il rifiuto. Tale materiale viene
repentinamente lavorato mediante il frantoio nell’area n. 3 e tramite il nastro depositato in cumulo nell’area
pavimentata (n. 8). Una volta raggiunta una volumetria stimata intorno ai 6000 mc, il nastro brandeggiante sarà
spostato per realizzare un nuovo cumulo, mentre il precedente verrà analizzato e caratterizzato come MPS e venduto o
utilizzato dalla ditta nei propri cantieri.”
Quanto riportato è in contrasto sia con la Circolare 15/07/2005 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio prevede per gli aggregati riciclati lotti (e frequenza delle prove) con dimensione max pari a 3.000
m3 , che con l’attuale autorizzazione che prevede operazione R5: MPS per l’edilizia conforme alle specifiche
di cui al punto 7.1.3. lettera c) del DM 05.02.1998 con caratteristiche conformi all’allegato C della circolare del
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15/07/2005, n. UL/2005/5205 - CER 19.12.xx (per tutti i
rifiuti prodotti dalle operazioni di recupero )
Per il CER 17.05.04 la relazione tecnica riporta quanto segue: “Per quel che riguarda il nuovo codice (17.05.04), la
zona di messa in riserva sarà all’interno del capannone e sarà pisa in 2 parti: Area e tipologia di rifiuti già autorizzati
con la vecchia normativa. Prevedere presentazione SGA in fase di collaudo per Verifica di conformità a seguito
emanazione delle Linee Guida di SNAPA riguardanti la gestione delle End of Waste”
Inoltre, non sono chiare le motivazioni per cui i rifiuti con CER 17.05.04, già inseriti in autorizzazione con
operazioni R13/R5 siano inpiduati come “nuovo codice”; infine il riferimento alle Linee Guida SNAPA e
produzione di EoW è solo menzionato ma non risulta presente un Sistema di Gestione che ne dimostri il
rispetto.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, si reputa pertanto necessario
intervenire con specifiche prescrizioni da attuare nella fase di esercizio provvisorio e di cui dare conto
nell’ambito della presentazione del collaudo finalizzato al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

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        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Le emissioni causate dall’impianto sono rappresentate dalle eventuali polveri prodotte nelle seguenti fasi:
    movimentazione del materiale inerte;
    transito di mezzi di trasporto e delle macchine operatrici;
    frantumazione con frantoio;
    caduta materiale dal nastro trasportatore.
Sebbene il materiale in ingresso sia da considerarsi per lo più non polverulento, caratterizzato da una bassa
capacità di dispersione eolica, si sono messi in atto tutti i sistemi per ridurre l'eventuale dispersione di polve -
ri ed in particolare:
    irrigatori posti su asta per irrorare i depositi dei rifiuti da lavorare e i cumuli di materia prima secon -
     daria prodotta;
    irrigatori posti su aree di transito e di manovra automezzi e mezzi d’opera;
    sistema di ugelli spruzzatori posti sul frantoio e sui nastri trasportatori.
Le abitazioni residenziali più vicine all’area di progetto distano rispettivamente circa 150 e 210 m in direzio-
ne nord e sono separate dall’area di progetto dall’impianto produttivo esistente; nelle vicinanze non sono
presenti centri ricettivi di particolare sensibilità (ospedali, case di cura, scuole, etc.) o bersagli quali habitat o
biotopi riconosciuti di particolare rilevanza naturalistica e sensibili a interferenze correlate alla diffusione di
polveri.
Relativamente alle emissioni di polveri a seguito della variante sostanziale di progetto, si afferma che:
    SOFFIATORE POLISTIROLO: Sono state effettuate delle prove mettendo in funzione l’impianto
     soffiatore con relativo sistema di depolverazione con filtro a maniche. Dai 3 prelievi è risultata una
     media di 0,93 mg/m3;
    COMPATTATORE: La macchina compatta gli scarti di materiale espanso in EPS 6 (Airpop, Styro -
     por), trasformandoli in blocchi di facile manipolazione e senza incorrere in successive espansioni.
     Tutti gli azionamenti della macchina funzionano con sola forza elettromotrice. Non vengono utilizza-
     ti componenti idraulici, non sono previsti camini di emissione.
Relativamente all’aumento delle quantità di rifiuti recuperati, pur prevedendo un aumento del sollevamento
di polveri a seguito del passaggio dei mezzi pesanti lungo le piste di accesso e della quantità di polvere al
giorno prodotta dall’impianto, si rileva che all’interno dell’impianto attuale è già presente un sistema di ba-
gnatura con irrigatori dinamici; inoltre l’accesso al capannone avviene attraverso superficie pavimentata in
cls con bassi livelli di polverosità.
Per quanto riguarda la viabilità comunale e sovraordinata, atteso che si prevede di interessare la medesima
viabilità attualmente utilizzata, si osserva che con riferimento alla tipologia di materiale trasportato ed al si-
stema di trasporto, non si verificano livelli di polverosità significativi e/o sollevamento di polveri.
Di seguito si riporta la planimetria con indicati i punti di indagine ambientale per l’analisi dell’aria in am-
biente di lavoro.
I campionamenti dell’aria in ambiente di lavoro sono stati eseguiti mediante campionatori fissi e personali
posti rispettivamente in zone rappresentative dell’aerodispersione ambientale (fonti di inquinamento, aree di
transito o sosta degli operatori) e indossati dagli operatori.
Le analisi hanno evidenziato come tutti i parametri analizzati rientrino nei limiti di soglia di riferimento.
In aggiunta a quanto già messo in atto ( irrigatori posti su asta per irrorare i depositi dei rifiuti da lavorare e i
cumuli di materia prima secondaria prodotta, irrigatori posti su aree di transito e di manovra automezzi e
mezzi d’opera, sistema di ugelli spruzzatori posti sul frantoio e sui nastri trasportatori) si è previsto di poten-
ziare il sistema di con l’inserimento di un ulteriore punto di aspersione.

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                          Valutazione
Rispetto alla valutazione effettuata nel corso della precedente verifica di assoggettabilità a VIA risulta essere
stata svolta un’indagine polveri aerodisperse in ambiente di lavoro (6 punti sparsi per l’impianto, tutti con
valori modesti) e, pur risultando assente un’analisi sull’effettiva emissione diffusa di polveri dell’impianto
(comprensiva di trasporti, carichi/scarichi e movimentazioni) non si ritiene di richiedere ulteriori approfondi-
menti in assenza di casistiche storiche di lamentele/esposti in merito.
Risulta comune necessario definire puntualmente:
- una descrizione più chiara e completa del sistema di bagnatura, con layout dei punti previsti e delle zone
coperte;
- un’analisi aggiornata dell’unico camino, con filtro a maniche, per il prototipo di separatore polveri, conside-
rato che l’unico referto disponibile risulta essere quello allegato in precedenza nella fase di screening e risa -
lente a gennaio 2020.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
La zona in esame appartiene al bacino del Fiume Bacchiglione in particolare al Sotto bacino del Timonchio, le
acque dell’area defluiscono nel Torrente Trozzo Maran Est poi a Costabissara nel Torrente Timonchio prima
della confluenza con il Torrente Orolo che piene Fiume Bacchiglione. Il corso d’acqua più vicino è costituito
dal Torrente Timonchio, che risulta però appartenente ad altro bacino del Bacchiglione perché si presenta
separato dal piano campagna da arginature.

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Attualmente le superfici in cui sono presenti rifiuti e materiale oggetto di valutazione afferiscono ad un
impianto di depurazione che risulta adeguato alle superfici pavimentate esistenti e può gestire 1a e 2a
pioggia per un corrispettivo di almeno 6.500 metri quadri.
L‟impianto di depurazione è dotato di disoleazione sia per le acque di 1a che di 2a pioggia, inoltre è dotato
di filtratori che ne garantiscono il rispetto dei limiti di scarico sul suolo; l’acqua che sarà scaricata risulta
essere quindi il troppo pieno della 2a pioggia, cioè una quantità molto limitata rispetto a quella che dilava le
superfici dell’impianto. L’acqua meteorica di dilavamento delle superfici pavimentate, ove è prevista
l‟attività di gestione rifiuti, è collettata fino ad un pozzetto scolmatore (1) che convoglia l‟acqua di prima
pioggia (2) in una vasca di accumulo avente capacità di circa 30 mc. La ditta può usare quest’acqua come
riserva idrica per l'impianto di aspersione.
La vasca di prima pioggia (2) è dotata di una pompa sommersa che invia le acque ad un disoleatore e
filtratore (3) e successivamente ad una ulteriore vasca di accumulo di 30 mc (4) anche detta vasca è utilizzata
come riserva idrica per l'impianto di aspersione.
Il pozzetto scolmatore (1) è dotato di un by-pass che convoglia le acque di „seconda pioggia ‟ ad un
disoleatore e filtratore (5) e successivamente alla vasca di accumulo (4).




Qualora l‟evento meteorico sia prolungato o di intensità eccezionale tale da essere in grado di riempire
anche la vasca di accumulo (4), le acque di seconda pioggia provenienti dal disoleatore e filtratore (5) non
sono più in grado di raggiungere la vasca di accumulo (4) ma tramite troppo pieno sono inviate allo scarico.
L‟acqua in uscita (troppo pieno della 2a pioggia) – dopo essere passata per un pozzetto (6) fiscale di
controllo - è inviata a sud, attraversando l‟area di proprietà interessata da un impianto di lavorazione
materiali inerti, e si unisce allo scarico derivante da detto impianto.
Lo scarico sul fossato è stato autorizzato, dal punto di vista quantitativo dal consorzio di Bonifica Alta
Pianura Veneta (con prot. 1695 del 24 luglio 2014), relativamente all’impianto di lavorazione inerti presente a
Sud dell‟impianto in questione; prima dello scarico è presente un bacino di laminazione di 877 mc.
Lo scarico delle acque superficiali di dilavamento avverrà sulla rete di scolo locale che, non presentando una
presenza d’acqua per almeno 180 giorni, si configura come scarico sul suolo, infatti lo scarico dovrà rispettare
i limiti di Tabella 4 dell’allegato 5 (parte terza) del Dlgs. 152/2006.
Con la variante sostanziale dell’impianto previsto, le modalità di gestione delle acque non cambiano rispetto
allo stato attuale sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e l’intervento in progetto non andrà a
L’acqua in uscita dall’impianto è riutilizzata per le operazioni di bagnatura. Il troppo pieno è scaricato sul


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suolo (bacino di laminazione) Le analisi chimiche effettuate, come previsto dall’autorizzazione in essere,
prima dello scarico, hanno verificato il rispetto dei limiti di legge.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Dal punto di vista geologico, l’area in esame è caratterizzata superficialmente dalla presenza di terreni
alluvionali tipici dell’alta pianura vicentina. Per l’inquadramento geologico si riporta un estratto della Carta
geologica del Veneto alla scala 1:250.000 del 1990.Secondo la legenda della carta, l’area in esame appare
caratterizzata da “Alternanza di ghiaia e sabbie con limi ed argille (4 b ).




La zona appare caratterizzata dalla presenza di terreni argillosi superficiali, oggetto di coltivazione per
argille per laterizi seguiti da terreni ghiaiosi. Sulla base dei dati riportati nella relazione tecnica della
coltivazione della Cava Cumerlato e nelle colonne stratigrafiche a corredo del progetto di coltivazione della
cava, si evince che il banco argilloso oggetto di coltivazione possiede uno spessore medio di circa 1,60 metri,
pur caratterizzato da irregolarità sia areale che verticale, il letto coltivabile è stato inpiduato fino alla
profondità di 5,0 metri. Più in profondità sono stati riscontrati terreni ghiaiosi.
Per quanto riguarda i potenziali impatti, all’interno della componente “suolo e sottosuolo” sono stati
analizzati gli impatti intesi come stabilità e contaminazione del suolo.
I rifiuti saranno conferiti, stoccati e lavorati all’interno di un capannone pavimentato per evitare il contatto
con il suolo. La pavimentazione (impermeabilizzazione) del settore di accumulo del materiale recuperato in
attesa di analisi sarà realizzata in calcestruzzo, ciò impedisce qualsiasi contatto con il suolo sottostante e non
permette la percolazione di acque meteoriche che possano venire a contatto con i cumuli. I rifiuti in uscita
dall’impianto vengono stoccati, a seconda della tipologia di appartenenza, in cassoni posti su aree
pavimentate. La contaminazione del suolo potrà essere causata dunque solo da eventi accidentali legati al
transito di veicoli nell’impianto. Nell’eventualità si verificassero situazioni a rischio come sversamenti
accidentali dovuti a guasti di macchinari o incidenti tra automezzi, gli operatori sono istruiti per intervenire
prontamente con le dovute procedure di emergenza Tali procedure di intervento comportano l’utilizzo di
materiale assorbente ed eventualmente rimozione di substrato contaminato da smaltire come rifiuto
pericoloso in accordo alla normativa vigente.
Il progetto prevede l’ampliamento dell’area di manovra mezzi di 585 mq mantenuta non pavimentata in
quanto non sono previsti stoccaggi di rifiuti.


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In merito agli aspetti legati alle acque sotterranee, l’assetto geologico si riflette anche nella struttura
idrogeologica dell’area caratterizzata da un acquifero freatico molto produttivo situato nelle ghiaie della
parte alta della pianura che rappresenta l’area di ricarica dell’intero “sistema multifalde” poste più a valle.
L’esame della cartografia e dei dati freatimetrici, contenuti nella più recente pubblicazione relativi alla
massima quota degli ultimi 40 anni, consente di stabilire che la falda freatica della zona è localizzata, ad una
quota di circa 66 m s.l.m, ad una quota di circa 10-14 metri dal piano campagna locale.
Dal punto di vista ambientale la vulnerabilità dell’acquifero è stata valutata facendo riferimento alla “Carta
del rischio risorse idropotabili” allegata al Piano Provinciale di emergenza (Fig.30) La zona in esame è
caratterizzata da vulnerabilità variabile.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
La valutazione acustica allegata allo SIA ha valutato se l'inserimento di un filtro modulare a maniche (soffia -
tore) che separa il polistirolo connesso all'impianto di frantumazione rifiuti (quest'ultimo già autorizzato) e
di un impianto di compattazione polistirolo, posti all'interno di un capannone, per l'attività svolta della ditta
Barbieri Srl a Isola Vic.na in via Leogra rispetti o meno i limiti imposti dalla legge nazionale, regionale e co-
munale. Di seguito si riporta un estratto della relazione a firma dell’Ing. Paolo Costacurta allegata allo SIA.
La ditta ad oggi svolge attività di recupero rifiuti inerti da scavi e demolizioni in accordo all’autorizzazione
n. Registro 68/Suolo Rifiuti/2009 del 2 aprile 2009 ex art.208 del D.Lgs. 156/2006 con l’utilizzo di un frantoio e
di un escavatore per caricare e movimentare il materiale.
Oltre al frantoio, utilizzato solo per l’attività di frantumazione rifiuti/inerti da demolizione, la ditta possiede
altri impianti quali un impianto di vagliatura e frantumazione di inerti posizionata al di fuori dall'area di
trattamento rifiuti e già autorizzato con autorizzazione comunale e un vaglio, posizionato all'interno di un
capannone aperto su 3 lati e tamponato con un muro alto 6 m nel lato nord est, per la vagliatura delle terre e

rocce da scavo, anch'esso già autoriz-
zato e non oggetto di modifiche e
quindi non oggetto di verifica di im-
patto acustico.La ditta è in attività solo
nel periodo diurno, nelle tradizionali 8
ore lavorative. In prossimità della pro-
prietà della ditta vi sono due abitazio-
ni, identificate nel piano di zonizza-
zione acustica comunale in zona acu-
stica III. Per la campagna fonometrica
sono stati utilizzati due fonometri in-
tegratori, che hanno registrato in con-
temporanea, posti uno in confine alla
proprietà del recettore R1 e uno a
4,8m dalla facciata del recettore R2, sia
per la rilevazione del rumore residuo
(clima acustico) sia per il rumore am-
bientale impatto.


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                           Valutazione
Al fine della verifica dei limiti sono stati studiati 2 scenari, uno con funzionamento del frantoio e ganasce e
impianto di separazione del polistirolo e l’altro con l’impianto di vagliatura e frantumazione degli inerti (non
rifiuti).
L’impianto di compattazione è risultato trascurabile dal punto di vista acustico e, analogamente, tale valuta-
zione riguarda anche il transito dei mezzi, che arrivano da sud e non più da nord; nelle misure sono stati
compresi invece la movimentazione dell’escavatore, lo scarico del materiale, la manovra dei mezzi in prossi-
mità dello scarico, la caduta del materiale dal nastro trasportatore.
Non è stata valutata la contemporaneità in quanto in quanto le 2 attività non vengono mai effettuate contem-
poraneamente; è stata applicata la componente impulsiva per lo scenario con impianto di vagliatura e frantu-
mazione in funzione.
Dai risultati si evince un sostanziale rispetto del limite assoluto di immissione e del limite di emissione; per
quanto riguarda il differenziale, invece, i valori riscontrati sono al limite di applicabilità e se il differenziale è
applicabile i valori sono prossimi al limite.
Si ribadisce che non si potranno effettuare in contemporanea le operazioni di frantumazione/separazione po-
listirolo (scenario 1), frantumazione/vagliatura degli inerti (scenario 2) e la vagliatura delle terre e rocce (sce-
nario 3) che non sono state verificate nella relazione fornita.
Sulla base della valutazione effettuata si prescrive di effettuare un collaudo in corrispondenza di entrambi i
ricettori, possibilmente all’interno degli ambienti abitativi, per verificare il rispetto del differenziale nei 3 di-
versi scenari ponendosi nella condizione di massimo disturbo. La periodicità della ripetizione delle misure
verrà stabilita una volta valutati gli esiti della prima verifica.
Nel frattempo, stante la situazione sopra descritta, sono state inpiduate dal tecnico le opere di mitigazione
acustica da realizzare in caso i limiti non siano rispettati.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Radiazioni ionizzanti
L’ARPAV classifica il territorio comunale di Isola Vicentina all’interno degli ambiti a rischio radon.
Il progetto in esame non prevede la realizzazione di locali chiusi ritenuti a rischio radon (interrati,
seminterrati), Anche l’esposizione dei lavoratori al rischio risulta non significativa (limitata nel tempo) in
quanto si prevede l’occasionale fruizione del capannone per le sole operazioni di carico/scarico dei materiali
tramite pala meccanica.
Radiazioni non ionizzanti
L’attività di trattamento inerti in esame non prevede la generazione di radiazioni non ionizzanti (es. campi
elettromagnetici).
Inquinamento luminoso
L’impianto esistente, comprensivo delle modifiche sostanziali previste, al fine di non determinare potenziali
interferenze significative negative nei confronti della componente ambientale in analisi, sulla base di quanto
indicato dall’art. 9 dalla LR 17/2009, utilizza e utilizzerà:
 apparecchi illuminanti schermati verso l’alto;
 dispositivi per la regolazione dell’intensità luminosa nelle ore notturne, di accensione e spegnimento au-
  tomatico in funzione delle necessità di utilizzo;

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 dispositivi preferibilmente alimentati da pannelli fotovoltaici;
Ad ogni modo la progettazione definitiva dell’impianto dovrà attenersi a quanto disposto dalla normativa
vigente in materia di inquinamento luminoso.
Visto l’attivazione dell’impianto in orari esclusivamente diurni e la presenza di emissioni luminose a scopo
di presidio e vigilanza delle aree durante il periodo notturno, si giudica non significativo l’impatto potenziale
nei confronti della componente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Per la descrizione degli aspetti relativi alla biopersità si fa riferimento alla Relazione Ambientale della VAS
del PAT del Comune di Isola Vicentina e ai documenti allegati (luglio 2007). Si riportano alcuni aspetti di in -
quadramento generale. Il terreno, nella parte orientale del territorio, è quasi interamente interessato da coltu-
re agrarie a mais e in misura minore a orzo, frumento e soia, salvo le aree occupate da centri urbani.
Si riporta di seguito la carta dell’unità di paesaggio, nata dall’intreccio di vari tematismi: pendenza, esposi-
zione, morfologia, geologia e litologia, uso del suolo.
L’area si trova collocata nelle aree definite ‘Paesaggio agrario di pianura’ e in parte nelle aree definite ‘Pae -
saggio industriale in contesto agrario’. Ad oggi - come già evidenziato – nel PI (Variante n°4.) la zona è iden-
tificata nel P.I. come Area per attrezzature di interesse comune ed in particolare Area riservata ad impianti
tecnologici (codice n. 69).
Altre aree industriali si trovano a sud dell’area in esame e sono rappresentati da un’attività di trasformazione
di argilla in laterizi (sud ovest) e da una zona industriale ad oggi non interamente occupata.
Le principali vulnerabilità del territorio sono legate ad alcune pratiche agro-forestali (quali cambi di assetto
colturale ed abbandono delle tradizionali pratiche agricole e di gestione forestale, uso di pesticidi, fertilizza-
zione, rimozione di siepi e boschetti), alla modifica delle condizioni idrauliche (drenaggi, interramenti), alla
continua espansione degli insediamenti produttivi, in particolare lungo le principali direttrici stradali e le li-
nee ferroviarie Vicenza-Thiene-Schio e Vicenza-Cittadella.
Problematica risulta anche la notevole diffusione delle stazioni radio e il forte inquinamento dei corpi idrici
presenti. Per quanto concerne le attività estrattive, sono assai numerose, nel territorio compreso tra i Comuni
di Caldogno, Isola Vicentina, Malo e Villaverla, le aree occupate da cave oggi dismesse.
Nello specifico, l’area di progetto non ricade all’interno di zone gravate da vincolo paesaggistico. In partico -
lare non si rileva la presenza di:
    immobili o aree dichiarate di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136 del DLgs 42/04;
    aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del DLgs 42/04, (territori costieri; territori contermini ai
     laghi; fumi, torrenti, corsi d'acqua; montagne sup. 1600 m; ghiacciai e circhi glaciali; parchi e riserve;
     territori coperti da foreste e boschi; università agrarie e usi civici; zone umide; zone di interesse ar -
     cheologico);
    di beni culturali tutelati ai sensi della parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Come descritto in precedenza, l’area di progetto si colloca all’interno di un ambito territoriale planiziale in-
tensamente modificato nelle forme di utilizzo del territorio dallo sviluppo delle attività produttive che ha ca-
ratterizzato sia Isola Vicentina, sia i comuni limitrofi, di pianura, negli ultimi decenni. L’originario paesaggio
rurale tradizionale risulta ormai relitto, frammisto con aree di espansione urbana e produttiva, privo di ele-
menti in grado di mitigarne gli evidenti contrasti. Gli elementi di progetto fonte di potenziale “alterazione”
del paesaggio sono rappresentati dall’installazione del nuovo separatore polistirolo e dalla realizzazione di
muro mobile di separazione alto 5 metri per pider Il materiale analizzato e quello in attesa di analisi

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La verifica delle possibili incidenze significative nei confronti dei dinamismi spontanei di caratterizzazione
del paesaggio è stata condotta tramite la seguente matrice:




                         Valutazione
Si vedano le considerazioni espresse nella caratterizzazione delle risorse naturali agronomiche, flora e fauna.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Per la determinazione dei transiti attuali/variante si è fatto riferimento:
- al quantitativo massimo attuale di rifiuti trattabili annualmente dall’impianto pari a 29.500 ton/anno;
- al quantitativo massimo richiesto di rifiuti trattabili annualmente dall’impianto pari a 164.500 ton/anno;
- per quanto riguarda la stima relativa ai flussi orari si è considerato un arco temporale di 8 ore/giorno, ve -
  rosimilmente comprese tra le 08.00 – 18.00;
- per quanto riguarda i giorni di transitabilità anno si è considerato un valore di 235 giorni/anno.
La presente stima ha permesso di determinare il traffico medio giornaliero indotto dall’attività rich iesta. Tale
valore deriva dalla stima del materiale massimo trattato annualmente nell’impianto, pari a 164.500 ton/anno
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(che comporta 164.500 ton di inerti e terre/rocce da scavo in ingresso ed una pari quantità di MPS/EoW in
uscita). Considerata una portata per singolo automezzo compresa tra 12-25 ton (media 18 ton) ed un numero
di viaggi per automezzo pari a 1,5 (una volta su due l’automezzo viaggia a pieno carico sia in arrivo che in
uscita), si ottiene, con la nuova richiesta, un valore di circa 117 transiti/giorno.
Di seguito un riepilogo del calcolo dei transiti giornalieri ed orari riferiti al progetto in esame.
Stima del traffico veicolare pesante giornaliero medio indotto. Stato attuale.
    Quantitativo annuo massimo in trattamento 29.500 ton/anno
    Portata media singolo automezzo 18 ton
    Transiti anno (ingresso rifiuti –uscita MPS) 3.278 transiti/anno
    Transiti giorno: 14 transiti / giorno
    Transiti giorno per 1,5 - 21 transiti / giorno
    Transiti ora: 3 transiti / ora
Stima del traffico veicolare pesante giornaliero medio indotto. Scenario di progetto
    Quantitativo annuo massimo in trattamento 164.500 ton/anno
    Portata media singolo automezzo 18 ton
    Transiti anno (ingresso rifiuti – uscita MPS) 18278 transiti/anno
    Transiti giorno: 78 transiti / giorno
    Transiti giorno per 1,5 - 117 transiti / giorno
    Transiti ora: 15 transiti/ora
Inquadramento viario
Gli elementi afferenti alla viabilità locale interessati dai flussi di automezzi pesanti in entrata ed uscita
dall’impianto di progetto sono nell’ordine:
- strada di accesso privata pavimentata all’impianto che confluisce in SP 49;
- la S.P. 49 “Capiterlina” – Via Scovizze.
Il progetto in esame prevede la generazione di traffico veicolare commerciale pesante (autocarri) lungo la
strada privata di accesso all’impianto pavimentata e sulla provinciale 49 “Capiterlina”.
La viabilità di accesso è costituita da strada pavimentata privata ad esclusivo utilizzo dell’attività e non sono
presenti abitazioni afferenti.
Al fine di valutarne l’impatto sulla viabilità Provinciale è stato inizialmente valutata la compatibilità con la
documentazione del rapporto ambientale del PTCP e poi è stato prodotto uno specifico studio sull’impatto
viabilistico.
Come evidenziato dallo studio viabilistico allegato e come confermato dal PTCP la strada provinciale che
sarà interessata dal traffico veicolare derivante dall’impianto ha una capacità di 1200 veicoli/ora e risulta
disponibile (saturazione 25-40%) a ricevere i viaggi/ora previsti dall’impianto che ammontano a circa 15.
Al fine di determinare i flussi veicolari che caratterizzano la viabilità interessata dal traffico indotto dal
progetto in esame, nel mese di marzo 2021 sono stati eseguiti rilievi strumentali lungo:
• Punto di rilevamento 1: lungo la strada privata;
• Punto di rilevamento 2: lungo via Capiterilina SP49 nel tratto compreso tra l’innesto
della strada privata e la SP349;
• Punto di rilevamento 3: lungo via Capiterilina SP49 nel tratto compreso tra l’innesto
della strada privata e la SP46.
Sulla base dei rilevamenti di traffico eseguiti il progetto in esame prevede un aumento di +3 automezzi
pesanti/ora rispetto alle corsie per senso di marcia della SP 49. In particolare si prevede un incremento, in
termini percentuale, di +2% rispetto ai flussi totali (veicoli leggeri e commerciali pesanti).
Complessivamente l’impatto della viabilità può essere valutato neutro, in ragione del basso incremento di
carico veicolare sulle aste coinvolte ed una sostanziale invariante deli livelli di servizio della stessa SP49,
atteso che la frequenza dei passaggi subirà variazioni non distinguibili. Il proponente conclude che
l’aumento dei flussi veicolari indotti dall’esercizio nella configurazione di progetto non pregiudicherà la

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funzionalità e la capacità delle infrastrutture viarie esistenti, le quali non varieranno gli attuali livelli di
capacità residua, come evidenziato nella tabella che segue.




L’analisi dell’impatto del traffico indotto dall’intervento progettuale in esame, focalizzata sulla fase di
esercizio, riporterebbe a concludere quanto segue:
- l’attivazione del progetto in esame non altera il traffico circolante, dato che i flussi indotti non generano
  incrementi che non risultino adeguatamente assorbibili in relazione ai caratteri dimensionali e tipologici
  della viabilità esistente;
- l’impatto dell’attività di progetto sulla mobilità veicolare non è significativo e non risulterà in alcun modo
  distinguibile (1 automezzo pesante ogni 3 minuti lungo i percorsi inpiduati), dato che gli indicatori di
  funzionalità restano sostanzialmente inalterati.
Relativamente ai livelli di servizio, la viabilità considerata presenta un’intersezione relativamente alle due
opposte manovre di deflusso del traffico veicolare pesante indotto (percorso B e percorso C). Lo studio
condotto ha permesso di verificare la sostanziale invarianza dei livelli di servizio per l’intersezione. I livelli
di servizio attesi risulterebbero pertanto adeguati a sostenere i livelli di traffico generati dal progetto in
esame.
                           Valutazione
Si fanno proprie le considerazioni riportate nel parere di Vi.abilità.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
Si ritiene di fare propria la prescrizione formulata dal Comune di Isola Vicentina. “gli automezzi in entrata ed
uscita dall’impianto di Barbieri srl dovranno utilizzare unicamente l’accesso su via Scovizze (S.P. 49 Capiterlina).”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE, FLORA E FAUNA
Il territorio comunale di Isola Vicentina è caratterizzato da una vasta area pianeggiante in alcuni tratti inten-
samente coltivata e interessata principalmente da seminativi e da attività di cava, da nuclei rurali, centri ur -
bani e aree adibite a sistema produttivo-industriale. L’uso del suolo è stato fortemente condizionato
dall’intensa antropizzazione del territorio, in particolar modo nella porzione pianeggiante del comune, occu-
pata da seminativi.
Lo sviluppo dell’attività agricola, estrattiva ed industriale ha portato alla scomparsa delle associazioni fitoso-
ciologiche autoctone e caratteristiche della porzione di territorio considerata. Più in generale il territorio in
esame è caratterizzato da un’importante presenza antropica, che nel tempo ha sfruttato e modificato profon-
damente la stessa area di pianura a fini abitativi e industriali. Tali profonde modifiche hanno comportato il
depauperamento degli ambiti territoriali e l’alterazione della vegetazione presente.

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L’area vasta in cui ricade l’impianto di trattamento rifiuti inerti oggetto di studio è caratterizzata da una vo-
cazione prevalentemente agricola, dominato da tipologie come i seminativi e colture avvicendate, in misura
minore, formazioni di maggiore valenza ecologica ripariali associate ai corsi d’acqua, formazioni erbacee e
formazioni lineari interpoderali. Il paesaggio appare più articolato verso il settore collinare, dove comunque
risulta rilevante l’intervento dell’uomo, reso manifesto dal terrazzamento dei versanti per la coltivazione. La
copertura boschiva penta dominante proprio nei colli, prevalendo alle quote più elevate, oltre che lungo i
ripidi versanti delle valli più interne.
L’agricoltura dell’area vasta interessata presenta caratteristiche profondamente perse in funzione dell’oro-
grafia del territorio. Nel settore di pianura si caratterizza per un’agricoltura di tipo intensivo, che si sviluppa
in sistemi particellari colturali di media ed elevata estensione, caratterizzati da colture ad alto reddito, quali
mais, frumento, orzo.
Il territorio oggetto di indagine (area di progetto e ambiti limitrofi) si caratterizza per la mancanza di veri e
propri habitat naturali (zone boscate, zone umide, ecc.), mentre gli habitat di origine antropica costituiti prin-
cipalmente dal paesaggio urbano-industriale e dalle aree destinate all’agricoltura, rappresentano senza dub-
bio la matrice prevalente.
L’area di progetto ricade su terreni interessati da pregressa attività agricola; i sistemi più vicini alla naturalità
sono rappresentati da irregolari e discontinue fasce di vegetazione arboreo-arbustiva con andamento preva-
lente nord-sud che seguono spesso le arginature dei canali irrigui e delle scoline. L’analisi dell’ecotessuto in -
dica pertanto una netta dominanza di elementi di origine artificiale a scapito di componenti naturali la cui
superficie risulta alquanto ridotta. Attualmente l’area di progetto, indicata dallo strumento urbanistico comu-
nale come un’area per attrezzature di interesse comune e in piena disponibilità della ditta, risulta interessata
da un soprassuolo improduttivo. Allontanandosi dal sito di progetto, laddove gli ambiti territoriali risultano
maggiormente consolidati, non interessati da pregressa attività estrattiva, è possibile rinvenire specie a porta-
mento arborea quali Salix alba, Populus nigra, Populs alba, Robinia pseudoacacia, Acer campestre e Ulmus
campestre, inquadrabili, in linea generale, all’interno di cenosi igro-idrofile, rappresentative degli ultimi lem-
bi nemorali relitti.
Il contesto territoriale di appartenenza risulta interessato da evidenti azioni di natura antropica che nel tem -
po hanno alterato in modo irreversibili gli originari livelli di naturalità. Il territorio in esame si caratterizza
per la mancanza di veri e propri habitat naturali (zone boscate, zone umide, ecc.), mentre gli habitat di origi -
ne antropica costituiti principalmente dal paesaggio urbano-industriale e dalle aree destinate all’agricoltura,
rappresentano senza dubbio la matrice prevalente. Nello specifico, il territorio indagato si caratterizza per
l’oramai consolidata azione dell’agricoltura intensiva che porta ad indirizzi colturali di doppio raccolto, con
conseguente riduzione dei tempi in cui i terreni risultano “liberi” da colture e senza lavorazioni colturali. Si
rileva la dominanza dell’habitat agricolo di tipo estensivo, che per le ragioni sopra esposte risulta fortemente
limitante per quanto riguarda la possibilità di ospitare stabilmente specie faunistiche.
L’area di intervento rappresenta un sistema caratterizzato da una forte perturbazione legata alla continua
modificazione del suolo. Tale condizione impedisce lo sviluppo di cenosi naturali a favore di cenosi sinantro-
pico-ruderali caratterizzate da una bassa esigenza ecologica e da un’elevata capacità colonizzatrice di quegli
spazi che si rendono disponibili anche se per brevi periodi.
La verifica delle possibili incidenze significative nei confronti delle specie faunistiche locali è stata condotta
tramite la seguente matrice:




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                          Valutazione
Si ritiene necessario, anche alla luce di quanto esposto nella matrice sull’impatto paesaggistico, che il
progetto debba essere approfondito e dettagliato con specifici elaborati, relativamente agli aspetti mancanti e
precisamente:
1. valutazione dello stato di fatto: vegetazione e paesaggio contermine (almeno nella fascia tra i due corridoi
ecologici) e nell’area di intervento;
2. tavola delle indicazioni progettuali: tenendo conto dello stato di fatto (esterno/interno), indicando gli
interventi di riqualificazione ed integrazione della vegetazione esistente e delle nuove messe a dimora: filari
alberati con funzione paesaggistica; fasce di vegetazione arboreo-arbustiva con funzione anche di
abbattimento dei rumori e filtro delle polveri;
3. computo metrico estimativo delle nuove opere di inserimento paesaggistico, tenendo conto anche della
manutenzione per un periodo di almeno due anni.
Inoltre, in considerazione della vicinanza al corridoio ecologico principale del Timonchio ed alle lavorazioni
rumorose che vengono e verranno svolte, nulla si dice sulle specie bersaglio presenti in zona e sul disturbo
ad esse provocato. Analoga considerazione può essere fatta per la mancanza della valutazione del rischio
delle ricadute di polvere generata dalle lavorazioni e dai depositi nei confronti della vegetazione riparia del
corridoio ecologico che sembra particolarmente rigogliosa e interessante.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, si reputa pertanto necessario
intervenire con specifiche prescrizioni da attuare preliminarmente all’avvio dell’esercizio provvisorio.


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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Il proponente allega una relazione tecnica con lo scopo di affiancare la Dichiarazione di non necessità di
procedere con la valutazione di incidenza ambientale, come previsto dalla D.G.R.V. 1400/2017
In tale relazione, si evidenzia la presenza del Sito di Importanza Comunitaria SIC IT3220040 “Bosco di Due-
ville e risorgive limitrofe” ad una distanza minima di oltre 3.500 m in linea d’aria in direzione Sud-Est e del
SIC IT3220039 “Le Poscole” ad oltre 6,5 km in direzione Ovest, mentre in direzione Sud troviamo il SIC
IT3220038 denominato “Torrente Valdiezza”, ad oltre 4.5 km.
Con riferimento agli Atlanti del Mammiferi del Veneto (Bon et. al, 1995), all’Atlante degli uccelli nidificanti
nella Provincia di Vicenza (Nisoria, 2000), all’Atlante degli Anfibi e Rettili della provincia di Vicenza (Niso-
ria, 2000) è stata indagata l’idoneità ambientale per le specie di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi potenzial-
mente presenti all’interno dell’area di progetto.
Per quanto riguarda i potenziali effetti prodotti dalla presente richiesta, sono riconducibili a:
- emissioni in acque superficiali e sotterranee: il progetto non prevede variazioni dello scarico delle acque di
dilavamento esistente e già autorizzato;
- emissioni rumorose e di polveri: il progetto prevede aumento della rumorosità nella fase di lavorazione; ma
tali emissioni saranno di durata temporanea e si inseriscono in una zona in cui si annovera la presenza di
traffico veicolare, dalle attività di coltivazione agricola dei fondi limitrofi e dalle attività della vicina logistica;
- le emissioni di polveri saranno limitate anche al fatto che alcune delle lavorazioni avverranno all’interno del
capannone. Corrette regole di gestione del cantiere permetteranno di abbattere gran parte della polverosità
che potrebbe prodursi;
- impatti suolo e sottosuolo: il progetto non prevede di interferire con le acque sotterranee né verranno coin-
volti i corsi d’acqua superficiali.
Per quanto riguarda il disturbo o il danneggiamento della fauna caratteristica del SIC in esame si ritiene non
sia oggettivamente probabile il verificarsi di significativi effetti negativi sul raggiungimento o il mantenimen-
to di uno stato di conservazione favorevole e di preservazione delle specie e habitat presenti nei siti.
Nell’intorno dell’area non ricadono habitat tutelati, in quanto la zona è inserita in un ambito antropizzato e
già interessato da attività antropica produttiva e il progetto non altera il grado di conservazione delle specie
che potrebbero essere potenzialmente presenti nell’intorno.
A parere del proponente, l’intervento in esame non necessita di valutazione di incidenza in quanto si può
ascrivere, come previsto dalla DGRV 1400/2017 al paragrafo 2.2 alla fattispecie di esclusione n. 23 così di se -
guito identificata: “i piani, i progetti e gli interventi per i quali sia dimostrato tramite apposita relazione tec-
nica che non risultano possibili effetti significativi sui siti della rete Natura 2000”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
L’attività di trattamento rifiuti inerti di progetto comporta per i lavoratori addetti rischi infortunistici collega-
ti a:
- presenza di mezzi in movimento;
- utilizzo dei macchinari, dell’attrezzatura e dell’impiantistica.
I rischi presenti derivanti dalle singole fonti consistono in:

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-  rischio d’investimento dei lavoratori da parte dei mezzi stessi (autocarri, pala meccanica) e/o dai materiali
  movimentati per quanto riguarda i mezzi operativi in movimento;
- rischio di tagli, abrasioni e contusioni per quanto riguarda l’utilizzo di macchine ed attrezzature;
- rischio chimico: l’attività di trattamento inerti comporta il rischio di contatto polveri aerodisperse di inerti.
  Si segnala che l’esposizione a polveri prevista durante la fase funzionamento dei macchinari (vaglio) sarà
  occasionale ed effettuata con idonei DPI.
Il personale addetto verrà formato ed informato sui rischi legati alle attività svolte e sul corretto utilizzo dei
dispositivi di protezione inpiduale messi a loro disposizione.
La ditta opererà le valutazioni previste nell’ambito del D.Lgs 81/2008 ss.mm.ii. al momento della redazione
del progetto esecutivo e della effettiva messa in esercizio dell’impianto
A seguito dell’installazione della nuova attrezzatura, non si prevede una variazione nell’assetto aziendale
che viene pertanto confermato.
Non risultano segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe, ad
eccezione della potenziale estensione del vincolo territoriale a seguito del potenziamento dell’attività
Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i vincoli
territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni impatti
significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni mitigative e
particolari modalità e frequenze di monitoraggio.
Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono stati oggetto
di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente per poter esprimere il
giudizio conclusivo sul progetto.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con particolare
riferimento alle emissioni odorigene.
Non sono pervenute osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di approvazione progetto per l’attività di gestione rifiuti, oggetto di votazione all’interno della
conferenza dei servizi, il cui elenco è riportato in premessa al presente parere.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                        PARERE FAVOREVOLE
            all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi.
1. EoW
Ai fini del riconoscimento dell’EoW si dovrà adempiere a quanto segue:



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a) predisporre un sistema di gestione per dimostrare il rispetto dei criteri relativi alla cessazione della quali -
fica di rifiuto attraverso specifiche procedure e check list, prevedendo, come specificato nelle LG SNPA n.
23/20, almeno i seguenti elementi minimi:
- procedura sull’accettazione del rifiuto e modalità di stoccaggio, comprensiva della norma di riferimento per
le analisi dei rifiuti in ingresso impianto
- procedura sulla modalità di trattamento e sulla verifica dei parametri di processo, se previsti;
- procedura sulle verifiche sul prodotto finito (definizione del lotto, metodi e frequenza di analisi, modalità di
stoccaggio dell’EoW);
- procedura sulle non conformità del prodotto (e relativa gestione).
b) predisporre il modello della dichiarazione di conformità, ai sensi degli articoli 47 e 38 del D.P.R. 28 di -
cembre 2000, n. 445, che deve contenere tutte le informazioni tali che per ogni lotto sia attestato il rispetto
delle condizioni e dei criteri sopra riportati per la cessazione della qualifica di rifiuto. La scheda di conformi -
tà allegata dovrà contenere le seguenti sezioni minime:
- ragione sociale del produttore;
- caratteristiche della sostanza/oggetto che cessa la qualifica di rifiuto;
- la quantificazione del lotto di riferimento;
- rapporti analitici di prova per il rispetto degli standard tecnici, ambientali e sanitari, ove previsti;
c) quantità massima istantanea di EoW in stoccaggio espressa in mc e tonnellate;
d) la caratterizzazione del materiale in uscita (EoW) dovrà essere fatta almeno sulla capacità di stoccaggio
(843 t) ovvero, in ogni caso, su lotti omogenei di entità minore preliminarmente alla cessione;
e) identificazione univoca nella planimetria di lay out, comprensiva dei rifiuti prodotti dall’attività indu-
striale globalmente intesa (es. 161002 - rifiuti liquidi acquosi).
2. Impatto acustico
La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del criterio differenziale dovrà essere alle -
gata alla documentazione di collaudo, da ripetersi poi con frequenza triennale,mirata ai ricettori presenti in
prossimità dell’impianto:
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei pun -
ti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunica -
te con congruo preavviso ad Arpav;
b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, sa-
ranno stati comunicati i risultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previ -
sionale di Impatto Acustico
In sede di comunicazione di avvio dei lavori si dovrà procedere a:
3. Dare evidenza:
- dell’avvenuto adempimento agli obblighi previsti dal DPCM 27/08/2021;
- del rispetto delle condizioni e prescrizioni di cui al parere del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta
(allegato 1).
4. Presentare un approfondimento a riguardo della sistemazione a verde che preveda, nel principio di incre -
mento della biopersità e della valenza ecologico/paesaggistica dell'intervento, la sostituzione del cipresso di
Leyland, pianta non autoctona e per nulla integrata nel nostro agro-ecosistema, con una o più specie autoc-
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tone, meglio se caducifoglie, quali: acero campestre, tiglio nostrale, bagolaro, roverella, ontano, platano o
analoghe; ciò per quanto riguarda l'ambito boscato ed il nuovo tratto di siepe, va impiegata, mentre la siepe
esistente potrà essere integrata con la stessa specie.
5. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale ad -
detto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/
rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presen-
tazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.

Vicenza, 09 giugno 2022
  F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri




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