decreto presidenziale, comprensivo del parere della Commissione VIA
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
N° 36 DEL 24/12/2014
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: DITTA NUOVA EUROP METALLI DI MENEGATTI BRUNO-
RIORGANIZZAZIONE CON INSERIMENTO DI NUOVI CODICI C.E.R. ED AUMENTO
DELLA CAPACITA’ PRODUTTIVA DI UN IMPIANTO ESISTENTE (AUTORIZZATO) DI
RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI IN REGIME ORDINARIO – GIUDIZIO DI
COMPATIBILITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE PROGETTO -
D.LGS. 152/2006, LR 10/1999, LR 3/2000 E LORO SMI- GIUDIZIO NEGATIVO DI
COMPATIBILITA' AMBIENTALE
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
Premesso che:
• tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue
successive modifiche ed integrazioni, rientra la valutazione d’impatto ambientale e
l’approvazione di progetti relativi agli impianti di recupero rifiuti non pericolosi costituiti
essenzialmente da metalli ferrosi e non, carta e cartone, legno, plastica e vetro e di rifiuti
pericolosi costituiti da batterie al piombo
• con D.G.R. n. 1539 del 27/09/2011 la Giunta regionale ha fornito gli indirizzi applicativi in
materia di valutazione d'impatto ambientale di coordinamento tra le disposizioni della Legge
Regionale n. 10/99 e le successive normative nazionali, confermando la suddetta
competenza anche con riferimento alla tipologia degli interventi di recupero rifiuti non
pericolosi con potenzialità superiore a 10 T/giorno (R4-R12-R13)
Visto che:
• la ditta Nuova Europ Metalli di Menegatti Bruno, con sede legale in via Terrenato 10/12 in
Comune di Carrè ha presentato, in data 20/02/2014 con prot. n.13270, l'istanza per ottenere
il giudizio di compatibilità ambientale per l'intervento relativo alla “riorganizzazione con
inserimento di nuovi codici c.e.r. ed aumento della capacita’ produttiva di un impianto
esistente (autorizzato) di recupero di rifiuti non pericolosi in regime ordinario”, presso il sito
localizzato al foglio catastale n. 6 , mappali n.791-819-808-804 porz-807-1004-798-8 porz.-
9 porz.- 163 porz.-10 porz, del Comune di Carrè;
• la suddetta istanza è relativa ad una tipologia indicata al punto 7 lettera z.b) “impianti di
smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10
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t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
d.lgs. n. 152/06”(R4-R12-R13)
Considerato che:
• la ditta Nuova Europ Metalli di Menegatti Bruno ha provveduto alla pubblicazione
dell'annuncio di avvenuto deposito del progetto, in data 20/02/2014 sul quotidiano “Il
Gazzettino”, ed alla successiva presentazione al pubblico in data 25/02/2014;
• non sono pervenute osservazioni e/o pareri ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. n. 152/2006 ;
Considerato che nonostante richiesta integrazioni prot. 23509 del 31/03/2014, a cui è seguita
richiesta proroga da parte della ditta in data 19/05/2014 prot. 35608, quest'ultima non ha dato
riscontro nonostante i numerosi solleciti seguiti;
Visto e ritenuto di far proprio il parere contrario di impatto ambientale, richiamandolo
esplicitamente nel presente atto, espresso dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale
provinciale nella riunione del 26/11/2014, ai sensi della L.R. n. 10/1999 e allegato come parte
integrante e sostanziale;
Tenuto conto, in particolare, della conclusione del parere 15/2014 come di seguito riportato:
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri progetti o interventi in zone limitrofe.
Il progetto non risulta adeguato rispetto al fine che si propone di conseguire e contrasta
parzialmente con i vincoli territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti porta a ritenere come il progetto presenti impatti negativi e significativi
per l’ambiente che non risultano adeguatamente gestiti già nella configurazione attuale, con
conseguente necessità di prevedere nuove e specifiche soluzioni gestionali e progettuali, che
consentano, in via continuativa, il rispetto dei limiti di legge e dell’ambiente.
Gli elaborati esaminati sono stati oggetto di numerose, significative e rilevanti richieste di
integrazioni, viste le diffuse carenze presenti nella documentazione tecnico-progettuale
presentata.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole
matrici ambientali sopra descritte.
Il progetto è stato oggetto di puntuali e sostanziali osservazioni pervenute dal Comune di Carrè,
dal Consorzio di Bonifica e dal gestore del servizio idrico integrato A.V.S. spa.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto
Ambientale che all’approvazione progetto in tema di gestione rifiuti.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE CONTRARIO
All’intervento,in considerazione delle motivazioni sopra descritte.
Un nuovo progetto potrà essere preso in considerazione solo al termine delle procedure di
infrazione in corso e con un certificato rispetto dei limiti previsti per l’attività in essere; tale
progetto dovrà prevedere un contenuto tecnico informativo che dia un adeguato riscontro alla
integrazioni richieste nell’ambito del presente provvedimento ed alle osservazioni sopra citate.
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2014);
Visti:
• il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
copia informatica per consultazione
• la L.R. n.10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione di impatto
ambientale” e s.m.i.;
• la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
• la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
Visto l'art. 1 comma 55 della Legge 07.04.2014 n. 56 riguardante le prerogative e
competenze del Presidente della Provincia.
Vista la deliberazione n. 3 del 13.02.2014, con la quale è stato approvato il Bilancio di
previsione per l'esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016;
Vista la deliberazione n. 41 del 26.02.2014 con la quale è stato approvato il Piano Esecutivo
di Gestione 2014;
Preso atto del parere dal dirigente interessato in ordine alla regolarità tecnica;
Preso atto del visto di legittimità alle leggi, statuto e regolamenti espresso dal Segretario
Generale di cui al Decreto presidenziale n. 11 del 27/10/2014;
DECRETA
1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere n.15/2014 contrario espresso nella seduta del
26/11/2014 dalla Commissione Provinciale V.I.A., Allegato A al presente provvedimento, di
cui forma parte integrante e sostanziale, ai fini del rigetto della domanda di riorganizzazione
con inserimento di nuovi codici c.e.r. ed aumento della capacita’ produttiva di un impianto
esistente (autorizzato) di recupero di rifiuti non pericolosi in regime ordinario”, presso il sito
localizzato al foglio catastale n. 6 , mappali n.791-819-808-804 porz-807-1004-798-8 porz.-
9 porz.- 163 porz.-10 porz, del Comune di Carrè
2. di esprimere, conseguentemente, ai sensi del del D.Lgs. n. 152/2006 e della L.R. n. 10/1999,
giudizio contrario di compatibilità ambientale sul progetto, per gli impatti negativi e
significativi che l'intervento comporterebbe per l'ambiente e per contrasto con i vincoli
territoriali esistenti;
3. di informare che:
a) avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R.
(Tribunale Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento,
ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni;
b) la documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Tutela e
valorizzazione risorse naturali- Ufficio VIA della Provincia di Vicenza, contra'
Gazzolle n. 1, Vicenza;
4. di dare altresì atto che:
a) il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
www.provincia.vicenza.it;
b) la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto un estratto
del presente provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali ,
nel quale sarà indicata l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può
copia informatica per consultazione
essere consultato nella sua interezza;
c) dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini
per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati ;
d) la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o
indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art
49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
5. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta Nuova Europ Metalli di Menegatti Bruno,
ai Comuni di Carrè e Piovene Rocchette, SUAP Altovicentino, Consorzio Bonifica Alta Pianura
Veneta, Alto vicentino servizi S.p.A., al Dirigente del Dipartimento Provinciale di Vicenza
dell’A.R.P.A.V., al Direttore ULSS 4, Ing. Giuseppe Tamà.
6. di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai
sensi e per gli effetti D.L. 33/20113
Vicenza, 24/12/2014
Sottoscritta dal Presidente della Provincia
(VARIATI ACHILLE)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
Proposta di Decreto Presidenziale
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proposta n. 1328/2014
OGGETTO: DITTA NUOVA EUROP METALLI DI MENEGATTI BRUNO-
RIORGANIZZAZIONE CON INSERIMENTO DI NUOVI CODICI C.E.R. ED AUMENTO
DELLA CAPACITA’ PRODUTTIVA DI UN IMPIANTO ESISTENTE (AUTORIZZATO) DI
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COMPATIBITA' AMBIENTALE
PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA’ TECNICA
SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
(X) Favorevole ( ) Contrario
………………………………………………………………………………………………………...
Vicenza, 09/12/2014 Sottoscritto dal Dirigente
(FERRETTI MARIA PIA)
con firma digitale
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Proposta di Decreto Presidenziale
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proposta n. 1328/2014
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COMPATIBITA' AMBIENTALE
VISTO DI CONFORMITA’ ALLE LEGGI, STATUTO E REGOLAMENTI
SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
(ai sensi del Decreto del Presidente n. 11 del 27/10/2014)
(X) Favorevole ( ) Contrario
………………………………………………………………………………………………………...
Vicenza, 24/12/2014 Sottoscritto dal Segretario
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
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DECRETO PRESIDENZIALE
N° 36 DEL 24/12/2014
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia del presente decreto è pubblicata all'albo pretorio di questa Provincia per 15
giorni dal 29/12/2014.
Vicenza, 29/12/2014
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(PADOVAN ALESSANDRA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
UFFICIO VIA
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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
NUOVA EUROP METALLI DI MENEGATTI BRUNO
PARERE N. 15/2014
Oggetto: Modifica sostanziale di un impianto esistente di recupero di rifiuti non pericolosi in regime or-
dinario, con inserimento di nuovi codici C.E.R. ed aumento della capacità produttiva.
PROPONENTE: Nuova Europ Metalli di Menegatti Bruno
SEDE LEGALE: Comune di Carrè - Via Terrenato n. 10/12
SEDE INTERVENTO: Comune di Carrè - Via Terrenato n. 10/12
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi costituiti essenzialmente da
metalli ferrosi e non ferrosi, carta e cartone, legno, plastica e vetro e di rifiuti
pericolosi costituiti da batterie al piombo.
MOTIVAZIONE V.I.A: Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi con potenzialità superiore a 10
t/giorno (R4-R12-R13)
COMUNI INTERESSATI: Carrè e Piovene Rocchette
DATA DOMANDA: 20/02/2104
DATA PUBBLICAZIONE: 20/02/2014
DOCUMENTAZIONE TECNICA PRESENTATA (mancano 1D, 1I, 2C, 2D2 e seg) :
- Studio di Impatto Ambientale;
- Riassunto non tecnico dello S.I.A.;
- Relazione tecnico – descrittiva;
- Piano di gestione operativa;
- Piano di sicurezza e procedure interne di emergenza;
- Relazione geologica-geotecnica;
- Relazione idrogeologica;
- Attestazione di non necessità della V.Inc.A.;
- Piano di ripristino ambientale;
- Valutazione di compatibilità idraulica;
- Verifica dell’Impatto Acustico
- Allegati alla Relazione Tecnica;
- Allegati al P.G.O.;
- Allegati alla relazione dello S.I.A.;
- Documentazione fotografica della viabilità di avvicinamento ed accesso.
ELABORATI GRAFICI PRESENTATI:
- Inquadramento territoriale;
- Planimetria generale con mobilità interna;
- Opere edili esistenti e di progetto;
- Lay-out impianto di recupero;
- Planimetria reti fognarie esistenti e di progetto;
- Lay-out antincendio;
- Estratti di P.R.G. e P.A.T.;
- P.T.R.C. Vigente;
- P.T.R.C. Adottato;
- P.T.C.P.;
- Planimetria generale dell’area con superfici di pertinenza (stato futuro);
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
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- Opere edili ampliamento capannone (progetto);
- Impianto di trattamento “meccanico a secco”;
- Inserimento ambientale;
- P.R.T.R.A., P.R.R.A. e P.R.G.S. (adottati);
- Carte regionali dell’Uso del Suolo e delle Unità Geomorfologiche;
- Carte regionali Geologica, Isofreatica e Piezometrica;
- Mappa regionale della Pericolosità Idraulica;
- Carta della Qualità Biologica dei corsi d’acqua regionali e modello strutturale degli acquedotti del
Veneto.
PREMESSE
La ditta NUOVA EUROP METALLI di Menegatti Bruno, gestisce un impianto di recupero di rifiuti non peri-
colosi nella Zona Artigianale Industriale Val d’Assa in comune di Carrè in Via Terrenato 10/12.
Nel 2008 la ditta aveva presentato una verifica di assoggettabilità per un progetto di riorganizzazione e am-
pliamento della propria attività di recupero di rifiuti metallici, ferrosi e non ferrosi, con incremento delle po -
tenzialità di trattamento da 15 a 80 ton./giorno; tale verifica si è chiusa con il provvedimento di non assog-
gettamento alla procedura di V.I.A., con la determina dirigenziale n.1287 del 18 settembre 2008.
L’impianto è attualmente autorizzato per il recupero rifiuti in regime ordinario con provvedimento della
Provincia n.138/2012 del 05 novembre 2012.
Il progetto presentato riprende in considerazione gli aspetti edilizi approvati in precedenza, ma non ancora
realizzati, riferiti principalmente alla costruzione di un ulteriore fabbricato; l’autorizzazione a costruire dello
Sportello Associato è stata rilasciata con permesso di costruire in variante allo strumento urbanistico, cui è
seguita una convenzione tra il Comune di Carrè e la ditta, che prevederebbe la realizzazione delle opere per
stralci con tempo di realizzazione entro 5 anni; tale periodo è in scadenza entro la fine del corrente anno.
Al fine di consolidare e quindi organizzare al meglio la propria attività, l’azienda ha deciso di sviluppare le
proprie lavorazioni, integrando il processo di recupero con nuove tipologie di rifiuti, persi da quelle at-
tualmente autorizzate e il conseguente aumento delle potenzialità di trattamento.
Allo stato, la potenzialità giornaliera massima di trattamento dell’impianto ammonta a 80 t/giorno di rifiuti
sottoposti all’operazione di recupero (R4) cui corrisponde una capacità di recupero annua pari a 20.000
t/anno a fronte di una capacità di rifiuti ricevibili all’impianto pari a 100 t/giorno (22.000 t/anno).
La capacità massima di rifiuti messa in riserva (R13) ammonta a 2550 t cui si somma il quantitativo massimo
stoccabile di rifiuti prodotti pari a 300 t, ottenendo in definitiva un quantitativo massimo di rifiuti stoccabili
in impianto (max capacità di stoccaggio) pari a 2850 t (inferiore a quello massimo autorizzato di 3310 ton).
UBICAZIONE
Il sito in esame è situato Zona Artigianale Industriale Val D’Assa in comune di Carrè in Via Terrenato 10/12,
a circa 2 Km a sud-ovest dal centro del paese, in vicinanza del confine territoriale con il Comune di Piovene
Rocchette; l’impianto insiste su un’area di circa 18.500 mq. catastalmente censita in Comune di Carrè al fo-
glio 6, mappali: nn. 791 – 819 – 808 - 804 porz. - 807 - 1004 - 798 - 8 porz. - 9 porz. - 163 porz.. - 10 porz. , con
destinazione urbanistica “E/2 – sottozone agricole” oggetto di variante ex art. 5 - D.P.R. 447/98 approvata
dallo Sportello Associato per le Imprese di Thiene nella conferenza dei servizi del 12/06/08; n. 1008 con desti -
nazione urbanistica “D1/5: zone per attività industriali – artigianali di completamento”.
L’area dell’impianto, confina a nord con Via Pilastri e a ovest con Via Terrenato, a sud parte con la proprietà
della ditta 3F Ingranaggi S.r.l. e parte con area agricola, a est con altra area agricola di proprietà.
Nelle vicinanze dell’impianto (se si esclude l’abitazione del titolare adiacente al capannone preesistente) non
si ritrovano nuclei abitativi.
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L’area è recintata, con recinzione metallica, lungo tutto il perimetro; dispone di un’area verde (giardino) di
pertinenza della palazzina uffici (a sud dell’insediamento) ed è anche perimetrata da fasce con sistemazione
a verde alberate.
All’impianto si accede direttamente da Via Terrenato attraverso due passaggi carrai sul lato ovest della pro-
prietà; dai due ingressi, si accede rispettivamente:
- all’area di pertinenza del nuovo sito, alla palazzina uffici ed alla rimanente area scoperta di pertinenza
dell’impianto ed è l’ingresso principale,
- all’area del capannone preesistente, adiacente all’abitazione del titolare.
La viabilità di avvicinamento al sito è costituita principalmente da nord e da sud dalla ex S.P. 349 ora S.P. del
Costo, e da essa tramite le intersezioni:
- rotatoria 112 del Comune di Piovene Rocchette in Via Bianche
- Via Brenta
Le strade suddette consentono l’immissione nella ZAI Val D’Assa del Comune di Carrè, e di qui in Via Ter -
renato , dalla quale si accede al sito della Ditta.
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Ortofoto del sito
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.) VIGENTE
L’area ricade in fascia di ricarica degli acquiferi ma non in zona sottoposta a vincolo idrogeologico.
L’impianto è dotato di tutti i presidi atti a evitare qualsiasi rischio per le falde sotterranee e in particolare:
- le attività attuale e futura non danno luogo ad alcuno scarico di acque reflue industriali;
- le operazioni di messa in riserva e quelle di recupero dei rifiuti sono previste unicamente all’interno dei
fabbricati, su superfici impermeabili e resistenti, presidiate, dove necessario, da sistemi di captazione e rac -
colta di eventuali colaticci;
- l’area esterna è utilizzata per la manovra dei vettori e per il deposito di materie prime seconde/”non
rifiuti”, materiali metallici , essendo solo marginalmente interessata dal deposito temporaneo di rifiuti non
pericolosi prodotti dall’attività di recupero, comunque effettuato entro container scarrabili dotati di copertu-
ra o opportunamente protetti;
- tutta l’area scoperta è dotata di pavimentazione resistente ed impermeabile ed è presidiata da sistemi di
captazione e controllo delle acque meteoriche insistenti.
Si rileva la necessità, oltre che di condurre l’analisi attraverso un confronto con quanto indicato nel PTRC vi -
gente, anche di risolvere alcune contraddizioni tra quanto esposto nel progetto e risultante dalla verifica sul -
lo stato dei luoghi e quanto sopra affermato (es. che le operazioni di messa in riserva e recupero sono previ -
ste unicamente all’interno dei fabbricati).
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.) ADOTTATO
Per quanto concerne l’inquadramento del progetto in relazione ai vincoli, alle direttive ed alle prescrizioni
previste dal P.T.R.C., quest’ultimo non risulta contenere alcuna preclusione alla realizzazione del progetto
proposto.
Non risulta evidenza che sia stato verificato il rapporto tra il progetto in questione ed il PTRC adottato.
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)
Per quanto riguarda gli impianti di gestione rifiuti speciali:
- il comma 3 dell’art. 29 del P.T.C.P. della Provincia di Vicenza prescrive che, per le aree di ricarica della
falda, devono “essere evitati potenziali rischi di inquinamento, quali ad esempio la localizzazione di nuovi
siti di discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi di cui alla classificazione del D. Lgs. 36/2003 o di
industrie a rischio di incidente rilevante (con depositi di sostanze pericolose per l’ambiente);
- il comma 2 dell’art. 69 prescrive che l’accordo territoriale relativo agli interventi di ampliamento delle aree
produttive comprese nel territorio di due o più comuni preveda “la definizione delle linee evolutive del
territorio coinvolto nell’accordo, con l’inpiduazione dei limiti dell’area sovracomunale ampliabile, ivi
compresa la fissazione di eventuali limiti riguardanti le tipologie di attività insediabili e in particolare i limiti
all’ammissibilità dell’insediamento di attività commerciali e di stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti e
di impianti per la gestione dei rifiuti.
L’intervento in progetto prevede l’ampliamento di un impianto di recupero rifiuti esistente che sarebbe già
dotato di tutti i presidi atti a scongiurare qualsiasi rischio per le falde sotterranee; vengono citate le
medesime affermazioni indicate nel paragrafo di analisi del PTRC vigente
A prescindere da quanto sopra citato, in relazione all’analisi del PTCP e del Rapporto ambientale, si afferma,
senza riscontri oggettivi che per quanto concerne l’inquadramento del progetto rispetto ai vincoli, alle
direttive ed alle prescrizioni previste dal P.T.C.P., gli interventi in progetto risultino perfettamente
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compatibili con il P.T.C.P. adottato dalla Provincia di Vicenza, essendo gli stessi previsti all’interno di
un’area produttiva che non è gravata da vincoli/prescrizioni di sorta.
Nella parte finale del capitolo, inoltre, senza alcun riferimento a specifiche tematiche del PTCP, si afferma
che, a prescindere dalle considerazioni fatte in ordine alla pianificazione territoriale, la realizzazione del
nuovo capannone, non produrrà sensibili alterazioni della visuale in particolare da Via Bianche (a sud dello
stabilimento).
PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE (P.T.A.)
L’esposizione di questo paragrafo riporta in realtà nei contenuti del PTRC e PTCP in termini di tutela delle
acque, facendo tuttavia emergere una situazione particolare, riferita ad un collettore acque bianche della
pubblica fognatura e che, in sostanza, l’impianto esistente risulta essere adeguato alle disposizioni delle
N.T.A. del P.T.A. della Regione Veneto.
Si rileva, anche in questo caso, la necessità di risolvere alcune contraddizioni tra quanto esposto nel progetto
e risultante dalla verifica sullo stato dei luoghi e quanto sopra affermato.
PIANO REGOLATORE GENERALE (P.R.G.) DEL COMUNE DI CARRÈ
In questo capitolo si evidenzia il fatto che l’area di pertinenza dell’attuale impianto è censita al foglio 6
mappali: nn. 791 - 819 - 808 - 804 porz. – 807 – 1004 – 798 – 8 porz. – 9 porz. – 163 porz.. - 10 porz. , con
destinazione urbanistica “E/2 – sottozone agricole” oggetto di variante ex art. 5 – D.P.R. 447/98 approvata
dallo Sportello Associato per le Imprese di Thiene nella conferenza dei servizi del 12/06/08; n. 1008 con
destinazione urbanistica “D1/5: zone per attività industriali – artigianali di completamento” del Comune di
Carrè. E si afferma che le superfici e le altezze delle infrastrutture in progetto (nuovo fabbricato ) sono
conformi alle N.T.A. del P.R.G.
Si afferma inoltre che:
- le norme settoriali che disciplinano la gestione di rifiuti (il D.Lgs. N. 152/06 e ss.mm.ii. e la L.R. N.
03/2000) prevedono espressamente la possibilità di approvare un progetto, anche in variante agli
strumenti urbanistici, attraverso una Conferenza dei Servizi, previo riconoscimento della
compatibilità ambientale;
- essenzialmente per questo motivo il progetto viene assoggettato all’iter autorizzativo di cui all’art.
208 del D.Lgs. N. 152/06 e ss.mm.ii. (e anche agli artt. 23 e seguenti della L.R. N. 03/00), con una
procedura che espressamente prevede l’approvazione in Conferenza dei Servizi convocata dalla
Provincia; così operando il progetto viene sottoposto ad una valutazione tecnica specifica con una
modalità che, in caso di approvazione (del progetto), produce gli effetti di una variante dello
strumento urbanistico comunale per la realizzazione dello specifico progetto.
In questo capitolo, in realtà, non viene analizzato il P.R.G. del Comune di Carrè ma si descrivono l'intervento
(capannone area sud-est) e le procedure amministrative che, in precedenza, avrebbero permesso detta
costruzione.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO INTERCOMUNALE (P.A.T.I.)
In questo punto si afferma che al momento della stesura della presente relazione, il Comune di Carrè ha
adottato e ha in fase di approvazione il PAT, tuttavia la fase di approvazione del PAT del Comune di Carrè
si è successivamente conclusa, ratificazione approvazione con DGP n. 50/2014, e pertanto dovrà essere
analizzato il PAT approvato ed il relativo Rapporto Ambientale, con il conseguente parere della
commissione VAS n. 109 del 22.10.2013.
In ogni caso non è stato analizzato il PAT adottato se non con una generica affermazione con la quale si
informa che il P.R.G. ed il P.A.T. comunale adottato non prevedono alcun vincolo per l’area dell’impianto,
peraltro già approvato e funzionante; altrettanto non esistono vincoli nella adiacente Z.A.I. del Comune di
Piovene Rocchette.
Il quadro prospettato nel progetto reputa che il progetto proposto non prefiguri sostanziali elementi di
incompatibilità con le norme tecniche, le prescrizioni ed i vincoli del P.R.G. e del PAT del Comune di Carrè,
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ritenendosi peraltro che, per le sovraesposte considerazioni, il progetto proposto non determini in concreto
significativi effetti negativi, anche in relazione alla situazione di fatto delle aree interessate.
Nello stesso capitolo si afferma, senza alcuna analisi di supporto all'interno del capitolo in questione, che
sotto il profilo amministrativo, assodata l’assenza di concreti fattori negativi, la procedura di V.I.A., che
considera lo specifico progetto, può concludersi con l’approvazione del progetto stesso in Conferenza dei
Servizi).
Relativamente all'eventuale bisogno di una variante alla strumentazione urbanistica si afferma solo che il
progetto viene sottoposto ad una valutazione tecnica specifica con una modalità che, in caso di approvazione
(del progetto), produce gli effetti di una variante dello strumento urbanistico comunale per la realizzazione
dello specifico intervento, senza inpiduare le eventuali incompatibilità con detta strumentazione.
Si ritiene, pertanto, che alla luce delle considerazioni sopra esposte relative ad ogni elemento di
programmazione analizzato, che il quadro programmatico proposto sia carente, in quanto contenente
descrizioni contraddittorie, affermazioni apodittiche e con l’assenza di valutazioni specifiche sia in relazione
agli elementi pianificazione considerati che ad altra regolamentazione applicabile quale:
- l'analisi della variante parziale al PTRC per l'attribuzione della valenza paesaggistica (DGR n. 427/2013);
- l’adeguamento del PTCP dopo le prescrizioni deliberate dalla Regione Veneto con DGR n. 708/2012);
- il PAT del Comune di Carrè (ratificazione approvazione con DGP n. 50/2014), il relativo Rapporto
Ambientale e parere della commissione VAS n. 109 del 22.10.2013;
- il PAT del Comune di Piovene Rocchette, il relativo Rapporto Ambientale e parere della commissione VAS.
Si rileva inoltre come le carte tematiche relative a: al P.R.T.R.A., al P.R.R.A., all’uso del suolo, ai temi
geologici ed ai temi idraulici/ideologici dovranno essere adeguatamente analizzate, ovvero stralciate se non
si ritenesse opportuno verificarle e valutarle.
VALUTAZIONE
Il quadro programmatico risulta insufficiente sia nell’analisi che nelle valutazioni di merito.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’area ove sorge l’impianto si trova a circa 2 km a Sud-Ovest del centro di Carrè, al confine con il territorio
comunale di Piovene Rocchette; confina a Nord con Via Pilastri, a Ovest con Via Terrenato, a Sud in parte
con la proprietà della ditta 3F Ingranaggi e in parte con zona agricola e a Est con zona agricola di proprietà
della ditta stessa.
Nelle vicinanze dell’impianto non si trovano nuclei abitativi; si segnala, unicamente, l’abitazione del titolare.
Nello stato di fatto lo stabilimento occupa una superficie complessiva di circa 18.500 mq, sulla quale
insistono i seguenti edifici:
1. abitazione del proprietario, situata al confine Nord-Ovest dello stabilimento, in prossimità dell’incrocio tra
Via Terrenato e via Pilastri;
2. capannone 1, situato in adiacenza (ad Est) all’abitazione del proprietario. Tale edificio ha una superficie
coperta di circa 1000 mq e un’altezza utile di 10 m; è chiuso su tre lati e completamente aperto sul lato Sud
ed è sudpiso in un’area di conferimento (lato aperto), un’area adibita a officina e in aree di stoccaggio.
3. capannone 2, collocato al confine Sud-Ovest dello stabilimento. L’edificio ha una superficie coperta di
circa 990 mq e un’altezza utile di circa 10 m. è chiuso su tre lati e completamente aperto sul lato Est, ed è
sudpiso in un’area di conferimento e distinte aree di stoccaggio.
4. palazzina uffici, situata al confine Ovest dello stabilimento. La struttura presenta una superficie coperta di
400 mq e si sviluppa su tre piani, di cui uno interrato.
Oltre ai suddetti edifici sono presenti strutture esterne/infrastrutture a servizio dell’attività di recupero e
segnatamente:
- piazzale esterno impermeabilizzato, pavimentato con calcestruzzo armato;
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- reti di raccolta e convogliamento delle acque meteoriche sudpise in tre flussi distinti:
a) acque pluviali provenienti dalle coperture degli edifici esistenti, con destinazione in pozzi disperdenti;
b) acque scolanti dai piazzali pavimentati, con trattamento di “prima pioggia”, che vengono in parte
convogliate alla rete fognaria gestita da AVS S.p.A. (prima pioggia) e in parte al bacino drenante posto ad est
dell’area interessata dall’impianto di macinazione;
c) acque pluviali del nuovo capannone, con destinazione ad un ulteriore pozzo perdente.
Nel documento di collaudo si dà atto che le acque accumulate nel suddetto bacino vengono poi rilanciate,
mediante pompe, al collettore fognario.
Il trattamento di eventuali colaticci dai pavimenti dei capannoni coperti (1 e 2) avviene per mezzo di sistemi
di raccolta (canalette grigliate e caditoie) e di vasche a tenuta interrate;
- rete delle acque nere;
- impianto antincendio.
Il sito presenta un’ampia area scoperta che, al netto delle aree verdi, dei fabbricati e del sedime del
capannone in progetto (allo stato non pavimentato) copre circa 14.500 mq.
L’area pavimentata scoperta, colettata ai muri di recinzione e alle cordonate perimetrali e quindi
idraulicamente ripartita, è realizzata con pendenze idonee a favorire lo sgrondo delle acque meteoriche di
dilavamento verso caditoie grigliate afferenti a un sistema di collettori di convogliamento (a gravità) ad un
impianto di raccolta-disoleazione interrato.
Gli interventi in progetto, invece, dal punto di vista delle strutture prevedono la realizzazione di un nuovo
capannone (3), realizzato in adiacenza all’esistente capannone 2, con una superficie coperta di circa 1443 mq
e un’altezza utile pari a 10 m.
La struttura, chiusa sui lati Ovest e Sud, sarà realizzata con pilastri e travi in calcestruzzo armato
prefabbricati, la copertura sarà, anch’essa, realizzata con elementi prefabbricati in c.a.p. Il capannone sarà
pavimentato con massetto in cemento armato lisciato, analogamente all’esistente capannone 2.
La seguente figura riporta una planimetria dello stabilimento con evidenziate le opere edili, l’impianto di
trattamento meccanico a secco e la superficie coperta in progetto (delimitata da una linea rossa).
abitazione del
proprietario
impianto di trattamento
capannone 1 meccanico a secco
palazzina
uffici
pretrituratore
capannone 2
capannone
in progetto
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A seguito della realizzazione del nuovo capannone sarà rivisto completamente il lay-out dell’impianto, come
meglio descritto nel seguente paragrafo.
DESCRIZIONE DEL CICLO LAVORATIVO
A seguito della realizzazione del progetto è prevista l’introduzione di nuovi C.E.R., in particolare rifiuti
speciali non pericolosi quali carta, cartone, legno, vetro e plastica e inoltre l’aumento della capacità
produttiva dell’impianto, anche se dal punto di vista delle apparecchiature e macchinari non vi sono
variazioni sostanziali di sorta.
L’esercizio dell’impianto esistente prevede l’effettuazione delle seguenti operazioni:
a) messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da metalli ferrosi e non ferrosi (R13);
b) selezione e cernita finalizzata al successivo trattamento (R12);
c) recupero di rifiuti non pericolosi costituiti da metalli ferrosi e non ferrosi (R4).
La messa in riserva dei rifiuti avviene in aree distinte, prevalentemente in cumuli separati per tipologia e
all’interno di due capannoni coperti e, in maniera residuale, in containers (quelli esterni sono coperti).
Le M.P.S. sono stoccate nell’area esterna pavimentata, in cumuli nel caso di acciaio inossidabile –
ferro/acciaio, o in containers scarrabbili nel caso di metalli non ferrosi, trucioli e lamierino inox.
Nella zona Est dell’area esterna pavimentata si trova l’impianto di trattamento meccanico a secco, per il
recupero dei rifiuti metallici.
Si procede confrontando il ciclo produttivo di progetto e l’attuale al fine di evidenziare le modifiche
strutturali, di lay-out e di capacità produttiva sottoposte alla VIA.
La seguente tabella riepiloga le operazioni attualmente effettuabili in funzione dei C.E.R. dei rifiuti
conferibili.
Le potenzialità produttive dell’impianto esistente, confrontate con le quantità autorizzate, possono essere
riassunte come segue:
- operazione R4 (recupero): l’impianto è autorizzato a trattare 20.000 t/anno (80 t/g) di rifiuti, a fronte di una
potenzialità pari a 22.000 t/anno (100 t/g);
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- operazione R13 (messa in riserva): la capacità massima di rifiuti messi in riserva è pari a 2850 t, che si ricava
dalla somma di 2.550 t di rifiuti in ingresso e di 300 t di quantitativo massimo stoccabile di rifiuti prodotti
dall’impianto; il valore massimo autorizzato è pari a 3.310 t. più su era scritto 2.850.
Rispetto alla predetta descrizione, con le modifiche in progetto, oltre al ciclo di trattamento e messa in
riserva, si richiede l’autorizzazione all’introduzione di nuovi CER che saranno sottoposti a messa in riserva
(R13), selezionati/cerniti (R12) e, nella maggior parte dei casi, recuperati (R4).
In particolare, è prevista la sola messa in riserva per batterie al piombo, in apposito container posto
all’interno del capannone 2, e per i rifiuti di vetro, mentre per tutte le altre tipologie si procederebbe anche
con operazioni di R12 ed R13. La seguente tabella riepiloga le operazioni e i nuovi C.E.R. per cui è richiesta
l’autorizzazione come rifiuti accettabili in impianto e che andranno a sommarsi a quelli già autorizzati.
CER DESCRIZIONE R13 R12
02 01 04 rifiuti plastici (no imballaggi) X X
scarti di corteccia e sughero, segatura, trucioli, residui di taglio,
03 01 01, 03 01 05 X X
legno
10 11 12, 20 01 02 vetro X X
15 01 01 imballaggi di carta e cartone X X
15 01 02 imballaggi di plastica X X
15 01 03 imballaggi di legno X X
15 01 06 imballaggi in materiali misti X X
16 01 19 plastica X X
16 01 20, 17 02 02 vetro X X
16 02 16 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, cavi di rame X X
17 02 01, 20 01 38 legno X X
17 02 03, 19 12 04 plastica e gomma X X
19 12 07 legno X X
20 01 01 carta e cartone X X
20 01 39 plastica X X
16 06 01 batterie al piombo X
Le potenzialità dell’impianto in progetto possono essere riassunte come segue:
- operazione R4 (recupero): per l’impianto viene richiesta una potenzialità di trattamento, l’insieme di cernita
e recupero, pari a 100.000 t/anno. Per stimare le potenzialità effettive dell’impianto bisogna considerare un
insieme di operazioni comprendenti tra l’altro la cernita, anche manuale o tramite polipo meccanico, su un
insieme di tipologie di rifiuti;
- operazione R13 (messa in riserva): la capacità massima prevista di rifiuti messi in riserva è pari a 8375 t,
ottenuta sommando le 7.801 t di rifiuti non pericolosi in ingresso alle 550 t di quantitativo di rifiuti prodotti
dall’impianto stoccabili cui si aggiunge un massimo di 24 t di rifiuti pericolosi in ingresso.
La seguente tabella confronta lo stato di fatto con le ipotesi di progetto, con riferimento alle potenzialità
massime dell’impianto.
operazione stato di fatto ipotesi di progetto
R4 recupero rifiuti non pericolosi 20.000 t/anno 100.000 t/anno (complessive)
R13 messa in riserva rifiuti non pericolosi 2.550 t 7.801 t
R13 messa in riserva rifiuti pericolosi --- 24 t
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Rifiuti prodotti dall’impianto 300 t 550 t
Totale stoccaggio rifiuti non pericolosi 2.850 t 8.375 t
Una prima modifica al lay-out di produzione consiste nella ridefinizione del posizionamento dei box e delle
aree di stoccaggio interne/operative ed esterne di deposito, mentre la linea di macinazione e selezione non
subirà modifiche; saranno inoltre allestite delle nuove piazzole di deposito per i materiali plastici (aree
E1/E2), per il legno (area E4) e all’interno del capannone 2 si inserirà il vetro (posto 3), la carta/cartone
(posto 4) e il container contenente le batterie al piombo (posto 11).
Le principali aree di stoccaggio esterno sono riferite: alle M.P.S. (ferro e acciaio da macinare), al non rifiuto,
ai rifiuti in ingresso e ai rifiuti ferrosi prima del trattamento.
La seguente figura riepiloga il previsto futuro lay-out d’impianto.
E4
non rifiuto
E2
prodotti in
E1 ingresso
non rifiuto
m.p.s.
posto 4
posto 11 posto 3
Il ciclo lavorativo può quindi essere schematizzato come segue:
a) ricevimento dei materiali in ingresso, con i rifiuti che transitano attraverso il portale antiradiazioni
esistente e vengono successivamente pesati;
b) conferimento, scarico, verifica preliminare e accettazione dei rifiuti in ingresso;
c) messa in riserva dei rifiuti accettati, con aree, contenitori, cumuli e box dotati di sistemi di captazione e
raccolta di eventuali oli/spanti;
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d) cernita manuale o con caricatore a polipo per differenziare le qualità dei materiali e per la separazione di
eventuali frazioni estranee/sostanze indesiderate;
e) pressatura;
f) triturazione, macinazione, separazione inerziale della frazione leggera non metallica, separazione
magnetica dei metalli ferrosi e cernita manuale dei non ferrosi in apposita linea di riduzione volumetrica e
selezione;
g) deposito dei materiali ottenuti dalle operazioni di recupero, dei rifiuti prodotti dalle operazioni stesse e
dei rifiuti selezionati;
h) caricamento vettori destinati agli impianti di utilizzo delle M.P.S. e/o a ulteriori impianti di recupero dei
rifiuti ceduti come tali, cioè messi solo in riserva nell’impianto, e di quelli selezionati.
Con riferimento alla linea di recupero dei rifiuti metallici, questa può essere schematizzata come segue:
- riduzione volumetrica dei rifiuti mediante trituratore;
- macinazione mediante mulino a martelli dei rifiuti con pezzatura già ridotta;
- separazione magnetica dei materiali ferrosi dai rifiuti macinati, mediante separatore magnetico a nastro;
- cernita manuale dei metalli non ferrosi dai rifiuti effettuata sui rifiuti macinati.
La linea è dotata di un impianto di aspirazione e abbattimento della frazione leggera non metallica, che è
captata in corrispondenza della tramoggia di carico del mulino, nella zona di scarico del macinato e dei vari
salti tra i nastri; l’aria aspirata viene quindi convogliata a un impianto di abbattimento, composto da un
ciclone separatore e da una torre di lavaggio ad acqua, ed è quindi espulsa in atmosfera; a seguito del
collaudo risulta quindi installata una nuova sezione di trattamento delle emissioni, costituita da filtri a
maniche.
Il materiale solido separato dal ciclone è stoccato e successivamente inviato ad altri impianti, mentre l’acqua
di lavaggio viene filtrata con sacchi drenanti, con periodico spurgo dell’acqua torbida, che viene stoccata in
contenitori da 1 mc prima del conferimento come rifiuto (C.E.R. 16 10 04) a impianti di trattamento
autorizzati.
Le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali esterni pavimentati sono convogliate attraverso caditoie a
un impianto di trattamento così composto:
- vasca di raccolta in due scomparti, accumulo 85 mc;
- 3 vasche di disoleazione con volume utile pari a 20 mc;
- disoleatore con pozzetto di ispezione e campionamento.
Sul collettore di mandata in pubblica fognatura delle acque trattate sono installati un contatore volumetrico
di tipo magnetico e un pozzetto d’ispezione e di campionamento.
La frazione di acque eccedente la capacità di accumulo delle vasche di raccolta viene convogliata in un
bacino di laminazione, con una capacità di accumulo 1500 mc, realizzato all’interno della proprietà dello
stabilimento, nella zona est, dotato a monte di un disoleatore a coalescenza e un pozzetto di campionamento;
le acque, secondo il documento di collaudo, sono poi rilanciate al collettore fognario pubblico.
Il quadro progettuale delineato risulta incoerente e contraddittorio; a titolo esemplificativo si evidenzia:
- in punti persi della relazione si parla di collocazione dei rifiuti/materiali/impianti/esclusivamente al
coperto, mentre in altri si evidenzia una situazione persa;
- alcuni rifiuti non vengono catalogati con il codice CER corretto;
- l’utilizzo del nuovo capannone è descritto in modo contraddittorio in persi punti della documentazione.
Il quadro generale, anche per le considerazioni sopra espresse, non appare sufficientemente esaustivo ed era
risultato necessario provvedere con specifica richiesta di integrazioni.
L’attività di controllo nel frattempo svolta, ha evidenziato come non via stata piena attuazione delle singole
prescrizioni contenute nel precedente parere di non assoggettabilità, espresso dalla Commissione VIA
provinciale nell’anno 2008, l’aggiunta di nuovi macchinari non autorizzati, la pavimentazione di un’ulteriore
area dell’insediamento senza autorizzazione, la conduzione deficitaria dell’impianto di depurazione e
l’inadeguatezza dello stesso già nella configurazione attuale.
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VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto si esprime un parere negativo alla luce delle gravi carenze tecnico-documentali del
progetto e delle rilevanti criticità emerse a seguito della specifica attività di controllo.
111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Le condizioni meteorologiche della zona possono essere ricavate dai dati delle stazioni fisse di rilevamento
Arpav dei comuni limitrofi, in particolare quella di Thiene (temperatura), Vicenza (precipitazioni), Quinto
Vicentino e Malo (venti).
Le temperature medie mensili variano dai 4 °C del periodo invernale ai 25 °C del periodo estivo. Le
precipitazioni sono distribuite su tutto l’arco dell’anno con picchi nei periodi primaverili e autunnali. La
stazione di Vicenza ha registrato una media annuale di pioggia, nell’arco di cinque anni dal 1999 al 2005,
pari a 1056 mm. Nel periodo estivo l’azione combinata di radiazione solare e precipitazioni favorisce la
presenza di umidità diffusa. Il vento ha direzione prevalente da Ovest, con intensità debole (v < 1.8 m/s) o
con calma di vento.
La maggior parte delle operazioni di scarico e selezione avviene, e avverrà, all’interno di capannoni e non dà
luogo a particolari emissioni, ad eccezione della linea di macinazione e selezione, che è collocata all’esterno e
può generare frazione leggera; tuttavia, per tale linea, è previsto un sistema di captazione e trattamento delle
arie con concentrazioni al camino inferiori, da collaudo, ai valori già autorizzati (20 mg/Nmc). Non sono
previste nel progetto modifiche sostanziali a tale linea.
Il quadro rappresentato evidenzia un rispetto dei limiti stabiliti dall’autorizzazione e, fatte salve modifiche
del lay-out a seguito delle integrazioni di cui al capitolo di valutazione del quadro progettuale, non sono
attese modifiche determinate dal nuovo progetto; si ritiene tuttavia utile acquisire.
VALUTAZIONE
Gli aspetti rilevanti della presente matrice ambientale sembrano essere adeguatamente considerati, ma si rileva la
necessità di prevedere, nel caso di presentazione di un nuovo progetto, una adeguata modellizzazione valutativa relativa
alle ricadute delle emissioni in atmosfera.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il comune di Carrè appartiene al Bacino idrografico Brenta Bacchiglione. Il principale corso d’acqua è
rappresentato dal torrente Igna, che origina nelle Bregonze al confine con Chiuppano e, scorrendo poi in
direzione Sud, dopo 83 km, si getta nel Bacchiglione a Dueville.
La rete idrografica superficiale della zona di interesse non è particolarmente sviluppata, a causa delle
caratteristiche di permeabilità del suolo e degli interventi di tombinatura legati alle opere di urbanizzazione.
L’elemento di maggior rilievo è costituito dal torrente Rozzola che, proveniente dalla Valle del Castello,
corre lungo il confine tra Zanè e Zuliano, fino a giungere a Thiene, dove confluisce nella Roggia di Thiene.
Altro elemento rilevante, se pur “intubato” al di sotto della zona industriale, è costituito dal torrente Ca’
Bianca, che scorre nell’area a Ovest della stessa ZI e torna a giorno prima di entrare nel comune di Zanè, per
poi confluire anch’esso nella Roggia di Thiene.
Il consumo d’acqua dell’impianto è principalmente legato al funzionamento della torre di abbattimento ad
acqua dell’impianto di captazione e trattamento della frazione leggera generata dalla linea di triturazione,
macinazione e selezione dei metalli ferrosi.
Per quanto riguarda i reflui idrici, l’attività produce scarichi derivanti dal dilavamento dei piazzali
pavimentati e delle coperture.
Con riferimento al dilavamento delle coperture, questo viene convogliato in pozzi perdenti.
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Le acque di dilavamento dei piazzali sono raccolte tramite caditoie grigliate da un sistema di
convogliamento a gravità, che le porta verso un impianto di disoleazione interrato, dotato di due vasche di
raccolta. In caso di superamento della capacità delle vasche, le stesse acque sono convogliate verso un bacino
di laminazione realizzato all’interno della proprietà della ditta; entrambi i circuiti prevedono di inviare le
acque trattate a un collettore della rete pubblica di acque nere; sono realizzati, a monte dello scarico del
collettore, pozzetti di ispezione e campionamento.
Il quadro progettuale delineato risulta incoerente, contraddittorio e gravemente insufficiente, con addirittura
l’autosegnalazione di una situazione di non conformità.
A mero titolo esemplificativo si evidenzia:
- in punti persi della relazione si parla di recapiti dei reflui con modalità discordanti e gli stessi recapiti
vengono inquadrati e inpiduati in modi persi (fognatura, reti di raccolta, bacino finale di raccolta);
- non vengono fornite informazioni sulla ripartizione quantitativa dei persi flussi dei reflui;
- non viene verificata la funzionalità e l’efficacia del sistema di trattamento delle acque di prima pioggia e
della conseguente qualità della seconda pioggia, in relazione all’aumento delle superfici soggette a
dilavamento;
- le analisi allegate evidenziano un mancato rispetto dei limiti previsti per lo scarico sul suolo, delle acque di
seconda pioggia.
A seguito di quanto sopra, si era ritenuto necessario richiedere una completa revisione della
caratterizzazione del presente aspetto ambientale che, oltre ad affrontare e risolvere contraddizioni ed
incoerenze e valutare eventuali modifiche del lay-out a seguito delle integrazioni di cui al capitolo di
valutazione del quadro progettuale, prevedesse le seguenti valutazioni/considerazioni/conclusioni:
- redazione di un bilancio idrico riferito all’anno 2013, che comprenda i calcoli sulla pluviometria
locale e sui volumi di prima pioggia, di seconda pioggia, con ripartizione dei flussi riferiti alle acque
provenienti dai tetti e dai piazzale, nonché la destinazione dei singoli scarichi (fognatura, pozzi
perdenti e bacino di laminazione);
- effettuazione di nuove analisi di controllo delle acque di dilavamento di seconda pioggia, in modo
tale da essere maggiormente rappresentative sia in relazione agli eventi meteorici, che al punto di
recapito dello scarico, affinando altresì, quando necessario, la determinazione della risposta analitica
(es. idrocarburi);
- relazione sugli interventi di manutenzione/gestione del sistema di trattamento/gestione delle acque,
ivi compresi il sensore di pioggia e la disoleazione finale delle acque di seconda pioggia, nonché
sullo lo stato di impermeabilizzazione delle vasche, i volumi e le ore di funzionamento della pompa
di rilancio sita nel bacino di laminazione;
- a partire dal documento di collaudo, prevedere il ridimensionamento del sistema di trattamento
delle acque di prima pioggia, tenendo conto sia delle modifiche che verrebbero poste in atto con la
realizzazione del progetto, che della necessità di garantire il trattamento, come prima pioggia, di
un’aliquota superiore a quella attuale, vista la certificata insufficiente qualità delle acque di seconda
pioggia.
L’attività di controllo nel frattempo svolta, ha evidenziato come il sistema di gestione attuale delle acque di
dilavamento, comprensivo dell’impianto di depurazione, non sia in grado di consentire già nella
configurazione attuale il rispetto dei vigenti limiti in tema di scarichi; tale aspetto verrebbe ulteriormente
peggiorato, in assenza di interventi strutturali, da ampliamenti dell’attività.
VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto si esprime un parere negativo alla luce delle gravi carenze tecnico-documentali del
progetto e delle rilevanti criticità emerse a seguito della specifica attività di controllo.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
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Gli 8.71 kmq del territorio comunale di Carrè sono racchiusi dall’antica soglia del torrente Astico, dal monte
Summano e dalle pendici meridionali dell’altopiano dei Sette Comuni.
I circa 4 kmq di pianura, versante Ovest del comune, costituiscono parte dell’area geolitologica del Conoide
fluvioglaciale pedemontana del vecchio corso del Torrente Astico e presentano un substrato di ghiaie e
sabbie ad alto contenuto calcareo, originatosi dall’apporto dei torrenti montani. I terreni sono coltivabili con
capacità d’uso medio - alta (Classe IIIs) e la coltura prevalente è costituita dal mais.
La restante metà orientale del territorio fa parte dell’area geolitologica delle colline delle Bregonze, che sono
costituite da materiale di origine vulcanica, di natura vulcanoclastica ovvero basaltica. La morfologia della
zona presenta prevalentemente versanti e dorsali a bassa pendenza (LB1.5), costituiti da suoli basaltici con
capacità d’uso III e IV e coltivati prevalentemente a prato. Si segnala anche la presenza di versanti a
pendenza elevata (LB1.3), prevalentemente boscati (con castagneti e robinia), scarsamente coltivabili, con
presenza di zone calcaree con scarpate subverticali. Si riscontra, inoltre, una diffusa coltre di materiale
colluviale, a prevalenza argillosa originata da alterazione delle vulcaniti, che genera frequenti fenomeni
franosi.
L’area interessata dal progetto è quindi un'area di alta pianura ad elevata permeabilità dei sedimenti (tra gli
apparati collinari di Piovene Rocchette ed i rilievi che bordano le pertinenza di Carrè - Chiuppano), una
zona delicata, di ricarica degli acquiferi, un settore peculiare sotto il profilo idrogeologico provinciale,
all'apice di una delle strutture di drenaggio più importanti della fascia pedemontana; peraltro, storicamente,
tale corridoio deve essere stato un paeloalveo del T. Astico, cosicchè non si può escludere che nel sottosuolo
sussistano anche situazioni geostrutturali tali da incrementare la già elevata vulnerabilità del territorio.
Quanto sopra costituisce pertanto condizione "predisponente" fondamentale, per interpretare la gestione
delle componenti ambientali per l'insediamento in parola.
Dal punto di vista idrogeologico, la zona in esame è interessata da una direttrice di deflusso denominata
Piovene-Villaverla, dell’unica falda a superficie libera dell’Alta Pianura, legata alle dispersioni dell’Astico
tra Piovene Rocchette e Caltrano, che si sviluppa nell’alta pianura in direzione Sud, con un gradiente
complessivo medio pari a 0.15 %.
L’attività esistente e il progetto prevedono una pavimentazione completa delle aree, coperte e scoperte, sulle
quali vengono messi in riserva, cerniti e/o trattati i rifiuti che sono di tipo solido non polveroso; eventuali
colaticci oleosi e le acque di dilavamento dei piazzali vengono trattati con appositi sistemi disoleatori. Le
acque trattate sono convogliate a un collettore delle “acque nere” della fognatura pubblica. I residui di
disoleazione sono periodicamente raccolti in appositi contenitori e inviati ad autorizzati impianti di
trattamento.
Gli scarichi sul suolo e sottosuolo che potrebbero eventualmente essere correlati problemi d’inquinamento
delle falde, sono caratterizzati dalle acque meteoriche di dilavamento dei piazzali, mentre non si ravvisano
particolari criticità per le acque meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici.
In relazione alla gestione delle acque, infatti, si evidenzia che:
- esiste un bacino ove vengono convogliate le acque: nonostante la predisposizione al rilancio in fognatura,
l'invaso pare di fatto una struttura completamente disperdente (configurandosi come scarico su suolo);
- sui piazzali di fabbrica sussistono quantitativi elevati di rifiuti lisciviabili dalle acque di pioggia;
- i lavori di progetto dovrebbero incrementare le superfici impermeabilizzate e, di conseguenza, i volumi di
acqua da doversi gestire.
Il quadro generale appariva sufficientemente esaustivo, tuttavia, in considerazione della criticità
rappresentata dalla falda sottostante, risultava necessario approfondire maggiormente alcuni aspetti del
sistema, integrando i documenti depositati con la realizzazione di un bilancio idrico di ulteriore dettaglio
rispetto a quanto richiesto nel paragrafo riguardante l’ambiente idrico, che comprendesse: calcoli sulla
pluviometria locale riferita almeno ai dati degli ultimi 5-10 anni, calcolo dei volumi di prima pioggia, di
seconda pioggia, tempi di corrivazione, stima dei volumi riferibili ad acque provenienti dai tetti e di
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piazzale, dati di destinazione dei singoli scarichi (fognatura, pozzi perdenti e bacino di laminazione),
tenendo conto delle modifiche che verrebbero poste in atto con la realizzazione del progetto.
L’attività di controllo nel frattempo svolta, ha evidenziato come il bacino che doveva ricevere le acque di se-
conda pioggia non fosse stato impermeabilizzato e come lo scarico in esso di acque che eccedevano i limiti di
legge avesse comportato un livello di contaminazione tale da richiedere l’attivazione di una procedura di bo-
nifica.
VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto si esprime un parere negativo alla luce delle gravi carenze tecnico-documentali del
progetto e delle rilevanti criticità emerse a seguito della specifica attività di controllo.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
La Ditta si trova in zona artigianale-produttiva, in Classe V di Zonizzazione Acustica (Aree Prevalentemente
Industriali; limite emissione diurno 65 dBA); i ricettori prossimi sono in Classe III (Aree di tipo misto; limite
di emissione diurno 55 dBA).
La principale sorgente sonora è rappresentata dall’impianto di trattamento meccanico a secco, comprendente
l’impianto di captazione ed abbattimento frazione leggera della stessa linea, oltre al polipo utilizzato per la
movimentazione dei rifiuti.
Lo Studio (Previsionale) di Impatto Acustico è basato su misurazioni eseguite nel Maggio 2011. I rilievi sono
stati effettuati al perimetro dell’impianto e “in prossimità dei ricettori” (non in simultanea); in tale occasione
era in funzione l’impianto di trattamento meccanico a secco dei rifiuti metallici.
Il quadro generale appare abbastanza esauriente, si rileva tuttavia come le scelte, in termini di
campionamento spaziale (selezione dei punti di misura) e di campionamento temporale (selezione dei tempi
di misura), così come le informazioni fornite a corredo, non appaiano adeguate allo scopo di fornire una
documentata analisi dell’impatto acustico dell’attività in oggetto; in particolare, non è stato effettuato un
monitoraggio di lunga durata che evidenzi tempi di funzionamento, andamento e caratteristiche delle
emissioni sonore della ditta e che fornisca informazioni sul clima acustico della zona (con e senza “sorgente
specifica”) e non sono state inoltre effettuate specifiche sessioni di misura atte a caratterizzare potenza
sonora (e direttività) dell’impianto di trattamento; all’esito della suddetta caratterizzazione acustica, non
sono stati prodotti mappe di isolivello e calcoli di singolo punto. Inoltre non sono esplicitamente ed
univocamente identificati i ricettori prossimi/più esposti e la loro posizione relativa rispetto alle sorgenti.
In relazione al presente aspetto si era ritenuto necessario integrare la relazione, secondo le specifiche Linee
Guida Arpav, approvate dalla Regione Veneto.
VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto non si è in grado di esprime un parere, viste le carenze tecnico-documentali del progetto
e si rileva la necessità di prevedere, nel caso di presentazione di un nuovo progetto, una adeguata risposta alla richiesta
di integrazioni formulata nell’ambito di questo procedimento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Radiazioni non ionizzanti
Il territorio comunale di Carrè è attraversato in direzione Est-Ovest da due elettrodotti da 132 kV; sono
inoltre presenti due stazioni radiobase.
La natura dei rifiuti trattati e dell’impianto in generale non lascia intravedere potenzialità d’inquinamento
da radiazioni non ionizzanti connesse all’attività.
Il Comune di Carrè, che compare nell’Elenco dei Comuni con territorio inserito nelle fasce di rispetto ai sensi
della LR 27/06/97 n. 22, non si è dotato di un piano di Piano di Illuminazione Pubblica.
Radiazioni ionizzanti
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La relazione di Valutazione di Impatto Ambientale non menziona il fatto che il Comune di Carrè rientra
nell’elenco dei comuni a rischio Radon, secondo la DGRV n. 79 del 18/01/02 che disciplina la materia.
La natura dei rifiuti trattati e dell’impianto lascia presupporre un rischio modesto ed è presente, all’ingresso,
un portale per la verifica sulla presenza di rifiuti radioattivi.
Il quadro generale appariva abbastanza esauriente, ma era emersa comunque la necessità di integrare la
documentazione con le seguenti valutazioni:
- rispetto di quanto previsto dalla L.R. 27/06/97 n. 22 per quanto riguarda l’inquinamento luminoso;
- valutazione del rischio Radon, considerato che la ditta presenta una palazzina uffici dotata di piano
interrato e che il Comune di Carré rientra tra i comuni a rischio;
- in relazione al portale di sorveglianza radiometrica, ai sensi del D.Lgs. n. 100/2011, dare conto delle
procedure di taratura seguite e della inpiduazione di Esperto Qualificato.
VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto non si è in grado di esprime un parere, viste le carenze tecnico-documentali del progetto
e si rileva la necessità di prevedere, nel caso di presentazione di un nuovo progetto, una adeguata risposta alla richiesta
di integrazioni formulata nell’ambito di questo procedimento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area di progetto ricade in una zona al limite tra gli ambiti dell’Alta Pianura Vicentina e dei Costi Vicentini
e fanno parte del primo ambito il centro abitato di Carrè e le aree industriali e artigianali, compresa l’area di
insediamento del nuovo capannone. L’ambito è caratterizzato da uno sviluppo massiccio di seminativi,
alternati, nella parte Est, in prossimità del fiume Brenta, a sistemi agricoli con presenza di siepi campestri e
prati.
L’originaria struttura insediativa di matrice agricola è stata integrata da quella di natura industriale -
artigianale che ha contribuito a una crescita dei centri, posti prevalentemente a destra e sinistra
dell’autostrada A31, che hanno sviluppato un tessuto urbano articolato e complesso.
Il valore naturalistico - ambientale dell’ambito non è particolarmente rilevante, ad esclusione di una buona
presenza di saliceti, formazioni riparie e prati; comunque, le aree di una certa valenza ambientale sono in
genere di piccole dimensioni e isolate ed il paesaggio si presenta frammentato da opere di edilizia,
infrastrutture e ampi campi coltivati a seminativo.
Il progetto prevede la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica addossato al lato Est dell’esistente
capannone 2, situato nella zona industriale del Comune di Carrè. L’attuale “paesaggio” presso il sito non
subirà modifiche significative a seguito della realizzazione del progetto, poiché già caratterizzato dalla
presenza dei fabbricati simili presenti nell’esistente ZAI, immediatamente a ridosso dei confini Nord, Sud e
Ovest del sito.
Il quadro generale appare abbastanza esauriente, si rilevava tuttavia la necessità di integrare la
documentazione, proponendo soluzioni progettuali che mitighino maggiormente l’impatto in fregio alla
zona agricola.
VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto non si è in grado di esprime un parere, viste le carenze tecnico-documentali del progetto
e si rileva la necessità di prevedere, nel caso di presentazione di un nuovo progetto, una adeguata risposta alla richiesta
di integrazioni formulata nell’ambito di questo procedimento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Per l’ingresso e l’uscita dei vettori l’impianto usufruisce della rete stradale della ZAI ed i mezzi pesanti, in
particolare, transitano attraverso due passaggi carrai sulla Via Terrenato.
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La viabilità di avvicinamento al sito è costituita principalmente dall’ex S.P. 349, ora S.P. del Costo, dalla Via
Bianche e dalla Via Brenta; dalla suddetta viabilità si può accedere direttamente alla Via Terrenato e quindi
alla Nuova Europ Metalli. La rete viaria esistente, costituita da strade con carreggiate adeguate a supportare
il traffico originato da una zona industriale, è interessata da una mole di traffico attualmente ben lungi dalla
saturazione; per Via Bianche, Via Barche e Via Terrenato la soglia di criticità può essere fissata ai 1.500
passaggi di mezzi pesanti al giorno (nell’arco temporale delle giornate feriali tra le ore 7.00 e le ore 19.00).
Dall’analisi delle bolle in ingresso e uscita si evince che l’impianto allo stato attuale origina un flusso di
veicoli pesanti pari a 8 camion/giorno e si può stimare che l’incremento di produttività comporterà flussi
complessivi pari a circa 36 camion/giorno, con un incremento di 28 camion/giorno; il traffico pesante indotto
sarà incrementato in misura di circa l’1% rispetto all’attuale situazione di transito sulle strade d’immissione
alla zona industriale.
La relazione prodotta risulta adeguatamente analizzata e le conclusioni riportate, che evidenziano l’assenza
di ulteriori impatti significativi, risultano conpisibili.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento riferimenti.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Il territorio comunale di Carrè interessa sia l’ambito collinare delle Bregonze, che un ambito di pianura
fortemente antropizzato.
L’ambito delle Bregonze comprende, quasi esclusivamente, le aree forestali comunali costituite
principalmente da robineti e castagneti; la quasi totalità delle formazioni sono vincolate dalla Legge 52/78.
L’ambiente collinare, proprio per la sua natura boschiva e per la presenza di coltivi e pascoli in abbandono,
costituisce l’habitat di numerose specie, tra cui mammiferi di grandi (caprioli) e di piccole dimensioni (lepre,
talpa, ratto nero, topo selvatico, topo ragno, arvicola sotterranea e arvicola di Savi), predatori terrestri (volpi,
faine donnole), rettili (biacco nero, saettone, orbettino, ramarro, lucertola muraiola e più raramente vipera
comune) e roditori (ghiro).
Nello specifico, il contesto territoriale nel quale è situata l’attività risulta interessato da evidenti azioni di
natura antropica che, nel tempo, hanno alterato in modo irreversibile gli originari livelli di naturalità.
L’ecotessuto indica una prevalenza di elementi artificiali, quali gli edificati delle zone industriali di Piovene
Rocchette e Carrè e di aree destinate all’agricoltura.
Relativamente alla componente ambientale flora e vegetazione, all’interno o in prossimità dell’area di
intervento non sono presenti specie di pregio a rischio di riduzione/estinzione; non si segnala inoltre la
presenza di associazioni vegetazionali di particolare pregio. Non sono presenti zone umide, sorgenti d’acqua
o pozze di abbeveraggio e la maggior parte delle specie faunistiche presenti risultano comuni e di medio
pregio conservazionistico; la forte antropizzazione dell’ambiente comporta un habitat inospitale per la
nidificazione di specie faunistiche di elevato/medio pregio conservazionistico.
La relazione prodotta risulta adeguatamente analizzata e le conclusioni riportate, che evidenziano l’assenza
di ulteriori impatti significativi, risultano conpisibili.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento riferimenti.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE
PERSONE
Le principali fonti di radiazioni non ionizzanti dell’area sono costituite da due elettrodotti da 132 kV; sono
inoltre presenti due stazioni radiobase.
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Con riferimento alle radiazioni ionizzanti, il Comune di Carrè è inserito nell’elenco dei comuni a rischio
Radon (aggiornamento del 18/01/02) secondo la DGRV n. 79 del 18/01/02.
I nuovi C.E.R. introdotti nel progetto di ampliamento sono tutti rifiuti non pericolosi, con l’esclusione delle
batterie usate, che sono solo messe in riserva in apposito container all’interno di un capannone e poi
conferite ad impianti autorizzati; è presente, in ingresso all’impianto, un portale per il controllo radiometrico
dei rifiuti.
La linea di lavorazione (a secco) è provvista di impianto di abbattimento e trattamento della frazione leggera
e i rifiuti trattati nella configurazione attuale, sono di tipo non polveroso.
Le acque di dilavamento dei piazzali esterni pavimentati sono trattate per poi essere parzialmente scaricate
nella rete fognaria, con caratteristiche stabilite dal gestore della rete stessa, e in parte nel bacino drenante
esterno.
Con riferimento all’impatto acustico, non vengono introdotte nuove potenziali sorgenti sonore.
Non si ravviserebbero pertanto ulteriori rischi per la salute pubblica o per i lavoratori.
Il quadro generale appariva abbastanza esauriente, ma si rilevava la necessità di integrare la documentazione
con una valutazione, con eventuale soluzioni di gestione/contenimento, delle possibili emissioni diffuse
derivanti dall’attività, con particolare attenzione alle nuove tipologie di rifiuti.
VALUTAZIONE
In relazione al presente aspetto non si è in grado di esprime un parere, viste le carenze tecnico-documentali del progetto
e si rileva la necessità di prevedere, nel caso di presentazione di un nuovo progetto, una adeguata risposta alla richiesta
di integrazioni formulata nell’ambito di questo procedimento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri progetti o interventi in zone limitrofe.
Il progetto non risulta adeguato rispetto al fine che si propone di conseguire e contrasta parzialmente con i
vincoli territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti porta a ritenere come il progetto presenti impatti negativi e significativi per l’ambiente
che non risultano adeguatamente gestiti già nella configurazione attuale, con conseguente necessità di
prevedere nuove e specifiche soluzioni gestionali e progettuali, che consentano, in via continuativa, il
rispetto dei limiti di legge e dell’ambiente.
Gli elaborati esaminati sono stati oggetto di numerose, significative e rilevanti richieste di integrazioni, viste
le diffuse carenze presenti nella documentazione tecnico-progettuale presentata.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole matrici
ambientali sopra descritte.
Il progetto è stato oggetto di puntuali e sostanziali osservazioni pervenute dal Comune di Carrè, dal
Consorzio di Bonifica e dal gestore del servizio idrico integrato A.V.S. spa.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
all’approvazione progetto in tema di gestione rifiuti.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE CONTRARIO
All’intervento,in considerazione delle motivazioni sopra descritte.
Un nuovo progetto potrà essere preso in considerazione solo al termine delle procedure di infrazione in
corso e con un certificato rispetto dei limiti previsti per l’attività in essere; tale progetto dovrà prevedere un
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contenuto tecnico informativo che dia un adeguato riscontro alla integrazioni richieste nell’ambito del
presente provvedimento ed alle osservazioni sopra citate.
Vicenza, 26 novembre 2014
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
dott.ssa Silvia Chierchia Ing.Ferretti Maria Pia
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