determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




               DETERMINAZIONE N° 914 DEL 10/10/2017

                          Servizio VIA VINCA


     OGGETTO: GIUDIZIO NEGATIVO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E
     CONTESTUALE AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI D.LGS.
     152/2006 E S.M.E.I.
     DITTA: ITALCROMATURA SRL
     PROGETTO: MODIFICA IMPIANTO GALVANICO CON RISTRUTTURAZIONE
     GESTIONE ACQUE DI PROCESSO
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: MONTECCHIO MAGGIORE

                            IL DIRIGENTE


        Premesso che:
      •  la ditta ITALCROMATURA SRL, con sede legale ed operativa in via Ettore Majorana
        6A/6B/6C in comune di Montecchio (VI) ha presentato, in data 27/01/17, prot n. 6267
        l'istanza per ottenere il giudizio di compatibilità ambientale e contestuale autorizzazione
        integrata ambientale per l'intervento relativo a “Modifica impianto galvanico con
        ristrutturazione gestione acque di processo, nel sito catastalmente censito Foglio n. 19
        mappali n. 68 e 502;
      •  la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa al punto 3 lettera f) impianti per il
        trattamento di superficie di metalli e materia plastiche mediante processi elettrolitici o
        chimici qualora le vasche destinate al trattamento abbiano un volume superiore a 30 m3;
      •  per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in materia di VIA e di
        AIA si svolgono in maniera unificata attraverso il coordinamento delle perse disposizioni
        in materia, come previsto dall'art.10 c.2 D.Lgs. 152/2006.
        Tenuto conto che:
      •  tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 rientra,
        nell'allegato B, la valutazione d’impatto ambientale e contestuale Autorizzazione Integrata
        Ambientale per attività galvaniche.
        Considerato che:
      •  La ditta Italcromatura srl ha provveduto alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto
        deposito del progetto, in data 07/02/2017 sul quotidiano “Corriere del Veneto”, ed alla
        successiva presentazione al pubblico in data 14/02/2017;
      •  sono pervenute, ai sensi dell'art. 24 del D.Lgs. n. 152/2006, le osservazioni dal comune di




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        Montecchio Maggiore con nota agli atti prot. 19776 del 16/03/2017, trasmesse al proponente
        per le considerazioni di pertinenza con nota n.21282 del 22/03/2017 ad integrazione della
        comunicazione con la quale è stata inoltrata la richiesta di integrazione generale con nota
        prot. 18632 del 14/03/2017;
      •  la ditta Italcromatura srl ha dato riscontro alle richieste integrazioni con nota prot.46922 del
        28/06/2017.
         Visto e fatto proprio il parere contrario di impatto ambientale n.25/2017 espresso dal
     comitato tecnico di Valutazione Impatto Ambientale provinciale nella riunione del 04/10/2017, ai
     sensi della L.R. n. 4/2016, allegato al presente atto come parte integrante e sostanziale relativo sia
     alla procedura di VIA che di AIA.

        Tenuto conto, in particolare, della conclusione del parere 25/2016 come di seguito riportato:
                          CONCLUSIONI
     Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
     Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole
     matrici ambientali sopra descritte.

     L’analisi degli impatti porta a ritenere che l’attività proposta comporti impatti significativi per
     l’ambiente, anche potenziali, con particolare riferimento alla rilevanza ed alle sensibilità del
     contesto del sito inpiduato, piuttosto che all’intervento previsto.
     Il progetto, pur non prevedendo variazioni sostanziali rispetto alla potenzialità attuale ed oggetto
     dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, si configuri in realtà come una serie di modifiche
     impiantistica che, nella sostanza, riducono i trattamenti previsti nell’impianto di depurazione
     reflui a fronte di un aumento estremamente rilevante del prelievo idrico e del volume di scarico
     (oltre il 100%), senza che tale aumento venga tecnicamente e compiutamente giustificato. Si
     ritiene pertanto che tale ipotesi progettuale si configuri come una diluizione non consentita e che,
     trattandosi di attività IPPC, non risponda al criterio delle migliori tecniche disponibili, riducendo
     infine l’efficienza dei presidi ambientali esistenti.
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo alla procedura di Valutazione d’Impatto
     Ambientale e, in quanto avente esito negativo, preclude la prosecuzione del procedimento relativo
     all’Autorizzazione Integrata Ambientale.
                    Tutto ciò premesso il Comitato esprime
                        PARERE CONTRARIO
              All’intervento,in considerazione delle motivazioni sopra descritte


         Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2014) che è di 270 giorni (ID PROC 179).

        Visti:
      •  il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
      •  la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
        2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
        giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
      •  la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
        competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”

        Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;




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         Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è
     stato approvato il Bilancio di Previsione 2017-2019;

        Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2017/19;

                         DETERMINA

      1. giudizio NEGATIVO di compatibilità ambientale per il progetto della ditta
        ITALCROMATURA SRL, con sede legale ed operativa in via Ettore Majorana 6A/6B/6C in
        comune di Montecchio (VI) ha presentato, in data 27/01/17, prot n. 6267 l'istanza per
        ottenere il giudizio di compatibilità ambientale e contestuale autorizzazione integrata
        ambientale per l'intervento relativo a “Modifica impianto galvanico con ristrutturazione
        gestione acque di processo, nel sito catastalmente censito Foglio n. 19 mappali n. 68 e 502
        per le motivazioni riportate nel parere 25/2017 allegato al presente decreto per costituirne
        parte integrante e sostanziale.
      2. di dare atto che a seguito della presente determinazione la ditta dovrà provvedere a produrre
        la documentazione richiesta con nota prot. 68835 del 13/10/2016, nell’ambito del
        procedimento di riesame dell’autorizzazione integrata ambientale vigente.
      3. di informare che:
            a) avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R.
            (Tribunale Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento,
            ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni;
            b) la documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Ambiente
            Servizio VIA -Suolo - rifiuti della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1,
            Vicenza.
      4. di dare altresì atto che:
            a) il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
            www.provincia.vicenza.it;
            b) la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto un
            estratto del presente provvedimento, concordato preventivamente con gli Uffici
            provinciali , nel quale saranno indicati l’opera, l’esito del provvedimento e i
            luoghi ove lo stesso può essere consultato nella sua interezza;
            c) dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i
            termini per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti
            interessati, nonché per le scadenze di cui al precedente punto 3);
            d) la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o
            indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
            sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12).
      5. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta ITALCROMATURA srl, studio di
        progettazione e consulenza, comune e suap di Montecchio Maggiore, ARPAV di Vicenza,
        Ulss n.8 Berica , Società Acque del Chiampo spa.
      6. di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai
        sensi e per gli effetti D.L. 33/20113.




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        7. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
         diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
         sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
        8. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
         all'albo pretorio on line.


     Vicenza, 10/10/2017



                                      Sottoscritta dal Dirigente
                                      (MACCHIA ANGELO)
                                        con firma digitale




     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 914 DEL 10/10/2017


     OGGETTO: GIUDIZIO NEGATIVO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E
     CONTESTUALE AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI D.LGS.
     152/2006 E S.M.E.I.
     DITTA: ITALCROMATURA SRL
     PROGETTO: MODIFICA IMPIANTO GALVANICO CON RISTRUTTURAZIONE
     GESTIONE ACQUE DI PROCESSO
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: MONTECCHIO MAGGIORE




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 11/10/2017.


     Vicenza, 11/10/2017




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                        (BERTACCHE CRISTINA)
                                           con firma digitale




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                PROVINCIA DI VICENZA
                       AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                        SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                           Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                   ITALCROMATURA S.R.L.
                           PARERE N. 25/2017

     Oggetto: Modifica impianto galvanico con ristrutturazione gestione acque di processo.
     PROPONENTE:           Italcromatura srl
     SEDE LEGALE:          Via Ettore Majorana 6A/6B/6C – Montecchio Maggiore
     SEDE INTERVENTO:        Via Ettore Majorana 6A/6B/6C – Montecchio Maggiore
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Galvanica.
     PROCEDIMENTO:          Procedura di V.I.A. e contestuale A.I.A.
     MOTIVAZIONE V.I.A:       ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 3.
                     Lavorazione dei metalli e dei prodotti minerali - f) impianti per il
                     trattamento di superficie di metalli e materia plastiche mediante processi
                     elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al trattamento abbiano un
                     volume superiore a 30 m3.
     COMUNE INTERESSATO:       \\\
     DATA DOMANDA:          27 gennaio 2017
     DATA PUBBLICAZIONE:       07 febbraio 2017
     DATA INTEGRAZIONI:       28 giugno 2017

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - Elaborato 1   Studio di Impatto Ambientale
      - Elaborato 2   Sintesi non tecnica
      - Elaborato 3   Relazione tecnica di non necessità della valutazione di incidenza ambientale
       Elenco allegati AIA
      - Scheda A    Scheda A- Informazioni Generali
      - Scheda B    Scheda B - Dati e notizie sull'impianto attuale
      - Scheda C    Scheda C- Dati e notizie sull'impianto da autorizzare
      - Scheda D    Scheda D - Inpiduazione della proposta impiantistica ed effetti ambientali
      - Scheda E    Scheda E - Modalità di gestione degli aspetti Ambientale piano di monitoraggio
      - Allegato A10 Certificato Camera di Commercio
      - Allegato A11 Copia degli atti comprovanti la titolarità dell'Azienda nel sito
      - Allegato A13 Estratto topografico in scala 1:25000 o 1:10000 (IGM o CTR)
      - Allegato A14 Mappa catastale in scala 1:2000 o 1:4000
      - Allegato A15 Stralcio del PRG in scala 1:2000 o 1:4000
      - Allegato A16 Zonizzazione acustica comunale
      - Allegato A18 Concessioni per derivazione acqua
      - Allegato A19-21Autorizzazione allo scarico delle acque
      -         Autorizzazione allo scarico delle emissioni in atmosfera
      -         Autorizzazioni inerenti la gestione dei rifiuti
      - Allegato A25 Scherni a blocchi
      - Allegato B18-23Relazione tecnica dei processi produttivi
      -         Planimetria dell'approvvigionamento e distribuzione idrica
      -         Planimetria dello stabilimento con inpiduazione dei punti di emissione e
               trattamento degli scarichi in atmosfera


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                 Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




       -  Planimetria delle reti fognarie, dei sistemi di trattamento, dei punti di emissione degli scarichi
         liquidi e della rete piezometrica
       -  Planimetria dello stabilimento con inpiduazione delle aree per lo stoccaggio di materie e rifiuti
       -  Planimetria dello stabilimento con inpiduazione dei punti di origine e delle zone di influenza delle
         sorgenti sonore
       -  Allegato B24 Identificazione e quantificazione dell'impatto acustico
       -  Allegato C6    Nuova relazione tecnica dei processi produttivi dell'impianto da autorizzare
       -  Allegato C7    Nuovi schemi a blocchi
       -  Allegato C8-11 Planimetria modificata dell'approvvigionamento e distribuzione idrica
       -           Planimetria modificata dello stabilimento con inpiduazione dei punti di emissione
                  e trattamento degli scarichi in atmosfera
       -           Planimetria modificata delle reti fognarie, dei sistemi di trattamento, dei punti di
                  emissione degli scarichi liquidi e della rete piezometrica
       -           Planimetria modificata dello stabilimento con inpiduazione delle aree per lo
                  stoccaggio di materie e rifiuti
       -  Allegato D6-14 Identificazione e quantificazione degli effetti delle emissioni in aria e confronto con
                  SQA per la proposta impiantistica per la quale si richiede l'autorizzazione
       -           Identificazione e quantificazione degli effetti delle emissioni in acqua e confronto
                  con SQA per la proposta impiantistica per la quale si richiede l'autorizzazione
       -           Identificazione e quantificazione degli rumore e confronto con valore minimo
                  accettabile per la proposta impiantistica per la quale si richiede l'autorizzazione
       -           Riduzione, recupero ed eliminazione dei rifiuti e verifica di accettablità
       -           Analisi energetica
       -           Analisi di rischio per la proposta impiantistica per la quale si richiede
                  l'autorizzazione
       -           Ulteriori identificazioni degli effetti per la proposta impiantistica per la quale si
                  richiede l'autorizzazione
       -           Relazione tecnica su analisi opzioni alternative in termini di emissioni e consumi
       -           Relazione tecnica su analisi opzioni alternative in termini di effetti ambientali
       -  Allegato E4    Piano di monitoraggio e controllo.

                                 PREMESSE
     Italcromatura s.r.l. è una ditta specializzata nei trattamenti galvanici di nichelatura e di cromatura; questi
     trattamenti superficiali hanno la funzione di conferire particolari caratteristiche estetiche e di migliorare la
     resistenza alla corrosione delle superfici trattate.
     L’impianto è installato all’interno di un capannone industriale, avente una superficie coperta di circa 2.820
     mq cui è annesso, a nord-ovest dello stesso, un blocco uffici servizi. Il capannone, di tipo industriale, è realiz-
     zato con scheletro portante in elementi prefabbricati in c.a.p. (plinti di fondazione, pilastri, travi) e copertura
     a shed.
     L’azienda opera sulla base e nel rispetto del provvedimento AIA n. 10/2011, all’interno della quale sono con-
     tenuti le condizioni operative atte a garantire la conformità ai requisiti di legge nazionali (D.lgs 152/2006) ed
     europei (direttiva comunitaria 2008/1/CE).
     La movimentazione dei manufatti all’interno del tunnel viene gestita automaticamente con tempi e movi-
     mentazioni comandati da PLC a seconda dei cicli di lavorazione/finitura richiesti.
     Le attuali linee produttive in servizio presso il sito aziendale sono composte da vasche realizzate con mate-
     riali resistenti all’aggressività delle soluzioni contenute nelle vasche (Titanio, PVDF, AISI 316), contenenti ba-
     gni galvanici (soluzioni elettrolitiche).

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     L’impianto galvanico è costituito da una linea di nichelatura-cromatura (con fasi di preparazione / finitura
     dei pezzi da rivestire / rivestiti).
     La proposta progettuale in esame prevede, sinteticamente, i seguenti aggiornamenti.
     Ciclo galvanica: riorganizzazione dei bagni galvanici, modifica gestione di alcuni lavaggi (da regime “a rici -
     clo” a regime “a perdere”) con aumento di portata delle acque allo scarico, installazione di un evaporatore
     per aumentare la qualità di lavaggio del trattamento a Cr III; ed a aggiunta vasca denichelatura manuale.
     Depuratore: modifica trattamento acque, senza coagulazione intermedia tra decromatazione e alcalinizzazio -
     ne.
     Emissioni: modifica del sistema di aspirazione del tunnel da generalizzato a parzialmente localizzato, modi -
     fica rispetto al progetto delle aspirazioni localizzate sopra cromature, modifica trattamento fumi (camini 1, 2
     e), nuova emissione diffusa.
     Monitoraggi: richiesta di modifiche sull’attività di monitoraggio con attività interne.
     Rifiuti: modifica gestione rifiuti (classificazioni e stoccaggi), modifica uso delle vasche di contenimento elua -
     ti (con boro e solfati da smaltire) e chiarimenti sulla vasca di raccolta del fango (ispessitore e non stoccaggio).

                              UBICAZIONE
     L’impianto galvanico in essere è ubicato all’interno dei fabbricati aziendali di via Majorana in Comune di
     Montecchio Maggiore; il sito aziendale in parola è ubicato all’interno della zona produttiva di Montecchio
     Maggiore, classificata come Zona Territoriale Omogenea D1 dallo strumento urbanistico vigente comunale,
     destinata ad insediamenti di edifici e complessi produttivi, appartenenti ai rami di attività economica delle
     industrie.
     Sotto il profilo geografico, l'area in esame è situata sulla piana alluvionale della bassa valle dell’Agno,
     all’interno del bacino idrografico del omonimo fiume.




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                              Ortofoto del sito
     L’immobile aziendale ricade ad una quota di circa 59 m s.l.m., e risulta direttamente confinante con:
     • a Sud e Ovest con un’azienda per la verniciatura a polvere (Verniciando s.r.l.);
     • a Sud Est con una porzione di capannone vuoto (ex BTL s.r.l.), un’azienda per la lavorazione (stampaggio)
     e commercio di materie plastiche (MILA PLAST s.r.l.);
     • a Est con un’azienda per lo stampaggio di resine termoplastiche e termoindurenti (PLASTICA NARDON
     s.r.l.);
     • a Nord, oltre via Majorana, con un’azienda per la trafilatura di fili di rame ad alta qualità (VENETA TRA-
     FILI s.p.a).




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     L’area industriale è direttamente servita dalla S.P. 246 “Recoaro”, che attraversa il territorio amministrativo
     di Montecchio Maggiore da Sud-Est a Nord-Ovest sulla direttrice Vicenza – Montecchio Maggiore - Valda-
     gno – Recoaro, direttamente connessa all’autostrada A4.
     l contesto territoriale circostante il sito aziendale, presenta lineamenti urbanistici complessi, in linea con i
     connotati del territorio dell’alta pianura vicentina: le zone edificate consolidate dei centri municipali si alter -
     nano alle zone industriali più o meno estese, relegando a lembi ormai frammentati di territorio le zone agri-
     cole.

                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Montecchio Maggiore;
     • Piano Regolatore Generale (P.R.G.) e Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Montecchio Maggiore;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Tutela dell’Atmosfera;
     • Piano di Assetto Idrogeologico;
     • Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
     il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti:
     - non vengono riportati gli estratti delle singole tavole del P.A.T. e sarebbe opportuna un analisi del
     Rapporto Ambientale del PAT.;
     - viene descritto il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera ma non lo si mette in relazione
     con l'intervento;
     - relativamente alla presenza nelle vicinanze di un pozzo idropotabile, chiarire in modo univoco le eventuali
     interferenze/interazioni con la zona di vincolo dei 200 metri generato dal pozzo stesso.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     STATO AUTORIZZATO DELL’IMPIANTO E DEL PROCESSO
     ITALCROMATURA S.R.L. e una ditta specializzata nei trattamenti galvanici di nichelatura e di cromatura.
     Questi trattamenti superficiali hanno la funzione di conferire particolari caratteristiche estetiche e di miglio -
     rare la resistenza alla corrosione delle superfici trattate. L’azienda opera sulla base e nel rispetto del provve -
     dimento AIA n. 10/2011.
     La tabella che segue riassume le caratteristiche principali e le potenzialità dell’impianto autorizzato.




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     L’impianto è installato all’interno di un capannone industriale, avente una superficie coperta di circa 2.820
     m2 cui e annesso, a nord-ovest dello stesso, un blocco uffici servizi. Il capannone, di tipo industriale, è realiz-
     zato con scheletro portante in elementi prefabbricati in c.a.p. (plinti di fondazione, pilastri, travi) e copertura
     a shed.
     L’impianto galvanico è costituito da una linea di nichelatura-cromatura (con fasi di preparazione/finitura
     dei pezzi da rivestire/rivestiti). La tabella alla pagina seguente riassume per ciascuna vasca la relativa fase
     del processo e la capacita di ogni sezione dell’impianto nell’assetto attualmente autorizzato. Le attuali linee
     produttive in servizio presso il sito aziendale sono composte da vasche realizzate con materiali (Titanio,
     PVDF, AISI 316) resistenti all’aggressività dei bagni galvanici (soluzioni elettrolitiche).
     La movimentazione dei manufatti all’interno del tunnel viene gestita automaticamente con tempi e movi-
     mentazioni comandati da PLC a seconda dei cicli di lavorazione/finitura richiesti.
     Per quanto riguarda i principali aspetti di rilevanza ambientale e le relative soluzioni di prevenzione, gestio-
     ne e protezione nello stato autorizzato, la documentazione presentata dal richiedente illustra quanto segue:
      lungo il perimetro del sedime dell’impianto galvanico è presente un cordolo di contenimento in cemento
      armato alto 25 cm; il cordolo di contenimento e il pavimento del tunnel sono rivestiti con una guaina in
      PVC flessibile dello spessore di 2 mm per formare un bacino di contenimento (“catino”), del volume di
      circa 120 mc, per la raccolta di eventuali spanti e colaticci che, ripresi in appositi pozzetti, vengono rilan -
      ciati ad una vasca (esterna) munita di elettropompa che li convoglia all’impianto di depurazione;
      l’intera linea è chiusa (tunnel) ed è presidiata da un sistema di ventilazione generalizzato, con aspirazio-
      ne meccanica in grado di garantire oltre 14 ricambi/ora; il flusso d’aria aspirato viene convogliato ad un
      abbattitore costituito da una colonna di assorbimento a corpi di riempimento; la colonna è dotata di cami-
      no (camino n. 1) di emissione avente diametro pari a 1˙000 mm e altezza da terra (della bocca di uscita)
      pari a 16 m;
      su ogni vasca di cromatura (nn. 65-66-67 e nn. 73-74) è inoltre previsto un sistema di aspirazioni localizza-
      te, collegate mediante un collettore del diametro di 500 mm ad un ventilatore avente una portata massima
      di10.000 m3/h; a monte del ventilatore è prevista l’installazione di un demister che ha la funzione di sepa-
      rare (e recuperare) dalle emissioni gassose la fase liquida eventualmente veicolata dalle soluzioni di trat -
      tamento e dai pezzi in fase di traslazione/movimentazione; il controllo finale delle emissioni è affidato ad
      una colonna di assorbimento a corpi di riempimento che utilizza acqua come liquido assorbente; la colon-
      na è dotata di camino (camino n. 2) di emissione avente diametro pari a 600 mm e altezza da terra (della
      bocca di uscita) pari a 13 m;




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      nel locale dell’impianto di depurazione acque il processo di riduzione dei cromati può dar luogo a pro-
      duzione di gas acidi (ossidi di zolfo e acido cloridrico) che devono essere opportunamente rimossi dal lo -
      cale stesso; l’impianto di depurazione è quindi presidiato da n. 2 pareti aspiranti collettate ad un ventila-
      tore avente una portata di 7˙000 m3/h; il controllo delle potenziali emissioni è affidato ad una colonna di
      assorbimento a corpi di riempimento che utilizza acqua come liquido assorbente; la colonna è dotata di
      un camino di emissione (camino n. 3) avente un diametro pari a 400 mm e altezza da terra (della bocca di
      uscita) pari a 9 m;
      per il riscaldamento ed il mantenimento delle temperature di processo nelle vasche dell’impianto galva-
      nico viene utilizzato il vapore prodotto dalla centrale termica; i fumi di combustione vengono espulsi in
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       atmosfera attraverso due camini (camino n°4 per il generatore di vapore principale e camino di servizio
       per quello di scorta);
       lo stabilimento dispone di una officina manutenzione dotata delle attrezzature necessarie per piccole ope-
       razioni di carpenteria; data la saltuarietà delle operazioni di saldatura, non si e ritenuta necessaria la pre -
       disposizione di una postazione con impianto fisso di aspirazione; si è previsto invece il ricorso ad un
       gruppo aspiro-filtrante carrellato, con due bracci articolati e terminali cappette di aspirazione facilmente
       posizionabili sull’area di lavoro, dotato di una sezione di trattamento costituita nell’ordine da pre-filtro
       metallico, filtro elettrostatico, post-filtro metallico, che consente il ricircolo dell’aria aspirata (filtrata) in
       ambiente di lavoro;
       le linee di trattamento galvanico determinano la produzione, in uscita dalle vasche di lavaggio, di acque
       contenenti metalli e altre specie chimiche, in particolare le acque accumulate nei serbatoi “B1” (acque aci-
       de) e “C1” (acque alcaline); tali acque, prima del convogliamento in fognatura pubblica di Via Majorana
       confluente al depuratore gestito da Acque del Chiampo S.p.A., sono sottoposte a specifico trattamento di
       depurazione chimico-fisico presso l’impianto aziendale; vengono alimentate all’impianto di depurazione
       aziendale; al medesimo depuratore aziendale vengono anche sollevati gli eventuali liquidi (spanti e cola-
       ticci) raccolti dalle caditoie che presidiano la superficie pavimentata coperta (sotto tettoia) a sud-ovest del
       capannone (sulla quale insiste quasi tutta la movimentazione dei mezzi per il conferimento delle materie
       prime e per l’allontanamento dei rifiuti);
       al fine di ottimizzare l’impiego della risorsa idrica, l’attuale autorizzazione prevede l’adozione di colonne
       (filtri) a scambio ionico per l’utilizzo in circuito chiuso delle acque di lavaggio; la soluzione prevede un
       impianto di filtrazione e ricircolo dedicato (separato) per ciascuna tipologia di lavaggio, in modo da pre-
       venire contaminazioni estranee e garantire cosi una qualità ottimale e costante all’acqua di lavaggio di
       ogni specifica operazione;
       le acque piovane di dilavamento dei tetti sono raccolte e convogliate mediante condotta al punto di scari-
       co denominato SF3, recapitante, attraverso la rete di raccolta delle acque meteoriche della zona industria-
       le, nel corso d’acqua denominato Roggia Signoletto;
       l’idroesigenza “produttiva” dello stabilimento (reintegro dei bagni galvanici e risciacqui, rigenerazione
       impianti a ricircolo, reintegro acqua evaporata negli scrubber, acqua di lavaggio a perdere) è assicurata
       da un pozzo proprio; il fabbisogno idrico dei servizi igienici e invece sostenuto dal pubblico acquedotto; i
       prelievi necessari per il funzionamento dell’impianto in progetto vengono così stimati: uso produttivo:
       37.000 m3/anno; uso civile: 500 m3/anno;
       per l’esercizio dell’attività si stimano i seguenti consumi energetici: metano (calore tecnologico e riscalda-
       mento ambienti di lavoro) 250.000 m3/anno; energia elettrica (elettrolisi, apparecchiature di processo, illu-
       minazione) 900 MWh/anno;
       la movimentazione totale di materie prime e sostanze impiegate in produzione è di circa 4.000 ton/anno.
     STATO DI PROGETTO DELL’IMPIANTO E DEL PROCESSO
     La proposta progettuale in esame prevede, ai sensi del comma 1 e 3 dell’art. 29 nonies del D.Lgs 152/06, di
     aggiornare l’attuale AIA nr 10/11 del 6 giugno 2011. I punti principali oggetto di aggiornamento (illustrati
     nella tabella e ricompresi nello schema a blocchi di progetto nelle pagine seguenti) sono:
     Ciclo galvanica
      - Riorganizzazione dei bagni galvanici;
      - Modifica gestione di alcuni lavaggi (da regime “a riciclo” a regime “a perdere”) con aumento di portata
      delle acque allo scarico;
      - Installazione di un evaporatore per aumentare la qualità di lavaggio del trattamento a Cr III;




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     Aggiunta vasca denichelatura (manuale).
     Depuratore
      - Modifica trattamento acque (senza coagulazione intermedia tra decromatazione e alcalinizzazione).
     Emissioni
      - Modifica del sistema di aspirazione del tunnel da generalizzato a parzialmente localizzato;
      - Modifica rispetto al progetto delle aspirazioni localizzate sopra cromature;
      - Modifica trattamento fumi (camini 1, 2 e 3)
      - Nuova emissione diffusa




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     Monitoraggi
      - Richiesta di modifiche sull’attività di monitoraggio con attività interne.

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     Rifiuti
       - Modifica gestione rifiuti (classificazioni e stoccaggi)
       - Modifica uso delle vasche di contenimento eluati (con boro e solfati da smaltire);
       - Chiarimenti sulla vasca di raccolta del fango (ispessitore e non stoccaggio)
                              Acque galvanica
     Per le acque galvaniche sono previsti i seguenti aggiornamenti:
     1. Riorganizzazione dei ricircoli
     Il progetto approvato prevedeva n. 5 impianti a riciclo con successivo trattamento degli eluati. Tutte le utiliz-
     zazioni di acqua confluivano al trattamento depurativo prima dello scarico in fognatura pubblica (non era
     previsto lo smaltimento come conferimento di rifiuto).
     In sede di esercizio sono state apportate modifiche al ciclo di lavaggio e riciclo in quanto i ricicli non permet -
     tevano un lavaggio completo compromettendo il risultato finale di cromatura.
     La proposta progettuale prevede:
     - impianto n. 1: utilizzare il riciclo su lavaggio caldo vasca 82 solo al bisogno in quanto l’acqua deionizzata a
      riciclo crea delle macchie sui prodotti finiti; si prevede, quindi, un incremento della portata di acqua allo
      scarico (+4 mc/settimana);
     - impianto n. 2: eliminare il riciclo delle vasche 69 e 70 in quanto l’acqua deionizzata a riciclo crea delle mac-
      chie sui prodotti finiti;
     - impianto n. 3: variare la posizione dell’impianto di ricircolo dei lavaggi finali 79, 80 e 81;
     - impianto n. 4: eliminare il riciclo dei lavaggi delle vasche 49, 61 e 62; il riciclo delle acque e risultato inade -
      guato in quanto l’acqua riutilizzata non garantisce un idoneo lavaggio che permette i trattamenti successivi
      di attivazione precedenti all’applicazione galvanica del Cr III;
     - impianto n. 5: eliminare il riciclo dei lavaggi 51, 64 e 72 in quanto inadeguato alle esigenze aziendali.
     2. Riorganizzazione del sistema raccolta acque
     A seguito della riorganizzazione delle vasche galvaniche viene anche modificato il sistema di raccolta ed in -
     vio delle acque al depuratore.
     3. Aggiornamento linee raccolta acque di processo
     Dai dati dello scarico e dei consumi e emerso che non e possibile raggiungere i limiti di scarico unicamente
     con la depurazione (che non agisce sul Boro e sui Solfati), ma si rende necessario separare alcuni scarichi da
     raccogliere e poi conferire come rifiuto.
     Da qui e emersa la necessita di modificare il percorso di singoli effluenti con l’attenzione di separare quelli
     destinati allo smaltimento.
     Si segnala per ultimo che, per il riscaldamento di alcuni bagni e a seguito dismissione della caldaia da 1744
     kW, e stata inserita una nuova caldaia da 1.117 kW in grado di fornire 1.500 kg/h di vapore.
                           Modifica ciclo galvanica
     Per la linea galvanica sono previsti i seguenti interventi:
     1. Riorganizzazione vasche
     Il progetto approvato prevedeva la possibilità di due tipi di nichelatura (lucida o satinata) e due tipi di cro -
     matura (lucida o fumè). A seguito di esigenze di mercato, si e appurato che alcuni processi non risultano
     economicamente più vantaggiosi.
     La modifica di progetto prevede la seguente configurazione:
     - Vasche/posizioni da 1 a 30: ingresso ed uscita pezzi, sgrassature, lavaggi, decapaggio e neutralizzazione;
     - Vasche da 31 a 64: nichelatura opaca, nichelatura lucida, attivazioni e lavaggi;
     - Vasche da 65 a 77: cromatura (lucida) e lavaggi;
     - Vasche da 78 a 82: passivazione e lavaggi.




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     2. Modifica vasca n. 69
     La vasca 69 riguarda un lavaggio statico. Attualmente tale vasca viene riempita con acqua pulita ad inizio
     settimana (tipicamente il lunedì) e inviata alla vasca A1 (e quindi al depuratore) a fine settimana (venerdì). Si
     e notato che durante i cicli di lavorazione il liquido di lavaggio tende man mano a concentrarsi, e quindi
     l’efficienza di lavaggio tende progressivamente a diminuire, con conseguente rischio di imperfezioni e diso -
     mogeneità del risultato finale e con perdita della qualità del prodotto.
     Si propone pertanto la trasformazione del bagno da statico a dinamico, con l’introduzione di un evaporatore
     per il ricircolo delle acque di lavaggio. Un flusso continuo del bagno di lavaggio sarà cioè inviato in continuo
     ad un evaporatore di nuova installazione: l’acqua pulita evaporata sarà condensata e quindi reimmessa alla
     vasca 69 per mantenere il bagno con acqua a bassa concentrazione, mentre il concentrato sarà inviato alla va-
     sca di raccolta A1 (e di lì smaltito); la parte di acque inviate sarà reintegrata da acqua pulita. In tal modo la
     concentrazione nella vasca sarà modesta e costante e si prevede un miglioramento e più facile mantenimento
     della qualità dei prodotti.
     3. Denichelatura manuale
     L’installazione di tale vasca deriva dalla necessita di trattare (denichelare) i semilavorati (di terzi) che non ri-
     spondono al normale standard qualitativo, per poi rifare il trattamento galvanico. La vasca non e quindi in-
     serita nel normale ciclo di produzione, ma utilizzata saltuariamente in modo manuale solo al bisogno.
     Si propone l’installazione di una vasca di denichelatura elettrolitica manuale a freddo (comprensiva di vano
     di denichelatura e vano di lavaggio) da utilizzarsi solo al bisogno. La vasca sarà posizionata all’interno del
     tunnel, nelle vicinanze della catena galvanica (vedi planimetria allegata); dalla denichelatura si origina una
     modesta quantità di idrogeno (qualche litro/h) che, diffuso sull’ambiente sarà poi captato dalla aspirazione
     centralizzata. Pertanto sarà soggetta a captazione delle eventuali emissioni gassose.
     Il contenuto liquido (lavaggio e bagno) viene utilizzato fino a quando non e esausto, e conferito come rifiuto
     immediatamente dopo. La qualifica di rifiuto (CER 11 01 09*) avviene quindi al momento in cui il bagno non
     risulta più efficace, e contemporaneamente viene smaltito.
                          Modifiche al ciclo di depurazione
     Il progetto prevede di modificare l’attuale ciclo di depurazione non effettuando la fase di coagulazione (Fase
     b). Si ritiene, infatti, superfluo effettuare una coagulazione del refluo acido (presenza solo di sospesi derivan-
     ti dall’attività – inquinante non caratteristico e presente in queste acque) prima di aver regolato il pH con
     successiva flocculazione con polielettrolita.
     Si prevede di portare le acque decromate direttamente nella vasca di miscelazione con le acque senza cromo
     e con controllo e regolazione del pH a mezzo di soda caustica.
     Inoltre, in relazione all’andamento delle analisi (da cui non si riscontrano superamenti dei solidi sospesi e di
     metalli eventualmente trascinati come sospesi), il progetto prevede di non integrare l’impiantistica con un
     filtro finale nel caso di occasionali superamenti del nichel.
                        Modifiche emissioni in atmosfera
     L’aggiornamento previsto dal progetto comporta modifiche nei confronti dell’attuale configurazione delle
     fonti di emissione in atmosfera (camini). Si precisa che le modifiche introdotte relative alle aspirazioni su
     tunnel (camino n. 1), aspirazioni su cromature (camino n. 2) e sul trattamento dei fumi (camino n. 3) non
     comportano variazioni rispetto ai valori di concentrazioni di sostanze attualmente emesse in atmosfera. Le
     emissioni diffuse generate dall’impianto di spazzolatura non risultano significative.
     In particolare per le emissioni sono previsti aggiornamenti relativi a:
     1. Modifica aspirazioni su tunnel
     Il progetto approvato prevede una aspirazione generale del tunnel dove sono presenti tutti i bagni e non vi e
     presenza costante di personale. E una aspirazione generale che intende bonificare l’intera camera ove sono
     presenti tutte le vasche galvaniche. Nel tempo si e tuttavia notato che alcune esalazioni da vasche, pur non


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     avendo concentrazioni significative (vedi analisi ambientali), possono alterare (puntinare) i manufatti in la-
     vorazione.
     Da qui la necessita di poter introdurre alcune aspirazioni localizzate. In particolare si propone di disporre di
     aspirazioni localizzate sulle sgrassature 9, 10, 12 e 13 mediante cappe in PP e due ventilatori da 2000 mc/h
     ciascuno da inserire nell’aspirazione generale del tunnel relativa alla emissione nr 1 (camino n. 1). Questa
     specifica aspirazione (pari al massimo a 4000 mc/h) non incide in modo significativo sulla portata massima
     complessiva di 45.000 mc/h (portata alla massima potenzialità di aspirazione) che rimane la stessa.
     2. Modifica delle cappe aspiranti su cromatura
     In fase di installazione, non sono state installate le cappe aspiranti poste sopra le vasche 65, 66 e 67 e non
     sono state installate le aspirazioni a bordo vasca. L’aria ora viene aspirata dalle cappe poste sopra le vasche
     73 e 74 e dall’ambiente del tunnel come aspirazione generale del tunnel stesso.
     Al fine di valutare l’efficienza attuale delle aspirazioni e l’eventuale necessita di tali aspirazioni localizzate,
     sono state effettuate due campagne di analisi con campionamento effettuato in prossimità delle vasche (so-
     pra) al fine di valutare se la mancanza dell’aspirazione localizzata possa far aumentare la concentrazione so-
     pra le vasche tali da rendere l’ambiente pericoloso per gli addetti dediti alla manutenzione e rabbocco delle
     vasche. Il campionamento e stato concordato con l’RSPP e con l’ULS.
     Dai risultati riscontrati, si evince che la concentrazione del Cr tot risulta inferiore ad 1/10 del TLV, valutato,
     per ossidi solidi, di 0.05 mg/mc di Cr VI. Si ritiene pertanto che non sussista un reale rischio di inalazione
     (nei momenti di controllo bagni e manutenzione) anche in assenza dell’aspirazione specifica localizzata. La
     proposta e quindi di mantenere una bonifica complessiva del tunnel senza la necessita, per l’aspirazione nr 2
     (camino n. 2), di disporre di aspirazioni localizzate (a cappa e a bordo vasca) ed in particolare in prossimità
     del cromo III delle vasche 65, 66 e 67.
     3. Modifica trattamento fumi camini 1, 2 e 3
     L’autorizzazione vigente prevede che gli impianti di abbattimento a torre di lavaggio siano seguiti da un se -
     paratore di gocce/demister. I demister sono previsti prima dell’installazione delle torri a protezione delle
     emissioni. Nel periodo di esercizio (da ottobre 2011 a gennaio 2013), il separatore che precede la torre di la -
     vaggio al camino 2 non ha comportato la necessita di eseguire attività di manutenzione (pulizia) in quanto
     posto a sufficiente distanza dalle cappe di aspirazione e inoltre per l’oggettiva valutazione di mancanza di
     aerosol nelle vasche di cromatura.
     In fase di installazione delle colonne di abbattimento, si sono riscontrate difficolta di spazio per poter inseri -
     re i demister che pertanto non sono stati momentaneamente inseriti.
     Ciò premesso il progetto prevede di non inserire i demister per le seguenti osservazioni:
     - nel periodo di funzionamento con la precedente gestione (Italcromatura in affitto al ramo di azienda Fran -
      ceschetto srl) gli interventi di manutenzione effettuati non hanno dato segni oggettivi di trattenimento di
      trascinamenti da parte del demister (camino 2);
     - le colonne stesse costituiscono un trattamento ad umido che permette l’abbattimento anche degli aerosol
     eventualmente presenti sostituendosi di fatto alla funzione del demister su entrambe i camini.
     Alla luce di quanto sopra si ritiene non necessario installare i demister e lasciare alle colonne anche l’attività
     di togliere eventuali aerosol presente nell’aria aspirata.
     4. Nuova operazione di spazzolatura
     In aggiunta alle modifiche delle emissioni convogliate, il progetto in esame, prevedendo la realizzazione di
     un’operazione di spazzolatura sui pezzi trattati, attiverà due bocche di aspirazione per una portata totale
     aspirata di 3.000 mc/h. Il sistema di trattamento sarà costituito da due sacchi filtranti in feltro agugliato e sac-
     co di raccolta polveri in nylon. I filtri avranno diametro e altezza rispettivamente pari a 0,5 e 1,3 m. L’aria in
     uscita dal sistema di abbattimento polveri sarà di tipo diffuso nell’ambiente di lavoro; l’ampia dimensione
     dell’ambiente di lavoro, unita al ricambio d’aria garantito dalle aperture, garantirà il buon e frequente ricir -
     colo dell’aria.

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                       Semplificazioni sull’attività di monitoraggio
     Si riportano di seguito le modifiche previste relative all’aggiornamento del piano di controllo:
     ● Al punto 4.2.2 del PMC relativa al controllo e manutenzione dell’impianto galvanico e prevista una ma-
       nutenzione generale con cadenza biennale. Si propone di togliere tale controllo in quanto ridondante ri-
       spetto a tutti i controlli previsti ai punti precedenti e non chiaramente identificabile ad una attivita speci -
       fica.
     ● Al punto 4.2.3 del PMC, relativo al Piano di gestione impianto di abbattimento fumi, al quarto punto
       (controllo valvola di recupero) si propone che tale frequenza di controllo sia quadrimestrale.
       Si propone, inoltre, come termine di manutenzione la sostituzione almeno annuale della soluzione
       Al punto 5 della tabella e indicato un controllo analitico senza specificare i parametri oggetto di controllo.
       Al fine di definire tale controllo, si propone il controllo quadrimestrale del pH e della conducibilità al
       fine verificare la salinità.
       Dal momento che i demister alle torri di abbattimento nell’impianto di trattamento ai camini 1, 2 e 3 non
       sono installati, il PMC dell’impianto di trattamento viene modificato di conseguenza, eliminando la veri-
       fica/pulizia dei demister.
     ● Per quanto riguarda i controlli riportati nel PMC al punto 4.2.4 (Piano di gestione impianto di depurazio -
       ne) si propone che i controlli delle strumentazioni (pH, redox e Hydronova) possano essere effettuati an-
       che da personale interno (il responsabile di gestione - a mezzo delle soluzioni standard) invece che unica -
       mente da personale esterno. In questo caso si propone una frequenza quadrimestrale. Lo stesso dicasi per
       i sistemi di controllo
     ● Il controllo delle aree di stoccaggio (punto 4.2.5) prevede, per i rifiuti, dei controlli settimanali sui bacini
       si contenimento, sulle aree e sui quantitativi. Nel corso dei controlli previsti dal PMC, si e rilevato che
       questo controllo non e in grado di verificare l’andamento dei rifiuti stoccati e prodotti avendo una fre -
       quenza di controllo troppo stretta anche in relazione alla quantita di rifiuti prodotti; inoltre il tempo per
       la registrazione dei rifiuti e di 10 giorni. Si propone che questa frequenza sia portata a frequenza mensile.
                            Produzione di rifiuti
     L’aggiornamento delle attuali linee galvaniche comporta la variazione di alcune tipologie di rifiuti prodotti
     rispetto allo stato attuale autorizzato. In particolare il progetto in esame prevede il conferimento anche di so-
     luzioni concentrate (contenenti solfati e boro) codificate con codice 11 01 12 e non previste nell’attuale auto -
     rizzazione AIA. Si precisa, inoltre, che l’attività di progetto non produrrà il rifiuto 12 01 16* (scarti da spaz -
     zolatura), mentre i bancali in legno non riutilizzabili saranno smaltiti con codice 15 01 03. Infine, il progetto
     prevede il conferimento di tubazioni, plastiche di rivestimento delle vasche e rivestimenti dei telai con codi -
     ce 17 02 04*.
     Le tipologie di rifiuti prodotti riguardano:
       -  fanghi esausti derivanti dall’impianto di depurazione;
       -  filtri;
       -  scarti da produzione.
                    Modifica gestione rifiuti (classificazione e stoccaggi)
     A seguito della messa in esercizio dell’impianto e emerso quanto segue:
     ● si rende necessario conferire anche soluzioni concentrate (contenenti solfati e boro) codificate con il codi -
      ce 11 01 12 non previste dall’AIA (refluo codificato inizialmente - nel 2012- come pericoloso CER 11 01
      11* e poi verificato analiticamente);
     ● per alcuni rifiuti (150110* e 150202*) si propone di spostare l’area di stoccaggio in quanto logisticamente
      più consona rispetto alla produzione e alla gestione dei rifiuti;
     ● Il rifiuto definito 12 01 02 – polveri e particolato di materiali ferrosi costituito da scarti della lavorazione
      galvanica (manufatti con difetti) non proviene dalla spazzolatura, ma sono scarti da cromatura;
     ● non viene prodotto il rifiuto 12 01 16* (scarti da spazzolatura);

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     ● i bancali di legno vengono normalmente riutilizzati per l’invio dei manufatti cromati. I bancali da riutiliz -
       zare sono presenti in vari punti dello stabilimento pronti per essere riutilizzati sul posto. Quando sono
       presenti molti bancali difficilmente tutti riutilizzabili (anche se integri), vengono stoccati in cassone chiu-
       so (area NP3) per poi essere smaltiti come rifiuto (CER 15 01 03).
     ● si propone per il ferro, con codice 12 01 02 (in cui inserire i manufatti metallici trattati scarti), di installare
       un cassone con coperchio da posizionare in area esterna.
     ● si propone di riorganizzare le aree di stoccaggio dei rifiuti pericolosi e non pericolosi.
     ● si propone accumulare gli imballi non pericolosi (codici CER 15 01 01 e 15 01 02) prima della pressatura
       nei pressi della pressa stessa; dopo la pressatura gli imballi saranno movimentati al deposito finale, da
       dove verranno poi inviati allo smaltimento.
     ● e emersa la necessita di conferire anche tubazioni varie, plastiche rivestimento vasche e rivestimento telai
       sostituiti per manutenzioni; si propone di stoccare tali rifiuti (CER 17 02 04*) nell’area P1.
     Modifica uso delle vasche di contenimento eluati (con boro da smaltire)
     A seguito della necessita di conferire reflui contenenti Boro e Solfati, si prevede di modificare l’uso del ser -
     batoio A1 da stoccaggio degli eluati da trattare a deposito del rifiuto con CER 11 01 12 in produzione.
     I reflui provenienti dalla vasca 69 con possibile presenza di boro verranno conferiti come rifiuto e non indi-
     rizzati al trattamento interno di depurazione. Questa necessita emerge dal consumo di boro che, per quanto
     contenibile (come agente tamponante), non permette di rientrare nei limiti di scarico in quanto il boro non ri-
     sulta abbattibile nel depuratore.
     Chiarimenti sulle vasche di raccolta del fango (ispessitore e non stoccaggio)
     Dopo la fase di decantazione nel decantatore interrato, i fanghi vengono inviati a due serbatoi esterni
     nell’area P3. Su tali serbatoi viene eseguito un inspessimento dei fanghi mediante spillaggio (a livelli visibili)
     delle acque surnatanti che ritornano alla depurazione. Quando il fango inspessito raggiunge un’elevata al -
     tezza, si provvede al suo smaltimento. La qualifica di rifiuto (CER 11 01 09*) avviene quindi al momento in
     cui finisce la fase di inspessimento.
     I due serbatoi sono collocati all’interno di un vano collegato alla vasca di emergenza (decantatore centrale),
     che garantisce il contenimento di eventuali spanti. I due serbatoi sono collocati all’interno di un vano colle-
     gato alla vasca di emergenza (al decantatore centrale), che garantisce il contenimento di eventuali spanti.
                            Consumi idrici
     A seguito della modifica della gestione dei lavaggi (da riciclo a perdere) con aumento di portata, si prevede
     un aumento della portata annuale prevista fino ad un massimo di 80.000 m 3/anno rispetto ai 35.000 m3/anno
     attuali.




     La portata oraria all’impianto di depurazione passa da 7 mc/h attuali a 15 m 3/h di progetto. Si precisa che il
     sistema di depurazione attuale risulta gia idoneo ad una portata massima di 15 m3/h.




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                   Consumo di materie prime e di materiali ausiliari
     Le modifiche previste dal progetto non comportano variazioni significative di materie prime o materiali au -
     siliari.
     La proposta progettuale prevede l’introduzione di una postazione di spazzolatura, con sistema di captazione
     e filtrazione delle polveri e con re-immissione del flusso trattato in ambiente di lavoro. Dalla documentazio -
     ne presentata risulta che non sono previsti rifiuti da spazzolatura mentre in sede di presentazione e sopral-
     luogo del 15/02/17 è emerso che il sistema di filtrazione delle polveri da spazzolatura di pezzi metallici già
     trattati comporterà la produzione di un rifiuto costituito da particolati metallici, presumibilmente contenenti
     nichel e cromo.
     Viene inoltre richiesto di inquadrare i due serbatoi di raccolta dei fanghi, a valle del decantatore interrato, in
     modo che gli stessi sano considerati come stazioni di ispessimento e pertanto integrati nel ciclo di deputazio-
     ne aziendale, facendo coincidere la produzione del rifiuto (con relativi adempimenti amministrativi) con il
     momento di estrazione ed asporto del fango ispessito mediante autobotte. Tale inquadramento andrebbe a
     modificare l’attuale configurazione secondo cui il rifiuto viene prodotto fin dal momento in cui il fango vie -
     ne trasferito dal decantatore interrato ai due serbatoi.
     Si richiede pertanto di:
     - verificare l’effettiva previsione in merito ai rifiuti da spazzolatura, prospettando la classificazione del rifiu -
     to con eventuali caratteristiche di pericolo;
     - valutare la fattibilità tecnica di una distinzione inequivocabile e permanente tra i due serbatoi in dotazione
     per la raccolta dei fanghi a valle del decantatore interrato, destinandone uno alla fase di effettivo ispessimen-
     to e l’altro alla raccolta del fango ispessito in attesa di avvio a smaltimento (solo il secondo serbatoio costitui-
     rebbe in tal caso deposito temporaneo di rifiuti);
     - presentare un bilancio idrico dell'acqua prelevata dal pozzo e conferita alla rete fognaria in una tabella arti -
     colata, a partire dal 2011 alla data attuale), prevedendo dati di riepilogo mensile dei mc prelevati da pozzo
     privato uso produttivo nel mese, mc conferiti a rete fognaria nel mese. In caso di difformità tra i volumi pre -
     levati da pozzo e quelli conferiti alla rete fognaria dia dettagli tecnici sulle motivazioni;
     - definire, considerato che l’attuale gestione delle aree esterne pavimentate, così come rilevata in sede di so -
     pralluogo de 15/02/17, non consente di escludere condizioni di contaminazione delle acque meteoriche di di-
     lavamento, sia per la presenza di materiali, attrezzature e rifiuti connessi con i processo galvanico sia per la
     promiscuità con aziende adiacenti (senza recinzioni o altri sbarramenti), un progetto di sistemazione che de-
     finisca le modalità di riduzione del rischio descritto.
     Si rileva inoltre l’assenza della Relazione di riferimento e la necessità di chiarire sulla chiusura dei procedi -
     menti pregressi in tema di A.I.A.
     In relazione al PMC risulta inoltre necessario integrare quanto segue:
     - nella tabella 4.1.5.2 degli inquinanti monitorati non è chiaro il motivo delle analisi di polveri, CO ed NOx
     per impianto di riscaldamento sotto i 3 MW a metano;
     - con riferimento alla tabella 4.1.6.2 Inquinanti da monitorare sarebbe da prevedere anche i PFAS (magari
     con frequenza minore) della semestrale (ad esempio annuale o biennale) con riferimento alle voci regola-
     mentate da Acque del Chiampo.
     - nella tabella 4.1.8 Rifiuti in corrispondenza della voce CER 150101 imballaggi in carta e cartone e CER
     150102 Imballaggi in plastica, CER 150103 imballaggi in legno e CER 150106 Imballaggi in materiali misti si
     riporta per la classificazione la fonte “analisi di laboratorio”. Si ritiene che venga meglio dettagliato e co-
     munque non essendo rifiuti tipici si potrebbero togliere dalla tabella. Peraltro appare poco credibile l’analisi.
     Diversamente si deve inserire il richiamo (**) che rimanda alla nota ai piedi della tabella.
     - nelle ultime pagine del documento dopo la tabella degli indicatori di perfomance sono presenti delle tabel -
     le che indicano delle attività di verifica su aree di stoccaggio e sui persi impianti. Tutte queste informazioni


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     andrebbero riorganizzate all’interno delle tabelle specifiche del pmc relative alla manutenzione dei sistemi
     di depurazione delle acque, di trattamento dei fumi e di controllo delle aree di stoccaggio.
     - introdurre la verifica dello stato delle vasche (rivestimento) e dei bacini di contenimento dettagliandone le
     modalità e frequenza.
     - nella tabella 4.2.3 Piano gestione abbattimento fumi si riporta controllo analitico della soluzione assorbente
     con frequenza semestrale sarebbe da chiarire che tipo di controllo e soprattutto quale sia l’utilità consideran-
     do che la soluzione di abbattimento dovrebbe essere rinnovata spesso.
     - con riferimento alla tabella 4.2.2 in generale si dovrebbe effettuare una revisione delle attività di manuten -
     zione e di controllo degli impianti di abbattimento, mantenendo le voci importanti e significative ed elimi -
     nando quelle che non hanno una conseguenza diretta sulle performance dell’abbattitore. Ad esempio il con-
     trollo dei quadri elettrici, delle morsettiere dei collegamenti o le voci generiche manutenzione generale do-
     vrebbero essere eliminate nel senso che è attività che viene data come scontata.
     - si ritiene debbano essere separate le attività sugli impianti di abbattimento, di depurazione, sulle aree di
     stoccaggio, rispetto a quelle sugli impianti di produzione (per queste ultime riportare il minimo in quanto
     meno “importanti” dal punto di vista ambientale.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere.
     In particolare si ritiene che il progetto, pur non prevedendo variazioni sostanziali rispetto alla potenzialità
     attuale ed oggetto dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, si configuri in realtà come una serie di modifi -
     che impiantistica che, nella sostanza, riducono i trattamenti previsti nell’impianto di depurazione reflui a
     fronte di un aumento estremamente rilevante del prelievo idrico e del volume di scarico (oltre il 100%), sen -
     za che tale aumento venga tecnicamente e compiutamente giustificato. Si ritiene pertanto che tale ipotesi
     progettuale si configuri come una diluizione non consentita e che, trattandosi di attività IPPC, non risponda
     al criterio delle migliori tecniche disponibili, riducendo infine l’efficienza dei presidi ambientali esistenti.
     Si rilevano inoltre ipotesi progettuali non conpisibili in termini di gestione ambientale quali:
     - il collegamento idraulico permanente tra vasca di precipitazione nell'impianto di trattamento ed il(i) sedi -
     mentatore(i) al fine di poterli considerare lecitamente parti integranti dell'impianto di trattamento;
     - gli esausti concentrati delle vasche, nonchè gli spanti, sono convogliati all'impianto di trattamento, tale mo-
     dalità, oltre che non essere accettabile, non è coerente con uno degli allegati presentati nella parte VIA in cui
     si descrive una variazione di impianto per cui gli esausti delle vasche con Cr(VI) vanno ad una vasca di rac -
     colta come rifiuto, mentre nulla si dice sui concentrati esausti di Ni(II);
     Manca qualsiasi cenno al destino degli esausti da scrubber, ivi compreso l’eventuale collegamento idraulico
     non occasionale con l’impianto di trattamento.

                               VALUTAZIONE
     In relazione al presente aspetto il parere risulta essere negativo, considerando che trattasi di un ipotesi progettuale
     configurabile come diluizione, con considerevole e non giustificato aumento del consumo idrico e dei volumi di scarico,
     assenza di BAT e con riduzione dei processi di trattamento attualmente previsti nell’impianto di depurazione reflui.

                   QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Dalle informazioni fornite con la documentazione progettuale e, a parziale rettifica, da quanto emerso in
     sede di presentazione e sopralluogo del 15/02/17, risulta che la proposta progettuale preveda ai Camini 1, 2 e
     3 l’eliminazione dei demister a monte delle relative colonne di lavaggio delle emissioni (in quanto ritenuti
     non necessari e peraltro mai installati sui camini 1 e 3), mantenendo invece i demister a valle delle colonne
     stesse.

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     Relativamente al Camino 1 si prevede l’inserimento di n° 2 nuovi ventilatori da 2.000 m 3/h cadauno, per la
     captazione localizzata degli effluenti da alcune vasche di sgrassatura (9, 10, 12 e 13). Le mandate di tali nuovi
     flussi saranno fatte confluire nelle condotte esistenti afferente al Camino 1 e saranno ricompresi nella portata
     complessiva autorizzata di 45.000 m3/h.
     La proposta progettuale prevede inoltre l’introduzione di una postazione di spazzolatura, con sistema di
     captazione e filtrazione delle polveri e con re-immissione del flusso trattato in ambiente di lavoro. In sede di
     sopralluogo è stata verificata la posizione della macchina per spazzolatura, a ridosso della parete posteriore
     del capannone industriale.
     Alla luce delle evoluzioni storiche e delle modifiche richieste, si ritiene necessario riepilogare schematica-
     mente, camino per camino, lo stato di fatto e lo stato di progetto di ciascuna linea di aspirazione, convoglia -
     mento, trattamento e rilascio delle emissioni in atmosfera, illustrando i requisiti quali-quantitativi
     dell’effluente e motivando con dati analitici e/o valutazioni tecniche le soluzioni di abbattimento scelte.
     Con riferimento alle modifiche del Camino 1 (inserimento di due nuove mandate da 2.000 m 3/h in serie con
     l’esistente ventilatore principale) si richiede una verifica aeraulica sui regimi di portata nello stato di proget-
     to, sia per confermare la permanenza della portata attualmente autorizzata sia per accertare l’assenza di in -
     terferenze/turbolenze tali da compromettere l’efficacia delle aspirazioni e quindi della bonifica dell’ambiente
     di lavoro.
     Con riferimento alla spazzolatura di pezzi metallici già trattati, con possibile rilascio di polveri contenenti ni-
     chel e cromo, si richiede di verificare la fattibilità tecnica dell’espulsione all’esterno dell’effluente filtrato e,
     in caso di impossibilità, si richiede di sottoporre allo SPISAL competente una richiesta di ammissibilità
     dell’emissione diffusa in ambiente di lavoro.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     La proposta progettuale prevede, dal punto di vista dell’idroesigenza dell’impianto, un aumento de consumi
     da 35.000 m3/anno (situazione attualmente autorizzata) a 80.000 m3/anno, corrispondente ad un incremento
     di circa il 130%. Su base oraria viene richiesto un aumento da 7 m3/h a 15 m3/h.
     In sede di presentazione e sopralluogo del 15/02/17 la richiesta è stata motivata essenzialmente sulla scorta
     di esigenze di qualità del trattamento galvanico e di conformità del prodotto finito ai requisiti delle commes -
     se, precisando altresì che, a fronte della suddetta vigente soglia autorizzativa, i consumi effettivi si attestano
     già intorno ai 60.000 m3/anno. Da quanto riferito, a fronte di tale aumento di consumi, non sono previsti con-
     testuali e/o proporzionali aumenti della capacità produttiva (in m 2/anno o equivalente) né introduzioni di
     nuove fasi di processo particolarmente idroesigenti, ma esclusivamente una riduzione di ricicli e un incre-
     mento dei lavaggi con acqua a perdere.
     Sul fronte dei trattamenti depurativi dei reflui in uscita dall’impianto galvanico, la proposta progettuale pre-
     vede alcune variazioni in relazione a fasi non più necessarie, mentre in sede di presentazione e sopralluogo
     del 15/02/17 sono state riferite alcune differenze tra l’assetto attuale e la situazione autorizzata.
     L’attuale gestione delle aree esterne pavimentate, così come rilevata in sede di sopralluogo de 15/02/17, non
     consente di escludere condizioni di contaminazione delle acque meteoriche di dilavamento, sia per la pre -
     senza di materiali, attrezzature e rifiuti connessi con i processo galvanico sia per la promiscuità con aziende
     adiacenti (senza recinzioni o altri sbarramenti).
     Si ritiene che la consistenza dell’aumento di consumi idrici richiesto necessiti di una più approfondita analisi
     delle nuove esigenze quali-quantitative dei trattamenti di cromatura e nichelatura, da raffrontare in partico -
     lare con:

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     -  le preesistenti condizioni progettuali, le prescrizioni dell’AIA vigente e gli indicatori del PMC in essere;
     -  le BAT applicabili e i consumi idrici specifici riferiti al comparto;
     -  la possibile applicazione di soluzioni tecniche per la rigenerazione ed il riciclo dei lavaggi, alternative alla
       formula “a perdere” e compatibili con la qualità del trattamento richiesta dal mercato;
     - valutazioni idrogeologiche sui livelli di falda e sulle possibili alterazioni legate all’incremento di prelievo
       dagli acquiferi (vedi capitolo Suolo e Sottosuolo).
     Alla luce delle evoluzioni storiche e delle modifiche richieste sull’impianto di depurazione aziendale, si ritie-
     ne necessario riepilogare schematicamente lo stato di fatto e lo stato di progetto delle linee di raccolta, con -
     vogliamento, trattamento e scarico dei reflui, illustrando i requisiti quali-quantitativi dei persi flussi affe-
     renti e motivando con dati analitici e/o valutazioni tecniche le soluzioni di trattamento depurativo scelte, an -
     che sul piano dei carichi idrici massimi ammissibili in ingresso al depuratore.
     In tema di acque meteoriche di dilavamento delle aree esterne pavimentate, si richiede una relazione di in-
     quadramento ed eventuale pianificazione degli interventi opportuni ai sensi dell’art. 39 del PTA Veneto.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere

                                VALUTAZIONE
     In relazione al presente aspetto il parere risulta essere negativo, con le medesime motivazioni espresse nel quadro proget-
     tuale.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Considerata la vicinanza di prese idropotabili pubbliche, circa a 200 m di distanza rispetto ad un “pozzo a
     servizio di pubblico acquedotto - attesa la presenza di un pozzo di presa autonomo e stante il fatto che l'ini-
     ziativa comporta un aumento del + 230% delle condizioni di prelievo dal livello attuale (35.000 mc nel 2015)
     a circa 80.000 mc di progetto, si ravvisa come il consumo di risorsa idrica da pozzi di falda rappresenti un
     fattore di criticità per questo tipo di industria e quindi per il progetto in esame.
     L’area è caratterizzata dalla presenza di un potente alluvionale in cui è presente un acquifero permeabile,
     ospitante una ricca falda freatica ed il ciclo di produzione prevede l’utilizzo di sostanze corrosive (acidi e
     basi), con caratteristiche di idrosolubilità e di pericolosità per l’ambiente acquatico e visto che il maggior ri-
     schio per l’ambiente è costituito da potenziali spandimenti delle sostanze pericolose, che potrebbero conta -
     minare le acque solo in caso di contatto diretto", si ritiene di richiedere maggiori informazioni sulle caratteri-
     stiche strutturali del pozzo aziendale di presa e delle sue adiacenze aziendali ( ad es. stratigrafia e schema di
     completamento; situazione a bocca pozzo descrittiva e con repertorio fotografico oltre a planimetria con ubi-
     caizione dell'opera di presa e indicazioni di dettaglio delle pendenze del piano di fabbrica, cordoli, caditoie,
     griglie, stoccaggi etc. e quant'altro di utilità per valutare i possibili rapporti tra pozzo ed eventi accidentali
     come spandimenti o incendio).
     Rispetto invece a quanto il proponente indica a pag. 120 del SIA ("Nonostante il significativo incremento sti-
     mato si può ragionevolmente pensare che gli interventi di aggiornamento degli impianti galvanici non pos-
     sano interferire in modo significativo sulla disponibilità della risorsa presente sul territorio") non si ritiene
     che gli elementi tecnici presentati nello studio siano in grado di conseguire tale considerazione di sintesi per
     cui occorre integrare il quadro conoscitivo con uno specifico approfondimento mirato a:
     - valutare l'effettiva disponibilità della risorsa rispetto ai parametri di concessione attuali e di progetto, se
     del caso anche per tramite di prove sperimentali, monitoraggi e calcoli del raggio di interferenza;
     - certificare che nessuna relazione negativa è da attendersi per il principio di sovrapposizione degli effetti
     (verificando lo stato attuale e quello di progetto con adeguate metodiche di calcolo basate su parametri idro -
     geologici validati e considerate le portate dei pozzi pubblico e privato rispetto ai regimi massini di emungi-
     mento rispettivamente prevedibili) nei riguardi dell'opera potabile posta in adiacenza.
     In sede sopralluogo del 15/02/17 è emerso che le aree esterne di pertinenza aziendale:


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     - presentano superfici pavimentate a tratti sconnesse e deteriorate, con discontinuità del manto impermea-
      bilizzante e quindi possibili percolazioni nel suolo;
     - presentano materiali vari in deposito, solo parzialmente identificati e potenzialmente contaminati da ma-
      teria prime e ausiliari dei trattamenti galvanici (ad es. telai);
     - presentano condizioni d promiscuità con i piazzali di aziende vicine, in regime di condominio, senza pre-
      cise delimitazioni delle aree di pertinenza.
     Con riferimento alle aree esterne di pertinenza aziendale si ritiene necessario un piano di riordino e sistema-
     zione che consenta di risolvere le criticità sopra richiamate.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     Relativamente all’ambito locale (area di progetto ed immediato intorno), la rumorosità locale è condizionata
     in linea generale dai seguenti fattori:
     • Secondo il Piano di Classificazione Acustica il valore limite assoluto di immissione per il periodo diurno è
     di 70 dB(A);
     • le principali sorgenti sonore rilevabile nei pressi del sito aziendale sono dovute principalmente all’attività
     della ditta Italcromatura e alle attività delle ditte limitrofe condotte nell’ambito produttivo (Z.T.O. D);
     secondariamente si registrano valori di rumorosità dovuti al traffico veicolare su via Majorana e sulle vie li -
     mitrofe.
     Utilizzo di impianti tecnologici
     Al fine della stima dei livelli di rumorosità, generati dall’attività produttiva della ditta attuale è stato redatto
     il documento di “Valutazione di Impatto Acustico”, ai sensi dell’art. 8 del D.lgs. 447/95.
     Misura del rumore ambientale e delle sorgenti
     L’indagine acustica è stata eseguita durante le normali attività lavorative al fine di verificare il rispetto dei
     valori limite imposti dalla normativa. A tale scopo, in data 3 Novembre 2016, sono state effettuate delle misu-
     re in corrispondenza della sede operativa della Ditta, più precisamente nei punti 1,2,3 e 4 inpiduati nella
     valutazione previsionale di impatto acustico del 15/06/2010 allegata alla domanda di autorizzazione integra-
     ta ambientale (A.I.A.).
     Considerando la tipologia e le modalità delle lavorazioni svolte, i confini di proprietà, natura e dimensioni
     degli ostacoli sui percorsi di propagazione del rumore verso i ricettori, distanze con gli altri insediamenti ed
     il tipo di zona in cui è inpiduata la Ditta, si è valutato che vengono rispettati i limiti di immissione ed emis -
     sione previsti nel periodo diurno per tali aree dalla zonizzazione acustica approvata dal Comune di Montec -
     chio Maggiore (70 dB(A) valore di immissione assoluto - 65 dB(A) valore di emissione).
     Il progetto in esame non comporta l’introduzione di nuove fonti di emissione rumorosa o la modifica delle
     attuali. In particolare non è prevista l’installazione di nuova impiantistica in grado di produrre emissioni ru-
     morose, né tantomeno si prevede la modifica del flusso veicolare pesante in entrata ed uscita dal sito azien-
     dale. Inoltre non si evidenziano recettori che possano essere interessati da livelli differenziali di rumore de -
     terminati dall’attività in esame.
     Con riferimento ai livelli di rumore rilevati, valutata la distanza dei recettori più prossimi al sito d’intervento
     e, soprattutto, in considerazione dell’invarianza acustica a seguito delle modifiche da apportare all’impianto
     galvanico (che sostanzialmente non comporta alcuna variazione significativa dei livelli di pressione acustica
     esistenti nell’area di intervento), non si ha alcun impatto significativo prodotto dall’esercizio del nuovo im-
     pianto sulla componente clima acustico; tale impatto è pertanto da considerarsi nullo.


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     Per quanto riguarda il rumore esterno, l’attività di trattamento galvanico si svolge esclusivamente
     all’interno dello stabile aziendale, mantenendo finestrature,
     porte e portoni normalmente chiusi; l’area aziendale esterna è adi-
     bita a parcheggio e ad area di manovra; le uniche attività che oc-
     casionalmente si svolgono a portone aperto sono quelle legate alle
     saltuarie operazioni di carico/scarico merce ed entrata/uscita dei
     mezzi conferenti; al fine di caratterizzare il clima acustico attuale
     presso l’impianto aziendale in data 3 Novembre 2016, sono state
     effettuate delle misure fonometriche, di cui si riporta nella figura
     a fianco e nella tabella sotto il prospetto di sintesi; si e valutato
     che vengono rispettati i limiti di immissione ed emissione previsti
     nel periodo diurno dalla zonizzazione acustica approvata dal Co-
     mune di Montecchio Maggiore (70 dB(A) valore di immissione assoluto - 65 dB(A) valore di emissione).
     La valutazione d’impatto acustico, elaborata sulla scorta di rilievi fonometrici del 03/11/16, evidenziano il ri -
     setto dei limiti assoluti di zona. Non viene preso in considerazione il limite differenziale.




     A riguardo si chiede la verifica del livello differenziale presso i ricettori (anche se di carattere commerciale
     e/o di foresteria oltre alle residenze più prossime all’attività) posti, nord-est, sud e ovest del lotto aziendale.
     Si ricorda che è’ opportuno verificare i livelli di rumore residuo scorporati dalle emissione delle infrastruttu-
     re dei trasporti e non, presso i ricettori indagati, nonché i valori LeqA e L95 orari più bassi riscontrati dal mo-
     nitoraggio, che saranno usati per la verifica del livello differenziale presso i suddetti ricettori.
     Manca nella valutazione la verifica dei livelli di emissione sonora prodotti dei futuri inpianti di scrubber, dei
     due nuovi ventilatori per la captazione fumi che saranno convogliati al camino 1 e di conseguenza eventuali
     incrementi delle emissioni di rumore del camino 1.
     Manca la verifica delle emissioni di rumore prodotte dal traffico indotto dei mezzi pesanti e leggeri dell’atti -
     vità in ingresso e uscita dal lotto.
     Di seguito al documento integrativo inviato dal proponente, secondo quanto scritto dal tecnico competente
     redattore del documento, non si riscontra il superamento dei limiti di emissione, immissione e differenziale
     presso i ricettori più prossimi, così come inpiduati dalla documentazione di impatto acustico, all’area
     dell’azienda indagata.
     Nonostante ciò si evidenzia che la stima dei livelli differenziali e dei livelli di rumore prodotti dal traffico
     indotto dall’attività presso i ricettori, non è stata condotta secondo specifiche indicazioni normative.
     Inoltre si ha l'esigenza, per norma di legge, di chiarire i limiti delle infrastrutture stradali coinvolte dal traffi -
     co indotto dell’attività, secondo quanto dispone il Decreto strade n. 142 del 2004; quindi capire con l'ente
     competente (Amministrazione Comunale o/e Provincia e/o Regione) la classe delle suddette strade e i rispet-
     tivi limiti, utili al confronto con i livelli di emissione sonora delle infrastrutture stradali di cui sopra.



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                                VALUTAZIONE
     In relazione al presente aspetto il parere risulta essere negativo, considerata l’incompletezza delle integrazioni fornite.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     La presente matrice ambientale non risulta esaminata nello Studio di Impatto Ambientale

                                VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     L’impianto galvanico in essere è ubicato all’interno dei fabbricati aziendali di via Majorana in Comune di
     Montecchio Maggiore; il sito aziendale in parola è ubicato all’interno della zona produttiva di Montecchio
     Maggiore, classificata come zto D1 dallo strumento urbanistico vigente comunale, destinata ad insediamenti
     di edifici e complessi produttivi, appartenenti ai rami di attività economica delle industrie.
     Il lotto aziendale rientra interamente nella sezione “Gualda” N. 125091 della Carta Tecnica Regionale – Scala
     1:5.000, catastalmente inpiduato al Foglio n. 19 mappali n. 68 e 502 del Comune Censuario di Montecchio
     Maggiore, nell'area centrale della provincia di Vicenza.
     Sotto il profilo geografico, l'area in esame è situata sulla piana alluvionale della bassa valle dell’Agno,
     all’interno del bacino idrografico del omonimo fiume.
     L’immobile aziendale ricade ad una quota di circa 59 m s.l.m., e risulta direttamente confinante con altre
     aziende su tutti i lati.
     L’area industriale è direttamente servita dalla S.P. 246 “Recoaro”, che attraversa il territorio amministrativo
     di Montecchio Maggiore da Sud-Est a Nord-Ovest sulla direttrice Vicenza – Montecchio Maggiore - Valda-
     gno – Recoaro, direttamente connessa all’autostrada A4.
     Il contesto territoriale circostante il sito aziendale, presenta lineamenti urbanistici complessi, in linea con i
     connotati del territorio dell’alta pianura vicentina: le zone edificate consolidate dei centri municipali si alter -
     nano alle zone industriali più o meno estese, relegando a lembi ormai frammentati di territorio le zone agri-
     cole.

                                VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     L’area produttiva all’interno della quale si colloca il sito della ditta Italcromatura s.r.l. è direttamente servito
     dalla SP 246. Per la descrizione del comparto ambientale in analisi si è fatto riferimento a:
     • Progetto SIRSE (Sistema Informativo per la Rete Stradale Extraurbana), Monitoraggio del Traffico anni
     2000 – 2006
     Gli elementi afferenti la viabilità interessati dai flussi di automezzi commerciali entrata ed uscita
     dall’impianto di progetto sono nell’ordine:
     • la strada comunale via Ettore Majorana (interna alla zona industriale);
     • la strada comunale via Natta (interna alla zona industriale);
     • la strada comunale via Del Lavoro (interna alla zona industriale);
     • la S.P. 246 (variante).


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     Il progetto in esame prevede la generazione di traffico veicolare commerciale lungo la viabilità comunale in-
     terna e a servizio della zona industriale, direttamente connessa alla SP 246 “Pasubio”. L’impianto aziendale
     in esame è situato lungo E. Majorana, servito da idonea viabilità a servizio della zona industriale, apposita-
     mente dimensionata e attualmente autorizzata per il transito di automezzi commerciali pesanti
     Presso il sito aziendale, circolano mediamente 3 automezzi pesanti al giorno per la consegna o il ritiro dei
     materiali prodotti. A questi si aggiungono 2 automezzi pesanti/giorno e 3 furgoni/giorno per la fornitura
     delle materie prime; in totale il sito produttivo aziendale genera i seguenti flussi veicolari: n. 5 veicoli com -
     merciali pesanti/giorno, vale a dire 10 passaggi/giorno; n. 3 veicoli commerciali leggeri/giorno, vale a dire 6
     passaggi/giorno.
     Le modifiche apportate dal progetto in esame non comportano variazioni in relazione al traffico veicolare in -
     dotto in quanto rimarranno invariati i quantitativi di materie prime in ingresso e i quantitativi di materiali
     prodotti. In totale, il sito produttivo aziendale di progetto, genererà i seguenti flussi veicolari:
       -  n. 5 veicoli commerciali pesanti/giorno, vale a dire 10 passaggi/giorno;
       -  n. 3 veicoli commerciali leggeri/giorno, vale a dire 6 passaggi/giorno.
     Si ritiene utile dettagliare meglio il calcolo dei mezzi in arrivo e in partenza dall’impianto sulla base
     del quantitativo di materiali in entrata e uscita e che venga specificato con le stesse modalità sopra ripor -
     tate, anche il flusso di veicoli dei lavoratori.
     Si ritiene inoltre utile indicare i percorsi dei mezzi in ingresso, in uscita e interni al lotto con le re -
     lative fasce di ingombro al fine di inpiduare eventuali punti di conflitto.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     Il sito produttivo aziendale ricade all’interno di un’area industriale, confinante a Est con terreni destinati
     all’agricoltura non specializzata.
     Non si rileva la presenza di specie faunistiche e floristiche di pregio, attesa la destinazione e la vocazione in-
     dustriale ed artigianale del contesto territoriale in esame.
     Per quanto riguarda le azioni previste dal progetto in esame si ritiene che quest’ultimo non possa introdurre
     fattori aggiuntivi di interferenza, all’interno di un’area già caratterizzata dalla presenza di attività produttive
     in atto. Il progetto insisterà, inoltre, all’interno del fabbricato aziendale, non prevedendo la sottrazione di su-
     perficie agricola o in qualche misura interessata da ecosistemi, elementi vegetazionali o habitat faunistici.
     L’esercizio dell’impianto galvanico nella configurazione di progetto non può determinare alcun impatto si -
     gnificativo sulle componenti flora e fauna.
     In sede di presentazione e sopralluogo del 15/02/17 è stato precisato che la proposta progettuale, pur pro -
     spettando da una parte l’aumento dei consumi idrici, dall’altra consentirà una riduzione dei consumi di al-
     cune materie ausiliarie oggi utilizzate per consentire il riciclo di alcuni lavaggi (ad es. acido solforico e soda
     caustica).
     Il sito di progetto non ricade all’interno di siti della rete Natura 2000 inpiduati dalla D.G.R. 18 aprile 2006,
     n. 1180 e successive integrazioni.
     In particolare i siti della rete Natura 2000 più vicini all’area di progetto sono:
     • SIC IT3220037 “Colli Berici” – Distanza 2,6 km;
     • SIC IT3220038 “Torrente Valdiezza” – Distanza 5,6 km.
     Le modifiche introdotte all’impianto e la distanza dagli elementi della rete Natura 2000, non comporta possi -
     bili pressioni nei confronti di habitat, habitat di specie presenti all’interno della stessa Rete. Non si ravvisa la
     possibilità di produrre azioni (rumore, emissioni in atmosfera) in grado di generare effetti perturbativi (sot -
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     trazione, riduzione, manomissione o degrado) nei confronti di specie e habitat di interesse comunitario se-
     gnalati nella cartografia regionale approvata per i siti locali della rete Natura 2000.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     In sede di presentazione e sopralluogo del 15/02/17 è stata riportata una valutazione sommaria di assoggetta-
     bilità alla Legge Seveso, secondo cui recenti variazioni di classificazione di alcune sostanze pericolose insie-
     me alle modifiche normative della Seveso III portano ad attestare l’impianto in questione al di sotto dalle so -
     glie applicabili.
     Si richiede di documentare la suddetta valutazione, con specifico riferimento allo stato di progetto.
     Le integrazioni fornite consentono la valutazione di merito necessaria all’espressione del parere.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                   VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                               CONCLUSIONI
     Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
     Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole matrici
     ambientali sopra descritte.

     L’analisi degli impatti porta a ritenere che l’attività proposta comporti impatti significativi per l’ambiente,
     anche potenziali, con particolare riferimento alla rilevanza ed alle sensibilità del contesto del sito
     inpiduato, piuttosto che all’intervento previsto.
     Il progetto, pur non prevedendo variazioni sostanziali rispetto alla potenzialità attuale ed oggetto
     dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, si configuri in realtà come una serie di modifiche impiantistica
     che, nella sostanza, riducono i trattamenti previsti nell’impianto di depurazione reflui a fronte di un
     aumento estremamente rilevante del prelievo idrico e del volume di scarico (oltre il 100%), senza che tale
     aumento venga tecnicamente e compiutamente giustificato. Si ritiene pertanto che tale ipotesi progettuale si
     configuri come una diluizione non consentita e che, trattandosi di attività IPPC, non risponda al criterio delle
     migliori tecniche disponibili, riducendo infine l’efficienza dei presidi ambientali esistenti.
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale e, in
     quanto avente esito negativo, preclude la prosecuzione del procedimento relativo all’Autorizzazione
     Integrata Ambientale.

                        Tutto ciò premesso il Comitato esprime
                            PARERE CONTRARIO
                All’intervento,in considerazione delle motivazioni sopra descritte

     Vicenza, 04 ottobre 2017

       F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri
                                                              Pag. 24 di 24


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