Decreto Presidenziale - Parere Commissione Via

                    PROVINCIA DI VICENZA
                   Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




             DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
                   N° 69 DEL 14/05/2015

                           Servizio VIA VINCA



     OGGETTO: FACCIO SILVIO & FIGLI GIORGIO E PAOLO S.N.C.-IMPIANTO DI
     TRATTAMENTO DI RIFIUTI RECUPERABILI COSTITUITI DA RIFIUTI INERTI E DA
     TERRE E ROCCE DA SCAVO.
     GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE
     PROGETTO -D.LGS. 152/2006, LR 10/1999, LR 3/2000 E LORO SMI
     GIUDIZIO NEGATIVO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE



                  IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA


         Premesso che:
     • tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue
     successive modifiche ed integrazioni, rientra la valutazione d’impatto ambientale e l’approvazione
     di progetti relativi agli impianti di trattamento rifiuti;
     • con D.G.R. n. 1539 del 27/09/2011 la Giunta regionale ha fornito gli indirizzi applicativi in
     materia di valutazione d'impatto ambientale di coordinamento tra le disposizioni della Legge
     Regionale n. 10/99 e le successive normative nazionali, confermando la suddetta competenza anche
     con riferimento alla tipologia degli interventi di attivazione impianti di stoccaggio e trattamento
     rifiuti speciali recuperabili costituiti da inerti e da terre e rocce da scavo;
         Tenuto conto che in data 22/05/2013 prot. 37689 la ditta Faccio Silvio & figli Giorgio e
     Paolo snc aveva presentato domanda di verifica assoggettabilità a procedura di VIA per il progetto
     di "Impianto di trattamento di rifiuti recuperabili costituiti da rifiuti inerti e da terre e rocce da
     scavo", la quale si era conclusa, a causa degli importati impatti negativi e significativi sull'ambiente
     emersi, con l'assoggettamento del progetto a procedura di valutazione impatto ambientale;
         Visto che:
     • la ditta Faccio Silvio & figli Giorgio e Paolo snc, con sede legale in via Canove 12 in Comune di
     Arzignano- Loc. Tezze ha presentato, in data 02/09/2014 con prot. n.60113 , l'istanza per ottenere il
     giudizio di compatibilità ambientale per l'intervento relativo all' “Impianto di trattamento di rifiuti
     recuperabili costituiti da rifiuti inerti e da terre e rocce da scavo”, presso il sito localizzato al foglio
     catastale n. 32 , mappali n.83 e 203, del Comune di Arzignano;
     • la suddetta istanza è relativa ad una tipologia indicata al punto 7 lettera z.b) “impianti di
     smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno,
     mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del d.lgs. n. 152/06”;




copia informatica per consultazione
         Considerato che:
     • la ditta Faccio Silvio & figli Giorgio e Paolo snc ha provveduto alla pubblicazione dell'annuncio
     di avvenuto deposito del progetto, in data 4/09/2014 sul quotidiano “Il Corriere del Veneto”, ed alla
     successiva presentazione al pubblico in data 10/09/2014;
     • sono pervenute osservazioni ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. n. 152/2006 dai Comuni di Arzignano
     (prot. 77231 del 5/11/2014) e Montecchio Maggiore (prot. 74803 del 27/10/2014), a cui è seguita
     richiesta integrazioni alla ditta con prot. 77815 del 07/11/2014 ;
     • ai sensi dell’art. 208, comma 6, del D.Lgs. 152/2006 e dell'art. 24, comma 2, della L.R. 3/2000,
     l'approvazione dei progetti di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti da parte dell'organo
     inpiduato sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali,
     provinciali e comunali e costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico comunale:
     trattasi dunque di una facoltà, e non di un dovere, in capo alla Provincia che, nel caso di specie, non
     è stata posta in essere in quanto la zona urbanistica inpiduata dalla ditta proponente non è
     assolutamente compatibile con il progetto presentato;
         Visto e ritenuto di far proprio il parere contrario di impatto ambientale, richiamandolo
     esplicitamente nel presente atto, espresso dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale
     provinciale nella riunione del 17/04/2015, ai sensi della L.R. n. 10/1999 e allegato come parte
     integrante e sostanziale;

         Tenuto conto, in particolare, delle conclusioni del parere 06/2015 come di seguito riportate:

                                  CONCLUSIONI
     Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
     Il progetto non risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e contrasta parzialmente con i vincoli 
     territoriali vigenti.
     Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole matrici ambientali sopra 
     descritte.
     Rilevato   la   presenza   di   puntuali   e   sostanziali   osservazioni   pervenute   dai   Comuni   di   Arzignano   e   Montecchio  
     Maggiore e valutate le controdeduzioni formulate dall’azienda.
     L’analisi  degli  impatti  porta  a  ritenere  che  l’attività  proposta  comporti  impatti  significativi  per  l’ambiente,  con 
     particolare riferimento alla rilevanza e alle sensibilità del contesto del sito inpiduato, piuttosto che all’impiantistica 
     ed alle operazioni ipotizzate
     Il   parere   espresso   dalla   Commissione   è   relativo   sia   alla   procedura   di   Valutazione   d’Impatto   Ambientale   che 
     all’approvazione progetto in tema di gestione rifiuti.

                                     Tutto ciò premesso si esprime

                               PARERE CONTRARIO
                  All’intervento,in considerazione delle motivazioni sopra descritte.


         Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2014);
         Visti:
     • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
     • la L.R. n.10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione di impatto
     ambientale” e s.m.i.;
     • la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i. • la D.G.R. n. 1539 del
     27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in
     materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. Disposizioni
     applicative”;



copia informatica per consultazione
        Visto l'art. 1 comma 55 della Legge 07.04.2014 n. 56 riguardante le prerogative e
     competenze del Presidente della Provincia;

        Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.10 del 19/02/2015, con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2015 e Pluriennale 2015-2017;

        Visto il Decreto Presidenziale n. 33 del 17/03/2015 con il quale è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione anno 2015;

        Preso atto del parere dal dirigente interessato in ordine alla regolarità tecnica;

        Preso atto del visto di legittimità alle leggi, statuto e regolamenti espresso dal Segretario
     Generale di cui al Decreto presidenziale n. 11 del 27/10/2014;


                           DECRETA


      1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere n.06/2015 contrario espresso nella seduta del
        17/04/2015 dalla Commissione Provinciale V.I.A., Allegato A al presente provvedimento, di
        cui forma parte integrante e sostanziale, ai fini del rigetto della domanda di "impianto di
        trattamento rifiuti recuperabili costituiti da rifiuti inerti e da terre e rocce da scavo”,
        catastale n. 32 , mappali n.83 e 203, del Comune di Arzignano-Loc. Tezze

      2. di esprimere, conseguentemente, ai sensi del del D.Lgs. n. 152/2006 e della L.R. n. 10/1999,
        giudizio contrario di compatibilità ambientale sul progetto, per gli impatti negativi e
        significativi che l'intervento comporterebbe per l'ambiente e per contrasto con i vincoli
        territoriali esistenti;

      3. di informare che:
        a) avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
        Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso
        straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni;
        b) la documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Tutela e
        valorizzazione risorse naturali- Ufficio VIA della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n.
        1, Vicenza;

      4. di dare altresì atto che:
        a) il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
        www.provincia.vicenza.it;
        b) la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto un estratto del
        presente provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici
        provinciali, nel quale sarà indicata l’opera, l’esito del
        provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato
        nella sua interezza;
        c) dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per
        eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati ;
        d) la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti
        sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del
        TUEL come modificato dal DL 174/12);




copia informatica per consultazione
        5. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta ditta     Faccio Silvio & Figli Giorgio e Paolo 
         S.N.C, ai Comuni di Arzignano e Montecchio Maggiore, SUAP Arzignano, al Direttore
         dell’A.R.P.A.V. Di Vicenza, al Direttore ULSS 5, al Consorzio di Bonifica Alta Pianura
         Veneta, alla Regione del Veneto Dipartimento Difesa del suolo e foreste, al Settore ambiente
         della Provincia di Vicenza;

        6. di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai
         sensi e per gli effetti D.L. 33/20113




     Vicenza, 14/05/2015



                                  Sottoscritta dal Presidente della Provincia
                                        (VARIATI ACHILLE)
                                         con firma digitale

     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                       Proposta di Decreto Presidenziale


                                                    Servizio VIA VINCA
                                                    proposta n. 391/2015



     OGGETTO: FACCIO SILVIO & FIGLI GIORGIO E PAOLO S.N.C.-IMPIANTO DI
     TRATTAMENTO DI RIFIUTI RECUPERABILI COSTITUITI DA RIFIUTI INERTI E DA
     TERRE     E      ROCCE      DA     SCAVO.
     GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE
     PROGETTO -D.LGS. 152/2006, LR 10/1999, LR 3/2000 E LORO SMI- GIUDIZIO
     NEGATIVO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE




              PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA’ TECNICA
               SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE




     (X) Favorevole     ( ) Contrario

     ………………………………………………………………………………………………………...




     Vicenza, 06/05/2015                           Sottoscritto dal Dirigente
                                         (FERRETTI MARIA PIA)
                                            con firma digitale




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                       Proposta di Decreto Presidenziale


                                                    Servizio VIA VINCA
                                                    proposta n. 391/2015



     OGGETTO: FACCIO SILVIO & FIGLI GIORGIO E PAOLO S.N.C.-IMPIANTO DI
     TRATTAMENTO DI RIFIUTI RECUPERABILI COSTITUITI DA RIFIUTI INERTI E DA
     TERRE     E      ROCCE      DA     SCAVO.
     GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE
     PROGETTO -D.LGS. 152/2006, LR 10/1999, LR 3/2000 E LORO SMI- GIUDIZIO
     NEGATIVO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE




          VISTO DI CONFORMITA’ ALLE LEGGI, STATUTO E REGOLAMENTI
              SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
              (ai sensi del Decreto del Presidente n. 11 del 27/10/2014)




     (X) Favorevole     ( ) Contrario

     ………………………………………………………………………………………………………...




     Vicenza, 14/05/2015                           Sottoscritto dal Segretario
                                          (MACCHIA ANGELO)
                                           con firma digitale




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                     DECRETO PRESIDENZIALE
                      N° 69 DEL 14/05/2015


     OGGETTO: FACCIO SILVIO & FIGLI GIORGIO E PAOLO S.N.C.-IMPIANTO DI
     TRATTAMENTO DI RIFIUTI RECUPERABILI COSTITUITI DA RIFIUTI INERTI E DA
     TERRE     E      ROCCE      DA     SCAVO.
     GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE APPROVAZIONE
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     NEGATIVO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia del presente decreto è pubblicata all'albo pretorio di questa Provincia per 15
     giorni dal 15/05/2015.


     Vicenza, 15/05/2015




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                        (PADOVAN ALESSANDRA)
                                           con firma digitale




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       FACCIO SILVIO & FIGLI GIORGIO E PAOLO S.N.C.
                             PARERE N. 06/2015

     Oggetto: Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e approvazione progetto (art. 23 del D.Lgs.
     152/2006 e ss. mm. e ii., art. 23 della L. R. 10/1999 e ss. mm. e ii. e D.G.R.V. n. 575/2013), relativa al progetto
     di un impianto di trattamento di rifiuti recuperabili costituiti da rifiuti inerti e da terre e rocce da scavo.
     Localizzazione - Comune di Arzignano.

     PROPONENTE:            Faccio Silvio & Figli Giorgio e Paolo snc
     SEDE LEGALE:           Comune di Arzignano Loc.Tezze via Canove, 12
     SEDE INTERVENTO:         Comune di Arzignano Loc.Tezze via Canove, 12
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianto di trattamento di rifiuti
     MOTIVAZIONE V.I.A:        Attivazione di un impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali
                      recuperabili costituiti da rifiuti inerti e da terre e rocce da scavo. (Punto 7 –
                      Lettera z.b) - Allegato IV - Parte II - D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii.)
     COMUNI INTERESSATI:        Arzignano e Montecchio Maggiore.
     DATA DOMANDA:           02 settembre 2014
     DATA PUBBLICAZIONE:        04 settembre 2014
     DATA INTEGRAZIONI:        06 febbraio 2015

     DOCUMENTAZIONE TECNICA PRESENTATA:
       • Relazione tecnico descrittiva;
       • Studio di Impatto Ambientale;
       • Permesso di costruire rilasciato dal Comune di Vicenza;
       • Relazione revisionale di impatto acustico;
       • Relazione scarichi idrici;
       • Domanda di autorizzazione alle emissioni;
       • Relazione geologica, geotecnica ed idrogeologica;
       • Piano di sicurezza;
       • Relazione illustrativa realizzazione impianto trattamento rifiuti;
       • Dichiarazione di non necessità della procedura di V.Inc.A.;
       • Sintesi non tecnica;
       • Piano di ripristino del sito;
       • Integrazioni fornite a seguito della richiesta della Provincia del 07 novembre 2014.

                               PREMESSE
     La ditta FACCIO SILVIO & FIGLI GIORGIO e PAOLO S.N.C. di Arzignano (VI), è attiva nel campo delle
     costruzioni stradali, demolizioni, scavi e movimenti terra; al fine di garantire un adeguato e completo
     servizio all’attuale clientela il proponente intende avviare un impianto finalizzato al recupero di rifiuti
     speciali non pericolosi (inerti da demolizione, terre e rocce da scavo) derivanti principalmente dalle stesse
     attività della ditta e secondariamente da altri cantieri edili.
     L’impianto di progetto sarà realizzato in prossimità dello stesso sito aziendale di Via Canove, in Comune di
     Arzignano (VI).



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     All’interno dell’impianto di progetto si svolgerà l’attività di recupero e stoccaggio di inerti, principalmente
     da demolizione, terre e rocce da scavo e la messa in riserva di conglomerato bituminoso; le operazione di
     recupero sono classificate come R5 ed R13 nell’allegato C alla parte Quarta del D.Lgs 152/06 ss.mm.ii.
     Per i rifiuti in solo stoccaggio l’operazione è identificata come R13.
     I quantitativi di rifiuto trattati annualmente si attesteranno su un massimo di 50.500 ton/anno.
     L’impianto è stato oggetto di una precedente procedura di Verifica di Assoggettabilità (art. 20 D.lgs 152/2006
     ss.mm.ii.), conclusasi con il parere della Commissione VIA n.07/2013 di assoggettamento alla procedura di
     V.I.A., come da presente progetto.

                              UBICAZIONE
     L’area interessata dall’impianto di progetto è ubicata nella zona orientale del comune di Arzignano (VI), ed è
     compresa nella tav. "ARZIGNANO", Foglio 49 I S.E. della Carta d'Italia dell’I.G.M., scala 1:25.000, e nell’
     elemento n. 125052 "Montecchio Maggiore" della Carta Tecnica Regionale, scala 1:5.000.
     L’area interessa terreni pressoché pianeggianti, ricompresi all’interno dell’autorizzazione della cava di ghiaia
     denominata “Cava Poscola”, ricadente, a sua volta, nell’ampia piana alluvionale della valle dell’Agno, ad
     una quota di circa 86 m s.l.m.; catastalmente l’area risulta censita nel Foglio n. 32 mappali n. 83 e 203 dello
     stesso comune di Arzignano.




            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione analizzati sono stati:
     • Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (P.R.G.R.S.);
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera (P.R.T.R.A);
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
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     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Arzignano;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Arzignano.
     Considerato che l’esame del Quadro Programmatico risultava complessivamente già espletato nel corso del
     procedimento di “screening”, in questa sede l’esame viene indirizzato esclusivamente alle criticità emerse
     nel corso della verifica di assoggettabilità.
     In particolare si segnala quanto indicato dal:
       • Il Piano di Stralcio per l’Assetto Idrogeologico,
     dove nella specifica tavola denominata “Carta della pericolosità idraulica” l’area in esame ricade all’esterno
     di aree di pericolosità idraulica. Si segnala la presenza di un ambito a “zona di attenzione idraulica (rischio
     idraulico R1 secondo il PTCP della Provincia di Vicenza)” a valle rispetto all’area di progetto.
     In prossimità dell’area di intervento (verso valle), si segnala la presenza di un ambito classificato “zona di at-
     tenzione idraulica” dal P.A.I. e “Rischio idraulico R1” dal PTCP della Provincia di Vicenza). La “Zona di at-
     tenzione idraulica” corrisponde al territorio immediatamente a valle rispetto all’area di intervento, caratte-
     rizzato dalla presenza di una vasta depressione originatasi a seguito della coltivazione della “Cava Poscola”
     e attualmente ricomposta a prato stabile.
     Localizzazione della “Zona di attenzione idraulica – Rischio idraulico R1” rispetto all’area di progetto.




     Localizzazione dell’area di progetto con limitrofe zone con falda affiorante nella zone R1 (06marzo 2014).




       •  Il Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Arzignano);


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     dove l’area di progetto ricade all’interno dell’Ambito Territoriale Omogeneo (ATO) n. 5 e in cui si segnala la
     presenza di una zona estremamente sensibile idrogeologicamente, ovvero, la qualità delle acque trattenute
     nelle falde risente in maniera significativa dei rilasci che avvengono nel suolo sovrastante, sul quale trovano
     localizzazione sia aree residenziali, sia aree industriali (in parte legate al settore della concia delle pelli); il
     confine occidentale dell'ATO è inoltre percorso da un corridoio ecologico di rilevanza provinciale e, al
     momento, solo una piccola porzione del corridoio è toccata da territorio edificato ma, data l'importanza e la
     fragilità dello stesso, si ritiene che gli aspetti legati alla biopersità costituiscano componenti sensibili
     dell'ATO stesso.
       • Il Piano Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Arzignano
     in cui, secondo quanto riportato nella Tavola 13.1.2.C “Piano degli Interventi – Variante 2” l’area di progetto
     ricade all’interno dei seguenti ambiti:
     • Zone Omogenee: Zone Agricole E2 Ta (Art. 50 N.A.):
     L'area perimetrata nella planimetria di P.R.C. in scala 1:5000 compresa tra il confine comunale, il fiume Guà,
     via Canove fino alla zona soggetta ad indagine archeologica e da lì verso nord-est fino al confine comunale, è
     caratterizzata dalla presenza di reperti archeologici e da attività che comportano la modificazione
     dell'assetto orografico dei terreni e quindi con notevoli effetti sul regime di falda.
     Al fine di garantire la tutela delle caratteristiche paesaggistiche nonché la valorizzazione di ritrovamenti
     archeologici organizzando, quindi, gli accessi all'area, privilegiando la percorribilità pedonale o ciclabile,
     ogni intervento che modifichi l'attuale assetto del territorio (quote del terreno, alberature, viabilità, opere
     tecnologiche), ad esclusione di quelli connessi alla conduzione dei fondi agricoli e con le funzioni
     residenziali, saranno assoggettati alla preliminare predisposizione di PUA (I.U.P.). Qualsiasi intervento è
     comunque soggetto a specifica convenzione che regolerà lo svolgimento e l'attuazione degli interventi stessi.
     Anche a seguito della suddetta disamina il Comune di Arzignano ha espresso il proprio parere contrario,
     visto anche il contrasto sostanziale con le proprie norme di pianificazione.

                                VALUTAZIONE
     In relazione al presente aspetto il parere risulta essere negativo, considerato il contrasto con la pianificazione del
     Comune di Arzignano, che ha espresso parere negativo in merito, considerando in merito la necessità di variante
     urbanistica per consentire l’esercizio dell’attività di recupero rifiuti.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti recuperabili costituiti da rifiuti
     inerti e da terra e rocce da scavo, derivanti principalmente dall’attività edile della ditta per il quale il
     progetto viene realizzato, e secondariamente da conferimenti da terzi.
     L’impianto occuperà una superficie di circa 7.500 mq e consentirà il trattamento di 50.500 t/anno di materia-
     le.
     In specifico verranno realizzati:
       -  pesa;
       -  manufatti prefabbricati ad uso uffici e ricovero attrezzi;
       -  le aree per l’installazione dell’impiantistica e per l’ubicazione dei depositi di rifiuti inerti;
       -  le aree per lo stoccaggio delle materie prime seconde e delle terre e rocce da scavo;
       -  arginature in terre armate di mascheramento e di riduzione dell’impatto acustico;
       -  bacino per la raccolta delle acque di prima pioggia;
       -  rete per la raccolta, l’adduzione e lo scarico presso la roggia Camozza delle acque trattate.


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     Aree per l’installazione dell’impiantistica e per l’ubicazione dei rifiuti inerti da trattare
     In quest’area i materiali vengono depositati dopo essere stati pesati e verificati in fase di procedura di
     accettazione. Il progetto prevede la realizzazione di una pavimentazione in calcestruzzo impermeabile, di
     spessore di 20 cm doppiamente armata. Alla base della stessa sarà preventivamente posato un telo in PVC
     800 g/mq per rendere l’area completamente impermeabile. La stessa avrà idonea pendenza verso un sistema
     di raccolta delle acque di dilavamento delle superfici, in grado di convogliare i flussi presso un vasca di
     raccolta per il successivo riutilizzo.
     Si prevede la realizzazione di platee in cls per le seguenti aree:
       -  Area 1 – Area di accesso e pesatura: 100 mq;
       -  Area 2 – Area di lavorazione: 573 mq.
     Piazzali di stoccaggio dei materiali in uscita dal ciclo di trattamento
     Il materiale lavorato, in attesa di analisi, sarà preventivamente depositato all’interno di un invaso realizzato
     con telo impermeabilizzante in polietilene, posato ad una profondità di 1,70 cm dalla quota finale di
     lavorazione (attuale quota di campagna), con strati di materiale drenante (ghiaia) per uno spessore di 1,20 m.
     Al di sotto di tali opere verrà realizzato un sistema di drenaggio delle acque verso la vasca di raccolta.
     Piazzali di stoccaggio delle MPS e delle terre rocce da scavo
     Le Materie Prime Secondarie (MPS) ottenute dal trattamento dei rifiuti in ingresso e delle terre e rocce da
     scavo saranno stoccati in settori dedicati e opportunamente inpiduati da idonea segnaletica.
     Arginature in terre armate di mascheramento e di riduzione dell’impatto acustico
     Lungo il confini Ovest, Nord ed Est dell’impianto saranno realizzate dei terrapieni in doppia terra rinforzata
     in grado di svolgere la funzione di isolamento acustico, mitigazione visuale dell’impianto e di barriera nei
     confronti della dispersione delle polveri. Si tratta di strutture sostenute a terrapieno compresso, riempite di

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     inerte e successivamente vegetate (inerbimento con normale semina), con efficace azione fonoisolante, aventi
     altezza variabile dai 5 ai 4 m e sedime di occupazione massimo di circa 5 m.
     Rete per la raccolta, l’adduzione e lo scarico presso la roggia Camozza delle acque trattate
     Il sistema per il trattamento ed il riciclo delle acque, sarà formato da pozzetti e vasche realizzate sul posto,
     con pareti in cemento armato opportunamente impermeabilizzate sia internamente che esternamente.
     Le acque di prima pioggia trattate e le acque di seconda pioggia verranno convogliate in un apposito bacino
     opportunamente dimensionato e impermeabilizzato (580 mc e profondità di 3,5 m); il “troppo pieno” sarà
     inviato presso la roggia Camozza tramite sistema a pompa.
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     Le attività svolte all’interno dell’impianto sono:
      - Messa in riserva e Recupero inerti da demolizioni edili (R13 e R5): laterizi, intonaci e conglomerati di
        cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e pali in calcestruzzo armato
        provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché
        privi di amianto;
      - Messa in riserva e Recupero terre e rocce da scavo (R5 e R13);
      - Messa in riserva conglomerato bituminoso (R13).
     Messa in riserva e recupero inerti da demolizioni edili
     L’attività di recupero è finalizzata alla produzione di inerti (Materia Prima Secondaria) per sottofondi
     stradali, edilizi o per rilevati a partire da materiali di demolizione (rifiuti in ingresso) sottoposti a processi di
     tipo fisico: frantumazione e successiva vagliatura.
     I materiali idonei alla produzione degli inerti possono essere costituiti, come previsto dal DM 05/02/98, “da
     laterizi, intonaci, conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali
     in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche, ed elettriche e frammenti di rivestimenti
     stradali, purché privi di amianto”.
     Il ciclo produttivo sarà così organizzato: il rifiuto inerte in arrivo viene stoccato nel cumulo dei materiali da
     trattare. Il materiale che necessita di analisi di controllo viene eventualmente stoccato a parte in attesa
     dell’esito.
     Il ciclo prevede, in presenza visibile di frazioni fini, una prima vagliatura per pre-separare il materiale fine,
     con caratteristiche merceologiche da riempimenti, e successivamente l’allontanamento di eventuali materiali
     non idonei (carta, plastica, legno e ferro).
     In seguito, il materiale viene sminuzzato (fino a dimensioni di 500 mm circa) per renderlo idoneo alla
     triturazione.
     Segue quindi la triturazione e successiva vagliatura per ottenere materiali idonei alla formazione di
     sottofondi.
     Durante la triturazione avviene la separazione del ferro con magnete. Dal vaglio, il materiale più grosso
     viene eventualmente reinserito nel processo si triturazione.
     Messa in riserva e recupero di terre e rocce da scavo
     In abbinato al trattamento di inerti, il progetto prevede il trattamento delle terre e rocce da scavo, classificate
     in ingresso come rifiuto.
     Escludendo le rocce, già destinate al trattamento nel ciclo degli inerti, nell’impianto sono state inpiduate
     due aree specifiche, la prima riferibile alle terre classificate secondo la Colonna A (della tabella 1 dell’allegato
     5 alla parte IV del D. Lgs. n. 152/2006), mentre la seconda per le terre classificate secondo la Colonna B (della
     tabella 1 dell’allegato 5 alla parte IV del D. Lgs. n. 152/2006).
     L’attività di recupero riguarda esclusivamente le terre che, per il loro riutilizzo, necessitano di una fase di
     pretrattamento di grigliatura, finalizzato alla separazione della componente rocciosa ed ottenere terra
     classificata come Materia Prima Secondaria.


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     Il ciclo, in sostanza, prevede la messa in riserva delle terre in ingresso e la successiva vagliatura per
     l’ottenimento di MPS.
     Le terre in arrivo come rifiuto, in base alla analisi, verranno stoccate nel cumulo A o nel cumulo B previsto
     nella platea, con raccolta delle acque di dilavamento. Da un punto di vista analitico la distinzione è riferita
     alla tabella 1, Allegato 5 al Titolo V del D.lgs 152/06 (concentrazione soglia di contaminazione nel suolo, nel
     sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d’uso dei siti da bonificare). Dopo il trattamento di vagliatura, lo
     stoccaggio avverrà su idonea area separando le terre per tipologia (terre classificate secondo la Colonna A e
     terre classificate secondo la Colonna B).
     Messa in riserva conglomerato bituminoso
     L’impianto di progetto prevede l’installazione di un container, chiuso a tenuta stagna, dedicato alla sola
     messa in riserva di conglomerato bituminoso.
     Procedure di accettazione, pesatura e caratterizzazione dei rifiuti in ingresso
     Modalità di conferimento dei rifiuti all’impianto
     Per i rifiuti inerti in trattamento trattasi di rifiuti solidi non polverulenti, conferiti mediante mezzi con
     cassone ribaltabile. I mezzi vengono, preliminarmente, sottoposti a pesatura per le operazioni di verifica e
     successivamente inviati allo scarico del rifiuto nello specifico cumulo (inerti o terre).
     Nel caso di apparenti difformità, a seguito di un primo controllo, il rifiuto viene respinto oppure
     momentaneamente stoccato nell’area predisposta per i rifiuti in attesa di controllo. Il mezzo quindi viene
     ripesato con ritorno dei formulari. Per i rifiuti in fase di controllo non viene restituito il formulario in attesa
     dell’esito.
     Tipologia degli automezzi utilizzati
     Gli automezzi utilizzati per il trasporto non richiedono specifiche attrezzature di carico scarico se non il
     ribaltamento del cassone. I mezzi con cassone scarrabile verranno aperti e scaricati mediante scarramento
     dello stesso.
     Sistemi utilizzati per assicurare il contenimento delle emissioni originate dalla dispersione eolica
     I cumuli in stoccaggio saranno irrorati da idranti mobili con acqua per impedire potenziali azioni di
     dispersioni eoliche.
     Perdite provenienti da eventuali spanti e colaticci nel corso del conferimento
     Le tipologie di rifiuti conferiti presso l’impianto non danno origine a spanti o colaticci.
     Procedure di accettazione, pesatura e caratterizzazione dei rifiuti in ingresso
     I rifiuti in ingresso sono valutati secondo quanto previsto dal DM 5.02.1998, con verifica della non
     pericolosità per i codici contenenti “perso da” non provenienti da demolizioni selettive.
     I rifiuti vengono quindi pesati presso lo stesso impianto.
     Per tutti i codici, ed in particolare per i codici aventi codice specchio, verrà richiesta la corretta descrizione
     del rifiuto che riporta la reale composizione ed una dichiarazione del produttore sulla non pericolosità
     derivante del ciclo produttivo.
     Per le terre verrà chiesta l’analisi della composizione prima dell’accettazione.
     I rifiuti oggetto di stoccaggio derivano da una precisa provenienza, il progetto prevede, pertanto, di
     effettuare le analisi in ingresso solo per i rifiuti che potrebbero essere palesemente difformi dalle
     caratteristiche indicate dal DM 5.02.1998 (es. presenza di impurezze).
     Controllo del formulario
     All’arrivo dei rifiuti presso l’impianto, è previsto il controllo del formulario di trasporto, per verificare se
     quanto consegnato corrisponde con le caratteristiche oggetto di trattamento; quindi verranno firmate le
     copie di accettazione con consegna delle copie dovute al trasportatore (se perso dallo scrivente) o con invio
     della quarta copia (con trasportatore lo scrivente).



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     Prelievi di campioni e relative modalità di analisi
     Per alcune tipologie di rifiuti (terre), verrà richiesta l’analisi in ingresso. Ad ogni modo si procederà
     comunque alla valutazione a vista dei rifiuti in ingresso e, se del caso, si attiveranno le procedure di verifica
     della conformità tra quanto consegnato e quanto riportato nelle analisi del produttore.
     Modalità e criteri di deposito e stoccaggio dei rifiuti, anche derivanti dal processo di trattamento
     Lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso oggetto di trattamento avverrà su cumuli.
     I rifiuti residuali, prodotti a seguito delle operazioni di trattamento, verranno stoccati su idonei cassoni,
     separati per tipologia.
     Il processo di selezione e trattamento interno per inerti è unico indipendentemente dal codice in ingresso e
     pertanto lo stoccaggio per singola specifica area avviene assieme per tutti i rifiuti conferiti a tale
     destinazione.

                                 VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati dalla
     specifica tipologia di progetto, tuttavia il contesto territoriale su cui insiste l’intervento rappresenta persi aspetti di
     sensibilità e fragilità, dettagliati di seguito nelle perse matrici relative al quadro di riferimento ambientale.

             111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     L’ambito di intervento è influenzato dalle emissioni che si verificano lungo la viabilità interna di cava a
     fondo sterrato per il passaggio di autoveicoli commerciali leggeri e mezzi pesanti. Non sono stati rilevati
     complessi produttivi che possano generare emissioni particolari o significative.
     L’impatto in fase di cantiere risulta trascurabile, data la modesta durata e il ridotto numero di mezzi
     operativi impiegati.
     Per quanto riguarda l’emissione di gas combusti durante la fase di esercizio, sulla base dell’esiguo numero
     di mezzi a motore endotermico, della tipologia di emissione (gas combusti da motori diesel), della frequenza
     dell’orario di funzionamento, si stimano emissioni tali da non alterare in modo significativo la qualità
     dell’aria locale dell’ambito di area vasta.
     Sulla base del valore soglia di emissione calcolato (PM10 g/h) e dell’intervallo di distanza (m) del recettore
     dalla sorgente, l’impianto di trattamento in analisi non necessita di particolari azioni di monitoraggio o di
     valutazioni modellistiche con dati specifici.
     L’impatto globale sulla componente è pertanto trascurabile.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     Per quanto riguarda l’idrografia superficiale l’area è caratterizzata dalla presenza di un potente materasso
     alluvionale in cui è presente un acquifero permeabile ed idraulicamente indifferenziato, ospitante una ricca
     falda freatica. L’area di progetto inoltre ricade all’interno del bacino idrografico del fiume Guà. I corsi
     d’acqua più prossimi all’area di intervento sono i seguenti: roggia Camozza a circa 210 m in direzione Sud
     (modesto corso d’acqua con ampiezza di qualche metro e profondità di circa 1,5 m, tributario del t. Poscola;
     dal punto di vista idrologico il torrente risulta caratterizzato da un costante deflusso idrico), torrente Poscola
     a circa 300 m in direzione Est (trattasi di un modesto corso d’acqua, asciutto per buona parte dell’anno),

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     fiume Guà a circa 650 m in direzione Ovest (il corso d’acqua risulta pressoché in regime di secca a causa
     delle forti dispersioni che si verificano nel sottosuolo).
     Per quanto riguarda l’ambiente idrico – acque superficiali, dalla valutazione dei possibili impatti indotti dal
     progetto, non sono emerse situazioni di rilievo o particolari criticità.
     Per quanto riguarda il rischio di alterazione del regime idraulico delle acque superficiali, si è innanzitutto
     considerata l’assenza di elementi idrografici all’interno dell’area di progetto, l’efficienza del sistema di
     raccolta, trattamento e gestione delle acque meteoriche, la variazione non significativa in termini di
     permeabilità dei suoli che le opere di progetto comportano.
     Per quanto riguarda le acque sotterranee l’area è caratterizzata dalla presenza di un potente materasso
     alluvionale in cui è presente un acquifero permeabile ed idraulicamente indifferenziato, ospitante una ricca
     falda freatica.
     La Carta delle Isofreatiche del Progetto Giada (ottobre 2010) evidenzia che la quota della falda freatica, in
     periodi normali, risulta compresa tra 75 m e 70 m s.l.m., corrispondente ad una soggiacenza media generale
     rispetto al piano campagna attuale dell’area di progetto di -8 ÷ -9 m; nel febbraio 2014 è stato misurato il
     valore massimo del livello di falda con una soggiacenza pari a circa 3,8 m dalla quota del piano campagna
     del pozzo di misura. Rispetto al piano campagna dell’area su cui si realizzeranno le opere di progetto (quota
     media 81 m sl.m.) la falda in questo periodo di massima si è approssimata al piano campagna, con locali
     emergenze nelle zone limitrofe più depresse. Già dal mese di marzo il livelli hanno ripreso a scendere
     regolarmente su quote comparabili alle medie dei primi mesi del 2013.
     Per quanto riguarda il rischio di contaminazione delle acque di falda, in prima analisi è stato verificato
     l’assetto idrogeologico dell’area, accertando l’elevato grado di vulnerabilità e di sensibilità dell’acquifero
     nell’ambito territoriale in analisi. Lo studio ha quindi valutato le soluzioni tecniche previste dal progetto al
     fine di limitare ed annullare le possibili interferenze:
      - l’area di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti inerti sarà posta su un rilevato rialzato di + 1,7 m rispetto
       all’attuale piano di campagna;
      - le operazioni di stoccaggio e di trattamento rifiuti si svolgeranno su platea in cls impermeabile, dotata di
       sistema di raccolta delle acque di dilavamento meteoriche;
      - i prodotti in attesa di analisi, ottenuti dal trattamento dei rifiuti, saranno stoccati su un’area dotata di
       telo impermeabile in polietilene ad alta densità (HDPE);
      - l’area pavimentata in cls e l’area dotata di telo di telo HDPE saranno fornite di un sistema di raccolta e
       trattamento delle acque meteoriche di dilavamento, ai sensi dell’art.39 delle N.A. del Piano di Tutela
       delle Acque della Regione Veneto;
      - lungo il lato Ovest dell’impianto, si prevede la realizzazione di una scolina, con quota di base almeno di
       1,0 m sotto il piano campagna attuale, larghezza 2,0 m, in modo da intercettare l’eventuale affioramento
       della falda.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento, per quanto concerne le acque superficiali; le considerazioni valutative a riguardo delle acque sotterranee
     saranno riportate e in armonia con l’impatto su suolo e sottosuolo.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     L’area ricade all’interno di un ambito estrattivo ove la componente suolo originaria risulta asportata per una
     profondità di circa 5-6 m rispetto all’originale piano di campagna, e sulla base di quanto emerso dalle
     indagini, si è rilevata la presenza in superficie di terreni limosi argillosisabbiosi, con alcune intercalazioni
     sabbiose - ghiaiose - limose, dello spessore di circa 30-40 cm, che ricoprono i depositi alluvionali grossolani,


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     rappresentati prima da terreni sabbiosi-limosi e poi da terreni ghiaiosi – sabbiosi / debolmente limosi.
     Attualmente l’area di progetto è coltivata a seminativo.
     Nella fase di cantiere e nella fase di esercizio, gli impatti previsti sono relativi alla sottrazione della risorsa
     suolo e la contaminazione della componente a seguito della ricezione, stoccaggio, trattamento e
     movimentazione di rifiuti inerti da demolizione.
     L’analisi delle soluzioni progettuali ha permesso di accertare la non significatività delle operazioni di sterro e
     di asportazione della parte superficiale del terreno e di parte del materiale ghiaioso sottostante.
     Inoltre, per quanto riguarda il rischio contaminazione, le richiamate soluzioni progettuali permettono di
     escludere la fuoriuscita di rifiuto dalle aree di stoccaggio e trattamento; lo stoccaggio ed il trattamento dei
     rifiuti inerti avverrà al di sopra di una platea basale impermeabile in calcestruzzo, a sua volta poggiante su
     un rilevato misto (terra e ghiaia). La stessa avrà idonea pendenza verso un sistema di raccolta delle acque di
     dilavamento delle superfici, in grado di convogliare i flussi presso un vasca di raccolta per il successivo
     riutilizzo.
     Al fine di completare il quadro conoscitivo e valutativo del contesto territoriale, sono state richieste le
     seguenti integrazioni:
     a) dettagliare la figura 14 della relazione geologica ed idrogeologica con l’ubicazione di punti d’acqua
     impiegati per l’interpolazione del campo di flusso e con la specifica della data delle rilevazioni
     rappresentate;
     b) valutare, se del caso a mezzo della elaborazione di una sezione geostrutturale ed idrogeologica di
     dettaglio (condotta approssimativamente lungo direttrice del deflusso sotterraneo e con riportate le quote
     massime di falda rilevate e tutti gli elementi conoscitivi sulla stratigrafia etc.), se la fenomenologia in parola
     possa dipendere (oltre che da regimi pluviometrici anomali) da elementi litologici naturali (eventuali
     differenziazioni litologiche alla scala locale, azione drenante citata a pag. 35) ovvero se possa derivare
     (magari in parte) anche dagli effetti della impermeabilizzazione del suolo-sottosuolo sottogradiente presso
     l’adiacente impianto di discarica Canove (riportare in sezione longitudinale anche la discarica);
     c) indicare se, per le più prudenziali finalità di protezione ambientale, i presidi di cui al § 9. della precitata
     relazione, possono essere ampliati, possibilmente in senso strutturale (in termini di spessori degli strati che
     separano lavorazioni sui rifiuti dalla falda in condizioni critiche, estensione delle impermeabilizzazioni /
     pavimentazioni in cemento, etc.) ovvero a mezzo della adozione di rigorose procedure di gestione e,
     soprattutto, di controllo delle emergenze (tipologie e posizione dei cumuli di rifiuti, monitoraggi sistematici -
     automatici della falda, analisi chimiche delle acque drenate dalla scolina di progetto, etc.).
     Quanto prodotto dall’azienda non risulta sufficiente per fornire un’adeguata protezione della falda,
     considerati i livelli raggiunti dalla stessa rispetto al piano campagna, come sopra documentato
     fotograficamente; la sensibilità del contesto ambientale rende pertanto incompatibile la presenza di impianti
     industriali di trattamento e recupero rifiuti.

                               VALUTAZIONE
     In relazione al presente aspetto il parere risulta essere negativo, considerato il livello di sensibilità geologica ed
     idrogeologica del sito, peraltro già esplicitamente segnalata nelle conclusioni del parere sulla verifica di assoggettabilità.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     La principale sorgente sonora rilevabile a livello locale è costituita dal transito di veicoli pesanti lungo via
     Canove, con particolare riferimento ai mezzi conferenti presso il centro di compostaggio comunale e il
     traffico veicolare pesante indotto dalla cava Poscola.
     Presso l’area di progetto è stata eseguita la caratterizzazione del clima acustico attuale: i rilievi hanno
     evidenziato un clima acustico in linea con la classe di appartenenza dell’area. La campagna di misure è però


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     viziata da un campionamento temporale gravemente insufficiente, che rende gli esiti della stessa
     particolarmente incerti.
     Le elaborazioni modellistiche previsionali hanno prodotto una stima dei livelli sonori, a impianto in
     esercizio, conforme ai limiti normativi; tuttavia, l’utilizzo del modello di calcolo non è sufficientemente
     documentato, sia in ragione di una non adeguata descrizione dei dati di input, peraltro incompleti, sia per la
     mancata indicazione dei principali parametri di calcolo (ad es. numero di riflessioni considerate).
     In relazione al presente aspetto la documentazione prodotta a seguito della richiesta di integrazioni consente
     valutare l'impatto acustico dell'opera in progetto; si ravvisa un impatto significativo che andrà
     adeguatamente monitorato nell’eventuale fase di avvio, al fine di verificare la necessità di specifici interventi
     di tipo mitigativo/contenimento.

                              VALUTAZIONE
     Si prende atto che l’impatto è dichiarato come non significativo, prescrivendo tuttavia uno specifico monitoraggio per la
     misura dell’effettivo impatto post operam ai ricettori sensibili in prossimità dell’impianto e del rispetto dei limiti
     previsti dalle zonizzazioni acustiche comunali.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Gli elementi residuali di pregio paesaggistico presenti nell’ambito in analisi sono riconducibili alla presenza
     di elementi afferenti il sistema agricolo (coltivi, siepi interponderali, canali, scoli irrigui, viabilità rurale) e al
     sistema delle fasce boscate, quest’ultime localizzate lungo i principali corsi d’acqua (t. Poscola e f. Guà).
     All’interno dell’area di progetto e nel suo immediato intorno non sono presenti elementi di pregio o di rarità
     rispetto al contesto di riferimento.
     Gli impatti sul paesaggio, indotti dalle trasformazioni previste, risultano in parte “assorbiti” dalle
     condizione di significativa antropizzazione del contesto paesaggistico di riferimento. L’attuale attività
     estrattiva ha, nel tempo, condizionato l’evolversi di questo ambito verso una progressiva mediocrità rispetto
     al contesto paesaggistico originario, precludendo quindi lo sviluppo naturale di quest’ambito, che presenta,
     invece, potenzialità paesaggistiche ed ambientali di valore.
     Complessivamente la compatibilità paesaggistica appare insufficiente sia dal punto di vista visivo che
     ambientale, non ostante alcune le scelte effettuate per l’inserimento del progetto nell’ambito territoriale, la
     minimizzazione dei volumi e la realizzazione di opere di mitigazione.

                             VALUTAZIONE
     In relazione al presente aspetto il parere risulta essere negativo, considerato contesto territoriale su cui insiste
     l’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     Per quanto riguarda l’area di progetto e via Canove:
      - lungo via Canove insiste una componente afferente il traffico veicolare commerciale pesante relativa ai
       flussi in entrata ed uscita dalla Cava Poscola, stimati in circa 17 – 20 passaggi/giorno, corrispondenti a
       circa 2 – 3 passaggi/ora;
      - lungo via Canove insiste una componente afferente il traffico veicolare commerciale leggero relativa ai
       flussi in entrata ed uscita dall’impianto di compostaggio posto poco a sud rispetto all’area di progetto;
       per questa tipologia di flusso non si hanno dati a disposizione.
     L’esercizio dell’impianto di progetto determinerà una generazione di traffico veicolare pesante lungo la SP
     89 (sistema di area vasta/viabilità sovraordinata) pari a circa 17 automezzi pesanti/giorno, corrispondente a
     circa 2 passaggi/ora.
     Tali valori vanno a sommarsi all’attuale traffico veicolare pesante lungo la suddetta provinciale, stimato
     inferiore ai 1.000 passaggi/giorno. Trattandosi di un’arteria relativamente distante, caratterizzata da un
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     flusso costante di mezzi pesanti, l’impatto dovuto ai mezzi connessi con l'attività dell'impianto non risulta
     distinguibile.
     Per quanto riguarda via Canove, l’esercizio dell’impianto di progetto determinerà una generazione di
     traffico veicolare pesante lungo via Canove (viabilità locale) pari a circa 17 automezzi pesanti/giorno,
     corrispondente a circa 2 passaggi/ora.
     Tali valori vanno a sommarsi all’attuale traffico veicolare pesante indotto dalla coltivazione della limitrofa
     Cava Poscola, adpenendo ad un valore complessivo di 37 transiti giorno, corrispondente a 4,5 transiti/ora.
     L'attività di trasporto può comportare potenziali disagi per gli insediamenti situati lungo i tragitti interessati
     e, soprattutto in corrispondenza dei punti critici, dove risulta probabile un incremento delle emissioni
     generate dai mezzi per eseguire le operazioni di manovra.
     Sulla viabilità più distante dal sito (SP 89), il contributo determinato dai mezzi di trasporto alla formazione
     dell’impatto negativo, non è effettivamente distinguibile.
     Si afferma che il traffico indotto dall'attività dell'impianto determina un disturbo alla circolazione sulla rete
     viaria più prossima al sito (via Canove), caratterizzata, comunque, da una bassa sensibilità all’impatto e da
     una modesto numero di abitazioni interessate all’impatto.
     Pur considerando conpisibile l’analisi svolta si è ritenuto utile far presentare dati aggiornati dei flussi di
     traffico in transito sulle strade afferenti all’area in esame in quanto i dati desunti dal rapporto Giada (2000-
     2001) risultavano ormai datati; si segnalava inoltre come in via Canove fosse presente un pieto di transito
     ai veicoli di massa a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate mentre nel calcolo degli automezzi in
     ingresso/uscita è stata ipotizzata una portata per singolo automezzo pari a 27 tonnellate; è necessario quindi
     che nella stima dei veicoli pesanti in ingresso e uscita dall’impianto tale aspetto venga rivisitato; le
     integrazioni pervenute hanno consentito di chiarire il presente aspetto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento riferimenti.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     Per quanto riguarda l’area di progetto:
      - la recente attività di cava ha profondamente condizionato qualitativamente e quantitativamente la
       diffusione e l’evoluzione della vegetazione spontanea;
      - Il rilievo dell’uso del suolo dell’area di progetto ha evidenziato la predominanza delle colture a
       seminativo (colture cerealicole);
      - non risultano presenti elementi vegetazionali degni di nota (filari, siepi arbustive, grandi alberi isolati);
      - si ritiene possibile la presenza di qualche micro-mammifero e di rettili potenzialmente presenti nel sito
       in esame, riconducibili a quelli normalmente diffusi negli agroecosistemi della pianura veneta;
      - prevale un ecosistema di cava in parte ricomposta ove a superfici inerbite o lasciate a libera evoluzione si
       associano, in parte, colture annuali, cerealicole permanenti o avvicendate. Trattasi nel complesso di
       elementi a bassa stabilità in quanto la catena trofica naturale risulta semplificata; inoltre, laddove
       insistono colture agricole, il ciclo annuale delle coltivazioni interrompe la “successione naturale”
       tendente, nel lungo periodo, verso lo stadio climax (massima stabilità).
     Per quanto riguarda il disturbo della fauna presente nell’area in esame, si ritiene che non sia oggettivamente
     probabile il verificarsi di significativi effetti negativi sul raggiungimento o il mantenimento di uno stato di
     conservazione favorevole e di preservazione delle specie e habitat presenti.
     Non si andrà, pertanto, a ledere o compromettere un sistema complesso o, comunque, interconnesso ad altri
     sistemi attraverso la rete ecologica di contatto tra ecosistemi naturaliformi.


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     Durante l’attività di determina la formazione di emissioni, soprattutto rumorose, in grado di creare un
     ambiente ostile alla fauna locale. Tuttavia la presenza all’interno dell’ambito territoriale esteso di specie
     faunistiche prevalentemente antropofile o comunque dotate di un’elevata valenza ecologica, in grado quindi
     di tollerare la presenza umana e le azioni di disturbo peraltro già presenti all’interno del contesto territoriale
     in analisi (attività di cava), determina un impatto non significativo nei confronti della componente stessa.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento; si ritiene tuttavia utile prescrivere una verifica su possibili miglioramenti previsti attraverso l’uso di
     filari, siepi, piante, che, opportunamente seguite e curate, possano avere azione anche se di poco migliorativa sul quadro
     generale.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     L’esercizio dell’impianto avverrà in conformità alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza dei
     lavoratori, che considera sia la tipologia di attività svolta, sia le caratteristiche tecniche degli impianti,
     attrezzature e macchine utilizzate.
     Gli incidenti considerati più rilevanti risultano collegati a incendi di un mezzo operativo e incendio dei
     rifiuti non recuperabili derivanti dall’attività di trattamento.
     Per quanto riguarda il primo caso, si stima una bassa probabilità di accadimento, anche in ragione della
     regolare manutenzione a cui sono sottoposti i macchinari e le attrezzature impiegate per l’attività.
     L’emissione di polvere a seguito del malfunzionamento dell’impianto di bagnatura dal frantoio sarà
     immediatamente fermato con l’attivazione automatica dell’arresto dell’impianto stesso. In tal modo si
     produrranno effetti marginali(formazione di nubi di polvere), esauribili all’interno dell’impianto stesso.
     Il progetto prevede delle misure per prevenire e per far fronte a tali eventi e per limitarne le conseguenze e
     l’inpiduazione delle modalità di allarme, richiesta di soccorso e di allertamento delle autorità competenti.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                     VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO

                               CONCLUSIONI
     Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
     Il progetto non risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e contrasta parzialmente con i
     vincoli territoriali vigenti.
     Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti e risultano esplicitate nelle singole matrici
     ambientali sopra descritte.
     Rilevato la presenza di puntuali e sostanziali osservazioni pervenute dai Comuni di Arzignano e Montecchio
     Maggiore e valutate le controdeduzioni formulate dall’azienda.
     L’analisi degli impatti porta a ritenere che l’attività proposta comporti impatti significativi per l’ambiente,
     con particolare riferimento alla rilevanza e le sensibilità del contesto del sito inpiduato, piuttosto che
     all’impiantistica ed alle operazioni ipotizzate
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
     all’approvazione progetto in tema di gestione rifiuti.



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                            Tutto ciò premesso si esprime
                             PARERE CONTRARIO
                All’intervento,in considerazione delle motivazioni sopra descritte.


     Vicenza, 17 aprile 2015


       F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
     dott.ssa Silvia Chierchia                                    Andrea Baldisseri




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