decreto presidenziale n.92/2016
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
N° 92 DEL 30/08/2016
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: LIFENERGY S.R.L.- PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE
DI DUE POZZI ESPLORATIVI GEOTERMICI DENOMINATI “MONTECCHIO
PRECALCINO 1” E “MONTECCHIO PRECALCINO 2”.
GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE D.LGS. 152/2006, LR 10/1999 E LORO
SMI
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
Premesso che:
• tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 rientra,
nell'Allegato A, la valutazione d’impatto ambientale e l’approvazione di progetti relativi alla
realizzazione di centri commerciali;
• con D.G.R. n. 1539 del 27/09/2011 la Giunta regionale ha fornito gli indirizzi applicativi
inmateria di valutazione d'impatto ambientale di coordinamento tra le disposizioni della Legge
Regionale n. 10/99 e le successive normative nazionali, confermando la suddetta competenza anche
con riferimento alla tipologia degli interventi come inpiduata negli allegati III e IV alla Parte II
del D.Lgs. n. 152/06;
• pur essendo in vigore la L.R. 4/2016, la procedura rimane comunque subordinata alla L.R.
10/1999 secondo quanto disposto dall'art.22 della sopra citata L.R. 4/2016 e che quindi il giudizio
di compatibilità per tali strutture commerciali risulta tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n.10/1999;
Visto che:
• la ditta LIFENERGY S.R.L., con sede legale nel comune di Firenze, via Pasquale Villari n.7, ha
presentato, in data 20/02/2015 con prot. 12188, l'istanza per ottenere il giudizio di compatibilità
ambientale per l'intervento relativo alla “Realizzazione i due pozzi esplorativi geotermici
denominati “Montecchio Precalcino 1” e “Montecchio Precalcino 2”;
• la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa nell’allegato IV alla Parte II del D.Lgs.
n. 152/2006 e ss. mm. E ii., punto 2. Industria energetica ed estrattiva, lettera b) attività di ricerca
sulla terraferma delle sostanze minerali di miniera di cui all'art. 2, comma 2, del regio decreto 29
luglio 1927, n. 1443, ivi comprese le risorse geotermiche, incluse le relative attività minerarie;
copia informatica per consultazione
Considerato che:
• le ditte LIFENERGY S.R.L. hanno provveduto alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto
deposito del progetto, in data 24 febbraio 2015 sul quotidiano “Il Giornale di Vicenza”, ed alla
successiva presentazione al pubblico in data:
- lunedì 02/03/2015 alle ore 20.00 presso la sala consiliare del Comune di Montecchio
Precalcino (per il territorio dei Comuni di: Montecchio Precalcino, Breganze, Malo e Sarcedo)
- martedì 03/03/2015 alle ore 18 presso la sala consiliare del Comune di Thiene (per il
territorio dei Comuni di: Thiene, Carrè, Marano Vicentino, Zanè e Zugliano)
- mercoledì 04/03/2015 alle ore 18 presso il Centro Arnaldi – via Rossi – Dueville (per il
territorio dei Comuni di: Dueville, Caldogno, Isola Vicentina, Sandrigo e Villaverla). ;
• sono pervenute, ai sensi dell'art.24 del D.Lgs. n. 152/2006 le seguenti osservazioni:
1. da parte del Comune di Montecchio Precalcino, con nota agli atti prot. 27137 del 22/04/2015
e nota prot. 36169 del 27/05/2015;
2. da parte del "Movimento Salvaguardia Ambiente", con nota agli atti prot. 27207 del
22/04/2015;
3. da parte di "Attivamente- lista civica per montecchio", con nota agli atti prot.27288 del
22/04/2015;
4. da parte del Comune di Marano Vicentino, con nota agli atti prot. 27715 del 23/04/2015;
5. da parte del Comune di Villaverla, con nota agli atti prot. 28042 del 24/04/2015;
6. da parte della "Lista Civica Zanè nel cuore", con nota agli atti prot. 28188 del 27/04/2015;
7. da parte di Valter Campagnolo, con nota prot. 28249 del 27/04/2015;
8. da parte di "Italia Nostra-Civiltà del Verde – Legambiente" sezione di Vicenza, con nota agli
atti prot. 28399 del 27/04/2015;
9. da parte del Comune di Malo, con nota agli atti prot. 36171 del 27/05/2015;
10. dal "Comitato aperto per la salute e l'ambiente dell'Alto Vicentino", con nota agli atti prot.
48921 del 20/07/2015.
• le suddette note sono state trasmesse al proponente per le considerazioni di pertinenza, con nota
agli atti prot. 29861 del 04/05/2015, prot. 36541 del 28/05/2015 all’interno della comunicazione con
la quale è stata inoltrata la richiesta di integrazione, e prot. 38462 del 08/06/2015;
• ulteriore documentazione è pervenuta dal "Comitato aperto per la salute e l'ambiente dell'Alto
vicentino", ad integrazione della precedente, agli atti con prot. 71255 del 22/10/2015;
• la ditta LIFENERGY S.R.L. ha dato riscontro alle integrazioni richieste con nota agli atti con
nota prot. 64282 del 24/09/2015, comprendente anche le controdeduzioni alle osservazioni
trasmesse ,e con nota prot. 82379 del 04/12/2015;
• in data 21 gennaio 2016 è stata indetta l'inchiesta pubblica ai sensi dell'art. 24 c.6 del D.Lgs
152/2006;
• all'inchiesta sono seguite le considerazioni di:
1. dal "Comitato aperto per la salute e l'ambiente dell'Alto Vicentino", agli atti con nota prot.
5882 del 28/01/2016 e 6499 del 01/02/2016;
2. da parte di "Italia Nostra-Civiltà del Verde – Legambiente" sezione di Vicenza, con nota agli
atti prot. 6511 del 01/02/2016;
3. da Legambiente- sezione di Vicenza, con nota agli atti prot. 6622 del 01/02/2016.
Visto e ritenuto di far proprio il parere favorevole di impatto ambientale n.8/2016, richiamandolo
esplicitamente nel presente atto, espresso dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale
provinciale nella riunione del 29/06/2016, ai sensi della L.R. n. 10/1999 e allegato come parte
integrante e sostanziale;
Tenuto conto, in particolare, della conclusione del parere favorevole n.08/2016, che riporta le
seguenti conclusioni:
• Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad
copia informatica per consultazione
altri piani, progetti e interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con
l’intervento oggetto del parere.
• Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
• Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni
richieste, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono
essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
• Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
• Risultano pervenute numerose osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto
(riportate in allegato), riferite quasi esclusivamente al rischio sismico derivante
dall’eventuale sfruttamento della risorsa mineraria.
• La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a
ritenere come il progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
• Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto
all’esercizio delle altre attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni
al fine di consentire un adeguato monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati
progettuali proposti.
• Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata come sostanzialmente
priva di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
• Tutte le considerazioni sopra citate si riferiscono all’attività di ricerca, unico oggetto della
presente istanza per il giudizio di compatibilità ambientale, e non sussiste alcun elemento
oggettivo per l’espressione di un parere negativo da parte della Commissione.
• La Commissione, tuttavia, non può ignorare, visto il copioso materiale fornito dal
proponente e dagli osservanti, che escludono unanimemente un qualsiasi rischio sismico in
fase di ricerca (cfr. Prof. Dario Zampieri e Dott. Giuseppe Ghezzi), che tale rischio sismico
possa invece essere presente nella successiva eventuale fase di sfruttamento della risorsa;
non a caso tale aspetto era già stato preso in considerazione dalla Commissione portando a
specifiche richieste di integrazioni al proponente.
• Con tali premesse la Commissione, pur in assenza di una competenza amministrativa diretta,
ritiene doveroso fornire il proprio contributo tecnico-scientifico, attraverso specifiche
prescrizioni che possano consentire, attraverso elementi da acquisire nella fase di
esplorazione, nuove ed ulteriori valutazioni sull’entità del predetto rischio sismico durante la
fase di sfruttamento.
• Tali elementi forniranno, quindi, ulteriori utili informazioni in previsione delle successive
fasi autorizzative sull’assegnazione del permesso ricerca e sull’eventuale concessione di
coltivazione, ai sensi degli artt.3, 6 e 8 del D.Lgs. n.22/2010, in capo alla Regione Veneto,
nonché all’ulteriore procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale per la coltivazione,
posta sempre in carico alla Regione ai sensi della L.R. n.04/2016.
• Si evidenzia inoltre come il parere positivo alla ricerca, oltre a non essere vincolante, non
può in alcun modo costituire assenso automatico all’attività di sfruttamento, visto che solo
taluni esiti dell’attività di ricerca, con opportuni controlli e monitoraggi, potranno
eventualmente portare ad escludere il più volte citato rischio sismico in fase di sfruttamento.
• A tale scopo e vista la particolarità della materia affrontata, la Commissione ha altresì
ritenuto utile recepire le specifiche linee guida ministeriali citate nel successivo punto 15 di
prescrizione, al fine di adpenire al maggior grado specialistico di dettaglio possibile
Considerato che gli esiti risultanti dal suddetto parere hanno evidenziato come possa essere presente
un potenziale rischio sismico pur limitato alla successiva ed eventuale fase di sfruttamento della
risorsa;
Considerato altresì che i profili di preoccupazione in merito al rischio sismico nell'ipotesi di
attivazione dello sfruttamento delle risorse sotterranee, sono stati posti in evidenza in fase di
copia informatica per consultazione
presentazione sia dai Comuni interessati che dalle associazioni/comitati di cittadini e che, da ultimo,
sono pervenuti contributi conclusivi da parte dei Comuni di:
• Thiene, con nota agli atti prot. 48530 del 15/07/2016 e 48584 del 18/07/2016;
• Zugliano, con nota agli atti prot. 48728 del 18/07/2016;
• Zanè, con nota agli atti prot. 48866 del 19/07/2016;
• Sarcedo, con nota agli atti prot. 49016 del 19/07/2016;
• Sandrigo, con nota agli atti prot. 49079 del 19/07/2016;
• Caldogno, con nota agli atti prot. 46872 del 08/7/2016 e prot.49106 del 19/07/2016;
• Dueville, con nota agli atti prot. 49148 del 19/07/2016;
• Villaverla, con nota agli atti prot. 49174 del 19/07/2016;
• Malo, con nota agli atti prot. 49306 del 20/07/2016;
• Breganze, con nota agli atti prot. 47547 del 12/07/2016 e prot. 49411 del 20/07/2016;
• Isola Vicentina, con nota agli atti prot. 49456 del 20/07/2016;
• Montecchio Precalcino, con nota agli atti prot. 49486 del 20/07/2016;
• Sandrigo, con nota agli atti prot. 49499 del 20/07/2016;
• Carrè, con nota agli atti prot. 49610 del 21/07/2016;
Ritenuto quindi di fare proprie le preoccupazioni sopra citate richiedendo alla Regione Veneto di
assumere le prescrizioni contenute nel parere della Commissione Provinciale di Valutazione
d'Impatto Ambientale, in prima istanza quale contributo di valutazione tecnica, e procedendo nelle
eventuali successive fasi di autorizzazione allo sfruttamento solo previa acquisizione degli ulteriori
dati ed informazioni che verranno ritenuti indispendsabili sulla base della propria competenza e
dell'esperienza acquisita, e solo nel caso venga dimostrata l'assoluta assenza di una correlazione con
un rischio sismico residuo.
Ritenuto quindi che tale delicata problematica debba essere comunque ulteriormente e
necessariamente approfondita proprio in relazione alla citata eventuale successiva fase autorizzativa
allo sfruttamento dalla Regione Veneto nell'ambito della propria specifica competenza in materia,
anche attraverso ulteriori prescrizioni che possono essere ritenute necessarie in vista delle
valutazioni relative allo sfruttamento della risorsa.
Visto che il presente provvedimento non viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 270 (ID 176), in
quanto la complessità e delicatezza dell'argomento trattato ha richiesto più tempo di quanto
previsto;
Visti:
• il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
• la L.R. n.10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione di impatto
ambientale” e s.m.i.;
• la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in
materia di autorizzazione integrata ambientale”
Visto l'art. 1, comma 55, della Legge 07.04.2014, n. 56 riguardante le prerogative e
competenze del Presidente della Provincia;
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.27 del 28/07/2016 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2016;
Visto che con Decreto del Presidente n. 76 del 03/08/2016 è stato approvato il PEG dell'anno
copia informatica per consultazione
2016 per la sola parte contabile;
Preso atto del parere dal dirigente interessato in ordine alla regolarità tecnica;
Preso atto del visto di legittimità alle leggi, statuto e regolamenti espresso dal Segretario
Generale di cui al Decreto presidenziale n. 11 del 27/10/2014;
DECRETA
1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere n.08/2016 favorevole espresso nella seduta
del 29/06/2016 dalla Commissione Provinciale V.I.A., Allegato A al presente
provvedimento, di cui forma parte integrante e sostanziale, in merito alla domanda di
"Progetto definitivo per la realizzazione di due pozzi esplorativi geotermici denominati
“Montecchio Precalcino 1” e “Montecchio Precalcino 2” ;
2. di esprimere, conseguentemente, ai sensi del del D.Lgs. n. 152/2006 e della L.R. n. 10/1999,
giudizio favorevole di compatibilità ambientale sul progetto;
3. di richiedere alla Regione Veneto di assumere le prescrizioni contenute nel parere della
Commissione Provinciale di Valutazione d'Impatto Ambientale e le eventuali ulteriori che
ritenesse opportune, cosi' procedendo nelle eventuali successive fasi di autorizzazione allo
sfruttamento solo nel caso venga dimostrata l'assoluta assenza di una correlazione con un
rischio sismico residuo; non potrà pertanto essere autorizzato alcuno sfruttamento in
presenza di rischio sismico residuo;
4. di informare che:
a) avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso
straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni;
b) la documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Tutela e
valorizzazione risorse naturali- Ufficio VIA della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n.
1, Vicenza;
5. di dare altresì atto che:
a) il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
www.provincia.vicenza.it;
b) la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto un estratto del
presente provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici
provinciali , nel quale sarà indicata l’opera, l’esito del
provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato
nella sua interezza;
c) dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per
eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati ;
d) la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti
sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del
TUEL come modificato dal DL 174/12);
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta LIFENERGY S.R.L., Comuni di
Montecchio Precalcino, Breganze, Caldogno, Carrè, Dueville, Isola Vicentina, Malo,
Marano Vicentino, Sandrigo, Sarcedo, Thiene, Villaverla, Zanè, Zugliano, Dipartimento
copia informatica per consultazione
Provinciale ARPAV, ULSS n.4 e 6, SUAP Alto Vicentino, Regione del Veneto- Dipartimento
difesa suolo e foreste- sezione Geologia e Georisorse e al "Comitato aperto per la salute e
l'ambiente dell'Alto Vicentino";
7. di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai
sensi e per gli effetti D.L. 33/20113.
Vicenza, 30/08/2016
Sottoscritta dal Presidente della Provincia
(VARIATI ACHILLE)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
copia informatica per consultazione
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
Proposta di Decreto Presidenziale
Servizio VIA VINCA
proposta n. 735/2016
OGGETTO: LIFENERGY S.R.L.- PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE
DI DUE POZZI ESPLORATIVI GEOTERMICI DENOMINATI “MONTECCHIO
PRECALCINO 1” E “MONTECCHIO PRECALCINO 2” .
GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE D.LGS. 152/2006, LR 10/1999 E LORO
SMI-
PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA’ TECNICA
SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
(X) Favorevole ( ) Contrario
………………………………………………………………………………………………………...
Vicenza, 23/08/2016 Sottoscritto dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
Proposta di Decreto Presidenziale
Servizio VIA VINCA
proposta n. 735/2016
OGGETTO: LIFENERGY S.R.L.- PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE
DI DUE POZZI ESPLORATIVI GEOTERMICI DENOMINATI “MONTECCHIO
PRECALCINO 1” E “MONTECCHIO PRECALCINO 2” .
GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE D.LGS. 152/2006, LR 10/1999 E LORO
SMI-
VISTO DI CONFORMITA’ ALLE LEGGI, STATUTO E REGOLAMENTI
SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
(ai sensi del Decreto del Presidente n. 11 del 27/10/2014)
(X) Favorevole ( ) Contrario
………………………………………………………………………………………………………...
Vicenza, 29/08/2016 Sottoscritto dal Segretario
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DECRETO PRESIDENZIALE
N° 92 DEL 30/08/2016
OGGETTO: LIFENERGY S.R.L.- PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE
DI DUE POZZI ESPLORATIVI GEOTERMICI DENOMINATI “MONTECCHIO
PRECALCINO 1” E “MONTECCHIO PRECALCINO 2” .
GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE D.LGS. 152/2006, LR 10/1999 E LORO
SMI-
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia del presente decreto è pubblicata all'albo pretorio di questa Provincia per 15
giorni dal 30/08/2016.
Vicenza, 30/08/2016
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
PROVINCIA DI VICENZA
AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
LIFENERGY S.r.l.
PARERE N. 08/2016
Oggetto: procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sul permesso di ricerca di risorse geotermiche
in Comune di Montecchio Precalcino(VI)
Progetto definitivo per la realizzazione di due pozzi esplorativi geotermici denominati “Montecchio
Precalcino 1” e “Montecchio Precalcino 2” - Studio d’Impatto Ambientale
PROPONENTE: LIFEENERGY srl
SEDE LEGALE: Via Pasquale Villari n. 7 - Firenze
SEDE INTERVENTO: Comune di Montecchio Precalcino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Permesso di ricerca di risorse geotermiche
MOTIVAZIONE V.I.A: Progetti di cui all’allegato IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss. mm. E
ii., punto 2. Industria energetica ed estrattiva, lettera b) attività di ricerca
sulla terraferma delle sostanze minerali di miniera di cui all'art. 2, comma 2,
del regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443, ivi comprese le risorse geotermiche,
incluse le relative attività minerarie
COMUNI INTERESSATI: Breganze, Caldogno, Carrè, Dueville, Isola Vicentina, Malo, Marano
Vicentino, Sarcedo, Sandrigo, Thiene, Villaverla, Zanè e Zugliano
DATA DOMANDA: 20 e 24 febbraio 2015
DATA PUBBLICAZIONE: 24 febbraio 2015
DATA INTEGRAZIONI: 24 settembre e 04 dicembre 2015
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED Elaborati grafici presentati:
1 Cronoprogramma dei lavori
2 Relazione tecnica e geologica generale (progetto definitivo)
3 Studio d'impatto ambientale
4 Valutazione Emissioni Diffuse
5 Valutazione di impatto acustico
6 Valutazione di incidenza ambientale (Screening)
7 Sismicità e subsidenza
8 Relazione geologica e geotecnica
9 Risposta alle osservazioni pervenute da parte delle Amministrazioni Comunali in fase di Verifica di
Assoggettabilita a VIA della sismica passiva
10 Sintesi non tecnica dello studio ambientale
11 Tav. 1 - Corografia generale 1:100.000
12 Tav. 2 - Corografia generale 1:50.000
13 Tav. 3A - Carta geologica
14 Tav..3B - Sezioni geologiche
15 Tav.4A - Multitavola vincoli ambientali
16 Tav.4B - Multitavola vincoli ambientali
17 Tav..5 - Ubicazione perforazioni esplorative
18 Tav.6 - Schema dei sistemi di sicurezza cantiere
19 Tav.7A - Particolari di Progetto
20 Tav.7B - Particolari di Progetto
21 Tav.8 - Sezioni area cantiere
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PROVINCIA DI VICENZA
AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
22 Tav. 9 - Schema regimazioni cantiere
23 Tav. 10 - Schema tubaggio e stratigrafia attesa schematica
24 Tav. 11 - Ubicazione punti di montoraggio ambientale
25 Tav. 12 - Rendering fotografico area cantiere
26 Tav. 13 - Documentazione fotografica dell'area di cantiere
27 Tav.14 - Documentazione fotografica dell'area del permesso di ricerca
28 Tav. 15 - Schema chiusura mineraria pozzo
29 Tav. 16 - Viabilità di accesso al cantiere
30 Visura camerale Lifenergy srl
31 Computo metrico estimativo Montecchio Precalcino 1
32 Computo metrico estimativo . Montecchio Precalcino 2
33 Capitolato Speciale d'Appalto
34 Aggiornamento del documento contenente le prime indicazioni e disposizioni per la stesura del D.S.S.
35 PUT
36 Piano gestione rifiuti (D.Lgs. 117/2008)
37 Elenco delle autorizzazioni e atti di assenso necessari per la realizzazione del progetto
38 Dichiarazione SAFOND disponibilità 1
PREMESSE
Il progetto che concerne la presente istanza di VIA è relativo alla realizzazione di due pozzi esplorativi
geotermici, denominati “Montecchio Precalcino 1” e “Montecchio Precalcino 2”, a Montecchio Precalcino in
Provincia di Vicenza. Le perforazioni rientrano nell’ambito del Permesso di Ricerca per risorse geotermiche
denominato convenzionalmente "Montecchio Precalcino. A seguito degli approfondimenti bibliografici
eseguiti, per mezzo dei quali la ditta conferma di aver ricavato un quadro “completo dell’esistenza,
delimitazione e caratteristiche geostrutturali ed idrogeologiche del giacimento del fluido geotermico
ricercato”, viene presentata domanda di VIA per due perforazioni pilota profonde, MP1 e MP2, di circa 4.300
metri, deviate in direzioni opposte a partire da circa 1500 m di profondità.
L’obiettivo che il Proponente intende perseguire nell'area oggetto di ricerca (area privata ex estrattiva) è
intraprendere una razionale attività di ricerca della risorsa geotermica, che consenta di “definire la quantità e
la qualità della risorsa geotermica reperita”. Il progetto mira ad inpiduare risorse di media entalpia ad
acqua dominante, ai fini della produzione di energia elettrica o di impianti di teleriscaldamento con
temperatura di 130-150°C e portate variabili da un minimo di 70 l/s ad un massimo di 140 l/s. La ricerca è
prodromica allo sviluppo di un impianto per la produzione di energia elettrica a ciclo binario tipo ORC
(Organic Rankine Cycle), tecnologia collaudata a livello internazionale, che conta almeno 200 unità
produttive attive nel mondo e che sfrutta il calore geotermico a partire da risorse a liquido dominante a
media entalpia (temperature normalmente tra i 90° e i 150°).
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PROVINCIA DI VICENZA
AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
Schema concettuale della tecnologia proposta per lo sfruttamento dell’energia geotermica
Il Proponente, con particolare riferimento ai lavori ed ai possibili impatti attesi sull’ambiente, ipotizza
l’articolato operativo e cronologico [mesi cumulati, dal rilascio dei permessi = tempo zero] che segue:
a. Redazione del progetto definitivo e procedura di VIA ai sensi del D.lgs 152/2006 e successive modifiche ed
integrazioni per la realizzazione delle perforazioni esplorative “Montecchio Precalcino 1” e “Montecchio
Precalcino 2” [ 7].
b. Acquisizione, sistematizzazione ed elaborazione dei dati geologici, stratigrafici, geochimici e geotermici
esistenti [2];
c. Rilievo idrogeologico e geochimico dell'area del permesso di ricerca [2];
d. Esecuzione dell'indagine geofisica (simica passiva) [3] già escluse da VIA
e. Redazione del progetto esecutivo delle perforazioni esplorative “Montecchio Precalcino 1 “ e “Montecchio
Precalcino 2” e svolgimento pratiche autorizzative per la realizzazione (art. 16 D.P.R. 395/1991, D.P.R. ;
380/2001, D.Lgs. 624/1996) [10];
f. Predisposizione di una rete di monitoraggio sismico dedicata [24];
g. Accordi con le proprietà dei fondi, contrattualizzazione dei rapporti, monetizzazione ecc [10];
h. Affidamento dei lavori di perforazione dei pozzi esplorativi “MP1” e “MP2”, delle opere accessorie e dei
noli, contrattualizzazione dei rapporti tra gli operatori [10];
i. Perforazione esplorativa “Montecchio Precalcino 1” tramite pozzo profondo circa 4.300 m dal p.c.,
comprensivo di allestimento cantiere e condizionamento del perforo, smaltimento rifiuti di perforazione,
prove di collaudo. Esecuzione di logs geofisici, prove di produzione, analisi fluidi geotermici [17];
l. Perforazione esplorativa “Montecchio Precalcino 2” tramite pozzo profondo circa 4.300 m dal p.c.,
comprensivo di allestimento cantiere e condizionamento del perforo, smaltimento rifiuti di perforazione,
prove di collaudo. Esecuzione di logs geofisici, prove di produzione, analisi fluidi geotermici [22];
m. A perforazioni ultimate e prove di produzione eseguite (necessarie alla stima quali-quantitativa e
collaudo di fattibilità dell’iniziativa energetica), si provvederà al ripristino ambientale dell'area, , con
smobilitazione del cantiere di perforazione e smaltimento di fanghi e rifiuti ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e
s.m.i. Nell'eventualità che la ricerca geotermica fornisse esito negativo, le operazioni di ripristino ambientale
prevedranno anche la chiusura mineraria della perforazione, previa approvazione del progetto di chiusura e
ottenimento delle relative autorizzazioni [24];
n. Direzione dei lavori ed assistenza tecnica a prove di produzione, log geofisici e analisi dei fluidi
geotermici, prove di collaudo [22];
o. Controllo chimico della qualità e della temperatura del fluido geotermico [36].
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La durata del programma proposto, che comprende fasi operative ma anche tempistiche progettulai-
autorizzatorie, è complessivamente indicato pari a 36 mesi.
Occorre fin da subito precisare che non risulta ad oggi attivo alcun prelievo dall’acquifero geotermico
profondo di interesse specifico. I pozzi profondi a livello locale sono il Villaverla ed il Vicenza 1,
quest’ulitmo ad oggi attivo con Q = 120 mc/h = 33 l/s, intercettanti la Dolomia Principale. L’attingiemento
sopra citato intercetta un serbatoio profondo ma soprastante a quello di progetto, dal quale è separato
tramite acquiclude impermeabile di vulcaniti, complessivamente spesso oltre 1200 m ).
.
UBICAZIONE
L’area proposta per la cantierizzazione si trova in Comune di Montecchio Precalcino: essa dista in linea d’aria
circa 3,0 km dal centro di Dueville (a Sud - Est) e circa 1,5 Km dalla frazione Levà del Capoluogo di
Montecchio Precalcino, che invece si colloca a circa 3,5 km (a Nord- Est).
La zona è attraversata in senso NW-SE dall’autostrada Valdastico A31 e presenta una buona viabilità
secondaria tramite la S.P. di Novoledo n.50, in direzione O-E, che collega Novoledo a Povolaro e la S.P. di
Fara n.67, in direzione N-SE, che collega Fara Vicentino alla S.S. 248.
L’area dove sono previste le perforazioni esplorative mostra vocazione industriale-produttiva estesa, con
prossimità a siti preesistenti destinati a discarica di rifiuti ed ad ex area estrattiva; sul lato sud confina con gli
impianti di smaltimento dei rifiuti provenienti ddella SAFOND MARTINI s.r.l. mente a nord ed ovest si
osservano campi incolti; neel dettaglio la proprietà del lotto fa capo alla DIERRE IMMOBILIARE S.r.l.
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Localizzazione del permesso di ricerca (rosso), dei pozzi esplorativi di progetto e del pozzo esistente (Villaverla1), distante 2500 m
dal sito di indagine
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di programmazione che a vari livelli interessano l’area in cui si inserisce il progetto e che
vengono analizzati sono:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Pianificazione Energetica Nazionale;
• Documento di Programmazione Economica e Finanziaria e Piano Energetico Regionale ;
• Piano di Assetto del territorio Intercomunale (PATI), denominato Terre di Pedemontana Vicentina, dei
comuni di Breganze, Calvene, Fara Vicentino, Lugo di Vicenza, Montecchio Precalcino;
L’analisi del quadro programmatico risulta adeguata su scala territoriale ampia ed è stata successivamente
approfondita a seguito della richiesta di integrazioni, non portando a rilievi di ostativi di sorta rispetto allo
svolgimento dell’attività di ricerca.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELL’INZIATIVA E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DEGLI IMPIANTI
La postazione di perforazione sarà approntata in un piazzale di manovra, dove verranno posizionati tutti i
macchinari e le attrezzature logistiche necessarie per l’esecuzione dei sondaggi e per le prove di produzione.
Trovano ivi allocazione la sonda di terebrazione, l’area riservata alle vasche di ciclo e di raccolta dei residui
di perforazione e la zona destinata alle baracche delle maestranze nonché al parcheggio degli autoveicoli.
La tipologia di perforazione prevista richiede la predisposizione di idonee superfici, atte ad ospitare
l’impianto e le attrezzature a questo connesse, nonché a consentire la permanenza delle maestranze addette
alla trivellazione del pozzo.
A conclusione della fase pilota ed in considerazione degli esiti della stessa, buona parte delle strutture
saranno smantellate.
Le attività generali sono articolate sinteticamente nella realizzazione delle opere di seguito descritte:
- manutenzione strada temporanea di accesso all’impianto (si sono utilizzate strade già esistenti essendo
possibile evitare la realizzazione di nuovi tracciati);
- piazzale in misto riciclato (8700 mq, sp. 30 cm) e/o terreno di scavo riutilizzabile, con dimensioni variabili in
base al tipo d’impianto utilizzato, necessario all’installazione di tutte le strutture di supporto ed alla
circolazione interna dei mezzi: sarà riutilizzato anche il terreno di scavo proveniente dalla stessa area di
cantiere (i.e. zona vasche), costituito da terreno di riporto di buone caratteristiche fisico-meccaniche ed
ambientali;
- soletta (1300 mq x 20 cm sp.) in cemento armato, da realizzare all’interno del detto piazzale, parte in piano
e parte in pendenza, su cui poggerà l'impianto di perforazione; in questa viene ricavata la “cantina” (10 x 3.5
x -1 m) del bocca pozzo con il tubo guida della perforatrice;
- vasca per il deposito delle acque (1320 mc), adeguatamente impermeabilizzata, ricavata mediante scavo nel
terreno e di forma tronco-piramidale rovesciata; sarà destinata alla raccolta e stoccaggio temporaneo di tutte
le acque utilizzate nel processo di perforazione;
- vasca per il deposito dei fanghi reflui della perforazione in struttura di cemento armato di tipo
prefabbricato (600 m3) poggiate su soletta di c.a.;
- vasca in c.a. di contenimento dei depositi dei carburanti e dei lubrificanti, pavimentata con una soletta in
c.a. in fondazione di circa 30 mq (dimensioni m 10,00 x 3,00), perimetrata con un cordolo omogeneo in c.a.
dello spessore di cm 30, altezza min. cm 30, formante una vasca impermeabile rispondente alla specifiche
della vigente normativa antincendio;
- area per il trattamento dei detriti della perforazione (870 mq, pavimentata a misto riciclato e/o terreno di
scavo riutilizzabile per uno spessore di circa 30 cm.), ricavata su un piazzale pianeggiante posto a fianco del
piazzale principale (il detrito viene smaltito in tempo reale, contestualmente alla sua produzione);
- eventuale rampa di raccordo tra il piazzale della postazione e l’area vasca – trattamento detriti;
- prefabbricati ad uso depositi e ricoveri personale, impianti ausiliari;
- una vasca (stagna con finalità igienico-sanitarie) in pvc a svuotamento periodico della capacita di 15 m3,
per la raccolta dei reflui civili provenienti dai servizi igienici del personale operativo durante l’attività di
perforazione;
L’area della postazione sarà recintata con rete metallica e l’accesso verrà regolato da un cancello metallico
carrabile (di servizio) e da un cancello pedonale (di sicurezza).
La perforazione sarà realizzata, in via indicativa, con un impianto tipo “N 801”, di tipo diesel-elettrico, che
può raggiungere profondità di circa 5.200 m: esso comprende una torre metallica alta 52.50 metri e carico
max. statico di 600 ton ca.; il perimetro del piano sonda è costituito da una pannellatura fonoassorbente alta
5 m (3 m al di sopra del piano di lavoro - rotary - e 2 m al di sotto).
La torre costituisce la struttura che sostiene gli organi necessari per il sollevamento delle aste di perforazione
(e.g. argano, taglia fissa e mobile, gancio e funi) e gli organi rotanti (e.g. tavola rotary o Top Driver, asta
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motrice, scalpello). L’impianto è completato dal circuito dei fluidi di perforazione (composto da pompe,
vasche e vibrovagli), dagli organi di sicurezza sulla testa pozzo (preventer e valvole) e da una cabina di
registrazione dei parametri di perforazione e di rilevazione e segnalazione di presenza di gas (Data Unit).
Il profilo di tubaggio prevede (figura a
lato):
- isolamento (casing) della formazione fino
alla profondità di circa 3.830 m (con
immorsatura nella formazione
impermeabile delle porfiriti);
- oltre si prosegue con tubaggio fenestrato
(filtro) al fine di consentire lo sfruttamento
delle fratture produttive fino alla
profondità di circa 4.200 m.;
- sono previsti tubaggi a diametro variabile
coassiali e telescopici da Ø 35”1/2 a
discendere, con varie cementazioni;
- è altresì prevedibile un assetto a foro
libero – open hole nel tratto terminale del
perforo, da valutarsi in corso d’opera.
Lo sfruttamento delle fratture produttive è
atteso entro la Fm. del Calcare di M.te Spitz
nell’intervallo di profondità presunte da
circa -3830 a -4205 m.
I lavori di perforazione saranno condotti
presumibilmente in modalità h 24, con 3
turni di 8 ore cadauno (compreso i festivi).
Il progetto prevede la deviazione dei pozzi
in modo che la profondità misurata finale
sia di circa 4.540 m con uno scostamento
dalla verticale 1000 m ca. , in direzione
rispettivamente NE per e SE per MP2: si
prevede di iniziare la deviazione (K.O.P.:
kick off point) a circa 1550, fino al
raggiungimento di un’inclinazione max. di
circa 25°/30°.
Per verificare le caratteristiche
stratigrafiche, l'eventuale presenza di fluidi di interesse in fase di perforazione e la permeabilità delle
formazioni attraversate ed acquisire utili informazioni sul giacimento e sul corretto posizionamento in zone
impermeabili delle cementazioni degli avampozzi di protezione, saranno eseguiti logs geofisici in foro
tramite ditte specializzate. I suddetti logs potranno essere eseguiti prima di ogni tubaggio.
Saranno altresì eseguite (quando si verificano condizioni di perdita di circolazione) prove di iniezione
durante la perforazione, per testare le formazioni che ospitano il serbatoio geotermico e valutare la capacità
produttiva dell’orizzonte perforato, inpiduando le zone produttive al suo interno. Le prove saranno
implementate previa:
- estrazione delle aste, con mantenimento della portata di fluido di perforazione usata durante la
trivellazione;
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- discesa di una apposita “sonda elettrica” per il rilievo di pressione e temperatura, per inpiduare le zone
assorbenti;
- variazione a gradino della portata del fluido di perforazione (spesso riduzione a zero) e registrazione del
transitorio di pressione in pozzo per 4 - 8 ore.
Dall’interpretazione del transitorio, calcolando il rapporto ΔQ/ΔP, si ricava l’iniettività e quindi, con una
formula semi-empirica, la portata attesa delle fratture produttive.
Nel corso dei test (tipo SDT a Q crescenti, step da 3 ore cadauno, Q= 30, 50, 80, 110 l/s) l’acqua estratta
(V<3000 mc) sarà stoccata nelle vasche di cantiere per abbassarne la temperatura. A seguire il Proponente
ipotizza la reimmissione nella medesima unità ai sensi dell’art 104 c. 2 del TUA, previa acquisizione di
autorizzazione specifica.
Dopo 10 gg. sarà eseguita la prova di lunga durata (CRT per 40 ore a 20 l/s V < 3000 mc) all’esito della quale
si ritiene, ove precedentemente autorizzato, di ripetere la reimmissione in falda come sopra.
In caso di necessità, ove i normali fanghi bentonitici non garantiscano le controspinte necessarie per le
normali operazioni di cantiere, potranno inoltre essere utilizzati fanghi a base di solfato di bario (maggior
peso specifico). In merito a tale eventuale operazione, usualmente prescritta nelle perforazioni profonde in
tali casi, i 2 avampozzi completamente cementati permettono il completo isolamento in pozzo e non
consentono agli eventuali fanghi a base di barite di interagire con acque pregiate e suolo. Tale operazione
(assolutamente di tipo cautelativo e previsionale) consente di escludere un qualsivoglia rischio di
contaminazione delle acque e del sottosuolo: spesso la presenza di solfato di bario disponibile in cantiere è
addirittura prescritto dalle autorità di vigilanza mineraria e da tutte le norme di sicurezza inerenti la ricerca
di minerali attraverso la perforazione di pozzi.
Il progetto prevede sistemi di monitoraggio atti a verificare il corretto funzionamento di tutti i dispositivi e
protocolli di prevenzione e protezione; sono annunciati, tra gli altri presidi, :
- controllo del valore del pH nel fango di perforazione ed il volume dei fanghi nelle vasche di
circolazione (misure di prevenzione fondamentali per far fronte al rischio di emissioni gassose non
controllate);
- rilevatori di gas (per la stima dei livelli di CO2, H2S e CH4) collocati nei pressi della piazzola di
perforazione e dove vi è maggior presenza e stazionamento di personale ed a norma delle vigenti
leggi sulla sicurezza nei cantieri di lavoro in modo da rilevare sia i gas pesanti che quelli leggeri.
Tali rilevatori, collegati al DSS e ad allarmi acustici consentono di mettere in moto tutti gli
accorgimenti per la sicurezza del personale (dotazione DPI) e delle matrici ambientali (azioni
correttive con chiusura blow-out-preventer); superata la concentrazione soglia di 5 ppm per H2S,
5.000 ppm per CO2 e 1.000 ppm CH4 il pozzo viene immediatamente chiuso;
- un Piano di Monitoraggio sia delle acque sotterranee (pozzo ad uso industriale esistente della
SAFOND MARTINI s.r.l. profondo circa 35 m e pozzo Villaverla 1) che delle acque superficiali
attraverso l’installazione di vari punti di campionamento. Tale monitoraggio consente di
controllare lo stato ambientale delle matrici potenzialmente impattate (-bili) sia preventivamente
che durante e successivamente alla realizzazione delle opere e di accertare così la corretta
esecuzione delle stesse;
- la ditta propone in aggiunta di installare n.5 stazioni sismiche, prevedendo una stazione di misura
prossima ai pozzi, due stazioni a distanza di circa 4-5 km, rispettivamente in direzione Nord-Ovest
e Est, e due altre stazioni a circa 8 km in direzione Sud-Ovest, oltre la linea di faglia Schio-Vicenza;
- il programma dei lavori prevede un monitoraggio continuo h 24 a partire da circa 6 mesi prima
dell'inizio delle perforazioni fino a tre mesi oltre il termine delle perforazioni e delle prove di
produzione dei fluidi. Per i dettagli si rimanda allo specifico capitolo relativo al monitoraggio.
Una volta terminato il cantiere (perforazione e le prove di produzione ed analisi del fluido) tutta l’area sarà
ripristinata a piazzale di manovra (ex cava).
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In caso di esito favorevole della ricerca rimarranno in posto la testa pozzo di produzione con tutto il
valvolame di sicurezza (tenuta stagna), la platea di base (2 ml X 2 ml), la recinzione di sicurezza con cancello
di accesso e lo stradello di accesso alle opere per le eventuali operazioni di manutenzione. Tutto il cantiere
andrà quindi smantellato con lo smaltimento dei materiali secondo norma, riportando l’area all’originario
assetto morfologico attraverso la rimozione di tutti i macchinari e delle componenti accessorie, la
demolizione delle strutture dei manufatti in cemento, asportazione dei materiali di riporto utilizzati per la
realizzazione della postazione di perforazione e smaltimento in idoneo impianto autorizzato, previa
caratterizzazione di rifiuto.
Nel caso in cui l’esplorazione avesse esito sfavorevole, oltre a quanto previsto per lo smantellamento del
cantiere (vedi sopra) si potrà procedere con la completa cementazione del pozzo delle opere di ricerca con
ripristino ambientale della postazione. Per i dettagli circa la chiusura mineraria farà fede un (successivo)
progetto da presentare all’Autorità di Vigilanza con approvazione di quest’ultima.
A seguire si annette un estratto planimetrico di progetto con l’identificazione delle opere.
Il progetto si configura assai rilevante per il territorio, sia alla scala comunale che provinciale, con potenziali
valenze positive e, di converso, con la possibilità di alcuni impatti ambientali, che necessitano di adeguato
approfondimento, accurata previsione, gestione e mitigazione (compensazione).
Tra i valori positivi dell’iniziativa, che, merita ribadirlo è esplorativa e non produttiva in questo stadio della
procedura, si ravvedono almeno gli elementi che seguono:
- interesse scientifico generale (anche per quanto concerne la tecnologia a ciclo binario ORC);
- approfondimento geologico e strutturale inedito per la realtà locale (taratura diretta di ipotesi
geostrutturali da validare);
- sviluppo energetico vicentino di energie rinnovabili a media entalpia in corrispondenza ad un reservoir
“vergine” (possibile sviluppo futuro con benefici ambientali) e possibili riutilizzi “in serie” del geoscambio,
se del caso a favore della collettività (come mitigazione), nel campo della bassa entalpia.
Tra le ricadute opposte occorre prendere in considerazione:
- la tutela degli acquiferi alluvionali “superiori”, in quanto oggetto di sfruttamento di pregio per l’uso
idropotabile pubblico,
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- il rischio sismico, riconducibile in modo specifico alle attività di reiniezione di fluido: quanto sopra sia in
fase di test (prefattibilità dell’iniziativa nel corso di prove di collaudo) che in fase di gestione (sviluppo ed
esercizio della iniziativa) ,
- ogni altra pressione ambientale riconducibile ad un cantiere che, ancorchè ubicato in una zona a vocazione
“produttiva” presumibilmente, durerà circa 2-3 anni.
Al fine di valutare in modo maggiormente compiuto il progetto sono state richieste specifiche integrazioni,
cui la ditta ha dato seguito con ulteriore documentazione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. Si reputa tuttavia necessario, in considerazione del possibile rischio sismico connesso all’eventuale
attività di sfruttamento, formulare specifiche prescrizioni atte a consentire l’acquisizione di ulteriori dati conoscitivi
durante la fase di esplorazione. Tali elementi costituiranno un utile supporto/contributo per le successive fasi
valutative/autorizzative di competenza della Regione.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
L’area di intervento viene inserita a più ampia scala nei dati climatici della Regione Veneto. Secondo quanto
riportato da Barbi et al., (2007), il Veneto è inserito nel settore orientale del grande bacino padano, delimitato
a nord dalla catena alpina e a sud da quella appenninica con apertura principale e sbocco sul Mar Adriatico,
a est. Entrando più nello specifico, in relazione ai dati ricavati dalla stazione pluviometrica di Montecchio
Precalcino, si ottengono i seguenti valori:
I mesi più caldi sono luglio e agosto in cui si registra un periodo discretamente siccitoso, mentre il mese più
piovoso è novembre ed i mesi più freddi sono dicembre e gennaio. I mesi autunnali sono quelli in cui le
precipitazioni cadono con maggior abbondanza ed intensità, mentre nel periodo primaverile
risultano meno intense, ma molto abbondanti. Con il procedere dell'inverno diminuisce l'abbondanza e
l'intensità delle piogge, le temperature si fanno rigide ed aumenta la possibilità di manifestazioni nevose.
Per caratterizzare lo stato della qualità dell’aria nell’area del progetto di Ricerca, si fa riferimento a quanto
riportato nel Piano Regionale di Zonizzazione della Qualità dell’Aria, secondo il D.Lgs. 155/2010.
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Parametro Valore
Monossido di carbonio B
Biossido di zolfo B
Benzo(a)pirene B
Piombo A-B
Cadmio A-B
Arsenico B
Nichel B
Legenda: zona A – zona a maggiore carico emissivo; zona B – zona caratterizzata da minore carico emissivo
Le azioni legate al progetto di perforazione in oggetto che possono generare alterazioni significative sulla
componente aria sono:
emissioni gassose e di polveri;
pressioni acustiche.
Secondo quanto sopra indagato, si osserva che gli effetti generati dal cantiere di perforazione in tal senso non
appaiono in alcun modo significativi sia per l’esiguità complessiva delle pressioni generate sia, soprattutto,
perché l’area si colloca all’interno di un ambito industriale già alterato in termini di qualità delle componenti
ambientali.
Per quanto concerne le emissioni nell'ambito delle realizzazione della perforazione esplorativa, si possono
ipotizzare emissioni in atmosfera relative a polveri, derivanti soprattutto dal sollevamento da parte delle
ruote degli automezzi e da parte dell’attività di movimentazione degli inerti nella predisposizione del
cantiere e successivo ripristino finale. Benchè lo studio sulle emissioni non abbia evidenziato valori di
emissioni significative, si prevede in via cautelativa di bagnare periodicamente la strada di accesso al
cantiere, in modo da abbattere al massimo il rischio di sollevamento delle polveri.
Per quanto concerne i prodotti della combustione, derivanti dall’emissione dei motori a combustione interna
dei mezzi di trasporto e dei mezzi di cantiere in genere, in particolare gli ossidi di azoto, le valutazioni
effettuate hanno fornito valori di emissioni in atmosfera non significativi.
Il rischio di inquinamento atmosferico è generalmente legato ai gas provenienti dalle formazioni geologiche
attraversate che possono essere in generale il biossido di carbonio (CO2), il solfuro di idrogeno (H2S) e il
metano (CH4). Visto quanto sopra, saranno approntate, comunque ed indipendentemente dai sistemi di
sicurezza previsti, misure di controllo per la prevenzione mediante l’installazione di sensori in 4 siti (21
sensori) all’interno del cantiere e lungo il suo perimetro. Il pozzo viene immediatamente chiuso in caso di
superamento dei valori soglia previsti per ciascuna emissione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. Si reputa tuttavia necessario formulare specifiche prescrizioni per un adeguato monitoraggio della fase
di esplorazione.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Dal punto di vista generale, l’area è attraversata dal Torrente Astico, che scorre secondo un asse NNO-SSE,
determinando il confine di Sarcedo e Montecchio Precalcino con Breganze.
Oltre a ciò si segnalano una serie di fossi campestri che raccolgono le acque pluviali e di ruscellamento
superficiale e che ne garantiscono il corretto recapito nel corso d'acqua principale (fiume Astico).
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Dai dati a disposizione, il cantiere di perforazione non risulta da insediare in aree soggette a fenomeni di
esondazione da parte dei corsi d'acqua.
Dal punto di vista degli scarichi le Acque Meteoriche di Dilavamento e le AM Prima Pioggia ricadenti nella
piazzola di perforazione (aree pavimentate con solette di cemento) saranno convogliate in pozzetti di
raccolta ed avviate ad in un sistema di depurazione a tenuta stagna, composto da una vasca di
sedimentazione e trattamento delle acque di prima pioggia e da un disoleatore (per dettagli vedi tavola 9).
Dopo idoneo passaggio dal suddetto sistema di trattamento e depurazione (sedimentatore e disoleatore) e
successivamente al passaggio in apposito pozzetto di ispezione e campionamento di valle, tali acque,
saranno recapitate, tramite tubazioni interrate adeguatamente dimensionate nel reticolo delle acque
superficiali esistenti.
Le eventuali acque provenienti dal pozzo in fase di spurgo e di prova di produzione, una volta trascorso un
tempo sufficiente a far abbassare adeguatamente la temperatura, saranno re-immesse nella medesima falda
di prelievo, previa specifica autorizzazione ai sensi del sopracitato art. 104, comma 2 del D.Lgs. 152/2006 e
s.m.i. In alternativa potrà essere presa in considerazione l’ipotesi di analisi chimiche di classificazione rifiuto
delle acque di strato e di smaltimento presso impianto autorizzato e previo rilascio al produttore del
formulario di avvenuto smaltimento.
In relazione all’approvvigionamento idrico della postazione, l’acqua necessaria per la perforazione dei pozzi
esplorativi, per la formazione dei fanghi di perforazione, il loro mantenimento e per le aggiunte periodiche,
per un totale stimato di circa 12.000 mc totali, sarà approvvigionata mediante un acquedotto provvisorio per
il prelievo e trasporto dal pozzo di emungimento industriale di proprietà ed in concessione alla ditta
SAFOND MARTINI. Si rende quindi necessaria la costruzione di un adduttore in polietilene, DN 100 mm
della lunghezza di circa 350 m, che sarà temporaneamente interrato fino a giungere alla vasca di accumulo
dedicata da 1320 mc vicina all'impianto di perforazione.
In sintesi:
a) gli scarichi idrici previsti dal progetto sono considerati dal proponente temporanei e non significativi;
b) sul merito della reiniezione delle acque di strato nella formazione profonda di provenienza meritano
approfondimenti;
c) sul tema pozzo occorre approfondire la fattibilità di una derivazione privata da altra concessione esistente
come da richiesta integrazioni.
Al fine di valutare in modo maggiormente compiuto il progetto sono state richieste specifiche integrazioni,
cui la ditta ha dato seguito con ulteriore documentazione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. Si reputa tuttavia necessario formulare specifiche prescrizioni per un adeguato monitoraggio della fase
di esplorazione.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
A titolo di sintesi riepilogativa, va rimarcato che :
a) l’ambito progettuale interessa la serie geologica locale fino a profondità molto elevate dell’ordine di 4300
m: viene in tal senso attraversata tutta la sequenza quaternaria (sedimenti sciolti) oltre a rocce dalle
formazioni più recenti a quelle più profonde ascrivibili al basamento cristallino antico;
b) relativamente agli acquiferi alloggiati nel sistema poroso (acquiferi sfruttati dagli acquedotti) il progetto
evidenzia una serie di potenziali interferenze con le risorse pregiate destinate al consumo umano,
proponendo al contempo interventi e soluzioni strutturali di completamento dei sondaggi esplorativi, atti a
separare gli ambiti di intervento (casing e sigillature) ed ipotizzando un piano di controllo da attivarsi in
condizioni pre-operam;
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c) sul merito dell’acquifero profondo, che costituisce il cardine e l’obiettivo della progettazione in
discussione, resta da valutare all’atto dell’esplorazione e delle prove di collaudo la produttività della
formazione di interesse minerario: da questo parametro, in modo particolare, dipende l’intera fattibilità e
quindi il prosieguo dell’intera iniziativa;
d) tra le tematiche più importanti che legano l’attività prevista ed il territorio circostante si annovera la
problematica sismologica, che deve tenere in conto l’assetto tettonico del territorio e le atre cause
predisponenti così come gli effetti indotti da eventuali ipotesi di reiniezione (cause determinanti?).
e) sul merito del rischio di subsidenza indotto dalle operazioni di perforazione è stata pianificata una
infrastruttura di analisi e monitoraggio realizzata mediante tecniche avanzate di Radar ad Apertura Sintetica
Interferometrica (InSAR) che consentono di misurare le deformazioni del suolo e l’evoluzione temporale
degli spostamenti misurati nell’area di studio. Tale tecnica permette di generare, con precisione centimetrica
e in alcuni casi millimetrica, mappe di deformazione di una zona d’interesse a partire dalla differenza di fase
(interferogramma) calcolata tra due immagini SAR relative alla stessa scena a terra e acquisite in tempi
persi. Il monitoraggio dei fenomeni deformativi del suolo potrà avvenire dopo aver acquisito un numero
adeguato di immagini pari ad un intervallo temporale di almeno un anno. Successivamente sarà possibile
fornire un aggiornamento delle misure satellitari con cadenza trimestrale. Il monitoraggio avrà durata di un
anno, in riferimento alla fase della sola perforazione esplorativa e prove di produzione. In caso di esito
favorevole della ricerca, proseguirà anche nella successiva fase di sfruttamento della risorsa geotermica
(concessione mineraria).
Anche per tale matrice sono state richieste specifiche integrazioni, cui la ditta ha dato seguito con ulteriore
documentazione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. Si reputa tuttavia necessario formulare specifiche prescrizioni per un adeguato monitoraggio della fase
di esplorazione.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il lotto oggetto di intervento ha destinazione industriale con limiti di immissione ed emissione dati dal
P.Z.A.C. relativi alla classe IV (rispettivamente 70 DbA - 65 DbA nel periodo diurno e 60 DbA – 55 DbA nel
periodo notturno); confina verso ovest e verso sud con attività industriali, a nord ed a est con zone agricole, è
posto in prossimità all’autostrada A31 e alla linea ferroviaria Thiene – Schio.
I ricettori sensibili più vicini sono posti ad una distanza di circa 300 mt – 350 mt. in classe III del P.Z.A.C. con
limiti di immissione ed emissione, nel periodo diurno rispettivamente 60 DbA – 55 Dba e nel periodo
notturno di 50 Dba – 45 Dba.
La fase di cantierizzazione prevede l’installazione e l’utilizzo di impianti e macchinari che produrranno
livelli di emissione sonora, secondo il Documento previsionale di Impatto Acustico (D.P.I.A.), conformi ai
limiti di zona – se non per il limite di emissione presso il ricettore R1 (LeqA = 56.2 DbA, Limite di Emissione
= 55.0 DbA) - e comunque di gestione dell’attività istruttoria dell’Ente Comunale competente, che a riguardo
può prevedere deroghe ai limiti e agli orari delle lavorazioni; manca nelle analisi del D.P.I.A. la valutazione
del traffico indotto da cantiere. Si riscontra inoltre un’anomalia nel calcolo dei livelli incrementali, nel
D.P.I.A. prodotti dalle sorgenti di cantiere presso il ricettore R2.
L’attività estrattiva prevede il posizionamento e l’utilizzo di impianti e macchinari quali: camion/argano, i
gruppi elettrogeni, la pompa tipo Triplex EMSCO FB 1600 insonorizzate, il vibromaglio/miscelatore, il
compressore. L’attività estrattiva si svolgerà sia in periodo diurno che in periodo notturno; secondo la
documentazione previsionale di cui sopra non sono presenti altre fonti di emissione sonora rilevanti e tutti
gli impianti e le attività si svolgeranno in posizione fisse e il più possibile lontano dai ricettori sensibili.
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La verifica dei livelli residuali (fondo) è stata condotta presso i ricettori R1 ed R2, più prossimi all’attività,
tali valori sono prossimi ai limiti di zona.
La relazione DPIA propone come livelli di emissione fonometrica calcolati ai ricettori, prodotti dalle attività
e dai macchinari futuri, valori incrementali di immissione per il periodo diurno e notturno conformi ai limiti
di legge, mentre si assiste il superamento del limite di emissione diurno presso il ricettore R1 e il
superamento del suddetto limite notturno sia per R1 che per R2. ; è stata condotta la verifica del valore
differenziale, calcolato ai ricettori, con livelli differenziali conformi ai limiti di legge.
L’argomento e’stato trattato relativativamente agli impatti acustici determinati dall’attività di estrazione
geotermica come richiesto dalla normativa di settore (ai sensi dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del
26.10.1995 e successive norme attuative manca il riferimento della DDG ARPAV n. 3 del 29/01/2008), ma
essendo state riscontrate delle criticità nella DPIA si chiede:
• Riscontrando il manifesto superamento dei limiti di emissione presso i ricettori R1 ed R2 si indichino
gli interventi di carattere mitigativo, riferibili e con specifiche schede tecniche, finalizzati al
contenimento delle emissioni acustiche delle sorgenti dell’attività adeguati alla limitazione dei livelli
incrementali prodotti;
• Delle indicazione riferibili sul traffico indotto prodotto dall’attività: numero di mezzi al giorno e
valutazione dei livelli incrementali prodotti dall’attività oggetto di valutazione;
Si ritiene opportuno fin d’ora indicare la necessità di effettuare dei monitoraggi in prossimità dei ricettori
più impattati con l’impianto dell’azienda a regime massimo per caratterizzare al meglio le modalità
operative o gli interventi strutturali finalizzati alla limitazione dei possibili livelli incrementali prodotti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. Si reputa tuttavia necessario formulare specifiche prescrizioni per un adeguato monitoraggio della fase
di esplorazione.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Nelle attività di perforazione in progetto non si prevedono radiazioni.
Per quanto concerne le emissioni termiche, si segnala, esclusivamente durante lo spurgo e le prove di
produzione del pozzo, la fuoriuscita di fluido geotermico (vapore ed acqua ad elevata temperatura) che sarà
temporaneamente stoccato nelle vasche di cantiere .
Le emissioni termiche nelle attività di perforazione previste dal progetto sono da considerarsi pertanto non
significative e temporanee, mentre non si prevede l’emissione di radiazioni.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’ambito paesaggistico in cui saranno realizzati i pozzi esplorativi ha una originaria struttura insediativa, di
matrice rurale, nella quale si è inserita una matrice industriale-artigianale, connotata da un sistema diffuso di
piccoli e medi insediamenti produttivi , non sempre basati su interventi unitari.
Nell’area si evidenziano elementi di conflittualità derivanti dalle interferenze tra la matrice agricola, il
sistema insediativo residenziale a bassa densità ed isolato e gli insediamenti di attività.
Gli interventi in progetto, collocati nei pressi di settori produttivi, non interferiscono con nessun elemento di
valenza paesaggistica.
Il proponente ritiene che l’assenza di interferenze non comprometterà alterazioni della qualità paesaggistica
dell’area.
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Dal punto di vista sistemico e simbolico tali impatti non sono significativi in quanto l’assetto di cantiere si
inserisce in un’area produttiva priva di elementi paesaggistici di qualità. In termini di impatti percettivi sul
paesaggio si rileva che le strutture in progetto determineranno un’interferenza con alcune visuali poste in
prossimità dell’area di intervento: gli elementi di disturbo visivo principali saranno costituiti dalle torri di
perforazione, mentre gli impianti a servizio della perforazione saranno minimamente percepibili
nell’intorno. La percezione visiva delle strutture è fortemente mitigata dalla collocazione altimetrica dell’area
d’intervento, che si trova a quote minori rispetto alla piana circostante di circa 8-10 m.
Non vi sono interferenze fra le attività del progetto e beni culturali, che non risultano interessati dall'attività
di cantiere in progetto. L’impatto potenziale è quindi non significativo.
L’impatto complessivo determinato sulle componenti paesaggistiche si può considerare negativo lieve e
reversibile a breve termine (rango 1) per tutte le fasi del progetto analizzate.
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente
determinati dall’intervento.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Nello Studio di Impatto Ambientale si afferma che: “L’attività di ricerca non inciderà sul volume complessivo
di traffico della viabilità ordinaria dell'area, in quanto compatibile con le strutture esistenti (si consideri che
attualmente nella zona è presente un flusso di traffico per le attività SAFOND di un ordine di grandezza
superiore senza alterazioni per la viabilità esistente e le popolazioni) e generando quindi un basso impatto
sia in termini di emissioni in atmosfera che di carico umano.”
La ditta ha presentato una risposta alle osservazioni pervenute dalle Amministrazioni Comunali in fase di
verifica di assoggettabilità a VIA delle indagini di sismica passiva, indicando il tracciato che percorreranno i
mezzi pesanti fino al casello autostradale di Dueville della A31 della Valdastico e quantificando il flusso di
mezzi pesanti durante la fase di allestimento del cantiere (durata 2 mesi) e durante la fase di perforazione (10
mesi).
Pur concordando con il fatto che il progetto non comporti un incremento significativo del flusso veicolare
sono state presentate ulteriori specifiche considerazioni legate al regime veicolare delle strade afferenti
all’area in esame.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento..
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
L’area d’intervento ricade in un ambito territoriale di pianura all’interno del quale è possibile rilevare i
seguenti elementi caratterizzanti:
considerevole edificazione diffusa;
zone boscate estremamente ridotte;
locale presenza di vigneti e frutteti;
massiccia presenza di zone a seminativo;
aree prative con frange agricole residuali.
Dall’analisi dell’uso del suolo dell’area interessata dalla realizzazione della stazione di perforazione si rileva
che l’intervento si colloca in un’area di pianura costituita da aree prative e frange agricole residuali
confinanti con aree classificate come “Sistemi urbani e produttivi” per la presenza a est della zona
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industriale attiva di proprietà di Safond e a sud per gli impianti di smaltimento dei rifiuti provenienti da
acciaierie della stessa proprietà di Safond.
In prossimità dell’area si ha la presenza di infrastrutture di trasporto (autostrada A31 e linea ferroviaria)
localizzate ad est del sito, mentre i lati nord ed ovest più prospicienti all’area di interesse sono occupati
prevalentemente da aree prative e frange agricole residuali con porzioni a seminativo.
L’area oggetto della stazione di perforazione è classificata dal punto di vista dell’uso del suolo come “Frange
agricole residuali con porzioni a seminativo”.
Nell’ambito delle aree interessate dal permesso di ricerca, quindi, sono state inpiduate le seguenti Unità
Ecosistemiche:
- agroecosistema;
- ecosistema antropico ed infrastrutture.
Quest'ultima U.E., che si evidenzia nell’ambito territoriale d’intervento, è costituita da un tessuto
caratterizzato dalla presenza di sistemi insediativi, produttivi ed infrastrutturali, ben delineati.
Il sistema insediativo nell’immediato intorno dell’area di perforazione è costituito dai sistemi produttivi
costituiti dagli impianti di proprietà Safond-Martini srl, dagli impianti di smaltimento dei rifiuti provenienti
da acciaierie della stessa proprietà affiancati dal sistema insedianti residenziale sparso a carattere
prevalentemente rurale.
Gli elementi legati all’ecosistema agricolo possono essere così rappresentati dalle aree a seminativo a cui si
affiancano realtà quali i prati stabili, le siepi e le bande boscate ed un fitto sviluppo del reticolo irriguo.
La zona planiziale rientra nella tipologia dei querco-carpineti caratterizzati dalla presenza della farnia
(Quercus robur) e del carpino bianco (Carpinus betulus). La copertura arborea attuale, fortemente alterata
dall’attivita antropica, risulta ormai quasi circoscritta ad un limitato reticolo di siepi.
Lungo le siepi ripariali sono presenti siepi di struttura complessa che risultano decisamente degradate dalla
presenza di specie esotiche ed infestanti quali la robinia e l’ailanto (Ailanthus altissima), segni della forte
pressione antropica sulle sponde per gli interventi di manutenzione.
Considerata la banalizzazione del paesaggio che caratterizza l’area, si può ritenere che le siepi e i filari
rappresentano luoghi dove la comunità animale può esprimersi nelle sue potenzialità, normalmente molto
limitate negli spazi propri delle coltivazioni.
Tra gli uccelli numerosi gli appartenenti all’ordine dei Passeriformes. I più comuni sono lo storno (Sturnus
vulgaris), il fringuello (Fringilla coelebs), il verdone (Carduelis chloris), il merlo (Turdus merula), il
cardellino (Carduelis carduelis), l’usignolo (Luscinia megarhynchos), il pettirosso (Erithacus rubecula) e tra i
passeri quello mattugio (Passer Montanus) e quello domestico (Passer domesticus).
Tra i corvidi si registra l’espansione negli ultimi anni della cornacchia grigia (Corvus corone) e della gazza
(Pica pica). Comune la presenza del fagiano (Phasianus colchilus) o della quaglia (Coturnix coturnix), ma si
tratta di esemplari immessi a fini venatori, oltre poi la tortora dal collare orientale (Steptopedia decaocto)
Tra i mammiferi è frequente invece e la talpa (Talpa europea) e il riccio (Erinaceus europeus). Tra i roditori e
possibile trovare il topo campagnolo comune (Microtus arvalis), il topo selvatico (Apoedemus sylvaticus), il
toporagno comune (Sorex araneus), alcune specie di arvicole e nei pressi di corsi d’acqua in pianura il ratto
nero (Rattus rattus) e il surmolotto (Rattus norvegicus). Gli anfibi sono rappresentati invece dal rospo
comune (Bufo bufo).
L’area interessata dalle perforazioni non rientra all’interno del sistema ecorelazionale, anche se si evidenzia
che il limite settentrionale dell’area di pertinenza della stazione di perforazione confina con un corridoio
ecologico. Tale corridoio è dovuto alla presenza di sistemi a “naturalità diffusa” a prevalente sviluppo
lineare, quali siepi, filari, vegetazione arboreo-arbustiva perifluviale che, nel loro insieme, determinano una
notevole rilevanza ecologica nel sistema ambientale di area vasta.
L’area SAFOND presso la quale si prevede di attuare le azioni del programma di perforazioni è localizzata,
nel punto più vicino, a 1,5 km di distanza dai Siti della rete Natura 2000 . Tale distanza risulta
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sufficientemente elevata per poter evidenziare la non significatività degli impatti generati dalle opere e dalle
operazioni ad esse connesse sulle componenti naturalistiche dei Siti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Alla luce delle informazioni derivanti dalle perforazioni esplorative precedenti (cfr. pozzo Villaverla 1
perforato negli anni '70 che ha raggiunto le stesse profondità), durante la perforazione non sono attese
venute di gas significative in pressione.
Al fine di garantire la totale sicurezza nei confronti delle persone (in primis gli operatori del cantiere), sono
previste nel programma dei lavori particolari e specifiche operazioni connesse alla perforazione, come ad
esempio cementazioni successive di isolamento tra falde superficiali e venute eventuali di sovrappressioni
profonde, installazione di blow-out preventers e sistemi di controllo e monitoraggio per le emissioni di gas e
per il monitoraggio delle acque.
La tecnica di perforazione che garantisce le migliori condizioni di sicurezza per le maestranze è senza
dubbio quella scelta nel presente progetto (circolazione diretta di fluidi).
Per la presenza di gas provenienti dalle formazioni geologiche attraversate, che possono essere idrogeno
solforato (H2S), biossido di carbonio (CO2) e metano (CH4), vengono attuate misure e procedure di
controllo.
L’applicazione corretta di tali procedure e dell’uso appropriato delle attrezzature di sicurezza rendono il
rischio di erogazioni incontrollate e di inquinamento atmosferico inesistente. Venute improvvise di tali gas
vengono infatti monitorate con l’installazione di sensori all’interno del cantiere e lungo il suo perimetro.
I sensori sono collegati, tramite centralina, con sistemi di allarme acustico e visivo che si azionano quando
vengono superate concentrazione soglia (5 ppm per H2S, 5.000 ppm per CO2 e 1.000 ppm CH4). In queste
eventualità il pozzo viene immediatamente chiuso. Tali valori sono limiti di soglia (TLWTWA) pubblicati
dall’ACGIH (American Conference of Governmental and Industrial Hygienist) e rappresentano una
concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata tipo di 8 ore per 40 ore settimanali, a cui la
maggior parte dei lavoratori può venire esposta giornalmente e ripetutamente senza effetti negativi sulla
salute.
Per quanto concerne infine il rischio incidenti durante lo spurgo del pozzo e le prove di produzione del
fluido geotermico, in relazione alla fuoriuscita di vapore ed acqua a temperature molto elevate, si segnala
che saranno adottate tutte le misure di prevenzione necessarie alla salvaguardia degli operatori, utilizzando
personale specializzato con dotazione dei DPI e segnalazione dei punti di pericolo (presenza in cantiere di
tubazioni e vasche contenenti temporaneamente fluido ad elevata temperatura).
Tutte le misure di prevenzione andranno comunque meglio definite in fase di progetto esecutivo unitamente
alla redazione del DSS del cantiere.
Non si rilevano interferenze significative con altri eventuali progetti presenti in prossimità dell’area oggetto
d’indagine.
Le attività di perforazione, che si concluderanno in circa 12 mesi, si configurano come quelle di un cantiere
edile e di perforazione; non avranno ripercussioni sul flusso del traffico e sulla viabilità ordinaria dell'area,
né impatti rilevanti sulle componenti ambientali; non si rilevano pertanto ripercussioni negative sulla salute
e sul benessere della popolazione, né sulle attuali condizioni socio-economiche.
Qualora la ricerca fornisse esito positivo e si procedesse con l'eventuale richiesta di concessione per risorse
geotermiche, il progetto avrebbe oltretutto un risvolto sicuramente positivo sulla componente “socio-
economica”, dal momento che il progetto consentirà ad una nuova attività economica di svilupparsi sul
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territorio. Alla luce di quanto indicato, si ritiene che l'impatto sulle componenti salute e benessere della
popolazione, nonché socialità e economia e popolazione sia non significativo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti e interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Risultano pervenute numerose osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto (riportate in allegato),
riferite quasi esclusivamente al rischio sismico derivante dall’eventuale sfruttamento della risorsa mineraria.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata come sostanzialmente priva di rischi
ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutte le considerazioni sopra citate si riferiscono all’attività di ricerca, unico oggetto della presente istanza
per il giudizio di compatibilità ambientale, e non sussiste alcun elemento oggettivo per l’espressione di un
parere negativo da parte della Commissione.
La Commissione, tuttavia, non può ignorare, visto il copioso materiale fornito dal proponente e dagli
osservanti, che escludono unanimemente un qualsiasi rischio sismico in fase di ricerca (cfr. Prof. Dario
Zampieri e Dott. Giuseppe Ghezzi), che tale rischio sismico possa invece essere presente nella successiva
eventuale fase di sfruttamento della risorsa; non a caso tale aspetto era già stato preso in considerazione
dalla Commissione portando a specifiche richieste di integrazioni al proponente.
Con tali premesse la Commissione, pur in assenza di una competenza amministrativa diretta, ritiene
doveroso fornire il proprio contributo tecnico-scientifico, attraverso specifiche prescrizioni che possano
consentire, attraverso elementi da acquisire nella fase di esplorazione, nuove ed ulteriori valutazioni
sull’entità del predetto rischio sismico durante la fase di sfruttamento.
Tali elementi forniranno, quindi, ulteriori utili informazioni in previsione delle successive fasi autorizzative
sull’assegnazione del permesso ricerca e sull’eventuale concessione di coltivazione, ai sensi degli artt.3, 6 e 8
del D.Lgs. n.22/2010, in capo alla Regione Veneto, nonché all’ulteriore procedura di Valutazione d’Impatto
Ambientale per la coltivazione, posta sempre in carico alla Regione ai sensi della L.R. n.04/2016.
Si evidenzia inoltre come il parere positivo alla ricerca, oltre a non essere vincolante, non può in alcun modo
costituire assenso automatico all’attività di sfruttamento, visto che solo taluni esiti dell’attività di ricerca, con
opportuni controlli e monitoraggi, potranno eventualmente portare ad escludere il più volte citato rischio
sismico in fase di sfruttamento.
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A tale scopo e vista la particolarità della materia affrontata, la Commissione ha altresì ritenuto utile recepire
le specifiche linee guida ministeriali citate nel successivo punto 15 di prescrizione, al fine di adpenire al
maggior grado specialistico di dettaglio possibile.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
1. Il presente parere è subordinato alla conformità sia del progetto di ricerca così come dell’obiettivo
minerario indicato nella documentazione di progetto , senza possibilità di variazioni in corso d’opera.
2. Al fine della verifica e della valutazione dei parametri significativi dell’esplorazione e della validazione
dei modelli di cui ai punti 11, 12 e 13 ed in supporto all’attività di polizia mineraria, il proponente dovrà
sostenere la spesa relativa all’incarico di un controllore terzo, il cui nominativo verrà inpiduato
all’interno di una terna di esperti proposta dalla Provincia.
3. La ditta dovrà costantemente trasmettere i report tecnici con gli esiti dell’avanzamento dei lavori e dei
dati di monitoraggio a Regione, Provincia, Comuni ed Arpav. Tra le valutazioni specifiche viene richiesta
per tutti i parametri significativi della esplorazione una indicazione degli scostamenti rispetto ai
presupposti di base ed alle finalità di progetto, nel rispetto delle condizioni esplicitate nelle prescrizioni
seguenti.
4. Verifica continua della stratigrafia effettiva dei pozzi esplorativi, annotando anche eventuali assorbimenti
o perdite di circolazione, il tutto adeguatamente riportato nella redazione di verbali giornalieri.
5. In aggiunta al punto 4) esecuzione di logs stratigrafici e geofisici, precedentemente ad ogni fase di
tubaggio, con indicazione delle eventuali variazioni delle profondità attese rispetto al modello geologico-
stratigrafico previsionale.
6. Esecuzione, oltre agli altri logs classici di cui al punto 5), di “ultrasonic borehole televiewer” o altro
metodo di “electrical borehole imaging” all’interno del serbatoio per la definizione dell’ampiezza ed
orientazione degli stress principali e della presenza di faglie o discontinuità tettoniche secondo metodiche
riconosciute a livello internazionale per la validazione progressiva del modello geomeccanico proposto.
7. Accertamento di precisione della profondità del tetto (top) e base (bottom) del primo serbatoio geotermico
(non oggetto del previsto sfruttamento).
8. Verifica della presenza dello strato di confinamento idraulico (vulcaniti) fra il primo ed il secondo
serbatoio geotermico, con definizione di dettaglio della potenza di strato.
9. Verifica della eventuale presenza di faglie o discontinuità tettoniche significative all’interno delle porfiriti
di cui al punto8), in avanzamento delle attività di terebrazione del pozzo MP1.
10. Verifica di precisione della profondità tetto (top) e base (bottom) del secondo serbatoio geotermico (oggetto
di previsto sfruttamento).
11. I dati ottenuti dalle verifiche di cui ai punti precedenti dovranno confluire in un modello geomeccanico
ed idrogeologico definitivo, da sviluppare “in itinere”, con funzioni di conferma delle condizioni
preliminari ipotizzate in progetto; il modello, tramite rielaborazione sistematica e progressiva di tutti i
dati acquisiti, prenderà in considerazione i risultati della perforazione in MP1, verificando i 2 modelli
preliminarmente implementati in supporto al progetto (i.e. 1 modello tridimensionale geologico-
stratigrafico ed 1 modello del serbatoio).
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12. Qualora all’esito dei riscontri sperimentali, presenza e sfruttabilità (dopo le prove di produzione) del
serbatoio di cui al punto 10). fossero congruenti con le previsioni progettuali si potrà procedere con il
completamento del pozzo MP1 e con la perforazione esplorativa di MP2; in caso contrario si dovrà
procedere con l’abbandono dell’iniziativa e la chiusura mineraria di MP1, in accordo con l’autorità
competente.
13. Qualora gli esiti della modellizzazione di cui al punto 10), calibrata con i dati sperimentali, non
confermassero le ipotesi progettuali, l’iniziativa esplorativa non potrà avere ulteriore corso e si dovrà
procedere con l’abbandono della perforazione e la chiusura mineraria MP1, in accordo con l’autorità
competente.
14. La perforazione dei primi 300 m di sottosuolo dal p.c. sarà comunque condotta:
- fino a spingersi per almeno 100 ml all’interno della formazione rocciosa del bedrock (Basalti e Tufi
Basaltici del Terziario con litologie a comportamento impermeabile verosimilmente prevalente);
- senza additivi nel fango di perforazione;
- utilizzando per l’avanzamento esclusivamente acqua chiara certificata ovvero acqua potabile di rete
pubblica, previa analisi chimica completa preliminare e, con frequenza adeguata da definire all’interno
dell’autorizzazione regionale, durante le fasi di perforazione.
MONITORAGGI
Aspetti sismici
15. In riferimento alla dichiarata assenza di rischio sismico riconducibile alla perforazione, ispirandosi al
principio di precauzione (articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea) e ad ulteriore
garanzia e verifica di sostenibilità della iniziativa esplorativa, dovrà essere eseguito il monitoraggio
indicato dal proponente, che dovrà tuttavia essere esteso al periodo di almeno un anno prima dell’inizio
dell’esplorazione. Questa attività specialistica sarà realizzata a cura di un Ente terzo nel rispetto degli
“Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità delle deformazioni del suolo e delle pressioni di
poro nell’ambito delle attività antropiche” redatte dal Gruppo di lavoro costituito nell’ambito della
Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE):
- il piano di monitoraggio (PDM) in discussone, con indicazione del Soggetto Preposto al Monitoraggio
(SPM), sarà protratto contestualmente a tutte le operazioni esplorative e proseguito nell’eventuale
successiva fase di concessione come indicato dagli stessi indirizzi ministeriali;
- il PDM andrà conpiso ed approvato da tutte le Autorità aventi competenza che si riservano ulteriori
prescrizioni integrative (e.g. Provincia di Vicenza nel contesto della fase esplorativa, Regione Veneto
nelle fasi seguenti del procedimento, …) se del caso anche con il supporto specialistico di un tecnico /
organismo / ente terzo, esperto in materia e da nominare allo scopo;
- tutto quanto sopra nel rispetto di quanto stabilito al punto 9 degli “Indirizzi e linee guida per il
monitoraggio della sismicità delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle
attività antropiche” redatte dal Gruppo di Lavoro costituito nell’ambito della Commissione per gli
idrocarburi e le risorse minerarie del Ministero dello Sviluppo Economico, compreso l’inpiduazione del
sistema di attivazione delle azioni da intraprendere.
16. Nel rispetto del punto 8 degli indirizzi del MISE si richiede che siano resi pubblici e continuamente
aggiornati, a spese del proponente, fin dai dati dell’ante-operam, tutti i dati di monitoraggio, con
pulgazione pubblica delle informazioni (sito web dedicato on-line).
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17. La Struttura Preposta al Monitoraggio (SPM) nell’ambito della iniziativa è:
- nominata/riconosciuta dal MiSE-UNMIG);
- può concorrere alla progettazione del monitoraggio, indicando modifiche ed integrazioni rispetto ai
documenti ad oggi depositati;
- valuta il progetto di monitoraggio;
- può realizzare e gestire la rete;
- analizza ed interpreta i dati al fine di riconoscere gli eventi sismici.
18. Il Proponente / Concessionario:
- è responsabile della prima progettazione del sistema e può realizzare il progetto di monitoraggio;
- fornisce alla SPM, che definirà le modalità di interscambio e validazione delle informazioni, tutti i dati
acquisiti dalla rete e le informazioni di produzione, iniezione o stoccaggio;
- sostiene tutti i costi del monitoraggio.
19. La SPM, Concessionario, UNMIG, Regione e/o Provincia e, ove ricorrano le condizioni, il MATTM
definiscono le modalità operative di gestione del monitoraggio e di interazione tra i vari soggetti
sottoscrivendo il DOGM – Documento Operativo di Gestione del Monitoraggio, entro cui verranno
chiariti i parametri di esercizio dei controlli, le soglie di intervento e le azioni da doversi intraprendere
(cfr. § 9 Linee Guida MISE, 2014).
20. Le soglie di magnitudo di cui alle Linee Guida del MISE potranno essere specificate correttamente solo
dopo il rilevamento della sismicità naturale di fondo (il cosiddetto “bianco”). I valori specifici di soglia
definiti nel DOGM in modo conpiso tra i vari attori tengono in debito conto anche valutazioni
attinenti al rischio.
21. Qualora gli esiti del monitoraggio di cui al punto precedente non confermassero le ipotesi progettuali,
l’iniziativa non potrà avere ulteriore corso e si dovrà procedere con l’abbandono dell’iniziativa e la
chiusura mineraria MP1, in accordo con l’autorità competente.
Atmosfera
22. Relativamente al comparto atmosfera, si prescrive l’elaborazione, prima dell’inizio dei lavori, di un
modello diffusionale / previsionale dei gas eventualmente presenti nelle formazioni interessate dalla
ricerca (e.g.: CO2, H2S, CH4, … ) che inpidui le aree di eventuale rischio per gli operatori (emissioni
diffuse) e per le attività contermini (ricaduta).
23. In fase di perforazione del pozzo e durante le prove di produzione deve essere previsto il monitoraggio
delle concentrazioni in aria dei gas associabili al fluido geotermico compreso il gas Radon. Si prescrive
altresì la taratura delle soglie di allarme dei sensori dei gas, secondo anche quanto indicato dall’OMS e
dall’ACGIH (American Conference of Governmental and Industrial Hygienist), rispettando almeno le
condizioni strumentali e di attivazione di cui al SIA depositato. La soglia di allarme per la
concentrazione di attività del Radon può essere impostata sul limite previsto dalla DGRV 79/2002
(200Bq/mc). Parallelamente all’inizio dei monitoraggi sismici ed idrologici saranno eseguite misure
finalizzate alla definizione del livello di fondo e della sua variabilità temporale.
24. Tutti i risultati dell’attività di misura eseguita nel monitoraggio atmosferico sono organizzati in un
unico data-base interrogabile al fine di inpiduare relazioni e variazioni spaziali e temporali dei
parametri monitorati. Il data-base è a disposizione di Regione, Provincia, Comuni ed Arpav.
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25. Il proponente valuta le informazioni analitiche non appena acquisite al fine di inpiduare variazioni
statisticamente rilevanti dei parametri misurati (tenute anche in considerazioni le variabilità
metrologiche) rispetto alle condizioni ante-operam e la presenza di trend di valori di parametri
riconducibili all’attività oggetto del progetto. Tali valutazioni saranno raccolte in un report trimestrale a
disposizione di Regione, Provincia, Comuni ed Arpav. Qualora fosse riconosciuta la presenza
statisticamente e/o metrologicamente significativa di trend positivi di presenza rispetto all’ante-operam il
proponente informa tempestivamente la Regione, Provincia, Comune ed Arpav ed intraprende ogni
azione correttiva.. Il proponente redige una relazione tecnica con la descrizione dell’anomalia,
dell’attività svolta, e dei suoi esiti che viene trasmessa a Regione, Provincia, Comune ed Arpav. Il
monitoraggio atmosferico si effettua fino a conclusione dell’attività descritta dal proponente.
26. Qualora si verificassero superamenti della soglia di allarme devono immediatamente essere attivate le
operazioni di sicurezza per gli operatori, procedendo con le operazioni di chiusura immediata della testa
pozzo (B.O.P.: blow up preventer); fino al superamento della problematica, contraddistinto dal rientro dei
parametri nelle soglie previste, previo controllo dell’autorità di Polizia Mineraria, non si potranno
proseguire le attività di avanzamento della perforazione..
27. Al fine di una corretta gestione degli eventuali superamenti delle soglie di allarme, dovrà essere
predisposto e conpiso con gli Enti Locali un piano di emergenza esterno.
28. Il monitoraggio per quanto concerne la concentrazione di attività di gas Radon è effettuato anche indoor
in uno dei locali di servizio con valore di riferimento degli ambienti di lavoro di 500 Bq/mc (DLgs
230/1995).
29. Nel caso di superamento dei valori soglia stabiliti dalla normativa o da organismi internazionali il
proponente deve procedere alla messa in sicurezza del pozzo, ai fini della tutela degli addetti e della
popolazione in generale.
Aspetti idrologici generali
30. Il monitoraggio idrologico troverà inizio parallelamente al monitoraggio relativo alla sismicità (1 anno
prima inizio dei lavori) ed sarà finalizzato ad acquisire le informazioni necessarie alla definizione dei
valori caratteristici dei parametri ante-operam finalizzati alla valutazione delle risultanze acquisite in
corso di perforazione e nei successivi periodi previsti dal progetto, nonchè delle soglie di attenzione e di
allarme per i parametri oggetto di misura in continuo.
31. Le risultanze dell’attività di misura eseguita nel monitoraggio idrologico sono organizzate in un unico
data-base interrogabile al fine di inpiduare relazioni e variazioni spaziali e temporali dei parametri
monitorati e sarà messo a disposizione di Regione, Provincia, Comune ed Arpav.
32. Il proponente inpidua soglie di attenzione e di allarme a partire dai valori di parametro e dalle
variabilità di tali parametri registrati nel periodo ante-operam ricorrendo ad indicatori statistici che
considerino le variazioni stagionali.
33. Il proponente valuta le informazioni analitiche non appena acquisite al fine di inpiduare variazioni
statisticamente rilevanti dei parametri misurati (tenute anche in considerazioni le variabilità
metrologiche) rispetto alle condizioni ante-operam e la presenza di trend di valori di parametri
riconducibili all’attività oggetto del progetto. Tali valutazioni saranno raccolte in un report trimestrale a
disposizione dell’Autorità di Controllo.
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34. In caso di superamento delle soglie di attenzione e/o di riconoscimento di trend incrementali dei valori
misurati il proponente informa tempestivamente l’Autorità di Controllo ed effettua uno studio per
inpiduare le cause e le relazioni, intensifica la frequenza di monitoraggio dei parametri rilevanti per la
comprensione del fenomeno, intraprende ogni azione correttiva ed eventualmente di blocco
dell’iniziativa. Il proponente redige una relazione tecnica con la descrizione dell’anomalia, dell’attività
svolta, e dei suoi esiti che viene trasmessa a Regione, Provincia, Comune ed Arpav.
35. In caso di superamento delle soglie di allarme il proponente informa tempestivamente la Regione,
Provincia, Comune ed Arpav; le attività di cantiere sono interrotte fino alla risoluzione della
problematica, attestata dal rientro dei valori nel range standard di variabilità analitica. Il proponente
redige una relazione tecnica con la descrizione dell’anomalia, dell’attività svolta, e dei suoi esiti che viene
trasmessa a Regione, Provincia, Comune ed Arpav.
Acque sotterranee
36. Al fine di considerare la possibilità di variazioni di direzione di andamento di flusso successive alla
definizione di letteratura verrà completata la rete di captazione piezometrica con un terzo pozzo “a valle”
posizionato ad ovest di AC2 (e quindi a Sud Ovest della posizione dei pozzi esplorativi), qui denominato
AC2BIS.
37. Le misure automatiche continue della rete piezometrica saranno riferiti ai parametri: temperatura,
conduttanza, pH e livello piezometrico; saranno considerate le serie: (AC1, AC2, AC2BIS, AC2-AC1),
(AC2BIS-AC1).
38. La registrazione dei parametri dovrà comunque proseguire fino a fase definitiva di produzione o alla
chiusura geologica dei pozzi.
39. I valori di parametro e le soglie di attenzione/allarme vengono calcolate a partire da acquisizioni dati
breve-medio periodo (giornaliere o settimanali) per un periodo sufficiente alla stima del valore di
riferimento e dei valori di soglia;
40. Le misurazioni discrete dopo campionamento sui piezometri “AC1, AC2, AC2BiS e pozzi da MD1 a
MD7” dovranno avvenire secondo quanto previsto alle tabelle di cui alle pagine nn.134/135 dello S.I.A.,
integrate da determinazioni di: concentrazione di attività α totale, concentrazione di attività β totale;
concentrazione di attività di radon ai livelli di sensibilità stabiliti dalla Tab.2 dell’Allegato III del DLgs
28/2016 (in caso di presenze di concentrazioni di attività α e β oltre i livelli di screening del DLgs
28/2016 saranno inpiduati gli specifici radionuclidi); sono considerate anche le serie differenza (AC2-
AC1), (AC2BIS-AC1).
41. In relazione ai parametri non in continuo, durante la fase di perforazione si dovrà procedere con n.2
campagne di misura, così come durante le prove di produzione; successivamente si dovrà procedere con
n.1 misura/stagione, fino a fase definitiva di produzione o chiusura geologica dei pozzi.
Acque superficiali
42. Le misurazioni discrete dopo campionamento dovranno avvenire secondo quanto previsto alle tabelle di
cui alle pagine nn.124/125 dello S.I.A La tabella presentata alle pagine 124 e 125, integrate da
determinazioni di: concentrazione di attività α totale, concentrazione di attività β totale; concentrazione
di attività di radon ai livelli di sensibilità stabiliti dalla Tab.2 dell’Allegato III del DLgs 28/2016 (in caso
di presenze di concentrazioni di attività α e β oltre i livelli di screening del DLgs 28/2016 saranno
inpiduati gli specifici radionuclidi).
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Gestione rifiuti
43. In sede di richiesta di autorizzazione dovrà essere presentato un piano di gestione dei rifiuti coerente con
il DLgs 117/2008 ed in particolare con i requisiti dell’art.5 punto3; dovrà essere preventivamente
valutata la conformità delle autorizzazioni degli impianti inpiduati per lo smaltimento e/o recupero con
le tipologie dei rifiuti prodotti.
Rumore e vibrazioni
44. Dovrà essere condotto il monitoraggio delle emissioni di rumore prodotte dagli impianti e dalle
attrezzature, nonché dall’eventuale traffico indotto sulle strade afferenti l’area di cantiere, nei confronti
dei ricettori più esposti, allo scopo di verificare gli effettivi livelli di emissione delle sorgenti indagate e
nel caso di riscontro di potenziali o manifeste criticità inpiduare modalità operative o interventi
strutturali di carattere mitigativo necessari al contenimento dei livelli di rumore.
45. Per la componente vibrazioni si dovrà procedere con un monitoraggio, sia in fase ante operam che in
corso d’opera, presso i ricettori potenzialmente più impattati, soprattutto per le fasi di cantiere che
prevedano l’utilizzo di impianti e attrezzature che producono sensibili effetti vibrazionali. La soglia di
registrazione delle vibrazioni dovrà essere tale da misurare le vibrazioni di fondo e comunque inferiore
alla soglia di percezione delle vibrazioni(5 mm/s2 per l'asse z e 3,6 mm/s2 per gli assi x e y)”.
Radionuclidi
46. In relazione alla possibile presenza di radionuclidi nel fluido geotermico estratto, il proponente dovrà
effettuare le determinazioni di concentrazione di attività α totale, concentrazione di attività β totale;
concentrazione di attività di radon ai livelli di sensibilità stabiliti dalla Tab.2 dell’Allegato III del DLgs
28/2016 ed in caso di presenze di concentrazioni α e β totali oltre i livelli di screening del DLgs 28/2016
saranno inpiduati gli specifici radionuclidi.
47. Per quanto concerne fanghi e detriti di perforazione, nonché eventuali incrostazioni che si dovessero
verificare sulle apparecchiature utilizzate, il proponente dovrà effettuare controlli di spettrometria
gamma. Le presenze di radionuclidi rilevate saranno espresse in unità KBq/Kg e confrontate con i
“Rounded General Clearance Levels” del documento della Commissione Europea “Radiation Protection
122 parte II”.
Raccomandazioni alla Regione
48. Si richiede, nell’ambito dell’assegnazione del permesso di ricerca di cui all’art.3 del D.Lgs. n.22/2010, di
esigere dal proponente specifiche garanzie finanziarie in ordine alla possibile necessità di ripristinare lo
stato dei luoghi, esplicitando a carico del proponente l’obbligo del ripristino.
49. Recepire integralmente le prescrizioni del presente parere all’interno dell’eventuale provvedimento di
assegnazione del suddetto permesso di ricerca.
Vicenza, 29 giugno 2016
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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ALLEGATO
OSSERVAZIONI PERVENUTE
Nell’ambito del procedimento sono pervenute le seguenti osservazioni:
in data 21 aprile 2015 da parte del Comune di Montecchio Precalcino, con nota agli atti in data
22 aprile 2015 con prot. n. 27137, con trasmissione della relazione a firma del prof. Dario
Zampieri dell’Università di Padova;
in data 22 aprile 2015 da parte dell'Assemblea del Movimento Salvaguardia Ambiente, con
nota agli atti in data 22 aprile 2015 con prot.n. 27207.
in data 22 aprile 2015 da parte del sig. Giordano PARISE, con nota agli atti in data 22 aprile
2015 con prot. n. 27288, in qualità di capigruppo consiliare della Lista Civica per
Montecchio “Attivamente” presso il comune di Montecchio Precalcino.
in data 23 aprile 2015 da parte dell'egr. Sig. Sindaco del comune di Marano Vicentino , con nota
agli atti in data 23 aprile 2015 con prot.n. 27715.
in data 23 aprile 2015 da parte del Comune di Villaverla, con nota agli atti in data 24 aprile 2015
con prot. n. 28042, con documento sottoscritto anche dai Comuni di Breganze, Caldogno,
Carrè, Dueville, Isola Vicentina, Malo, Marano Vicentino, Sandrigo, Sarcedo, Thiene, Zanè e
Zugliano
in data 25 aprile 2015 da parte del sig. Giovanni LAZZARETTO, con nota agli atti in data 27
aprile 2015 con prot.n. 28188, in qualità di capogruppo consiliare della lista “Zanè nel
cuore”, anche a nome degli altri consiglieri del gruppo sigg. Monica DEL PONTE,
Alessandra LANARO, Antonio BALASSO.
in data 27 aprile 2015 da parte del sig. Valter CAMPAGNOLO, con nota agli atti in data 27
aprile 2015 con prot.n. 28249.
in data 24 aprile 2015 da parte dei presidenti di Italia Nostra Sezione di Vicenza, Giovanna
DALLA POZZA, di Civiltà del Verde di Vicenza, Romana CAODURO, di Legambiente
Vicenza, Adriano BATTAGLIN, con nota agli atti in data 27 aprile 2015 con prot.n. 28399.
in data 26 maggio 2015 da parte dell'egr. sig. Sindaco del comune di Montecchio Precalcino,
con nota agli atti in data 27 maggio 2015 con prot. n. 36169, che trasmette la Delibera di
Consiglio Comunale n. 30 del 25 maggio 2015 avente per oggetto “DETERMINAZIONI
RELAZIONE STUDIO GETAS PETROGEO SRL - DOTT. GIUSEPPE GHEZZI - IN MERITO
ALLA REALIZZAZIONE DI DUE POZZI ESPLORATIVI GEOTERMICI DENOMINATI
"MONTECCHIO PRECALCINO 1" E "MONTECCHIO PRECALCINO 2" - DITTA
LIFENERGY SRL” che contiene come allegati: a) relazione dal titolo “Valutazione del Rischio
Sismico relativo alla richiesta del permesso di ricerca di risorse geotermiche “Montecchio
Precalcino”” a firma del dott. Giuseppe GHEZZI; b) relazione dal titolo “Considerazioni
scientifiche suiia Relazione geologico-tecnica e Progetto Definitivo per la realizzazione di due pozzi
esplorativi geotermici denominati “Montecchio Precalcino 1” e “Montecchio Precaicino 2” redatta
da Earth Engineering and Consulting” a firma del prof. Dario ZAMPIERI.
in data 26 maggio 2015 da parte dell'egr. Sig. Sindaco del comune di Malo , con nota agli atti in
data 27 maggio 2015 con prot.n. 36171.
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in data 17 luglio 2015 da parte del Comitato aperto per la Salute e l'Ambiente dell'Alto
Vicentino, con nota agli atti in data 20 luglio 2015 con prot.n. 48921, con allegata petizione
sottoscritta da numerosi cittadini.
Di seguito vengono sinteticamente riproposte e riassunte le singole osservazioni per le quali
l’accoglimento o meno determinava la possibilità di una modifica/integrazione del progetto
presentato, accompagnate da un giudizio valutativo sulle stesse. Il testo integrale delle
osservazioni è consultabile sul sito web della Provincia nella sezione dedicata al progetto Lifenergy
srl.
a) in data 21.04.2015 da parte del Comune di Montecchio Precalcino, con nota agli atti in data
22.04.2015 con prot. n. 27137, con trasmissione della relazione a firma del prof. Dario Zampieri
dell’Università di Padova.
L’osservazione prende spunto e riferimento da una relazione a firma del prof. Dario Zampieri, che
esprime numerose e specifiche considerazioni in ordine al progetto nel suo complesso,
evidenziando in modo dettagliato criticità e quanto ritenuto erroneo dal punto di vista tecnico-
scientifico. Al termina della propria disamina vengono proposte le conclusioni di seguito riportate.
l) La “Relazione geologica-tecnica e Progetto Definitivo per la realizzazione di due pozzi
esplorativi geotermici denominati Montecchio Precalcino l e Montecchio Precalcino 2” presenta
difetti basilari. La faglia Thiene-Bassano e stata disegnata in carta geologica come affiorante,
mentre non lo è, ed inoltre nel posto dove non potrebbe comunque essere. Inoltre le sezioni
geologiche sono palesemente errate, in quanto viziate da numerosi errori. La struttura geologica
del sottosuolo e dunque persa da quella rappresentata è descritta. Poiché il prolungamento della
faglia verso la superficie tenderebbe ad affiorare a sud della collina di Montecchio Precalcino e
della sua propaggine a sud-sudovest (la faglia immerge verso nord- nordovest), scendendo in
profondità la faglia si avvicina ai pozzi esplorativi. in particolare, la parte finale del pozzo l va ad
interferire direttamente con il letto della faglia, in prossimità del piano principale.
2) La faglia Thiene-Bassano rappresenta secondo alcuni ricercatori (INGV ed universitari) un gap
sismico del sistema di sorgenti sismo-genetiche che costituiscono il fronte attivo della catena
subalpina orientale. Infatti, mentre le altre sorgenti hanno dato negli ultimi secoli forti terremoti,
non si ha testimonianza di forti eventi associati alla faglia Thiene-Bassano (per la verità esiste una
discussione circa la possibile associazione col terremoto di Verona del 1117). La zona dell'alta
pianura vicentina ricade nella Zona 3 della classificazione sismica del tenitorio nazionale. ln questa
zona possono verificarsi forti terremoti, ma rari (si veda il caso del terremoto 2012 dell'Emilia) (
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/itcclassificazione.wp). La mancanza di conoscenza di forti
terremoti relativi alla faglia Thiene-Bassano deve quindi far riflettere, specialmente se si propone
di andare a disturbare il campo di sforzo della struttura geologica, potenzialmente in grado di
generare terremoti distruttivi (Mmax = 6.6). L'estrazione, ma soprattutto la re-iniezione di fluidi in
prossimità del piano di faglia rischia di innescare un terremoto (sismicità innescata).
3) Da tutto quanto detto, appare chiaro che il progetto proposto, molto valido nell'intenzione di
produrre energia elettrica da fonte rinnovabile, non e praticabile in una zona così densamente
abitata e con un patrimonio immobiliare in gran parte vetusto (pre-ordinanza PCM 3274 del 2003).
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Anche considerando che a livello nazionale e regionale si stanno approntando delle linee guida per
il monitoraggio della sismicità nell'ambito delle attività antropiche, la proposta del progetto di
Montecchio Precalcino si configura come un esperimento dagli esiti incerti, condotto in una zona
ad alta densità abitativa. Anche se il sistema di controllo a semaforo, che si dovrebbe installare,
prevede lo stop quasi immediato delle attività, bisogna sapere che alcuni sistemi generano i più
grandi eventi dopo la chiusura delle operazioni (settimane, mesi o anni). Il dott. Enrico Priolo
(OGS), esperto di sismicità indotta, nella sua presentazione tenuta al Dipartimento di Geoscienze
dell'Università di Padova il 19 maggio 20l4, riguardo alla sismicità indotta (e innescata) afferma
che “vi sono ancora molti aspetti non chiari e quantificabili”.
4) Non vi sono particolari motivi per cui tale progetto debba obbligatoriamente essere localizzato a
Montecchio Precalcino. Infatti, le temperature dell'acqua ricercate derivano dal normale gradiente
geotermico e si trovano ovunque scendendo alla profondità prevista. Spostandosi da Montecchio
Precalcino verso E, il substrato roccioso si approfondisce e quindi la Dolomia Principale, che e noto
rappresentare un serbatoio con portate di esercizio adeguate, si trova alle profondità dove le
temperature dell'acqua sono adatte all'impianto geotermico e non esistono faglie sospette.
b) in data 22 aprile 2015 da parte dell'Assemblea del Movimento Salvaguardia Ambiente, con
nota agli atti in data 22 aprile 2015 con prot.n. 27207.
L’osservazione presentata risulta essere la seguente.
1) Il luogo indicato per lo scarico dei rifiuti da estrazione, perforazione, costruzione e demolizione
è la Cava VIANELLE sita in Via Cappuccini - Marano Vicentino. Il suddetto sito è già di per sé
gravato da varie problematiche ambientali trovandosi proprio sopra alla ricarica della Falda
Acquifera.
c) in data 22 aprile 2015 da parte del sig. Giordano PARISE, con nota agli atti in data 22 aprile
2015 con prot. n. 27288, in qualità di capigruppo consiliare della Lista Civica per Montecchio
“Attivamente” presso il comune di Montecchio Precalcino.
L'osservante afferma di essersi rivolto ad esperti di particolare competenza in materia geologica e
che da tale consultazione sarebbe emerso che il progetto e la relazione geologico-tecnica allegata
allo stesso presentano numerose lacune ed errori, e che se l'impianto venisse realizzato nel sito
proposto ci sarebbero concreti rischi di innescare fenomeni sismici anche di intensità rilevante.
Non sarebbe quindi in discussione il tipo di impianto, che appare correttamente progettato, quanto
il sito di realizzazione proposto, che risulta assolutamente inadatto a causa della struttura
geologica del sottosuolo ivi presente. Al termina della propria disamina, che riporta criticità e/o
quanto ritenuto erroneo, vengono proposte le conclusioni di seguito riportate.
1) La Relazione geologico-tecnica e Progetto definitivo per la realizzazione di due pozzi esplorativi
geotermici presentano un assetto geologico-strutturale del sottosuolo che non corrisponde alla
letteratura e ai database ufficiali, oltre ad essere privo di senso geologico.
2) La carta geologica e le sezioni geologiche presentate nella Tavola 3B sono evidentemente errate.
Pertanto, la frase di pag. 87 e 103 della Relazione geologico-tecnica: “Considerando che il sistema
Thiene-Bassano si immerge verso Nord, quindi allontanando progressivamente il piano di faglia
dall'area della concessione all'aumentare della profondità … ” e del tutto erronea, in realtà, la
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faglia Thiene-Bassano scendendo in profondità si avvicina ai pozzi di progetto, in particolare al
fondo pozzo 1.
3) Stante il carattere di “gap” sismico della sorgente sismogenetica Thiene-Bassano,
potenzialmente in grado di sviluppare eventi con MW = 6.6, la perturbazione del campo di sforzo
del sottosuolo operata dal prelievo, ma soprattutto dalla re-iniezione di acqua nel sottosuolo,
potrebbe innescare un terremoto distruttivo (area ad alta densità abitativa) in grado di interessare
anche la città di Vicenza. Si ricorda che riguardo alla sismicità indotta e innescata vi sono ancora
molti aspetti non chiari e quantificabili.
4) Sulla scorta dell'elevatissimo rischio connesso alla geotermia in aree con presenza di faglie
attive, la Regione Emilia Romagna ha recentemente bloccato il nuovo progetto geotermico di
Ferrara. Riteniamo che altrettanto dovrebbe essere fatto dagli enti competenti per il progetto di
Montecchio Precalcino. Le perplessità e criticità emerse portano infatti a ritenere non ammissibile
la realizzazione del progetto nel sito proposto; quando sono in gioco la salute e la vita umana, e
necessario in ogni caso applicare il principio di precauzione.
d) in data 23 aprile 2015 da parte dell'egr. Sig. Sindaco del comune di Marano Vicentino , con
nota agli atti in data 23 aprile 2015 con prot.n. 27715.
L’osservazione presentata risulta essere la seguente.
1) Per quanto riguarda lo smaltimento del codice CER 170504, che si prevede “in via presuntiva” di
smaltire presso lo stabilimento Servizi s.r.l. localizzato in località Marano Vicentino, si chiede di
inserire all'interno del progetto che nella fase di cantiere venga rispettato il punto 7 del
provvedimento provinciale n. 110 del 30.09.2008 di autorizzazione dell'impianto.
Si chiede inoltre, a integrazione di quanto indicato al capitolo 5 dell'Elaborato 36 – PIANO
GESTIONE RIFIUTI (D.Lgs. 117/2008), che il CER 170504 venga caratterizzato e analizzato ad ogni
carico verso la discarica, al fine di escludere che tale materiale non sia invece classificabile come
CER 170503 per il quale non vi è l'autorizzazione allo smaltimento presso questo impianto.
2) Relativamente invece a quanto previsto dall'Elaborato 36 sopra citato per quanto riguarda lo
smaltimento dei rifiuti con codice CER 010504 e CER 010507, si richiede di prevedere particolare
attenzione durante la fase di cantiere affinché gli stessi non siano smaltiti erroneamente presso la
discarica di proprietà della società Servizi s.r.l. localizzata in comune di Marano Vicentino, in
quanto i suddetti codici non sono più conferibili presso questo impianto in seguito a parere del
Consiglio di Stato numero 04674/2013 del 27/11/2013 che ha annullato il decreto della Provincia di
Vicenza n. 62 del 20 aprile 2012.
e) in data 23 aprile 2015 da parte del Comune di Villaverla, con nota agli atti in data 24 aprile
2015 con prot.n.28042, con documento sottoscritto anche dai Comuni di Breganze, Caldogno,
Carrè, Dueville, Isola Vicentina, Malo, Marano Vicentino, Sandrigo, Sarcedo, Thiene, Zanè e
Rugliano.
In analogia a quanto riportato nell’osservazione di cui al punto a), si prende spunto e riferimento
dalla relazione a firma del prof. Dario Zampieri, ivi comprese le relative conclusioni, ritenendo
inoltre opportuno ribadire le seguenti considerazioni.
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1) Dalla consultazione degli elaborati prodotti è possibile dedurre che l'area in oggetto di studio
ricade all'interno di un quadro geologico - sismico complesso dove la presenza di faglie attive
rende elevata la pericolosità sismica del nostro territorio. A seguire si riportano delle immagini e le
relative considerazioni. Le aree che in Italia possono generare eventi sismici sono collocate anche a
ridosso della zona d'interesse, come illustrato nella figura seguente ripresa dalla mappa delI'lNGV,
denominata DISS. Infine, oltre alle cartografie proposte nei documenti della Earth Engineering and
Consulting e dal prof. Zampieri, ci sembra opportruno riportare l'ubicazione della faglia attiva
(cioè in grado di generare rottura in superficie) presente nel catalogo ufficiale italiano ITHACA e
prossima all'area in studio.
2) L'analisi condotta dal prof. Zampieri e in particolare lo studio della stratigrafia del pozzo
Villaverla 1 ha evidenziato come il pozzo stesso abbia intercettato il piano di faglia e come la zona
di sfruttamento della risorsa geotermica possa intercettare proprio questa faglia che, anche se non
documentata, potrebbe essere la causa di terremoti passati.
3) La Relazione geologico - tecnica redatta dalla Earth Engineering and Consulting presenta delle
carenze non trascurabili che possono portare a considerazioni sbagliate. In particolare, si riporta
quanto scritto da prof. Zampieri pag. 18: “Presentando una carta geologica sbagliata e delle sezioni
geologiche sbagliate, le considerazioni che se ne possono trarre sono invariabilmente sbagliate” e
ancora “accade esattamente il contrario, cioè all'aumentare della profondità il piano di faglia si
avvicina ai fondi del pozzo dove si intende estrarre e re-iniettare I'acqua".
4) La documentazione prodotta dalla stessa Earth Engineering and Consulting e in particolare il
documento “Sismicità e Subsidenza”, impone alcune riflessioni che non si possono evitare:
- A pagina 19 si riporta “L'iniezione di fluidi nel sottosuolo determina un aumento della pressione
di poro e, conseguentemente, una riduzione dello sforzo normale effettivo sul piani di faglia che
potrebbero quindi venire a trovarsi in uno stato critico”.
- A pagina 18 si riporta “Sono noti in letteratura persi casi dl innesco di eventi sismici a seguito di
attività antropiche (Nicholson et al., 1992, McGarr et al., 2002, Gomberg and Wolf 1999, McGarr
2013, Keranen et al., 2013) le cui cause possono essere sintetizzate sostanzialmente nel seguenti
effetti: iniezione dl fluidi, effetti poro-elastici e disequilibri “isostatici”;
- A pagina 19 si riporta "Nel caso del campo petrolifero di Denver (Rocky Mountain Arsenal, USA;
Nicholson 8. Wesson, 1992) a seguito dell'iniezione di elevate quantità di fluidi nelle rocce
impermeabili del basamento cristallino (a 3.700 m di profondità circa) sono stati indotti nel 1967, 3
eventi con Magnitudo M=5 e M=5. 5. Questi eventi sismici sono stati preceduti da una serie di
fenomeni di piccola magnitudo immediatamente dopo l'avvio delle attività di iniezione fluidi. Nel
1966, quando le attività di pompaggio vengono interrotte, l'attività sismica in prossimità del pozzo
cessa, e l’attività sismica inizia a propagarsi verso zone via via sempre più distanti (fino a circa 6
km) e con magnitudo sempre più elevate fino a ML=5. 5. ”
- A pagina 20 si riporta “ln genere si calcola in sismologia che i terremoti naturali siano legati a
cadute dello stress tra 10 e 100 bar, per cui la re iniezione di fluidi ad alte pressioni è fisicamente
sufficiente ad innescare la rottura di faglie favorevolmente orientate."
5) Si sottolinea inoltre che “non vi sono particolari motivi per cui tale progetto debba
obbligatoriamente essere localizzato a Montecchio Precalcino. Infatti le temperature dell'acqua
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ricercate derivano dal normale gradiente geotermico e si trovano ovunque scendendo alla
profondità prevista" e pertanto anche nell'ambito della regione del Veneto vi sono siti idonei e
privi delle criticità di quello in argomento.
6) Per ultimo ma non per importanza, bisogna valutare attentamente la vulnerabilità sismica delle
strutture presenti nel territorio e in particolare quella dei centri storici. Di fatto, la maggior parte
degli edifici sono stati costruiti seguendo normative che non prevedevano la progettazione
antisismica e quindi vulnerabili anche alle piccole sollecitazioni telluriche.
f) in data 25 aprile 2015 da parte del sig. Giovanni LAZZARETTO, con nota agli atti in data 27
aprile 2015 con prot.n. 28188, in qualità di capogruppo consiliare della lista “Zanè nel cuore”,
anche a nome degli altri consiglieri del gruppo sigg. Monica DEL PONTE, Alessandra
LANARO, Antonio BALASSO.
In questo caso risulta difficile una sintesi adeguata e l’osservazione viene riportata per intero,
rappresentando all’interno tematiche e considerazioni che non hanno sostanzialmente nulla di
tecnico, a parte quanto più volte sopra esposto in termini di rischio sismico.
“Pur da profani dell'argomento ci siamo documentati e abbiamo letto con attenzione quanto
sviscerato sulla questione, sia a favore sia contro tale progetto, soprattutto dopo che il progetto ha
avuto un (minimo, purtroppo) risalto pubblico.
Su questi presupposti la prima osservazione che si ritiene di proporre non è tecnica, bensì umana
(emozionale): nessun amministratore (e nessun tecnico) pubblico con un minimo di responsabilità
civica e morale potrebbe essere favorevole ad un progetto propedeutico alla realizzazione di un
impianto di sfruttamento dell'energia geotermica con estrazione e successiva reimmissione di
acqua, quando il rischio (anche solo potenziale) sia quello di provocare un'intensa attività sismica.
Ne varrebbe cavillare sul fatto che questa valutazione di impatto ambientale è relativa alla sola
realizzazione dei due pozzi esplorativi , perchè solo un ingenuo (o chi sia nella situazione di
confuciana memoria del dito che indica la luna e l'idiota guarda il dito) farebbe finta di non vedere
che questo progetto è intimamente finalizzato e strumentale alla realizzazione del successivo
impianto di sfruttamento dell'energia geotermica.
Una seconda osservazione è eminentemente tecnica e riguarda il ruolo di Codesta Commissione: a
fronte di una relazione geologica-tecnica della ditta istante che rappresenta una situazione
geologica ottimale per le perforazioni di cui al progetto e una relazione di chi si oppone alla
realizzazione che rappresenta una situazione geologica totalmente contraria e inadatta a dette
perforazioni è preciso dovere del tecnico pubblico (per definizione super partes, senza che occorra
ricorrere ad una terza relazione tecnico-geologica) procedere ad una valutazione oggettiva, sulla
base delle proprie conoscenze e dei fatti notori, ivi inclusa la letteratura scientifica sul punto. ln
parole povere, esistono già delle carte geologiche e degli studi sui siti che potrebbero essere
interessati dagli interventi (e che non sono solo quelli inpiduati nei Comuni di Montecchio
Prec.no e di Villaverla, bensì si estendono al territorio di tutti i quattordici Comuni, ivi incluso
Zanè, coinvolti nella fase preliminare del progetto) sui quali basarsi per valutare, ad esempio, se la
situazione delle faglie (già il fatto che in loco ve ne siano due, la Thiene-Bassano-Cornuda e la
Schio-Vicenza, dovrebbe far attentamente riflettere sui rischi sismici connessi) sia quella ottimistica
dei fautori del progetto o quella più prudente, ma che appare più vicina alla realtà, dei
contraddittori,. Quest'ultima affermazione si basa sulla semplice constatazione che per i poveri
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privati cittadini che presentano istanze edilizie nelle nostre zone si delinea un percorso fatto di
relazioni geologiche idonee a dimostrare che i realizzandi edifici non sono progettati in siti
inadatti, essendo il nostro territorio definito come potenzialmente sismico; sarebbe assurdo che
un'istanza come quella in esame non tenesse in conto (e pare che la relazione tecnica che
l'accompagna commetta questo errore) questo fondamentale assunto: siamo in zona a rischio
sismico e ciò è statuito per legge.
Un'altra osservazione deriva da quella testè dedotta: in numerosi comuni del nostro territorio il
ricorso dei privati cittadini all'energia geotermica è escluso o fortemente limitato, ad esempio con
drastici limiti alla profondità delle perforazioni effettuabili, per la presenza nel sottosuolo di estese
e importanti falde acquifere, che riforniscono gli acquedotti per i bisogni di milioni di veneti.
Non pare che questo elemento sia stato tenuto nel debito conto nell'istanza presentata dalla ditta
proponente e, in particolare, sia stato adeguatamente valutato il continuo movimento di tali falde.
Brucia ancora , anche allo scrivente (a quel tempo ero oppositore del progetto), l'errore di
valutazione che pubbliche amministrazioni poco accorte commisero nel caso della celeberrima
discarica gestita da Corsea proprio ai confini tra i Comuni di Sarcedo e Montecchio Precalcino,
sopra una falda di notevole portata; gli eventuali danni ambientali e alla salute dei cittadini
conseguenti a quell'errore (penalmente accertato dai Giudici del Tribunale di Vicenza) non saranno
mai risarciti da nessuno, visto la procedura fallimentare che ha travolto Corsea.
Perchè vi è questo ulteriore elemento da tenere in conto: le s.r.l., quali l'istante, sono appunto
società a responsabilità limitata e scomparse esse, circostanza tutt'altro che infrequente di questi
tempi. Nessuno più risponde di eventuali loro responsabilità. `
Un'ultima notazione è inerente l'antica saggezza popolare, che non sarà un elemento tecnico di
valutazione ma costituisce espressione di bagaglio di esperienza di ineludibile importanza: “Mai
svegliare il can che dorme”.
Perforare il sottosuolo sino a una profondità di circa 4.500 metri, in presenza di faglie come quelle
descritte nelle carte geologiche e di un potenziale rischio sismico che potrebbe essere incrementato
da tali elementi di disturbo e sollecitazione vuol dire andar a svegliare il can che dorme.
Forse altre amministrazioni provinciali, quali quelle emiliano-romagnole, che sino a qualche anno
fa si sentivano nell'analoga nostra situazione di relativa sicurezza per non aver dovuto affrontare
eventi sismici di rilevante entità, ora non valutano a cuor leggero progetti come quello in esame e
magari vi danno parere negativo, proprio per evitare anche il solo potenziale rischio di altre
catastrofi naturali.
Nella speranza che queste brevi osservazioni, seppur non esclusivamente tecniche, vengano
adeguatamente considerate nel corso della valutazione in oggetto, con ogni conseguente
provvedimento, rimango in attesa delle Vostre determinazioni.
Distinti saluti Giovanni Lazzaretto
g) in data 27 aprile 2015 da parte del sig. Valter CAMPAGNOLO, con nota agli atti in data 27
aprile 2015 con prot.n. 28249.
L'analisi sismica presentata, a mio avviso, è lacunosa le falsamente tranquillizzante. Non posso
certamente fare un approfondimennto di tipo professionale, pero:
- Nell'APPROFONDIMENTO" si cita spesso la faglia cosiddetta "Linea Schio-Vicenza", ma mi sarei
aspettato maggior accento sulla faglia "Bassano/Thiene”. La "Bassano/Thiene" è una porzione del
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grande sistema di faglie peri-adriatiche che corre dalla Slovenia alla Lombardia Occidentale e che è
causa dei terremoti storici di maggior energia dell'Italia Settentrionale.
- Mi pare che l'INGV ha interesse e l'intenzione di approfondire la geologia del segmento di faglia
“Bassano/Thiene" (che passa proprio per Montecchio Precalcino) per comprenderne meglio i
meccanismi dinamci e quanto rischio sismico le sia associabile. Come sotto tento di spiegare
meglio, si vorrebbe intervenire, sospetto, con le opere proprio sullo specchio di faglia: questo
rappresenta un aggravamento del pericolo sismico.
- L'”APPROFONDIMENTO” sorvola un po' che su segmenti di faglia molto vicini a quello di
nostro interesse ci sono stati forti o fortissimi eventi sismici in epoca storica: 1117: Verona – 1695:
Asolo (TV) - 1873: Bellunese/Trevigiano - 1936 Cansiglio (TV, PN). Quindi, a 25-30 chilometri a Est
e a 70 chilometri a Sud-Ovest da dove si prevede di scavare i pozzi.
Nell'”APPROFONDIMENTO", peraltro, dove c'è una tabella con i sismi risentiti nella zona, non si
citano questi terremoti storici che in zona devono pur essere stati sensibili, come non si cita il forte
risentimento (al limite del danno) delle scosse del 1976 (Gemona del Friuli).
- C'è quindi da approfondire, dopo i forti sismi storici (alcuni di questi hanno avuto intensità
attorno a MW 6,5 o >) su segmenti persi della nostra stessa faglia, se la zona dell'Alto Vicentino
sia di “GAP” sismico,. e potenzialmente in grado di dare terremoti di grande magnitudo
(potenzialmente molto superiori a quelli dei 2009 Aquila, o 2012 Emilia, tanto per capirci), oppure
se la faglia qui “scorra” in modo “silenzioso” senza trovare resistenza e quindi non genera
terremoti violenti. La nostra memoria storica è troppo breve e lacunosa per essere esaustiva.
- C'è da sospettare fortemente che si prevede di scavare i due pozzi proprio SULLO SPECCHIO DI
FAGLIA, ovvero il confine tra due blocchi in movimento. della faglia; sappiamo che, anche se
nessuno può dire che le attività umane causino i terremoti, che gli stessi possono essere indotti
dall'iniezione/manipolazione di fluidi in prossimità/sullo specchio di faglie (come riportato anche
nell'”APPROFONDIMENTO"). La nostra faglia nel suo moto si immerge nel sottosuolo da sud
verso nord; nel suo incunearsi sotterraneo “gonfia” il terreno sopra di essa e. ha formato / sta
formando l'Arco Alpino. il fatto che c'è una piccola collinetta vulcanica isolata (la Bastia) in
prossimità del sito dove si scaveranno i pozzi, a me fa pensare che qualche chilometro a sud della
collinetta Bastia sia il posto dove la faglia inizia la sua immersione. il problema è che la faglia è
”cieca.", ovvero sul terreno è coperta dai e non si vede, ma il rischio di lubrificare lo specchio di
faglia muovendo acqua esiste; credo che non ci dovremmo assumere la responsabilità di farlo allo
stato attuale delle conoscenze della faglia.
- Mi chiedo se e quanti fluidi siano stati iniettati a grandi profondità in zona nello scavo di
precedenti pozzi per prospezione petrolifera ecc. Essi non hanno causato sommovimenti,. ma
manca la controprova dell'iniezione di grandi quantità di fluidi per periodi considerevoli.
- Non ultimo c'è anche da pensare che la zona è densamente popolata e fortemente
industrializzata, e che esiste un enorme patrimonio edilizio e storico. Verso la città di Vicenza ma
anche ad est del sito, i terreni sono per lo più argillosi/limosi e intrisi di acqua, che aggiunge
rischio in caso di sisma a causa della liquefazione del suolo. Il. RISCHIO PERTANTO E'
INCALCOLABILE.
- Prima di dare il via ai lavori, a mio avviso, ci sarebbe da indagare sull'esatta posizione della faglia
stessa. Io sono convinto che la sua struttura precisa e il posizionamento esatto non sono ancora
conosciuti. Al limite, si dovrebbe ragionare di procedere con le ricerche della stessa vena di acqua
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calda a qualche decina di chilometri di distanza. Probabilmente a sud~est del sito (anche
osservando l'idrografia superficiale) si riuscirà a trovare la vena di acqua interessante per la
produzione di energia, con minor pericolo per la faglia pedemontana.
h) in data 24 aprile 2015 da parte dei presidenti di Italia Nostra Sezione di Vicenza, Giovanna
DALLA POZZA, di Civiltà del Verde di Vicenza, Romana CAODURO, di Legambiente Vicenza,
Adriano BATTAGLIN, con nota agli atti in data 27 aprile 2015 con prot.n. 28399.
Le Associazioni sono vivamente preoccupate per i possibili inneschi di fenomeni sismici, al
momento solo ipotizzati e ritenuti probabili, conseguenti alla immissione (anche se controllata) nel
sottosuolo delle acque utilizzate, a profondità considerevoli. In particolare sono in viva
apprensione per la scarsa garanzia di stabilità geotecnica delle rocce interessate dal prelievo di
fluidi a circuito binario, specialmente nella fase della loro reimmissione dopo l’utilizzo.
Relazioni e la Documentazione Cartografica inducono a riflettere su alcuni punti che a noi
sembrano dubbi e non sufficientemente garanti della pubblica incolumità, soprattutto se
considerati sotto il profilo di sollecitazione sismica che potrebbe essere indotta dalla immissione
dei fluidi nelle rocce poste intorno ai 4000 m di profondità rispetto al piano campagna. In sintesi i
responsabile delle Associazioni ambientaliste esprimono ed esplicitano le seguenti considerazioni e
valutazioni sul progetto e sulla tecnologia impiegata, con riferimento ad altri siti italiani e non:
1) L’area della superficie oggetto del Permesso di Ricerca (P.R.) risulta di 48 km2 , secondo quanto
stabilito dall’Art. 9, comma 2 del DPR 395/1991 circa l’andamento dei perimetri dei P.R. Cfr.
Planimetria CTR in Scala 1 : 50'000 – Gennaio 2015. E’ lecito chiedere come mai su un’area così
vasta si sia scelto di perforare proprio in corrispondenza di una faglia certa, conosciuta,
cartografata su planimetrie ufficiali e indicata nel Data Base delle Sorgenti Sismogenetiche
Inpiduali (DISS 3) dell’INVG (Faglia Thiene-Bassano). Ad ogni buon conto si rimanda alla Carta
geologica del Veneto nella quale l’ubicazione della faglia medesima appare in contesto e
ubicazione ben persi da quelli cartografati nella Carta Geologica del Progetto LIFENERGY.
Basterebbe questa considerazione per dubitare dell’intera Relazione geologico – tecnica, e del
Progetto definitivo del gennaio 2015.
2) Si impongono inoltre altre considerazioni che denotano da parte degli estensori del Progetto
sbagli concettuali che inducono ad errori operativi, causa di preoccupazioni per danni a beni e
rischio di morte per gli abitanti, provenienti dal pericolo sismico temuto, interessanti una notevole
parte di popolazione vicentina, insediata in circa una ventina di Comuni della Provincia, compreso
il Capoluogo. Le Sezioni geologiche in Scala 1 : 70.000 A-A’ e soprattutto B-B’ allegate alla
documentazioni presentata alla Provincia indicano almeno due errori macroscopici:
- Le faglie (Thiene-Bassano e Schio-Vicenza), secondo le sezioni disegnate nel progetto presentato
da LIFENERGY, non mostrano gli strati dislocati, cioè non sono faglie. Le sezioni geologiche sono
pertanto errate (informazioni sulla precisa posizione della dislocazione della unità vulcanica
medio Triassica si ricavano dalla stratigrafia del Pozzo Villaverla 1 – Agip);
- Nella Sezione B-B’, la Faglia Thiene-Bassano, non dislocherebbe alcuno strato, ma devierebbe di
inclinazione, avvicinandosi alla superficie del suolo, in modo tale da incontrare più
superficialmente la verticale dei Pozzi di progetto. Conclusione questa a nostro avviso
inammissibile. Si impongono inoltre altre cogenti considerazioni, come ben hanno scientificamente
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descritto altri Ricercatori scientificamente qualificati( Galadini et Al. 2005, Burrato et Al. 2008, Poli
et Al. 2008: autorevoli studiosi non citati). Le conclusioni scientifiche infatti, evidenziano che la
faglia Thiene-Bassano fa parte del fronte attivo delle Alpi meridionali Orientali; se consideriamo
che l’intera provincia di Vicenza (tranne qualche caso) è in Zona sismica 3 (Forti terremoti, ma
rari), con riferimento a quanto recentemente è avvenuto in Emilia – 2012 - (medesima Zona sismica
3), la sunnominata Faglia Thiene-Bassano è potenzialmente prossima alla rottura e rappresenta un
elemento estremamente critico che potrebbe essere accelerato dalle iniezioni di liquido proprio
lungo i Pozzi di Montecchio Precalcino.
3) La Faglia, rappresentata nella cartografia del progetto in modo errato e approssimativo
(dovrebbe essere tratteggiata), passante per la porzione centrale della collina di Montecchio
Precalcino è solo la proiezione orizzontale, della vera faglia profonda. Se la Faglia fosse stata
disegnata in modo corretto, dovrebbe risultare emergere molto più a Sud, come si evince dalla
Carta Geologica del Veneto già sopra citata.
4) A Ferrara esiste un pozzo (Cassano) che ha le medesime caratteristiche tecniche e tecnologiche di
quello che si vuole fare a Montecchio Precalcino. Esso funziona egregiamente, ma i ferraresi si
sono ben guardati dall’effettuare il suo raddoppio, perché previsto in zona di faglia, in luogo cioè
con caratteristiche di pericolosità sismica analoghe a quanto accertato a Montecchio Precalcino.
5) Anche a Basilea si è cercato di utilizzare la geotermia, ma le perforazioni sono state interrotte per
l’innesco di numerosi e reiterati sismi che hanno allertato la popolazione locale.
6) Si potrebbe spingere l’orizzonte a quanto sta succedendo negli Stati Uniti d’America, dove è
utilizzata la tecnologia del “fracking” – “hydrofracking” che in geotecnica viene utilizzato per
creare e propagare fratture in uno strato roccioso nel sottosuolo onde aumentarne la permeabilità e
quindi una più agevole fluitazione di petrolio o di gas o per aumentarne il tasso di recupero. Molti
fenomeni sismici dannosi e subsidenze sono state indotte con tale metodo di iniezione.
7) Dal punto di vista del rischio di impresa, nella fattispecie rischio minerario, il progetto
geotermico di Montecchio Precalcino presenta una limitatissima probabilità di successo.
Infatti, la formazione del Calcare di M. Spitz, che costituisce il secondo serbatoio ipotizzato,
obiettivo della ricerca di fluido geotermico con caratteristiche di media entalpia, è formata da
calcari deposti in piattaforme carbonatiche di limitata estensione, circondate da bacini dove si sono
deposti sedimenti non permeabili ( Formazione a Nodosus). A differenza della unità più recente
della Dolomia Principale, che costituisce il primo serbatoio di fluido a bassa entalpia, le
piattaforme di Calcare di M. Spitz sono discontinue e verosimilmente rappresentano serbatoi privi
di continuità laterale e pertanto di flusso idrico.
Date queste condizioni, si paventa che in seguito all’insuccesso della ricerca di fluido geotermico,
la ditta proponente possa in corso d’opera presentare una modifica del progetto. Infatti, in assenza
piuttosto probabile di acqua a media entalpia in grado di alimentare un impianto a ciclo binario
tipo ORC (geotermia a ciclo chiuso) quale quello proposto, la soluzione alternativa per
salvaguardare l’investimento già fatto dei due pozzi esplorativi sarebbe inevitabilmente la
tecnologia della geotermia stimolata (EGS). Questa tecnologia prevede la fratturazione idraulica di
rocce calde anidre (geotermia stimolata) entro le quali si inietta il fluido da riscaldare.
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Tale tecnologia ha purtroppo notoriamente dato luogo a terremoti di magnitudo non trascurabile
(casi di Basilea e San Gallo), con effetti che potrebbero essere analoghi per l’area interessata dal
progetto LIFENERGY data la presenza di una sorgente sismo genetica quale la faglia Thiene-
Bassano con effetti quindi distruttivi (M>6).
In conclusione, analizzati i seri dubbi progettuali e le precarietà evidenziate, in presenza di
probabili fenomeni dannosi per la popolazione locale residente, si chiede vivamente alla
Commissione VIA della Provincia di Vicenza, nella consapevolezza della assunzione di
responsabilità conseguente, di applicare il principio di precauzione, previsto dalla attuale
normativa legislativa europea.
i) in data 26 maggio 2015 da parte dell'egr. sig. Sindaco del comune di Montecchio Precalcino,
con nota agli atti in data 27 maggio 2015 con prot. n. 36169, che trasmette la Delibera di
Consiglio Comunale n. 30 del 25 maggio 2015 avente per oggetto “DETERMINAZIONI
RELAZIONE STUDIO GETAS PETROGEO SRL - DOTT. GIUSEPPE GHEZZI - IN MERITO
ALLA REALIZZAZIONE DI DUE POZZI ESPLORATIVI GEOTERMICI DENOMINATI
"MONTECCHIO PRECALCINO 1" E "MONTECCHIO PRECALCINO 2" - DITTA LIFENERGY
SRL” che contiene come allegati: a) relazione dal titolo “Valutazione del Rischio Sismico
relativo alla richiesta del permesso di ricerca di risorse geotermiche “Montecchio Precalcino”” a
firma del dott. Giuseppe GHEZZI; b) relazione dal titolo “Considerazioni scientifiche sulla
Relazione geologico-tecnica e Progetto Definitivo per la realizzazione di due pozzi esplorativi
geotermici denominati “Montecchio Precalcino 1” e “Montecchio Precaicino 2” redatta da Earth
Engineering and Consulting” a firma del prof. Dario ZAMPIERI.
In questo caso si riassume unicamente quanto prodotto dalla relazione dello STUDIO GETAS
PETROGEO SRL - DOTT. GIUSEPPE GHEZZI, in quanto le considerazioni e conclusioni a firma
del Prof.Zamperi sono già state riportate e trattate alle osservazioni di cui alle lettere a) ed e).
1) Al quesito posto dal Committente di “valutare il rischio di sismicità indotta nell’arco del
complesso iter di una operazione che parte dalla perforazione esplorativa e si prolunga nel tempo
in caso di esito positivo della ricerca” la risposta è la seguente:
- Perforazioni esplorative: le tecniche di perforazione odierne, correttamente impiegate ed affidate
ad imprese di perforazione attrezzate e capaci, escludono l’insorgere di sismicità indotta durante le
operazioni. Comprese le prove idrauliche;
- Fase produttiva: Indipendentemente dai risultati che saranno ottenuti in fare esplorativa, è
assodato dalle esperienze nazionali che il ciclo produttivo geotermico genera sismicità indotta.
2) L’entità del rischio dipende principalmente da due fattori:
- caratteristiche sismogenetiche del sito;
- volumi e pressione del fluido iniettato.
Nel caso specifico la normativa classifica il sito in zona sismica 3 (in cui possono verificarsi forti
terremoti ma rari (da Ordinanza PCM n.3274/03) e, base ad approfondimenti sempre di normativa,
i rari forti terremoti non sono previsti nella zona di interesse. Sicuramente avverrà un incremento
della sismicità a medio-bassa magnitudo (M <3). 0
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3) Concludendo a parere dello scrivente si può procedere alla fase esplorativa (con alcuni
suggerimenti che seguono) rimandando, per la fase produttiva, ogni decisione ai risultati della
precedente fase.
4) Relativamente al programma della fase esplorativa si suggerisce di proporre le seguenti
operazioni:
- sarebbe opportuna una migliore definizione del modello geologico che, nelle attuali proposte, si
limita alla trasposizione nel sito di cantiere della stratigrafia del pozzo AGIP. In questi casi una
campagna di sismica a riflessione che collegasse il Villaverla al cantiere (anche a tratti in caso,
molto probabile, di impedimenti urbanistici) chiarirebbe meglio il modello sia stratigraficamente
che strutturalmente.
- Procedere alle due perforazioni per gradi: eseguire una prima perforazione verticale che
chiarirebbe molti problemi (stratigrafia, permeabilità, portata della risorsa termale, Temperatura) e,
grazie alla geofisica, indirizzerebbe circa direzione ed entità della deviazione del secondo pozzo.
j) in data 26 maggio 2015 da parte dell'egr. Sig. Sindaco del comune di Malo, con nota agli atti in
data 27 maggio 2015 con prot.n. 36171.
Oggetto: Partecipazione a COMMISSIONE PROVINCIALE VIA del 27 maggio 2015 sul
progetto per la realizzazione di 2 pozzi esplorativi geotermici in Comune di Montecchio
Precalcino denominati Montecchio Precalcino 1 e Montecchio Precalcino 2, ditta LIFENERGY
srl. Vs. rif. Prot. n. 34467 del 21/5/2015.
Nella nota si comunica I'impossibiIità ad intervenire, per la concomitanza di altri impegni
istituzionali, alla Commissione Provinciale VIA, e che si intende esprimere il parere contrario di
questa Amministrazione all'intervento proposto, facendo proprie le conclusioni della relazione del
prof. Zampieri circa l'inopportunità di realizzare i pozzi esplorativi come anche il successivo
impianto in un'area che:
- intercetta la faglia Thiene-Bassano determinando soprattutto in fase di esercizio dell'impianto e
con la reimmissione dei liquidi nel sottosuolo un serio rischio di innesco sismico, anche in
relazione alla posizione della faglia stessa che non risulta correttamente posizionata nello studio
prodotto dalla società Lifenergy;
- densamente abitata e caratterizzata dalla presenza di fabbricati costruiti in epoca anteriore alla
riclassificazione sismica del territorio e quindi altamente vulnerabili ai fenomeni sismici.
Si chiede pertanto che la commissione VIA consideri il parere contrario di questa Amministrazione
e lo faccia proprio.
k) in data 17 luglio 2015 da parte del Comitato aperto per la Salute e l'Ambiente dell'Alto
Vicentino, con nota agli atti in data 20 luglio 2015 con prot.n. 48921, con allegata petizione
sottoscritta da numerosi cittadini.
Nel Comune di Montecchio Precalcino un progetto presentato dalla ditta Life Energy SRL di
Firenze, mira ad effettuare trivellazioni ad una profondità di 43 00 metri in vista della
realizzazione di un impianto per la produzione di energia geotermica. Se l'idea da cui nascerebbe
questo impianto è teoricamente giusta, risulta invece profondamente e tragicamente sbagliata la
posizione geografica prescelta.
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Il sito dell'impianto è ritenuto pericoloso in quanto la trivellazione ed il successivo processo
produttivo interferirebbero con una faglia geologica di equilibrio delicatissimo.
Se le condizioni della faglia fossero in qualche modo alterate il rischio di terremoti disastrosi anche
nella nostra zona aumenterebbe in maniera significativa.
Nulla giustificherebbe una scelta che possa mettere a rischio persone e cose dei nostri territori.
A chi deve decidere chiediamo fermamente di applicare il principio di precauzione, prevenire é
meglio che curare
Di fronte ad un pericolo potenziale é necessario 'che Provincia di Vicenza e Regione Veneto
fermino ogni decisione- sul progetto Life Energy a Montecchio Precalcino, a maggior ragione se si
considera che lo stesso impianto con gli stessi risultati energetici puo essere realizzato in altra zona
del Veneto dove' non ci sono questi rischi.
Una scelta geografica e geologica che autorevoli fonti scientifiche ritengono pericolosa in quanto
innalzerebbe nientemeno che il rischio di innesco sismico per un'area di almeno dieci Comuni, ma
è facile prevedere che la città di Vicenza non sarebbe certo esente da un terremoto che avesse come
epicentro Montecchio Precalcino. E' una questione grave e urgente, sulla quale essere
correttamente informati è essenziale, come essenziale è anche saper prendere una posizione chiara
e forte per la salvaguardia della salute e dell'incolumità delle persone. Scelte nelle quali
l'Amministrazione Provinciale e poi quella Regionale saranno chiamate a dare pareri e
autorizzazioni molto importanti, delicati ed interconnessi dato che non può nascondersi come le
due parti dell'iter ( perforazione e successivo prelievo/reiniezione dell'acqua calda sotterranea)
siano una il prosieguo logico dell'altra al punto che avviare la prima può precostituire condizioni
per la seconda e ben più pericolosa fase, quanto agli effetti degli inneschi sismici temuti.
Conclusioni
Tutte le osservazioni sono state esaminate e valutate, ad eccezione di quanto riportato alla lettera
f), dove le argomentazioni esposte non sono legate agli aspetti tecnici legati al progetto, ma a
considerazioni di carattere generale, spesso non pertinenti o riferite ad altri progetti.
Tutte le osservazioni sono state inoltrate al proponente, che ha fornito le proprie contro deduzioni.
Le problematiche sollevate sono state esaminate anche alla luce delle numerose integrazioni al
progetto richieste al proponente da parte della Commissione Provinciale di Valutazione di Impatto
Ambientale e poi tutte affrontate anche dal punto di vista delle prescrizioni (cfr. parere).
La maggior parte delle motivazioni tecniche contenute nelle osservazioni non attengono al
presente progetto, ma alla fase successiva di eventuale sfruttamento della risorsa geotermica; la
Commissione Provinciale di Valutazione di Impatto Ambientale ha ritenuto, tuttavia, di esprimere
comunque proprie prescrizioni in merito (cfr. parere).
L’inchiesta pubblica tenutasi in data 21 gennaio 2016, nonchè la documentazione prodotta a
seguito di tale incontro, non hanno fatto emergere nuovi ed ulteriori elementi di valutazione, ma
ribadito e confermato le posizioni assunte in fase di presentazione delle osservazioni.
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