Determina dirigenziale comprensiva di parere VIA
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 873 DEL 11/12/2015
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S.M.E I. -
MODIFICA DELL’IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI
IN REGIME SEMPLIFICATO
DITTA: ZARANTONELLO S.R.L. - LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI
CORNEDO VICENTINO, VIA MONTE CENGIO N. 65
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 1 luglio 2015, prot. n. 45638 del 6 luglio 2015,
da parte della ditta ZARANTONELLO S.R.L., con sede legale in via Belvedere n. 28 in Comune di
Cornedo Vicentino (VI), relativa al progetto di “Modifica dell’impianto di recupero rifiuti speciali
non pericolosi in regime semplificato”, nel sito di via Monte Cengio n. 65, in Comune di Cornedo
Vicentino;
dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7.
progetti di infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi,
con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere
da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della
parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i.;
tenuto conto che la verifica per tali impianti risulta tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue successive modifiche ed integrazioni, e che con
D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 la Giunta regionale ha fornito e confermato gli indirizzi applicativi
in materia di valutazione d'impatto ambientale e di coordinamento tra le proprie disposizioni e le
normative nazionali emanate successivamente, confermando la suddetta competenza provinciale
anche con riferimento alla tipologia degli interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla
Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura
di verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 14/07/2015 ;
considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto
non abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura
di valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto
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ha possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21
a 28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
dato atto che la Commissione Provinciale VIA, nella seduta del giorno 25/11/2015, ha
disposto l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel
parere n.27/2015 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e
monitorare nel tempo la situazione aziendale;
dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
l'autorizzazione dell'intervento;
vista l’istruttoria della Commissione VIA conservata agli atti;
viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 (ID PROC 45);
vista la Legge Regionale n. 10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di
Valutazione di Impatto Ambientale” e s.m.i. e la successiva D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013
"Adeguamento alla sopravvenuta normativa nazionale e regionale delle disposizioni applicative
concernenti le procedure di valutazione di impatto ambientale di cui alla Dgr n.1539 del 27
settembre 2011 e sua contestuale revoca”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.10 del 19/02/2015, con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2015 e Pluriennale 2015-2017;
Visto il Decreto Presidenziale n. 33 del 17/03/2015 con il quale è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione anno 2015;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta ZARANTONELLO S.R.L.., con sede legale in via Belvedere n.
28, nel comune di Cornedo Vicentino, relativo alla “Modifica dell’impianto di recupero
rifiuti speciali non pericolosi in regime semplificato.” situato in comune di Cornedo
Vicentino, via Monte Cengio n. 65, è escluso dalla procedura di valutazione di impatto
ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 10/99 e s.m.i. con le prescrizioni riportate
nel parere n.27/2015 allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e
sostanziale;
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2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta ZARANTONELLO S.R.L., al Comune di
Cornedo Vicentino, all'ARPAV, all'Ulss n.5, al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta,
allo studio Mazzuccato ed al Settore Ambiente della Provincia;
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 11/12/2015
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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ZARANTONELLO S.R.L.
PARERE N. 27/2015
Oggetto: Modifica dell’impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi in regime semplificato.
PROPONENTE: Zarantonello S.R.L.
SEDE LEGALE: Via Belvedere n. 28 - Cornedo Vicentino
SEDE INTERVENTO: Via Monte Cengio n. 65 - Cornedo Vicentino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture: z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9.
COMUNE INTERESSATO: Cornedo Vicentino
DATA DOMANDA: 01 luglio 2015
DATA PUBBLICAZIONE: 14 luglio 2015
DATA INTEGRAZIONI: 31 agosto 2015 e 03 novembre 2015
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATIPRESENTATA:
- A Relazione tecnica descrittiva;
- B Documentazione revisionale di impatto acustico;
- C Relazione paesaggistica;
- D Studio Preliminare Ambientale;
- E1 Tav.1 – Inquadramento Urbanistico e Catastale;
- E2 Tav.2 – Lay-out attuale impianto;
- E3 Tav.3 – Prospetti e sezioni dello stato attuale;
- E4 Tav.4 – Lay-out di progetto impianto;
- E5 Tav.5- Prospetti e sezioni dello stato di progetto;
- E6 Tav.6 – Tavola reti acque meteoriche;
- F Documentazione fotografica;
- G Fascicolo allegati.
PREMESSE
La società Zarantonello srl è iscritta al Registro Provinciale di Vicenza delle Imprese che effettuano attività di
recupero rifiuti in regime semplificato, con l’impianto di recupero ubicato in via Monte Cengio n°65 in Co -
mune di Cornedo Vicentino (VI), ove avviene l'attività di Messa in Riserva (R13), selezione, cernita e recupe -
ro (R5) di rifiuti inerti da demolizione.
La ditta intende ora aumentare il quantitativo massimo di rifiuto recuperabile annuo dalle 14.990 ton/anno
attuali fino ad un valore di 59.990 ton/anno; la variazione non necessità di modifiche impiantistiche, del lay-
out o del processo produttivo rispetto a quanto attualmente autorizzato in quanto i macchinari in dotazione
alla ditta e le aree disponibili risultano già attualmente adeguate alla gestione dell’incremento di volumetria
dei rifiuti recuperabili.
Pertanto la domanda non prevede la modifica delle quantità complessive dei rifiuti della Messa in Riserva
(R13) finalizzata al trattamento, le quantità della Materia Prima Secondaria prodotta in giacenza, le superfici
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delle piazzole di accumulo, le tipologie dei rifiuti recuperati, i CER attualmente autorizzati e il processo di
trattamento impiegato.
Il progetto presentato include in ogni caso le opere di captazione e trattamento delle acque meteoriche dei
piazzali scoperti già presentate dalla ditta Zarantonello nel dicembre 2012 presso l’Amministrazione Provin-
ciale di Vicenza con il Piano di Adeguamento al Piano di Tutela delle Acque.
UBICAZIONE
L’impianto di recupero della società Zarantonello srl è ubicato lungo la valle del torrente Agno all’interno
del territorio amministrativo del comune di Cornedo Vicentino.
Il sito è inpiduabile a sud del centro comunale di Cornedo Vicentino, ad una distanza di circa 1300m da
esso.
Dal punto di vista morfologico l’impianto di recupero è posto lungo il fondovalle della valle del torrente
Agno, in un’area pianeggiante periurbana posta ad una quota altimetrica di circa 176m slm. Il sito si trova in
prossimità del versante occidentale del monte Verlaldo.
Presso il Comune di Cornedo Vicentino risulta attualmente adottato il nuovo Piano degli Interventi 2015
(P.I.) correlato al piano di Assetto del territorio (PAT) 2013 comunale. In base alla tav. 2.3 “Zonizzazione “
scala 1.5000 “ appartenente al P.I. 2015 l’area dell’impianto di recupero della ditta Zarantonello srl risulta co-
stituito da mappali ricadenti in aree classificate come Zone Territoriali Omogenee (ZTO) perse.
Il perimetro dell’impianto di recupero invece ricade interamente in area classificata con Zona Territoriale
Omogenea di tipo D1 “produttiva”.
Il sito è ubicato in prossimità del tracciato della strada Provinciale n°246 che consente all’impianto di essere
facilmente accessibile sia dai Comuni situati nella porzione sud della Valle dell’Agno (Castelgomberto, Bro-
gliano, Trissino, Montecchio Maggiore..) sia dai comuni situati a nord (Valdagno, Recoaro).
La presenza a breve distanza della Strada Provinciale n° 124 per Priabona consente inoltre un rapido ed effi-
ciente collegamento con i comuni posti nella alta pianura Vicentina (Malo, Schio.)
Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano Faunistico Venatorio Regionale;
• Piano di Assetto del Territorio del Comune di Cornedo Vicentino (P.A.T.);
• Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani e Speciali;
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.).
Nel complesso l'analisi del PTRC appare parziale, non vengono infatti analizzate tutte le tavole dei PTRC
(vigenti e adottati) e le criticità che emergono dalla valutazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque,
dal Piano di Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.), dal Piano Regionale di Tutela e Risanamento
dell'Atmosfera (P.R.T.R.A.) e dal Piano di Assetto del Territorio comunale, vengono correttamente
inpiduate ma non approfondite in relazione al progetto.
Nel capitolo “Conclusioni in merito agli aspetti urbanistici” le criticità succitate vengono solo in parte citate
ma non le si relaziona adeguatamente all'intervento proposto; si ritiene tuttavia, visto il contesto produttivo
consolidato e le modalità dell’intervento, non necessario richiedere specifiche integrazioni in merito.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’attività dell’Impianto di recupero consiste nella Messa in Riserva (R13), selezione, cernita e recupero (R5)
di rifiuti inerti da demolizione (Paragrafo 7.1 – Allegato 1-Suballegato 1 del DM 05.02.1998 e ss.mm.ii.) con
attuale l’iscrizione n°187 al registro Provinciale, che prevede un quantitativo massimo annuo di rifiuto recu-
perabile pari a 14.990 ton/anno (9.368,75 mc/anno).
Stato di fatto
L’impianto di recupero copre un’area di circa 17.300 mq complessivi di cui:
ca. 2.500 mq sono occupati da un capannone artigianale con pavimentazione in stabilizzato chiuso ai
lati nord ed est, in uso per la messa in riserva dei rifiuti da trattare, deposito temporaneo rifiuti esita-
ti da operazioni di recupero, deposito mezzi di movimentazione (pala meccanica – escavatore con
pinza idraulica);
ca. 400 mq sono occupati da un capannone sudpiso in due settori: uno ad uso ufficio-accettazione e
uno ad uso autorimessa e deposito;
ca. 1.300 mq sono occupati dal piazzale di ingresso pavimentato in cls;
ca. 10.500 mq sono occupati da piazzali pavimentati in ghiaia e stabilizzato utilizzati per l’accumulo
della MPS prodotta e interessati anche dalla viabilità interna di transito dei vettori.
Inoltre:
lungo il limite nord dell’impianto è presente un rilevato in terra di dimensioni 70 m x 15 m e altezza
massima 2,5 m con funzione di barriera anti rumore e mascheramento visivo;
non risulta presente una rete di captazione, raccolta e trattamento acque meteoriche dei piazzali sco -
perti che attualmente vengono disperse al suolo per infiltrazione naturale;
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è presente una rete di captazione acque meteoriche provenienti dalla copertura capannone che con-
ferisce in una trincea disperdente realizzata al di sotto del piazzale, pertanto, anche queste acque
vengono disperse al suolo;
il Lotto risulta dotato di sistema di smaltimento acque nere per subirrigazione drenata di cui
all’autorizzazione Comune di Cornedo Vic.no prot. N. 17212/IZ – scarichi domestici C08/0060 (De-
stinazione consentita fino ad ultimazione rete fognaria lungo Via Silvio Pellico).
Nella seguente tabella 1 sono riportate le tipologie di rifiuto in ingresso all’impianto e sottoposte ad attvità
di recupero e la codifica materiali in uscita.
Tipologia ai sensi
C.E.R. Descrizione rifiuto Operazioni Codifica M.P.S.
D.M. 05/02/1998
10.13.11 Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di
cemento persi da quelli di cui alle voci 10.13.09* e
10.13.10* (Previo verifica di non pericolosità)
17.01.01 Cemento
17.01.02 Mattoni M.P.S. per l’edili-
zia conformi
17.01.03 Mattonelle e ceramiche R13 / R5 all’allegato ”C”
7.1 alla Circ. Min.
17.01.07 Miscugli e scorie di cemento, mattoni, mattonelle e cera- Amb.
miche perse da quelle di cui alla voce 17.01.06* (Previo UL/2005/5205 del
verifica di non pericolosità) 15.07.2005
17.09.04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, di-
versi da quelli di cui alle voci 17.09.01*, 17.09.02* e
1.709.03* (Previo verifica di non pericolosità)
20.03.01 Rifiuti urbani non differenziati
Nella successiva tabella 2 sono riportate le tipologie di rifiuto esitate dall’attività di recupero.
Stoccaggio temporaneo
C.E.R. Descrizione rifiuto Destinazione
Quantità max
19.12.02 Metalli ferrosi 40 ton (box) Ritiro da parte di Ditta
specializzata per avvio
19.12.12 Rifiuto indifferenziato (legno, plastica, gomma e rifiuti generici 6 ton (cassone) a recupero
Totale 46 ton
Stato di Progetto
La proponente prevede essenzialmente un aumento del quantitativo massimo annuo di rifiuto recuperabile,
che passerà dalle attuali 14.990 ton/anno (9.368,75 mc) a 59.990 ton/anno (37.493,75 mc); tale modifica, tutta -
via, non necessità di varianti impiantistiche in quanto frantoio e vaglio attualmente impiegati per il tratta-
mento del rifiuto inerte recuperato hanno capacità orarie nominali di trattamento adeguate a fronteggiare
l’aumento di materiale da trattare. Le modalità di accettazione, messa in riserva, trattamento dei rifiuti ri -
mangono invariate rispetto a quanto attualmente autorizzato e così pure le modalità di verifica della MPS
prodotta non subiranno variazioni.
Le aree utilizzate per la messa in riserva, il trattamento del rifiuto e quelle dedicate all’accumulo della M.P.S.
prodotta non subiranno modifiche né in termini di superfici né di distribuzione (layout) rispetto a quanto at -
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tualmente previsto dall’Iscrizione n°187 di cui sopra; ad eccezione dell’”Area accumulo materiale trattato in
attesa di analisi” che verrà collocata su area coperta, al di sotto del capannone.
Si prevede inoltre la realizzazione di n° 2 reti interrate di raccolta – trattamento – scarico acque meteoriche:
N. 1 Rete a servizio piazzali scoperti impiegati per il transito vettori ed accumulo M.P.S. prodotta;
N. 1 Rete a servizio area scoperta di trattamento rifiuti (area mulino e vaglio).
Tali opere di captazione/trattamento acque meteoriche dei piazzali scoperti erano già state presentate nel di -
cembre 2012 presso l’Amministrazione Provinciale di Vicenza nell’ambito del Piano di Adeguamento al Pia-
no di Tutela delle Acque. Termine stabilito per adeguamento entro 31 dicembre 2015.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Il processo di recupero del rifiuto è organizzato nelle seguenti fasi:
1. conferimento ed accettazione del carico;
2. scarico e messa in riserva del rifiuto nell’area interna al capannone (area A);
3. trattamento preliminare del rifiuto: lavorazione con escavatore dotato di pinza idraulica al fine di se-
parare il ferro e pulire il materiale (aree B1 e B2) – separazione del materiale ferroso (accumulo in
area C) e di legno e plastica (accumulo in cassone in area D);
4. trattamento del rifiuto (riduzione dimensionale e vagliatura) nel mulino e vaglio vibrante (area G);
5. messa in cumulo del materiale trattato nell’area scoperta in attesa di analisi;
6. verifica analitica con esecuzione Test di Cessione (accumulo in area H);
7. affinamento del rifiuto (ulteriore riduzione dimensionale e vagliatura) nel mulino e vaglio vibrante;
8. messa in cumulo dell’aggregato riciclato prodotto (M.P.S.) nelle aree esterne in attesa della
vendita/trasferimento alla destinazione finale (aree I1, I2, L).
Si rileva che:
1. i rifiuti inerti vengono conferiti all’impianto mediante camion dotati di cassone ribaltabile automati-
co; nel caso di mezzi con cassone scarrabile, a seguito delle procedure di verifica si procede allo scar-
ramento del cassone nell’area interna al capannone e successivamente al suo svuotamento.
2. Le operazioni durante le quali si può originare la dispersione ad opera del vento di polveri (frazioni
sottili e leggere) sono lo carico e scarico dei camion, carico del frantoio e successiva frantumazione
degli inerti.
Al fine di ridurre il più possibile tali dispersioni, vengono adottate alcune precauzioni, quali l’irrorazione
periodica con acqua, tramite appositi nebulizzatori fissi, della viabilità di transito interna all’impianto e
dei cumuli di inerti prima della loro movimentazione, mentre nel caso dell’impianto di frantumazione è
presente un autonomo sistema di nebulizzazione ad acqua per l’abbattimento delle polveri durante la la-
vorazione; in merito a perdite di sostanze allo stato liquido nel corso del conferimento, è ragionevole rite-
nere che la tipologia di rifiuto trattato generalmente non dia origine a spanti o colaticci.
Per i rifiuti in ingresso viene richiesta l’analisi di caratterizzazione/classificazione. Per i carichi provenien-
ti da Ditte e da cantieri già sottoposti a verifica, la valutazione per i conferimenti successivi viene fatta a
vista e una volta ogni due anni ( o anche prima qualora ritenuto necessario), è previsto il prelievo di cam-
pioni di rifiuto da tecnico incaricato secondo le procedure UNI 10802 per le verifiche di conformità. Lo
stoccaggio dei rifiuti in ingresso (messa in riserva) che hanno superato le verifiche di cui sopra, avviene in
cumuli nell’area interna al capannone pavimentata in ghiaia. I vari cumuli vengono identificati da apposi-
ta cartellonistica, sudpisi da setti prefabbricati di separazione in cls. I rifiuti prodotti sia dalle operazio -
ni di preselezione (manuale o meccanica con pinza idraulica) sia dalla vagliatura, costituiti essenzialmen-
te da rifiuto ferroso (C.E.R.19.12.02) e rifiuto generico (C.E.R.19.12 .12) vengono stoccati in piazzole dedi-
cate nell’area interna all’impianto, appositamente delimitate da diaframmi mobili in cls. Le piazzole sono
identificate da apposita cartellonistica riportante il codice C.E.R. e una descrizione del rifiuto.
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Tabella 3: Elenco piazzole nello stato di progetto, dimensioni e quantità accumulabili
Dimensioni max Superficie Altezza max Volume max Di- Quantità Descrizione materiale in
Piazzole
piazzole (m) (mq) cumulo (m) sponibile (mc) max (ton) accumulo
A
15 X20 300 5 500 800 Rifiuto inerte da trattare
Area interna
B1
30x40 (sagomata) 900 5 803 1.285 Rifiuto inerte da trattare
Area interna
B2
20x25 500 5 447 715 Rifiuto inerte da trattare
Area interna
C
10x5 50 2 80 40 Rifiuto prodotto: ferro
Area interna
D Rifiuto prodotto: rifiuto
5x3 15 2 24 6
Area interna misto
E
35x10 350 / / / Area destinata viabilità
Area interna
F Area sosta mezzi pavimen-
15x20 (sagomata) 285 / / /
Area interna tata in cls
G Area di trattamento (fran-
80x50 (sagomata) 2.600 / / / tumazione e vagliatura) ri-
Area esterna fiuto
H Area accumulo materiale
22x37 (sagomata) 800 7 3.000 4.800
Area interna trattato in attesa di analisi
I1
40x38 (sagomata) 1.200 8 5.500 8.800 Area accumulo MPS
Area esterna
I2
50x45 (sagomata) 2.200 8 11.000 17.600 Area accumulo MPS
Area esterna
L Area deposito attrezzatu-
60x40 (sagomata) 2.180 7 11.500 18.400
Area esterna re, inerti naturali e MPS
Il quadro progettuale risulta sufficientemente esaustivo e considerato che rispetto all’attuale “status quo au-
torizzato”, non viene apportata nessuna modifica a: tipologia/caratteristiche dei rifiuti trattati –
impianto/processo recupero – rifiuti prodotti durante le attività, non emergono significative criticità in ter -
mini di impatti negativi sull’Ambiente; vanno comunque chiariti gli aspetti di conformita rispetto alle DGRV
1773/2012 e 1060/2014. L’aspetto progettuale relativo allo scarico delle acque viene specificatamente affronta-
to nel Quadro Ambientale- Caratterizzazione dell’Ambiente Idrico.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Data la tipologia di attività e le relative modalità di recupero attuate, fra le possibili emissioni in atmosfera
significative si inpiduano unicamente le emissioni diffuse. Considerata la presenza di appositi nebulizzato -
ri fissi per irrorazione periodica con acqua della viabilità di transito interna all’impianto e dei cumuli di iner-
ti, la dotazione dell’impianto di frantumazione di un sistema di nebulizzazione ad acqua per l’abbattimento
delle polveri durante la lavorazione; tenuto conto che in relazione alla variante richiesta risulta attendibile
un contenuto incremento delle emissioni di gas da combustione generate dai macchinari di trattamento e dai
vettori in ingresso ed uscita dall’impianto (incremento di ca. 40 transiti/giorno) in relazione al contesto terri-
toriale (area produttiva a margine del tracciato della SP n°246) non si prevedono effetti di rilievo sulla com -
ponente emissioni. Per quanto sopra riportato non sono attesi ulteriori impatti negativi significativi per
l’ambiente.
Ad ogni modo, si raccomanda che la proponente (come dalla stessa proposto) adotti un dedicato piano di
gestione dei vettori circolanti all’interno dell’impianto di recupero (adeguata conduzione dei mezzi, limiti di
velocità al transito, spegnimento dei mezzi in sosta, etc.) e un piano di manutenzione periodica dei mezzi
dotati di motore a scoppio (particolare riferimento ai dispositivi di abbattimento dei gas di scarico).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’attività svolta presso l’impianto non prevede acque di processo e gli scarichi generati sono pertanto ricon-
ducibili alle acque di dilavamento meteorico, alle acque nebulizzate per il contenimento delle polveri aerodi -
sperse, alle acque pluviali e alle acque nere dei servizi igienici, che non comportano variazioni significative
rispetto a quanto autorizzato.
Considerato che alcune opere di captazione/trattamento acque di dilavamento piazzali sono già previste
nell’ambito del Piano di Adeguamento al Piano di Tutela delle Acque con termine stabilito per l’adeguamen-
to entro 31 dicembre 2015, la variante proposta costituisce indubbiamente un miglioramento rispetto allo sta-
to attuale dell’insediamento produttivo.
La variante prevede due distinte ipotesi che sinteticamente possono essere così riassunte:
- la prima percorre sostanzialmente quanto già indicato nel suddetto piano di adeguamento, eliminando tut -
tavia il dilavamento dei rifiuti lavorati e in attesa di omologa ad MPS, in quanto l’area viene ricollocata
all’interno;
- la realizzazione di un bacino di accumulo che consenta il riutilizzo dell’acqua piovana e l’eliminazione del-
lo scarico.
Sono stati quindi forniti chiarimenti in merito alla realizzazione delle reti di captazione, alla gestione com -
plessiva delle acque meteoriche, anche in relazione alla possibile presenza di un corso d’acqua quale recetto-
re finale e la conseguente definizione dei limiti di accettabilità e quindi alla distinzione delle modalità di sca-
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rico previste dalle soluzioni alternative definite come “A” (scarico diretto nella Roggia Nena) e “B” accumu-
lo acqua per il riutilizzo e scarico sul suolo solo del troppo pieno.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. In sede di autorizzazione dovranno essere definiti gli specifici limiti allo scarico.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
L’area in esame si localizza nella parte pedecollinare della pianura di fondovalle, all’interno del Comune di
Cornedo Vicentino (VI) e, più in dettaglio l’insediamento produttivo si colloca in un’area pianeggiante pe -
riurbana, posta ad una quota altimetrica di circa 176m slm ed in prossimità di un versante collinare lessineo.
Il fondovalle in esame risulta caratterizzato dalla presenza di alluvioni generalmente classificabili come ghia-
ie con sabbia, limose debolmente argillose; localmente la frazione fine piene importante in relazione agli
apporti di sedimenti argillosi provenienti dalle valli laterali, tuttavia la facies predominante è di tipo granu-
lare. Ne risulta un grado di permeabilità dei terreni da elevato a molto elevato, cui compete una vulnerabili -
tà del territorio tutt’altro che trascurabile.
La natura dei terreni sui cui insiste l'impianto è desumibile dagli atti di progetto, dove si riportano gli esiti di
alcune prove sperimentali (trincee) e, soprattutto, informazioni di derivazione bibliografica.
La disamina delle caratteristiche del sottosuolo nell’area d’intervento e del territorio circostante evidenziano
condizioni e parametri geomorfologici ed idrogeologici tali da definire il sito “idoneo” per la destinazione
d’uso prevista alle condizioni operative specificate in progetto.
Circa gli eventuali impatti riconducibili alla iniziativa del proponente si ritiene che le condizioni strutturali
dell’iniziativa e le ipotesi operative di gestione delle lavorazioni (ivi comprese le nuove azioni di mitigazio -
ne) siano adeguate ad assicurare il rispetto degli equilibri ambientali per le matrici suolo-sottosuolo ed acque
sotterranee.
Atteso inoltre che:
- non sono previste varianti impiantistiche sostanziali, se non migliorative (impianti gestione acque);
- le aree utilizzate per la messa in riserva, il trattamento del rifiuto e quelle dedicate all’accumulo della MPS
prodotta non subiranno modifica né in termini di superfici né in termini di distribuzione rispetto al layout
attuale;
- la messa in riserva ed il trattamento preliminare dei rifiuti avvengono in area coperta interna al capannone
e all’interno dell’area dell’impianto di recupero pertanto non è previsto l’accumulo di rifiuti in aree scoperte;
- solo successivamente alla caratterizzazione (cessione) è previsto che vengano messi a deposito materiali
(MPS) nelle specifiche aree scoperte in attesa di essere utilizzati direttamente dalla ditta o venduti;
- è prevista la realizzazione della rete di captazione e trattamento delle acque meteoriche dei piazzali (solu -
zione B), ed in particolare di quella a presidio dell’area di trattamento rifiuti (frantumazione vagliatura), che
consentirà di ridurre la probabilità di infiltrazione di acque nel sottosuolo, aumentando le condizioni di sicu-
rezza ambientale dell’impianto.
Dall'esame del progetto e delle integrazioni spontanee, non si ravvedono, per le matrici esaminate, situazioni
meritevoli di ulteriore attenzione o di prescrizione.
Si raccomanda di verificare comunque l’effettiva titolarità per l’uso del pozzo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L’impianto di recupero è situato in un’area classificata dal Piano di classificazione acustica comunale vigente
in classe IV (Aree di intensa attività umana) con limite di immissione assoluto diurno 65 dB(A) e limite di
emissione diurno 60dB(A).
A nord ovest l’impianto confina per porzione con area classificata in classe acustica III. Verso est l’impianto
di recupero con via S. Pellico oltre la quale è presente un’area classificata con Classe acustica III. Verso sud e
ovest l’impianto confina con classe acustica IV. Verso sud – est è presente una zona classificata con Classe
Acustica I.
Nell’area più ampia circostante l’impianto sono presenti alcune abitazioni residenziali che costituiscono dei
potenziali ricettori sensibili per le emissioni di rumore provenienti dall’impianto di recupero.
La variante di progetto non prevede l’installazione di nuovi macchinari o mezzi di trattamento dei rifiuti e
l’assetto impiantistico rimane invariato.
La proponente che svolge attività solo in periodo diurno dal lunedì al venerdì, ha eseguito un’analisi acusti-
ca con una serie di misure fonometriche eseguite sia con l’impianto attivo (mezzi di trattamento, mulino, va-
glio, escavatore con pinza idraulica, pala gommata in funzione) sia con attività sospesa. I dati rilevati hanno
evidenziato il rispetto dei limiti di zona previsti dal piano acustico comunale.
Sulla base dei livelli di emissioni valutati e dei periodi medi giornalieri di funzionamento degli impianti nel -
le condizioni di progetto la proponente ha stimato i nuovi livelli attesi di rumore ai punti di controllo stabili -
ti. Tale verifica è stata eseguita cautelativamente anche ipotizzando un funzionamento dell’impianto per 8
ore giornaliere. I punti di controllo sono stati posti in corrispondenza del confine aziendale e in prossimità di
alcuni ricettori sensibili presenti nell’area di indagine posti a nord rispetto l’attività in analisi. I risultati otte-
nuti hanno evidenziato il rispetto dei limiti di zona previsti dal piano acustico comunale presso i ricettori a
nord; manca la valutazione dei livelli incrementali per la verifica dei limiti assoluti di immissione, emissione
e differenziale presso i ricettori presenti in prossimità dell’area di attività posti a sud ed a est di questa. Dalla
documentazione non risulta alcuna considerazione relativamente ai livelli di rumore prodotti dagli impianti,
attrezzature e attività nei confronti dell’area posta in classe I a sud-est del lotto di progetto.
Le sorgenti presenti nel contesto di analisi risultano inoltre poco caratterizzate attraverso la valutazione dei
tracciati fonometrici e scorpori.
Dalle integrazioni pervenute alla Documentazione Previsionale di Impatto Acustico, le emissioni di rumore
dell’attività risultano compatibili con i limiti di zona, pur tuttavia riscontrando il superamento del limite dif -
ferenziale si ritiene opportuno di prevedere dispositivi di mitigazione adeguati, così come scritto nel docu -
mento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento, ritenendo tuttavia necessario prescrivere specifici e accurati monitoraggi per la determinazione della
situazione post operam dei recettori sensibili.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Considerata la tipologia dell’intervento, il contesto territoriale e le caratteristiche dell’ambiente in cui esso si
inserisce, non è stata effettuata la caratterizzazione della qualità ambientale in relazione alle radiazioni
ionizzanti e non ionizzanti. Non si ravvisano ulteriori agenti fisici significativi per l’analisi in oggetto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Secondo l’Atlante dei Paesaggi del Veneto adottato con DGRV n°372 del 17.02 2009, l’area di progetto ricade
all’interno dell’Ambito di Paesaggio n. 14 “Prealpi Vicentine”. Trattasi di un ambito in parte montano e in
parte collinare, con paesaggi prealpini. L’ambito comprende la parte ovest delle Prealpi della provincia di
Vicenza ed è caratterizzato dall’alternarsi dei rilievi prealpini e di ampie valli che si aprono nell’alta pianura.
L’area in esame si localizza nella parte pedecollinare della pianura di fondovalle, all’interno del Comune di
Cornedo Vicentino (VI). L’impianto interessato dall’intervento si colloca all’interno di una zona produttivo-
artigianale in contesto territoriale di marcata antropizzazione: zone urbanizzate, aree edificate con presenza
di ampi capannoni industriali, aree pavimentate estese (piazzali e viabilità). Sono presenti inoltre aree agri-
cole con piantumazioni di vite, coltivate a seminativo non irriguo o occupate da prato da sfalcio.
Dal punto di vista morfologico l’impianto di recupero è posto lungo il fondovalle della valle del torrente
Agno, in un’area pianeggiante periurbana posta ad una quota altimetrica di circa 176m slm. Il sito si trova in
prossimità del versante occidentale del monte Verlaldo.
Dall’analisi della cartografia del PTRC risulta che il comune di Cornedo Vicentino appartiene prevalente-
mente all’ambito della fascia collinare sub-alpina con prevalenza di vigneti. Vi è anche una notevole fascia di
territorio ricadente nell’ambito della media pianura irrigua caratterizzata da colture arboree frammiste a vi-
gneto. Il comprensorio risulta caratterizzato prevalentemente da colture agricole intensive a vigneto e a se-
minativo. Nuclei boscati più o meno estesi, in vario modo frammentato da nuclei rurali, centri urbani, edifi-
cazione sparsa, zone industriali ed elementi della rete viaria.
Il contesto paesaggistico entro cui si colloca l’intervento pertanto è fortemente caratterizzato dalla presenza
del tracciato della Strada Provinciale n° 246 che percorre il fondovalle della valle de torrente Agno e che
transita di fronte all’impianto di recupero. L’accesso all’impianto di recupero è posto lungo tale stracciato
viario.
Il territorio dell'area di studio (ambito di influenza potenziale) è caratterizzato dal contrasto tra la porzione
ad elevata antropizzazione in cui ricade l’intervento e quella più naturale caratterizzata dalla presenza di col-
ture agricole intensive quali seminativi alternati ad aree edificate/produttive formate per lo più da raggrup-
pamenti di modeste dimensioni.
L’elemento caratterizzato da maggior pregio paesaggistico è sicuramente il paesaggio rurale e agrario pre -
sente a est dell’area dell’impianto di recupero coincidente con il versante collinare, caratterizzato da elemen-
ti quali scoli e fossati, coltivi e seminativi aree boscate e siepi.
L’impianto di recupero è posto in particolare ad una distanza di circa 1,9 km dal limite del S.I.C. (Sito di Im -
portanza Comunitaria) denominato “Le Poscole”, codice IT3220039.
Il sito di ubicazione dell’impianto di recupero risulta separato morfologicamente dalla vallata del torrente
Poscola in cui si estende l’omonimo SIC “Le Poscole”, dall’orografia del Monte Verlaldo.
La presenza inoltre di una fitta piantumazione di cipressi lungo il limite occidentale e nordoccidentale
dell’impianto consente una significativa mascheratura dell’area di trattamento per osservazioni eseguite lun-
go la SP n°246
La presenza delle opere a servizio dell’impianto (ampio capannone, ufficio, pesa), dei cumuli di materiale
trattato, dei mezzi di conferimento e dei mezzi d’opera (pala, benna..) costituiscono certamente degli ele -
menti detrattori del paesaggio, tuttavia l’area non è caratterizzata da elementi paesaggistici tipici locali di
pregio e bisogna tenere infatti in considerazione il grado di antropizzazione raggiunto dall’area ed il fatto
che l’impianto è situato all’interno di una lottizzazione produttiva e che l’attuazione delle opere previste dal-
la variante non comporta un peggioramento nell’alterazione delle componenti paesaggistiche.
In relazione al presente aspetto ambientale, si rileva come il fatto che la ditta si trovi in un ambiente già de-
gradato non vuol dire che non si possano progettare e realizzare degli interventi di mitigazione atti a miglio -
rare lo stato dei luoghi. Il paesaggio collinare confinante è sicuramente di pregio, anche se la zona industria-
le ed artigianale cosi fortemente antropizzata costituisce un frattura importante nel paesaggio, e pertanto ri-
sultano opportuni specifici interventi mitigativi.
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La ditta ha prodotto allo scopo, tramite integrazioni spontanee, uno specifico progetto con le sistemazioni a
verde dell’area che tenga conto delle specificità locali, con lo scopo di mitigare l’impatto che l’attività già
produce sul paesaggio; il progetto è stato poi integrato da un programma di manutenzione/mantenimento
delle sistemazioni a verde indicate nel progetto, nonché da un computo metrico estimativo dell’intervento.
Si valuta positivamente quanto prodotto, che dovrà tuttavia essere integrato secondo la prescrizione perve -
nuta dalla Soprintendenza di Verona, ove si chiede la messa a dimora di macchie di vegetazione arbustiva.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento; in fase di progetto definitivo dovrà essere dato conto dell’attuazione della prescrizione della
Soprintendenza.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Nello studio preliminare ambientale sono stati stimati i livelli di traffico veicolare diurno medio feriale
(TDMfer) e quello medio giornaliero di veicoli commerciali pesanti, relativi all’anno 2015, lungo le due
principali arterie viarie circostanti l’impianto di progetto, ossia la SP n°246 (Recoaro Terme) e la SP n°124
(Priabona).
Vengono presentate alcune considerazioni riguardanti i flussi di traffico indotti che si verificheranno dopo la
realizzazione dell’intervento, confrontandoli con la situazione ante intervento. La stima è stata fatta
considerando il quantitativo massimo di rifiuto annuo recuperabile (59.990ton/anno) e il numero medio di
giorni lavorativi dell’impianto (220giorni/anno) che implicano un quantitativo medio giornaliero di rifiuto
recuperabile pari a 272ton/giorno.
Si prevede quindi un numero complessivo giornaliero di circa 54 passaggi/giorno in condizioni di pieno
regime di attività dell’impianto corrispondente ad un incremento di circa 40 transiti/giorno rispetto alle
condizioni attuali, distribuiti nel periodo di 8 ore di apertura dell’impianto forniscono un incremento medio
di circa 5 passaggi/ora.
I contributi di traffico di mezzi pesanti dovuti all’esercizio dell’impianto a seguito della variante, in
condizioni di pieno regime, sono stati sommati a quelli del traffico veicolare stimati per l’anno 2015 sulla
viabilità in oggetto e sono stati ricavati i relativi valori di incremento.
Si afferma che: “Dall’analisi eseguita emerge che i contributi dovuti all’esercizio dell’impianto di recupero a
seguito della variante, in condizioni di pieno regime, apporteranno un incremento sul traffico veicolare
complessivo caratteristico delle due arterie viarie considerate pari allo 0,16% nel tratto nord della SP n°246,
dello 0,08 % nel tratto sud della SP n°246 e dello 0,14% sulla SP n°124. Tali valori di incremento risultano
pertanto molto bassi e non arrecheranno alcun disturbo o impatto sul traffico veicolare della rete.”
Si concorda con il fatto che l’intervento non comporti un incremento significativo del flusso veicolare, anche
alla luce delle considerazioni aggiuntive richieste come integrazioni, relativamente ai flussi di traffico in
transito sulle strade afferenti all’area in esame.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
L’area sede dell’impianto non ricade né all’interno né nelle immediate vicinanze di Siti di Importanza Co -
munitaria e/o aree protette. Dal punto di vista faunistico l’area non ricade all’interno di aree di protezione
della fauna.
All’interno dell’area interessata dall’impianto di recupero non sono presenti habitat faunistici e specie di
particolare pregio e/o importanza, trattandosi di un’area a forte antropizzazione.
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I due SIC inpiduati nel territorio più ampio circostante l’impianto di recupero, ovvero il SIC Biotopo le Po-
scole e il SIC Buso della Rana, sono posti il primo ad una distanza superiore a 1,9 km ed il secondo ad una di-
stanza superiore a 5,1 km. Gli stessi non sono interessati da connessione diretta o da intervisibilità con l’area
dell’impianto di recupero in esame, in quanto si sviluppano in una valle persa. La valle del Torrente Agno
risulta infatti separata morfologicamente dalle valle in cui sono presenti i due SIC dal sistema collinare del
Monte Verlaldo e dal suo sviluppo verso nord-ovest che costituisce tra l’altro la sinistra orografica della valle
dell’Agno.
Considerato l’attività di impianto ubicata all’interno di un’area produttiva e le caratteristiche della variante
proposta, in relazione a quanto sopra riportato si ritiene che l’attività dell’impianto non comporterà una mo-
dificazione sensibile della qualità degli habitat all’interno dell’area di influenza potenziale.
In considerazione delle integrazioni e delle valutazioni di cui al punto “Caratterizzazione dell’impatto
paesaggistico” si ritiene l’intervento complessivamente accettabile.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Considerato che:
l’impianto è attualmente esistente e funzionante e a oggi non sono state rilevate particolari
segnalazioni di criticità ambientale;
il rifiuto oggetto dell’attività di recupero è classificato come non pericoloso, così come i rifiuti esitati
dalle operazioni di trattamento;
l’impianto di progetto risulta compatibile, sotto il profilo acustico, con i valori limite normativi
vigenti, in termini di emissione sonora nell’ambiente esterno;
la viabilità di lottizzazione risulta adeguata a sostenere i livelli di traffico di mezzi pesanti sia attuali
che di progetto;
non si inpiduano processi che possano utilizzare/generare presenza significativa di sostanze
classificabili pericolose e/o sostanze odorigene;
si ritiene che la variante proposta non comporti rischi significativi per la Salute pubblica e per i lavoratori.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
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La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico, lo scarico dei reflui e la gestione dei rifiuti.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
dell’attività; in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti e lo scarico idrico (acque
di dilavamento meteorico di persa provenienza).
2. In fase di presentazione del progetto per il rilascio dell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti dovrà
dare conto dell’adempimento alla prescrizione dettata dalla Soprintendenza di Verona.
3. In sede di collaudo dell’impianto, dopo la realizzazione della prevista opera mitigativa, dovrà essere
effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenziale e del
limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità
dell’impianto.:
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei
punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno
comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante
una specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel
frattempo, saranno stati comunicati i risultati delle analisi.
4. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in
occasione della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione
all’esercizio.
Vicenza, 25 novembre 2015
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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