Decreto presidenziale comprensivo di parere VIA
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
N° 165 DEL 07/12/2015
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: DITTA SICIT 2000 SPA - GIUDIZIO DI COMPATIBILITA' AMBIENTALE E
CONTESTUALE APPROVAZIONE PROGETTO. D.LGS. N. 152/06, L.R. 10/99, L.R. 3/2000
E LORO S.M.I. -MODIFICA IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON
PERICOLOSI (SCARTI DI PELLE CONCIATA)- COMUNE DI CHIAMPO, VIA
ARZIGNANO N.80
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
Premesso che:
• tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue
successive modifiche ed integrazioni, rientra la valutazione d’impatto ambientale e
l’approvazione di progetti relativi agli impianti per gli impianti di recupero rifiuti speciali
non pericolosi;
• con D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 la Giunta regionale ha fornito gli indirizzi applicativi in
materia di valutazione d'impatto ambientale di coordinamento tra le disposizioni della Legge
Regionale n. 10/99 e le successive normative nazionali, confermando la suddetta
competenza anche con riferimento alla tipologia degli interventi come inpiduata
nell'Allegato IV alla parte II del D.Lgs. 152/2006;
visto che:
• la ditta Sicit 2000 S.P.A.. , con sede legale in via Arzignano n.80 in Comune di Chiampo ha
presentato, in data 26/06/2015 con prot. 43676, con successive integrazioni, (richieste alla
ditta ai sensi dell'art. 26 comma 3 del D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. E ii.), l'istanza per ottenere
il giudizio di compatibilità ambientale per l'intervento relativo al “ Modifica impianto di
recupero rifiuti speciali non pericolosi (scarti di pelle conciata)” in comune di Chiampo (VI)
(ai sensi della L.R. 3 del 21 gennaio 2000)”, presso il sito classificato come Z.T.O. “D1”
industriale e artigianale (mapp.le n. 11 ) e Z.T.O. “F2” verde naturale attrezzato (mapp.li nn.
549 –550 – 948 – 950 – 952; su questi mappali è in corso un intervento edilizio legittimato
in variante urbanistica);
• la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa al punto 7 lettera z.b) di cui
all'Allegato IV, della parte II del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “impianti di
smaltimento e recupero rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10
copia informatica per consultazione
t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettera da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152”;
considerato che:
• la ditta Sicit 2000 S.P.A. ha provveduto alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto
deposito del progetto, in data 10/07/2015 sul quotidiano “Il Giornale di Vicenza”, ed alla
successiva presentazione al pubblico in data 17/07/2015;
• non sono pervenute osservazioni e/o pareri ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. n. 152/2006 ;
visto e fatto proprio il parere favorevole di impatto ambientale n.29/2015 espresso dalla
Commissione Valutazione Impatto Ambientale provinciale nella riunione del 25/11/2015, ai sensi
della L.R. n. 10/1999, allegato al presente atto come parte integrante e sostanziale;
visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2013) che è di giorni 270 (ID 177);
visti:
• il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
• la L.R. n.10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione di impatto
ambientale” e s.m.i.;
• la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
• la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
Visto l'art. 1 comma 55 della Legge 07.04.2014 n. 56 riguardante le prerogative e
competenze del Presidente della Provincia.
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.10 del 19/02/2015, con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2015 e Pluriennale 2015-2017;
Visto il Decreto Presidenziale n. 33 del 17/03/2015 con il quale è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione anno 2015;
Preso atto del parere dal dirigente interessato in ordine alla regolarità tecnica;
Preso atto del visto di legittimità alle leggi, statuto e regolamenti espresso dal Segretario
Generale di cui al Decreto presidenziale n. 11 del 27/10/2014;
DECRETA
1. di prendere atto, facendolo proprio, del parere favorevole n.29/2015 espresso nella seduta
del 25/11/2015 dalla Commissione Provinciale V.I.A., Allegato A al presente
provvedimento, di cui forma parte integrante e sostanziale, ai fini del rilascio del giudizio di
compatibilità ambientale per l'intervento relativo al progetto “ Modifica impianto di
recupero rifiuti speciali non pericolosi (scarti di pelle conciata)” in comune di Chiampo (VI)
copia informatica per consultazione
(ai sensi della L.R. 3 del 21 gennaio 2000)”, presso il sito classificato come Z.T.O. “D1”
industriale e artigianale (mapp.le n. 11 ) e Z.T.O. “F2” verde naturale attrezzato (mapp.li nn.
549 –550 – 948 – 950 – 952; su questi mappali è in corso un intervento edilizio legittimato
in variante urbanistica) presentato dalla ditta Sicit 2000 S.P.A.. , con sede legale in via
Arzignano n.80 in Comune di Chiampo;
2. di esprimere, ai sensi del del D.Lgs. n. 152/2006 e della L.R. n. 10/1999, giudizio
favorevole di compatibilità ambientale sul progetto, subordinatamente al rispetto delle
prescrizioni indicate e previste nel parere n.29/2015, Allegato A al presente provvedimento;
3. di dare atto che:
a)la realizzazione dell'impianto, il suo esercizio provvisorio e l'autorizzazione definitiva
all'esercizio, restano subordinati al rispetto delle condizioni, disposizioni e procedure
previste dagli artt. 25 e 26 della L.R. 3/2000, nonché dalla DGRV 2229 del 20/12/2011
successivamente modificata con DGRV 1543 del 31/07/2012:
b) la presente autorizzazione, ai sensi dell'art. 24 L.R. 3/2000 decade automaticamente
qualora i lavori non vengano iniziati entro dodici mesi e la messa in esercizio non intervenga
entro trentasei mesi;
c) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 26, comma 6, del
D.Lgs. n. 152/06 dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque
anni dalla pubblicazione, prevista al successivo punto 6;
d)il presente provvedimento sostituisce, ad ogni effetto,
visti/pareri/concessioni/autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e
comunali necessari per la realizzazione del progetto, ad esclusione del titolo edilizio che la
ditta rimane impegnata ad acquisire, nonché eventuali ulteriori autorizzazioni previste
dall'ordinamento in capo ad autorità perse da quelle richiamate;
e)l'efficacia del presente provvedimento è subordinata all'avvenuta emissione del titolo
edilizio collegato e l'approvazione del progetto non costituisce variante allo strumento
urbanistico comunale;
f) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
g) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale;
4. di informare che:
a) avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R.
(Tribunale Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento,
ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni;
b) la documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Tutela e
valorizzazione risorse naturali- Ufficio VIA della Provincia di Vicenza, contra'
Gazzolle n. 1, Vicenza;
5. di dare altresì atto che:
a) il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
www.provincia.vicenza.it;
b) la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il
presente provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali ,
nel quale sarà indicata l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso
copia informatica per consultazione
può essere consultato nella sua interezza;
c) dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i
termini per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti
interessati, nonché per le scadenze di cui al precedente punto 3);
d) la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o
indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta Sicit 2000 S.P.A. , al Comune e SUAP di
Chiampo, al Dirigente del Dipartimento Provinciale di Vicenza dell’A.R.P.A.V., al Direttore
ULSS 5, ad Acque del Chiampo e agli uffici provinciali del settore ambiente. Agli Enti si
ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti
norme, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia e
commerciale;
7. di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai
sensi e per gli effetti D.L. 33/20113.
Vicenza, 07/12/2015
Sottoscritta dal Presidente della Provincia
(VARIATI ACHILLE)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
copia informatica per consultazione
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Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
Proposta di Decreto Presidenziale
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proposta n. 1115/2015
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PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA’ TECNICA
SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
(X) Favorevole ( ) Contrario
………………………………………………………………………………………………………...
Vicenza, 04/12/2015 Sottoscritto dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
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VISTO DI CONFORMITA’ ALLE LEGGI, STATUTO E REGOLAMENTI
SULLA PROPOSTA DI DECRETO PRESIDENZIALE
(ai sensi del Decreto del Presidente n. 11 del 27/10/2014)
(X) Favorevole ( ) Contrario
………………………………………………………………………………………………………...
Vicenza, 04/12/2015 Sottoscritto dal Segretario
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia del presente decreto è pubblicata all'albo pretorio di questa Provincia per 15
giorni dal 07/12/2015.
Vicenza, 07/12/2015
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
UFFICIO VIA
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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
SICIT 2000 S.P.A.
PARERE N. 29/2015
Oggetto: Modifica impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi (scarti di pelle conciata).
PROPONENTE: SICIT 2000 S.P.A.
SEDE LEGALE: Via Arzignano n.80 - Chiampo
SEDE INTERVENTO: Via Arzignano n.80 - Chiampo
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Valutazione di Impatto Ambientale ex art.26 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture: z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9.
COMUNE INTERESSATO: Chiampo
DATA DOMANDA: 26 giugno 2015
DATA PUBBLICAZIONE: 10 luglio 2015
DATA INTEGRAZIONI: 28 ottobre e 18 novembre 2015
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATIPRESENTATA:
ELENCO DEGLI ELABORATI del Progetto Definitivo
- 1A Relazione Tecnica
Allegati:
- 1A1 Delibera di Giunta Provinciale n. 30 del 07/02/07 - Prot. n. 5502 (approvazione progetto
impianto esistente);
- 1A2 Nota della Provincia di Vicenza - Settore Ambiente e Territorio - Servizio acqua, suolo, rifiuti
del 23/12/2013 - prot. n. 092491 (validità autorizzazione all’esercizio dell’impianto esistente);
- 1A3 Nulla osta alla realizzazione dell’intervento edilizio rilasciato dal Comune di Chiampo il
20/02/2012 - Pratica SUAP 341/2011 - Prot. n. 3386; Notifica rilascio proroga inizio lavori, comunicata
dal Comune di Chiampo in data 18/02/2013 - Pratica SUAP 341/2011 - Prot. 3578; Denuncia Inizio
Lavori in data 10/09/2013; (Permesso di Costruire in variante urbanistica);
- 1A4 Concessione idraulica in sanatoria allo scarico delle acque meteoriche, rilasciata dal Genio
Civile di Vicenza con Decreto n. 102 del 18/04/2013 - Prot. n. 167421;
- 1A5 Autorizzazione allo scarico delle acque reflue nella rete fognaria industriale, rilasciata da Acque
del Chiampo S.p.A. il 21/09/2012;
- 1A6 Relazione Tecnica (elaborata dal laboratorio SGS Italia S.p.A.) relativa all’identificazione del
C.E.R. del rifiuto panello di filtrazione;
- 1A7 Segnalazioni Certificate di Inizio Attività ai fini della Sicurezza Antincendio, presentate ai sensi
del D.P.R. n. 151 del 01/08/2011 - Rif. Pratica n. 9497;
- 1A8 Prospetto riassuntivo degli esiti dei controlli analitici delle acque di scarico (anni 2012 - 2013 -
2014);
- 1A9 Relazioni d’Analisi emissioni in atmosfera (anni 2012 - 2013 - 2014);
- 1A10 Preventivo sommario di spesa;
- 1A11 Certificazione UNI EN ISO 14001:2004;
- 1A12 Certificazione OHSAS 18001:2007;
- 1B Piano di Sicurezza e Procedure interne di emergenza;
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- 1C Elaborati grafici;
- 1C1 Inquadramento Territoriale Corografia, Estratto di C.T.R., Estratto di mappa catastale, Estratti
del P.A.T.I., Ortofoto satellitare;
- 1C2 Planimetria reparti produttivi con punti di emissione;
- 1C3 Planimetria delle reti di scarico;
- 1C4 Lay-out stoccaggi materie prime e rifiuti Lay-out (nella configurazione di progetto);
- 1D Schemi di funzionamento (configurazione di progetto);
- 1E Attestazione di non necessità della V.Inc.A.;
- 1F Piano di Gestione Operativa;
- 1G Piano di Ripristino Ambientale;
- 1H Programma di controllo.
ELENCO DEGLI ELABORATI dello Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.)
- 2A Relazione Generale
- 2B Valutazione previsionale delle immmissioni in atmosfera
- 2C Valutazione previsionale dell'impatto acustico
- 2D Raccolte cartografiche
Piani Territoriali
- 2D1 P.T.R.C. - Piano Territoriale Regionale di Coordinamento – Vigente
- 2D2 P.T.R.C. - Piano Territoriale Regionale di Coordinamento – Adottato
- 2D3 P.T.C.P. - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza
- 2D4 P.R.G. - Piano Regolatore Generale (Comune di Chiampo)
- 2D5 P.A.T.I. - Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (Comuni di Altissimo, Chiampo,
Crespadoro, Nogarole Vicentino, San Pietro Mussolino)
Piani di Settore
- 2D6 P.R.T.R.A./2000 adottato - Piano Regionale per la Tutela e il Risanamento dell'Atmosfera;
P.R.R.A./1989 adottato - Piano Regionale di Risanamento delle Acque;
Temi Geologici
- 2D7 Carta Regionale dell'Uso del Suolo - Carta Regionale delle Unità Geomorfologiche;
- 2D8 Carta Regionale Geologica - Carta Regionale Isofreatica - Carta Regionale Piezometrica;
Temi Idrogeologici
- 2D9 Mappa Regionale della Pericolosità Idraulica
- 2D10 Stato delle Acque superficiali del Veneto - 2013
2E Documentazione fotografica
2F Riassunto non tecnico.
PREMESSE
SICIT 2000 S.p.A. è titolare di uno stabilimento (esistente dal 1960) sito in Comune di Chiampo, in Via Arzi-
gnano n. 80, specializzato nel recupero della cosiddetta “rasatura”, un rifiuto non pericoloso prodotto
dall’industria conciaria che, opportunamente trattato, consente di ricavare una materia prima secondaria
(idrolizzato proteico) per la fabbricazione di preparati per uso agricolo e/o industriale (fertilizzanti, ammen-
danti, gel, ... etc).
Tutte le attività di SICIT 2000 sono svolte in aree coperte; l’area scoperta, impermeabilizzata, quindi a meno
delle superfici a verde, è sfruttata principalmente per operazioni di carico e scarico e per la movimentazione
delle merci.
L’impianto è attualmente autorizzato per un quantitativo massimo di rifiuti recuperabili pari 90 ton/giorno
che, sulla base di 250 giorni lavorativi/anno, corrisponde ad una capacità massima di trattamento di 22˙500
ton/anno di rifiuti (C.E.R. 04 01 08) in ingresso.
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Il progetto in discussione prevede in definitiva i seguenti interventi:
1) la riorganizzazione delle aree di deposito e, in particolare, l’allestimento di nuove aree di messa in riserva
dei rifiuti in ingresso;
2) l’installazione di una nuova linea di macinazione per il pretrattamento meccanico dei rifili;
3) l’installazione di una nuova sezione di filtrazione-spremitura, costituita da una ulteriore coppia di filtro -
presse a piastre;
4) l’installazione di una nuova unità di purificazione dell’idrolizzato proteico mediante carbone attivo, costi -
tuita da una batteria di tre filtri a carbone con funzionamento in serie (di cui due attivi ed il terzo di stand-
by);
5) l’installazione di una sezione di “maturazione” e l’incremento della capacità di stoccaggio dell’idrolizzato
proteico.
A seguito dell’intervento edilizio di ampliamento dei fabbricati dello stabilimento, in fase di realizzazione, si
provvederà alla ridislocazione di tutte le aree di stoccaggio insistenti sull’area di ampliamento.
Si prevede l’aumento della capacità di messa in riserva dei rifiuti in ingresso (C.E.R. 04 01 08) fino ad una ca-
pacità complessiva massima di stoccaggio di 400 tonnellate, abbinando all’area di messa in riserva della rasa-
tura in essere (di capacità massima pari a 115 tonnellate di rasatura):
• un ulteriore deposito con un sedime di 135 m 2 e una volumetria utile di circa 700 m 3 cui corrisponde una
capacità massima di stoccaggio di 240 tonnellate di rasatura;
• un nuovo deposito dei ritagli di pelle con un sedime di 50 m 2 e una volumetria utile di 155 m 3 cui corri -
sponde una capacità massima di stoccaggio di 45 tonnellate di rifili.
UBICAZIONE
Lo stabilimento occupa un complesso di fabbricati produttivi in un’area classificata dallo strumento urbani-
stico comunale parte come Z.T.O. D1 - per insediamenti produttivi ed artigianali esistenti e di completamen-
to ed in parte come Z.T.O. F2 - verde naturale ed attrezzato.
Il complesso produttivo si sviluppa a lato del tracciato della S.P. 31 - “Val di Chiampo”. Sull’area classificata
come F2,, è stato recentemente approvato dal Comune di Chiampo un intervento edilizio in variante urbani -
stica per l’ampliamento di un fabbricato industriale, i cui lavori, iniziati nel 2014, sono tuttora in fase di rea -
lizzazione.
L’area dell’impianto di recupero di SICIT 2000 S.p.A. ha un’estensione complessiva di circa 13˙865 mq e con -
fina:
- a nord con la S.P. 31 “Val di Chiampo” (ex S.P. 43), che nel tratto prospicente l’attività prende il nome di
“Via Arzignano”;
- a ovest con Via dei Laghi;
- a sud e ad est con altre attività industriali ed artigianali.
L’accesso principale dello stabilimento, che verrà spostato rispetto a quello attuale con immissione diretta
dalla S.P. 31 (sul lato nord dello stabilimento) sarà su Via dei Laghi; in ogni caso, la S.P. n. 31 viene e verrà
percorsa dal 100% dei mezzi diretti allo stabilimento di SICIT 2000.
Il contesto insediativo dell'“area vasta” (intesa come la zona più ampia interessata dagli effetti della presenza
dell’impianto) al contorno dello stabilimento è di tipo misto; tutta l’area che si sviluppa ai lati della S.P. “Val
di Chiampo” è infatti costituita da un’alternanza di medio-piccole aree industriali (all’interno delle quali
rientra l’impianto), frammiste ad aree abitative, aree artigianali e commerciali (sparse attorno al perimetro
dell’impianto) ed aree agricole che nell’insieme realizzano quello che ormai è pentato il tipico contesto lo -
cale, economico/produttivo, del nord-est.
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.) “Valle del Chiampo”adottato dal Comune di
Chiampo;
• Piano Regolatore Generale del Comune di Chiampo (P.R.G.);
• Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani e Speciali;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.).
Il quadro programmatico risulta adeguatamente sviluppato nell’analisi dei piani considerati, trattandosi tra
l’altro di una realtà esistente e consolidata, con successivo approfondimento soprattutto in relazione al
sistema idrico superficiale e sotterraneo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’impianto della Sicit 2000 è finalizzato al recupero della rasatura, un rifiuto proveniente dall’omonima ope -
razione dell’industria conciaria e costituito da granuli di pelle conciata al cromo ed identificato con codice
C.E.R. 04 01 08 -“cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo”.
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L’attività di recupero, già autorizzata, permette di recuperare la sostanza proteica contenuta nel rifiuto (R3),
la quale viene scissa nelle sue componenti principali (amminoacidi e peptidi) mediante reazioni di idrolisi in
ambiente alcalino controllato; il prodotto finale è un idrolizzato proteico (M.P.S.) che viene avviato, per una
frazione preponderante, all’impianto di SICIT 2000 di Arzignano per essere utilizzato come semilavorato di
partenza nella fabbricazione di prodotti per agricoltura, ovvero commercializzato come “prodotto tecnico da
rasatura” per uso industriale ; oltre alla produzione principale di idrolizzato proteico si ha anche la
produzione (secondaria) di solfato di ammonio, sottoprodotto del trattamento delle emissioni conte-
nenti ammoniaca, commercializzato come base di partenza per la fabbricazione di fertilizzanti tradi-
zionali (chimici).
Stato di fatto Stato di progetto
Il processo di recupero della rasatura produce due rifiuti:
• i “grigliati”, corpi grossolani separati nella fase di grigliatura dei reflui industriali e nel filtro Man System
a monte delle filtropresse (C.E.R. 04 01 99 - “rifiuti non specificati altrimenti”);
• il panello di filtrazione ottenuto dalle filtropresse (C.E.R. 07 01 12 -“fanghi prodotti dal trattamento in loco
degli effluenti, persi da quelli al punto 07 01 11”).
Alla potenzialità (attualmente autorizzata) di 90 t/giorno di rasatura processata nell’impianto, corrisponde
una produzione nominale di 45 t/giorno di panello di filtrazione con almeno il 50% di sostanza secca; questi
fanghi sono stoccati in cumulo su un’area di 90 m2 (pavimentata coperta), che ha una capacità di deposito di
circa 200÷230 tonnellate, per essere successivamente conferiti a discariche autorizzate per lo smaltimento.
La quantità di grigliati alienata a rifiuto è invece molto variabile e non rapportabile con precisione alla capa -
cità produttiva; trattasi tuttavia di un quantitativo relativamente modesto che, in base allo storico di SICIT
2000, si aggira sull’ordine di grandezza della decina di tonnellate annue. I grigliati vengono raccolti in big
bag e depositati temporaneamente su un’area pavimentata coperta di circa 20 m2.
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A questi due rifiuti di processo si aggiungono i rifiuti di imballaggio ed i rifiuti prodotti dalle operazioni di
pulizia e manutenzione delle apparecchiature.
L’attività è svolta a ciclo continuo (24h), su n. 3 turni giornalieri distribuiti dal lunedì mattina al sabato matti-
na, per un totale di 250 gg/anno. L’impianto è autorizzato per l’attività di recupero dei rifiuti da rasatura -
C.E.R. 04 01 08 - per una potenzialità annua (quantitativo massimo di rifiuti trattabili su base annua) di
22˙500 t/anno che, ripartita su 250 giorni/anno, corrisponde a 90 t/giorno (limite giornaliero autorizzato). La
materia prima seconda prodotta è l’idrolizzato proteico che serve a fabbricare una vasta gamma di preparati,
che richiedono persi e ben precisi gradi di idrolisi. Per questo motivo l’attività avviene per campagne pro -
duttive, impiegando di necessità perse linee di trattamento, secondo le caratteristiche di prodotto desidera-
te. I reparti di processo, ad eccezione del reparto spremitura, sono dotati di impianti “gemelli”, in modo da
poter disporre sempre di apparecchiature di riserva e poter preservare quindi la continuità dell’attività dal
rischio di guasti e da fermi per interventi manutentivi.
Descrizione del ciclo di recupero (Stato di fatto)
I rifiuti da rasatura, comunemente denominati “rasatura”, sono conferiti allo stabilimento di Chiampo me-
diante trasporto su gomma e trasferiti all’interno del reparto di accumulo e macinazione del rifiuto, per poi
essere scaricati nell’area di stoccaggio all’uopo predisposta, che ha una superficie di 104 m2 ed una capacità
utile di 333 m3, e che garantisce la messa in riserva di un quantitativo di rifiuti variabile fra le 90 t e le 115 t a
seconda del grado di compattazione, ossia della densità della rasatura conferita.
Il passaggio successivo prevede l’utilizzo di un caricatore a polipo, che preleva la rasatura dall’area di messa
in riserva e la scarica nelle tramogge di alimentazione di due trituratori dove la rasatura viene ridotta ad una
pezzatura inferiore ai 18 mm ed omogeneizzata, onde garantire un’alimentazione più costante possibile ai
reattori di idrolisi a valle.
Preliminarmente al processo di idrolisi vero e proprio, si effettua un trattamento di pre-idrolisi, condotto in
due reattori in serie, riscaldati fino alla temperatura di 90°C, in modo indiretto, utilizzando vapore a bassa
pressione; nei reattori vengono dosati continuamente acqua calda di recupero (a 50°C) e latte di calce. Il pH
alcalino e la temperatura, sotto continuo mescolamento (con agitatori ad ancora), producono lo “scioglimen-
to” del rifiuto e una parziale solubilizzazione della componente proteica e, contemporaneamente, la separa-
zione del Cromo trivalente che precipita sotto forma di idrossido.
Questo trattamento ha lo scopo di condizionare opportunamente il rifiuto e ottenere una sospensione facil -
mente processabile nei reattori a valle.
La sospensione proteica ottenuta viene alimentata alla sezione di idrolisi vera e propria; essa consta di due
reattori identici e di un serbatoio di accumulo dei brodi trattati; come nella fase di pre-idrolisi, anche
all’interno di questi reattori la sospensione è riscaldata fino 90-95°C e alcalinizzata con latte di calce.
L’effetto combinato di temperatura e pH alcalino provoca la scissione delle catene proteiche della rasatura in
catene di amminoacidi più corte. Il processo avviene in maniera continua con un tempo di permanenza me-
dio di circa due ore, per ottenere una soluzione proteica parzialmente idrolizzata che viene stoccata in appo-
sito serbatoio di accumulo, nel quale viene rilanciato il carbonato di calcio prodotto dalla raffinazione finale
dei brodi proteici (a valle del processo di recupero).
Dai reattori di idrolisi la sospensione idrolizzata viene alimentata ad un filtro in pressione ciclico Man Sy -
stem, per la separazione e l’estrazione con pistone pneumatico degli eventuali corpi grossolani contenuti
nell’idrolizzato grezzo, che non sono stati intaccati dal processo di idrolisi e che devono quindi essere allon-
tanati.
Questi scarti, definiti genericamente come “grigliati”, vengono raccolti in big-bag e alienati a rifiuto. A valle
del filtro, l’idrolizzato grezzo viene dapprima raffreddato, quindi avviato alla sezione di filtrazione e spre -
mitura, costituita da due filtropresse a piastra gemelle.
Le filtropresse consentono di separare la matrice acquosa proteica dalla frazione solida, costituita principal -
mente da carbonato di calcio (proveniente dal reparto di raffinazione finale dei brodi proteici) e dall’idrossi -
do di Cromo trivalente precipitato nei reattori di pre-idrolisi e di idrolisi.
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L’elevata pressione di esercizio delle filtropresse permette di ottenere, in uscita dal trattamento, un fango di -
sidratato contenente il 50 ÷ 55% di sostanza secca, denominato “panello di filtrazione di brodi proteici”
(C.E.R. 07 01 12) e destinato a smaltimento in discarica.
Esiste la possibilità, quale alternativa di processo, di trattare la soluzione proteica, in uscita dai reattori di
idrolisi, con acido solforico al 28-34%; l’acidificazione permette di modificare la natura del panello di filtra -
zione in uscita dal re-
parto di spremitura
producendo gesso di
defecazione che può
essere impiegato di-
rettamente come ferti-
lizzante per l’agricol-
tura (quale correttivo
calcico e magnesiaco
di cui al punto 21
dell’Allegato 3 della
sezione 2.1 del D.Lgs.
N.217/06). La conve-
nienza economica di
quest’alternativa di
processo e il possibile
piazzamento sul mer-
cato del gesso di defe-
cazione sono ancora al
vaglio dell’azienda,
per cui ad oggi
quest’opzione non è
stata ancora sperimen-
tata.
Il trattamento di filtra-
zione e spremitura,
che dura circa 2 ore,
rappresenta attual-
mente il “collo di bot-
tiglia” di tutto il pro-
cesso produttivo; inol-
tre, essendo il reparto
sprovvisto di filtro-
presse di riserva
(quelle installate lavo-
rano entrambe a regi-
me), eventuali guasti e
disservizi possono
portare al fermo pro-
duzione dell’intero
stabilimento.
Il panello di filtrazio-
ne viene convogliato in apposita area di deposito mediante trasportatore a catena, mentre la frazione acquo-
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sa proteica (il filtrato) attraversa due serbatoi intermedi di rilancio (continuamente agitati) e viene stoccata in
due cisterne di accumulo.
I trattamenti di idrolisi e pre-idrolisi trasformano il rifiuto di rasatura in un idrolizzato proteico, composto
da corte catene di amminoacidi non più in grado di ramificare tra loro e quindi gelificare, tuttavia tali tratta-
menti possono risultare insufficienti per ottenere un idrolizzato di qualità, rendendosi pertanto necessari ul-
teriori processi di idrolisi, dedicati e più spinti. Per poter ridurre ulteriormente la lunghezza delle catene
peptidiche dell’idrolizzato, e quindi il peso molecolare, l’impianto di SICIT dispone di due sezioni dedicate
al trattamento di idrolisi in pressione, con il quale, grazie all’azione combinata di temperatura e pressione
elevate, è possibile ottenere un idrolizzato di maggior pregio.
Le due sezioni, denominate “impianto FERT” e “impianto HYPE”, svolgono la medesima funzione ma si di -
versificano per la conduzione del processo: i reattori FERT sono continui mentre i reattori HYPE sono batch.
La reazione di idrolisi in pressione viene condotta ad una temperatura compresa tra i 100 e 150 °C ed ad una
pressione di 3 bar, dosando continuamente calce come reagente idrolizzante. Al termine della fase di idrolisi,
l’idrolizzato ottenuto è raffreddato al di sotto dei 75 °C e quindi filtrato con filtri a candela per la separazio -
ne dell’idrossido di calcio non reagito che viene così recuperato e riutilizzato nel processo produttivo.
L’idrolizzato proteico ottenuto dalle reazioni di idrolisi è caratterizzato da un elevato contenuto di ioni cal -
cio, a causa del massiccio dosaggio di calce come reagente nei trattamenti a monte. Per ottenere un prodotto
puro è pertanto necessario far precipitare i sali di calcio e allontanarli opportunamente; vengono allo scopo
utilizzati 4 reattori, uniformemente agitati, all’interno dei quali, tramite dosaggio di bicarbonato di ammonio
nell’idrolizzato proteico, gli ioni calcio precipitano come carbonato di calcio. La sospensione in uscita dai
reattori viene quindi filtrata con due filtri a candela; l’idrolizzato raffinato è avviato alla fase di concentrazio -
ne mentre il carbonato di calcio precipitato viene ricircolato al serbatoio di accumulo brodi del reparto di
idrolisi. Questo riciclo serve a convogliare il carbonato a monte della sezione di filtrazione e spremitura, af-
finché possa essere allontanato dal ciclo produttivo col panello di filtrazione. Tale accorgimento è importan-
te in quanto permette di alienare a rifiuto tutti i solidi sospesi e i sali precipitati nell’idrolizzato con un unico
trattamento di filtrazione e spremitura.
L’idrolizzato proteico decalcificato è avviato al processo di concentrazione, che viene effettuato su 2 linee di
trattamento costituite da evaporatori multistadio a film cadente, che utilizzano come vettore termico vapore
ad alta pressione; parte dell’acqua evaporata viene impiegata per preriscaldare la soluzione da concentrare
mentre le condense sono recuperate per essere riutilizzate nello stabilimento. Tramite gli evaporatori il con-
tenuto d’acqua nella soluzione proteica viene ridotto del 60-70%. La soluzione proteica concentrata, che è il
prodotto finale dell’impianto di Chiampo, viene stoccata in 13 cisterne per una capacità complessiva di de-
posito pari a circa 700 m3, per essere poi destinata all’impianto di SICIT 2000 di Arzignano o commercializ -
zata tal quale come “prodotto tecnico da rasatura” per uso industriale.
Descrizione del ciclo di recupero (Stato di progetto)
Il progetto è finalizzato all’ottimizzazione dell’impianto di recupero esistente, eliminando i “colli di botti -
glia” rappresentati dalla sezione di filtrazione e dalla ridotta capacità di stoccaggio del rifiuto in ingresso,
prevedendo quindi l’installazione di una nuova coppia di filtropresse e l’allestimento di nuove aree
di messa in riserva.
Attualmente l’azienda lavora da lunedì a venerdì su tre turni lavorativi di 8 ore e il sabato mattina, per un to-
tale di 250 giorni lavorativi/anno. Tuttavia questa operatività, ritenuta accettabile quando è stata richiesta
l’autorizzazione, ha evidenziato nel tempo una criticità legata agli “imprevisti”, in particolare quando si ve-
rificano aumenti nella produzione giornaliera di rasatura, dovuti alle fluttuazioni degli ordinativi delle con-
cerie, oppure guasti e/o disservizi delle apparecchiature di processo di SICIT.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è evidente come, a fronte di una processabilità massima di 90 tonnella -
te di rasatura al giorno e una circa pari capacità di stoccaggio della stessa (variabile tra le 90 e le 115 tonnella -
te), risulti necessario ricorrere nei periodi di punta a turni lavorativi straordinari (festivi) per poter trattare
l’occasionale maggior quantità di rasatura prodotta.
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Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, a causa della limitata capacità di accumulo della rasatura, nel
caso di eventuali disservizi e/o guasti delle apparecchiature comportanti la temporanea interruzione
dell’attività di recupero, l’azienda non è in grado di garantire il ritiro programmato di rasatura presso le con -
cerie. Questo rischio è principalmente legato al reparto di spremitura, unico reparto di processo che non è
dotato di impianti (filtropresse) di riserva; inoltre, considerato che SICIT 2000 lavora sei giorni alla settima-
na, anche l’avvalersi di turni lavorativi straordinari festivi può risultare insufficiente a recuperare il ritardo
accumulatosi durante il fermo impianto.
Dalle suddette motivazioni emerge la necessità di poter disporre di una capacità di recupero superiore a
quella autorizzata, fino ad un massimo di 150 t/g (potenzialità assicurata dall’asset impiantistico di processo
in essere), oltreché di una capacità di stoccaggio fino a 400 tonnellate di rifiuto in ingresso, al fine di garanti -
re una maggior affidabilità alla gestione operativa dell’impianto e poter limitare l’attività lavorativa ai soli
giorni feriali (da lunedì a venerdì); su una previsione di circa 200-220 giorni lavorativi all’anno, la massima
capacità produttiva, con l’incremento della potenzialità giornaliera richiesto, è quantificabile in 30˙000 t/anno
di rifiuti trattati.
Per raggiungere questi obiettivi, oltre che per far fronte alle fluttuazioni stagionali e di mercato che compor-
tano talvolta carenza nella disponibilità della rasatura, si intende inoltre predisporre una linea di pretratta-
mento meccanico dedicata che consentirà di effettuare presso lo stabilimento, oltre al recupero della rasatu-
ra, anche il recupero dei ritagli (rifili), assimilabili per sostanza e classificazione agli scarti di rasatura
risulta possibile semplicemente adottando una specifica macinazione più spinta a monte del processo di re-
cupero vero e proprio.
Nell’ambito del progetto, l’azienda trova altresì opportuna l’installazione, a monte dell’impianto di concen-
trazione, di una nuova sezione di purificazione della soluzione proteica mediante carboni attivi, con l’obietti-
vo di ottenere un prodotto finito di maggior pregio e scevro da eventuali impurità e/o microinquinanti. Sem -
pre al fine di garantire la migliore qualità dell’idrolizzato proteico prodotto, viene prevista l’implementazio-
ne di una sezione di “maturazione” naturale del prodotto che si ottiene con la sua messa a riposo, per un
tempo sufficiente alla cristallizzazione e decantazione (spontanea) della glicina, in apposite cisterne all’uopo
da installare, che di fatto pure incrementeranno la capacità di stoccaggio dell’idrolizzato proteico; tale inter-
vento garantirà altresì all’azienda una necessaria capacità di accumulo nei periodi di punta della produzione
e permetterà di ridurre la frequenza dei conferimenti all’impianto di Arzignano (principale utilizzatore
dell’idrolizzato prodotto a Chiampo) e l’impiego delle sue strutture per lo stoccaggio, limitando cioè la reci-
proca dipendenza tra i due stabilimenti. Con l’occasione viene anche prevista una riorganizzazione del lay-
out, al fine di migliorare tanto la movimentazione quanto lo stoccaggio dei rifiuti in funzione della capacità e
della potenzialità massime previste dal progetto.
Per quanto riguarda l’impiantistica di processo (esistente), essa risulta già in grado di trattare una quantità di
rifiuto maggiore, in quanto ogni reparto produttivo è dotato di impianti “gemelli”, di cui uno normalmente
inattivo (di scorta).
In definitiva, pertanto, il progetto prevede i seguenti interventi:
1) la riorganizzazione delle aree di deposito e, in particolare, l’allestimento di nuove aree di messa in riserva
dei rifiuti in ingresso;
2) l’installazione di una nuova linea di macinazione per il pretrattamento meccanico dei rifili;
3) l’installazione di una nuova sezione di filtrazione-spremitura, costituita da una ulteriore coppia di filtro -
presse a piastre;
4) l’installazione di una nuova unità di purificazione dell’idrolizzato proteico mediante carbone attivo, costi -
tuita da una batteria di tre filtri a carbone con funzionamento in serie (di cui due attivi ed il terzo di stand-
by);
5) l’installazione di una sezione di “maturazione” e l’incremento della capacità di stoccaggio dell’idrolizzato
proteico prodotto.
Riorganizzazione delle aree di deposito
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Si prevede l’aumento della
capacità di messa in riserva
dei rifiuti in ingresso fino ad
una capacità complessiva
massima di stoccaggio di 400
tonnellate, abbinando all’area
di messa in riserva della ra-
satura in essere (di capacità
massima pari a 115 tonnella-
te di rasatura):
• un ulteriore deposito con
un sedime di 135 m2 e una
volumetria utile di circa 700
m3 cui corrisponde una ca-
pacità massima di stoccaggio
di 240 tonnellate di rasatura;
• un nuovo deposito dei rita-
gli di pelle con un sedime di
50 m2 e una volumetria utile
di 155 m3 cui corrisponde una capacità massima di stoccaggio di 45 tonnellate di rifili.
Installazione di una nuova sezione di macinazione
Il processo di recupero tramite operazione di idrolisi delle proteine contenute nella pelle e può essere appli -
cato a qualsiasi tipologia di scarto di pelle conciata, previa preparazione di una sospensione sufficientemente
omogenea e facilmente processabile in fase di reazione.
Per poter trattare anche i rifili, si intende pertanto installare un nuovo reparto di macinazione dedicato, con
una potenzialità di 3 t/h di rifiuti, finalizzato alla riduzione del rifiuto alla pezzatura di circa 8 mm.
Nel nuovo reparto, mediante caricatore a polipo, l’operatore movimenta i rifili dal deposito alla tramoggia
di carico di una macchina di pre-macinazione che serve per operare una prima riduzione (grossolana) della
pezzatura del materiale; i rifili pre-macinati cadono quindi su una serie di nastri trasportatori, dotati un de -
ferrizzatore magnetico, per la rimozione di eventuali materiali ferrosi presenti nel rifiuto in ingresso, ed un
(successivo) “metal detector” di sicurezza, per la rilevazione di parti metalliche residue non rimosse e conte-
stuale blocco automatico del nastro.
Il materiale viene quindi caricato in un mulino a coltelli (granulatore) e fluidizzato con un flusso d’aria co -
stante; all’interno della camera di macinazione i rifili fluidizzati vengono sminuzzati ad una pezzatura infe-
riore agli 8 mm. Il materiale sminuzzato e l’aria di fluidizzazione vengono aspirati attraverso un ciclone per
la separazione del materiale macinato; l’aria di trasporto viene ricircolata al granulatore per la fluidizzazio -
ne, mentre il macinato viene raccolto da un nastro trasportatore e riunito alla rasatura per essere avviato al
reparto di pre-idrolisi.
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Potenziamento del reparto di filtrazione e spremitura
L’operazione di filtrazione dei brodi proteici, finalizzata alla separazione della frazione solida precipitata,
composta in prevalenza da idrossido di Cromo trivalente e da carbonato di calcio, dalla frazione liquida
(idrolizzato proteico), necessita invece di un potenziamento per poter processare una maggior quantità di ri-
fiuto fino ad una potenzialità massima di trattamento di 150 ton/giorno, che verrà effettuato attraverso
l’installazione di un nuovo impianto di filtrazione e spremitura, costituito da due filtropresse Andritz e ap -
parecchiature di supporto, “gemello” di quello attualmente installato nel medesimo reparto.
La torbida, dapprima raccolta in un serbatoio di accumulo continuamente agitato, viene avviata tramite
pompe mono alle filtropresse a piastre, dove avviene la separazione delle fasi solida e liquida. La frazione
solida trattenuta dalle filtropresse è un fango disidratato (contenente circa il 50% di sostanza secca) che viene
convogliato in apposita area di deposito mediante nastro trasportatore; il filtrato viene invece raccolto in due
serbatoi intermedi di accumulo e avviato ai trattamenti successivi.
Installazione del nuovo impianto di purificazione a carbone attivo
Al fine di migliorare la qualità dell’idrolizzato proteico prodotto, si prevede di installare, a monte del repar -
to di concentrazione, un nuovo impianto di purificazione dei brodi costituito da filtri a carboni attivi, me-
diante i quali è possibile trattenere le impurità e/o i microinquinanti eventualmente presenti nella soluzione
proteica prima di procedere alla sua concentrazione.
L’impianto è composto da una batteria di tre filtri, di cui due funzionanti in serie ed il terzo in stand-by con
entrata in funzione all’atto dell’esaurimento di uno dei due in esercizio; ciascun adsorbitore, avente volume
interno di 23 mc, è caricato con 15 mc di carbone attivo, la portata di attraversamento del filtro è fissata nel
range 25 mc/h ÷ 35 mc/h.
Per preservare la porosità efficace dei filtri, se ne prevede il controlavaggio periodico con acqua industriale
prelevata da una cisterna dedicata della capacità di 100 mc. I carboni attivi esauriti vengono conferiti ad
azienda autorizzata per la loro rigenerazione. Il carico e lo scarico dei carboni vengono veicolati con acqua
industriale, che funge da vettore di trasporto dei “granuli” di carbone attivo. Le acque di trasferimento e di
controlavaggio sono scaricate nella rete fognaria dei reflui industriali dello stabilimento.
Installazione di una sezione di “maturazione” e aumento capacità di stoccaggio dell’idrolizzato proteico
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Per ottenere la migliore qualità del prodotto finito, l’idrolizzato proteico deve essere lasciato a riposo finan-
In ragione dei tempi di “maturazione” necessari e della capacità produttiva dello stabilimento, è richiesta
l’installazione di sette cisterne della capacità di 200 mc/cad.; le nuove cisterne saranno installate in adiacenza
alla parete esterna del nuovo corpo di fabbrica (in costruzione) sul lato nord-est dell’area di ampliamento.
Oltre all’installazione delle sette cisterne necessarie per la maturazione, che di fatto pure incrementeranno la
capacità di stoccaggio, si prevede anche l’installazione, nell’area più interna dello stabilimento, di ulteriori
dodici cisterne di deposito della capacità complessiva di circa 680 mc, in aggiunta alle tredici cisterne esi -
stenti aventi una capacità complessiva di stoccaggio (dell’idrolizzato proteico) pari a circa 700 mc.
Lo stabilimento è inoltre dotato dei seguenti impianti ausiliari:
• reparto compressori e rete di distribuzione dell’aria compressa: l’aria compressa a 8 bar è utilizzata in mi -
nima parte per l’azionamento delle valvole pneumatiche dei sistemi di controllo, mentre l’impiego principa-
le riguarda la pulizia dei filtri e il funzionamento delle filtro-presse;
• impianto di produzione acqua demineralizzata: l’acqua per uso industriale (utilizzata per la produzione di
vapore, per il raffreddamento e come fluido di processo) viene approvigionata da un pozzo di emungimento
regolarmente concessionato; prima di essere impiegata come fluido di servizio, l’acqua viene demineralizza-
ta con resine a scambio ionico mentre l’ossigeno e l’anidride carbonica eventualmente disciolti sono rimossi
mediante degasaggio termo-fisico;
• centrale termica: costituita da due generatori di vapore identici, ciascuno della potenzialità termica di
10.400 Mcal/h ed in grado di produrre fino a 18 t/h di vapore a 15 bar;
• n.6 torri di raffreddamento e circuito delle acque di condensa/recupero, con una capacità complessiva di
raffreddamento (carico termico) pari a 9˙000 Mcal/h; l’utilizzo delle torri evaporative consente un’elevata
percentuale di riciclo dell’acqua di raffreddamento essendo il consumo, e quindi il prelievo idrico, limitato
ai reintegri dell’evaporazione e degli spurghi necessari per mantenere una adeguata concentrazione salina
dell’acqua in ricircolo;
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• unità di stoccaggio e preparazione del latte di calce: il calcio idrossido è ricevuto dai fornitori mediante au-
tocisterna ed è trasferito pneumaticamente nel silos di stoccaggio preposto; dal silos il reagente è trasferito
mediante coclea in un serbatoio dissolutore dove, mediante aggiunta di acqua di recupero, viene preparata
la sospensione di latte di calce al 30% da utilizzare nel processo;
• unità di stoccaggio e preparazione sospensione di bicarbonato di ammonio: il bicarbonato ammonico è ri-
cevuto dai fornitori in sacchi da 25 kg; mediante apposita macchina rompisacchi, il bicarbonato d’ammonio
viene dosato in apposito serbatoio di dissoluzione in acqua fredda, per ottenere una sospensione acquosa al
20-30%, impiegata per la raffinazione finale dei brodi proteici;
• unità di stoccaggio e diluizione dell’acido solforico: l’acido solforico è acquistato al 98% e trasportato allo
stabilimento mediante autocisterna; esso viene quindi diluito con acqua industriale e/o di recupero per otte -
nere una soluzione al 28-34%; l’acido solforico è utilizzato nelle colonne di assorbimento dell’ammoniaca;
• unità di stoccaggio e distribuzione dell’acido cloridrico, dell’acido nitrico e della soda caustica: reagenti
impiegati per la pulizia delle apparecchiature e per la rigenerazione delle resine a scambio ionico
dell’impianto di demineralizzazione;
• laboratorio: utilizzato per le verifiche analitiche dei materiali in uscita dalle varie fasi del processo di recu -
pero.
Con riferimento al quadro progettuale, che si ritiene esaustivo, sono state richieste ed adeguatamente riscon -
trate le integrazioni in merito alla valutazione sull’adeguatezza dei/del bacini/o di contenimento a servizio
delle sette cisterne da 200 mc cad previste al confine NE e delle dodici cisterne in progetto nell'area più inter -
na per un volume di 680 mc., nonché verificare una persa attribuzione di classificazione CER al rifiuto in
uscita definito come “grigliati”.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Le emissioni derivanti dall’attività esistente risultano essere tutte autorizzate, monitorate e presidiate anche
da abbattitori corrispondenti al criterio delle migliorintecnologie disponibili. Il progetto prevede l’adegua-
mento delle reti di collettamento ampliando la linea di aspirazione afferente alla colonna di assorbimento tri-
butaria del camino CM17, per presidiare anche la nuova coppia di filtropresse; attualmente le due colonne di
abbattimento dell’ammoniaca lavorano a meno della metà della portata massima per le quali sono state pro -
gettate, ne consegue che l’impianto di abbattimento in essere è sufficiente a trattare le maggiori portate dei
flussi gassosi nella configurazione di progetto, garantendo ovviamente i limiti di emissione attualmente au -
torizzati. L’impianto di abbattimento in essere risulta sicuramente in grado di trattare le maggiori portate
eventualmente occorrenti anche alla massima capacità di progetto rispettando comunque i limiti di emissio -
ne dell’attuale autorizzazione.
Un discorso analogo vale per la centrale termica, anch’essa sottoutilizzata rispetto alla capacità nominale,
mentre obiettivamente il problema non può porsi rispetto ad una eventuale intensificazione delle operazioni
di caricamento della calce, a fronte di un maggior fabbisogno per soddisfare la capacità di trattamento richie -
sta.
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Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il progetto conferma sostanzialmente la situazione attuale che prevede due linee di scarico separate:
• la linea acque meteoriche (le acque dei pluviali di alcune coperture, previa sottrazione dell’aliquota di 1a
pioggia);
• la linea acque nere / industriali (tutte le altre acque).
Alla “linea acque meteoriche” continueranno ad afferire esclusivamente i pluviali di alcune coperture. Il col -
lettore principale attraversa tutto lo stabilimento e convoglia le acque meteoriche nella roggia denominata
Valle Fontanone, previa prudenziale sottrazione di un’aliquota di “prima pioggia” che, in via cautelativa,
verrà “deviata” nella “linea acque industriali”; non è infatti possibile escludere che la “prima pioggia” insi -
stente sulle coperture dello stabilimento possa essere in qualche misura interessata da sostanze inquinanti
presenti nelle emissioni per “ricaduta” dai camini, deposizione e successiva lisciviazione meteorica, soprat-
tutto in occasione di precipitazioni successive a prolungati periodi secchi (come nella stagione estiva).
La situazione corrisponde in buona sostanza al progetto di adeguamento ex art.39 - co. 6 delle N.T.A. del
P.T.A. presentato da SICIT 2000 S.p.A. il 07/12/2012.
Il collettore principale di convogliamento delle acque meteoriche dei pluviali dello stabilimento sarà inter-
cettato con apposito pozzetto scolmatore attraverso il quale un prefissato volume di 1a pioggia (corrispon-
dente ad almeno 5 mm di precipitazione insistente sulle coperture) verrà deviato in una vasca di raccolta
della capacità di 35 mc; da questa vasca, l’acqua meteorica raccolta verrà rilanciata alla linea acque industria-
li che ha recapito finale nella pubblica fognatura; esaurita la capacità di accumulo della vasca di raccolta del-
la 1a pioggia, il volume (eventualmente) eccedente (2a pioggia) verrà sfiorato (attraverso il pozzetto scolma -
tore) nel collettore di scarico recapitante in corso d’acqua superficiale (la Roggia Valle Fontanone), come at -
tualmente avviene per tutte le acque dei pluviali in parola. Immediatamente a monte del punto di recapito
nella roggia è previsto un pozzetto di ispezione / campionamento.
Nella configurazione di progetto, alla “linea delle acque (reflue) nere /industriali” invece si convoglieranno:
• le acque reflue di processo, per l’aliquota (residuale) non direttamente riutilizzata nei reparti di produzio -
ne;
• le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali pavimentati (compresa l’area adibita a parcheggio) che,
per ragioni di sicurezza, devono essere (e sono) considerate alla stregua di acque industriali;
• la frazione di 1a pioggia delle acque raccolte dai pluviali delle coperture che, per quanto già argomentato,
verrà prudenzialmente convogliata nella rete acque industriali, oltre alle acque meteoriche dei pluviali di al-
cune coperture (reparto filtrazione, palazzina uffici e parte dell’impianto produttivo) che, data l’infrastruttu -
ra consolidata esistente, non risulta in concreto possibile collettare alla linea acque meteoriche;
• le acque dei vari servizi igienici dello stabilimento (reflui assimilati a domestici);
• le acque di trasferimento e di controlavaggio del carbone attivo dell’impianto di purificazione dei brodi (in
progetto);
• il sistema di pretrattamento dei reflui mediante grigliatura grossolana e successiva sedimentazione in un
decantatore della capacità di circa 30 mc;
• il recapito dei reflui pretrattati nel collettore fognario afferente al depuratore di Arzignano gestito da Ac -
que del Chiampo S.p.A..
La realizzazione del progetto potrebbe comportare un aumento del volume di acque industriali, determinato
dall’incremento della capacità produttiva e dalla previsione di un ulteriore refluo: le acque di trasferimento e
di controlavaggio del carbone attivo del nuovo impianto di purificazione. Si ritiene tuttavia che tale incre-
mento possa essere assorbito nella portata di scarico in fognatura attualmente autorizzata, pari a 450 m3/g,
che risulterà quindi sufficiente anche nella configurazione di progetto.
VALUTAZIONE
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CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Lo stabilimento SICIT di Chiampo esiste da 55 anni ed il progetto non comporta alcun intervento aggiuntivo
sul territorio, in quanto prevede unicamente l’installazione di alcune apparecchiature e dotazioni tecnologi-
che nell’ambito delle strutture edilizie esistenti senza che ciò comporti alcun impatto additivo significativo
sulle matrici ambientali.
Per quello che attiene all’inquadramento geologico, l’area in esame si colloca all’interno della conoide allu -
vionale del torrente Chiampo ed è inserito in un contesto ambientale perimetrato dal complesso collinare
formato dalle propaggini terminali dei Monti Lessini, le cui cime, in prossimità dell’area in esame, raggiun-
gono altezze di circa 600 – 700 m s.l.m.m.
Il sito di progetto si caratterizza per la presenza di depositi alluvionali terrazzati grossolani e, in subordine,
fini: l’area infravalliva del torrente Chiampo (come quella dell’Agno) è caratterizzata da depositi alluvionali
grossolane e permeabili per porosità fino alla profondità di alcune decine di metri, direttamente poggianti
sul substrato roccioso impermeabile.
Sul merito del potenziale impatto sulle matrici suolo-sottosuolo occorre considerare quanto segue:
- la modifica prospettata è finalizzata a garantire la produttività in essere: l’incremento di capacità richiesto
deriva principalmente dalla necessità di gestire al meglio i picchi di produzione e ridurre il rischio di perdita
di produttività per il fermo (imprevisto) dell’impianto, oltreché per garantire una maggior robustezza nei
confronti di possibili sviluppi futuri del mercato, predisponendo le strutture produttive al recupero. Nella
sua configurazione definitiva il layout di fabbrica sarà dotato di tutti gli accorgimenti e le attrezzature neces-
sari a garantire il conseguimento delle specifiche richieste per le M.P.S. e/o per i prodotti finali e per operare
con cautele tali da prevenire scarichi idrici incontrollati, inquinamento di suolo, sottosuolo e acque superfi -
ciali, e altre emissioni oltre i imiti consentiti e altri rischi per l’ambiente (in particolare incendi);
- l’intervento proposto non ricade in ambiti oggetto di pianificazione provinciale vincolata (sotto il profilo
geo-idrologico) e non prevede alcuna nuova struttura edilizia, ulteriore a quelle esistenti e già concessionate
in corso di realizzazione, ma soltanto limitate implementazioni finalizzate a garantire al meglio lo svolgi -
mento di un’attività preesistente: si continuerà a trattare la stessa tipologia di rifiuti già in uso, non configu-
randosi nessun nuovo scarico in corpo idrico superficiale e/o nel suolo-sottosuolo;
- tutta l’area scoperta è impermeabilizzata e presidiata da sistemi di captazione e raccolta delle acque meteo-
riche di dilavamento che vengono collettate, unitamente e alla stregua delle acque reflue industriali, così
come le acque di “prima pioggia” dei pluviali delle coperture (che potrebbero essere interessate dalla possi-
bile deposizione di fall-out), ad un impianto di trattamento prima di essere recapitate nel collettore fognario
pubblico;
- soltanto la frazione di seconda pioggia dei pluviali di alcune coperture continueranno ad essere scaricate,
così come già autorizzato, nella Roggia “Fontanone”, che scorre sul lato sud dell’impianto;
- la presenza di adeguati sistemi di contenimento di eventuali spanti e colaticci e soprattutto l’invarianza de -
gli scarichi idrici industriali e la presenza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteori -
che scolanti dalle aree scoperte impermeabilizzate (ancorchè all’esterno non venga prevista alcuna significa-
tiva attività di gestione dei rifiuti, se non la movimentazione degli stessi) consentono di raggiungere i più
elevati margini di sicurezza ambientale.
Non è prevista alcuna attività di recupero né stoccaggi in area non impermeabilizzata o in area scoperta ed a
motivo del fatto che l’esercizio dell’impianto in progetto non dà luogo ad alcuno scarico diretto o indiretto
di acque industriali e di acque meteoriche di dilavamento in recettori persi dalla pubblica fognatura.
Anche sul merito del Piano di Ripristino si concorda con l’Estensore laddove, non essendo allo stato preve-
dibile una riconversione del sito (ad usi persi da quelli attualmente previsti dagli strumenti di pianificazio -
ne territoriale) e non essendovi la necessità di interventi di demolizione di strutture, il medesimo è di fatto
identificabile con un “piano di caratterizzazione” dell’area non ipotizzabile in questa sede.
VALUTAZIONE
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dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Per quanto riguarda l’impatto acustico determinato dalle modifiche in progetto, le sorgenti acustiche signifi-
cative con effetti sull’ambiente esterno sono inpiduabili nell’installazione di due nuove filtropresse e nel
traffico pesante indotto; le modifiche di traffico indotto sono riconducibili ad una possibile maggiore poten-
zialità di trattamento e quindi al corrispondente aumento del numero di vettori in ingresso ed in uscita e cor-
relabili anche allo spostamento dell’accesso carraio principale dal cancello nord al nuovo accesso sul lato su-
dest e alla ridislocazione delle aree di deposito.
L’attività viene svolta su ciclo continuo, seppure in condizioni perse, anche dal punto di vista acustico; in
periodo diurno si hanno sia le emissioni acustiche derivanti dagli impianti fissi e dalla movimentazione dei
materiali, sia le emissioni acustiche derivanti dal traffico di vettori in ingresso, in uscita e in manovra per le
operazioni di carico-scarico; in periodo notturno si hanno soltanto le emissioni acustiche derivanti dagli im-
pianti fissi e dalla movimentazione dei materiali all’interno del sito.
La specifica “valutazione previsionale dell’impatto acustico” (argomento dell’Elaborato 2C al quale si riman-
da per gli approfondimenti) attesta che gli attuali livelli di rumore nell’area interessata dall’ampliamento, in
prossimità del recettore R1 sul fronte nord-est, rispettano i limiti di immissione di zona (leggeri superamenti
in periodo notturno sono attribuibili, scrive il tecnico competente che ha redatto la Documentazione di Im -
patto Acustico, al traffico stradale).
Le valutazioni previsionali dei livelli di rumore attesi nella configurazione di progetto in corrispondenza del
recettore R1 fronte nord-est, sembrano evidenziare valori compatibili con i limiti assoluti di emissione e di
immissione fissati (dal D.P.C.M. 14/11/97) in relazione a quanto previsto dal Piano di Zonizzazione Acustica
del Comune di Chiampo.
Il Documento Previsionale di Impatto Acustico è stato integrato con le analisi dei livelli di immissione, emis -
sione e differenziale sull’area in analisi che comprenda la verifica dei suddetti limiti presso i ricettori posti a
nord, sud ed ovest dell’area di progetto e la verifica, con rilievo fonometrico in periodo notturno e diurno,
dei livelli di rumore residuo (scorporati dalle emissione stradali e non per i ricettori in prossimità della SP
43) presso i ricettori siti a nord, sud ed est dell’area di progetto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, ritenendo tuttavia necessario prescrivere specifici e accurati monitoraggi per la determinazione della
situazione post operam dei recettori sensibili.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Lo studio non affronta il presente aspetto, considerata la tipologia dell’intervento, il contesto territoriale e le
caratteristiche dell’ambiente in cui esso si inserisce, in quanto l’attività non comporta emissioni di radiazioni
ionizzanti e non ionizzanti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Dal punto di vista dell’area vasta, il contesto in cui trovasi lo stabilimento di SICIT 2000 S.p.A. è quello di
un’area industriale-urbanizzata, concentrata in una stretta valle (quella del torrente Chiampo), connotata
dalla presenza di una distesa di capannoni e strutture edili da piccole a medie dimensioni frammiste ad edi-
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fici e quartieri residenziali e da un’importante infrastruttura viaria di comunicazione qual è la S.P.31 (ex S.P.
43). Anche localmente, nei pressi del sito di SICIT 2000 S.p.A., non si ha una percezione visiva persa, stante
la presenza di persi capannoni, strutture edilizie ed impiantistiche di pertinenza delle altre attività produt -
tive insediate in un’area prevalentemente di tipo industriale.
Data l’assenza di importanti aspetti paesaggistici, l’analisi sulla componente paesaggio non può che limitarsi
a valutare gli effetti visivi del progetto, che comunque non potranno significativamente mutare il paesaggio
percepibile in sito, dato che:
• il progetto riguarda un complesso produttivo già in attività nell’ambito di un’area industriale;
• la modifica non prevede alcuna nuova struttura edilizia, ulteriore a quelle esistenti / già concessionate ma
unicamente l’installazione di alcune apparecchiature e dotazioni tecnologiche, peraltro in buona misura
all’interno delle strutture edilizie già disponibili / concessionate;
• sotto il profilo della visualità, l’unico intervento rilevante è costituito dalla prevista installazione di una
batteria di n. 7 cisterne di accumulo del prodotto finito a ridosso del nuovo fabbricato lato est, intervento
compreso nella Relazione Paesaggistica (allegata in calce alla presente relazione) presentata ai fini di quanto
previsto dal D.Lgs. N. 42/04, alla quale si rimanda per ogni utile approfondimento.
In definitiva non si prefigura alcuna alterazione del paesaggio percepito nel sito, dato che le nuove dotazioni
esterne si collocheranno in adiacenza a strutture industriali e saranno analoghe ad altre già esistenti all’inter -
no dello stesso complesso industriale. In altre parole, le nuove dotazioni esterne risulteranno ben inserite
nell’ambito dello stabilimento peraltro perimetrato da una barriera arborea, non prefigurando in definitiva
alcuna significativa modifica del paesaggio percepito nel sito, senz’altro già di tipo “industriale”.
Le successive integrazioni fornite hanno verificato le ulteriori possibilità di interventi aggiuntivi sul proget -
to, al fine di migliorarne l’inserimento paesaggistico attraverso opportune mitigazioni.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Nello Studio di Impatto Ambientale vengono presentate alcune considerazioni circa il regime veicolare
lungo la SP n°31 (Val di Chiampo). Tali dati fanno riferimento a quanto riportato nell’Allegato F – Rapporto
Ambientale – del P.T.C.P. della Provincia di Vicenza (matrici stimate all’anno 2006).
Si stima che la Strada Provinciale abbia caratteristiche (tracciato e sezione) tali da poter sopportare un
incremento del traffico veicolare complessivo pari a circa il 5% rispetto a quello massimo (21˙000
passaggi/giorno), ritenendo in definitiva sicuramente ammissibile un incremento del traffico veicolare pari a
1˙000 passaggi/giorno di mezzi (fino a raggiungere il 90% della soglia di saturazione), costituiti da 100
passaggi/giorno di mezzi pesanti e da 900 passaggi/giorno di veicoli leggeri, tutti ovviamente distribuiti nel
periodo diurno (dalle 7:00 alle 19:00).
Per quanto riguarda i flussi in ingresso e uscita si prevede un numero complessivo giornaliero di circa 50
passaggi/giorno in condizioni di pieno regime di attività dell’impianto (150 t/giorno) a fronte degli attuali 30
passaggi/giorno in condizioni di pieno regime di attività (90 t/giorno); tali flussi sono distribuiti nel periodo
diurno (7.00-19.00)
Si afferma che: “Considerato che l’esercizio dell’impianto alla massima potenzialità di progetto può
comportare un incremento del traffico veicolare pesante fino ad una ventina di passaggi/giorno, più o meno
regolarmente distribuiti nell’arco della giornata lavorativa (con una media di 2 passaggi/ora), si può
senz’altro affermare che il flusso veicolare indotto dall’impianto, anche alla massima potenzialità di
progetto, non può produrre alcun impatto significativo sulla viabilità, posto che questo flusso viene smistato
e ridistribuito su tutta la rete viabilistica. È peraltro opportuno osservare che, a seguito dell’intervento di
ampliamento edilizio già concessionato, l’accesso principale allo stabilimento viene spostato da quello
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attuale con immissione diretta dalla S.P. 31 ad uno nuovo da Via dei Laghi; si ritiene che questo spostamento
comporti un effetto positivo per la viabilità, considerato che i vettori non accederanno più direttamente dalla
S.P. 31, eliminando così tutte le problematiche legate alla manovra di mezzi in entrata e riducendo così
l’interferenza con l’asse viabilistico principale della zona.”
Alla luce dei dati esposti si ritiene fondata l’ipotesi di considerare positivo l’effetto di non fare accedere
direttamente i vettori dalla S.P. 31 spostando l’accesso principale lungo Via dei Laghi e si concorda, alla luce
anche delle integrazioni pervenute, con il fatto che il progetto non comporti un incremento significativo del
flusso veicolare.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Lo stabilimento di SICIT 2000 S.p.A. si trova in una valle stretta e lunga fortemente antropizzata delimitata ai
lati da zone collinari che hanno risentito molto meno dell’influenza “umana” e che si caratterizzano per la
presenza di aree boscate frammiste a zone con “vegetazione rada”, spesso adibite a pascolo e/o prato. Dai
dati sull’uso del suolo riportati nel P.A.T.I. si ricava che il Comune di Chiampo ha una superficie boscata di
circa 420 ettari, che copre circa il 18% della complessiva superficie comunale; il tessuto urbano, le aree
industriali e commerciali e le rispettive infrastrutture sono sviluppate principalmente lungo l’asta del
torrente Chiampo, con modalità analoghe a quelle di molti altri Comuni del Vicentino.
Nel contesto in cui si colloca lo stabilimento di SICIT 2000 S.p.A. l’ambiente naturale è rappresentato dalla
tipica area industriale-urbanizzata e si presenta come una distesa di capannoni e strutture edili da piccole a
medie dimensioni frammiste ad edifici e quartieri residenziali, serviti da una rete viabilistica di tipo misto
che si sviluppa a partire dalla S.P. 31 (ex S.P. 43), la più importante via di comunicazione a livello locale; gli
unici elementi naturali sono costituiti dalle siepi e dai filari arborei ed arbustivi, in parte piantumati
dall’uomo ed in parte spontanei, che perimetrano il reticolo idrografico primario (il torrente Chiampo) e
talvolta anche quello secondario.
A nord-est del sito, ad una distanza di circa 9,5 km in linea d’aria, si trova il Sito appartenente alla Rete
Natura 2000 più prossimo, che risulta essere il SIC denominato “Biotopo Le Poscole”, situato peraltro in
un’altra vallata (quella dell’Agno-Guà). Più lontano, verso nord-est ed est, si trovano rispettivamente i SIC
“Buso della Rana” e “Torrente Valdiezza”, entrambi ad oltre 11 km dal
perimetro dello stabilimento di SICIT 2000 S.p.A., mentre in direzione nordovest, in un contesto tipicamente
montano, si rileva il sito SIC/ZPS denominato “Monti Lessini - Pasubio - Piccole Dolomiti Vicentine”, che si
colloca a più di 16 km di distanza.
L’analisi del sistema ambientale complesso evidenzia che “in sito”:
• non sono presenti biotipi pregiati o di particolare interesse naturalistico;
• non sono presenti specie particolarmente protette da leggi nazionali o regionali o da convenzioni
internazionali.
La presenza di specie pregiate o protette, avrebbe reso necessario uno studio dettagliato, con una campagna
di misure e rilevamenti sul posto per stabilire esattamente il grado di inquinamento presente e calcolare i
limiti sostenibili. Data l’assenza di specie pregiate, non sussiste questa necessità, ritenendosi quindi assolto
ogni scopo del presente aspetto del quadro di riferimento ambientale ovvero ritenendo superflua ogni
ulteriore specifica valutazione riguardo la vegetazione, la fauna, la flora e gli ecosistemi, sui quali la
modifica in progetto non potrebbe peraltro produrre alcun effetto significativo. Il progetto in discussione
non comporta alcun rischio per la componente biotica presente nelle aree protette (ZPS-SIC) come risulta
dalla Attestazione della non necessità di effettuare la V.Inc.A. argomento dell’Elaborato 1E del Progetto
Definitivo.
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VALUTAZIONE
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dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Lo studio degli impatti su questa componente ambientale prende in considerazione il rischio a cui sono
esposti gli inpidui che potenzialmente possono venire a contatto, direttamente o indirettamente, con
l’impianto in discussione. È quindi importante identificare le cause di rischio per la salute umana connesse
all’esercizio dell’impianto con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
- presenza di sostanze tossiche e radioattive;
- presenza di agenti patogeni biologici;
- emissioni aeriformi;
- emissioni di rumori e vibrazioni.
L’analisi di questi parametri consente di valutare da un punto di vista concettuale il coefficiente di rischio
per la salute pubblica, utilizzando le valutazioni fatte per le altre componenti ambientali, in particolare per
l’atmosfera e per il clima acustico.
VALUTAZIONE
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dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
La Commissione sottolinea come, ai sensi del D.Lgs. 152/2006, la responsabilità della classificazione del
rifiuto prodotto spetti al produttore stesso e prende atto del parere contrario espresso da ARPAV, in merito
all’attribuzione dei codici CER data dal proponent, ai rifiuti risultanti dal proprio ciclo di
lavorazione/recupero; a tal proposito si ritiene utile fare pervenire all’azienda, allegate alla presente, le
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considerazioni formulate sulla questione dall’Osservatorio Rifiuti di Arpav, per gli opportuni
approfondimenti.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di approvazione progetto per l’impianto di gestione rifiuti.
Tutto ciò premesso
PARERE FAVOREVOLE
all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
1. Nella fase di avvio dell’impianto dovrà essere effettuato uno specifico monitoraggio delle emissioni
gassose, con almeno due perse campagne di misura, dando contro, attraverso idonei campionamenti,
delle specifiche efficienze delle perse sezioni di abbattimento.
Gli impianti di abbattimento dovranno essere costantemente gestiti in modo tale da garantire nel tempo
l’efficienza di trattamento prevista in progetto e i relativi limiti normativi; in sede di collaudo dovrà
essere presentato un piano di gestione e manutenzione, aggiornato, degli stessi.
2. Lo scarico delle acque con recapito in pubblica fognatura gestita da Acque del Chiampo spa, dovrà
rispettare i limiti e le prescrizioni date dal gestore.
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3. In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto.:
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei
punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno
comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante
una specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel
frattempo, saranno stati comunicati i risultati delle analisi..
4. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in
occasione della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione
all’esercizio.
Vicenza, 25 novembre 2015
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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