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Protocollo Tribunale, Provincia, Arcugnano: la giustizia a casa degli arcugnanesi in difficoltà

pubblicato il 16/02/2018, ultima modifica 16/02/2018

Vicenza, 16 febbraio 2018 - Sottoscritto questa mattina dal Comune di Arcugnano il protocollo d’intesa per il miglioramento dell’efficacia dei servizi di giustizia relativi alle materie legate alla protezione giuridica e all’amministrazione di sostegno.

E’ l’ottava amministrazione comunale – in realtà Asiago ha fatto in tal senso da capofila per tutto l’Altopiano – che aderisce alla proposta lanciata tre anni e mezzo fa dal Presidente del Tribunale di Vicenza Alberto Rizzo e subito raccolta dal Presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati, che spiega: “E’ un progetto di rispetto verso i cittadini. La Pubblica Amministrazione va a casa dei più deboli, coloro che sono allettati o che si trovano, parzialmente o temporaneamente, privi in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana prevedendo interventi di sostegno temporaneo o permanente. Va da sé che tutto ciò non sarebbe possibile senza la determinante collaborazione dei Sindaci”.

Parole che il Sindaco Paolo Pellizzari e l’Assessore al Sociale Loredana Daniela Zanella traducono in numeri: “Abbiamo una popolazione di 8.000 persone distribuita tra il capoluogo e numerose frazioni, anche collinari. Gli anziani sono oltre 1.600 e a queste persone vanno aggiunte quelle con gravi difficoltà psicomotorie o allettate. Questa firma chiude un progetto partito 2 anni fa per formare le figure degli amministratori di sostegno e ne apre un altro”.

Figlia non tanto di una intuizione quanto di un sentimento di umana pietas che Rizzo provò pochi giorni dopo il suo insediamento a Vicenza alla vista di un cittadino trasportato in ambulanza nel palazzo di giustizia vicentino. “Fino a 3 anni fa le persone venivano trasportate in barella, in carrozzina, in autoambulanza. Oggi questo non capita più perché ogni persona in difficoltà ha la possibilità di essere ascoltata attraverso la video conferenza. Da quando siamo partiti registriamo circa 4 procedimenti a settimana e circa 200 all’anno sul migliaio che arrivano. Questo significa che la persona che necessita di essere accompagnata in questo percorso di vita dal tribunale viene ascoltata e interagisce con il giudice attraverso il collegamento audio-video, restando così a casa o nella struttura dove è ospitato. Con una ricaduta fondamentale per quanto riguarda il rispetto della dignità e della difficoltà di queste persone che non vengono sradicata dalle loro abitudini, dalla loro serenità, dal loro ambiente. E con una ricaduta virtuosa anche sul territorio, visto che così facendo si toglie qualche mezzo dalla strada e si consente agli operatori sanitari di potersi concentrare su altri servizi”.