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Il Presidente della Provincia Attilio Schneck interviene sull'Università

pubblicato il 29/04/2013, ultima modifica 29/04/2013

  A seguito dell'articolo apparso mercoledì ed in particolare in merito alle affermazioni del presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto relative al Polo Universitario e alle presunte responsabilità della Provincia di Vicenza, accusata di “ostacolare il privato”, ho ritenuto di attendere qualche giorno al fine di dare risposte puntuali e soprattutto certe. E dunque non legate all'emotività del momento.

 Innanzitutto vorrei rassicurare tutti circa i tempi: siamo oramai in dirittura d'arrivo, e non al metà del guado come paventato. Dunque, qualche settimana ancora, forse meno, e saremo finalmente nelle condizioni di poter assegnare l'appalto. Una buona notizia, certamente, ma credo che per poterla valutare davvero tale si imponga un resoconto di quello che è stato il lavoro dell'Ente in ordine a questo bando.

 Un bando di 12 milioni di euro, articolato su 19 pagine complessive e 6 elementi tecnici di valutazione con vari sub-elementi. Lo abbiamo chiuso l'8 ottobre del 2012, come previsto. Ciò che invece non ci aspettavamo è stato il gran numero di offerte recapitate, ben 35! Tantissime se si pensa che in precedenza non avevamo mai superato la decina. Detto questo, ci siamo attivati subito per nominare la commissione aggiudicatrice che per legge deve essere composta da un presidente, scelto dalla Provincia, e da 4 soggetti indicati da Università e Categorie Professionali. Attenzione: proprio per la rigidità della norma non abbiamo potuto adempiere a questo obbligo in corso d'opera ma solo a chiusura avvenuta. Così abbiamo atteso che tutti, sollecitando a più riprese qualcuno, ci fornissero la rosa dei candidati procedendo poi, in nome della trasparenza, ad una estrazione casuale.

 Per farla breve, tra comunicazioni, nomine, dinieghi e nuove nomine, la Commissione si è insediata il 20 novembre, un mese dopo. Da quel giorno ha comunque iniziato a lavorare per prima cosa all'analisi della parte amministrativa, ovvero dei documenti prodotti. E qui mi corre l'obbligo di un ringraziamento al senso civico e di responsabilità dei professionisti, i quali si sono sobbarcati un onere pesantissimo e delicatissimo a fronte di una ricompensa irrisoria, “'na sbrancà de stracaganasse”. Bene, la verifica della enorme massa di carte, fatta per giunta foglio per foglio in sedute aperte al pubblico, e tra l'altro con richieste di integrazioni, è terminata con l'esclusione di un'offerta. Nel frattempo abbiamo dovuto sostituire un commissario, dimessosi per motivi personali. Esaurita questa prima fase, sempre stando alla legge, abbiamo dovuto provvedere alla verifica a campione delle veridicità delle dichiarazioni.

 L'ultimo step, attuale, di apertura ed esame tecnico delle proposte, si è aperto il 16 gennaio di quest'anno, con la Commissione che ha cominciato a riunirsi settimanalmente. Va precisato che qui non si tratta della valutazione solo del prezzo quanto di tutto l'elaborato tecnico, della compatibilità e della portate delle proposte.

 Ciò significa che ognuna delle 34 offerte è stata confrontata e valutata, punto per punto, elementi (e sub elementi) per elementi, con ognuna delle altre ed i confronti sono stati pertanto migliaia. Obbligati a questa prassi, lo ribadisco per l'ennesima volta, dalle leggi vigenti in materia di appalti. E' vero, pertanto, che da ottobre ad oggi sono trascorsi 6 mesi, ma è innegabile che ciò non solo non è dipeso dalla volontà della Provincia di Vicenza ma anzi è diventato un lasso di tempo persino ragionevole - e per merito esclusivo dei membri della Commissione - a fronte di un iter che più complicato non poteva essere.

 Tutto questo è documentato e va raccontato non certo per giustificarci, anzi, quanto per ribadire un concetto semplice ma ancora disatteso: è l'eccessiva burocratizzazione dell'attività pubblica il vero problema. E' la schizofrenica produzione legislativa di settore che non permette una proficua semplificazione. E' la sovrapposizione della legislazione europea a quella statale e poi regionale che nutre i veri burocrati e favorisce lo sviluppo del contenzioso. A proposito, aggiungo che dopo l'individuazione dell'appalto bisogna attendere altri 35 giorni per stipulare il contratto di appalto. E tutto ciò senza che a Province e Comuni, le vere trincee della Pubblica Amministrazione, siano riconosciuti margini di manovra nell'abbattimento dei tempi. Noi li possiamo accelerare con senso di responsabilità, come abbiamo fatto in questo e in altri casi, ma di più non ci è dato fare. E In verità lo abbiamo denunciato diverse volte nel corso degli anni anche e soprattutto ai nostri interlocutori nazionali, ma non abbiamo trovato alleati in questa battaglia. Il caso del famigerato palo della luce da spostare, e per il quale sono serviti e servono una collina di pareri e nulla osta, non ha trovato orecchie attente né in Regione né in altri organi e/o associazioni locali.

 In conclusione, siamo d'accordo con il dottor Zigliotto, se non fosse però che ha sbagliato obiettivo. Come detto questo Ente ha fatto ciò che poteva, e qualcosa in più, per provare a ridurre i tempi e nel contempo per permettere al territorio di vedere completata un'opera così importante per il tessuto sociale e scolastico. Un'opera, sottolineo, caldeggiata e voluta proprio da noi come ben sa il presidente della Fondazione Studi Universitari Silvio Fortuna, e che non può essere assegnata “a cuor leggero”, dal momento che qui andranno a studiare i nostri ragazzi, ovvero il nostro avvenire professionale ed economico ma anche i nostri figli. E sbagliare, l'Aquila insegna, non è solo dannoso.

 IL PRESIDENTE

Attilio Schneck