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Tensostruttura come mensa per gli studenti: solo una teoria

pubblicato il 20/03/2012, ultima modifica 20/03/2012

“ Credo sia doveroso fornire alcuni chiarimenti in merito all’ipotesi esternata dal consigliere Cicero di creare una tensostruttura ad uso mensa per studenti nell’area della cittadella degli studi”. Per trasparenza e chiarezza nei confronti dei cittadini e degli enti che ieri erano seduti attorno a un tavolo a parlare della settimana corta per le scuole superiori del Vicentino. E’ questa l’intenzione dell’Assessore provinciale all’Edilizia Scolastica Nereo Galvanin che fa il punto della situazione rispetto alla questione “pausa pranzo” emersa nel confronto tra Comune, Provincia, Aim, Ftv, istituti superiori e Ufficio Scolastico Provinciale, tutti attorno a un tavolo per ragionare sull’organizzazione del prossimo anno scolastico. Molti gli ostacoli prima di risolvere il rebus costituito da esigenze opposte: risparmiare mantenendo l’efficienza dei servizi di trasporto e scolastici e considerando le necessità di famiglie e studenti.
“ La Provincia- spiega Galvanin- si occupa di scuole superiori e di strade, non certo di realizzare mense di qualsiasi natura. Certo, ha la competenza per dare una eventuale autorizzazione a un’attività di questo genere. Per questo prima di rendere pubblici simili progetti abbiamo cercato di documentarci e di fare un‘indagine presso le stesse scuole coinvolgendo i dirigenti scolastici”.
Per verificare l’adeguatezza del progetto “mensa” gli uffici di Galvanin lo scorso febbraio hanno infatti somministrato a un campione di scuole superiori, ovvero “Boscardin”, “Canova”, “Da Schio” e “Montagna”, un questionario sul tema. A rispondere solo una settantina di possibili utenti tra studenti, insegnanti e personale scolastico.
“ Non è quindi stato manifestato un grande interesse – spiega Galvanin – E di questo bisogna prendere atto, per evitare progetti costosi e che potrebbero non risultare poi vantaggiosi per gli utenti finali. Insomma, prima di intraprendere un progetto, bisogna fare una attenta valutazione di costi e benefici, chiedendosi anche quanto verrebbe a costare un servizio di questo tipo alle famiglie e alla comunità locale. Tante cose si rivelano belle idee, ma poco realizzabili”.
La competenza per l’area della cittadella degli studi è comunque dell’Amministrazione Provinciale. “Almeno fino a quando le funzioni dell’Amministrazione non cambiano – conclude Galvanin – Fino a quel momento continueremo a valutare con estrema cura i servizi da mettere in campo, soprattutto per spendere nel miglior modo possibile il denaro pubblico. Viviamo tempi che impongono sobrietà e prudenza. Cercare nuove soluzioni va bene. Ma la verifica sul campo oggi più che mai deve precedere l’azione”.