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Stop alla burocrazia sui rifiuti edili

pubblicato il 03/02/2012, ultima modifica 03/02/2012


Autocertificazione per non mettere in ginocchio 15mila aziende
Stop alla burocrazia sui rifiuti edili. Lo chiede l’assessore provinciale all’ambiente Antonio Mondardo proponendo ad Arpav un tavolo tecnico di confronto con le associazioni di categoria, gli organi di controllo e gli operatori del settore.
La questione dei rifiuti da demolizione, sollevata negli scorsi mesi anche da Confcommercio e Confartigianato, sta mettendo in ginocchio il comparto edile a causa della necessità di effettuare specifiche analisi sugli inerti per attestare l’assenza di sostanze pericolose prima dello smaltimento o del conferimento negli impianti di recupero.
Questo significa che anche per la semplice posa di un pavimento o il rifacimento di un bagno in una abitazione serve che un chimico, o comunque un tecnico specializzato, faccia un sopralluogo in cantiere, prelevi dei campioni e li analizzi per attestarne la bontà. Con perdita di tempo e di soldi.
Il problema interessa nel vicentino circa 15mila aziende. Il solo comparto edile conta 1.568 tra artigiani e piccoli e medi imprenditori, ma alla stessa procedura sono sottoposti anche addetti a servizi per l’edilizia, chi si occupa di intonacatura, di rivestimenti, di installazione di impianti elettrici o idraulici, per un totale di oltre 13mila aziende. Per completare il quadro, è poi necessario aggiungere anche le 150 aziende che commerciano materiale edile.
“Un esercito di aziende –commenta Mondardo- spesso famigliari o addirittura composte da un’unica persona, che si trovano sottoposte ad un sistema macchinoso e antieconomico. E’ necessario un intervento urgente nella logica della sburocratizzazione delle pratiche. E’ questa l’unica via per rilanciare lo sviluppo del territorio e stare al passo con i mercati internazionali. Senza, naturalmente, dimenticare la tutela dell’ambiente, che dobbiamo e vogliamo mettere al primo posto. Ma non possiamo vessare i lavoratori chiedendo loro di certificare la non pericolosità del materiale ricavato dalla demolizione di un muro di cinta in piena campagna piuttosto che dalla posa di nuove piastrelle in una cucina in centro storico.”
Tutela dell’ambiente e diritto al lavoro: un incrocio di esigenze che nel caso dei rifiuti edili potrebbe trovare soluzione nell’autocertificazione valida, ad esempio, per quantitativi limitati di inerti e per demolizione di abitazioni civili piuttosto che uffici. Spetterebbe così al produttore attestare la non pericolosità del rifiuto e l’assenza di sostanze pericolose. Una proposta, o forse meglio un suggerimento, che arriva dalle associazioni di categoria e che l’assessore sottopone all’attenzione di Arpav.
“E’ necessario che tutti gli interessati si ritrovino attorno ad un tavolo –conclude l’assessore- in modo da definire procedure operative omogenee in tutto il territorio e soprattutto chiare. In questo modo sarà più facile per i lavoratori rispettare le regole e per i controllori effettuare verifiche.”