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Ciamar Marso infiamma il vicentino

pubblicato il 24/02/2011, ultima modifica 24/02/2011

Chiamatelo come volete –  Batti Marso, Brusar Marso, alla cimbra Schella Martz – l'importante è che non lo definiate semplice folklore e soprattutto che non manchiate, domenica 27 febbraio, a uno degli appuntamenti che venti amministrazioni della fascia pedemontana e montana vicentina hanno messo in cantiere per celebrare una delle più antiche e popolane tradizioni del territorio: il Capodanno Veneto.

 

“Ciamar Marso”, questo il nome del programma che Provincia di Vicenza e Pedemontana. Vi  portano avanti assieme da quattro edizioni, ne ha per tutti i gusti. Soggetto, ovviamente, il fuoco: dai falò alle fiaccolate fino al rogo della “vecia”, con i campanacci e ogni recipiente che faccia del sano e per una volta auspicato rumore a scandire i tempi e l'allegria di ogni rappresentazione. E se non ce la fate a raggiungere Asiago, Breganze, Caltrano, Calvene, Carré, Cogollo del Cengio, Chiuppano, Fara Vicentino, Isola Vicentina, Lugo di Vicenza, Lusiana, Malo, Marano Vicentino, Montecchio Precalcino, Posina, Recoaro Terme, Thiene, Valdastico, Velo d'Astico o Zugliano, niente paura: da sabato 26 a lunedì' 28 febbraio basterà guardare verso le colline e le montagne per vedere e magari ammirare con un binocolo il bagliore delle fiamme che punteggerà l'orizzonte, complice lo spegnimento della illuminazione pubblica in molti dei Comuni sopracitati.

Un “M'illumino di meno” ante litteram, del resto la notte dei fuochi affonda le radici nella notte dei tempi. 

“Questi – sottolinea l'Assessore Provinciale all'Identità Veneta Martino Bonotto– erano gli ultimi giorni dell'anno nel calendario della Serenissima, ed il 1° Marzo era il nostro attuale Capodanno. E' una tradizione che la Provincia di Vicenza ha inserito stabilmente nel suo programma di celebrazioni, anche perché si tratta della più sentita festa popolana non religiosa della grande storia veneta”.

Tante le iniziative previste che Nazzareno Leonardi, Presidente di Pedemontana.Vi, sintetizza in alcuni esempi rimandando per i dettagli al sito www.pedemontana.vi.it  “I contadini esorcizzavano così l'inverno e i suoi rigori. Ogni paese aveva il suo modo di evocare la Primavera e “Ciamar Marso” li ripropone un po' tutti. Ad Asiago, per esempio, i giovani per svegliare la nuova stagione trascinano per le strade bidoni, barattoli e tutto ciò che può crear trambusto tra fatine del posto, orchi e folletti e prima comunque del rogo su cui si brucerà l'anno vecchio vestita da strega. A Lusiana Brusar Marso dura per tutto il mese. Per non parlare di quelle tradizioni nella tradizione, come il permesso che veniva dato ai loro bambini dai contadini di poter correre a piedi scalzi per i campi. O legare la ricorrenza al rito del fidanzamento pubblico, con i ragazzi che urlavano il nome delle ragazze e viceversa da un versante e l'altro di una vallata. Fino a 15 anni fa lo si faceva, e Caltrano ora lo ripeterà con i cori attorno ai falò”.

Tradizione e radici. Per Michele Pesavento e Giovanni Cappozzo, vice sindaci di Zugliano e Lugo di Vicenza, e per l'Assessore alle Attività Produttive di Carré Mario Fabrello, una giornata che significa soprattutto identità. “Per la quale abbiamo coinvolto anche le scuole e le giovani generazioni. E' inutile parlare infatti di futuro se non sappiamo da dove veniamo”.