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La prima assemblea internazionale si è tenuta nei giorni scorsi a Mirano, conosciuta non a caso come la Terra dei Tiepolo.
Questi i numeri della rete: tredici luoghi che conservano opere dei Tiepolo, nove enti locali, quattro associazioni culturali. Obiettivo è proporre un itinerario culturale sulle orme di Giambattista, Giandomenico e Lorenzo Tiepolo in Italia ed Europa. Con l’ambizione di candidarsi a Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, coinvolgendo i tanti luoghi che conservano le opere dei Tiepolo e offrire una proposta di turismo culturale privilegiando soluzioni attente all’ambiente e alla sostenibilità sociale.
Il primo nucleo di aderenti è composto da: Mirano, Terra dei Tiepolo; Udine con i Musei Civici e il Museo del Duomo; Venezia con Ca’ Rezzonico e la Scuola Grande dei Carmini; Massanzago con villa Baglioni; Stra con il Museo Nazionale di villa Pisani a Stra; Este con il Duomo di Santa Teca; Vicenza con villa Valmarana ai Nani, villa Cordellina Lombardi e villa Zileri Motterle. E poi la Residenza di Würzburg, grazie all’adesione dell’Ente Amministrativo Statale Tedesco che gestisce i castelli della Bavaria, e il Museo Martin Von Wagner, sempre di Würzburg.
Alla rete partecipano quindi ville, chiese e musei che hanno la fortuna di conservare le opere dei Tiepolo, ma anche Comuni, enti territoriali e associazioni culturali che avranno la funzione di coinvolgere cittadini, associazioni e imprese per promuovere l’intero territorio attraversato dall’itinerario.
Gli aderenti hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa che ne stabilisce obiettivi e finalità. Alla prima riunione sono stati anche costituiti i due organi previsti dal protocollo: il Comitato di Gestione, che avrà il compito di proporre e attuare le linee progettuali approvate dagli aderenti, e il Comitato Tecnico Scientifico che avrà il compito di definire gli aspetti culturali e artistici dell’itinerario.
Il comitato di gestione è composto da
Alberto Sbrogiò, Presidente del Circolo ACLI di Mirano
Anna Matteazzi, Villa Zileri
Damian Dombrowski, Direttore del Martin Von Wagner Musem di Würzurg
Gabriella Niero, Scuola Grande dei Carmini (Venezia)
Il Comitato tecnico-scientifico è composto da:
Damian Dombroski, Direttore del Martin Von Wagner Museum di Würzburg
Gabriella Niero, Scuola Grande dei Carmini (Venezia);
Alberto Craievich, responsabile Museo del ‘700, Ca’ Rezzonico (Venezia);
Loretta Zega, direttrice del Museo Nazionale di Villa Pisani (Stra);
Vania Gransinigh, Musei Civici di Udine
La Rete è già al lavoro su più fronti. L’estensione della rete stessa, ad esempio, perché il percorso sui luoghi dei Tiepolo sia sempre più ampio e completo. E poi l’abbinamento “arte/cultura/turismo/bicicletta”, perché non c’è di meglio del turismo lento per apprezzare non solo la meta, ma anche il percorso per raggiungerla.
Beneaugurante il commento di Damian Dombrowski, direttore del Martin Von Wagner Museum di Würzburg, a conclusione della prima riunione della Rete: “questo progetto ha la stoffa delle iniziative di successo”.
]]>Così, ad un anno dal taglio del nastro del II e III stralcio, proprio nel nuovo padiglione del complesso di viale Margherita la Provincia di Vicenza e la Fondazione Studi Universitari di Vicenza hanno organizzato un evento pubblico per fare il punto sulla presenza universitaria a Vicenza e sugli sviluppi futuri: il tutto di fronte ad un pubblico composto da rappresentanti delle istituzioni, delle categorie economiche e in generale esponenti del tessuto economico e sociale del territorio.
L’evento ha visto la partecipazione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia; di Francesco Rucco, nella doppia veste di Presidente Provincia di Vicenza e Sindaco di Vicenza; Antonio Girardi, Vice Presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza; Alessandro Mazzucco, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona; Paolo Sambo, Prorettore alle Politiche per le sedi decentrate; Giorgio Xoccato, Presidente Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Vicenza. E ancora, Lara Bisin, Vice Presidente Confindustria Vicenza; Giuseppe Castaman, Presidente di Viacqua; Andrea Beretta Zanoni, presidente del VUH-Vicenza UniVr Hub dell’Università di Verona; Benno Albrecht, Rettore Università Iuav di Venezia.
Il progetto della presenza universitaria a Vicenza
«La storia dell’università a Vicenza è la storia di persone lungimiranti che hanno immaginato e tenacemente voluto una formazione di qualità connessa con lo sviluppo produttivo e culturale del territorio - sottolinea Francesco Rucco, presente all’evento nella doppia veste di Presidente della Provincia e Sindaco di Vicenza – Grazie al sostegno di tanti, dalle istituzioni ad imprenditori illuminati, quella visione si è concretizzata nell’ottica dell’università diffusa, con tanti luoghi destinati a didattica e servizi e sempre più quartieri valorizzati dalla presenza universitaria. In questa logica stiamo riqualificando il palazzo ex Aci a San Biagio, con l’obiettivo, Demanio permettendo, di recuperare l’intero complesso delle ex carceri. Stiamo lavorando con la Fondazione Studi Universitari e l’Università di Padova per convertire l’ex caserma Borghesi, di proprietà della Provincia, in polo di didattica e ricerca, a potenziamento del polo della ricerca e dello sviluppo che, con la riorganizzazione del complesso di Contrà Barche, vede in Vicenza il principale “distretto” per l’ingegneria. Lavoriamo anche sulla mensa, con l’obiettivo di acquistare l’area degradata a ridosso del complesso universitario di viale Margherita che logisticamente è il luogo adeguato per ospitarla. Il percorso è tracciato, procediamo spediti per una Vicenza sempre più città universitaria.”
A sottolineare la grande crescita registrata dal polo universitario vicentino è anche Antonio Girardi, vicepresidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza: «Nel corso degli anni, d’intesa con tutti i soci fondatori e i soci sostenitori, la Fondazione ha saputo catalizzare la presenza a Vicenza di percorsi universitari non solo di grande qualità sul piano formativo, ma anche specifici e caratterizzanti, in quanto progettati secondo il fabbisogno di competenze delle aziende del territorio. In questo possiamo dire di avere anticipato i tempi, ragionando fin dagli anni ’70 su un tema, quelle delle competenze, oggi di estrema attualità. Inoltre, grazie a questa offerta formativa unica e distintiva fin da subito il polo universitario di Vicenza non è mai stato pensato come “l’università per i vicentini che non vogliono studiare fuori città”, anzi l’offerta didattica così costruita ha saputo attirare un numero sempre maggiore di studenti fuori sede, tanto è vero che oggi oltre la metà degli iscritti è residente fuori provincia. Tutto questo con un modello organizzativo snello e innovativo, sicuramente lungimirante, grazie alla scelta di non cercare di costituire una nuova Università a Vicenza, bensì di creare collaborazioni strutturali con gli Atenei già presenti nei territori limitrofi: una scelta che si è dimostrata vincente in termini di efficienza m anche di qualità e pluralità dell’offerta formativa».
Il II e III stralcio
L’incontro di oggi è stato anche l’occasione per offrire agli ospiti un “assaggio” dell’esperienza universitaria, in quanto è stato volutamente organizzato all’interno di una delle aule del II e III stralcio, consentendo così di constatare gli elevati livelli di accoglienza e dotazioni che caratterizzano il nuovo padiglione.
Quest’ultimo, per il quale lo scorso anno era stato organizzato un semplice taglio del nastro a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, è stato così finalmente “presentato” ufficialmente alla cittadinanza.
Il II e III stralcio è frutto di un investimento di 12 milioni di euro a carico della Provincia di Vicenza, ma con il fondamentale contributo di Fondazione Cariverona e Camera di Commercio e ulteriori 3 milioni di euro investiti dall’Università degli Studi di Padova per gli arredi, i sistemi di rete e le dotazioni informatiche e audio-video; mentre l’investimento totale per la realizzazione del complesso universitario ammonta a quasi 28milioni di euro, comprensivi di acquisizione dell’area, bonifiche, progettazioni e lavori.
Come noto, il complesso universitario è stato progettato dall’architetto Adolfo Natalini e contiene aspetti di notevole pregio architettonico. La linea estetica delle coperture a botte dell’ultimo livello degli edifici è un voluto richiamo ad alcuni straordinari modelli delle architetture più significative venete.
Longitudinalmente la struttura è suddivisa in tre grandi aree: le due esterne per la didattica e un corpo centrale che serve da atrio e spazio di relazione su più livelli, con grandi ballatoi. Lo spazio di relazione è illuminato dalla luce naturale attraverso le ampie vetrate poste alle estremità e in alto.
All’avanguardia gli impianti, sia quelli per la climatizzazione, che presentano soluzioni a elevata efficienza energetica, sia quelli per la didattica: tutte le aule sono infatti dotate di apparati multimediali e sistemi di connettività di ultima generazione.
Il nuovo edificio si sviluppa su una superficie di oltre 10.000 mq su 3 livelli oltre al garage e si aggiunge ai circa 5.700 mq già esistenti del primo stralcio. In totale il complesso può ospitare circa 4.000 persone.
Il progetto è stato presentato dall’arch. Fabrizio Natalini, dello Studio Natalini, che ha ricordato la passione con cui Adolfo Natalini ha seguito i lavori fino alla sua recente scomparsa.
Di esecuzione dei lavori ha invece parlato l’ing. Filippo Squarcina, dirigente dell’area tecnica della Provincia di Vicenza, che ha ricordato e ringraziato i tecnici che a partire dalla posa del primo mattone nel 2006 si sono susseguiti nella direzione lavori e nel concretizzare l’intero complesso.
Il ricordo dell’avv. Lorenzo Pellizzari
Durante l’incontro si è svolta anche la cerimonia di consegna di una targa ai familiari dell’avv. Lorenzo Pellizzari (1928-2021), al quale la Fondazione Studi Universitari di Vicenza ha deciso di dedicare il suo anno di attività 2022-2023. Questa la motivazione declinata dal Consiglio di Amministrazione di FSU: “ L’Avv. Lorenzo Pellizzari, stimato professionista, con vasti interessi culturali e un forte ed esemplare impegno sociale e istituzionale ha significativamente contribuito allo sviluppo economico del vicentino e fu protagonista e promotore del primo insediamento dell’Università di Padova a Vicenza, con il corso di Ingegneria Gestionale e presiedette il Consorzio per lo Sviluppo dell’Università a Vicenza dal 1985 al 1995”.
Laureato in Giurisprudenza a Padova e in Scienze Politiche a Roma, presso l’Università La Sapienza, Pellizzari fu avvocato cassazionista di riconosciuto valore e giornalista pubblicista.
Dopo l’esperienza di Sindaco di Torri di Quartesolo, iniziata nel 1958, divenne Presidente della Camera di Commercio di Vicenza, carica che conservò dal 1965 al 1983, promuovendo lo sviluppo economico anche attraverso significative iniziative in tema di internazionalizzazione, innovazione e formazione (si pensi allo sviluppo del Centro per la Produttività e all’azione per favorire l’insediamento a Vicenza del CUOA). Nell’ambito del sistema delle Camere di Commercio assunse anche importanti incarichi regionali e nazionali, divenendo Presidente di Unioncamere Veneto e Vice Presidente di Unioncamere Nazionale.
La sua sensibilità nei confronti del tema dell’istruzione e degli studi universitari parte da lontano, quando la Camera di Commercio di Vicenza promosse la fondazione del Consorzio per l'Istruzione e lo sviluppo degli studi universitari a Vicenza. Fu un convinto assertore e promotore dell’importanza dell’Università non solo per la crescita e il riscatto sociale dei giovani, ma anche per le ricadute in tema di ricerca sul mondo delle imprese, e la sua azione fu decisiva per la presenza a Vicenza dell’Università di Padova con il primo corso di Ingegneria Gestionale.
A tracciarne il ricordo sono stati il giornalista e storico Antonio Di Lorenzo e, a nome dei famigliari, il figlio Andrea Pellizzari.
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Il magazzino, precedentemente locato a Motta di Livenza (TV), si sposterà in Via Gregori n. 4, a Campiglia dei Berici (VI), in un capannone recentemente acquistato all’asta dalla stessa Associazione Nazionale Alpini, la cui manutenzione dei mezzi presenti sarà gestita dall’unità di Protezione civile della Sezione di Vicenza “Monte Pasubio”.
L’acquisto è stato ufficializzato mercoledì 13 novembre e si è realizzato grazie alla collaborazione tra l’Associazione Nazionale Alpini, la Sezione Alpini di Vicenza “Monte Pasubio” e la Provincia di Vicenza, insieme a “Futuram immobili per l’impresa”.
L’edificio, di 3750 metri quadrati, in un lotto di 8.000, è situato a poco più di 500 metri dal casello autostradale A31 di Agugliaro, ed è stato valutato conforme a tutte le caratteristiche ritenute essenziali dall’ANA.
L’asta per l’acquisto dell’immobile è stata vinta mercoledì 13 novembre alle ore 15:00 per 820.000 €, su base d’asta di 680.000 €.
Sarà però necessario effettuare alcuni interventi, per impiantistica e adeguamento sismico, dell’edificio che prevedranno una spesa di circa 250.000 €, rientranti nel budget previsto dall’ANA.
Per il Presidente della Provincia, Francesco Rucco, “questo spostamento di sede del deposito da Motta di Livenza a Campiglia dei Berici è un importante risultato perché permetterà al territorio vicentino di avere a disposizione tutti i mezzi e le risorse che la protezione civile del nord est impiega per fronteggiare le emergenze naturali e umane. In questo modo, la Provincia di Vicenza avrà una maggiore centralità, strategicità e rapidità nella realizzazione degli interventi.”
Il Delegato alla Protezione Civile, Massimiliano Dandrea, dichiara “quello di oggi è il risultato che si ottiene quando si fa rete e si fa sistema. Mi auguro che l'arrivo del magazzino del terzo raggruppamento ANA nella nostra provincia possa essere di stimolo per una sempre più stretta e proficua collaborazione tra il volontariato di protezione civile”.
“C’è grande soddisfazione da parte della Sezione ANA di Vicenza Monte Pasubio per aver contribuito a trovare una nuova sede per il deposito di materiali della colonna mobile nazionale della Protezione civile dell’ANA, tra l’altro, in brevissimo tempo. E un’altra grande soddisfazione è l’essere riusciti a riportare il deposito nel vicentino” – dichiara Luciano Cherobin, Presidente sezionale ANA.
]]>Il viadotto Sant’Agata si trova lungo la strada provinciale 350 Valdastico, al confine tra i Comuni di Piovene Rocchette e Cogollo del Cengio. L’intervento di sistemazione costa in totale 1.070.000 euro a carico della Provincia di Vicenza.
“L’intervento su ponte sant’Agata è stato complesso -sottolinea la presidente di Vi.Abilità Magda Dellai- non tanto e non solo per i lavori in sé, ma per la necessaria chiusura al traffico di una carreggiata per volta e l’istituzione del senso unico alternato regolato da semaforo. Stiamo parlando di un’infrastruttura su cui transitano ogni giorno 15mila veicoli, strategica sia per motivi turistici che di traffico legato alle aree produttive, per cui abbiamo dovuto costantemente confrontarci con tutti gli enti interessati, i Comuni limitrofi, le categorie economiche. Nella consapevolezza che garantire la sicurezza della rete viaria sia la nostra priorità.”
Di qui la scelta di dividere il lavoro in due fasi e non solo. “E’ stato convocato un tavolo tecnico in Prefettura con i Comuni e le forze dell’ordine -spiega il consigliere provinciale con delega alla viabilità Giorgio Santini- Come misura suppletiva di mitigazione del traffico abbiamo chiesto all’azienda aggiudicataria del contratto di lavorare su due turni anziché su uno come inizialmente previsto, in modo da aumentare la produttività e comprimere i tempi di lavorazione di un paio di settimane, accollandoci conseguentemente i maggiori costi. In questo modo i lavori, iniziati tra aprile e maggio, sono terminati il 20 luglio, in tempi estremamente rapidi per il tipo di lavorazione eseguita”.
La fase uno, sopra al ponte e conclusa, ha previsto il rifacimento del manto stradale, la pulizia del fondo e il riempimento dei fori, la posa di una membrana impermeabilizzante, il rifacimento della segnaletica orizzontale, l’adeguamento delle barriere stradali con realizzazione di nuovi cordoli e nuove barriere con classe di contenimento elevata. A breve verrà posata anche la rete di protezione antiscavalcamento. Inoltre Vi.Acqua collocherà sotto il ponte una nuova condotta fognaria.
La fase due, che inizierà dopo ferragosto, sposterà il cantiere per gli interventi nella parte inferiore del ponte, quindi non interferirà con il traffico. Gli utenti non vedranno più le squadre di operatori lungo la carreggiata, ma un grande ponteggio appeso al ponte a quasi 90 metri di altezza.
La fase due di cantiere prevede il ripristino degli ammaloramenti superficiali, diffusi o localizzati, riscontrati sulla struttura del manufatto (arcate, pile, spalle), l’eventuale sistemazione dei ferri d’armatura esistenti, la passivazione dei ferri d’armatura eseguita mediante applicazione di malta cementizia monocomponente e inibitori di corrosione, la ricostruzione di strutture in calcestruzzo degradate con materiali di specifiche caratteristiche prestazionali di resistenza, la verniciatura protettiva della struttura per garantire una sua più lunga durabilità.
I lavori si concluderanno entro novembre 2021, per una durata totale dell’intervento di poco più di 200 giorni.
Responsabile dell’intervento per conto di Vi.Abilità è l’ing. Andrea Leonardi, che è anche responsabile dell’Area Tecnica Ponti appositamente costituita dalla società per monitorare costantemente e garantire la sicurezza dei 461 tra ponti e viadotti di competenza provinciale.
Il progetto esecutivo è stato redatto dal Raggruppamento Temporaneo composto da ESSE.I.A. Ingegneria– Stigea S.r.l. – Pelizzon Davide con sede a Padova. Si è aggiudicato l’appalto ad eseguire gli interventi di manutenzione straordinaria il raggruppamento di Imprese composto da Zara Metalmeccanica Srl – Brussi Costruzioni Srl con sede a Dolo (VE).
]]>Come stabilito anche dalle linee di indirizzo approvate da Viacqua in vista del nuovo piano industriale, l’investimento in formazione e ricerca rappresenta uno dei punti focali dell’operato della Società, che oggi gestisce il ciclo idrico integrato in 68 comuni vicentini a servizio di oltre 550.000 abitanti ed è anche membro del consorzio Viveracqua, che raggruppa 12 gestori idrici veneti coprendo un territorio di oltre 19.000 kmq con 4,8 milioni di abitanti.
Con un contributo di 50.000 euro per l’anno 2022, Viacqua mette così in cantiere con Fondazione Studi Universitari di Vicenza la costruzione di una proposta formativa fortemente calata sul territorio e sul tema della gestione della filiera idrica, la salvaguardia e il risanamento del territorio. Sarà una proposta volta ad offrire un’occasione di alta formazione a professionisti e operatori del settore, oltre che al personale della società, con la possibilità di ampliare l’offerta ad altre realtà venete e nazionali. Si coglie così un obiettivo comune ai partner: mettere in rete competenze con cui sviluppare il territorio, renderlo sempre più competitivo e performante, ancor più in un settore delicato come quello della gestione sostenibile della risorsa idrica, creando occasioni di valore per formare nuovi manager.
«Siamo assolutamente soddisfatti di poter concretizzare in breve tempo questo primo step - spiega il Presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman - che porterà a creare una nuova proposta formativa, calato nel tessuto economico vicentino, con le sue peculiarità ed esigenze e focalizzato sul settore idrico e, più in generale, sulla sostenibilità ambientale e il risanamento del territorio. Stiamo parlando di un ambito cruciale per i prossimi anni, alle prese con molte sfide, a partire dalla tutela delle fonti di approvvigionamento, passando per la necessità di migliorare sempre più i processi depurativi e studiare nuove modalità di utilizzo dell’acqua depurata, non senza dimenticare l’impegnativo tema infrastrutturale che richiede massima precisione e tempestività nell’individuare e poi riparare reti danneggiate, perdite idriche e infiltrazioni di acque parassite nelle reti fognarie».
«Vicenza può contare su un polo universitario di alto livello - ha commentato il Presidente della Provincia di Vicenza e Sindaco del Comune di Vicenza, Francesco Rucco - grazie alle partnership con alcuni dei principali Atenei veneti e italiani. L’Università a Vicenza rappresenta un punto di contatto con il territorio fondamentale, non solo per lo sviluppo di competenze e figure professionali che sul territorio possono trovare impiego, ma anche per fornire al territorio risposte che con esso evolvono e lo possono tenere al passo con i tempi. Con questo progetto aggiungiamo un altro tassello importante in una città che sta cambiando, si sta trasformando e sta crescendo come vera e propria Città Universitaria».
Da parte sua, il presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza, Mario Roberto Carraro sottolinea così il valore di questa iniziativa: «L’ingresso di Viacqua tra i soci sostenitori della Fondazione rappresenta un’ulteriore tappa nel percorso di rafforzamento del polo universitario vicentino, che risulta sempre più radicato nel territorio. Siamo certi che questa nuova partnership potrà concretizzarsi in nuove importanti iniziative, per le quali stiamo già valutando alcune progettualità che presenteremo al momento opportuno: sui concetti di innovazione, efficienza e sostenibilità la presenza universitaria può infatti fornire un importante valore aggiunto. Allo stesso tempo, l’iniziativa di Viacqua evidenzia la possibilità anche per altre autorevoli realtà del territorio, pubbliche e private, di diventare parte attiva del grande progetto che mira a creare, attraverso il polo universitario in Città, un vero e proprio volano per lo sviluppo del territorio».
]]>Vicenza, 13 dicembre 2022 - Viacqua e AcegasApsAmga hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la condivisione di attività di educazione ambientale e formazione. Le due società, la prima gestore idrico per 68 comuni vicentini, la seconda multiutility del gruppo Hera tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, gettano così le basi per quello che potrebbe essere definito il grande “parco dell’acqua” alle porte di Vicenza.
Viacqua e AcegasApsAmga sono infatti gestori di due aree dall’alto valore ambientale e naturalistico: le Risorgive del Bacchiglione e l’Oasi di Villaverla.
Entrambe le società sono impegnate da anni nella promozione di percorsi di educazione ambientale e rivolti a sensibilizzare verso l’uso sostenibile dell’acqua, unito alla valutazione degli scenari futuri di disponibilità della risorsa idrica nel Nordest, un tema quanto mai attuale viste le criticità recenti. Lo sviluppo di progettualità comuni, come previsto dal protocollo, permetterà di ampliare l’offerta di visita, aprendo le porte anche allo sviluppo di percorsi formativi specifici legati alla gestione delle risorse idriche.
“Diamo forma con questo accordo – spiega il Presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman – a quello che a tutti gli effetti può ritenersi il parco dell’acqua. Le due aree che lo compongono hanno peculiarità uniche e complementari, tra progetti di rinaturalizzazione di una delle zone umide più grandi e importanti d’Europa e il sapiente intervento dell’uomo che ha creato le opere di presa dell’acquedotto padovano. Qui potremo non solo raccontare ogni aspetto del ciclo idrico e dell’impegno a salvaguardare gli ecosistemi più delicati, ma formare anche i futuri gestori delle risorse idriche, grazie anche a percorsi che stanno prendendo forma su altri fronti. Ringrazio AcegasApsAmga per la collaborazione e il dialogo che stiamo costruendo.”
Le Risorgive del Bacchiglione e l’Oasi di Villaverla si sviluppano complessivamente su quasi 50 ettari, tra polle di risorgiva, torbiere, prati umidi, bosco planiziale e corsi d’acqua in cui prolifera una grande varietà di specie vegetali e animali.
Sono infatti incastonate ai piedi della fascia pedemontana dell’Alto Vicentino all’interno del Bosco di Dueville, strategico Sito di Interesse Comunitario, ma anche Zona di Protezione Speciale e area inserita nella rete ecologica Natura 2000. Qui è custodito il patrimonio idrico a servizio non solo di buona parte del territorio vicentino, ma anche di quello padovano. La zona sorge infatti sulla fascia delle risorgive, quella parte di territorio caratterizzato, nel sottosuolo, da profondi strati di ghiaie pregni d’acqua, alternati a strati minori di argilla e poggianti su un fondo di roccia arenaria compatta.
Quest’acqua, di assoluta qualità, viene prelevata per alimentare gli acquedotti di Padova, Abano Terme e dei comuni della Saccisica, e per molti Comuni del Vicentino, poco più a valle. Alla varietà di specie e ambienti naturali, si aggiungono le importanti opere di presa degli acquedotti patavini e vicentini, che raccontano una storia iniziata sul finire dell’800.
“Questo accordo – dichiara l’amministratore delegato di AcegasApsAmga, Roberto Gasparetto - concretizza la volontà di trasformare Villaverla e il parco delle Risorgive del Bacchiglione in un luogo non solo di grande valore naturalistico e strategico per rifornire i cittadini di acqua potabile, ma anche in un punto di riferimento di eccellenze professionali e innovazioni tecnologiche che sono alla base della gestione del servizio idrico di cui i gestori come AcegasApsAmga e Viacqua si occupano quotidianamente. Le attività di educazione ambientale e formazione rappresentano un passo importante verso l’adozione di comportamenti sempre più sostenibili da parte dei cittadini e un’ulteriore occasione di cooperazione per rafforzare progetti e professionalità sempre più indispensabili per affrontare con competenza e comunione di intenti le nuove fide del cambiamento climatico”.
“L’area del Bosco di Dueville – ha spiegato il Presidente della Provincia di Vicenza, Francesco Rucco – rappresenta un immenso patrimonio naturalistico che lega due territori, come quello vicentino e quello padovano, seguendo un fil rouge, o meglio fil bleu rappresentato dall’acqua. Questo elemento rende unica la zona, tra le più grandi aree umide d’Europa, con il suo patrimonio di biodiversità e ne fanno il luogo privilegiato per sviluppare una cultura della sostenibilità e della tutela della risorsa idrica. Sono ancora vividi i ricordi del 2010 quando Vicenza visse l’apice del rapporto fragile con i suoi fiumi che, esondando in diversi punti, mandarono sott’acqua la città e diversi comuni della prima cinta esterna. A distanza di 12 anni, quest’anno Vicenza e il Veneto si sono trovati invece ad affrontare il problema opposto, con l’assoluta mancanza d’acqua che ha messo altrettanto in difficoltà i sistemi di approvvigionamento in particolare dei comuni montani e pedemontani a nord del capoluogo. Questi due diversi contesti ci fanno capire come Vicenza possa essere il posto giusto in cui costruire una nuova cultura dell’acqua, che possa alimentare il dibattito legato alla sua qualità, alla sua disponibilità futura, oltre al rapporto con lo sviluppo urbanistico e con la popolazione."
"Come ente regolatore del servizio idrico integrato - è stato poi il commento del Presidente del Consiglio di Bacino ATO Bacchiglione, Paolo Centofante - abbiamo tra i nostri impegni prioritari la tutela della risorsa idrica. Questo protocollo, quindi, fa ben sperare sul futuro della risorsa idrica e ancor più sulla possibilità che in quell'area possa nascere uno spazio di formazione per tutte le materie ambientali con particolare riguardo alle tematiche legate all'acqua, ponendo sempre più l'accento sulla sua tutela quale impegno imprescindibile da qui al prossimo futuro."
“L'acqua è un bene prezioso – conclude infine il Vice-Sindaco del Comune di Padova, Andrea Micalizzi - che va preservato e gestito con cura. Anche i recenti fenomeni di siccità dimostrano come sia fondamentale per il futuro dell'umanità la gestione dei servizi in efficienza, nella salvaguardia e collaborazione con la natura. Questo progetto mette al centro la tutela dell'ambiente, che è un requisito indispensabile per avere acqua buona per tutti. Rendere più accogliente e visitabile il parco delle risorgive, significa custodire questo bene, diffondendo la cultura della sostenibilità ambientale.”
]]>A presentarle questa mattina nell’area in cui sorgerà la nuova rotatoria lungo la Riviera Berica il presidente della Provincia e Sindaco di Vicenza con delega all’urbanistica Francesco Rucco, il consigliere provinciale alle grandi infrastrutture Valter Orsi, l’assessore al bilancio del Comune di Vicenza Marco Zocca, l’assessore alla mobilità del Comune di Vicenza Matteo Celebron, il sindaco del Comune di Longare Matteo Zennaro, il dirigente dell’area tecnica della Provincia Filippo Squarcina, il Rup dell’opera Stefano Mottin e la referente di progetto in Provincia Laura Pellizzari.
La nuova viabilità di Debba è una delle opere viabilistiche più importanti che Provincia e Comune di Vicenza stanno realizzando alle porte della città, per un importo totale di 10.700.000 euro (8.450.000 euro a carico della Provincia e 2.250.000 euro del Comune).
“Un’opera attesa -ha affermato Rucco- su cui in passato tanto si è parlato e discusso, ma che finalmente oggi conta su un progetto concreto e su finanziamenti certi, grazie a Provincia e Comune. Il progetto prevede il nuovo collegamento tra la SP 247 Riviera Berica e la strada di S. Pietro Intrigogna, in sostituzione dell’attuale ponte sul fiume Bacchiglione, non più adeguato sia in termini di portata che in termini di sicurezza. Recupereremo il vecchio ponte destinandolo a pista ciclopedonale.”
La nuova opera scavalcherà la golena del Bacchiglione in località Debba, dove la distanza tra gli argini attivi è di circa 300 m mentre l'incisione dell'alveo attivo in sommità è larga circa 40 m.
A fine 2020 il raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato la gara della progettazione (E-Farm Engineering & Consulting Srl (mandataria) con Proteco Engineering Srl , Studio Ingegneria Strutturale Organte e Bortot, Tfe Ingegneria Srl, Federico Pizzin, Arcsat Snc di Valente Vincenzo e C.) ha consegnato il documento di fattibilità delle alternative progettuali, dal quale è emerso che la soluzione progettuale preferibile, ai fini della compatibilità dal punto di vista idraulico dell'intervento, consiste nell’attraversamento dell'alveo di piena con un lungo viadotto, in sostituzione dei rilevati previsti nello studio di prefattibilità.
La soluzione, che ha comportato una maggiore spesa rispetto a quanto preventivato in precedenza, è stata analizzata con gli enti competenti, Genio Civile, Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, Soprintendenza ai Beni Culturali, i quali hanno suggerito ulteriori modifiche per ottemperare le esigenze di tutela del paesaggio e il rispetto delle normative in materia idraulica.
Rispetto alla precedente ipotesi, presentata a fine 2020, il progetto attuale prevede lo spostamento della rotatoria verso il sedime della SP 247 della Riviera Berica, in località Bugano, e la riduzione del diametro della rotatoria che passa da 47 metri a circa 30.
“Il nuovo ponte segue un percorso naturale -ha precisato Orsi- quindi meno invasivo rispetto alle precedenti ipotesi. Utilizzando un rialzo naturale della strada, si muove interamente su viadotto, in modo da mantenere non solo l’integrità dell’ambito agricolo all’interno dell’ansa del Bacchiglione, ma anche la continuità della pista ciclabile nel sedime attuale.”
Il viadotto passa da 300 a 350 metri di lunghezza, con una sezione stradale di 9 metri (tipo F). La maggiore lunghezza rispetto alla soluzione precedente è dovuta al fatto che l’inizio è previsto già dalla rotatoria lungo la Riviera Berica, per poi attraversare il fiume Bacchiglione e collegarsi con la strada di San Pietro Intrigogna previo allargamento e rinforzo dell’alveo attivo del fiume. La struttura è molto leggera, in acciaio, e bene si inserisce nel contesto agricolo.
“Con questa soluzione -ha sottolineato Zennaro- miglioriamo la viabilità dell’intera zona, mitigando anche la velocità in un punto che ora è particolarmente critico. Mi sento anche di rassicurare i residenti in merito al traffico futuro, visto che la strada manterrà i divieti oggi esistenti in merito al passaggio dei mezzi pesanti.”
“Abbiamo già previsto anche la continuazione dell’opera fino al casello autostradale -ha spiegato Zocca- Questa seconda parte è a carico dell’Autostrada, che l’ha inserita nel Piano Economico-Finanziario in approvazione al Ministero, su cui già abbiamo ricevuto rassicurazioni. Abbiamo perso 12 anni a causa dell’inerzia di chi ci ha preceduto, ora procediamo spediti per recuperare il ritardo.”
“Fondamentale -ha affermato Celebron- la regia della Provincia, che con serietà sta portando avanti il progetto della nuova viabilità di Debba, riservando una particolare attenzione anche all’aspetto ciclopedonale. Ci troviamo lungo una delle piste più frequentate dai vicentini, e non solo, che grazie all’intervento diventerà ancora più strategica nel piano della ciclabilità cittadina.”
Ora che il progetto è stato verificato e concordato con tutti gli enti competenti, la realizzazione dell’opera si fa più vicina.
Prossimi passaggi:
aprile/maggio 2021: prove geologiche propedeutiche alla progettazione
maggio/giugno 2021: redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica
luglio 2021: la Provincia approva il progetto di fattibilità tecnica ed economica e avvia il procedimento espropriativo; inizia la fase formale di acquisizione dei pareri (Genio Civile e Soprintendenza ai Beni Culturali)
settembre 2021: adozione delle varianti ai Piani degli Interventi dei Comuni di Vicenza e Longare;
dicembre 2021: approvazione delle varianti urbanistiche;
inizio 2022: progettazione definitiva;
primavera/estate 2022: progettazione esecutiva;
fine 2022: inizio procedure di gara di appalto per l’esecuzione dei lavori
“Un documento che mette un punto fermo sull’iter di realizzazione di una delle infrastrutture viarie più attese dal territorio -ha affermato Rucco- in particolare dall’est vicentino, perché permette di collegare la strada della Riviera Berica direttamente con la tangenziale di Vicenza e con il casello di Vicenza Est, eliminando l’utilizzo degli attuali ponti sul fiume Bacchiglione non più adeguati sia in termini di portata che in termini di sicurezza. Un indubbio vantaggio in termini di celerità e comodità, ma anche un beneficio per le frazioni di Santa Croce Bigolina e Campedello che si sgravano da traffico e inquinamento.”
Alla firma del decreto erano presenti, oltre al presidente Rucco che è anche sindaco della Città di Vicenza, il sindaco di Longare Matteo Zennaro, fresco di elezione nel Consiglio provinciale, il consigliere provinciale Valter Orsi, il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici del Comune di Vicenza Matteo Celebron e il collega con delega al bilancio Marco Zocca. Presenti anche il Rup dell’opera Stefano Mottin, la referente di progetto in Provincia Laura Pellizzari, il progettista Gianmaria De Stavola.
Il raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato la gara della progettazione è E-Farm Engineering & Consulting Srl (mandataria) con Proteco Engineering Srl, Studio Ingegneria Strutturale Organte e Bortot, Tfe Ingegneria Srl, Federico Pizzin, Arcsat Snc di Valente Vincenzo e C..
La nuova viabilità di Debba prevede la realizzazione di una rotatoria sulla SP247 Riviera Berica, in destra del fiume Bacchiglione. Dalla rotatoria, perpendicolare alla Riviera Berica, si stacca un asse viario lungo circa 500metri che grazie ad un ponte-viadotto di 6 campate supera le golene e l’alveo del Bacchiglione fino ad innestarsi sulla rotatoria esistente di San Pietro Intrigogna.
L’opera si inserisce in un ambito naturalistico delicato e lo fa nel massimo rispetto dell’esistente, ponendo attenzione alla tutela del territorio, ai vincoli paesaggistici e storico-architettonici, all’impatto sulla biodiversità di flora e fauna che popola l’area. E naturalmente al rischio idraulico e di pertinenza fluviale, visto che il corso del Bacchiglione è cartografato come area di pericolosità idraulica.
Elementi che richiedono tecnologie costruttive all’avanguardia e un investimento economico corposo, pari a 10.700.000 euro (8.450.000 euro a carico della Provincia e 2.250.000 euro del Comune).
“Un inserimento chirurgico” lo ha definito il consigliere Orsi “che ha richiesto la valutazione di ogni singolo dettaglio e la massima condivisione anche con gli enti di controllo”.
La soluzione proposta è stata infatti analizzata con gli enti competenti, Genio Civile, Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, Soprintendenza ai Beni Culturali, e tiene conto dei loro suggerimenti per ottemperare le esigenze di tutela del paesaggio e il rispetto delle normative in materia idraulica.
Di condivisione ha parlato anche il sindaco di Longare Zennaro, che ha sottolineato non solo il rispetto ambientale dell’opera, con la salvaguardia del verde, ma anche il fatto che si tratti di una strada extraurbana locale con limiti di velocità e di transito.
“Con questa infrastruttura e il proseguimento di via Aldo Moro -ha evidenziato l’assessore di Vicenza Zocca- completiamo un percorso che permette di muoversi da nord a sud della città senza attraversarla, risparmiandoci un bel po’ di traffico.”
Ora che il presidente Rucco ha approvato il decreto, la palla passa ai Comuni di Vicenza e Longare chiamati a variare i vigenti Piani degli Interventi in base al progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’opera.
Il progetto di fattibilità
Ad illustrare la nuova viabilità di Debba è stato il progettista Gianmaria De Stavola, che l’ha definita “500 metri densi di aspetti tecnici”.
Gli elementi dell’opera sono tre: la rotatoria lungo la SP247 Riviera Berica, il viadotto e il collegamento con San Pietro Intrigogna.
La rotatoria si innesta nell’unico varco esistente tra i fabbricati lungo la SP247, a ridosso di un terreno agricolo di cui però si tiene a confine in modo da preservarlo.
Il diametro è di 32 metri, quindi non molto ampio. E’ in rilevato, inclinata con una pendenza pari al 3% per assecondare l’andamento del fiume. L’innalzamento delle quote stradali agevola il sottopassaggio della pista ciclabile.
Rispetto alle ipotesi precedenti, la rotatoria è slittata verso la golena, per tutelare una quercia secolare che si trova nell’area pedecollinare alle spalle del muro di contenimento esistente.
Il viadotto è a 6 campate, lungo complessivamente 313,4 metri. E’ rettilineo per le prime 3 campate, poi continua in curva con raggio variabile. Ha una corsia per senso di marcia di larghezza e una larghezza complessiva di 9 metri.
La lunghezza del viadotto consente ampia luce fra le campate, permettendo il deflusso delle acque in particolare nei momenti di piena. La struttura è molto leggera, in acciaio, e bene si inserisce nel contesto agricolo.
Il collegamento della nuova arteria con la viabilità esistente di San Pietro Intrigogna è risolto con la rotatoria esistente. Una soluzione che permette di preservare l’intero filare alberato esistente e che presenta la migliore compatibilità con le future opere, cioè il collegamento con il casello autostradale a carico dell’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova Spa.
Prossimi passaggi:
acquisizione formale dei pareri (Genio Civile e Soprintendenza ai Beni Culturali)
adozione delle varianti ai Piani degli Interventi dei Comuni di Vicenza e Longare
approvazione delle varianti urbanistiche
progettazione definitiva
progettazione esecutiva
inizio procedure di gara di appalto per l’esecuzione dei lavori
Ma partiamo dall’inizio. Il luogo di incontro è stato il municipio di Malo, dove il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin accompagnato dal tecnico provinciale architetto Laura Pellizzari ha incontrato Valter Orsi nella duplice veste di sindaco di Schio e consigliere provinciale con delega alle grandi opere, il sindaco di Thiene Gianantonio Michelusi accompagnato dall’assessore Nazzareno Zavagnin, il sindaco di Villaverla Enrico De Peron, il vicesindaco di Isola Vicentina Nicolas Cazzola, il sindaco di Zanè Roberto Berti. A fare gli onori di casa il sindaco di Malo Moreno Marsetti, mentre in un secondo momento è arrivato anche il sindaco di Marano Vicentino Marco Guzzonato.
Sul tavolo il tracciato della variante alla SP 46 del Pasubio, che da Vicenza porta a Schio. Un’opera su cui si discute da tanti anni. Troppi, a detta dei primi cittadini presenti, tanto che una parte del tracciato ipotizzato potrebbe ad oggi non essere più prioritaria.
Divisa la variante in 4 parti, ce ne sono due la cui utilità è innegabile: il primo tratto, a sud, denominato “Costabissara-Castelnovo” che da villaggio del Sole a Vicenza conduce a Castelnovo di Isola Vicentina. Il secondo tratto, a nord, denominato “Destra Leogra”, parte da Malo incrocio SP122 e arriva a Schio. Tratti che, come hanno rilevato anche recenti studi del traffico, soffrono una pressione veicolare rilevante, in particolare di mezzi pesanti, e rappresentano dei veri e propri colli di bottiglia per il traffico.
Prioritario, quindi, l’intervento, tanto che la Provincia ha già messo a disposizione 700mila euro per la redazione di progetti di fattibilità tecnica ed economica. Nei prossimi giorni si saprà anche il nome di chi si è aggiudicato la gara per la progettazione.
“Con i ribassi di gara -ha spiegato Orsi- finanzieremo uno studio del traffico che tenga conto della viabilità dell’alto vicentino una volta che sarà aperto il casello di Montecchio Maggiore della Superstrada Pedemontana Veneta. C’è una buona parte di veicoli, in particolare pesanti, che per spostarsi verso l’ovest vicentino non transiterà più sulla viabilità ordinaria, ma utilizzerà la Pedemontana. Non possiamo non tenerne conto.”
Così come è necessario ragionare con una visione ampia, “altrimenti -ha precisato il presidente Nardin-si rischia di spostare il traffico da una zona a un’altra senza risolvere il problema. L’obiettivo di questo tavolo è proprio di trovare una soluzione condivisa, che non sposta ma risolve”. Obiettivo a cui se ne aggiungono altri. “I primi cittadini -ha proseguito Nardin- hanno concordato che, nel rispetto del territorio e nella logica del minor consumo di suolo, è meglio migliorare la viabilità esistente che realizzarne di nuova. Avendo a cuore la mobilità sostenibile, quindi incentivando il trasporto pubblico e potenziando la rete ciclabile. Senza dimenticare che l’alto vicentino è servito anche dalla rete ferroviaria che riceverà un forte impulso dall’elettrificazione.”
]]>“Una promessa mantenuta -afferma con soddisfazione il presidente della Provincia di Vicenza Francesco Rucco- La lotta al degrado passa anche da operazioni di recupero come questa. Un edificio in disuso da anni, lasciato deperire, crea problemi, oltre che estetici, anche di igiene e sicurezza. Per questo siamo intervenuti con urgenza, dando anche risposta in termini di posti auto ad una zona che soffre la carenza di parcheggi, in particolare a servizio degli esercizi commerciali.”
Il parcheggio, con stalli blu a tariffa oraria, è attivo da oggi. A gestirlo è Aim Vicenza Spa, a cui è affidata la sosta delle aree comunali di Vicenza attraverso la propria controllata Aim Mobilità Srl. A rappresentarla era presente stamattina l’amministratore unico di Aim Mobilità Francesco Omassi. Presenti anche Marco Zocca che ha seguito la vicenda in veste di consigliere del Comune di Vicenza, Massimo Colombara in rappresentanza dei commercianti della zona e il tecnico della Provincia responsabile dei lavori Luca Vellar.
La Provincia di Vicenza, proprietaria dell’area, ha proceduto alla demolizione dell’edificio dopo aver verificato che le condizioni non ne permettevano il recupero. Erano infatti evidenti i segni di un dissesto statico generalizzato derivanti dal parziale crollo del cornicione di gronda e, in particolare, a seguito del collasso della struttura portante del tetto. Un vecchio accordo tra Provincia e Comune di Vicenza prevedeva inoltre di convertire l’area a verde.
Il parcheggio è quindi la risposta all’esigenza di verde di un’area a ridosso del centro storico. Permette alla Provincia di trarre reddito da un bene di proprietà che finora aveva rappresentato un peso per l’esigenza di interventi di messa in sicurezza. Inoltre, ultimo ma non certo per importanza, la demolizione ha permesso di destinare parte dell’area all'allargamento della strada, in modo tale da portarne la larghezza uguale a quella esistente nel tratto immediatamente a sud dell'edificio demolito. Più sicurezza, quindi, sia per i veicoli che vi transitano che per i pedoni.
Secondo gli accordi tra Provincia e Aim, la sosta sarà a pagamento nei giorni feriali dalle 8 alle 20 al costo di 1 euro l’ora, con sosta massima permessa di un’ora. Nei giorni festivi invece, con lo stesso orario, il costo è di 1 euro ogni due ore senza limiti di tempo.
La convenzione dura 3 anni, durante i quali Aim deve anche occuparsi della manutenzione ordinaria dell’area, tra cui la pulizia e lo sfalcio, mentre gli interventi straordinari rimangono in capo alla Provincia.
Con la stessa convenzione, la Provincia affida ad Aim anche la gestione della sosta del parcheggio in contrà Barche, area di proprietà della Provincia che qualche anno fa è stata adibita a parcheggio con 50 posti auto.
In questo caso, per analogia con le aree circostanti, la tariffa feriale è di 1 euro all’ora dalle 8 alle 20, senza limiti di tempo, mentre nei festivi è di 1 euro ogni quattro ore.
]]>E’ questo il cronoprogramma di una demolizione voluta dalla Provincia di Vicenza, proprietaria dello stabile, per liberare un’area in pieno centro cittadino da un edificio fatiscente e a rischio crolli.
Un’operazione da 40mila euro che in 5 giorni renderà più arioso e decoroso un quartiere densamente abitato, nel rispetto di chi ogni giorno ci convive.
Alla demolizione hanno voluto essere presenti il Presidente della Provincia Francesco Rucco e il consigliere comunale Marco Zocca, oltre a tanti cittadini tanto più soddisfatti e sorridenti quanto più l’edificio veniva smantellato.
“Un’operazione antidegrado -la definisce Rucco- che arriva a compimenti dopo troppi anni che se ne parla. Serviva un’accelerata e l’abbiamo data: entro fine anno quest’area sarà un parcheggio, con il duplice risultato per la Provincia di avere messo a reddito un bene prima inutilizzato, per la città di avere a disposizione posti auto in un’area che ne è carente. “
I tempi lunghi li conosce bene il consigliere Zocca, che ricorda come i primi accordi tra Provincia e Comune risalgano ormai a sette anni fa. “Oggi finalmente siamo arrivati a conclusione -commenta mentre guarda l’escavatrice al lavoro- ogni colpo di benna porta un po’ più di luce in questa zona che ha estremo bisogno di un parcheggio. Ci sono tante attività commerciali che lo attendono e grazie alla Provincia troveranno risposta in tempi brevi.”
]]>Lo ha deciso la Provincia di Vicenza, proprietaria dello stabile, dopo anni di inutilizzo che hanno reso l’edificio fatiscente e a rischio crolli, con evidente pericolo per i passanti della vicina sede stradale.
Il progetto è stato presentato questa mattina alla stampa alla presenza di Francesco Rucco, Presidente della Provincia, Carlo Dalla Pozza, consigliere provinciale con delega al Patrimonio, Marco Zocca, consigliere del Comune di Vicenza, e Massimo Colombara, commerciante della zona in rappresentanza della categoria.
Ma facciamo un passo indietro. La Provincia di Vicenza possiede in via Napoli un immobile (censito all'Agenzia delle Entrate al foglio 46 mappale 574 del Comune censuario di Vicenza) adibito in passato a “sottostazione convertitrice” per il ricovero e la manutenzione dei mezzi di trasporto su rotaia in uso sul territorio Vicentino negli anni '40/'50.
Il manufatto è da parecchi anni in stato di disuso e abbandono, giungendo ad oggi in una situazione di degrado particolarmente avanzato. Sono infatti evidenti i segni di un dissesto statico generalizzato derivanti dal parziale crollo del cornicione di gronda (posto in sicurezza) e, in particolare, a seguito del recente collasso della struttura portante del tetto.
Il crollo parziale del manto di copertura ha inoltre permesso l'ingresso di piccioni che hanno aumentato esponenzialmente la presenza di guano, rendendo l'area igienicamente insalubre. La modifica della struttura portante complessiva, conseguenza dei crolli subiti, ha compromesso l'intero equilibrio statico del manufatto, richiedendo la necessità di porre in sicurezza tutta la struttura dei muri perimetrali e degli elementi che sporgono nella pubblica via (prospetti sud e nord).
Viste le condizioni, il recupero dell’edificio è pressochè da escludere, per il costo ingente, tanto più che un vecchio accordo tra la Provincia e il Comune di Vicenza (protocollo di intesa sottoscritto nel dicembre del 2012) prevedeva la demolizione dell’immobile per destinare l’area a parcheggio, con recupero della volumetria esistente in area più adeguata. Quell’accordo è scaduto nel 2018, ma rimane la destinazione a “verde privato di progetto” dell’intera area del manufatto.
La Provincia ha quindi deciso di procedere con la realizzazione del parcheggio e , dopo avere tentato invano di vendere l’area mediante asta pubblica, provvede oggi in maniera diretta sia alla demolizione dell’edificio che alla realizzazione del parcheggio. Contestualmente viene destinata parte dell'area all'allargamento della strada, in modo tale da portarne la larghezza uguale a quella esistente nel tratto immediatamente a sud dell'edificio da demolire. In totale si ipotizza di ricavare 11 posti auto. I lavori verranno realizzati a inizio 2020.
“Sistemiamo un’area degradata dando dignità ad un luogo centrale della città -ha commentato il Presidente Francesco Rucco- Per troppi anni questo edificio è rimasto inutilizzato e abbandonato, riteniamo che sia nostro dovere intervenire come forma di rispetto per i residenti di via Napoli ma anche per il decoro che merita ogni angolo della nostra bella città. In più, recuperiamo a parcheggio un’area non grandissima ma in grado di dare un po’ di sollievo alle esigenze della zona.”
“Finalmente arriva a conclusione un’operazione che ho seguito in prima persona già dal 2012 -ha affermato il consigliere Zocca- A distanza di 7 anni dagli accordi raggiunti tra Comune e Provincia, grazie all’intervento diretto della Provincia, Vicenza acquisisce un piccolo parcheggio e soprattutto recupera uno spazio aperto in una zona densamente popolata e frequentata.”
“E’ nostro dovere tutelare e valorizzare il patrimonio dell’Ente -ha concluso il consigliere provinciale Carlo Dalla Pozza- dismettendo edifici non più funzionali e mettendoli a reddito. Questo significa governare per il bene del territorio e questo è quello che abbiamo intenzione di fare in questa come in altre situazioni simili.”
Massimo Colombara ha voluto esprimere la soddisfazione dei commercianti della zona, non solo perché si sistema un’area di degrado, ma anche e soprattutto perché viene realizzato un parcheggio che di certo porterà beneficio alle attività commerciali.
]]>“Una scelta obbligata, in ottemperanza al divieto di riunirsi in presenza imposto dall’emergenza sanitaria Covid19 -spiega il presidente della Provincia e sindaco di Vicenza Francesco Rucco – ma anche la volontà di far sentire forte la nostra vicinanza al mondo della scuola, che sta pagando caro il prezzo di questa pandemia. Vogliamo aiutare i ragazzi a scegliere l’istituto superiore più adatto alle proprie inclinazioni e ai propri talenti, facendo capire loro che qualunque sia la scelta, e comunque si svolgano le lezioni, la scuola è un’esperienza di formazione e di crescita insostituibile.”
“Vi.Orienta – Generazione Futuro” ci sarà quindi anche quest’anno, promosso da Il Giornale di Vicenza che gli dedicherà spazio sia sul sito che sulle pagine del giornale, con la collaborazione della Provincia di Vicenza e dell’assessorato all’istruzione del Comune di Vicenza, con un partner di prestigio come Confartigianato Vicenza e il sostegno del Gruppo Aim quale main sponsor.
“Lo abbiamo fortemente voluto -commenta Luca Ancetti, direttore responsabile de Il Giornale di Vicenza- perché rappresenta un luogo di incontro e confronto tra i ragazzi e le scuole, di conoscenza reciproca, e offre un supporto concreto ai più giovani nella loro scelta personale per il futuro. L’intervento di imprenditori, poi, permette di comprendere anche le necessità delle aziende e del mercato del lavoro.”
Il taglio del nastro, virtuale, sarà mercoledì 18 novembre.
Da quel giorno tutti i mercoledì mattina dalle 10.30 alle 12.00 si terrà una diretta interattiva su Zoom con i consulenti dell’orientamento - docenti, pedagogisti e psicologi – e la testimonianza di imprenditori. La parte conclusiva sarà dedicata alle domande degli studenti che parteciperanno direttamente dalle proprie classi, previa prenotazione all’email viorienta@ilgiornaledivicenza.it
Dal lunedì al venerdì, dalle 18.00 alle 19.30, si alterneranno gli istituti di Vicenza e di tutta la provincia (statali, paritari e Centri di Formazione Professionale), con possibilità di presentarsi e descrivere le proprie attività. La visione è libera e gratuita, dedicata in particolar modo alle famiglie e agli studenti, con la possibilità di porre domande al numero 331.9979702. Il calendario sarà presto disponibile su www.ilgiornaledivicenza.it.
Sul sito del Giornale di Vicenza ci sarà una specifica sezione di ViOrienta 2020 dove saranno a disposizione le schede di tutti gli istituti partecipanti con video di presentazione, indirizzi di studio, informazioni e le registrazioni delle dirette. Inoltre ci sarà la possibilità di accedere a un “Test di Autoriflessione” e ai VideoConsigli in pillole realizzati dai consulenti dell’orientamento, utili per un dialogo con i docenti e in famiglia o per il download e la diffusione sui social.
Dal digitale al cartaceo, ogni giorno il Giornale di Vicenza dedicherà pagine speciali a ViOrienta con approfondimenti sui programmi e i progetti degli Istituti Superiori, consigli e informazioni.
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