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Longarone - La Protezione Civile e il Vajont prevenzione, soccorso, memoria

pubblicato il 14/08/2013, ultima modifica 27/09/2013

Dal 13 al 15 settembre eventi e iniziative per il cinquantenario del disastro del 9 ottobre 1963
Tre giorni di iniziative ed eventi di protezione civile per il cinquantenario del disastro del Vajont: dal convegno sulla pericolosità idraulica a valle delle dighe, all’esercitazione nazionale sul rischio sismico “Nord-est 2013”, fino alla mostra “Terremoti d’Italia”. Ad ospitare gli eventi è Longarone, una delle comunità maggiormente colpite dal disastro del 9 ottobre 1963.

“La Protezione Civile e il Vajont. Prevenzione, soccorso, memoria”(vedi brochure in allegato) si apre venerdì 13 settembre con il convegno sul tema della “Pericolosità idraulica a valle delle dighe”, organizzato dalla Fondazione Vajont, la Regione Veneto e il Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Sempre nella giornata del 13 settembre si svolge il XIV Meeting del volontariato veneto, importante momento di confronto tra i referenti dei distretti di protezione civile del Veneto e i rappresentanti del Dipartimento e della Regione. Tra gli argomenti all’ordine del giorno, la Direttiva del 9 novembre 2012 – che mira ad assicurare l’unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile – il controllo sanitario dei volontari e la formazione di protezione civile in Veneto.

Sabato 14 settembre è la giornata dell’esercitazione nazionale sul rischio sismico “Nord-Est 2013”. Organizzata dal Dipartimento d’intesa con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con le Province Autonome di Trento e Bolzano, ha l’obiettivo di mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, a livello centrale e periferico.

“Nord-Est 2013” prevede la simulazione di un evento sismico di magnitudo 5.8 con epicentro nel Comune di Tambre, in Provincia di Belluno, con effetti che interesseranno anche le Province di Pordenone e Treviso. Tra le attività esercitative sono previste anche prove di evacuazione in alcune scuole. In previsione di queste attività nei giorni precedenti l’esercitazione saranno organizzati dei seminari informativi per i dirigenti scolastici e i responsabili della sicurezza degli istituti. L’esercitazione rappresenta anche il momento conclusivo di un percorso di formazione che ha coinvolto in queste settimane i tecnici degli enti locali della Provincia di Belluno e Treviso.

Domenica 15 settembre è previsto infine l’evento commemorativo del disastro del 9 ottobre 1963, quando una frana enorme si staccò dalle pendici del monte Toc precipitando nel bacino artificiale sottostante. La frana generò un’onda alta più di cento metri che superò la diga e si abbattè sugli abitati della valle del Vajont e del bacino della diga, causando più di 2000 vittime.

L’evento commemorativo – organizzato dai Comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso e Vajont, e la Fondazione Vajont – è un omaggio alla solidarietà di quanti si mobilitarono per prestare soccorso ai sopravvissuti. Al centro dell’evento, il passaggio simbolico di un testimone tra i soccorritori di allora e i volontari di protezione civile.

Nel quadro degli eventi organizzati per il cinquantenario del Vajont si inserisce anche l’allestimento della mostra itinerante “Terremoti d’Italia”. Promossa e organizzata dal Dipartimento in collaborazione con la Regione Veneto e la Fondazione Vajont, resterà aperta dal 13 settembre al 16 ottobre, con l’obiettivo di stimolare i cittadini a un ruolo più attivo nel campo della prevenzione, attraverso la memoria degli eventi sismici del passato, la conoscenza del fenomeno fisico e degli strumenti utilizzati per misurarne la forza. Centrale è anche l’esperienza diretta: due spettacolari tavole vibranti, appositamente progettate per simulare il movimento sismico, permetteranno ai visitatori di “vivere” in sicurezza l’esperienza del terremoto e di osservarne da vicino gli effetti.

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