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Patto Sociale per il Lavoro Vicentino - Terza fase

pubblicato il 06/09/2016, ultima modifica 06/09/2016
Il Consigliere Orsi presente la terza fase del Patto Sociale per il Lavoro Vicentino

Dal Patto Sociale al Patto Territoriale per il Lavoro. Non è una mera questione di aggettivi, il documento presentato dal Consigliere Delegato Valter Orsi quest’oggi a Sindaci e Rappresentanti delle Ulss a Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore, è uno degli atti amministrativi più significativi legati al Vicentino ed al suo tessuto sociale. “E’ un accordo che parte da lontano – sottolinea Orsi – ovvero dal 2010 e che attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e non, e favorendo lo sviluppo di una Rete, si propone di garantire un efficace ed economico processo di inserimento nel mondo del lavoro di persone disoccupate e in situazione di svantaggio sociale e/o lavorativo, di integrare e governare le politiche dei rispettivi partner e degli enti coinvolti, di dare un sostegno al reddito ai cittadini-lavoratori che ne sono gli privi”.

Fondamentale l’apporto della Fondazione Cariverona. Questa terza edizione, che si svilupperà fino al 2017, proverà a sfruttare l’onda lunga delle due fasi precedenti. “Nella prima – continua Orsi – grazie sono stati impegnati oltre 5 milioni di euro per 5.640 persone in 18 mesi, nella seconda quasi 2 milioni e mezzo per 1.422 in 14 mesi. Il risultato è stato importantissimo: oltre il 47% delle persone coinvolte ha continuato la sua esperienza lavorativa anche dopo i 6 mesi di stage formativo. A livello Veneto e Nazionale non c’è niente di analogo”.

Una considerazione fatta propria dai Comuni che non a caso hanno ribadito il loro appoggio al nuovo Patto ribadendo la necessità del ruolo di coordinatore della Provincia. “Il Patto si compone di un Comitato di coordinamento, che si riunisce almeno 2 volte l’anno, di una Cabina di regia composta da non più di 9 membri e di un Referente individuato tra i 4 rappresentanti dei Comuni presenti in Cabina di regia. Le attività debbono essere mirate all’inclusione sociale delle categorie di lavoratori svantaggiati, non solo sotto il profilo psico-fisico, ma anche penalizzati dall’età. E ci sarà presto anche un tavolo con le forze sociali, economiche e sindacali. In un momento di incertezza come questo, noi vogliamo dare continuità al Patto Sociale, reperire risorse da destinare ai Comuni per sviluppare iniziative ulteriori nell’inclusione sociale razionalizzando le procedure”.

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