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Addio all’architetto Adolfo Natalini, progettista del Polo Universitario di Vicenza Rucco: “Ha saputo interpretare storia e contesto della nostra città”

pubblicato il 25/01/2020, ultima modifica 25/01/2020

E’ mancato ieri a Firenze l’architetto Adolfo Natalini, progettista del polo universitario di viale Margherita.

Un architetto che si è distinto nel suo settore per essere stato tra i fondatori di Superstudio, iniziatore della cosiddetta “architettura radicale”, tra le avanguardie più significative degli anni Sessanta e Settanta. Uno stile geniale e utopico a cui fece seguire un più funzionale schema classico, come quello utilizzato per il polo universitario di Vicenza: due edifici che dialogano fra loro e che bene si inseriscono in un’area a ridosso del centro storico.

“L’architetto Natalini -commenta Francesco Rucco, Presidente della Provincia di Vicenza- ha saputo interpretare e rispettare una città dominata dal classicismo palladiano e lo ha fatto  dimostrando una particolare attenzione al contesto, al rapporto con la storia di Vicenza, all’uso di materiali costruttivi tradizionali, ma senza mai dimenticare la destinazione di questo complesso che ogni giorno deve contenere centinaia di studenti e che pertanto deve essere prima di tutto funzionale allo scopo. Di questo lo ringraziamo e con orgoglio leghiamo il suo nome a quello del polo universitario, i cui lavori di completamento ha seguito fino allo scorso anno, senza lesinare un consiglio o un accorgimento migliorativo.”

Il Presidente della Fondazione Studi Universitari, Silvio Fortuna, sottolinea “la grande eredità che ci lascia Natalini: una delle sedi universitarie più belle e funzionali che ci siano in Europa . La sua provata esperienza a Siena, Firenze e in Olanda e le sue qualità professionali si sono sintetizzate in quest’ultima opera, che ha realizzato solamente dopo avere studiato e conosciuto il patrimonio storico e artistico di Vicenza.”

Natalini preferiva l’originarietà all’originalità. Diceva lui stesso che “lavorare in città vuol dire lavorare in un contesto.(...) Dobbiamo costruire un’architettura appropriata al luogo, aggiungere la nostra scrittura su un palinsesto dove tante mani hanno già scritto. La città, con la sua storia di pietra, ci insegna come costruire.”.

E Vicenza di storia da raccontare ne ha davvero tanta. Per questo è ancor più lodevole lo sforzo di chi ha dovuto ideare un edificio nuovo in un contesto esistente di pregio. L’uso delle volte nelle coperture, quale richiamo alla basilica palladiana, e l’alternarsi della pietra bianca di Vicenza e del marmo rosso di Asiago sulle facciate vanno in questa direzione. L’impianto solido e il linguaggio sobrio lo rendono funzionale allo scopo.

Quanto all’università, proseguono i lavori di realizzazione del secondo edificio, a completamento del complesso universitario, che salvo imprevisti potrebbe essere pronto per l’inizio del nuovo anno accademico. L’inaugurazione sarà occasione per ricordare Adolfo Natalini

Biografia

Adolfo Natalini è nato a Pistoia nel 1941. Dopo un’esperienza pittorica, che si rifletterà nel suo costante uso del disegno, si laurea in architettura a Firenze nel 1966 e fonda il Superstudio (con Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris, con Alessandro Poli tra il 1970 e il 1972) iniziatore della cosiddetta “architettura radicale”, una delle avanguardie più significative degli anni ‘60 e ‘70.

I progetti del Superstudio (1966-86) sono apparsi in pubblicazioni e mostre in tutto il mondo e sue opere fanno ora parte delle collezioni di musei come il Museum of Modern Art New York, Israel Museum Jerusalem, Deutsches Architekturtmuseum Frankfurt am Main, Centre Pompidou Paris.

Dal 1979 Adolfo Natalini ha iniziato una sua attività autonoma e si è concentrato sul progetto per i centri storici in Italia e in Europa, ricercando le tracce che il tempo lascia sugli oggetti e sui luoghi e proponendo una riconciliazione tra memoria collettiva e memoria privata.

Tre le sue opere: i progetti per il Römerberg a Francoforte e per il Muro del Pianto a Gerusalemme, la banca di Alzate Brianza, il Centro Elettrocontabile di Zola Predosa, la casa in Saalgasse a Francoforte, il Teatro della Compagnia a Firenze.

Professore ordinario presso la facoltà di Architettura di Firenze, membro onorario del BDA (Bund Deutscher Architekten) e del FAIA (Honorary Fellow American Institute of Architects), accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia di San Luca.

Nel 1991 inizia l’attività dei Natalini Architetti (studio di architettura al Salviatino, Firenze) con Fabrizio Natalini (omonimo ma non parente).

Tra le loro opere: la ricostruzione della Waagstraat a Groningen, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze, la Dorotheenhof sulla Manetstrasse a Lipsia, la Muzenplein a l’Aja, il Centro Commerciale di Campi Bisenzio, il Polo Universitario a Novoli, Firenze, Boscotondo a Helmond, il Polo Universitario a Porta Tufi a Siena, Het Eiland a Zwolle, Haverlej a Den Bosch, il Museo dell’Opera del Duomo e il progetto per i Nuovo Uffizi a Firenze.

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