parere CTPA

                               PROVINCIA DI VICENZA
                          AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                                      SETTORE AMBIENTE

                                 Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                       Domicilio Fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contrà Gazzolle, 1 – 36100 Vicenza

                         Indirizzo di posta elettronica certificata: provincia.vicenza@cert.ip-veneto.net



      COMMISSIONE TECNICA PROVINCIALE PER L'AMBIENTE
                   (LEGGE REGIONALE N. 33/85, ART. 14)
                              CONSORZIO ECO PV
                      VIA PAPA GIOVANNI PAOLO II, 66 – CASSOLA

                                  PARERE N. 03/0119
La Commissione Tecnica Provinciale per l'Ambiente, riunitasi a seguito di convocazione, il 31
gennaio 2019 presso gli uffici di Contra’ Gazzolle, 1 Vicenza, esamina il progetto presentato per
l’approvazione, in procedura ordinaria, per l’impianto di messa in riserva (R13) d) di RAEE
costituiti da pannelli fotovoltaici dismessi.
                                  Relazione Istruttoria
PROPONENTE:                   CONSORZIO ECO PV
SEDE LEGALE:                   Piazza Carlo Mirabello, 2 - Milano
SEDE INTERVENTO:                 Via Papa Giovanni Paolo II, 66 – Cassola
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:               Impianto di recupero rifiuti
COMUNE INTERESSATO:               Cassola
DATA DOMANDA:                  28/12/2017 prot.n. 87146
DATA INTEGRAZIONI:                20/12/2018 prot.n. 84069

DOCUMENTAZIONE TECNICA PRESENTATA:
 • Relazione tecnica
 • Relazione di compatibilità ambientale
 • Piano di Sicurezza
 • Piano di ripristino ambientale
 • Previsione di impatto acustico
ELABORATI GRAFICI PRESENTATI:
 • Allegato 1-CTR con localizzazione dell’area di intervento;
 • Allegato 2 - Mappa catastale;
 • Allegato 3 - Piante del fabbricato con indicazione delle aree d’intervento su cui insisterà
  l’impianto;
 • Allegato 4.1 sub 11 e Allegato 4 sub 32 – piante piano terra;
 • Allegato 5 e 5.1 – ortofoto;
 • Allegato 6 – Piano d’Intervento
 • Allegato 7 - Planimetrie
 • Allegato 7.01 – Piante e prospetti
 • Allegato 8 – Schema fognature.




Provincia di Vicenza - Area Servizi al cittadino e al territorio.
Settore Ambiente.
Contrà Gazzolle, 1 – 36100 VICENZA
                       PREMESSE
La ditta CONSORZIO ECO PV si insedierà in Comune di Cassola in Via Papa Giovanni Paolo II, 66,
dove eserciterà un’attività di recupero rifiuti non pericolosi, costituiti da RAEE e relativa al
trattamento e smistamento a fine vita dei rifiuti elettronici.
L’attività svolta sarà di esclusiva messa in riserva (R13) d) di RAEE, mentre per le operazioni di
selezione disassemblaggio (R12) e recupero di AEE idonee (R5), costituiti da pannelli fotovoltaici
dismessi, a seguito dei chiarimenti forniti dalla Regione Veneto, il Consorzio ha comunicato di
rinunciare a tali operazioni.
L’attività viene svolta esclusivamente all’interno del fabbricato.
La quantità annua massima di rifiuti accettabili all’impianto per l’operazione R13 sarà di 2200
ton/anno, mentre il quantitativo massimo di rifiuti in stoccaggio in ingresso per l’operazione R13 è
pari a 10 ton.
                 Ubicazione sito di messa in riserva
L’impianto della Ditta CONSORZIO ECO PV è insediato in Via Papa Giovanni Paolo II, 66 -
Cassola, lungo la S.S. 47 a nord dello svincolo di Romano Sud. L’impianto dista circa un
chilometro dall’abitato di Cassola.
Il sito in cui la ditta CONSORZIO ECO PV prevede di svolgere l’attività di recupero rifiuti speciali
non pericolosi è ubicato in Via Papa Giovanni Paolo II, 66 all’interno della zona D/attività
produttive.
L'area di intervento è catastalmente distinta al Foglio 9, mappale n. 974 sub 18 e sub 22 (Piano
Primo).
Il perimetro della struttura in oggetto è costituito da pareti prefabbricate in calcestruzzo con
finestrature a nastro in alluminio con vetro doppia camera mentre le pavimentazione è costituita da
calcestruzzo con finitura al quarzo resinata. Il solaio della struttura è costituito da tegoli in
precompresso con forma ad Ω opportunamente tinteggiati. Presenta un accesso carraio a sud,
attraverso una rampa coperta che collega le parti esterne condominiali al piano terra con le unità
poste al primo piano, e un doppio accesso pedonale a est, attraverso il vano scale condominiale.
Al primo piano è prevista la formazione di un unico grande locale ad uso magazzino/deposito di
circa 1.940 m2, con l'inpiduazione di aree e zone di deposito dei prodotti finiti; lo spazio sarà
ricavato con la realizzazione di una parete in cartongesso REI 120 che piderà il nuovo magazzino
dalla rampa di accesso e dalla corsia di accesso al parcheggio privato.
Al piano terra non saranno realizzate modifiche edilizie confermando quanto già autorizzato. Le
uniche modifiche riguarderanno l'aggiornamento del lay-out aziendale con l'inpiduazione delle
zone lavorative e le zone per il deposito dei pallet, della zona di Flash-Test dei pannelli e
l'installazione di nuove attrezzature.
Le attività di stoccaggio sono svolte esclusivamente all’interno del capannone e tutte le aree di
conferimento sono di dimensioni tali da consentire un'agevole movimentazione dei mezzi e delle
attrezzature in ingresso ed in uscita.
STATO DI PROGETTO
Il Consorzio si occupa di iniziare il possibile recupero di pannelli fotovoltaici con grado di
efficienza >= 80% del teorico (pannello nuovo di fabbrica) e quindi non più idonei allo scopo
secondo le norme dell’UE.
Si tratta di pannelli fotovoltaici con almeno 15 ÷ 25 anni di vita. Da dati oramai sufficientemente
consolidati, la perdita di efficienza di un pannello fotovoltaico è stimata fra lo 0,5 e l’1% all’anno.
Tali pannelli vengono quindi classificati come rifiuti “non pericolosi”, in quanto privi di composti
di cadmio, tellurio, selenio e/o altri metalli tossici, con attribuzione del CER 160214
(apparecchiature fuori uso perse da quelle di cui alle voci 16 02 09 e 16 02 13), per il quale
l’azienda, richiede autorizzazione allo stoccaggio per l’operazione definibile come R13.
Potenzialità di stoccaggio dei rifiuti in entrata e criteri di stoccaggio
Per potenzialità di stoccaggio dei rifiuti in entrata si intende la quantità massima che l’impianto può
detenere di rifiuti in attesa di trattamento, derivante dal rifiuto conferito in Deposito Preliminare
R13 e non ancora sottoposto alle operazioni di recupero; il rifiuto può stazionare nell’Area di
conferimento, scarico e controllo dei rifiuti la quale consente lo stazionamento di un carico
equivalente a 10 t.
Si ritiene che la quantità massima teorica di rifiuti che potrà pervenire in impianto sia di 2.200
t/anno.
Lo stoccaggio dei rifiuti avviene su pallets. La collocazione e la loro chiara ed inequivocabile
identificazione permette la rapida e sicura presa per la movimentazione.
Sull’area è apposta idonea etichettatura con l'indicazione del rifiuto stoccato. Oltre a ciò l’azienda
conserva opportuna documentazione informatica e cartacea sulla situazione dello stoccaggio.
In considerazione delle tipologie di rifiuto trattato si esclude la presenza di odori e polveri moleste.
La ditta adotta comunque come prassi la pulizia giornaliera del magazzino con la motoscopa e
settimanale con lavapavimenti industriale in dotazione.
I carichi sono principalmente organizzati in base a contratti con ditte di manutenzione e
installazione di pannelli fotovoltaici, con proprietari di pannelli installati in attività industriali o con
altre ditte che trattano questi rifiuti in R 13.
L’azienda opera con soggetti con i quali esistono accordi che dovrebbero scongiurare, fin
dall’origine, l’invio di materiali non conformi. In ogni caso, per tutti i rifiuti, prima dello scarico, si
verifica prioritariamente la corrispondenza delle caratteristiche. Questa verifica, data la natura dei
materiali, è di tipo visivo/merceologico (aspetto, odori particolari, scritte particolari sui contenitori,
documentazione, ecc.); nel caso in cui i carichi in arrivo non fossero conformi al ditta tratterà il
rifiuto in modo da recuperare le parti metalliche.
Quantità di rifiuti trattati
Di seguito si riporta la Tabella 1 relativa al progetto di sola messa in riserva R13 con quantitativo in
stoccaggio massimo di 10 t e di rifiuti accettabili dall’impianto massimo pari a 2200 t/anno.
L’attività di recupero è la messa in riserva con R13 per i rifiuti raccolti non comporta nessuna
attività operativa tale da ritenere applicabili i criteri di localizzazione degli impianti di recupero e
smaltimento rifiuti all’Allegato A della DCR n.30 del 29 Apr 2015 – Piano di gestione dei rifiuti
urbani e speciali.
Caratteristiche e organizzazione impianto
L’operatore con carrello elevatore scarica i bancali dai mezzi di trasporto parcheggiati all’esterno
del portone di ingresso del sito di lavorazione e li dispone, ordinati per commessa, nell’apposita
ZONA STOCCAGGIO, dove risiedono i bancali in attesa di lavorazione.
Il processo di recupero si articola sulle seguenti fasi:
  ➢ Test speditivi atti a verificare se il pannello sia recuperabile o irrimediabilmente guasto.
I bancali oggetto della lavorazione vengono trasportati, tramite carrello elevatore, presso la zona di
prova in cui avvengono le operazioni di ispezione visiva e meccanica.
I pannelli sono esaminati per verificarne la loro integrità meccanica (es. vetro anteriore integro o
vetro danneggiato, bruciature o danneggiamento evidente nel foglio posteriore del pannello) e la
loro conformità a dei criteri visivi di selezione (ispezione meccanica per la verifica della robustezza
meccanica del telaio del pannello e dello stato della scatola di giunzione del pannello) per
determinare quali pannelli potranno essere sottoposti ai test elettrici e quindi, continuare l’eventuale
processo di preparazione al riutilizzo presso siti autorizzati e quali invece sono da considerare
pannelli da avviare a smaltimento/recupero.
In questa fase vengono quindi realizzati bancali di pannelli “idonei” e “non idonei” al riutilizzo, pur
mantenendo la qualifica di rifiuto, cui seguirà presso i siti autorizzati la misura dell’effettiva
efficienza del pannello secondo il protocollo sotto descritto.
Rifiuti prodotti nel processo
Il processo non produce rifiuti, trattandosi di mere operazioni di stoccaggio.
GESTIONE ACQUE
L’attività presso l’impianto non utilizza acqua per il processo di lavorazione, né sono previsti
stoccaggi di rifiuti e materie prime nel piazzale esterno, utilizzato per le sole operazioni di carico e
scarico. La ditta ha ottemperato alla richiesta di valutazione in ottemperanza agli obblighi del
P.T.A..
GESTIONE DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA
L’attività svolta presso l’impianto non genera emissioni in atmosfera convogliate e/o diffuse.
GESTIONE DELLE EMISSIONI ACUSTICHE
Il Comune di Cassola nel 2001 si è dotato di Piano di Classificazione acustica del territorio,
stabilendo i valori massimi dei livelli sonori tollerabili nelle perse zone secondo i dettami del
D.P.C.M. 1 marzo 1991 e della legge 26 ottobre 1995 n. 447.
L'area oggetto di intervento è inserita in un contesto che corrisponde esattamente alla descrizione
della classe IV: si tratta, di fatto, di una zona in prossimità di una strada di grande comunicazione e
con elevata presenza di attività commerciali e uffici ed attività varie.
Non vi sono ostacoli naturali o artificiali che possano determinare una schermatura rispetto alla
propagazione di rumore e sono stati inpiduati i recettori sensibili che maggiormente potrebbero
risentire della rumorosità prodotta dal nuovo insediamento, costituiti da due case situate ad oltre
100 m dall’azienda, come risulta dalle planimetrie allegate alla richiesta di autorizzazione, ed è stata
inpiduata, come unica fonte significativa di rumore tra le sorgenti acustiche esistenti, l’elevato
traffico stradale della vicina S.S.n. 47.
La misurazione ha portato ad un risultato di un Livello Equivalente pari a 64,8 dBA, con un livello
massimo > 85 dBA, con una durata della misura di circa 35’.
Per quanto riguarda la caratterizzazione della situazione post opera, la si ritiene superflua,
considerato che l'intervento prevede che nel fabbricato vi sia un locale ad uso magazzino ed
un’officina di prova, con uso di comuni utensili quali avvitatori, pinze e tenaglie.
PIANO DI SICUREZZA DELL’IMPIANTO
La pianificazione di emergenza esterna per impianti industriali a rischio di rilascio di sostanze
pericolose si basa sugli scenari incidentali che emergono dall'esame della situazione obbiettiva.
L’attività prevista, tuttavia, non prevede che ci possa essere il rilascio di sostanze pericolose, né
all’interno né all’esterno dell’opificio.
Si sono comunque adottati criteri di prevenzione quali:
- formazione e sensibilizzazione del personale;
- creazione di un percorso di emergenza.
Tutto ciò nell’ipotesi che, a seguito di scarica elettrica durante le verifiche ai pannelli, vi possano
essere scintille in grado di causare un incendio.
Il Coordinatore della sicurezza è incaricato di vigilare sulla corretta applicazione delle disposizioni
aziendali in materia di prevenzione e lotta antincendio e pronto soccorso.
L’Addetto al Centralino è incaricato di mantenere aggiornata la situazione delle persone presenti
nell’impianto e di effettuare l’eventuale chiamata dei Vigili del Fuoco o degli altri Enti di Soccorso
esterni su precisa indicazione del Coordinatore della sicurezza.
Non si ritengono peraltro credibili eventi quali l’incendio (non esistono materiali né infiammabili né
combustibili), oppure avversità atmosferiche tali da creare problemi seri all’interno della struttura.
La situazione obbiettiva emersa da un’analisi di rischio porta a concludere che è nullo
l’accadimento di un incidente tale da coinvolgere la popolazione esterna (sia essa presente in
abitazioni che in altri opifici).
PIANO DI RIPRISTINO DELL’AREA
La struttura è destinata ad attività produttiva e tale rimarrà anche dopo la dismissione dell’attività di
cui si chiede autorizzazione. L’area risulta interamente edificata, pavimentata ed asservita da un
sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento che consente una adeguata
protezione al suolo, sottosuolo e ambiente idrico.
La ditta si impegna, in caso di chiusura dell’impianto, a promuovere tutte le azioni necessarie alla
pulizia dei luoghi ed all’asporto sia dei rifiuti ivi depositati sia dei contenitori fissi e/o mobili
adibiti, durante il periodo di attività, allo stoccaggio degli stessi e di verificare la qualità dei suoli
secondo i criteri fissati dal D.Lvo 152/2006 relativamente alla destinazione d’uso vigente al
momento della cessazione dell’attività.
Per quanto sopra detto, il Piano di ripristino dell’area da eseguirsi al momento della dismissione
dell’impianto seguirà i seguenti passaggi:
1. allontanamento a norma di legge dei rifiuti eventualmente ancora presenti all’interno
dell’impianto;
2. rimozione dei macchinari utilizzati per l’attività di recupero e conferimento degli stessi in
magazzini di deposito oppure a rottamazione;
3. pulizia delle aree di deposito e lavorazione dei rifiuti;
4. pulizia, eventualmente anche con video ispezione, delle condotte di raccolta delle acque
meteoriche.
Per quanto concerne i costi per il ripristino ambientale a fine ciclo, i costi di smontaggio e trasporto
degli impianti presenti nel capannone si considerano compensati dalla vendita dell’acciaio a
impianti di recupero.
   Tutto ciò premesso e considerato, la Commissione Tecnica Provinciale per l’Ambiente
Rilevato che risultano assenti i rappresentanti dei Vigili del Fuoco e Genio Civile;
Ritenuto di procedere all’espressione del parere in merito al progetto in discussione;
                     ESPRIME PARERE
Favorevole all’approvazione del progetto presentato dalla ditta CONSORZIO ECO PV per la
messa in riserva (R13) di RAEE, costituiti da pannelli fotovoltaici dismessi, in Via Papa Giovanni
Paolo II, 66, in Comune di Cassola, con le seguenti prescrizioni:
  1. Rifiuti
I rifiuti conferibili presso il sito, con le relative prescrizioni ed operazioni, sono indicati in
premessa.
  a) quantità massima di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): 10 Tonn.
  b) quantità massima di rifiuti in trattamento: 2.200 Tonn./anno sottoposte a operazione R13.
  2. Avvio impianto:
    L’inizio dell’attività ed il suo esercizio provvisorio sono subordinati alla presentazione di:
    - comunicazione di inizio lavori per l'allestimento del sito, nella configurazione approvata;
    - comunicazione di fine dei lavori, con riscontro dell'avvenuta esecuzione degli interventi
    previsti, che dovranno essere documentati da apposita tavola grafica;
    - comunicazione di inizio attività con contestuale nomina del tecnico responsabile
    dell’impianto (in possesso delle “idonee conoscenze tecniche” di cui all’art. 28, comma 1,
    della L.R. 3/2000, che dovranno essere documentate mediante autocertificazione resa ai
    sensi dell’art. 47 del DPR 445/2000) e presentazione delle garanzie finanziarie, adeguate
    secondo quanto previsto dalla D.G.R.V. n° 2721/2014 del 29.12.2014.
    Ogni eventuale modifica al progetto approvato che dovesse rendersi necessaria od opportuna
    durante la fase di esercizio provvisorio, dovrà essere preventivamente comunicata alla
    Provincia di Vicenza, al Comune di Cassola e all’A.R.P.A.V. di Vicenza.
3. Esercizio provvisorio:
  a) La Società dovrà rispettare l’organizzazione complessiva dell’impianto e le condizioni
  organizzative di stoccaggio dei rifiuti e i processi di trattamento, esclusivamente nelle aree
  indicate, come richiamato negli elaborati tecnici presentati.
  b) La Società dovrà comunicare preventivamente a questo Servizio le variazioni che si
  intendono apportare alla gestione dell’impianto e informare tempestivamente la Provincia, il
  Comune di Cassola e l’A.R.P.A.V. di Vicenza di eventuali anomalie e/o incidenti che
  dovessero verificarsi nell’esercizio corrente dell’attività.
  c) La Società dovrà assicurare che la gestione dell’impianto e la manipolazione dei rifiuti
  rispettino le norme vigenti in materia di tutela della salute dell’uomo e dell’ambiente,
  nonché di sicurezza e igiene sul lavoro, emissioni in atmosfera e prevenzione incendio.
  d) La Società dovrà mantenere un’adeguata impermeabilizzazione delle pavimentazioni, in
  modo da evitare possibili inquinamenti al terreno sottostante.
  e) La Società dovrà mantenere le superfici costantemente pulite e in buono stato d’uso,
  rimuovendo tutti gli spanti in genere, occorsi durante l’attività.
  f) La superficie dedicata al conferimento deve avere dimensioni tali da consentire
  un'agevole movimentazione dei mezzi e delle attrezzature in ingresso ed in uscita.
  g) Dovranno essere inoltre identificate in modo univoco mediante idonea cartellonistica
  indicante il codice C.E.R..
  h) Il monitoraggio dell’impatto acustico dovrà avvenire nella nuova configurazione
  proposta, gestionale ed impiantistica, e nel caso di non conformità dei valori riscontrati ai
  limiti dettati dalla normativa in materia di inquinamento acustico dovrà essere comunicato,
  oltre che all’Amministrazione Comunale e ad Arpav, anche al Settore Ambiente della
  Provincia i valori riscontrati e le azioni correttive da adottare per garantire il rispetto dei
  limiti previsti dalla normativa in materia di inquinamento acustico.
4. Collaudo:
  a) Il documento di collaudo dovrà essere redatto entro i termini e con i contenuti previsti
  dall’art. 25, comma 8, della L.R. 3/2000 e ss.mm.ii.
  b) Contestualmente al collaudo, dovrà essere, eventualmente, presentato un nuovo lay-out
  che tenga conto di tutte le eventuali variazioni inpiduate dalla Ditta durante la fase di
  collaudo ed esplicitamente ritenute dal collaudatore di carattere gestionale e non sostanziale.
  c) Il collaudo dovrà dare evidenzia dei flussi di rifiuti in ingresso, totali e distinti tra le due
  perse modalità di gestione (non idonei, idonei).

   Il Segretario della Commissione           Il Presidente della Commissione
    f. to dott.ssa Cristina Del Sal            f.to ing. Filippo Squarcina