determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 593 DEL 07/07/2017

                          Servizio VIA VINCA




     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E SMEI
     DITTA: PIVA SILVERIO S.R.L.
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON
     PERICOLOSI.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI SANDRIGO, VIA GALVANI N. 107/109



                            IL DIRIGENTE


     Vista la documentazione presentata in data 08/03/17 , prot. n. 17241, 17242, 17244, da parte della
     ditta PIVA SILVERIO S.R.L., con sede legale in via Galvani n. 107/109 in Comune di Sandrigo
     (VI), relativa alla “Modifica sostanziale impianto recupero rifiuti art. 208 D.Lgs 152/06.”, nel sito
     di via Galvani n. 107/10 , in Comune di Sandrigo;
     Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell'allegato IV della
     parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i. - Punto7. Progetti di infrastrutture: z.b) “Impianti di
     smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno,
     mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto
     legislativo 3 aprile 2006 n. 152”.
     Tenuto conto che la verifica per tali impianti di recupero rientra tra le competenze inpiduate in
     capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi,
     come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
     Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
     verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
     web della Provincia in data 17/03/17 ;
     Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
     abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
     valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
     possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
     28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
     Dato atto che la Comitato Tecnico Provinciale VIA, nella seduta del giorno 05/07/2017, ha disposto




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     l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere n.
     16/2017 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale;
     Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
     dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
     pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
     dell'intervento;
     Vista l’istruttoria del Comitato tecnico conservata agli atti;
     Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
     Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
     ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
     Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.27 del 28/07/2016 con la quale è stato approvato
     il Bilancio di Previsione 2016;
     Visto che con Decreto del Presidente n.8 del 20/01/2017 è stato approvato il PEG provvisorio
     dell'anno 2017;

                         DETERMINA

      1. che il progetto della ditta PIVA SILVERIO S.R.L., con sede legale in via Galvani n.
        107/109, nel comune di Sandrigo, relativo alla “Modifica sostanziale impianto recupero
        rifiuti art. 208 D.Lgs 152/06.” situato in comune di Sandrigo, via Galvani n. 107/109, è
        escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e
        alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere n. 16/2017 allegato alla
        presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;

      2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
        diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
        sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);

      3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
        provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
        Regione Veneto;

      4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;

      5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
        all'albo pretorio on line;

      6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta PIVA SILVERIO S.R.L. e allo studio di
        progettazione,ai Comuni di Sandrigo e Montecchio Precalcino, all'ARPAV, all'ULSS n.8 e
        ad Acque Vicentine.




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                              INFORMA
        Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
        Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
        del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
        dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
        Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
        autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.

     Vicenza, 07/07/2017



                                      Sottoscritta dal Dirigente
                                       (MACCHIA ANGELO)
                                        con firma digitale




     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E SMEI
     DITTA:     PIVA     SILVERIO        S.R.L.
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON
     PERICOLOSI.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI SANDRIGO, VIA GALVANI N. 107/109




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 07/07/2017.


     Vicenza, 07/07/2017




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                           (POLO PAOLA)
                                          con firma digitale




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                       AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                        SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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                 Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                      PIVA SILVERIO S.R.L.
                          PARERE N. 16/2017
     Oggetto: Modifica sostanziale impianto recupero rifiuti art. 208 D.Lgs 152/06.
     PROPONENTE:           Piva Silverio srl
     SEDE LEGALE:           Via Galvani n. 107/109, Sandrigo
     SEDE INTERVENTO:         Via Galvani n. 107/109, Sandrigo
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi.
     PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
     MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                     infrastrutture: z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                     pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                     operazioni di cui all'allegato  C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                     decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
     COMUNE INTERESSATO:       Montecchio Precalcino
     DATA DOMANDA:          08 marzo 2017
     DATA PUBBLICAZIONE:       17 marzo 2017
     DATA INTEGRAZIONI:        01 giugno 2017

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - 1  Relazione Tecnica Progetto definitivo;
       -  1/A  Allegato 1: Tav. 01: Inquadramento generale;
       -  1/B  Allegato 2: Tav. 02: layout Stato di Fatto;
       -  1/C  Allegato 3: Tav. 03: layout Stato di Progetto;
       -  1/D  Allegato 4: Tabella codici di rifiuti e operazioni di recupero – Stato di Fatto;
       -  1/E  Allegato 5: Tabella codici di rifiuti e operazioni di recupero – Stato di Fatto;
       -  1/F  Allegato 6: scheda tecnica macchinario spelacavi;
       -  1/G  Allegato 7: Manuale macchinario FPR SN 1_2016;
       -  1/H  Allegato 8: Dichiarazione Produttore FPR 100S_N 10716;
       -  1/I  Allegato 9: scheda tecnica gruppo elettrogeno;
       -  2   Studio Impatto Ambientale Preliminare;
       -  2/A  Relazione previsionale impatto acustico ;
       -  2/B  Estratti cartografici del PTRC;
       -  2/C  Estratti cartografici del PTCP;
       -  2/D  Estratti cartografici del PAT PI;
       -  3   Piano di Sicurezza;
       -  4   Relazione Esclusione VINCA Dichiarazione di non avvio VINCA Dichiarazione tecnico
            professionista.




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       -
                                  PREMESSE
     La Ditta PIVA SILVERIO Srl presso l’impianto di recupero rifiuti ubicato in Via Galvani n. 107 a Sandrigo
     (VI) svolge attività di recupero rifiuti non pericolosi in regime ordinario, regolarmente autorizzata dalla Pro-
     vincia di Vicenza.
     Al fine di migliorare la propria posizione nel mercato e di ottimizzare la gestione interna dell’impianto, la
     ditta richiede una modifica sostanziale consistente in:
     1) Inserimento di un nuovo macchinario finalizzato alla riduzione volumetrica dei rifiuti metallici ferrosi e
     non ferrosi in ingresso all’impianto, da utilizzarsi in alternanza alla presso-cesoia attualmente autorizzata
     dalla Provincia di Vicenza;
     2) Introduzione dell’operazione ossitaglio per la riduzione volumetrica dei rifiuti;
     3) L’inserimento nella linea di trattamento dei rifiuti con codice CER 170411 “cavi persi di cui alla voce
     170410” del macchinario spelacavi di nuova dotazione presso l’impianto.;
     4) Richiesta di inserimento del rifiuto pericoloso identificato dal codiceCER 160104* “veicoli fuori uso” da
     sottoporre a messa in riserva (R13) e trattamento (R12 – R4) presso l’impianto;
     5) Implementazione dell’attività di recupero del rifiuto identificato dal CER 160106 “veicoli fuori uso, non
     contenenti liquidi né altre componenti pericolose” attualmente autorizzato alla sola operazione di R13 Messa
     in Riserva;
     6) Inserimento dell’operazione di recupero R12 dell’allegato C alla parte IV del D.Lgs. 152/06 intesa come ac-
     corpamento di rifiuti aventi stesso codice CER ma provenienti da produttori persi su tutti i rifiuti conferiti
     presso l’impianto;
     7) Aggiornamento del lay-out funzionale dell’impianto dovuto sia alle modifiche elencate ai punti preceden-
     ti sia ad una migliore gestione.

                              UBICAZIONE
     Il lotto di intervento si sviluppa nell’area industriale - artigianale collocata nella parte nord-ovest del territo -
     rio comunale, a lato della riva sinistra del torrente Astico, già fortemente influenzata dalla presenza di nu -
     merose attività produttive anche del medesimo genere.
     L’edifici ad uso civile abitazione maggiormente prossimi all’area di intervento sorgono in direzione Nord-
     Est a circa 400 m lineari.
     I centri urbani maggiormente prossimi all’area di intervento sono:
     - il centro abitato di Sandrigo posto a Est a circa 2.000 m lineari di distanza;
     - il centro abitato di Montecchio Precalcino in direzione Ovest a circa 600 m lineari di distanza;
     Il lotto di proprietà della ditta Piva Silverio srl confina:
     • ad Ovest con un impianto di movimentazione terre;
     • a Nord oltre la strada è presente una centrale dell’Enel;
     • ad Est e Sud confina con altre attività produttive.
     Dal punto di vista urbanistico lo strumento di programmazione del Comune di Sandrigo (Piano degli Inter -
     venti) classifica l’area di intervento come “Zona per attività economiche – Tessuto produttivo” normata
     dall’Art. 29 delle Norme Tecniche di Attuazione.
     Via Galvani è direttamente collegata con la SP 248 Schiavonesca-Marosticana che collega Vicenza a Nervesa
     della Battaglia, attraversando la zona pedemontana che va dal capoluogo berico al Montello.
     In direzione SUD la SP 248 collega la zona industriale di Sandrigo direttamente con l’ingresso di “Dueville”
     dell’Autostrada Valdastico A31, come illustrato nell’immagine seguente.



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                              Ortofoto del sito

                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Sandrigo;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Sandrigo;

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     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti;
     • Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
     il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti:
     - esaminare la variante parziale al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC 2009) con
     attribuzione della valenza paesaggistica, adottata con D.G.R n. 427/2013 ;
     - in relazione al PTCP venga presa in considerazione la Tav. 3.1.A - Sistema ambientale, che inpidua nei
     pressi dell'impianto un Corridoio ecologico secondario (Art. 38) ed un Corridoio PTRC (Art. 38).
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     L’impianto di recupero rifiuti non pericolosi della Piva Silverio srl è già in esercizio a seguito
     dell’autorizzazione n. 05/2015 del 13/01/15 rilasciata dalla Provincia di Vicenza, che comprende:
     - autorizzazione all’esercizio di un impianto di trattamento rifiuti speciali non pericolosi , per lo svolgimento
     delle operazioni di recupero R4/R12/R13;
     - autorizzazione allo scarico previo trattamento delle acque meteoriche di “prima pioggia” nella rete di
     pubblica fognatura acque nere;
     - autorizzazione allo scarico delle acque meteoriche di “seconda pioggia” nella condotta acque bianche per
     poi conferirle in corpo idrico superficiale Roggia Brugnola.
     Stato di fatto
     Dal punto di vista funzionale l’impianto è organizzato nelle seguenti aree:
     1. AREA “SETTORE DI CONFERIMENTO”: rappresenta il settore ove viene svolta la verifica qualitativa dei
     rifiuti in ingresso, finalizzata ad attestare la conformità a quanto previsto in Autorizzazione.
     2. AREA “PESA”: in ingresso all’impianto, dinnanzi al capannone e lateralmente agli uffici è presente un
     sistema di pesatura interrato utilizzato per le verificare quantitative dei rifiuti in ingresso e uscita
     dall’impianto medesimo; in tale settore vengono svolte con strumentazione fissa (portale) anche le verifiche
     di controllo di assenza di sorgenti radioattive nei carichi in ingresso.
     3. AREE A, B, C, D, E, F, G, H, I “SETTORE MESSA IN RISERVA DEI RIFIUTI IN INGRESSO”: aree adibita
     allo stoccaggio in cumuli, cassoni, big bags dei rifiuti in ingresso all’impianto. I rifiuti vengono stoccati per
     tipologie omogenee e la separazione è garantita da distanza fisica tra i cumuli o dall’utilizzo di setti
     semoventi o dai contenitori stessi. Idonea cartellonistica identifica il rifiuto stoccato all’interno di ciascun
     cumulo/contenitore.
     4. AREA DI LAVORAZIONE: rappresentano le aree all’interno delle quali vengono svolte le fasi di
     trattamento dei rifiuti, come nel seguito precisato:
     - Area “A1”: in tale area vengono realizzate le operazioni di selezione, cernita (manuale e meccanica);
     - Area “A2”: in tale area è posizionato il macchinario di cesoiatura, utilizzato per la riduzione volumetrica
     dei rifiuti a matrice metallica ferrosa e non ferrosa;
     - Area “A3”: in tale area vengono realizzate le attività di trattamento dei rifiuti costituiti da cavi (CER
     170411);


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     - Area “A5”: in tale area viene realizzata l’attività di trattamento dei RAEE. In tale area viene eseguito anche
     il disassemblaggio dei metalli non ferrosi;
     AREE da 1 a 8 “SETTORI DI STOCCAGGIO DEL MATERIALE PRODOTTO”: all’interno di tali aree
     vengono stoccati i materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto prodotti dalle operazioni di trattamento
     R4, con materiali depositati in cumuli, cassoni e big bags. I cumuli o contenitori sono caratterizzati da una
     solo tipologia merceologica. Fatta eccezione per l’area identificata dal numero 8 (dedicata esclusivamente
     allo stoccaggio di rame e/o alluminio prodotto dal trattamento dei cavi), le altre aree hanno un utilizzo
     dinamico;
     AREA B1 “SETTORE DI DEPOSITO MATERIE PRIME IN INGRESSO”: area nella quale vengono stoccati i
     materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto e che la ditta acquista presso altri impianti di recupero. I
     materiali vengono depositati per singola tipologia merceologica in cumuli, cassoni e big bags;
     AREE a, b, c, d, e “SETTORE DI STOCCAGGIO RIFIUTI PRODOTTI”: sono le aree destinate allo stoccaggio
     dei rifiuti prodotti dalle attività di recupero realizzate dalla ditta e sono identificate dalle seguenti codifiche:
     - a) area dedicata allo stoccaggio dei rifiuti aventi codice CER 19.12.XX prodotti dalle operazioni di
     trattamento svolte nelle aree “A1” e “A3”. I rifiuti vengono stoccati all’interno di cassoni o big-bags. L’area a
     è interessata anche dallo stoccaggio all’interno di un cassone/big-bag muniti di chiusura superiore del rifiuto
     prodotto dallo spazzamento del piazzale;
     - b) area dedicata allo stoccaggio dei rifiuti identificati dai codici CER 191202 “Metalli ferrosi” e 191203
     “Metalli non ferrosi” prodotti dalle operazioni di trattamento svolte nelle aree “A1” e “A2”. I rifiuti vengono
     stoccati in cumuli e/o cassoni e/o big bags. Ogni contenitore o cumulo è formato da una sola tipologia di
     rifiuto. I cumuli sono fra loro separati tramite distanza fisica o settori semoventi;
     - c) rappresenta il settore di stoccaggio delle componenti recuperabili estratte dal disassemblaggio dei RAEE;
     - d) rappresenta il settore di stoccaggio delle componenti non recuperabili estratte dal disassemblaggio dei
     RAEE;
     - e) in tale area viene stoccata all’interno di un cassonetto o di un bigbag la guaina a matrice plastica (CER
     191204) o il conduttore interno in alluminio o rame (CER 191203) estratti dal trattamento dei cavi.
                             Ciclo di recupero
     Le attività di recupero vengono svolte su tutte le tipologie di rifiuti in ingresso all’impianto, secondo la
     seguente sudpisione in linee produttive:
     1) Linea 1: Trattamento dei rifiuti a matrice metallica ferrosa;
     2) Linea 2: Trattamento dei rifiuti a matrice metallica non ferrosa;
     3) Linea 3: Trattamento dei cavi aventi codice CER 170411 “cavi persi da quelli di cui alla voce 170410*”;
     4) Linea 4: Trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE);
     5) Linea 5: Trattamento dei rifiuti aventi codice CER 170904
     6) Linea 6: Attività di solo R13 – Messa in Riserva.
     Linea 1 - Trattamento dei rifiuti a matrice ferro/acciaio e misti (ferrosi/non ferrosi)
     I rifiuti in ingresso all’impianto inpiduati dai seguenti codici CER 120102, 120101, 160117, 150104, 170405,
     190102, 200140, 191202, 120199 e 170407, a seguito delle procedure di verifica quali-quantitativa e di
     accertamento di assenza sorgenti radioattive, vengono stoccati all’interno delle aree A, B, C, E, F e D adibite
     all’operazione di R13 Messa in Riserva. I rifiuti possono essere assoggettati operazioni di recupero R12
     (operazioni di trattamento dei rifiuti finalizzate al miglioramento qualitativo del rifiuto e non alla
     produzione di materiale che cessa la qualifica di rifiuto). I rifiuti stoccati all’interno dell’area di R13 Messa in
     Riserva, manualmente (per carichi inferiori a 30 Kg) o mediante mezzo semovente munito di benna a polipo,
     vengono prelevati dall’area di stoccaggio e scaricati all’interno dell’area adibita alle successive attività di
     selezione e cernita; qualora le dimensioni dei rifiuti lo rendano necessario, l’attività di riduzione volumetrica
     può essere svolta con l’impiego di cesoia. Il materiale ottenuto (rifiuto CER 191202) viene successivamente


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     stoccato in cumuli o all’interno di cassoni/cassonetti/big bags posti nell’area b (rif. Tav. 2), mentre l’eventuale
     materiale di scarto (CER 1912XX) viene stoccato all’interno di cassoni o big bags posizionati nell’area a.
     Nel caso di operazione R4, invece, le fasi di trattamento del rifiuto analoghe a quelle sopra descritte sono
     finalizzate alla produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto in conformità alle specifiche di
     cui al Regolamento UE 333/2011, pertanto più spinte ed efficienti.
     Durante le descritte operazioni di selezione cernita ed eventuale riduzione volumetrica può verificarsi
     l’eventualità di produrre anche rifiuti di scarto a cui viene attribuito il codice CER 1912XX a seconda delle
     merceologie dello stesso, che vengono stoccati nell’area a in cumuli o in casoni/big bags idoneamente
     identificati per mezzo di apposita cartellonistica; i materiali ferrosi non conformi al Regolamento 333/2011,
     tali da essere considerati ancora rifiuti e identificati col codice CER 191202, sono stoccati in cumuli, cassoni,
     big bags nell’area all’uopo adibita ed indentificata con la lettera b (rif. Tav. 2); possono verificarsi dei casi in
     cui, per concrete esigenze operative, i rifiuti in ingresso vengono scaricati direttamente nell’area di
     trattamento A1 e subito sottoposti ad attività di recupero.
     Linea 2 - Trattamento dei rifiuti a matrice metallica NON ferrosa
     I rifiuti in ingresso all’impianto inpiduati dai seguenti codici CER 150104, 191203, 120103, 170401, 170402,
     170403, 170404, 170406, 170407, 160118 e 120199, a seguito delle procedure di verifica quali-quantitativa e di
     accertamento di assenza sorgenti radioattive, vengono stoccati a seconda della tipologia merceologica
     all’interno dell’aree A, B, C, D, E e F.
     Le operazioni di recupero sono analoghe a quelle descritte per la linea1. Il materiale ottenuto (rifiuto CER
     191203) viene successivamente stoccato in cumuli o all’interno di cassoni/cassonetti/big bags posti nell’area
     b, mentre l’eventuale materiale di scarto (CER 1912XX) viene stoccato all’interno di cassoni o big bags
     posizionati nell’area a.
     Le operazioni R4 sono finalizzate alla produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto in
     conformità alle specifiche di cui:
     - al punto 1 dell’Allegato II al Regolamento UE 333/2011 (alluminio e sue leghe);
     - al punto 1 dell’Allegato I al Regolamento UE 715/2013 (rame e sue leghe);
     - al paragrafo 3.2.4 di cui all’Allegato 1 Suballegato ad D.M. 05/02/98 (stagno, zinco e piombo).
     I materiali (EoW) ottenuti vengono stoccati in cumuli o all’interno di cassoni posti nelle aree numerate da
     “1” a “7” (rif. Tav. 2). Durante le descritte operazioni di selezione cernita ed eventuale riduzione volumetrica
     può verificarsi l’eventualità di produrre anche rifiuti di scarto a cui viene attribuito il codice CER 1912XX a
     seconda delle merceologie dello stesso, che vengono stoccati nell’area a in cumuli o in casoni/big bags
     idoneamente identificati per mezzo di apposita cartellonistica; per i materiali non ferrosi non conformi al
     Regolamento 333/2011 (alluminio e sue leghe), al Regolamento UE 715/2013 (rame) o non conforme a
     specifiche UNI e ISO per l’industria metallurgica per i rifiuti metallici non ferrosi (stagno, zinco e piombo),
     tali da essere considerati ancora rifiuti, l’identificazione avviene col codice CER 191203. Lo stoccaggio
     avviene in cumuli, cassoni, big bags nell’area all’uopo adibita ed indentificata con la lettera b.
     Possono verificarsi dei casi in cui, per concrete esigenze operative, i rifiuti in ingresso vengono scaricati
     direttamente nell’area di trattamento A1 e subito sottoposti ad attività di recupero. I rifiuti aventi ridotte
     dimensioni costituiti da assemblaggi di metalli ferrosi e non ferrosi, qualora necessario, possono essere
     trattati nella medesima postazione di disassemblaggio dei RAEE (area A5). Le attività in questo caso
     vengono svolte in alternanza. L’operatore in questa fase può avvalersi di utensileria di piccole dimensioni
     (avvitatori, cacciaviti, martelletti, ecc.) al fine di separare le componenti metalliche che caratterizzano il
     rifiuto.
     Linea 3 - Trattamento dei cavi aventi codice CER 170411 “cavi persi da quelli di cui alla voce 170410*
     L’intera attività di gestione dei rifiuti costituiti da cavi identificati da codice CER 170411 viene svolta
     all’interno del fabbricato. A seguito di verifiche qualitative e quantitative, i rifiuti vengono stoccati
     all’interno di cassoni o in cumulo a terra, collocati nell’aree:

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     - G (rif. Tav. 2) per i rifiuti sottoposti a trattamento presso l’impianto del proponente;
     - E (rif. Tav. 2) per i rifiuti sottoposti alla sola operazione di Messa in Riserva.
     A seguito dell’operazione di R13 Messa in Riserva, i rifiuti sottoposti a trattamento presso l’impianto
     potranno essere sottoposti alle seguenti operazioni di recupero:
     - R12, con attività di selezione e cernita e riduzione volumetrica, con operazioni realizzate manualmente in
     postazione di lavoro fissa (banco) , con l’operatore che impiega un trancino manuale per ridurre la
     lunghezza dei cavi e successivamente per mezzo di un apposito taglierino incide la guaina esterna separando
     la stessa dal metallo conduttore interno. I rifiuti prodotti costituiti dalle guaine (CER 191204) e dal
     conduttore interno di alluminio o rame (CER 191203) vengono successivamente stoccato all’interno di
     cassonetti/big bags posti nell’area e (rif. Tav. 2) muniti di idonea etichettatura indicante il materiale
     contenuto ed il processo produttivo di origine;
     - R4: consistente nelle operazioni di selezione, cernita, riduzione volumetrica finalizzate alla produzione di
     materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto in conformità alle specifiche di cui al Regolamento UE
     333/2011 (alluminio e sue leghe) ed al Regolamento UE 715/2013 (rame e sue leghe). I rifiuti stoccati
     all’interno dell’area di R13 Messa in Riserva sono sottoposti alle medesime operazioni di cui sopra.
     I materiali (EoW) ottenuti vengono stoccati all’interno di cassoni o big bags posti nell’area 8 (rif. Tav. 2).
     Durante le descritte operazioni di selezione cernita ed eventuale riduzione volumetrica può verificarsi
     l’eventualità di produrre anche:
     - rifiuti di scarto a cui viene attribuito il codice CER 191204, che vengono stoccati nell’area e all’interno di
     cassoni/big bags idoneamente identificati per mezzo di apposita cartellonistica;
     - materiali non ferrosi non conformi rispettivamente al Regolamento 333/2011 e Regolamento 715/2013, tali
     da essere considerati ancora rifiuti e identificati col codice CER 191203. Essi vengono stoccati in cumuli,
     cassoni, big bags nell’area all’uopo adibita ed indentificata con la lettera e (rif. Tav. 2).
     Linea 4 - Trattamento dei rifiuti costituiti da RAEE
     I rifiuti in ingresso all’impianto identificati dai codice CER 160214 e CER 160216 e costituiti esclusivamente
     da macchinari/apparecchiature dismesse, residuate da attività industriali/artigianali, in particolare di
     macchine utensili industriali fisse di grandi dimensioni (espressamente escluse dal campo di applicazione
     del D.Lgs. 49/2014) a seguito di verifiche quali-quantitative, vengono stoccati all’interno di ceste o cassoni
     rispettivamente nelle aree H e I. Dall’area di R13 Messa in Riserva i rifiuti vengono prelevati e collocati nel
     settore A5 di smontaggio dei pezzi riutilizzabili dove avviene la fase di disassemblaggio delle perse
     componenti costituenti i beni dismessi, che viene realizzata manualmente dagli operatori incaricati dalla
     Ditta mediante l’ausilio di strumentazioni ad uso manuale (cacciaviti, martelli, trapani ecc.). I componenti
     recuperabili vengono temporaneamente accumulati all’interno di contenitori posti nell’area c. I rifiuti a
     matrice metallica vengono successivamente depositati all’interno di contenitori a volumetria variabile
     posizionati a terra nelle aree A, B, C, E, F. I componenti non recuperabili vengono temporaneamente
     accumulati all’interno di contenitori posti nell’area d per essere inviati ad altri impianti di recupero rifiuti
     autorizzati. Mentre le componenti recuperabili possono essere inviate a seconda della loro merceologia, alle
     seguenti linee di lavorazione effettuate dalla ditta Piva Silverio srl:
     a) Cavi elettrici: saranno avviati al processo di trattamento descritto al paragrafo 5.3.3;
     b) Materiali metallici (compresi materiali assemblati quali le bobine di rame): saranno avviati ai processi di
     trattamento descritti ai paragrafi 5.3.1 e 5.3.2;
     c) Tutte le altre componenti: vengono stoccate e successivamente avviati ad impianti terzi di recupero rifiuti
     ove saranno realizzate operazioni di recupero inpiduate dall’Allegato C alla Parte IV del D.Lgs n. 152/2006
     e s.m.i.;
     Linea 5 - Trattamento dei rifiuti non pericolosi aventi codice CER 170904
     In questa linea vengono sottoposti alle operazioni di recupero R13, R12 e R4 come definito nell’allegato C
     alla parte IV del D.Lgs. 152/05 i rifiuti a matrice metallica incorporati a frammenti in calcestruzzo originati
     dalle attività di demolizione costruzione di edifici e fabbricati, a cui viene attribuito il codice CER 170904
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     “rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, persi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17
     09 03 – Limitatamente ai rottami ferrosi, metallici e affini contenenti frammenti di calcestruzzo”.
     A seguito delle procedure di verifica quali-quantitativa, i rifiuti identificati dal codice CER 170904 vengono
     stoccati all’interno delle aree A, B, C, E, F adibite all’operazione di R13 Messa in Riserva.
     Le operazioni di recupero sono analoghe a quelle descritte per le linee 1 e 2.
     I materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto (EoW) ottenuti dalle suddette operazioni, vengono
     stoccati in cumuli o all’interno di cassoni posti nelle aree numerate da “1” a “7”. Durante la lavorazione può
     verificarsi l’eventualità di produrre anche:
     - rifiuti di scarto a cui viene attribuito il codice CER 1912XX a seconda delle merceologie dello stesso, che
     vengono stoccati nell’area a in cumuli o in casoni/big bags idoneamente identificati per messo di apposita
     cartellonistica;
     - materiali ferrosi non conformi al Regolamento 333/2011, (ferro/acciaio/alluminio), al Regolamento UE
     715/2013 (rame) o non conforme a specifiche UNI e ISO per l’industria metallurgica per i rifiuti metallici non
     ferrosi, tali da essere considerati ancora rifiuti e identificati col codice CER 191202 e 191203. Essi vengono
     stoccati in cumuli, cassoni, big bags nell’area all’uopo adibita ed indentificata con la lettera b.
     Linea 6 - Trattamento dei rifiuti non pericolosi aventi codice CER 170904
     Tutti i rifiuti in ingresso all’impianto, a seguito delle procedure di verifica quali-quantitativa e di
     accertamento di assenza sorgenti radiometriche, vengono stoccati a seconda della tipologia merceologica
     nelle aree indicate nella tabella n. 2 e nell’elaborato cartografico allegato (Rif. Tav. 2 – “Stato di fatto”). Lo
     stoccaggio può avvenire in cumuli, cassoni, casse e big bags. Il rifiuto può essere depositato nell’area di
     pertinenza tramite:
     - mezzo semovente munito di benna a polipo;
     - movimentazione con carrello elevatore dei singoli cassonetti nel caso di
     conferimento dei rifiuti all’interno di imballi di piccole dimensioni;
     - scarramento del cassone nel caso di conferimento in cassoni scarrabili.
     Il rifiuto soggetto alla sola messa in riserva non viene sottoposto ad alcuna operazione di manipolazione e/o
     trasformazioni e successivamente viene ricaricato su automezzi iscritti all’Albo Nazionale Gestori
     Ambientali ed avviato ad idonei impianti terzi di recupero, regolarmente autorizzati/abilitati alle operazioni
     di recupero da R1 a R12 di cui all’Allegato C alla Parte IV del D.Lgs n. 152/2006 e smi.
                    MATERIALE CHE CESSA LA QUALIFICA DI RIFIUTO
     Dalle descritte attività di recupero dei rifiuti vengono prodotte le seguenti tipologie di materiale che cessa la
     qualifica di rifiuto ai sensi dell’art. 184 ter del D.Lgs 152/06:
     A) Ferro e acciaio conformi al punto 1 Allegato 1 al Regolamento CE n. 333/2011: attività di recupero R4
     descritta ai paragrafi 5.3.1 – 5.3.4 – 5.3.5;
     B) Alluminio conforme al punto 1 Allegato 2 al Regolamento CE n. 333/2011: attività di recupero R4 descritta
     ai paragrafi 5.3.2 – 5.3.3 - 5.3.4 – 5.3.5;
     C) materiale da impiegare nell’industria metallurgica conformi alle specifiche UNI ed Euro (stagno, zinco e
     piombo): attività di recupero R4 descritta ai paragrafi 5.3.2 – 5.3.4 – 5.3.5;
     D) Rame, ottone e bronzo conformi al punto 1 dell’Allegato 1 al Regolamento CE n. 715/2013 (rame): attività
     di recupero R4 descritta ai paragrafi 5.3.3 – 5.3.4 – 5.3.5.
     Quantitativi autorizzati
     A seguito del Provvedimento Provinciale n. 05/2015 del 13/01/15 la ditta Piva Silverio srl è autorizzata a
     gestire l’impianto secondo le seguenti capacità impiantistiche:
     · quantità massima di rifiuti in stoccaggio: 1050 ton;
     · quantità massima di rifiuti in stoccaggio:103 ton;
     · quantità massima giornaliera di rifiuti in trattamento (R12/R4): 200 ton/giorno;
     · quantità massima annua di rifiuti in trattamento (R12/R4): 62000 ton/anno

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     Stato di progetto
     Il progetto presentato prevede di apportare le seguenti modifiche:
     1) Inserimento di un nuovo macchinario finalizzato alla riduzione volumetrica dei rifiuti metallici ferrosi e
     non ferrosi in ingresso all’impianto, da utilizzarsi in alternanza alla presso-cesoia attualmente autorizzata
     dalla Provincia di Vicenza. Il macchinario di nuovo inserimento è il macinatore Modello FPR S/N-1/2016 e
     sarà destinato principalmente (ma non esclusivamente) alla riduzione volumetrica dei metalli più leggeri
     caratterizzati da strutture voluminose ma aventi ridotto peso specifico (ad esempio gli scheletri metallici dei
     RAEE di grandi dimensioni come lavatrici, lavastoviglie, provenienti da impianti di trattamento dei RAEE
     ecc.). Il funzionamento del macinatore FRP S/N-1/2016 prevede anche l’inserimento di un sistema di
     aspirazione ed abbattimento delle emissioni polverose con attivazione del camino di emissione C1;
     2) Introduzione dell’operazione ossitaglio per la riduzione volumetrica dei rifiuti;
     3) L’inserimento nella linea di trattamento dei rifiuti con codice CER 170411 “cavi persi di cui alla voce
     170410” del macchinario spelacavi di nuova dotazione presso l’impianto. L’utilizzo di tale apparecchiatura
     permetterà alla Ditta di ottimizzare le operazioni di recupero R12 e R4 già autorizzate dalla Provincia di
     Vicenza, aumentando l’efficacia ed efficienza del trattamento;
     4) Richiesta di inserimento del rifiuto pericoloso identificato dal codice CER 160104* “veicoli fuori uso” da
     sottoporre a messa in riserva (R13) e trattamento (R12 – R4) presso l’impianto. Come meglio precisato nel
     seguito il rifiuto non rientra nel campo di applicazione del D.Lgs n. 209/2003, bensì dell’art. 231 del D.Lgs n.
     152/2006 e ssmmii;
     5) Implementazione dell’attività di recupero del rifiuto identificato dal CER 160106 “veicoli fuori uso, non
     contenenti liquidi né altre componenti pericolose” attualmente autorizzato alla sola operazione di R13 Messa
     in Riserva, per il quale viene richiesta l’autorizzazione all’attività di trattamento (R12 – R4 allegato C alla
     Parte IV del D.Lgs n. 152/2006);
     6) Inserimento dell’operazione di recupero R12 dell’allegato C alla parte IV del D.Lgs. 152/06 intesa come
     accorpamento di rifiuti aventi stesso codice CER ma provenienti da produttori persi su tutti i rifiuti
     conferiti presso l’impianto;
     7) Aggiornamento del lay-out funzionale dell’impianto dovuto sia alle modifiche elencate ai punti
     precedenti sia ad una migliore gestione dell’impianto;
     Le variazioni del lay-out sono riportate nell’elaborato cartografico Tav. 03 nell’identificare le nuove aree di
     gestione dei rifiuti, sono stati assunti i medesimi criteri adottati per il riconoscimento delle attuali aree, al
     fine di consentire una chiara tracciabilità dell’organizzazione delle aree funzionali nel seguito riassunti:
     - area di stoccaggio dei rifiuti in ingresso: identificati con la lettera maiuscola (da B a L);
     - area di lavorazione: identificate da un codice formato dalla lettera A seguita da un numero (aree da A1 a
     A7);
     - area di stoccaggio delle materie EoW prodotte: identificati da un numero (aree da 1 a 9);
     - area di stoccaggio dei rifiuti prodotti: identificati da una lettera minuscola (aree da a a h, e area b1).
     In ciascuna delle aree adibite allo stoccaggio, i rifiuti vengono depositati in cumuli e/o cassoni di varie
     volumetrie o big bags. All’interno di ciascun contenitore (cassone/big-bag) o cumulo sarà presente una sola
     tipologia di rifiuto e la tracciabilità delle stesso sarà assicurata dalla presenza di idonea cartellonistica.
     Inoltre le aree di stoccaggio verranno identificate anche da apposita segnaletica orizzontale.
     La Ditta adotterà opportuni accorgimenti quali l’utilizzo di pisori semoventi (new-jersey) o di distanza
     fisica tra cumulo e cumulo al fine di impedire eventuali accidentali miscelazioni tra i cumuli di rifiuti con
     codice CER perso e/o perse caratteristiche merceologiche.
     Le modifiche proposte dalla ditta PIVA SILVERIO Srl descritte ai Capitoli precedenti, rispetto alla situazione
     impiantistica approvata dalla Provincia di Vicenza, non apportano alcuna variazione alla potenzialità
     dell’impianto, sia in termini di quantità massime stoccabili di rifiuti che di quantitativi trattabili su base
     annua e giornaliera; risulta evidente però che l’inserimento di un rifiuto classificato come pericoloso (CER

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     160104*) comporterà un incremento del massimale delle garanzie finanziarie che la ditta deve prestare ai
     sensi della D.G.R.V. n. 2721 del 29 dicembre 2014.
     Le integrazioni documentali fornite hanno adeguatamente chiarito la gestione dei materiali che cessano di
     avere la qualifica di rifiuti (MPS/EoW).

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.
                               111
                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Nella situazione “Stato di Progetto” la ditta proponente richiede il rilascio dell’autorizzazione alle emissioni
     in atmosfera (da ricomprendersi all’interno dell’Autorizzazione Unica ai sensi dell’Art. 208 del D.Lgs
     152/2006) per le seguenti attività:
     1) taglio con fiamma ossiacetilenica/ossipropanica. L’attività di ossitaglio verrà svolta in area scoperta e non
     essendo possibile convogliare le emissioni prodotte, al fine di mitigare la potenziale diffusione di polveri, la
     Ditta intende utilizzare idonei sistemi di filtrazione quali aspiratori carrellati muniti di filtri a celle in grado
     di captare le polveri e reimmettere l’aria in ambiente esterno. In aggiunta l’attività di ossitaglio presenta una
     periodicità estemporanea di esecuzione (in media circa 4 ore a settimana) e non continua;
     2) Emissioni in atmosfera legate all’attività di riduzione volumetrica del nuovo macchinario di macinazione
     dei rifiuti metallici (ferrosi e non ferrosi). Il nuovo macchinario sarà posto in area esterna; le emissioni pulve-
     rulente prodotte durante il ciclo di macinazione, mediante trasporto pneumatico generato da un elettroventi-
     latore, saranno convogliate all’esterno del macchinario, sottoposte a trattamento depurativo mediante filtro a
     maniche. E successivamente emesse in atmosfera dal camino C1, dotato di sistema di abbattimento mediante
     filtro a maniche con una portata di 2000 mc/h ed emissione di polvei in misura inferiore a 10 mg/Nmc.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     I reflui generati dall’impianto di recupero rifiuti sono i seguenti.
     1. Acque reflue assimilabili alle domestiche provenienti dai servizi igienici presenti all’interno della porzione
     di fabbricato adibito ad uffici: la Ditta possiede l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue nella rete
     fognaria acque nere, di cui al certificato di agibilità (prot. n. 1689 del 08/11/1990);
     2. Acque pluviali proveniente dai tetti vengono raccolte e convogliate tramite caditoie nella pubblica
     fognatura acque bianche. Prima dell’allacciamento con la rete fognaria le acque transitano per un pozzetto
     dotato di apertura per eventuali ispezioni e controlli.
     3. Acque meteoriche (prima pioggia) di dilavamento delle superfici scoperte pavimentate in cls e
     impermeabilizzate (superficie di circa mq 3.375) adibite alla gestione dei rifiuti e a viabilità interna: i reflui
     sono raccolti tramite un sistema di condotte e caditoie e convogliate alla linea di trattamento in continuo nel
     seguito descritta la quale si collega alla linea fognaria acque nere;
     4. Acque meteoriche (seconda pioggia) di dilavamento delle superfici scoperte pavimentate in cls e
     impermeabilizzate (superficie di circa mq 3.375) adibite alla gestione dei rifiuti e a viabilità interna: i reflui
     vengono raccolti tramite un sistema di condotte e caditoie e avviate direttamente alla rete fognaria “acque
     bianche” (transitando prima per un pozzetto di ispezione) che scarica in acque superficiali Roggia Brugnola.
                                                             Pag. 10 di 17


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     Il presente progetto non comporta variazioni sulla presente matrice.
     Per quanto concerne le acque di falda si ritiene possibile stabilire che l’impianto di recupero rifiuti della ditta
     non potrà incidere negativamente sulla qualità delle acque sotterranee in quanto la superficie funzionale
     dell’impianto di recupero rifiuti (sia nello stato di fatto che in quello di progetto) è interamente pavimentata
     ed impermeabilizzata in modo da impedire qualsiasi possibile percolazione di reflui potenzialmente
     caratterizzati dalla presenza di inquinanti. Lo stato di efficienza della pavimentazione viene garantito dalla
     ditta proponente mediante controlli quotidiani dello stato di usura della stessa.
     L'attività della ditta in oggetto rientra nell'allegato F al PTA; tutti i materiali della ditta sono esposti alle ac -
     que meteoriche e ne deriva che (art.39 comma 1) tutte le acque meteoriche devono essere trattate.
     Attualmente la ditta configura la gestione delle acque meteoriche conformemente al art. 39 c.3 (ammettendo
     che i fenomeni di contaminazione si risolvano con le acque di prima pioggia) e vanno quindi richieste inte-
     grazioni in merito alla valutazione sul dilavamento di sostanze pericolose e pregiudizievoli per l'ambiente si
     esaurisce con le acque trattate di prima pioggia. Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     L’attività di gestione rifiuti (stoccaggio, trattamento) viene realizzata sia su superficie coperta sia su
     superficie scoperta; lungo la superficie scoperta dell’impianto vengono stoccate sia il materiale che ha
     cessato la qualifica di rifiuto prodotto dall’attività di recupero rifiuti svolte presso lo stabilimento medesimo
     sia i rifiuti oggetto di trattamento.
     Tutta l’area esterna è dotata di un sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche.
     Queste caratteristiche, associate alla descrizione dell’attività di recupero, consentono di affermare quanto
     segue:
     a) La presenza di pavimentazione in c.a. di tipo impermeabile lungo tutta l’area di impianto impedisce il
     contatto diretto tra gli stessi ed il suolo e il sottosuolo sottostanti;
     b) L’attività svolta prevede lo stoccaggio e la lavorazione di rifiuti pericolosi (CER 160104*)sono in area
     coperta (capannone industriale);
     c) I rifiuti in ingresso all’impianto non portano alla produzione di effluenti liquidi;
     d) La ditta esegue un controllo periodico dello stato di usura della pavimentazione e nel caso in cui se ne
     verifichi la necessità provvede all’immediato ripristino delle condizioni di sicurezza.
     Per quanto detto è possibile affermare che l’attività svolta dalla ditta PIVA SILVERIO SRL non influisce
     negativamente sulle matrici ambientali suolo e sottosuolo.
     Sono state fornite le integrazioni richieste a riguardo dello stato di integrità delle pavimentazioni.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     Al fine di definire la compatibilità acustica dell’intervento proposto dalla ditta PIVA SILVERIO Srl si allega
     alla presente la relazione previsionale di impatto acustico redatta dal tecnico competente in acustica p.i.
     Mazzero Nicola (iscritto all’elenco dei tecnici competenti in acustica della Regione Veneto).
     Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
     non sia sufficiente viste le finalità e le problematiche emerse; l’argomento deve essere trattato relativamente
     agli impatti acustici determinati dalle attività, dalle macchine e dagli impianti dell’azienda, così come
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     richiesto dalla normativa di settore (ai sensi dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive
     norme attuative nonchè della DDG ARPAV n. 3 del 29/01/2008). Di seguito:
     - Manca la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame. Si chiedono quindi,
     delle indicazione riferibili sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di trasporto del
     materiale in ingresso e in uscita dal lotto e sulle emissioni di traffico indotto (leggero e pesante) prodotte
     dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi –
     soprattutto pesanti – dell’attività. Si tengano presenti i limiti – indicandoli nella documentazione – della
     classificazione delle infrastrutture stradali come da normativa specifica che saranno confrontati con i livelli
     di emissione prodotti dal traffico indotto dell’attività.
     - Da normative vigenti, dati/valori con più di tre anni sono da considerarsi non attendibili a causa del
     carattere di vetustà che essi assumono. Si ritiene opportuna la verifica con rilievo fonometrico, dei livelli di
     rumore prodotti, scorporati (eventualmente anche dalle emissioni stradali) da eventi anomali o non
     attribuibili alle emissioni sonore delle attività e macchine/impianti dell’azienda indagata, anche con verifica
     tramite LeqA orari minimi e livelli percentili - L95.
     Inoltre i dati di cui sopra devono avere carattere di riferibilità, a riguardo si chiede di integrare – laddove
     non è possibile è opportuno produrre una verifica fonometrica atta alla caratterizzazione delle emissioni
     della specifica sorgente - le informazioni con schede tecniche e certificazioni. Si fa presente che il documento
     di valutazione di impatto acustico deve sempre riportare adeguate storie temporali con i tracciati
     fonometrici dei rilievi effettuati e con le analisi del dato più opportune.
     - Nella Documentazione Previsionale di Impatto Acustico, per la verifica dei livelli di rumore degli impianti
     di progetto manca il confronto – come sommatoria degli effetti – con i limiti di immissione nei punti valutati
     da R1 a R6. Inoltre per la futura attività di taglio (come per tutte le attività e impianti da verificarsi) la
     caratterizzazione dei livelli di rumore deve avvenire tramite dati riferibili e completi anche di informazioni
     relative ai tempi di funzionamento giornalieri.
     Si riscontrano manifeste e potenziali criticità, relative al limite di emissione, in alcuni punti di verifica del
     monitoraggio condotto nel 2008 e proposto come dato di analisi delle emissioni di rumore prodotte da
     impianti-macchinari e attività della ditta allo stato attuale; a riguardo in seguito a verifica con monitoraggio
     così come sopra indicato, di fronte alla presenza di criticità si indica fin d’ora di predisporre un piano di
     mitigazione che riporti indicazioni riferibili sui meccanismi che saranno messi in opera e sulle ricadute
     acustiche attese. Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     L’area si trova vicino ad una centrale di trasformazione e sotto a tre linee elettriche Alta Tensione (AT) a 132
     kV. Nelle vicinanze è presente una ulteriore linea AT a 132 kV e la linea AT 380 kV
     L’insediamento ricade interamente nella Distanza di Prima Approssimazione (DPA) degli elettrodotti
     (vedasi mappa allegata).
     Nel progetto sono presenti delle aree di stoccaggio e delle aree di lavorazione che hanno subito delle
     variazioni rispetto allo stato di fatto; deve essere esplicitata la durata della permanenza dell’operatore nelle
     aree di stoccaggio.
     Nelle aree di lavorazione, in particolare mi riferisco alle aree di lavorazioni A1 (utilizzo ossitaglio), A6
     (nuovo trituratore), A5 e A3 (area recupero cavi) è prevista la presenza dell’operatore e deve essere
     specificata la durata di tale presenza.
     Si precisa che per tutte le aree di lavorazione deve essere comunque specificata la durata della permanenza
     del lavoratore per poter applicare il relativo valore da rispettare.
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     Una volta definite le varie permanenze si dovrà procedere alla verifica del rispetto del relativo valore di
     riferimento:
     - se la permanenza è non prolungata deve essere verificato il rispetto dei 100 microTesla tramite misure;
     - se la permanenza è prolungata senza variazione di lay-out (permanenza prolungata nella stessa area dello
     stato di fatto) deve essere verificato il rispetto dei 10 microTesla tramite misure (vedasi anche relazione
     ARPAV del 2009).
     Se la permanenza è prolungata e c’è variazione di lay-out (permanenza prolungata in area persa dello
     stato di fatto) deve essere verificato il rispetto dei 3 microTesla tramite valutazione della Fascia di rispetto da
     richiedere al/ai Gestori delle linee AT.
     La documentazione fornita ha adeguatamente chiarito la gestione alla problematica connessa alla presenza
     di sorgenti significative di campi elettromagnetici.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Nella documentazione presentata non si riscontrano dati/informazioni specifiche in merito.
     Per tale aspetto, comunque, non sono attese modifiche rispetto alla situazione esistente.
     La definizione della questione relativa al vincolo paesaggistico è in fase di confronto con il Comune di San-
     drigo.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     La viabilità di accesso all’impianto di recupero rifiuti della ditta PIVA SILVERIO Srl si presenta idonea
     all’insediamento dell’impianto, presentando doppia carreggiata con ampiezza di 7 m circa per ciascun senso
     di marcia; via Galvani è direttamente collegata con la SP 248 Schiavonesca-Marosticana che collega Vicenza a
     Nervesa della Battaglia, attraversando la zona pedemontana che va dal capoluogo berico al Montello.
     In direzione SUD la SP 248 collega la zona industriale di Sandrigo direttamente con l’ingresso di “Dueville”
     dell’Autostrada Valdastico A31, come illustrato nell’immagine seguente.
     La modifica impiantistica proposta non apporta modifiche alla potenzialità impiantistica rispetto allo stato
     di fatto autorizzato e pertanto non si prevede un aumento del traffico veicolare indotto.
     Attualmente la potenzialità dell’impianto approvata dalla Provincia di Vicenza è la seguente:
     - quantità massima di rifiuti in stoccaggio: 1050 ton;
     - quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività): 103 ton;
     - quantità massima di rifiuti in trattamento (operazioni R12/R4): 200 ton/die e 62.000 ton/anno.
     Considerando una quantità media di 10.000 ton di rifiuti in ingresso (dato medio calcolato dalle ultime
     dichiarazioni MUD), 264 giorni lavorativi all’anno e una portata media in ingresso di 15 ton/veicolo ed una
     portata media in uscita di 25 ton/veicolo, le potenzialità indicate determinano un numero medio giornaliero
     di mezzi attualmente transitanti in ingresso/uscita pari a: [(10.000/15) + (10.000/25)]= 3+2= 5 automezzi.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


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     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     L’impianto di recupero rifiuti oggetto di valutazione si inserisce in un’area già fortemente caratterizzata
     dalla presenza di impatto antropico, in quanto è collocato all’interno di un’area industriale con presenza di
     numerosi stabilimenti, tra i quali una discarica in gestione “post mortem” e degli impianti di recupero di
     rifiuti. Inoltre, nel contesto sommariamente descritto, per
     · le limitate dimensioni dell’impianto;
     · per la presenza di emissioni in atmosfera conformi ai limiti emissivi
     previsti dalla normativa nazionale;
     · per la presenza di scarichi di acque reflue industriali in acqua
     superficiale non impattanti nelle matrici suolo e sottosuolo;
     · per la presenza dei presidi ambientali più volte descritti,
     si ritiene che le influenze dell’impianto sull’ecosistema saranno praticamente nulle e sicuramente
     trascurabili.
     Il livello di approfondimento delle indagini faunistica e floristica è stato regolato in modo tale da reperire
     informazioni relative esclusivamente agli organismi viventi più comuni nell’area e per i quali siano state
     segnalate emergenze di estinzione o per le quali la specifica attività proposta dalla ditta PIVA SILVERIO Srl
     possa arrecare danno diretto. Infatti per quanto concerne la flora e la fauna l’indagine è stata diretta alla
     inpiduazione di emergenze floristiche e faunistiche (reperibili in letteratura) nel territorio circostante l’area
     di intervento. Sia l’analisi faunistica che quella floristica sono state condotte solamente attraverso ricerche
     bibliografiche. (“Atlante floristico della Provincia di Vicenza”, “Atlante dei Mammiferi del Veneto”, “De
     Agostini A., Tormen N., Guidolin L., 2008 – Dati sui micromammiferi della Pianura Vicentina”).
     Dalla valutazione complessiva dell’habitat della zona adiacente l’area di intervento, dai risultati emersi dalla
     ricerca pocanzi descritta (nessuna emergenza floristica rilevata nell’immediato intorno dell’impianto), dalla
     valutazione dell’attività svolta dall’impianto e della sua ridotta potenzialità (espressa in termini quantitativi
     di materiali lavorati e movimentati), è possibile asserire che l’attività di recupero potenzialmente non crea
     danno all’ecosistema, alla flora ed alla fauna circostanti.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     L’intervento proposto non comporterà rischi stimabili per la salute pubblica, né per gli addetti, né tanto
     meno per la popolazione che vive e lavora nei dintorni dell’impianto di trattamento.
     In ogni caso, i rischi sanitari dovuti alle attività progettate non saranno significativamente superiori rispetto
     a quelli derivanti dalle normali attività di un insediamento artigianale/industriale di ridotte dimensioni.
     Al contrario, essendo sottoposto ad una rigida procedura di approvazione, collaudo, autorizzazione
     all’esercizio e successivo controllo sulla gestione da parte degli organi competenti, l’impianto dovrà
     puntualmente rispettare le normative in materia ambientale, di sicurezza e di tutela dalla salute pubblica, in
     funzione delle quali è stato progettato e sarà realizzato.
     In relazione a quanto stabilito dal D.P.R. n. 151/2011 recante “Regolamento di semplificazione della
     disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’art. 49, comma 4-quater del D.L.
     31.05.2010 n. 78, convertito, con modificazione, dalla Legge 30.07.2010 n. 122” e relativamente alle tipologie
     di rifiuti oggetto dell’attività di recupero proposta dalla ditta PIVA SILVERIO Srl, emerge che l’impianto
     non è assoggettato all’obbligo di ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi.
     La Ditta è in possesso di apposito Certificato di Prevenzione Incendi rinnovato in data 22/03/13 relativo alla
     conformità alla normativa antincendi del “distributore di carburante a uso privato” di cui all’attività n.13
     definita dal DPR 151/2011, presente presso l’impianto.
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     Ne consegue che a seguito dell’inserimento di un nuovo gruppo elettrogeno per l’alimentazione del
     macchinario di macinazione, la Ditta dovrà acquisire un nuovo Certificato di Prevenzione Incendi..

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                  VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                              CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
     tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
     finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
     monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
     concernenti l’inquinamento acustico ed allo scarico dei reflui.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                          Tutto ciò premesso si esprime
                           PARERE FAVOREVOLE
               al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
     1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
     dell’attività, in particolare per quanto riguarda lo scarico dei reflui e la gestione/recupero dei rifiuti,
     provvedendo ad implementare nel progetto definitivo le prescrizioni di cui ai punti 2, 3, 4 e 5.
     2) Lo scarico delle acque di prima pioggia nella fognatura gestita da Acque Vicentine spa dovrà rispettare le
     seguenti prescrizioni:
     a) limiti tabellari: Tab. 1 dell’All. B (colonna scarico in rete fognaria), delle Norme Tecniche di Attuazione
     del Piano di Tutela delle Acque approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n° 107 del 05.11.2009;
     b) le acque meteoriche di prima pioggia dovranno essere scaricate in pubblica fognatura con una portata
     massima di 3 m3/h ed un tempo di ritardo di almeno 8 ore dal termine dell’ultimo evento piovoso. Lo
     svuotamento delle vasche di prima pioggia dovrà comunque essere sempre garantito ad ogni evento piovoso;
     c) con cadenza almeno annuale dovrà essere effettuata un’analisi chimica dello scarico delle acque reflue di
     prima pioggia, per i seguenti parametri: pH, COD, solidi sospesi totali, conducibilità elettrica, potenziale
     redox, ferro, nichel, rame, zinco, piombo, alluminio, idrocarburi totali, grassi e olii animali e vegetali. Entro

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     quindici giorni dalla data della refertazione l’analisi chimica dovrà essere trasmessa agli uffici di Acque
     Vicentine S.p.A.;
     d) in caso di manutenzione, sostituzione, malfunzionamento o impossibilità di lettura del misuratore allo
     scarico, la ditta dovrà contattare gli uffici di Acque Vicentine S.p.A., almeno 2 (due) giorni lavorativi prima
     di intervenire per la sostituzione e/o ripristino della strumentazione;
     e) a seguente strumentazione, già installata, dovrà essere mantenuta in buono stato e periodicamente
     verificata e manutentata:
     - il contaore installato sulla pompa di rilancio, per lo svuotamento della vasca di accumulo;
     - il sensore visivo e/o acustico per la segnalazione in caso di rottura/blocco della pompa di sollevamento;
     - il sensore di pioggia, il quale dovrà essere mantenuto esposto direttamente agli agenti atmosferici e dovrà
     essere di tipo termo riscaldato o equivalente, al fine di evitare false segnalazioni dovute ad eventi persi da
     quello piovoso (nebbia, ghiaccio, condensa).
     Le evidenze delle operazioni di verifica e manutenzione dovranno essere organizzate e gestite quali
     informazioni documentate.
     3) Lo scarico delle acque di seconda pioggia dovrà rispettare le seguenti prescrizioni:
     a) limiti tabellari: Tab. 1 dell’All. B (colonna scarico in acque superficiali), delle Norme Tecniche di
     Attuazione del Piano di Tutela delle Acque approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n° 107 del
     05.11.2009;
     b) con cadenza almeno annuale dovrà essere effettuata un’analisi chimica delle acque reflue di seconda
     pioggia se possibile in coincidenza e con le stesse modalità del precedente punto 2) lettera c) relativamente ai
     seguenti parametri: pH, COD, solidi sospesi totali, ferro, nichel, rame, zinco, piombo, alluminio,
     idrocarburi totali, grassi e olii animali e vegetali. I relativi rapporti di prova sono conservati quali evidenze
     che i fenomeni di dilavamento si esauriscono con le acque di prima pioggia.
     4) L’impianto di depurazione chimico-fisico, dovrà essere costantemente gestito in modo tale da garantire
     nel tempo l’efficienza di trattamento prevista in progetto e i relativi limiti normativi.
     5) In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
     verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
     triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto:
     - le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
     di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate
     con congruo preavviso ad Arpav;
     - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
     specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
     saranno stati comunicati i risultati delle analisi;
     - si prescrive, altresì, di mantenere di tenere le porte, i portoni e le finestre del capannone sede dell’attività
     sempre ben chiusi;
     - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
     Previsionale di Impatto Acustico.




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     6) In relazione all’impatto da agenti fisici, in tutte le aree dell’impianto la presenza massima dell’operatore
     non potrà superare le 4 ore nell’arco della giornata; variazioni in tal senso dovranno essere preventivamente
     concordate con il Servizio P.I.S.A.L.
     7) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
     addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
     sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione
     della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio .


     Vicenza, 05 luglio 2017

       F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri




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