Determina dirigenziale comprensiva di parere VIA
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 659 DEL 05/10/2015
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S.M.E I. -
MODIFICA IMPIANTO DI STOCCAGGIO RIFIUTI COSTITUITI DA IMBALLI CON
INSERIMENTO LINEA DI TRATTAMENTO RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI E NON
PERICOLOSI COSTITUITI DA IMBALLAGGI DI PLASTICA
DITTA: SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L. - LOCALIZZAZIONE INTERVENTO:
COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE, VIA CAL DEL GUÀ N° 63
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 25/05/15 , prot. n. 35425, da parte della
ditta SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L. , con sede legale in Via Nuova Francesca n. 15 in
Comune di SANTA CROCE SULL'ARNO (PI), relativa alla “Modifica impianto di stoccaggio
rifiuti costituiti da imballi con inserimento linea di trattamento rifiuti speciali pericolosi e non
pericolosi costituiti da imballaggi di plastica”, nel sito di Via Cal del Guà n° 63 , in Comune di
Montecchio Maggiore;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto
7. progetti di infrastrutture, lettera z.a) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti
pericolosi,mediante operazioni di cui all'allegato B, lettere D2, D8 e da D13 a D15, ed all'allegato
C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” ; z.b)
“Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacita' complessiva
superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9 della parte
quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” dell'allegato IV della parte seconda del D.Lgs.
152/2006 e s.m.e i.;
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Tenuto conto che la verifica per tali impianti di recupero risulta tra le competenze
inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue successive modifiche ed
integrazioni, e che con D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 la Giunta regionale ha fornito e confermato
gli indirizzi applicativi in materia di valutazione d'impatto ambientale e di coordinamento tra le
proprie disposizioni e le normative nazionali emanate successivamente, confermando la suddetta
competenza provinciale anche con riferimento alla tipologia degli interventi, come inpiduati negli
allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della
procedura di verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la
pubblicazione sul sito web della Provincia in data 10/06/2015 ;
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il
progetto non abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla
procedura di valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se
il progetto ha possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli
articoli da 21 a 28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Dato atto che la Commissione Provinciale VIA, nella seduta del giorno 30/09/2015,
ha disposto l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel
parere n. 20/2015 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali
e monitorare nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
l'autorizzazione dell'intervento;
Vista l’istruttoria della Commissione VIA conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica
prevista dal succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di
competenza della Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80
(ID PROC 45);
Vista la Legge Regionale n. 10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di
Valutazione di Impatto Ambientale” e s.m.i. e la successiva D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013
"Adeguamento alla sopravvenuta normativa nazionale e regionale delle disposizioni applicative
concernenti le procedure di valutazione di impatto ambientale di cui alla Dgr n.1539 del 27
settembre 2011 e sua contestuale revoca”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.10 del 19/02/2015, con la quale è
stato approvato il Bilancio di Previsione 2015 e Pluriennale 2015-2017;
Visto il Decreto Presidenziale n. 33 del 17/03/2015 con il quale è stato approvato il
Piano Esecutivo di Gestione anno 2015;
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DETERMINA
1. che il progetto della ditta SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L. , con sede legale in Via
Nuova Francesca n. 15, nel comune di SANTA CROCE SULL'ARNO, relativo alla
“Modifica impianto di stoccaggio rifiuti costituiti da imballi con inserimento linea di
trattamento rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi costituiti da imballaggi di plastica”
situato in comune di Montecchio Maggiore, Via Cal del Guà n° 63, è escluso dalla
procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R.
10/99 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere n. 20/2015 allegato alla presente
determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta SCUTARO VINCENZO & FIGLIO
S.R.L., al Comune di Montecchio Maggiore, all'ARPAV, all'Ulss n.5, allo studio di
progettazione ed al Settore Ambiente della Provincia;
5. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 05/10/2015
Sottoscritta dal Dirigente
(FERRETTI MARIA PIA)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 06/10/2015.
Vicenza, 06/10/2015
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(PADOVAN ALESSANDRA)
con firma digitale
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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L.
PARERE N. 20/2015
Oggetto: Modifica impianto di stoccaggio rifiuti costituiti da imballi con inserimento linea di trattamento
rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi costituiti da imballaggi di plastica.
PROPONENTE: SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L.
SEDE LEGALE: Santa Croce sull'Arno (PI) - via Nuova Francesca n. 15
SEDE INTERVENTO: Montecchio Maggiore - via Cal del Guà n. 63
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture:
z.a) Impianti di recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui
all'allegato C, lettere da R2 a R9;
z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato
C, lettere da R1 a R9.
COMUNE INTERESSATO: Montecchio Maggiore
DATA DOMANDA: 25 maggio 2015
DATA PUBBLICAZIONE: 10 giugno 2015
DATA INTEGRAZIONI: 07 settembre 2015
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATIPRESENTATA:
- Elaborato 1 Relazione tecnico-descrittiva
- Elaborato 2 Studio Preliminare.ambientale
- Elaborato 3 Relazione tecnico-esplicativa
- Elaborato 4 Valutazione impatto acustico
- Elaborato 5 Indagine geologica del sito
- Elaborato 6 Piano di sicurezza ai sensi dell'art. 22 comma 2 lettera d. della LR 3/2000
- Elaborato 7 Piano di ripristino
- Elaborato 8 Relazione impianto di lavaggio
- Elaborato 9 Esenzione da CPI.
DOCUMENTAZIONE TECNICA ULTERIORE (integrazioni):
- 1 Relazione tecnica comprensiva delle integrazioni richieste;
- 2 Relazione tecnica revisionale di impatto acustico.
PREMESSE
La ditta Scutaro Vincenzo & Figlio s.r.l., con sede in Comune di Santa Croce sull’Arno (PI) in via N. France-
sca 15, opera nel settore del ritiro, recupero e vendita del prodotto ricondizionati degli imballaggi industriali
quali cisterne in plastica, fusti e imballaggi di vario genere.
La ditta svolge attualmente l’attività di messa in riserva e selezione di imballaggi industriali (rifiuti speciali
pericolosi e non pericolosi) nel sito operativo di Montecchio Maggiore (VI) in via Cal del Guà 63, dove inten -
de attivare un impianto di triturazione e lavaggio dei fusti in plastica per l’ottenimento di Materia Prima Se-
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conda (MPS), del tutto simile e con le stesse finalità dell’impianto in funzione presso la sede di Santa Croce
sull’Arno (PI).
L’esigenza di attivare il nuovo impianto deriva dal proposito di completare l’attuale ciclo di recupero, otti-
mizzare la gestione dal punto di vista logistico e poter fornire un più ampio servizio ai clienti.
Trattasi di un nuovo impianto finalizzato al recupero di rifiuti speciali (fusti di plastica) anche pericolosi,
operazioni riconducibili alla categoria R3 “Riciclo/recupero di sostanze organiche non utilizzate come sol-
venti”
L’impianto di recupero rifiuti speciali pericolosi sarà installato all’interno del fabbricato aziendale, attual-
mente autorizzato per l’attività di messa in riserva, utilizzando una porzione dei locali interni.
UBICAZIONE
Il sito aziendale è ubicato all’interno della zona produttiva di Montecchio Maggiore, classificata come Zona
Territoriale Omogenea D1 dallo strumento urbanistico vigente comunale, destinata ad insediamenti di edifi-
ci e complessi produttivi, appartenenti ai rami di attività economica delle industrie.
L’immobile aziendale ricade ad una quota di circa 66 m s.l.m., e risulta direttamente confinante con:
• a Sud e Ovest con un’azienda per la produzione di prodotti per la cura, la pulizia e la protezione della pel-
le, del tessuto e del legno
• a Est con un’azienda che opera nel settore della meccanica di precisione e nello stampaggio delle materie
plastiche
• a Nord con via Cal del Guà oltre la quale sono presenti due abitazioni.
L’area industriale è direttamente servita dalla S.P. 246 “Recoaro”, che attraversa il territorio amministrativo
di Montecchio Maggiore da Sud-Est a Nord-Ovest sulla direttrice Vicenza – Montecchio Maggiore - Valda-
gno – Recoaro, direttamente connessa all’autostrada A4.
Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio del Comune di Montecchio Maggiore (P.A.T.);
• Piano degli Interventi del Comune di Montecchio Maggiore (P.I.);
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani e Speciali;
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque.
In relazione al presente quadro di riferimento, si rileva come la criticità evidenziata in modo diffuso sia in
relazione al fatto che l’impianto ricade all’interno della fascia di ricarica degli acquiferi, cioè in zona nella
quale avere un elevato grado di tutela ed, in questo senso, le caratteristiche edilizie del fabbricato e le
soluzioni tecniche adottate, consentono di escludere possibili interferenze nei confronti del sistema idrico
superficiale e sottosuperficiale.
Le integrazioni fornite, con particolare riferimento al nuovo piano regionale sulla gestione dei rifiuti speciali,
portano a non ravvisare la presenza di particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici
sull'ambiente determinati dall’intervento. Si reputa comunque opportuno raccomandare, che in fase di
presentazione del progetto per il rilascio dell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti venga compiutamente
definito il quadro progettuale in relazione a quanto previsto dall’art.16 comma 3 del predetto piano
(modifica sostanziale).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
La ditta Scutaro Vincenzo & Figlio S.R.L. opera nel settore del recupero e selezione di imballi pericolosi e
non, con un’impianto per il lavaggio e la rigenerazione di fusti in plastica, metallo e cisternette di recupero
nonché stoccaggio con operazioni di messa in riserva R13 ed eventuale selezione R12..
Questo centro di stoccaggio è autorizzato in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs 152/06 con
provvedimento N. 150/Suolo Rifiuti/2011 del 21/10/2011, Prot. N. 74391/AMB.
La Ditta ha in previsione di integrare il ciclo di recupero con l’operazione R3, costituita da attività di tritura-
zione e lavaggio degli imballi in plastica pericolosi (CER 150110*) e non pericolosi (CER 150102) con produ -
zione di Materia Prima Seconda (MPS); il nuovo impianto di progetto è un dispositivo di triturazione e la -
vaggio con potenzialità di 300 kg/h, con una capacità di trattamento R3 stimata di 2.5 t./g pari a 500 t./anno,
dove vengono trattati con riduzione volumetrica gli imballi in plastica che contenevano sostanze pericolose e
non con successiva produzione di MPS.
Il quantitativo massimo di rifiuti attualmente autorizzato è pari:
a) R13 rifiuti non pericolosi 11.5 t., di cui 0.1 t. di rifiuti prodotti dall’attività;
b) R13 rifiuti pericolosi 7.6 t., di cui 0.1 t. di rifiuti prodotti dall’attività;
c) R13 rifiuti in ingresso all’impianto 19 t./giorno (1000 t./anno).
Il nuovo impianto di triturazione e lavaggio permetterà di trattare anche ulteriori rifiuti, con dati che ascen -
dono a:
a) R13 rifiuti non pericolosi 10.7 t., di cui 2 t. di rifiuti prodotti dall’attività;
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b) R13 rifiuti pericolosi 38.1 t., di cui 30.1 t. di rifiuti prodotti dall’attività;
c) Rifiuti in ingresso all’impianto 19 t./giorno con un massimo di 1700 t./anno;
d) Rifiuti trattati in R3 2.4 t./giorno pari a 500 t./anno.
I codici CER dei rifiuti in entrata sono i seguenti :
Il capannone in oggetto sorge in un lotto di 1017 mq coperti di cui circa 500 utilizzati dalla ditta Scutaro s.r.l.
per l’attività in questione, recupero e messa in riserva dei rifiuti, è presente un blocco uffici al piano rialzato
e un abitazione al piano primo di circa 140 mq. come pertinenza della ditta. L’area interna al capannone ha
un cordolo in cemento di contenimento, posizionato sul portone di ingresso, il tutto a garantire il conteni -
mento delle acque di eventuale spegnimento, che saranno convogliate in un pozzetto predisposto allo scopo.
Il cordolo e la pavimentazione impermeabile consentono un volume di raccolta di circa 35 mc. che può fun-
gere da bacino di contenimento per il serbatoio di stoccaggio di 30 mc. delle acque di lavaggio del nuovo tri -
turatore.
Il piazzale esterno della ditta è adibito a transito e posteggio ed è completamente pavimentato in conglome-
rato bituminoso, qui sarà effettuato lo stoccaggio di MPS costituita da plastica conforme alle specifiche Uni-
PLAST e UNI 10667. lo stoccaggio avverrà in sacconi di plastica chiusi e incappucciati. L’area di pertinenza
esterna è recintata da muretti in calcestruzzo armato e recinzioni in metallo.
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Pianta piano terra Stato di Fatto
Pianta piano terra Stato di Progetto
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
L’attività attuale riguarda unicamente la gestione degli imballaggi mediante messa in riserva ed eventuale
selezione, che prevede l’arrivo degli imballi, fasi di carico e scarico dei contenitori da trattare, che vengono
mantenuti in posizione eretta, in modo da evitare eventuali sversamenti di residui contenuti all’interno dei
recipienti; gli imballaggi, previa verifica manuale della conformità del materiale da trattare, vengono accata-
stati nel capannone in appositi spazi in modo regolare. L’accatastamento è effettuato con muletto a gasolio o
manualmente
L’attività in questione prevede che tutte le lavorazioni e il deposito e messa in riserva del materiale vengano
svolte all’interno del capannone, su superficie pavimentata in cemento, così sarà per la prevista operazione
di triturazione e lavaggio del materiale.
Lo schema a blocchi riportato di seguito evidenzia e comprende invece le operazioni previste dal progetto.
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La futura attività di recupero R3 degli imballi in plastica non rigenerabili verrà affettuata con trituratore col -
legato ad impianto di lavaggio a circuito chiuso; le acque di lavaggio verranno poi stoccate in un nuovo ser -
batoio verticale da 30 mc.
Il principio di funzionamento è una triturazione con lavaggio ed un secondo trattamento in centrifuga con
lavaggio ai fini della rimozione dei contenuti residui dell’imballo costituiti principalmente da residui di eti-
chette e solidi (separati poi per filtrazione e sedimentazione) e da sostanze solubili. L’acqua agisce con azio -
ne sia meccanica per l’asportazione delle parti solide e sia per solubilizzare residui solubili; sono previsti
due lavaggi relativi il primo alla effettiva asportazione e il secondo per il lavaggio finale della plastica dai re-
sidui di lavaggio del primo stadio.
Il processo è costituito da:
‐ Riduzione volumetrica iniziale con trituratore;
‐ Triturazione finale mediante mulino con primo lavaggio della plastica in mulino a lame per l’ottenimento
di scaglie secondo le specifiche UNI richieste (18 mm);
‐ Lavaggio finale della plastica ottenuta con centrifuga. La plastica finale avrà un contenuto massimo del 3 %
di umidità e risulta conforme alle specifiche UNI 10667;
‐ Trattamenti delle acque di lavaggio di separazione meccanica per le acque utilizzate nel mulino e nella cen -
trifuga.
Le fasi su indicate sono sequenziali con trasportatori interni di collegamento delle varie fasi e sono comanda-
te da un sistema di controllo automatico.
Le acque utilizzate nel mulino e nella centrifuga sono poste in ricircolo previo trattamento di filtrazione in
vibrovaglio.
Ogni ciclo dell’acqua (uno del mulino ed uno del vibrovaglio) è formato da :
‐ Vasca di raccolta delle acque (per caduta dopo il lavaggio) con pompa di rilancio al vibrovaglio;
‐ Vibrovaglio per la separazione delle carte, polveri grossolane; il rifiuto prodotto dalla separazione viene
raccolto in automatico in un contenitore con una produzione di circa 50 Kg ogni 5000 Kg di materiale lavora -
to. Il rifiuto prodotto viene classificato come 191212 e risulta non pericoloso;
‐ Vasca di raccolta con setto di separazione (per la separazione di corpi pesanti) da 5 mc con pompa da 10
mc/h di alimentazione al macchinario (mulino o centrifuga).
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Per migliorare l’azione di lavaggio l’acqua del mulino viene addizionata con una decina di litri di soda al
30%.
A fine ciclo di utilizzo dell’acqua (stimato di 80‐100 ore) avviene la sostituzione: l’acqua del mulino, più
sporca, viene spostata in un serbatoio per essere poi smaltita come rifiuto, l’acqua di risulta viene raccolta in
un silos da 30 mc posto all’interno e gestito come rifiuto liquido pericoloso (CER 161001* - corrosivo per il
contenuto residuo di soda).
L’acqua della centrifuga, meno sporca, viene trasferita nel serbatoio di alimentazione del mulino per essere
riutilizzata e viene rimpiazzata con acqua di rete con un consumo stimato di circa 5 mc a ciclo dell’acqua (80‐
100 ore); il consumo di acqua specifico viene stimato in 0,15‐0,2 lit/Kg di prodotto lavato.
Tutto l’impianto sarà automatizzato e sarà posto all’interno di un box per il contenimento del rumore con
una apertura con la bocca di alimentazione, che avviene manualmente, e con l’uscita del materiale a mezzo
coclea con inserimento in un saccone.
Le dimensioni del box sono 8 x 4,50 in pianta e 8,50 metri di altezza pari ad un volume di 306 mc; il box è do -
tato di porte per la manutenzione dell’impianto e periodicamente (una volta al giorno prima di iniziare l’atti-
vità e a macchine spente ed inattive) l’operatore entra nel box per un controllo e per asportare eventualmente
i rifiuti solidi prodotti.
La plastica macinata che fuoriesce mediante coclea, confluisce ad un saccone da circa 2 mc (peso stimato
800/900 KG.) che poi verrà chiuso, munito di cuffia contro le intemperie e stoccato all’esterno.
L’impianto è asservito da una aspirazione del locale con funzione di bonificare l’ambiente di lavoro e per -
mettere un ricambio d’aria necessario ai motori presenti con una aspirazione localizzata sopra il primo tritu-
ratore (anche a protezione dell’operatore). Si prevede l’installazione di un sistema di aspirazione con una
portata stimata di 3.000 mc/h pari ad un ricambio d’aria sul box di 10, ma non si prevede l’emissione signifi-
cativa di polveri in quanto la principale lavorazione di triturazione avviene ad umido.
L’impianto è in grado di trattare fustini e taniche in plastica di capacità fino a 200 litri di materiale HDPE i ri-
fiuti trattabili sono imballaggi in plastica identificabili con i codici CER 150102 e 150110* costituiti da fusti in
plastica.
Sotto tutto l’impianto è previsto un bacino di contenimento con opportune pendenze per la raccolta di even-
tuali spanti da inviare poi al silos di stoccaggio.
Schema Impianto di Lavaggio e Trituratore
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Il quadro progettuale risulta ben delineato e sufficientemente esaustivo; le integrazioni fornite, con particola-
re riferimento a taluni specifici approfondimenti riguardanti la rete di raccolta delle acque meteoriche di di -
lavamento, l’opportunità di dotare di uno sfiato il silos di raccolta delle acque di lavaggio e la possibilità di
definire proceduralmente l’operazione di selezione dei fusti da inviare al trattamento di lavaggio e macina-
zione, portano a non ravvisare la presenza di particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e signifi-
catici sull'ambiente determinati dall’intervento. Si reputa comunque opportuno raccomandare, che in fase di
presentazione del progetto per il rilascio dell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti venga compiutamente
definito il quadro progettuale in relazione a quanto previsto dall’art.16 comma 3 del predetto piano (modifi -
ca sostanziale).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
L’attività attuale non comporta la produzione di emissioni in atmosfera, e inoltre il nuovo impianto di tritu-
razione e lavaggio per la specifica attività R3 “non determina fonti di emissione in atmosfera convogliate o
diffuse, in quanto il processo avviene “ad umido” grazie al riciclo dell’acqua di lavaggio”.
L’aspirazione prevista per il nuovo box può essere qualificata come semplice ricambio d’aria, senza pertanto
presenza di significative emissioni gassose.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il nuovo impianto di triturazione e lavaggio comporta la produzione di acque di lavaggio di processo; le ac-
que di processo (impianto di triturazione e di lavaggio) saranno tuttavia gestite come rifiuto e non come sca -
rico idrico.
All’esterno del capannone si svolgerà lo stoccaggio di MPS costituita da plastica conforme alle specifiche
UniPLAST e UNI 10667, ma non è prevista la raccolta delle acque di prima pioggia in quanto non si effettue-
ranno lavorazioni o stoccaggi di rifiuti all’esterno del capannone e i materiali sono adeguatamente coperti in
modo tale da evitare il dilavamento atmosferico; sono altresì esclusi dilavamenti anche occasionali di sostan-
ze pregiudizievoli per l’ambiente.
L’area esterna utilizzata per il posteggio auto, passaggio dei mezzi conferenti e stoccaggio MPS, ammonta a
circa 1150 mq (inferiore a 2000 mq) e non rientra nell’ambito di applicazione dell’art. 39 del PTA della Regio -
ne Veneto.
Gli scarichi idrici della ditta si possono sudpidere tra:
‐ scarichi dei servizi igienici;
‐ acque meteoriche dell’area esterna;
La zona è servita da fognatura nera comunale e gli scarichi civili dei servizi igienici sono collegati in fognatu-
ra.
Le acque meteoriche sono costituite dalle acque provenienti dalla copertura e dal piazzale antistante il ca-
pannone pavimentato con conglomerato bituminoso. Il piazzale è in pendenza verso il cancello di accesso.
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Le acque sono raccolte in una caditoia posta in prossimità del cancello e collegate alla fognatura delle acque
bianche posta sulla strada.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Il sito si localizza in area pianeggiante con quota assoluta intorno a 70 m slm, costituita da depositi quater-
nari di materiali sciolti.
Si tratta, in prevalenza, di materiali ghiaiosi ad elevata permeabilità, sedimentati a formare una coltre di
spessore di svariate decine di metri dal piano di campagna.
Localmente si possono rilevare strati impermeabili argillosi intorno a 20 m da p.c. di potenza metrica: a se -
guire tuttavia prevale il materiale ghiaioso fino a oltre 70 metri da p.c..
La circolazione idrica sotterranea si relaziona con le dispersioni dei corsi d'acqua superficiali (T. Agno) e con
le precipitazioni efficaci, che in tutta l'area di alta pianura sono in grado di ricaricare la falda.
La tavola d'acqua soggiace mediamente oltre 10-15 m rispetto al piano di campagna e manifesta una oscilla -
zione media annua dell'ordine di anche 6-7 m.
Sono stati analizzati per gli aspetti riferibili alle matrici suolo - sottosuolo ed acque sotterrane gli elaborati
trasmessi all'Ufficio, rilevando che essi contengono gli elementi minimi sufficienti per una valutazione tema-
tica.
In ordine alla istanza specifica del proponente si evidenzia che:
- la domanda attiene l'attivazione di un'attività di recupero completamente all'interno di in un edificio indu-
striale esistente, senza consumo di suolo;
- tutte le lavorazioni avvengono su superfici pavimentate senza presenza di impianti interrati (esistenti e di
progetto) di stoccaggio o collettamento di acque di processo;
- i quantitativi di acque dichiarati per i lavaggi dei rifiuti recuperati sono annualmente modesti e vengono
derivati da rete pubblica, senza approvvigionamenti autonomi;
- le acque reflue saranno stoccate in cisterna verticale da 30 mc fuori terra e alienate tramite ditta specializza-
ta (rifiuto);
- appposite cordolature dovrebbero poter consentire una adeguata gestione degli spanti accidentali e delle
emergenze.
Non sembrano pertanto sussistere aspetti di criticità riferibili a tale comparto e non si ravvisano particolari
elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente geologico determinati dall’interven-
to, anche in relazione alla gestione le acque in caso di incendio, oggetto di specifica richiesta di integrazioni.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Da quanto pervenuto dalla ditta proponente come documentazione di progetto nella Valutazione
Previsionale di Impatto Acustico il lotto oggetto di intervento si colloca in un’area a destinazione industriale,
che confina a est a sud e a ovest con attività artigianali-industriali, a nord con via Cal del Guà oltre la quale
insiste un’area con dei lotti di carattere residenziale, qui si trovano i ricettori più prossimi all’attività a circa
50 - 60 mt. (classe IV nel P.Z.A.C.); inoltre nel lotto industriale (classe V) confinante sul fronte nord-est a
circa 20 mt. dal capannone dell’attività è presente un’edificio destinato ad uffici e alloggi.
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In prossimità dell’area di studio a nord-est si trova la S.P. 246 “Recoaro”, la cui Fascia di pertinenza ,
secondo il D.P.R. 142/2004 (Decreto Strade) comprende sia il lotto dell’attività indagata che i ricettori oggetto
di valutazione.
I limiti di immissione ed emissione dati dal P.Z.A.C. relativi alla classe V sono rispettivamente 70 DbA - 65
DbA nel periodo diurno e 60 DbA – 55 DbA nel periodo notturno; i limiti di immissione ed emissione per la
classe IV sono rispettivamente 65 DbA – 60 Dba nel periodo diurno e nel di 55 Dba – 50 Dba periodo
notturno. I limiti relativi alle infrastrutture dei trasporti – nel caso di specie S.P. 246, viaColobbo e via Cal del
Guà - fanno capo ai decreti specifici e non sono da considerare nella valutazione dei limiti di immissione,
emissione e differenziale relativi al P.Z.A.C. essendo il lotto in progetto all’interno della fascia di pertinenza
delle suddetta infrastruttura dei trasporti.
Nella Documentazione previsionale di Impatto Acustico si scrive che le attività, gli impianti e i macchinari
della ditta funzioneranno solo nel periodo diurno.
Dalle integrazioni pervenute, le emissioni di rumore dell’attività risultano compatibili con i limiti di zona e
con il limite differenziale, tuttavia si ritiene fin d’ora di prescrivere un monitoraggio, successivamente
all’installazione degli impianti e con l’attività a massimo regime, per evidenziare la bontà della stima
previsionale ed eventualmente per inpiduare modalità operative o interventi strutturali finalizzati alla
limitazione delle eventuali criticità.
Si prescrive altresì, come indicato nella Documentazione Previsionale di Impatto Acustico, di mantenere
porte, portoni e finestre chiuse; di prevedere la fase di carico e scarico mezzi all’interno dello stabile con
portoni chiusi verificando lo spegnimento del motore dei mezzi.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento, ritenendo tuttavia necessario prescrivere specifici e accurati monitoraggi per la determinazione della
situazione post operam dei recettori sensibili.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Sulla base della documentazione di progetto Studio Preliminare Ambientale (Elaborato 2 - pag. 68), tenuto
conto della tipologia dell’intervento, delle caratteristiche dell’ambiente in cui esso si inserisce, dei requisiti di
impianti e attrezzature e delle modalità di gestione proposte, non risultano significative condizioni di impat-
to correlate con agenti fisici relativamente a radiazioni ionizzanti, non ionizzanti e inquinamento luminoso.
Nel complesso si ritiene che, ai fini della presente sezione, gli interventi di progetto non comportino
variazioni sostanziali rispetto a quanto già autorizzato.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’impianto di progetto non comporta la realizzazione di nuove opere o volumi edilizi in quanto si utilizze-
ranno i locali interni del fabbricato produttivo in disponibilità alla ditta proponente. Non si preventiva quin-
di la possibilità di determinare variazioni allo stato attuale dei luoghi; si richiama inoltre il contesto produt -
tivo – industriale di appartenenza, caratterizzato dalla presenza di fabbricati produttivi e di strutture ed ope -
re di servizio, all’interno del quale non sono riconoscibili elementi architettonici relazionabili con aspetti sto-
rico – monumentali e culturali riconosciuti.
Sulla base della documentazione di progetto Studio Preliminare Ambientale tenuto conto della tipologia
dell’intervento, delle caratteristiche dell’ambiente in cui esso si inserisce, dei requisiti di impianti e attrezza -
ture e delle modalità di gestione proposte, non risultano significative condizioni di impatto paesaggistico.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Nello Studio Preliminare Ambientale si afferma che “In particolare, nella configurazione di progetto, si
prevede un transito di circa 10 passaggi/giorno di veicoli commerciali (portata media 7,5 ton) in entrata ed
uscita dal sito aziendale (circa 1,3 passaggi/ora). Trattasi di valori giudicati del tutto sostenibili con
riferimento al contesto produttivo in cui è ubicato l’impianto e alla presenza di infrastrutture viarie
adeguatamente dimensionate e strutturate per accogliere i flussi veicolari commerciali. La zona industriale
di appartenenza risulta direttamente servita dalla S.P. 246; il nuovo impianto in analisi non determinerà
modifiche strutturali o aggravi nei confronti della viabilità della zona industriale e provinciale.”
Come richiesto è stata valutata la portata dell’impatto potenziale derivato dal traffico veicolare da e per
l’impianto in riferimento alla rete viaria esistente ed al traffico che la interessa e sono state presentate
specifiche analisi e descrizioni dei principali assi viari fornendo dati sui flussi relativi alle strade afferenti
all’area in esame. La configurazione impiantistica futura determinerà un flusso di 10 passaggi/giorno, vale a
dire un aumento di 5 passaggi/giorno rispetto allo stato attuale, e si ritiene tale da non compromettere le
condizioni viabilistiche attuali
Alla luce dei dati esposti si ritiene fondata l’ipotesi di non considerare alcuna modifica alla viabilità esistente
e pertanto non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi
sull’ambiente determinati dall’intervento.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Relativamente a quanto riportato nella documentazione di progetto sulla base di quanto dichiarato dalla
Ditta proponente e riportato nel paragrafo 4.10, l’impianto di recupero di progetto non determina variazioni
significative, rispetto allo stato attuale, in termini di apporti significativi di energia, materiali e altre risorse.
In particolare si prevedono i seguenti consumi:
· 117.920 Kwh/anno di energia elettrica;
· 13,2 mc/anno di risorsa idrica.
L’installazione e l’esercizio dell’impianto di triturazione e lavaggio di rifiuti speciali non comporta la
sottrazione di ricchezze relative. L’impiantistica sarà, infatti, installata all’interno di un immobile industriale
esistente, senza sottrazione di nuove superfici naturali o seminaturali. L’esercizio dell’impianto non
comporterà l’utilizzo di significativi quantitativi di acqua, gas metano ed energia elettrica.
In prima analisi l’area di progetto non ricade all’interno di:
- zone umide;
- zone costiere;
- zone montuose o forestali;
- riserve e parchi naturali; o zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; o zone protette
speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;
- zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono già stati
superati;
- zone a forte densità demografica;
- zone di importanza storica, culturale o archeologica;
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- territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all'art. 21 del decreto legislativo 18
maggio 2001, n. 228.
Il sito di intervento non ricade all’interno di ambienti naturali o in aree caratterizzate da una significativa
sensibilità a perturbazioni ambientali. Dal punto di vista ecosistemico, il progetto ricade all’interno di ambiti
ove la presenza antropica e i relativi fattori di pressione hanno determinato una significativa riduzione della
complessità bio-ecologica locale. Ne deriva un ambiente già compromesso, ove le ulteriori pressioni
antropiche possono portare ad un’ulteriore riduzione della biopersità senza, comunque, compromettere la
stabilità dei veri e propri ambienti naturali, non presenti all’interno od in prossimità dell’area di intervento.
L’intervento di progetto non determina sottrazione significativa o frammentazione di habitat faunistici, non
interessa direttamente o indirettamente gli elementi della rete ecologica locale, provinciale e regionale.
Il nuovo impianto di triturazione e lavaggio di rifiuti speciali non determina, inoltre, la produzione di livelli
di emissioni in grado di modificare in modo significativo gli attuali livelli dei qualità dell’aria del sistema
locale. A seguito della realizzazione e dell’avvio dell’impianto in analisi, non si prefigurano pertanto impatti
potenziali nei confronti di aree di particolare valenza naturalistica o l’aumento dei fattori perturbativi in
contesti territoriali già caratterizzati da criticità ambientali. L’intervento si pone all’esterno degli elementi
della rete ecologica, così come inpiduati dagli strumenti di pianificazione proposti nella documentazione
di progetto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Secondo quanto indicato nella documentazione di progetto le operazioni previste dall’impianto di messa in
riserva, selezione preliminare e trattamento di rifiuti speciali di progetto non comportano il rischio di inci -
denti rilevanti nei confronti dell’ambiente.
Il rischio maggiore inpiduato è rappresentato dalla potenziale contaminazione dell’aria, con effetti che
possono ricadere anche al di fuori dell’area aziendale, in caso di incendio. In tal senso, la ditta ha
predisposto uno specifico Piano di Sicurezza (Procedure da adottarsi in caso di incidente grave che si
estenda oltre il perimetro esterno dello stabilimento- Ex art. 22 comma 2, lettera d - L.R. n.3/2000) al fine di
fine di valutare e predisporre le opportune misure di sicurezza e di presidio ambientale tramite specifica
valutazione con l’inpiduazione di procedure di allerta nei confronti dei VVFF e delle ditte limitrofe.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
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Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico e la gestione dei rifiuti.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
dell’attività; in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti; in fase di presentazione
del progetto per il rilascio dell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti dovrà essere compiutamente
definito il quadro progettuale in relazione a quanto previsto dall’art.16 comma 3 del Piano Regionale di
Gestione Rifiuti (modifica sostanziale).
2. In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto.:
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei
punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno
concordate con Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, concordati
con Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i risultati
delle analisi;
- si prescrive altresì, come indicato nella Documentazione Previsionale di Impatto Acustico, di
mantenere porte, portoni e finestre chiuse; di prevedere la fase di carico e scarico mezzi all’interno dello
stabile con portoni chiusi verificando lo spegnimento del motore dei mezzi.
3. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in
occasione della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione
all’esercizio.
Vicenza, 30 settembre 2015
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Ing. Maria Pia Ferretti
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