determina n.869 del 12/12/2016

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 869 DEL 12/12/2016

                          Servizio VIA VINCA


     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S. M. E I.
     IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI COSTITUITI DA
     INERTI, CONGLOMERATO BITUMINOSO E TERRE E ROCCE DA SCAVO.
     DITTA: DAL MAISTRO ALBERTO
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI SAN VITO DI LEGUZZANO, VIA
     DELL’ARTIGIANATO SNC

                            IL DIRIGENTE

       Vista la documentazione presentata in data 04/08/16 , prot. n. 53197, da parte della ditta DAL
     MAISTRO ALBERTO, con sede legale in via Maistri n. 2 in Comune di MONTE DI MALO (VI),
     relativa al progetto di un “Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi costituiti da inerti,
     conglomerato bituminoso e terre e rocce da scavo”, nel sito di via dell’Artigianato snc , in Comune
     di San Vito di Leguzzano;
       Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti
     di infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con
     capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da
     R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della
     parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i.;
      Tenuto conto che la verifica per tali impianti di recupero risulta tra le competenze inpiduate in
     capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi,
     come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
       Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
     verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
     web della Provincia in data 22/08/16 ;
      Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
     abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
     valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
     possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
     28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
       Dato atto che il Comitato Tecnico Provinciale, nella seduta del giorno30/11/2016, ha disposto
     l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere




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     n.18/2016 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
       Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale;
       Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
     urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
     rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
     l'autorizzazione dell'intervento;
      Vista l’istruttoria del Comitato Tecnico Provinciale conservata agli atti;
      Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
      Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
      Vista la Legge Regionale n. 4/2016;
        Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;

        Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.27 del 28/07/2016 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2016;

        Visto che con Decreto del Presidente n. 76 del 03/08/2016 è stato approvato il PEG dell'anno
     2016 per la sola parte contabile;

                          DETERMINA


      1. che il progetto della ditta DAL MAISTRO ALBERTO., con sede legale in via Maistri n. 2,
        nel comune di MONTE DI MALO, relativo ad un “Impianto di recupero rifiuti speciali non
        pericolosi costituiti da inerti, conglomerato bituminoso e terre e rocce da scavo” situato in
        comune di San Vito di Leguzzano, via dell’Artigianato snc, è escluso dalla procedura di
        valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
        con le prescrizioni riportate nel parere n.18/2016 allegato alla presente determinazione per
        costituirne parte integrante e sostanziale;

      2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
        diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
        sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);

      3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
        provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
        Regione Veneto;

      4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;

      5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
        all'albo pretorio on line;

      6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta DAL MAISTRO ALBERTO, ai Comuni
        di San Vito di Leguzzano e Marano Vicentino, all'ARPAV, all'Ulss n.4, alla Soprintendenza
        Belle Arti e Paesaggio, al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo




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                              INFORMA
        Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
        Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
        del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
        dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
        Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
        autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.




     Vicenza, 12/12/2016



                                      Sottoscritta dal Dirigente
                                       (MACCHIA ANGELO)
                                        con firma digitale




     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 869 DEL 12/12/2016


     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S. M. E I.
     - IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI COSTITUITI DA
     INERTI, CONGLOMERATO BITUMINOSO E TERRE E ROCCE DA SCAVO.
     DITTA: DAL MAISTRO ALBERTO - LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI
     SAN VITO DI LEGUZZANO, VIA DELL’ARTIGIANATO SNC




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 13/12/2016.


     Vicenza, 13/12/2016




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                   DAL MAISTRO ALBERTO
                            PARERE N. 18/2016

     Oggetto: Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi costituiti da inerti, conglomerato bituminoso
     e terre e rocce da scavo.
     PROPONENTE:           Dal Maistro Alberto
     SEDE LEGALE:           Via Maistri n. 2 – Monte di Malo
     SEDE INTERVENTO:         Via dell’Artigianato snc - San Vito di Leguzzano
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianti di recupero rifiuti
     PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità.
     MOTIVAZIONE V.I.A:        Allegato IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - Punto 7. Progetti
                     di infrastrutture: z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                     pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                     operazioni di cui all'allegato  C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                     decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
     COMUNE INTERESSATO:       Marano Vicentino
     DATA DOMANDA:          04 agosto 2016
     DATA PUBBLICAZIONE:       22 agosto 2016
     DATA INTEGRAZIONI:        16 novembre 2016

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - Relazione tecnico-descrittiva
      - Procedura gestione rifiuti
      - Visura camerale
      - Doc. identità
      - Adesione autorizzazione emissioni di carattere generale
      - Scheda tecnica impianto frantumazione
      - Estratto mappale
      - Corografia
      - Tabella calcolo polizza fideiussoria
      - Contratto di locazione
      - Previsione impatto acustico
      - Piano di sicurezza
      - Piano di ripristino
      - Studio Preliminare Ambientale
      - Elaborato fotografico
      - Coni Visuali
      - Relazione tecnica degli interventi edilizi
      - Relazione fotografica
      - Planimetria: stato attuale
      - Planimetria: progetto
      - Prospetti e sezioni di progetto
      - Interventi di sistemazione a verde
      - TAV UNICA- lay-out e planimetria scarichi
      - Relazione tecnica gestione acque meteoriche
      - Domanda Autorizzazione industriale e AM
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       -  Domanda di allacciamento a fognatura consortile
       -  ALLEGATO 3 - Estratto mappale
       -  ALLEGATO 4 - Planimetria
       -  ALLEGATO 5 - Ricevuta versamento
       -  Vinca
       -  Relazione geologica e geotecnica
       -  Relazione paesaggistica.
                               PREMESSE
     La ditta Dal Maistro Alberto opera nel settore edile relativamente a costruzioni stradali, demolizioni, scavi e
     movimenti terra.
     Al fine di assicurare un servizio completo alla propria clientela, la Ditta intende ora attivare, nell’ambito del -
     la zona produttiva (ZTO D2.2) del Comune di San Vito di Leguzzano, su un lotto di proprietà dello stesso
     Comune, un impianto di recupero e stoccaggio di rifiuti inerti in regime ordinario (inerti da demolizioni, ter-
     re e rocce da scavo e conglomerato bituminoso) ottenuti esclusivamente (in un altra parte della relazione
     dice principalmente) dall’attività edile della ditta stessa.
     L’accesso avverrà dal lato nord attraverso un cancello comunicante con il parcheggio adiacente a cui si acce -
     de da Via dell’Artigianato.
     L’impianto, così come dimensionato dal progetto in analisi, occuperà un superficie di 3.040 mq e consentirà
     di trattare un quantitativo massimo annuale di 70.000 ton/anno e giornaliero di circa 550 ton/giorno.
     L’intervento di progetto si concretizza con:
     • la realizzazione delle opere relative all’impianto di recupero rifiuti;
     • l’esercizio dell’impianto di recupero.

                              UBICAZIONE
     Il sito di progetto è ubicato nella zona produttiva “Rivalta” (Z.T.O. D2.2) del Comune di San Vito di Leguz -
     zano, all’interno di un lotto attualmente già dotato delle opere di urbanizzazione primaria, ma non ancora
     interessato da attività produttive, il tutto così catastalmente identificato: Comune di San Vito di Leguzzano,
     Foglio 7, mappali n. 420, 533, 535 e 423, per una superficie complessiva di circa 3.100 mq.
     Il lotto risulta di proprietà del Comune di San Vito di Leguzzano (VI) e dato in concessione alla ditta Dal
     Maistro Alberto con regolare contratto di locazione, finalizzato alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto
     di stoccaggio e recupero di rifiuti speciali in esame; il lotto così inpiduato confina con aree produttive ap-
     partenenti alla stessa lottizzazione (ZTO D 2.2), attualmente non ancora utilizzate.
     I terreni risultano sub-pianeggiante, in leggero declivio verso Sud-Est, con un dislivello massimo di circa 1
     m.
     Le attività produttive più prossime al sito di progetto sono nell’ordine:
     • uffici amministrativi collocata a circa 70 m in direzione ovest;
     • attività di produzione di grigliati e chiusini, collocata a circa 80 m in direzione sud-ovest
     • attività di officina meccanica di precisione, collocata a circa 100 m in direzione nord-ovest.
     Il contesto territoriale circostante il sito di progetto, presenta lineamenti urbanistici complessi principalmen -
     te a destinazione produttiva, in linea con i connotati del territorio dell’Alto vicentino: le zone edificate con-
     solidate dei centri municipali si alternano alle zone industriali più o meno estese, relegando a lembi ormai
     frammentati di territorio le zone agricole.
     A questi elementi areali si associano le importanti reti infrastrutturali di comunicazione (Strada Provinciale
     n. 46), e gli agglomerati abitativi di campagna (edificazione diffusa).




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                             Ortofoto del sito

                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di San Vito di Leguzzano;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di San Vito di Leguzzano;
     • Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
     il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti/analisi, considerato che le criticità e
     problematiche, anche potenziali, riportate nei suddetti strumenti di pianificazione ed evidenziate, non
     vengono messe in rapporto con l’intervento previsto. Si segnala in particolare la problematica delle distanze
     prevista dal Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, nonché il rapporto dell’opera in questione con il
     corridoio ecologico (Torrente Leogra) inpiduato nel PTRC, PTCP e PAT. Infine, risulta da definire quanto
     riportato dalla pianificazione comunale per l’area in questione e cioè “l’area di progetto ricade all’interno di
     “Area idonea a condizione” (art. 28 N.T.A.) e “Area interessata da escavazione ripristinate mediante riporto”
     (art. 28 N.T.A.). La lottizzazione industriale ove risulta ubicato il sito di progetto ricade nell’ambito della ex
     cava di ghiaia, a ridosso dei confini orientali del comune, in fregio alla sponda destra del torrente Leogra-
     Timonchio; tale ambito risulta classificato dall’art. 28 come “Area interessata da escavazione e ripristinate
     mediante riporto”.
     Le integrazioni prodotte hanno soddisfatto quanto richiesto. Si ravvisa tuttavia l’opportunità di verificare
     ulteriormente, all’interno della procedura autorizzativa sulla gestione dei rifiuti, la congruità con i vincoli
     paesaggistici di cui Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali.




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                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     La ditta DAL MAISTRO ALBERTO intende ora attivar un impianto di recupero e stoccaggio di rifiuti inerti
     (inerti da demolizioni, terre e rocce da scavo e conglomerato bituminoso) ottenuti dall’attività edile della dit -
     ta stessa. L’accesso avverrà dal lato nord attraverso un cancello comunicante con il parcheggio adiacente a
     cui si accede da Via dell’Artigianato.
     L’impianto, così come dimensionato dal progetto in analisi, occuperà un superficie di 3.040 mq e consentirà
     di trattare un quantitativo massimo annuale di 70.000 ton/anno e giornaliero di circa 550 ton/giorno.
     L’intervento di progetto si concretizza con:
     • la realizzazione delle opere relative all’impianto di recupero rifiuti;
     • l’esercizio dell’impianto di recupero.
     Il progetto mira a coniugare le perse esigenze di sostenibilità: ambientale, sociale ed economica; particolare
     attenzione è stata data alla salvaguardia delle risorse, mediante l’utilizzo di tecnologie sostenibili ed un “di-
     segno” dell’edificato sensibile all’inserimento paesaggistico; sul fronte dei materiali, i componenti sono stati
     scelti su una logica di eco-compatibilità e di attenta valutazione del loro ciclo utile di vita (LCA); si richiama,
     inoltre, l’attenta gestione delle acque di dilavamento, il loro riutilizzo e la realizzazione di un “catino” im-
     permeabile per la totale raccolta e trattamento delle acque per la protezione e tutela della falda ipogea.
     Tipologia di attività prevista
     Recupero di rifiuti non pericolosi; N. 3 tipologie di attività:
     1. Recupero inerti da demolizioni edili, terre e rocce da scavo (R13- R5);
     2. Messa in riserva e recupero di terre e rocce da scavo (R13-R5);
     3. Messa in riserva e recupero di conglomerato bituminoso (R13-R5).
     Capacità produttiva massima (trattamento e stoccaggio)
     70.000 ton/anno
     Capacità produttiva massima (trattamento)
     550 ton/giorno
     Quantitativo massimo di rifuti in stoccaggio
     1.500 ton
     REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO DI RECUPERO
     Il progetto in esame prevede la realizzazioni delle opere necessarie all’esercizio del nuovo impianto. Nello
     specifico, all’interno dell’area occupata dal sito produttivo saranno realizzati:
     • l’impermeabilizzazione dell’intera area dell’impianto con geo-membrana;
     • il sistema di raccolta e trattamento delle acque di dilavamento e sistema di adduzione alla rete delle acque
     nere consortile;
     • la pesa;
     • i manufatti prefabbricati ad uso uffici e ricovero attrezzi;
     • la pannellatura fonoisolante per la riduzione dell’impatto acustico;
     • il capannone in acciaio;
     • l’installazione dell’impiantistica (frantoio e vaglio);
     • le aree per lo stoccaggio delle materie prime seconde e delle terre e rocce da scavo;


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     Oltre alla vasca pavimentata di messa in riserva rifiuti in ingresso, l’intera area dell’impianto (esclusa la fa-
     scia est piantumata ed il lato nord a sinistra rispetto all’ingresso) sarà dotata di una geo-membrana posizio -
     nata circa 70 cm sotto il piano campagna, in tal modo sarà esclusa la possibilità di filtrazione delle acque di
     dilavamento verso gli strati profondi del terreno.
     La geo –membrana sarà posizionata anche nella zona in cui potrà in futuro essere costruita una copertura
     con telo in PVC sostenuta da un sistema di travature in lamiera zincata (capannone).
     Tutta l'area dell’impianto sarà, pertanto, impermeabilizzata in modo che tutte le acque di dilavamento siano
     opportunamente raccolte per essere convogliate nell'apposito impianto di trattamento previsto.
     Per poter realizzare il sistema di impermeabilizzazione verrà eseguito uno scavo a profondità limitata, inte -
     ressando circa i primi 80 cm di ghiaie di riporto, per consentire la stesura di uno strato di sabbia dello spes -
     sore di cm 5, con soprastante Geo- membrana in HDPE da mm. 2 e uno strato di stabilizzato dello spessore
     di cm 70. Al di sotto del telo di polietilene saranno installate le tubazioni per il drenaggio che confluiranno
     alla vasca di raccolta.
     Nell'angolo ovest, a 5 metri dal parcheggio comunale e lungo il confine sud-ovest, verrà realizzato un capan-
     none in acciaio destinata al deposito di MPS di tipologia terre e rocce da scavo e conglomerato bituminoso.
     Il capannone avrà superficie coperta di mq 180 e altezza di mt. 10,00 dalla quota parcheggio, costituito da
     una struttura quadra zincata e copertura in telo PVC con muretti, fondazioni e pavimentazione in calcestruz-
     zo dello spessore di cm 15; sul lato sud-est del capannone verrà realizzata un'area (mt. 19,00 x 11,70) con pa-
     vimentazione in cemento per l'idoneo stoccaggio degli inerti da costruzione/demolizione, terre-rocce da sca-
     vo e conglomerato bituminoso.
     Lungo il confine sud-ovest e in corrispondenza del frantoio, verranno appoggiati sul terreno dei blocchi di
     cemento da cm 100x100x100 con soprastante pannellatura sandwich a formare un'altezza complessiva dal
     piano di lavorazione di mt 3,00 che servirà a contenere il rumore prodotto dalla lavorazione degli inerti..
     MACCHINE ED ATTREZZATURE UTILIZZATE
     Nel caso in oggetto, si prevede che gli operatori impiegati presso l’impianto siano 5, con le seguenti mansio
     I macchinari utilizzati durante il funzionamento dell’impianto sono i seguenti:
     • un frantoio OM Ulisse 96 F;
     • un vaglio EXTEC S4;
     • una pala gommata;
     • un autocarro per il vettoriamento.
     Per il processo di frantumazione verrà utilizzato un frantoio di tipo OM ULISSE 96 F costituito da:
     • tramoggia di carico
     • alimentatore vibrante
     • quadro comandi
     • gruppo potenza
     • cingoli
     • frantoio a mascelle
     • nastro trasportatore principale
     • separatore magnetico
     Il gruppo semovente di frantumazione ULISSE, pur essendo mobile dotato di cingoli per la movimentazione,
     nell’impianto in progetto sarà collocato in posizione fissa, in prossimità della vasca pavimentata di stoccag-
     gio rifiuti in ingresso.
     Di seguito si riportano i dati principali del frantoio:
     Produzione massima        190 t/h
     Tramoggia di carico        4m3
     Bocca di carico          900 x 600 mm
     Potenza motore diesel 6 cilindri 168 KW a 2200 rpm

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     L’impianto di frantumazione degli inerti e del conglomerato bituminoso avrà un rendimento di circa il 90% e
     sarà operativo solamente in orario diurno per un massimo di 3 ore/giorno, distribuite nella fascia oraria dalle
     8.00 alle 18.00, pertanto la capacità di trattamento del frantoio sarà di circa 500 t/giorno.
     Per l’operazione di vagliatura con selezione delle terre e rocce da scavo verrà utilizzato un escavatore dotato
     di pala con vaglio con capacità di trattamento di 50 t/giorno. Complessivamente la capacità di trattamento
     dell’impianto sarà di 550 t/giorno.
     Per la riduzione volumetrica del materiale sottoposto a test di cessione, al fine di ottenere MPS di granulo-
     metri e conformi all’allegato C della Circolare Ministeriale 15 Luglio 2005 n. UL/2005/5205, verrà utilizzato
     un vibro-vaglio che sarà operativo solamente in orario diurno, per un massimo di 1,5 h/giorno nella fascia
     oraria dalle 8.00 alle 18.00.
     La movimentazione dei rifiuti avverrà mediante pala gommata.
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI LAVORAZIONE
     L’impianto di trattamento di progetto opererà in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs 152/06.
     Le attività svolte all’interno dell’impianto sono:
     • Messa in riserva e recupero inerti da demolizioni edili (R13 e R5): laterizi, intonaci e conglomerati di
     cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e pali in calcestruzzo armato provenienti
     da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché privi di amianto;
     • Messa in riserva e recupero terre e rocce da scavo (R13 e R5);
     • Messa in riserva e recupero conglomerato bituminoso (R13 e R5).
     Operazione di recupero R13
     Descrizione: Messa in riserva di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12
     (escluso il deposito temporaneo prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti);
     Operazione di recupero R5
     Descrizione: Riciclaggio e recupero di inerti da costruzione e demolizione, conglomerato bituminoso e terre
     e rocce da scavo
     Descrizione dei rifiuti in trattamento
     I rifiuti e i materiali da sottoporre a trattamento saranno preventivamente ispezionati all’ingresso e nel
     contempo verificati i formulari.
     L’area di conferimento (messa in riserva R13) dei materiali da demolizione, delle terre e rocce da scavo e del
     conglomerato bituminoso è costituita da una vasca impermeabile, pavimentata in cls di superficie pari a
     circa 220 mq; nella vasca si effettuerà lo stoccaggio in cumulo delle seguenti tre tipologie di rifiuti in
     ingresso:
     TIPOLOGIA 1 - Inerti da costruzione /demolizione e rocce da cave autorizzate
     codici CER - 010399; 010408; 010410; 010413; 101311; 160304; 170101; 170102; 170103; 170107; 170802; 170904;
     200301
     TIPOLOGIA 2 Terre e rocce da scavo
     codice CER - 170504
     TIPOLOGIA 3 Conglomerato bituminoso
     codici CER - 170302; 200301
     Le tre tipologie di rifiuto saranno stoccate in cumulo e separate mediante barriere mobili in cls con
     identificazione delle aree mediante apposita cartellonistica.
     Al di fuori della vasca pavimentata di messa in riserva, su terreno protetto da geo-membrana impermeabile,
     verrà posizionato il frantoio per la riduzione volumetrica degli inerti, rocce da cave autorizzate e
     conglomerato bituminoso.
     Tabella dei Codici CER dei rifiuti in trattamento presso l’impianto di progetto.




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     CER    CLASSIFICAZIONE DESCRIZIONE

     01 03 99  Non pericoloso    Rifiuti non specificati altrimenti

     01 04 08  Non pericoloso    Scarti di ghiaia e petrisco, persi da quelli di cui alla voce 01 04 07

     01 04 10  Non pericoloso    Polveri e residui affini, persi da quelli di cui alla voce 01 04 07

     01 04 13  Non pericoloso    Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, persi da quelli di cui alla
                     voce 010407

     10 13 11  Non pericoloso    Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, persi da quelli di
                     cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10

     16 03 04  Non pericoloso    Rifiuti inorganici, persi da quelli di cui alla voce 16 03 03

     17 01 01  Non pericoloso    Cemento

     17 01 02  Non Pericoloso    Mattoni

     17 01 03  Non pericoloso    Mattonelle e ceramiche

     17 01 07  Non pericoloso    Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, persi da quelli di cui alla
                     voce 17 01 06

     17 03 02  Non pericoloso    Miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 17 03 01

     17 05 04  Non pericoloso    Terra e rocce, perse da quelle di cui alla voce 17 05 03

     17 08 02  Non pericoloso    Materiali da costruzione a base di gesso, persi da quelli di cui alla voce 17 08 01

     17 09 04  Non pericoloso    Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, persi da quelli di cui alle
                     voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03

           Non pericoloso    Rifiuti urbani non differenziati (limitatamente a rifiuti inerti da demolizioni)

     20 03 01  Non pericoloso    Rifiuti urbani non differenziati (limitatamente ad asfalto)

     I rifiuti inerti dal frantoio, mediante nastro trasportatore, il materiale frantumato, deferrizzato e selezionato
     verrà depositato in cumulo sempre su area protetta da geo-membrana in attesa del test di cessione secondo
     l’allegato 3 al DM 5 Febbraio 98.
     Dalla selezione saranno prodotti dei rifiuti misti CER 191212 costituiti principalmente da legno e plastica e
     stoccati in cassone coperto
     In seguito al superamento del test di cessione, il materiale triturato potrà essere sottoposto a vagliatura per
     ottenere MPS a varie granulometrie conformi all’allegato C della Circolare Ministeriale 15 Luglio 2005 n.
     UL/2005/5205. Le MPS prodotte saranno stoccate in cumulo e l’area di deposito sarà localizzata nella zona
     est dell’impianto.
     Il frantoio per il trattamento R5 di riduzione volumetrica è dotato di separatore magnetico per l’operazione
     di deferrizzazione. Il ferro separato CER 191202 sarà stoccato in cassone dedicato, posizionato sotto il
     separatore magnetico.
     Le terre e rocce da scavo, stoccate all’interno della vasca pavimentata, saranno sottoposte a trattamento R5 di
     vagliatura con pala meccanica dotata di vaglio per l’eliminazione delle frazioni indesiderate; quest’ultime
     saranno stoccate in cassone dedicato con codice CER 191212 – rifiuti misti.



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     Dal processo di vagliatura delle terre e rocce da scavo potranno essere separati anche dei ciottoli o del
     pietrisco di dimensioni medie superiori a quelle del vaglio; questi saranno sottoposti a riduzione
     volumetrica nel frantoio assieme agli inerti ed ai rifiuti da cave autorizzate.
     I cumuli di materiale lavorato in attesa di analisi e di MPS prodotte saranno depositati su terreno protetto da
     geo-membrana
     Rifiuti inerti da costruzione e demolizione e rifiuti di rocce da cave autorizzate
     La messa in riserva R13 sarà effettuata in cumulo in vasca pavimentata in calcestruzzo di profondità circa 1.5
     m, mentre l’attività di recupero R5 consiste nella selezione e frantumazione dei rifiuti. La selezione sarà
     effettuata manualmente, con l’ausilio di una pala meccanica per la movimentazione degli inerti.
     Da questa attività potrà essere prodotto il rifiuto CER 191212 – Rifiuti misti - stoccati in cassone scarrabile e
     costituiti per lo più da plastica, legno e carta.
     Per la frantumazione verrà utilizzato un frantoio OM Ulisse 96 F dotato di separatore magnetico per la
     deferrizzazione e vibro-vaglio per la regolazione delle granulometrie del materiale triturato.
     Dal separatore magnetico sarà prodotto il rifiuto CER 191202 – Ferro - stoccato in cassone.
     Il materiale triturato stoccato in cumulo, in seguito ad esito positivo delle analisi (test di cessione secondo la
     metodologia in Allegato 3 al DM 5 febbraio 98), potrà essere vagliato per ottenere varie granulometrie
     conformi all’allegato C della Circolare Ministeriale 15 Luglio 2005 n. UL/2005/5205 per la qualifica finale di
     MPS.
     Per il cartongesso, conferito con il codice CER 170802 - Materiali da costruzione a base di gesso, persi da
     quelli di cui alla voce 170801, è prevista la sola messa in riserva R13 in cassa con coperchio e
     l’allontanamento dall’impianto avverrà con il codice in ingresso.
     Terre e rocce da scavo
     La messa in riserva R13 sarà effettuata in cumulo in vasca pavimentata in calcestruzzo di profondità circa 1.5
     m
     La terra e rocce da scavo in ingresso saranno accompagnate da analisi per la classificazione a colonna A o B
     della tabella 1 dell’allegato 5 alla parte IV del D.Lgs. 152/2006.
     L’attività di recupero R5 consisterà nella selezione manuale e con l’ausilio di pala meccanica dotata di vaglio
     per la separazione di eventuali parti estranee che potrebbero essere costituite da legno o plastica e che
     saranno stoccate in cassone scarrabile con il codice CER 191212 – rifiuti misti
     Dal processo di vagliatura con pala meccanica potranno essere separati anche ciottoli o ghiaia a
     granulometria superiore, che saranno sottoposti poi alla frantumazione assieme agli inerti da demolizione o
     da cava autorizzata.
     La classificazione ad MPS avrà luogo in seguito all’esito positivo del test di cessione, eseguito secondo la
     metodologia in Allegato 3 al DM 5 febbraio 98 e potrà essere utilizzata come MPS per la formazione di
     rilevati e sottofondi stradali.
     Conglomerato bituminoso
     La messa in riserva R13 sarà effettuata in cumulo in vasca pavimentata in calcestruzzo di profondità circa 1.5
     m. L’attività di recupero consiste nella produzione di MPS per costruzioni stradali e piazzali industriali
     mediante selezione preventiva, macinazione mediante l’uso del frantoio, vagliatura, separazione delle
     frazioni indesiderate, che possono essere stoccate in cassoni scarrabili con i codici CER 191202 e CER 191212.
     Il materiale vagliato sarà stoccato in cumulo e la qualifica di MPS sarà subordinata al superamento del test di
     cessione secondo il metodo in allegato 3 al DM 5 febbraio 98.
     GESTIONE OPERATIVA DELL’IMPIANTO
     Come previsto dal punto 7 dell’allegato A della Dgr nr 2966 del 26 settembre 2006 la gestione operativa
     dell’impianto verrà organizzata nel seguente modo:
     a) Modalità di conferimento dei rifiuti all’impianto: trattasi di rifiuti non pericolosi solidi, anche di natura
     polverulenta conferiti mediante automezzi attrezzati con cassoni scarrabili o ribaltabili. I rifiuti saranno
     scaricati nelle apposite aree di stoccaggio previa verifica visiva.
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     b) tipologia degli automezzi utilizzati: i mezzi utilizzati per il trasporto saranno autocarri con cassone
     ribaltabile o scarrabile principalmente in conto proprio, trattandosi per lo più di rifiuti provenienti da propri
     cantieri. Trattando rifiuti solidi non sono richieste specifiche tipologie di mezzi.
     c) Sistemi utilizzati per assicurare il contenimento delle emissioni originate dalla dispersione eolica: data la
     natura polverulenta dei rifiuti inerti e lo stoccaggio in cumuli, è prevista l’installazione di una rete idrica per
     la bagnatura dei cumuli al fine di abbattere le polveri superficiali rimosse per dispersione eolica.
     d) Perdite provenienti da eventuali spanti e colaticci nel corso del conferimento: La natura dei rifiuti è tale da
     rendere remota la possibilità spanti e colaticci, comunque tutta l’area destinata alla viabilità dei mezzi sarà
     protetta con geo- membrana impermeabile posizionata 1 m sotto il piano campagna e l’area di stoccaggio
     interna alla vasca di stoccaggio sarà pavimentata. In tal modo sarà evitato qualsiasi contatto con il suolo e
     con i ricettori profondi.
     e) Nel caso di eventuali perdite durante la fase di conferimento, il personale è addestrato ad intervenire
     prontamente, mediante l’utilizzo di materiale assorbente, che verrà poi smaltito come rifiuto.
     f) Procedure di accettazione, pesatura e caratterizzazione dei rifiuti in ingresso: procedura di gestione dei
     rifiuti in ingresso (Allegato 4) alla presente.
     g) Controllo del formulario o gestione SISTRI: all’arrivo dei rifiuti verrà eseguito un controllo per verificare
     se quanto consegnato corrisponde con le caratteristiche oggetto di attività e quindi verranno firmate le copie
     di accettazione con consegna delle copie dovute al trasportatore (se perso dallo scrivente) o con invio della
     quarta copia (con trasportatore lo scrivente) o attuate le procedure di accettazione previste dal SISTRI.
     h) Prelievi di campioni e relative modalità di analisi: procedura di gestione dei rifiuti in ingresso (Allegato 4)
     alla presente.
     i) Modalità e criteri di deposito e stoccaggio dei rifiuti, anche derivanti dal processo di trattamento: L’attività
     prevede le operazioni di messa in riserva R13 in cumuli e in cassa con coperchio per CER 170802 -
     cartongesso e di trattamento R5 di frantumazione con selezione e deferrizzazione o sola vagliatura con
     selezione per le terre e rocce da scavo.
     j) Lo stoccaggio dei rifiuti prodotti da tale attività (CER 191202 – ferro e CER 191212 – rifiuti misti) avverrà in
     cassoni scarrabili scoperti e con copertura.
     Verifica dei rifiuti in ingresso
     I rifiuti in entrata verranno valutati a vista. Per i rifiuti in assenza di codice a specchio, si procederà con una
     scheda descrittiva di omologa del rifiuto ed una dichiarazione del produttore di non utilizzo di prodotti
     etichettati.
     Qualora fossero presenti non conformità o in caso sospetto, il carico verrà respinto parzialmente o
     completamente compilando la parte finale della scheda descrittiva e saranno richieste analisi di
     classificazione.
     Per i codici a specchio che nella definizione presentano la dicitura “perso da” verrà richiesta l’analisi di
     classificazione.
     Ai sensi dell’Allegato A alla Dgr n. 1773 del 28 Agosto 2012, i rifiuti inerti da costruzione e demolizione
     conferiti con il codice CER 17 01 07 - Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, persi da quelli
     di cui alla voce 17 01 06, possono essere accompagnati solo da scheda descrittiva se nel cantiere viene
     applicata la demolizione selettiva.
     Si propone che anche il cartongesso CER 17 08 02 - Materiali da costruzione a base di gesso, persi da quelli
     di cui alla voce 17 08 01 può essere conferito con scheda descrittiva se proveniente da demolizione selettiva.
     Solo dopo l’acquisizione della dichiarazione o analisi potrà avvenire il conferimento.
     Le verifiche sui rifiuti in ingresso consistono nei seguenti controlli:
     • la verifica visiva, in fase di accettazione del rifiuto all’impianto, che quanto conferito corrisponda alla
     descrizione del rifiuto;
     • la verifica di assenza “impurezze” costituite da materiali pericolosi (es. contenitori etichettati),
     infiammabili e/o liquidi;
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     • l’acquisizione e la verifica della scheda descrittiva, o dell’analisi di classificazione in presenza di codici a
     specchio. Se conformi potrà avvenire il conferimento;
     • pesatura per la determinazione del quantitativo effettivo.
     Analisi rifiuti in ingresso ed in uscita
     Le analisi non sono richieste, in quanto trattasi di attività di trattamento dei rifiuti operanti in regime
     ordinario ai sensi dell’art. 208 del Dlgs 152/06.
     Nei casi in cui ci siano dubbi in merito alla classificazione, o in presenza di codici a specchio, la ditta DAL
     MAISTRO ALBERTO richiederà di effettuare le analisi sul rifiuto al momento del primo conferimento e
     successivamente in occasione di mutamenti del ciclo produttivo che possano influenzare le caratteristiche
     chimico-fisiche dei rifiuti o comunque con frequenza biennale.
     I rifiuti con codice CER 17 05 04 – Terre e rocce perse da quelle di cui alla voce 17 05 05 – vengono conferiti
     all’impianto con analisi per la classificazione a colonna A o B della tabella 1 dell’allegato 5 alla parte IV del
     D.Lgs. 152/2006.
     Per i rifiuti in uscita dallo stoccaggio o dalla selezione sarà effettuata l’analisi come previsto dal DM 5
     febbraio 1998 o comunque secondo le esigenze del destinatario se necessario.
     Sui rifiuti misti CER 191212 (rifiuti misti prodotti dalla selezione) verranno eseguite le analisi di omologa
     per la determinazione di non pericolosità (presenza di codice specchio) con frequenza biennale.
     Sui rifiuti prodotti CER 191202 (metalli ferrosi in uscita dall’impianto derivanti dal processo di
     deferrizzazione) verrà eseguita l’analisi di omologa per la determinazione di non pericolosità con frequenza
     biennale.
     Analisi periodiche sulle MPS ottenute
     Tutte le MPS prodotte dal processo di recupero sono accompagnate da test di cessione secondo l'All.3 al DM
     5/2/98, che verrà eseguito su ogni cumulo di materiale trattato.
     Le MPS prodotte dal processo di trattamento dei rifiuti inerti da demolizione saranno accompagnate anche
     da attestazione di conformità all’allegato C della Circolare Ministeriale 15 Luglio 2005 n. UL/2005/5205 in
     funzione della granulometria.
     Al termine dell’esame istruttorio del progetto si ritiene necessario richiedere le seguenti integrazioni:
     1) Dichiarazione di possesso dei requisiti soggettivi di cui agli artt. 10 e 11 del D.M. 120/2014, come disposto
     dal Piano Regionale Rifiuti approvato con DCRV n, 30 dek 29/04/2015. Il possesso di tali requisiti può essere
     dichiarato con autocertificazione ex artt 46/47 DPR 445/2000 (dichiarazione + copia documento di identità);
     2) capacità di stoccaggio istantanea espressa in mc;
     3) codificare la produzione di MPS per i codici CER 170302 200301 nell'ambito del DM 05/02/98, ovvero, in-
     dicare procedura prevista dalparere CTPA n. 01/0910;
     4) per codice codice CER 170504 seguire il citato parere CTPA;
     5) dichiarazione assenza di abitazioni nel raggio dell'impianto, come previsto dal Piano Regionale Rifiuti;
     6) verificare se è il caso di indicare dei limiti massimi di altezza per i cumuli degli stoccaggi, con riferimento,
     ad esempio all'altezza della barriera fonometrica di confine;
     7) non sono previsti spruzzatori nella zona di stoccaggio MPS inerti da demolizione che debbono essere in-
     stallati.
     Le integrazioni prodotte hanno soddisfatto quanto richiesto; si ritiene comunque di richiedere, in fase di au-
     torizzazione, l’indicazione sulla provenienza dei rifiuti con codice CER 200301, precisando al contempo che
     non può essere accettato l’utilizzo del codice 170504 per recuperi ambientali (DM 05/02/1998 punto 7.13-bis
     lettera b), in quanto il DM 05/08/2008 prevede l’operazione di recupero R10 “Trattamento in ambiente terre -
     stre a beneficio dell’agricoltura e dell’ecologia”, cioè il trattamento deve essere fatto in situ e non in un im -
     pianto di recupero.




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                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     L’attività di recupero della ditta Dal Maistro non genera emissioni convogliate in atmosfera, mentre sono in -
     vece presenti emissioni diffuse di polveri provenienti dal frantoio per la riduzione volumetrica di rifiuti
     inerti; tale polverosità sarà abbattuta dallo stesso sistema di umidificazione del frantoio e con idro-eiettori
     per la nebulizzazione di acqua. Non sono previsti spruzzatori nella zona di stoccaggio MPS inerti da demoli-
     zione che si ritiene invece debbano essere installati (vedi Quadro Programmatico), così come risulta da pre-
     sentare una proposta per il monitoraggio delle povleri.
     Le opere di mitigazione previste dal progetto sono le seguenti:
     • creazione di una siepe di alberi ed arbusti perimetrale (lato est e nord) all’intero cantiere;
     • irroramento nei periodi aridi delle superfici non pavimentate e dei cumuli di materiale inerte;
     • la velocità degli autocarri adibiti al trasporto del materiale, al fine di limitare l’aerodispersione delle polve-
     ri su tutte le superfici non pavimentate, non dovrà superare i 10 km/ora.
     Le integrazioni prodotte hanno soddisfatto quanto richiesto.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     L’attività di stoccaggio R13 e trattamento R5 dei rifiuti avverrà completamente all’esterno, pertanto l’impian-
     to rientra nel comma 1 dell’art. 39 del Piano Tutela acque della Regione Veneto e pertanto lo stoccaggio dei
     rifiuti in ingresso avverrà all’interno di una vasca impermeabilizzata, pavimentata in cls di profondità 1.5 m
     e superficie circa 220 mq, che fungerà anche da vasca di raccolta per le acque meteoriche di dilavamento.
     La rimanente superficie dell’impianto sarà dotata di geo-membrana posizionata a circa 70 cm di profondità
     rispetto al piano campagna. L’intera attività di movimentazione, stoccaggio e trattamento dei rifiuti, come
     anche il deposito del materiale lavorato in attesa di analisi e delle MPS, sarà svolta pertanto su area pavi-
     mentata o protetta da impermeabilizzazione con geo-membrana.
     In questo modo sarà evitata ogni contaminazione del suolo e dei corpi ricettori superficiali e profondi.
     Le acque raccolte nella vasca di stoccaggio rifiuti in ingresso saranno utilizzate per la bagnatura dei cumuli
     dei rifiuti in ingresso mediante ugelli nebulizzatori. Le acque raccolte e canalizzate dalla geo-membrana po-
     tranno essere impiegate per la bagnatura dei cumuli di MPS e del materiale lavorato in attesa di analisi, sem-
     pre grazie l’utilizzo di nebulizzatori dell’acqua di riciclo. Sull’intera area utilizzabile sarà quindi effettuata la
     raccolta totale delle acque di dilavamento con idoneo sistema di canalizzazione e trattamento di disoleazione
     prima dello scarico in fognatura dell’acqua in eccesso. L’autorizzazione allo scarico sarà richiesta al gestore
     AVS previa richiesta di allacciamento.
     Nello specifico il progetto prevede di convogliare in condutture separate:
     • le acque di dilavamento dell’area di stoccaggio rifiuti in ingresso;
     • le acque di dilavamento dell’area di stoccaggio aggregati riciclati;
     • le acque pluviali (copertura del capannone);
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     • le acque nere civili (servizi igienici).
     Acque meteoriche di dilavamento delle aree esterne
     Le acque di dilavamento dei piazzali, trattenute dal bacino impermeabile, saranno inviate ad un vasca di rac-
     colta. Dalla vasca di raccolta l’acqua meteorica sarà inviata tramite pompa agli spruzzatori per essere riutiliz-
     zata per la bagnatura degli aggregati riciclati, in modo tale da evitare la dispersione di polveri.
     In caso di superamento della capacità di tale vasca, le acque di sfioro saranno inviate ad un’ulteriore vasca di
     accumulo, per essere poi conferite tramite pompa ad un trattamento di disoleazione e quindi in fognatura
     nera. Il materiale in ingresso verrà stoccato in un’area cementata, idraulicamente isolata dal resto delle su -
     perfici; la stessa fungerà da vasca da accumulo delle acque meteoriche. Sarà inoltre predisposta una vasca di
     raccolta dedicata ove alloggiare la pompa di rilancio che invierà l’acqua al riutilizzo per la bagnatura dei ri-
     fiuti in ingresso o, alternativamente, alla vasca di accumulo di cui al precedente punto (dalla quale sarà suc-
     cessivamente inviata al disoleatore e quindi in fognatura nera).
     Acque pluviali
     Le acque pluviali (copertura del capannone) saranno raccolte da una rete dedicata e collettate ad un pozzo
     perdente.
     Acque nere civili
     Le acque nere civili provenienti dai servizi igienici saranno conferite in fognatura nera.
     Falda
     Vista la tipologia di materiale (rifiuti non pericolosi) che sarà stoccato sull’area (materiali inerti e asciutti) e
     l’impermeabilizzazione che sarà eseguita su tutta la superficie, non si ritiene necessario prevedere particolari
     monitoraggi sulla qualità dell'acqua sotterranea. E' da escludere, infatti, qualsiasi interferenza con la falda
     freatica sottostante.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Il sottosuolo dell’area di progetto è costituito da terreni di riporto che si spingono fino ad una profondità sti-
     mata di circa sei metri. Seguono i tipici depositi alluvionali di natura granulare grossolana dell'alta pianura.
     Le indagini svolte in sito hanno permesso di accertare che la composizione granulometrica dei terreni di ri-
     porto è piuttosto eterogenea. Si passa da terreni fini a grossolani, prevalgono, tuttavia, materiali che si posso-
     no definire misti, ossia costituiti da terreni ghiaiosi caratterizzati dalla presenza di una abbondante matrice
     fine. D'altronde questi sono i tipi di terreni di risulta da scavi che non trovano un re-impiego come materia
     prima secondaria.
     Dal punto di vista geotecnico i terreni di riporto hanno un comportamento di tipo coesivo: la bibliografia
     geotecnica, infatti, sostiene che un terreno granulare con un contenuto pari ad almeno il 30% in volume di
     matrice fine conferisce al materiale un comportamento coesivo. Di natura francamente granulare sono, inve-
     ce, i terreni ghiaiosi originari sottostanti.
     Per quanto riguarda la limitazione delle interferenze con il sottosuolo e con il sistema della falde sotterranee
     si veda quanto descritto nel capitolo sull’ambiente idrico.
     Si ritiene comunque utile richiedere, quale integrazione, la valutazione del rischio esondazioni considerata la
     vicinanza al Torrente Leogra. Le integrazioni prodotte hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


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     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     L’impianto di recupero e trattamento è previsto per le seguenti tipologie di rifiuti non pericolosi e per le
     relative operazioni di recupero:
     - rifiuti da costruzione e demolizione,
     - terre e rocce da scavo,
     - conglomerato bituminoso;
     e sarà realizzato in un area aperta posta nella Z.A.I. del comune. Nell’impianto di frantumazione saranno
     trattati solo i rifiuti inerti da costruzione e demolizione ed il conglomerato bituminoso.
     L’area si trova in una zona pianeggiante lontana da zone abitate (l’area abitata più vicina è a circa 250 m a
     Nord-Ovest) e non sono presenti abitazioni isolate nel raggio di 100 m dall’impianto. A Sud e ad Ovest si
     sviluppa la Zona Artigianale Industriale di San Vito di Leguzzano, mentre ad Est, oltre una fascia adibita a
     pista ciclabile, scorre il Torrente Leogra ed oltre si estende una zona caratterizzata da terreni a verde o
     coltivati.
     L’area di progetto è inserita nel Piano di Zonizzazione Acustica Comunale in V classe, ad Est dell’ area
     aziendale è presente una zona definita di transizione dalla classe III alla classe V, in tale area i limiti fissati
     risultano quelli della classe acustica superiore (IV). Si deve inoltre considerare l’ area su cui sarà insediata la
     Ditta confinante con il Comune di Schio e Marano Vicentino. La classe di appartenenza delle aree confinanti
     con quella su cui sarà insediata la nuova sede operativa della Ditta viene definita come “Classe III – Aree di
     tipo misto” che prevede, per il periodo diurno, un valore limite assoluto di immissione di Leq(A) pari a 60
     dB(A), un valore limite assoluto di emissione di Leq(A) pari a 55 dB(A), ed un limite differenziale di
     immissione pari a 5 dB(A). Il ricettore più vicino in V classe dista circa 80 mt. dal lotto a sud-ovest altri
     ricettori si trovano a nord-ovest a 250 mt. a circa 270 a nord-est e a 360 mt ad est in III classe.
     Nella documento di valutazione previsionale di impatto acustico si riscontrano delle anomalie di seguito si
     chiede di approfondire i seguenti punti:
     Si chiedono delle indicazione riferibili sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di
     trasporto del materiale in ingresso e in uscita dal lotto e sulle emissioni di traffico indotto (leggero e pesante)
     prodotte dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei
     livelli incrementali prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività.
     Anomalie di cui si chiede riscontro, nel calcolo del livello ambientale per la verifica del criterio differenziale,
     presso il ricettore R3, per l’attività di vagliatura – pala – autocarro.
     Visti i valori delle emissioni, relativi alla valutazione del criterio differenziale, prossimi al limite di norma
     per il ricettore R1 si indica la necessità di attuare sempre le attività di frantumazione – pala –autocarro di -
     sgiunte da quelle di vagliatura – pala – autocarro.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento, prescrivendo tuttavia un monitoraggio post operam.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Considerata la tipologia del progetto e la procedura in corso, non sono state prodotte relazione e/o informa-
     zioni sul presente aspetto ambientale.
                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Dal punto di vista fisiografico il sito di progetto ricade all’interno dell’ampia fascia pedemontana vicentina,
     in prossimità della dorsale collinare che ne chiude il limite occidentale; proprio ai piedi di quest’ultima è di -
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     stribuita la maglia insediativa diffusa, localizzata lungo la viabilità formata dalla SP 46 (del Pasubio), con
     maggiore concentrazione nei centri abitati di San Vito di Leguzzano, Malo e Isola Vicentina.
     L’alta pianura vicentina, spesso senza soluzione di continuità in direzione longitudinale, è oggi occupata da
     zone più o meno urbanizzate; l’intensa frammentazione delle matrici rurali e seminatura tipiche locali (colti-
     vi, siepi e filari arborati, vegetazione ripariale, boschi planiziali, aree umide) è evidenziata dall’intensa urba-
     nizzazione, caratterizzata da grandi manufatti di natura soprattutto commerciale e produttiva e dalla fram-
     mistione delle aree residenziali con le attività produttive.
     L’ambito di progetto ricade all’interno di zona gravata da vincolo paesaggistico. In particolare si rileva la
     presenza di:
     • aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del DLgs 42/04: i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli
     elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con re -
     gio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri cia -
     scuna.
     Non sono ad ogni modo presenti:
     • beni culturali tutelati ai sensi della parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio;
     • immobili o aree dichiarate di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136 del DLgs 42/04.
     L’area di progetto ricade all’interno dell’ambito “Paesaggio a connotazione urbana”; trattasi di un ambito
     che occupa le parti più densamente urbanizzate del territorio comunale. Si caratterizza per l’edificazione
     densa, diffusa e continua, localizzata prevalentemente nel capoluogo e nella Zona Industriale.
     Trattasi di aree che presentano ridotta vegetazione naturale, assenza o limitata biopermeabilità, forte inter -
     clusione dei coni visuali, numerosi elementi detrattori. L’integrità ambientale si può considerare pressoché
     nulla ed assai scarso appare anche il pregio paesaggistico.
     Il contesto paesaggistico comprende prevalentemente la zona produttiva (ZTO D2.2) di San Vito di Leguzza-
     no; trattandosi di insediamenti realizzati in epoche recenti non si segnala la presenza di elementi di partico -
     lare valenza paesaggistica. Trattasi in effetti di un territorio interessato da un’espansione urbanistica ancora
     in atto, che dalla SP 46 “del Pasubio” si sviluppa in direzione del torrente Leogra e da qui verso nord. Gli in -
     sediamenti sono di tipo produttivo-artigianale, trattandosi di capannoni industriali e delle relative infra-
     strutture a servizio (viabilità, reti tecnologiche, ecc.).
     Al fine di mitigare gli effetti relativi alla percezione visiva di contesto dell’impianto, il progetto prevede la
     realizzazione di una siepe arboreo-arbustiva lungo i confini nord e est del lotto.
     In particolare lungo il lato est dell’impianto verrà messa a dimora una siepe arbustiva composta dalle se-
     guenti specie: Corylus avellana, Laurus nobilis, Ligustrum japonica variegato, Osmathus fragrans, Osmathus
     armatus, Osmathus aquifolium, Photinia x fraseri, Viburnum rhytidophyllum, Vuburnum tinus.
     Lungo il lato nord dell’impianto verrà messa a dimora una siepe arboreo-arbustiva composta dalle seguenti
     specie: Carpinus betulus, Corylus avellana, Laurus nobilis, Ligustrum japonica variegato, Osmathus fra-
     grans, Osmathus armatus, Osmathus aquifolium, Photinia x fraseri, Viburnum rhytidophyllum, Vuburnum
     tinus.
     Gli elementi vegetazionali così descritti, oltre a minimizzare la percezione visiva dell’impianto, rappresente-
     ranno un elemento frangivento in grado di limitare in modo considerevole il trasporto delle polveri. Inoltre
     la siepe si andrà a collegare direttamente alla fascia vegetazionale della lottizzazione e alla vegetazione peri-
     fluviale esistente, implementando la rete ecologica dell’area.
     In totale la siepe di nuovo impianto, di lunghezza pari a circa 90 metri, sarà monofilare a funzione scherman-
     te, naturalistica e paesaggistica.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


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     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     In generale la viabilità che gravita nell’ambito dei comuni San Vito di Leguzzano e di Malo risulta ben
     sviluppata e caratterizzata da una rete di arterie provinciali e comunali che consentono un facile
     collegamento con i principali centri abitati e produttivi della zona. Il sistema delle infrastrutture nel
     territorio comunale è fortemente caratterizzato dalla morfologia del territorio (dorsale Schio-Vicenza) e dalle
     importanti connessioni che attraversano l’ambito territoriale in esame (SP 46, SP 48 e SP 124) che danno
     struttura e forma alla rete viaria.
     In rapporto al sistema Altovicentino, San Vito di Leguzzano è interessato da forti flussi di traffico a medio e
     breve raggio ed è nel contempo caratterizzato da una carenza di infrastrutture viarie correttamente
     gerarchizzate.
     Attualmente le strategie relative alla mobilità stradale afferente l’area produttiva in analisi prevedono due
     opere di grande importanza a livello sovracomunale:
     • la variante, in Comune di Malo, alla ex-strada statale 46 (ora SP46) in direzione nord-sud;
     • la pedemontana in direzione est-ovest con la realizzazione del casello autostradale, in Comune di Malo.
     L’attività di trattamento inerti determinerà la generazione di traffico pesante indotto per il conferimento di
     rifiuti inerti da trattare e per l’alienazione di MPS (materia prima seconda) ottenuta.
     Per la determinazione dei transiti si è fatto riferimento al quantitativo massimo di rifiuti trattabili
     annualmente dall’impianto pari a 70.000 ton.
     La ditta proponente utilizzerà automezzi con capacità di carico medio di 28 ton per il vettoriamento dei
     rifiuti e delle MPS prodotte.
     Per quanto riguarda la stima relativa ai flussi orari si è considerato un arco temporale di 8 ore in quanto,
     sebbene l’impianto risulti attivo per 6 ore al giorno (3 ore frantumazione e 3 ore vagliatura), le operazioni di
     carico e trasporto in uscita delle MPS ottenute possono continuare anche durante il periodo di non
     funzionamento degli impianti di frantumazione e vagliatura.
     La presente stima ha permesso di determinare il traffico medio giornaliero indotto dall’attività di progetto.
     Tale valore deriva dalla stima del materiale massimo trattato annualmente nell’impianto, pari a 70.000
     ton/anno (che comporta 70.000 ton di inerti e terre/rocce da scavo in ingresso ed una pari quantità di MPS in
     uscita) cui corrisponde una movimentazione giornaliera complessiva di circa 560 ton (280 ton in entrata e
     280 ton in uscita). Considerata una portata media per singolo automezzo di 28 ton ed un numero di viaggi
     per automezzo pari a 1,5 (una volta su due l’automezzo viaggia a pieno carico sia in arrivo che in uscita), si
     ottiene un valore di 30 passaggi/giorno.
     Quantitativo annuo massimo in trattamento      70.000 ton/anno
     Totale materiale da movimentare giornalmente 560 ton
     Portata media singolo automezzo           28 ton
     Ore lavorative / giorno               8 ore/giorno
     Passaggi giorno *                  30 passaggi / giorno
     Passaggi ora                    3,75 passaggi/ora
     Si considera un numero di viaggi per automezzo pari a 1,5; una volta su due l’automezzo viaggia a pieno
     carico sia in arrivo che in uscita . Considerati gli spazi esigui, per le operazioni di carico e scarico potrà
     accedere soltanto un mezzo alla volta.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.




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     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     L’ambito di progetto ricade all’estero di aree nucleo e o di corridoi ecologici inpiduati dalla cartografia re -
     gionale; in particolare l’ara di progetto ricade su un ambito produttivo (ZTO D.2.2), ubicato, secondo la car -
     tografia del PTRC, all’interno di un ambito classificato come “area ad elevata utilizzazione agricola”.
     La rete ecologica provinciale è inpiduata nella Tavola 4 “Carta delle Trasformabilità” del Piano di Assetto
     del Territorio del Comune di Malo.
     Gli elementi della Rete Ecologica locale inpiduati dalla cartografia tematica sono:
     • Stepping stone;
     • Aree di rinaturalizzazione (restoration areas);
     • Corridoi ecologici secondari;
     • Varchi ambientali.
     L’ambito di progetto ricade all’estero di elementi a valenza ecorelazionale inpiduati dalla cartografia co-
     munale; in particolare l’ambito del torrente Leogra, posto ad oltre 30 m dal limite dell’area di intervento, è
     classificato come “Corridoio ecologico secondario”.
     L’area di progetto non ricade all’interno o in prossimità di siti della rete Natura 2000, così come inpiduati
     dalla DGRV n. 4003 del 16 dicembre 2008 e s.m.i.
     Dall’analisi cartografica si ricava che l’area interessata dall’attività non ricade in S.I.C. Od in Z.P.S. ed i siti
     più vicini sono:
     • SIC IT3220008 “Buso della Rana” – Distanza 5,2 km;
     • SIC IT3220039 “Biotopo Le Poscole” – Distanza 6,5 Km.
     • SIC/ZPS IT3220013 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” – Distanza oltre i 10 km.
     Quale opera di mitigazione e inserimento paesaggistico-ambientale il progetto prevede la realizzazione di
     una siepe arboreo-arbustiva lungo i confini nord e est del lotto.
     “In particolare lungo il lato est dell’impianto verrà messa a dimora una siepe arbustiva composta dalle se-
     guenti specie: Corylus avellana, Laurus nobilis, Ligustrum japonica variegato, Osmanthus fragrans, Osman-
     thus armatus, Osmanthus aquifolium, Photinia x fraserii, Viburnum rhytidophyllum, Viburnum tinus.
     Lungo il lato nord dell’impianto verrà messa a dimora una siepe arboreo-arbustiva composta dalle seguenti
     specie: Carpinus betulus, Corylus avellana, Laurus nobilis, Ligustrum japonica variegato, Osmanthus fra-
     grans, Osmanthus armatus, Osmanthus aquifolium, Photinia x fraserii, Viburnum rhytidophyllum, Vibur-
     num tinus. Gli elementi vegetazionali così descritti, oltre a minimizzare la percezione visiva dell’impianto,
     rappresenteranno un elemento frangivento in grado di limitare in modo considerevole il trasporto delle pol-
     veri. Inoltre la siepe si andrà a collegare direttamente alla fascia vegetazionale della lottizzazione e alla vege-
     tazione perifluviale esistente, implementando la rete ecologica dell’area.
     In totale la siepe di nuovo impianto, di lunghezza pari a circa 90 metri, sarà monofilare a funzione scherman-
     te, naturalistica e paesaggistica.” I concetti di fondo sono conpisibili. Si chiede una integrazione progettua -
     le ed una aggiunta. L’integrazione riguarda la produzione di un elaborato specifico sulle opere a verde che
     determini le quantità, le dimensioni e la tipologia delle specie previste – considerando che per la realizzazio-
     ne di una fascia arboreo-arbustiva utile agli scopi indicati è necessario uno spessore di almeno 4 m –nonché
     il costo per la realizzazione delle stesse, che tenga conto anche della manutenzione fino all’attecchimento.
     Le integrazioni prodotte hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, quindi si ritiene di porre le se-
     guenti prescrizioni:
     - relativamente alle modalità di finitura dell’area a verde, la copertura dovrà essere realizzata con film e
     spessore di corteccia o ghiaia di lapillo;
     - nella logica dichiarata e conpisibile di aumentare la connessione con la rete ecosistemica esistente, si
     suggerisce la creazione di un filare alberato nella aiuola del parcheggio esistente. Potranno essere impiegate
     specie arboree di seconda grandezza, quali Acer campestre “Elsrjik”, Ostrya carpinifolia, Cercis siliqua-
     strum.

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     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     Considerata la tipologia del progetto, del ciclo di lavorazione e dei rifiuti trattati, non si ritiene che l’attività
     potrà influire negativamente sull’ambiente di lavoro e nell’ambiente circostante, vista anche l’analisi delle
     matrici ambientali sopra riportate.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.



                  VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                               CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
     tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
     finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
     monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
     concernenti l’inquinamento acustico e la gestione dei rifiuti.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                              Tutto ciò premesso
                           PARERE FAVOREVOLE
               al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
     1.  L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
       dell’attività, in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti. All’interno di tale
       procedura di autorizzazione andranno approfonditi i temi riguardanti la provenienza dei rifiuti con
       codice CER 200301, la congruità con i vincoli paesaggistici di cui Piano Regionale di Gestione dei
       Rifiuti Urbani e Speciali, nonché chiarire quale sia il tempo di pioggia utilizzato per il calcolo del
       volume all’interno delle verifiche idrauliche prodotte; si precisa al contempo che non potrà essere
       accettato l’utilizzo del codice 170504 per recuperi ambientali (DM 05/02/1998 punto 7.13-bis lettera b),

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        in quanto il DM 05/08/2008 prevede l’operazione di recupero R10 “Trattamento in ambiente terrestre a
        beneficio dell’agricoltura e dell’ecologia”, cioè il trattamento deve essere fatto in situ e non in un
        impianto di recupero.
     2.   In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
        verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
        triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto.:
        - le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei
        punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno
        comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
        - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante
        una specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel
        frattempo, saranno stati comunicati i risultati delle analisi;
        - si prescrive, altresì, di mantenere di tenere le porte, i portoni e le finestre del capannone sede
        dell’attività sempre ben chiusi;
        - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
        Previsionale di Impatto Acustico;
        -le attività di frantumazione – pala –autocarro dovranno essere gestite disgiuntamente da quelle di
        vagliatura – pala – autocarro.
     3.   Nel progetto di sistemazione del verde si prescrive di:
        - relativamente alle modalità di finitura dell’area a verde, la copertura dovrà essere realizzata con film e
        spessore di corteccia o ghiaia di lapillo;
        - nella logica dichiarata e conpisibile di aumentare la connessione con la rete ecosistemica esistente,
        si prescrive la creazione di un filare alberato nella aiuola del parcheggio esistente. Potranno essere
        impiegate specie arboree di seconda grandezza, quali Acer campestre “Elsrjik”, Ostrya carpinifolia,
        Cercis siliquastrum..
     4.   L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
        addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
        sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in
        occasione della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione
        all’esercizio.
     Vicenza, 30 novembre 2016


        F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
       Dott.ssa Silvia Chierchia                                 Andrea Baldisseri




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