determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 427 DEL 24/05/2017
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S.M.I.
DITTA: CONCERIA MARCO POLO S.R.L.
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: RINNOVO AUTORIZZAZIONE A.U.A.- IMPIANTO PER LA
CONCIA DEL CUOIO E DEL PELLAME
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ZERMEGHEDO, VIA SEGALA N. 15
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 24/03/17 , prot. n. 21979, da parte della ditta Conceria
Marco Polo S.R.L., con sede legale in via Segala n. 15 in Comune di Zermeghedo (VI), relativa al
progetto di un “Rinnovo autorizzazione A.U.A.”, nel sito di via Segala n. 15 , in Comune di
Zermeghedo;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell'allegato IV della
parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. - Punto 5. Industria dei tessili, del cuoio, del legno della
carta – lettera d) impianti per la concia del cuoio e del pellame qualora la capacità superi le 3
tonnellate di prodotto finito al giorno;
Tenuto conto che la verifica per tali impianti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi, come
inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 04/04/17 ;
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
copia informatica per consultazione
Dato atto che la Comitato Tecnico Provinciale VIA, nella seduta del giorno 05/05/2017 ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere n.
12/2017 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento;
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.27 del 28/07/2016 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2016;
Visto che con Decreto del Presidente n.8 del 20/01/2017 è stato approvato il PEG
provvisorio dell'anno 2017;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Conceria Marco Polo S.R.L., con sede legale in via Segala n. 15,
nel comune di Zermeghedo, relativo al“Rinnovo autorizzazione A.U.A.” situato in comune di
Zermeghedo, via Segala n. 15, è escluso dalla procedura di valutazione di impatto
ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate
nel parere n. 12/2017 allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e
sostanziale;
2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta Conceria Marco Polo S.R.L., al Comune
di Zermeghedo, A Medio Chiampo spa, ai consulenti dott. Walter Formenton- dott. Luca
Tonello- Ecochem srl all'ARPAV ed all'ULSS n.8 ;
copia informatica per consultazione
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 24/05/2017
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S. M. E
I..
DITTA: CONCERIA MARCO POLO S.R.L.
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CONCIA DEL CUOIO E DEL PELLAME
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ZERMEGHEDO, VIA SEGALA N. 15
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 26/05/2017.
Vicenza, 26/05/2017
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(POLO PAOLA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
CONCERIA MARCO POLO S.R.L.
PARERE N. 12/2017
Oggetto: Rinnovo autorizzazione A.U.A. (art. 13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE: Conceria Marco Polo srl
SEDE LEGALE: Via Segala, 15 – Zermeghedo
SEDE INTERVENTO: Via Segala, 15 – Zermeghedo
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto per la concia del cuoio e del pellame
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 5. Industria
dei tessili, del cuoio, del legno della carta – lettera d) impianti per la concia
del cuoio e del pellame qualora la capacità superi le 3 tonnellate di prodotto
finito al giorno.
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 24 marzo 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 04 aprile 2017
DATA INTEGRAZIONI: \\\
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- 1 Studio Preliminare Ambientale.
- 2 Autorizzazione emissioni in atmosfera.
- 3 Autorizzazione scarico acque.
- 4 Domanda AUA rinnovo autorizzazione settoriale.
- 5 Planimetria lay out camini.
- 6 Planimetria lay out reti idriche.
- 7 Planimetria lay out stoccaggi rifiuti, materie prime e prodotti.
- 8 Concessione idraulica pozzo.
- 9 Valutazione Impatto Acustico.
- 10 Progetto recinzione.
PREMESSE ED UBICAZIONE
L’azienda Conceria marco polo Srl ha sede legale e operativa nel Comune di Zermeghedo (VI), Via Segala, n.
15 ed è ubicata in zona produttiva D1.
Il fabbricato insiste sul mappale 557 con una superficie del lotto di 3000 m 2 , dei quali 1600 m 2 scoperti pa -
vimentati.
La ditta, lavorando per conto terzi, non effettua operazioni di calcinaio, ma solo operazioni di concia delle
pelli in trippa e tintura; tuttavia dal volume dei bottali destinati alla concia e potenzialmente disponibili per
il calcinaio qualora la ditta intendesse utilizzare il ciclo completo di concia, il volume degli stessi supera i 75
m 3 e quindi ne risulta che si debba procedere con una Studio di Verifica di Assoggettabilità alla VIA o Stu -
dio Preliminare Ambientale; per altro, non superando i 300 m 3 di calcinaio, l’azienda non è soggetta ad Au-
torizzazione Integrata Ambientale e a V.I.A..
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Da un analisi delle tavole del PAT si possono inpiduare delle “sensibilità” del territorio circostante che
dovrebbero essere analizzate per inpiduare se sia o meno opportuno prevedere delle opere di mitigazione
specifiche.
L’azienda è ubicata in zona produttiva D1, in via Segala ,15 del Comune di Zermeghedo.
Con riferimento al Quadro di riferimento programmatico, non necessario in questa fase, si precisa che
l’azienda non presenta criticità sia con la programmazione locale che di area vasta, se non la fascia di rispetto
di 10 m al limite della committente per lo scolo esistente.
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016, ridefinisce “ … i
contenuti della relazione da allegarsi all'istanza … “ così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando,
tra l'altro, la necessita di prevedere anche una “ … descrizione degli impatti sulle matrici ambientali
interessate connessi all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di
inquinanti, alla creazione di sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle
eventuali misure di mitigazione necessarie; ... " .
Per inpiduare correttamente le cosiddette "matrici ambientali interessaste" indicate nella DGR ci si può
basare anche sulla Programmatoria/Pianificatoria.
Da un analisi sommaria effettuata si evidenzia un unico elemento comune rispetto al sistema pianificatorio
costituito dal PTRC, dal PTCP e dal PATI e cioè la presenza e la tutela del corso d’acqua denominato Rio
Rodegoto e della fascia di ricarica degli acquiferi.
Le predette previsioni trovano altresì conferma nelle tavole del Piano di Tutela delle Acque.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Il ciclo produttivo autorizzato è caratterizzato dalle fasi di Concia delle pelli e rasatura, con utilizzo
ausiliario di energia termica
La ditta dispone di 15 bottali complessivi di cui: n.5 bottali destinati al ciclo della concia e n.10 bottali
destinati alla tintura delle pelli.
La concia delle pelli in trippa , viene realizzata utilizzando 5 bottali di volume massimo
complessivo netto pari a circa 215m3, numerati nella planimetria da 2 a 7 (di questi solo 5
funzionano contemporaneamente per la concia, mentre uno è destinato alla tintura; effettuando solo
lavorazioni di pelli in trippa alcune lavorazioni, pur descritte, sono solo potenziali.
Fase di Riviera (lavorazione, attualmente, non attiva): prima di effettuare la concia vera e propria le pelli
subiscono il processo di “rinverdimento”; con questo trattamento vengono eliminate le scorie, presenti
sulle pelli grezze, vengono idratate ed eventualmente disinfettate. Le pelli sono trattate in appositi
bagni acquosi contenenti agevolanti chimici per favorirne l’idratazione; all’azione chimica viene
accoppiata una azione meccanica trattando le pelli in appositi bottali per favorire l’ammorbidimento.
Attualmente il rinverdimento viene attuato solo sulle pelli in trippa da conciare.
Calcinaio (lavorazione, attualmente, non attiva): A rinverdimento avvenuto le pelli subiscono un trattamento
che rimuove il pelo dalle pelli, producendo un allentamento della struttura fibrosa ed un gonfiamento delle
pelli; le pelli calcinate sono dette pelli in trippa. La fase di calcinazione viene svolta negli stessi bottali e
consiste in un lavaggio basico addizionando solfuro di sodio e calce. Lentamente la pelle si gonfia, riprende
la sua umidità e le fibre di collagene si allentano permettendo alla sostanza conciante di venire in contatto
con le stesse. Allo stesso tempo il tessuto epidermico si disorganizza, i peli si smuovono dai loro follicoli e i
grassi della pelle si saponificano. Si verifica quella che viene detta depilazione alcalina.
Il processo prevede il recupero del pelo e il bagno di calcinaio a basso tenore di solfuro di sodio (bagno al
1,5% di solfuro di sodio).
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Dal punto di vista ambientale questa fase comporta il consumo di risorsa idrica, la produzione di un refluo a
pH alcalino, carico di sostanze quali COD, SST, Cloruri, Azoto Organico, Solfuri.
In questa fase viene utilizzato solfuro di sodio in soluzione acquosa basica oltre ad altri prodotti chimici.
Tutte le acque di queste lavorazioni sono inviate tramite delle canalette ai trattamenti meccanici di
grigliatura grossolana e fine, quindi previo accumulo in apposite vasche inviate ai sedimentatori e scaricate
all’impianto di depurazione centralizzato di Medio Chiampo.
Scarnatura (lavorazione, attualmente, non attiva): la scarnatura elimina meccanicamente i resti del tessuto
sottocutaneo dal lato interno (derma) delle pelli; può essere eseguita dopo il rinverdimento ma di solito
dopo il Calcinaio.
Piclaggio (Pickel): il piclaggio è il trattamento che porta il pH delle pelli verso valori acidi necessari per
ottimizzare l’effetto. Il pH viene portato ad un valore adatto alla successiva operazione di concia attraverso
l’aggiunta di soluzioni di acido formico (HCOOH) o acido solforico (H2SO4). Si raggiunge un pH di 2,5-3
che favorisce la successiva penetrazione nel derma dell’agente conciante costituito da sali di cromo (che
necessitano di un pH 2,5-3).
L’operazione viene condotta in bottali in ambiente acido, in queste condizioni vi è sviluppo di idrogeno
solforato. Viene pertanto realizzata una aspirazione continua attraverso l’asse cavo dei bottali e l’aria
aspirata viene opportunamente trattata mediante un abbattitore del tipo a “scrubber” per la riduzione
dell’idrogeno solforato in emissione. Le emissioni sono convogliate al camino n.2.
Concia: è il trattamento che consolida il collagene delle pelli; nel caso di concia al cromo questo si ottiene
tramite legami tra i sali di cromo e i gruppi carbossilici del collagene. In questa fase, che viene condotta in
bottale, non vi sono emissioni. Per la Concia verranno utilizzati 5 bottali.
Lo scopo ultimo della concia è la trasformazione della pelle in trippa in cuoio, sostanza imputrescibile.
Questa trasformazione avviene dall'unione del collagene con sostanze minerali o vegetali, dette concianti.
Come agente conciante si utilizza il solfato basico di cromo (CrOHSO4): si effettuano bagni ai sali al cromo
durante i quali il Cr(III) lega a sé i gruppi carbossilici di perse catene peptidiche delle sostanze proteiche
presenti nel collagene del derma dando luogo a legami coordinativi di grande stabilità.
La durata della concia è di 24 ore e la temperatura finale del bagno di concia è di 30°C. Il cuoio contiene alla
fine del processo un 7/8% di Cr2O3 su Kg di trippa.
Tutte le acque di queste lavorazioni sono inviate tramite delle canalette a una prima grigliatura grossolana e
quindi previo accumulo in una vasca e sedimentazione, scaricate all’impianto di depurazione centralizzato
di Medio Chiampo.
Tintura e operazioni meccaniche: dopo la concia vengono eseguiti una serie di trattamenti che non danno
luogo ad emissioni quali la pressatura, che ha lo scopo di eliminare l’acqua superflua mediante pressatura
delle pelli.
Tintura: trattamento in botte che conferisce la colorazione voluta alle pelli; avviene mediante la reazione del
radicale acido o basico del colorante e le proteine conciate. Quest’operazione lavora la pelle conciata in
appositi bottali al fine di conferire alla stessa il colore di base, la flessibilità e la mano desiderati, la stessa
comporta in sequenza le fasi di riconcia (al fine di conferire uniforme pienezza e capacità di conservare la
consistenza), tintura (conferisce alla pelle la colorazione richiesta dall’articolo) e ingrasso della pelle
(lubrifica le fibre dermiche onde evitarne l’incollaggio e conferire morbidezza e pienezza dell’articolo finito)
Macchinari utilizzati: n. 10 bottali per tintura in legno
Ingrasso: trattamento in botte che migliora il grado d’elasticità delle pelli e le protegge durante la fasi
successive d’ asciugatura e di rifinizione.
Essiccazione: lavorazione che riduce il contenuto d’acqua delle pelli attorno al 10/15% attraverso sistemi di
asciugatura con impianti sottovuoto a piastre con torre di condensazione.
.
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La potenziale ripresa delle operazioni di calcinaio rende necessaria una specifica prescrizione per la
limitazione delle emissioni odorigene provenienti dalle vasche di omogenizzazione prima dello scarico dei
reflui in fognatura: dovrà essere realizzata un’idonea copertura delle vasche, dotando le stesse di un sistema
di aspirazione convogliato ad un sistema di abbattimento dedicato, costituito da uno scrubber a soda.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
L’attività è dotata di vari punti di emissione convogliati; le emissioni significative sono prodotte dai bottali
di concia durante le fasi di decalcinazione, macerazione e pickel , essicazione, dalla e dalle centrali termiche.
Gli impianti di abbattimento delle emissioni in atmosfera sono costituiti da uno scrubber a soda a servizio
dei bottali utilizzati per la calcinazione, macerazione e pickel, soggetto a regolare manutenzione ed a con -
trollo analitico periodico.
Acque
L’approvvigionamento idrico per le lavorazioni è fornito da emungimento da pozzo , autorizzato con
Decreto del Genio Civile n. 473 del 13/10/2011 e alimenta una vasca di accumulo posta all’interno
dell’azienda. L’acqua ad uso civile è fornita dall’ente gestore del servizio idrico integrato attraverso un
allacciamento all’acquedotto civile. Entrambi gli allacciamenti sono muniti di contatori sigillati dall’ente
gestore. Il pozzo si trova su un lato dell’azienda che non è interessato da lavorazioni, stoccaggi di materiali e
rifiuti ed è quindi preservato da eventuali contaminazioni. In aggiunta il pozzo è sigillato ed è quindi
impossibile la contaminazione della falda attraverso questa via.
ACQUE REFLUE INDUSTRIALI
L’ azienda ha avuto la necessità di costruire una nuova vasca interrata, per aumentare la riserva di scarico
industriale. La vasca è posizionata al centro del piazzale tra i due capannoni della Ditta e in aderenza alla
vasca autorizzata con Permesso di Costruire n° 10/2014 del 09-04- 2014.
Tutte le aree interne interessate dalle lavorazioni sono dotate di apposite canalette, protette da grigliato, per
la raccolta delle acque reflue di processo, le quali vengono confluite mediante una rete dedicata di condotte
verso un impianto di depurazione aziendale il quale presenta uno scarico verso la rete industriale gestita da
Medio Chiampo S.p.A. (autorizzato con ultimo provvedimento prot. n.1938 del 2016).
Sono presenti in tutti i reparti dei canali di raccolta dove confluiscono i residui liquidi e solidi detti anche
grigliati, derivati dalle varie lavorazioni. Questi canali di raccolta portano i residui fino a un macchinario
chiamato "Grigliatore" che trattiene le parti più grossolane.
In seguito l'acqua passa attraverso appositi "Dischi di filtrazione" dove vengono trattenuti ulteriori residui di
grigliatura più sottili, infine l'acqua confluisce nella vasca di omogeneizzazione n. 1 ampliata a luglio 2014
della capacità di 450 m3, è dotata di quattro mixer per la miscelazione. La vasca n. 2 viene utilizzata come
polmone solo in caso di blocco degli scarichi, ha la capacità di 150 m3 ed è dotata di un mixer per la
miscelazione, mentre la vasca di m3 900 che serve da accumulo, è dotata di due mixer per la miscelazione.
In questa vasca confluiscono anche le acque bianche dei piazzali e degli spazi adibiti a deposito rifiuti e
lavaggio camion; inoltre con riferimento all'ordinanza n. 7 del 17.03.2012 del comune di Zermeghedo, si è
provveduto a posare un pozzetto per ispezione le acque meteoriche in via Segala 15 come da protocollo n.
4792 del 09.10.2012 e autorizzazione n. 63-2012 del 09.10.2012 del comune di Zermeghedo.
Dalle vasche di omogeneizzazione, tramite pompe di sollevamento, con portata di 16 m3/h. l'acqua viene
immessa nei silos di decantazione n. 1, n. 2 e n. 3, dove avviene la separazione solido/liquido e infine, per
sistema di caduta, l'acqua defluisce nello scarico passando attraverso il punto di controllo (misuratore -
prelievo).
ACQUE METEORICHE
Nelle aree esterne scoperte non viene effettuato alcun deposito stabile di prodotti o materie prime che
possano comportare il dilavamento di sostanze pericolose e pregiudizievoli per l’ambiente; alcune aree sono
interessate da depositi temporanei dei materiali a fine lavorazione (che vengono coperti per protezione in
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caso di eventi meteorologici e che non comportano comunque il rilascio di sostanze pericolose e
pregiudizievoli per l’ambiente).
Il deposito dei rifiuti che possono generare possibili contaminazioni delle acque avviene in appositi cassoni,
comunque coperti, in un’area separata idraulicamente dal resto dei piazzali mediante canaletta protetta da
grigliato nella defluiscono le acque che interessano tale zona grazie alla pendenza della pavimentazione. La
pendenza della pavimentazione attorno a tale area garantisce quindi la raccolta separata delle acque
meteoriche del resto del piazzale.
In modo similare le acque meteoriche che interessano le aree dove si trovano i silos dei fanghi del
depuratore sono raccolte distintamente dalle aree circostanti.
I piazzali sono interessati dalla normale circolazione dei mezzi per la consegna della materia prima da
sottoporre a lavorazione o dei prodotti finiti in uscita verso i clienti oltre che di eventuali trasferimenti di
materiale tra i due fabbricati.
In prossimità del depuratore è presente un’area di rifornimento carburante dei mezzi mediante cisterna fuori
terra coperta e con proprio bacino di contenimento. Le acque meteoriche che interessano l’area di
rifornimento dei mezzi sono raccolte mediante la stessa rete che raccoglie l’acqua proveniente dalle altre aree
dei piazzali; è inoltre presente un’area esterna di lavaggio e disinfezione automezzi per la quale le acque
sono raccolte da apposto pozzetto per il loro successivo trattamento.
Si ritiene pertanto che esclusa l’area di deposito rifiuti e dei silos per i fanghi del depuratore, per il resto
delle superfici scoperte che circondano i fabbricati, anche qualora si ipotizzasse in via cautelativa l’eventuale
presenza di sostanze pericolose nelle acque meteoriche di dilavamento, queste si limitino al più alle acque di
prima pioggia.
Tutti i piazzali della conceria Marco Polo sono provvisti di tombini o canalette di raccolta protetti da griglie,
i quali convogliano le acque meteoriche a un unico pozzetto di raccolta (indicato con la dicitura “vasca
raccolta acque cortile” in planimetria): da tale pozzetto le acque di prima pioggia vengono dirottate
mediante un sistema costituito da due pompe con portata di 16 mc/h (si consideri che i primi 5 mm di
pioggia calcolati sul totale delle superfici dei piazzali pari a 2842 mq equivarrebbero a un volume di circa 14
mc) nella vasca di omogeneizzazione del depuratore e dopo il processo di depurazione vengono scaricate
nella rete delle acque industriali gestita da Medio Chiampo S.p.A.
Tale configurazione della rete risulta già presente nella pratica di rinnovo dello scarico associata al
provvedimento del gestore della rete Medio Chiampo S.p.A. prot. n.1938 del 2016.
Allo stesso trattamento sono sottoposte le acque provenienti dal pozzetto di raccolta delle acque dell’area di
lavaggio mezzi. Praticamente tutte le acque meteoriche dei piazzali vengono sempre inviate allo scarico
consortile. Solo quando la pioggia è talmente intensa da determinare una portata superiore a 16 m3/h (solo
in caso di pioggia superiore a 5,7 mm/h), l’eccedenza viene considerata acqua di seconda pioggia e viene
dirottata nel Rio Rodegoto mediante apposita condotta connessa al bordo superiore della “vasca raccolta
acque cortile” dotata prima dello scarico di un apposito pozzetto di ispezione che consente di verificare la
qualità delle acque.
Le acque meteoriche che interessano le zone dove si trovano i cassoni dei rifiuti e i silos dei fanghi (raccolte
separatamente da quelle che interessano le altre aree dei piazzali), non essendo possibile escludere possibili
contaminazioni anche delle acque di seconda pioggia, vengono convogliate, assieme alle acque reflue
provenienti dalle lavorazioni interne ai fabbricati, verso il depuratore che scarica quindi nella rete industriale
gestita dalla società Medio Chiampo.
Sulle coperture sono presenti due camini asserviti a due centrali termiche non soggette ad autorizzazione e
un camino legato all’attività di concia, regolato dall’autorizzazione provinciale prot. n.1591 del 20/6/1991
(per la quale è già stata presentata istanza di prosecuzione attività a fine 2013), i quali sono collocati in
posizione e a un’altezza adeguata a garantire la corretta dispersione delle sostanze volatili nell’atmosfera; si
riterrebbe quindi di escludere la possibilità di ricaduta o accumulo significativo sulle superfici delle
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coperture di sostanze pericolose e pregiudizievoli per l’ambiente che possano essere dilavate dalle acque
meteoriche.
Tale considerazione sostenibile in via teorica è supportabile da analisi delle acque attraverso i pozzetti
presenti a valle delle canalette di scarico dalle grondaie di entrambi i fabbricati.
A fronte di quanto sopra si ritiene che la gestione delle acque meteoriche che interessano le coperture risulti
coerente con le previsioni del Piano di Tutela delle Acque in quanto:
le acque di dilavamento del tetto del “FABBRICATO N.1” che sono raccolte dalle caditoie sul lato verso il
Rio Rodegoto sono convogliate nello stesso Rio Rodegoto (per il quale viene richiesto il rilascio di nulla osta
idraulico allo scarico), mentre quelle raccolte dalle caditoie sul lato opposto sono scaricate nella rete pubblica
di via Segala con pozzetto di ispezione finale (come segnalato a fronte dell’ordinanza del Comune di
Zermeghedo n.7 del 17/3/2012 e del Provvedimento di Medio Chiampo S.p.A. prot. n. 824 del 16/4/2012).
Le acque di dilavamento del tetto del “FABBRICATO N.2” raccolte dalle caditoie poste sul lato verso il Rio
Rodegoto sono convogliate nello stesso Rio Rodegoto (per il quale viene richiesto il rilascio di nulla osta
idraulico allo scarico), mentre quelle raccolte dalle caditoie poste sul lato opposto sono convogliate nella rete
pubblica in via Volta con pozzetto di ispezione finale (come segnalato a fronte dell’ordinanza del Comune di
Zermeghedo n.7 del 17/3/2012 e del Provvedimento di Medio Chiampo S.p.A. prot. n. 824 del 16/4/2012)..
La situazione sopra descritta soddisfa quindi le condizioni previste dalle norme tecniche di attuazione del
Piano Regionale di Tutela delle Acque in quanto:
Tutte le acque soggette a possibile contaminazione (acque di prima pioggia che dilavano i piazzali e acque
provenienti dalla zona di stoccaggio rifiuti e dei silos dei fanghi e acque di lavaggio) sono raccolte e
convogliate al depuratore aziendale e quindi scaricate nella rete industriale secondo configurazione già
autorizzata dal gestore.
Le acque di seconda pioggia e le acque delle coperture non soggette a contaminazione sono convogliate
verso recettore superficiale o rete pubblica di raccolta acque piovane per i quali sono state presentate le
richieste per le dovute concessioni per lo scarico..
Suolo e sottosuolo
L’attività viene svolta interamente al coperto e su superficie pavimentata ed i rifiuti risultano stoccati in
modo adeguato, sia quelli solidi che quelli a consistenza fangosa.
Rumore
L’area ove sorge l’azienda, secondo la zonizzazione acustica del Comune di Zermeghedo è posta in classe V.
All’interno dello stabilimento oggetto del presente studio esistono sorgenti rumorose. La rumorosità interna
viene controllata a norma di legge ai fini della tutela della salute dei lavoratori. Per la tutela ambientale nel
marzo 2016 è stata effettuata una valutazione di impatto acustico, riportata nell’Allegato A6, cui si rimanda.
I valori limite di emissione e immissione sono rispettati.
Non si riscontrano nella documentazioni di impatto acustico delle manifeste criticità, pur tuttavia manca
nella relazione una corretta valutazione dei livelli residuali presso i ricettori a est e ovest del lotto aziendale e
presso il ricettore indagato fronte sud, soprattutto per la verifica del criterio differenziale (da condurre in
ambiente interno come da richiesta normativa. Si prescrive pertanto un monitoraggio atto alla valutazione
dei livelli di rumore in ambiente esterno (per la verifica dei limiti di emissione ed immissione) ed in
ambiente interno per la verifica del criterio differenziale presso i ricettori più impattati delle emissioni di
rumore prodotte dall’attività in analisi.
Paesaggio
Considerata la tipologia del progetto e la procedura in corso, non sono state prodotte relazione e/o informa-
zioni sul presente aspetto ambientale.
Viabilità
La ditta si trova nella zona industriale del comune di Zermeghedo. La strada SP31 Valchiampo collega il sito
in studio all’autostrada A4 Milano-Venezia tramite i caselli di Montecchio Maggiore e Montebello e
passando per i comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo, Montorso Vicentino, Arzignano.
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L’arteria è ad alto scorrimento e attraversata da traffico pesante. La via Segala collega direttamente il
complesso alla SP31.
Il traffico di mezzi pesanti è dovuto all’arrivo di prodotti chimici e di pelli semilavorate e all’uscita di pelli
lavorate si valuta in circa 25 automezzi al giorno fra pesanti e leggeri.
Risorse naturali, Flora, Fauna
Non sono presenti siti della Rete Natura2000 entro il raggio di 5 km, distanza indicata da I.S.P.R.A. come
discriminante di analisi in “Elementi per l'aggiornamento delle norme tecniche in materia di valutazione
ambientale” (109/2014) ..
Salute dei Lavoratori e delle persone
ll rischio tecnologico-industriale è associato al verificarsi di eventi che possono essere di origine
intenzionale, a seguito di azione terroristica o di sabotaggio, e di origine accidentale, come conseguenza di
errore umano, incendio o di deterioramento dei materiali.
Nel sito possono verificarsi le seguenti tipologie di incidenti che possono portare alle relative conseguenze
di rischio ambientale: Sversamento sostanze chimiche, Incendio.
Entrambi i rischi sono molto limitati, per quanto riguarda gli spandimenti essi possono avvenire solo
all’interno e sono prontamente raccolti. Se avvengono all’esterno sono pure prontamente raccolti oppure
collettati alla vasca di raccolta acqua industriali e meteoriche e inviati al trattamento depurativo.
Il rischio incendio è fortemente limitato non trattando l’azienda sostanze facilmente infiammabili. la ditta
dispone comunque di certificato di prevenzione incendi.
La ditta è dotata di un Documento di Valutazione dei Rischi in cui sono valutati i rischi correlati alla
presenza e alla gestione di sostanze chimiche e infiammabili e tutti gli addetti sono stati istruiti con appositi
corsi di formazione di sei ore per tre annisulla manipolazione delle sostanze e sulle eventuali emergenze.
Addestramenti specifici sono stati impartiti agli addetti e, in particolare ai carrellisti.
L’azienda non è sottoposta alle norme sui rischi di incidenti rilevanti.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano
indubbiamente a tutt’oggi efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e
anche considerata la concreta modesta consistenza
dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria
l’implementazione di ulteriori interventi di mitigazione.In
particolare risultano già realizzate l’impermeabilizzazione di tutto
il suolo inerente allo stabilimento e la realizzazione di vasche di
accumulo sovradimensionate e con recapito nella fognatura
consortile, in modo da ridurre al minimo il rischio di
contaminazione del Rio Rodegoto.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova
procedura di verifica introdotta dall’art.13 della L.R. n.04/2016,
tuttavia, la ditta ha proposto la seguente specifica iniziative:
realizzazione di una barriera metallica sul lato verso la strada, come
concordato con il Comune di Zermeghedo, per diminuire l’impatto
visivo dei materiali accumulati sul cortile, sostituendo quella
esistente.
In figura un esempio della barriera che si intende installare e si allega progetto della stessa.
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Si ritiene insufficiente la misura mitigativa proposta e se ne prescrive l’integrazione mediante l’intervento
relativo alla copertura delle vasche ed al trattamento delle emissioni, così come già descritto all’interno del
quadro ambientale.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è comunque impegnata ad acquisire il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività;
preliminarmente al rilascio dovrà essere prodotta una sintetica relazione tecnica che dia conto
dell’inpiduazione del codice CER utilizzato per lo smaltimento della soda esausta dell'abbattitore del
camino 2 e delle modalità di gestione dei rifiuti derivanti dai silos di sedimentazione e ispessimento dei
fanghi di precipitazione chimica, ivi compreso il collegamento all'impianto di trattamento.
2. La realizzazione dell’opera mitigativa proposta dovrà avvenire entro 180 giorni dalla notifica del
presente parere, dandone idoneo riscontro fotografico.
3. Ad avvenuta realizzazione delle opere di mitigazione dovrà essere realizzato un monitoraggio atto alla
valutazione dei livelli di rumore in ambiente esterno (per la verifica dei limiti di emissione ed
immissione) ed in ambiente interno per la verifica del criterio differenziale presso i ricettori più
impattati delle emissioni di rumore prodotte dall’attività in analisi.
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4. Preliminarmente all’eventuale ripresa delle operazioni di calcinaio, la ditta dovrà acquisire specifica
autorizzazione da parte del gestore della fognatura e realizzare un’idonea copertura delle vasche,
dotando le stesse di un sistema di aspirazione convogliato ad un sistema di abbattimento dedicato,
costituito da uno scrubber a soda.
Vicenza, 05 maggio 2017
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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