Determina Dirigenziale
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 249 DEL 04/05/2015
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S.M.E I. -
INTERVENTI DI AMMODERNAMENTO E COMPLETAMENTO DEI COMPRENSORI
SCIISTICI DELL'ALTOPIANO DI ASIAGO – COMPRENSORIO MELETTE 2000 -
PROPONENTI: COMUNI DI ASIAGO, GALLIO E ROANA - LOCALIZZAZIONE
INTERVENTO: COMUNE DI GALLIO E FOZA, COMPRENSORIO SCIISTICO
MELETTE 2000, SUB DEMANIO SCIABILE A12.1 MELETTE DEFINITO DAL PIANO
REGIONALE NEVE
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 15 gennaio 2015 (prot. n. 2613) integrata in data 19
gennaio 2015 (prot. n. 4262 del 22 gennaio 2015 ) e 21 gennaio 2015 (prot. n. 4273 del 22 gennaio
2015). da parte dei Comuni proponenti Asiago, Gallio e Roana, relativa al progetto di un “Interventi
di ammodernamento e completamento dei comprensori sciistici dell'Altopiano di Asiago –
Comprensorio Melette 2000”, nel sito di Comprensorio sciistico Melette 2000, sub demanio sciabile
A12.1 Melette definito dal Piano Regionale Neve, in Comune di Gallio e Foza;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti
di infrastrutture, lettera c) “piste da sci di lunghezza superiore a 1,5 km o che impegnano una
superficie superiore a 5 ettari nonche' impianti meccanici di risalita, escluse le sciovie e le
monofuni a collegamento permanente aventi lunghezza inclinata non superiore a 500 metri, con
portata oraria massima superiore a 1800 persone” dell'allegato IV della parte seconda del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i..;
Tenuto conto che la verifica per tali impianti sciistici risulta tra le competenze inpiduate in
capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue successive modifiche ed integrazioni, e
che con D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 la Giunta regionale ha fornito e confermato gli indirizzi
applicativi in materia di valutazione d'impatto ambientale e di coordinamento tra le proprie
disposizioni e le normative nazionali emanate successivamente, confermando la suddetta
competenza provinciale anche con riferimento alla tipologia degli interventi, come inpiduati negli
allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
copia informatica per consultazione
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 29 gennaio 2015;
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Dato atto che la Commissione Provinciale VIA, nella seduta del giorno 29/04/2015, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni e raccomandazioni al fine di mitigare gli impatti
ambientali e monitorare nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
l'autorizzazione dell'intervento;
Vista l’istruttoria della Commissione VIA conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 259;
Vista la Legge Regionale n. 10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di Valutazione
di Impatto Ambientale” e s.m.i. e la successiva D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 "Adeguamento alla
sopravvenuta normativa nazionale e regionale delle disposizioni applicative concernenti le
procedure di valutazione di impatto ambientale di cui alla Dgr n.1539 del 27 settembre 2011 e sua
contestuale revoca”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.10 del 19/02/2015, con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2015 e Pluriennale 2015-2017;
Visto il Decreto Presidenziale n. 33 del 17/03/2015 con il quale è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione anno 2015;
Visto il Decreto presidenziale n. 6 del 19/01/2015 con cui è stato approvato il P.E.G. Provvisorio
2015 con assegnazione delle risorse finanziarie nei limiti previsti dall'art. 163 c. 2 del D.Lgs.
267/2000;
DETERMINA
1. che il progetto dei Comuni di Asiago, Gallio e Roana., relativo all'Interventi di
ammodernamento e completamento dei comprensori sciistici dell'Altopiano di Asiago –
Comprensorio Melette 2000” situato in comune di Gallio e Foza, Comprensorio sciistico
Melette 2000, sub demanio sciabile A12.1 Melette definito dal Piano Regionale Neve., è
escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e
copia informatica per consultazione
alla L.R. 10/99 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere allegato alla presente
determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento ai Comuni di Asiago, Gallio, Roana, Foza ed
Enego, all'ARPAV, al Servizio Forestale Regionale, al Ministero per i beni e le attività
culturali delle Province di Verona, Vicenza e Rovigo, all'ULSS n.3 ed al Settore Ambiente
della Provincia;
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 04/05/2015
Sottoscritta dal Dirigente
(FERRETTI MARIA PIA)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
copia informatica per consultazione
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 05/05/2015.
Vicenza, 05/05/2015
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(PADOVAN ALESSANDRA)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
UFFICIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
COMUNI DI ASIAGO, GALLIO E ROANA
COMPRENSORIO MELETTE 2000
PARERE N. 10/2015
Oggetto: Domanda di verifica di assoggettabilità ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs 152/06.
Progetto: interventi di ammodernamento e completamento dei comprensori sciistici dell'Altopia -
no di Asiago – Comprensorio Melette 2000.
Localizzazione - Comune di Gallio.
PROPONENTE: Comuni di Asiago, Gallio e Roana
SEDE LEGALE: c/o Comune di Asiago
SEDE INTERVENTO: Comuni di Gallio e Foza – Località Melette – sub demanio sciabile A12.1
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Comprensorio sciistico
MOTIVAZIONE V.I.A: Piste da sci di lunghezza superiore a 1,5 km o che impegnano una superficie
superiore a 5 ettari nonché impianti meccanici di risalita, escluse le sciovie e
le monofuni a collegamento permanente aventi lunghezza inclinata non
superiore a 500 metri, con portata oraria massima superiore a 1800 persone
(Punto 7 – Lettera c) - Allegato IV - Parte II - D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii.)
COMUNI INTERESSATI: Asiago - Enego.
DATA DOMANDA: 21 gennaio 2015
DATA PUBBLICAZIONE: 29 gennaio 2015
DATA INTEGRAZIONI: 16 aprile 2015
DOCUMENTAZIONE TECNICA PRESENTATA:
• Studio Preliminare Ambientale;
• Screening di Valutazione di Incidenza Ambientale;
• Valutazione di Impatto Acustico;
• Tavole generali e di dettaglio di impiantistica e piste.
PREMESSE E UBICAZIONE
L’intervento si colloca in Veneto, nella Provincia di Vicenza ed in particolare nel territorio comunale di Gal-
lio. L’obiettivo del progetto è quello di ammodernare e completare il comprensorio sciistico Melette 2000 au-
mentando l’offerta turistica grazie al completamento delle piste e degli impianti.
Questi interventi consentirebbero di soddisfare maggiormente la domanda dei turisti che soggiornano nella
zona centro-orientale della conca asiaghese ma anche dei turisti pendolari che frequentano l’area nei fine set-
timana.
Il progetto prevede l’ammodernamento degli impianti esistenti con investimenti nell’area di Busa Fonda, in
cui sono collocate anche le strutture di servizio (cassa impianti, bar e ristorante self-service, noleggio sci,
scuola sci, ecc.). In particolare, è previsto un importante intervento volto a collegare l’estrema zona occiden-
tale dell’area nella quale si sviluppano il grande campo scuola del Monte Longara con l’area della Baita
Sporting, in cui trova collocazione la struttura a servizi omonima. Quest’ultima, per dimensione degli spazi,
funzionalità e posizione è universalmente nota ai frequentatori dell’Altopiano. Infatti, essa sorge in posizio-
ne ben riparata dai venti ma, grazie alla conformazione dei rilievi che la circondano, beneficia di un notevole
irraggiamento solare durante tutta la giornata.
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UFFICIO VIA
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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
Per sfruttare al massimo le potenzialità dell’area ed in considerazione dei principali frequentatori, costituiti
da famiglie con bambini, l’intervento si propone di creare nuovi spazi soprattutto per la pratica da parte de -
gli sciatori meno esperti mediante:
- sostituzione della seggiovia biposto esistente con un nuovo impianto con stazione posizionata in punto de-
filato rispetto all’area del bar-ristorante Solaia (Nuovo impianto quadriposto ad ammorsamento permanente
dei veicoli denominato "Busa Fonda – Melette di Mezzo");
- creazione dell’area del campo scuola nell’area liberata dal sedime dell’impianto esistente;
- realizzazione della nuova seggiovia di arroccamento al monte Longara con stazione motrice situata sul lato
orientale della strada (Nuova seggiovia biposto ad ammorsamento permanente dei veicoli denominata "Busa
Fonda – Monte Longara") in sostituzione alle sciovie Krauslava I e Krauslava II;).
- sostituzione delle sciovia “Buson” esistente, la cui vita tecnica è recentemente scaduta, con un nuova scio-
via posta su una linea leggermente spostata rispetto all’attuale;
- adeguamento tecnico della pista da sci denominata "Krauslava";
- realizzazione di un breve tratto di pista di collegamento tra la pista Buson e la pista Salto degli Alpini;
- realizzazione di un nuovo bacino per l’innevamento da 30.000 mc- realizzazione di 3 cabine di trasforma-
zione MT/bt per garantire una idonea fornitura elettrica agli impianti e al nuovo impianto di innevamento.
Inoltre si prevede:
- realizzazione di un ponte per l’attraversamento della strada comunale che consenta lo spostamento “sci ai
piedi”;
- spostamento del sedime stradale ridossando la strada esistente all’unghia del versante del Monte Longara;
- completamento della riorganizzazione dell’area a parcheggio al fine di ridurre il rischio di investimento ed
al fine di migliorare l’inserimento paesaggistico, soprattutto durante il periodo estivo, delle aree di sosta.
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano d’area – Altopiano dei Sette Comuni, dei Costi e delle Colline pedemontane Vicentine;
• Piano Regionale Neve;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Gallio;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Gallio;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Foza;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Foza;
• Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Enego
•Rete Natura 2000.
In relazione al presente quadro programmatico, si ritiene sia stata svolta un’adeguata analisi degli strumenti
di pianificazione applicabili, inpiduando correttamente le eventuali/possibili criticità/problematiche ed
evidenziando una generale conformità al contesto inpiduato. Si ritiene comunque utile evidenziare e sotto-
lineare la necessità di un rispetto integrale delle prescrizioni previste dal Piano Neve della Regione Veneto,
in fase di stesura del progetto definitivo.
VALUTAZIONE
Dall’esame del quadro programmatico non emergono particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e
significativi sull'ambiente conseguenti all’intervento in esame.
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE IN SINTESI DEGLI INTERVENTI
Impianti di risalita
Nuovo impianto quadriposto ad ammorsamento permanente dei veicoli denominato "Busa Fonda – Melette
di Mezzo"
Il nuovo impianto, previsto in sostituzione dell’esistente seggiovia biposto ad ammorsamento permanente
dei veicoli, rappresenta l’impianto di accesso principale alla ski area dai parcheggi esistenti in località Busa
Fonda. L’impianto in progetto è del tipo quadriposto ad ammorsamento permanente dei veicoli. La nuova
seggiovia avrà una portata oraria superiore all’esistente così da poter garantire un maggior afflusso di sciato-
ri al resto della ski area.
Per migliorare l’accessibilità all’imbarco dell’impianto dai parcheggi esistenti la linea del nuovo impianto è
stata ruotata in senso antiorario di circa 10°. La rotazione della linea consente inoltre di ridurre significativa -
mente il sorvolo delle piste esistenti.
Tracciato: l’andamento altimetrico del tracciato si presenta abbastanza regolare, il che ha permesso l’impiego
di un numero ridotto di sostegni con impatto ambientale contenuto; sono previsti complessivamente 14 so -
stegni (12 di appoggio e 2 di ritenuta) e la linea dell’impianto è generalmente di altezza contenuta in relazio -
ne alle variazioni altimetriche del profilo.
Nuova seggiovia biposto ad ammorsamento permanente dei veicoli denominata "Busa Fonda – Monte Lon-
gara"
L’impianto a fune in oggetto e la nuova pista "Krauslava" rientrano in un programma di ammodernamento e
sviluppo del comprensorio finalizzato sia al recupero e alla valorizzazione di impianti e piste esistenti, sia a
un graduale potenziamento del sistema sciistico per aumentarne l’appetibilità e, conseguentemente, la rendi-
ta economica complessiva.
La scelta di questa soluzione obbedisce a vari ordini di considerazioni:
- l’arroccamento sul Monte Longara incontra il favore dell’amministrazione comunale di Gallio che sta svi-
luppando un progetto di arroccamento diretto dal centro di Gallio quale elemento di ulteriore rilancio in
chiave estivo-invernale dell’area;
- la morfologia del monte che ben si presta alla realizzazione di un impianto ad asse rettilineo;
- i tempi di percorrenza di 4,37 minuti sono in linea con i moderni standard dei più evoluti comprensori
dell’arco alpino;
- l’intervento in progetto consente di ampliare il sistema di piste sul monte Longara.
Tracciato: l’andamento altimetrico del tracciato è complessivamente abbastanza regolare, il che ha comporta-
to il posizionamento di un numero ridotto di sostegni con impatto ambientale contenuto; sono previsti com -
plessivamente 10 sostegni (6 di appoggio, 4 di ritenuta). La linea dell’impianto è generalmente di altezza
contenuta in relazione alle variazioni altimetriche del profilo; non sono previsti attraversamenti pista e sono
quindi escluse interferenze tra la linea e gli sciatori.
Nuova sciovia a fune alta monoposto denominata "Buson"
La realizzazione della nuova sciovia è prevista in sostituzione di una sciovia esistente la cui vita tecnica è re -
centemente scaduta.
La sua realizzazione risulta obbligata per il recupero funzionale delle piste “Buson” e “Scoj Rossi” nell’ambi-
to del recupero e del potenziamento della ski area.
Tracciato: l’andamento altimetrico del tracciato è regolare, il che ha comportato il posizionamento di un nu -
mero ridotto di sostegni con impatto ambientale contenuto; sono previsti complessivamente 8 sostegni (7 di
appoggio e 1 di ritenuta).
La linea dell’impianto è generalmente di altezza contenuta in relazione alle variazioni altimetriche del profi -
lo. Non sono previsti attraversamenti pista e, quindi, non sono presenti sovrappassi lungo la pista di risalita.
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Piste
Pista ”Krauslava"
L’area del monte Longara è attualmente servita da 2 impianti e da 2 piste che si sviluppano gli uni in succes -
sione agli altri. Le piste con grado di difficoltà medio-basso presentano una parte finale con pendenza ecces-
siva che rende difficoltosa la discesa da parte di sciatori meno esperti.
Il progetto prevede la sistemazione del tratto finale della pista in modo da ridurre la pendenza longitudinale
e ampliare l'attuale piano sciabile per migliorare la fruizione della pista da parte di sciatori con capacità tec -
niche eterogenee.
La pista manterrà la partenza a quota 1.608 m s.l.m., all'arrivo della nuova seggiovia, e l'arrivo a quota 1.427
m s.l.m.; nella tratto iniziale la pista presenta condizioni idonee; nel tratto finale della pista esistente il rag-
giungimento degli obiettivi prefissati impone l’esecuzione di consistenti movimenti terra che permetteranno
di eliminare alcuni tratti eccessivamente ripidi o pianeggianti armonizzando, in termini di difficoltà, l'intero
tracciato. Al fine di ottenere un buon inserimento paesaggistico, la pista sarà realizzata, laddove possibile, te-
nendo in considerazione la micromorfologia del terreno con particolare riguardo alle zone di impluvio e di
espluvio e massima attenzione sarà attribuita alla gestione dell’acqua di corrivazione,
anche allo scopo di garantire l’assenza di fenomeni erosivi diffusi in grado, da soli, di vanificare gli interven -
ti di ricomposizione ambientale dell’area oggetto di intervento.
Sul tratto finale della pista è prevista, inoltre, la realizzazione di un sovrapassaggio che permetterà di attra-
versare la strada e raggiungere il bar-ristorante e la
partenza degli impianti verso il resto del comprenso-
rio.
Per quanto riguarda i movimenti terra, sono concen-
trati in alcuni punti ovvero, procedendo da monte ver-
so valle:
- sterro nell’area compresa tra quota 1.490 e 1.475 m
s.l.m. e tra quota 1.460 e 1.440 m s.l.m. per ridurre la
pendenza dei tratti. Il materiale, nel primo caso, sarà
trasportato verso monte mentre, nel secondo, verso
valle per ridossare le spalle del ponte;
- riporto a monte e a valle del ponte al fine di raccor-
dare la nuova struttura con il contorno.
Nel corso dei lavori sarà comunque valutata la possibi-
lità di ridurre il volume di terra movimentata pur nel
rispetto degli obiettivi progettuali. Le superfici su cui si effettueranno movimenti terra e modificazioni
dell’esistente naturale sono pari a 17.858 mq. Per quanto riguarda i movimenti terra i dati sono i seguenti:
sterro 12.890 mc, riporto 17.230 mc.; applicando un fattore di aumento volumetrico per lo sterro pari a 1,3 il
volume di scavo penta pari a 16.800 discostandosi di poco da quello di riporto. In ogni caso , in fase realiz -
zativa si prevede di compensare il fabbisogno di materiale con i volumi disponibili in cantiere.
Collegamento piste Buson e Salto degli alpini
Il Collegamento delle piste Buson e Salto degli alpini è un intervento collegato alla realizzazione della scio -
via Buson. L’intervento si prefigge di favorire il ritorno verso la stazione di partenza della seggiovia "Busa
Fonda – Melette di Mezzo" da parte degli sciatori che utilizzano per risalire la sciovia Buson.
Nel passato, gli sciatori che utilizzavano la sciovia Buson erano costretti a percorrere un lungo tratto in falso
piano per portarsi sulla pista Salto degli alpini.
L’intervento, nel suo complesso, si presenta di modesta entità, non interessa aree boscate ed i lavori di sterro
saranno limitati a circa 7.500 mc. la modellazione del terreno avverrà per paleggiamento da monte verso val -
le al fine di creare una piano sciabile della larghezza media di 30 m.
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Per le considerazioni tecnico-operative si rimanda a quanto riportato per la pista “Krauslava”.
Opere infrastrutturali
Potenziamento impianto di innevamento
L’impianto di innevamento programmato attualmente presente in loco non soddisfa la richiesta della ski
area, esso è ormai inadeguato per soddisfare le attuali esigenze del turismo invernale, in particolar modo la
fruibilità di gran parte delle piste all’inizio dell’inverno anche nei casi di assenza di apporti di neve naturale
nel periodo tardo autunnale. Quanto premesso porta alla decisone di considerare il rifacimento ex novo
dell’intera rete di distribuzione idrica con la realizzazione di una nuova stazione di pompaggio e di un nuo-
vo bacino di accumulo.
La superficie complessiva da innevare delle piste esistenti ammonta a circa 530.000m² (ovvero 53ha); tale va-
lore colloca la ski area “Melette 2000” tra le ski aree di medio piccole dimensioni del panorama veneto; si ri -
tiene realistico ipotizzare che, nel breve periodo, l’innevamento programmato possa essere garantito solo
sulla porzione di demanio sciabile formato dalle piste seguenti: Meletta di mezzo, Meletta davanti, Vallon,
Slapeur, Tre pali, Buson nord, Krauslava, per una superficie totale piste pari a 223.057 mq.
Le piste elencate nella precedente tabella il cui innevamento programmato consente l’apertura al pubblico
degli impianti “Busa Fonda – Meletta di Mezzo”, “Krauslava”, “Buson”, “Solaia – Meletta Davanti” e “Tre
Pali.
Il fabbisogno idrico necessario ad innevare la porzione di ski area sopra inpiduata per garantire la base e
prevenire la ricorrente assenza di neve naturale, considerando una superficie di circa 245.000m² e conside-
rando uno spessore teorico medio di circa 30 cm, ammonta a circa 73.500m³ di neve artificiale sull’intera por-
zione di ski area da innevare; considerando un coefficiente neve prodotta /acqua utilizzata pari a 2, si ottiene
un fabbisogno idrico totale di 36.750 m³, cui va sommato il fabbisogno per l’integrazione della neve durante
l’inverno che, nelle stagioni di maggior scarsità, in base ai dati desunti dall’esperienza di altre Società, si è ri -
levato coincidere con un ulteriore quantitativo iniziale. Il numero massimo di innevamenti totali si può quin-
di considerare pari a 2 innevamenti dell’intera area per un totale di 73.500m³
Il fabbisogno giornaliero viene stimato per circa 2.450m³ e ipotizzando che le ore utili per la produzione otti-
male di neve artificiale siano quelle notturne, si valuta che l’impianto di innevamento possa funzionare per
12 ore al giorno, la portata oraria necessaria sarà quindi: 2.450/12 ≈ 205 m³/h ≈ 60 l/s.
Tale valore rappresenta la portata istantanea d’acqua necessaria a garantire l’agibilità di tutte le piste sopra
elencate paragrafo per il periodo natalizio. L’attuale la disponibilità idrica è garantita da un bacino a cielo
aperto della capacità di circa 8.000 m3 posizionato immediatamente a valle della cima del Monte Meletta di
Gallio. Il deficit d’acqua nel periodo di produzione di punta è pari a 36.750 - 8.000 = 28.750m³.
In assenza di incrementi della disponibilità idrica istantanea questo volume rappresenta il volume di accu-
mulo minimo necessario da ottenersi mediante la realizzazione di un bacino a cielo aperto.
La successiva fase di mantenimento del manto nevoso, già identificata col periodo tra la metà dicembre e la
metà del mese di febbraio, ha una durata di circa 60 giorni. In questo periodo di tempo, come già detto,
risultano necessari altri 36.750 m³ d’acqua. Poiché la capacità di invaso del bacino è da intendersi esaurita
alla fine della prima fase, la risorsa idrico dovrà essere necessariamente reperita attraverso ulteriori adduzio -
ni prelevando acqua durante le ore diurne, quando non si prevede di produrre neve artificiale in quanto le
piste sono aperte al pubblico.
Si rende pertanto necessaria la realizzazione di un bacino a cielo aperto della capacità di circa 30.000 m³ co -
sicché da portare l’esigua capacità di accumulo attuale al minimo necessario per garantire il primo inneva-
mento di parte della ski area “Melette 2000”.
Approvvigionamento idrico
Per quanto concerne la disponibilità della risorsa idrica per il riempimento estivo dei bacini vanno fatte alcu -
ne precisazioni. In base agli esiti delle verifiche eseguite in passato sul posto, anche tramite la consulenza di
specialisti del settore, non si ritiene ipotizzabile l’attingimento d’acqua da sorgenti locali o da pozzi posizio -
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nati presso la ski area a causa della particolare conformazione carsica dell’ Altopiano di Asiago – Sette Co -
muni che determina l’assenza di circolazione idrica superficiale.
L’approvvigionamento idrico verrà in parte garantito dal recupero delle acque provenienti dallo scioglimen-
to primaverile della neve, in misura minore dagli apporti meteorici e di ruscellamento durante i mesi estivi e
da fonti di alimentazione posti nella piana di Marcesina.
La disponibilità idrica nella zona è nota da tempo: l’area infatti è stata oggetto in passato di ricerche mirate al
potenziamento della risorsa, che hanno trovato massima espressione nel progetto di fattibilità di un invaso
artificiale nell’anno 2001. Lo studio preso atto che la maggiore parte dell’Altopiano presenta carsismo e che
l’invaso va realizzato in quota, inpidua come uniche zone adatte alla realizzazione di un invaso la Piana di
Marcesina, la Val di Nos e l’altopiano di Vezzena.
La scelta è ricaduta sulla Piana di Marcesina per i seguenti motivi:
- la zona risulta lontana da centri abitati;
- la morfologia è caratterizzata da un altopiano che si chiude naturalmente verso la Val Gadena;
- presenza di due torrenti che confluiscono nel torrente Gadena;
- rappresenta la zona più ampia in cui sono presenti depositi fluvioglaciali;
- in località Polveriera è ipotizzabile la presenza di un lago, in epoca glaciale, originato da una morena termi-
nale erosa negli anni:
L’area della Piana a differenza della maggior parte del territorio dell’Altopiano si caratterizza per una per -
meabilità dei suoli molto bassa che favorisce la corrivazione. Per quanto riguarda il bilancio idrologico esso
esprime il principio di conservazione della massa e stabilisce una relazione tra i flussi relativi ad un fissato
volume di controllo e la variazione della quantità d’acqua contenuta in un tale volume.
Nel caso specifico le elaborazioni sono state svolte immaginando un’area di ricarica di 12 kmq, che `e l’esten -
sione del bacino idrografico inpiduato dal progetto del 2001.
Linea di adduzione
Per quanto riguarda la linea
di adduzione, tra il punto di
presa ed il bacino artificiale
si prevede la posa di una
condotta di diametro idoneo
(250-300 mm) della lunghez-
za approssimativa di m
4.000.
Il percorso ipotetico è quello
che risale Pian di Ronchetto
e la Valle dei Tre Pali fino a
raggiungere il comprensorio
nei pressi della stazione di
valle della Seggiovia Ron-
chetto. Il tracciato ipotetico
è stato inpiduato lungo la
viabilità esistente senza
coinvolgere superfici prati-
ve e/o forestali. Il dislivello
stimato è di circa 150 m
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quindi di particolare favore per il contenimento dei costi legati ai consumi per superare la differenza di quo -
ta.
Bacino e stazione di pompaggio
Nella scelta di un sito idoneo alla realizzazione di un bacino di accumulo a cielo aperto a servizio di un im-
pianto di innevamento programmato devono essere analizzati i seguenti aspetti generali:
- caratteristiche morfologiche del sito di costruzione del bacino e dell’area circostante (necessità di pareggio
dei volumi in scavo ed in riporto) determinanti nella valutazione del volume di invaso realizzabile;
- caratteristiche geologiche e idrologiche del sito;
- presenza sull’area di vincoli (idrogeologico, sismico, ambientali, paesaggistico o di tutela);
- proprietà del terreno e comune di appartenenza;
- vicinanza ad un idoneo canale ricettore per il convogliamento della massima portata di scarico e del troppo
pieno in uscita dallo scarico di superficie;
- vicinanza a vie di accesso estive, alle piste da sci ed alla rete dell’impianto di innevamento esistenti;
- possibilità di realizzare nelle immediate vicinanze una stazione di pompaggio con annessa cabina elettrica
di trasformazione MT/bt (e quindi presenza in loco di una possibile fornitura elettrica in MT).
Considerando l’orografia del territorio sul quale si sviluppa la ski area “Melette 2000”, la distribuzione della
viabilità estiva ed in base alla conoscenza specifica dei luoghi, il luogo ottimale per la realizzazione del baci -
no a cielo aperto della capacità complessiva di circa 30.000 m3 è stato inpiduato sul versante che da Malga
Ristecco scende verso località Calcara ad una quota di circa 1550 m s.l.m.
Il bacino sarà realizzato mediante scavo fino al raggiungimento della quota di fondo ed in parte tramite in -
nalzamento di argini in terra con sponde lato interne rivestite in teli impermeabili. Il dislivello massimo tra il
coronamento delle sponde e il punto più basso dell’intersezione delle sponde con il terreno naturale sarà in -
feriore ai 10 metri in modo da non rientrare nel campo di applicazione del D.P.R. 1363/1959 “Regolamento
per la progettazione, costruzione ed esercizio degli sbarramenti di ritenuta” noto anche come “Regolamento
dighe”. La quota di massimo invaso dovrà garantire la presenza di un franco netto (calcolato considerando
l’effetto laminazione del bacino in caso di pioggia e l’effetto onda indotto dal vento) pari ad almeno 1 metro.
Ciò comporta un franco verticale tra quota di massimo invaso e quota coronamento di circa 1,5 metri. Il mas-
simo battente sarà garantito dalla presenza di uno sfioratore di superficie a soglia fissa, posizionato alla quo-
ta di massimo invaso. Prima della costruzione del rilevato strutturale si dovrà procedere all’asportazione del
cappellaccio di terreno non idoneo alla sopportazione dei carichi di progetto. Una volta inpiduato il sub-
strato idoneo verranno realizzati dei gradoni di fondazione sui cui si potrà iniziare la costruzione del rileva-
to strutturale. La sua costruzione avverrà per strati successivi spessi 30-50cm, utilizzando il miglior terreno
disponibile in loco derivante dagli scavi preliminarmente vagliato con maglia di dimensioni massime 10cm.
Ogni strato verrà compattato mediante rullo dentato fino al raggiungimento del grado di compattazione pre-
visto nella relazione geologica e geotecnica esecutiva. Periodicamente dovranno essere eseguite prove geo-
tecniche in sito per la valutazione della portanza , della deformabilità e della resistenza al taglio del rilevato
costruito. In fase di progettazione esecutiva potranno essere date indicazioni più precise in merito. Lungo la
sponda esterna del rilevato strutturale, prima del deposito del terreno di risulta dagli scavi, verrà messa in
opera un geodreno di protezione con funzione di separazione tra gli strati. La larghezza del coronamento è
solitamente prevista pari a 4,5 metri, valore che consentirà il mantenimento di una strada di accesso e manu-
tenzione lungo l’intero perimetro del bacino di larghezza minima pari a 2,8metri. Sul lato interno del corona-
mento verrà infatti posta in opera una recinzione di protezione arretrata circa 1 metro rispetto al bordo supe -
riore della sponda interna del bacino; tale arretramento risulta necessario per evitare interferenze tra l’imper -
meabilizzazione del bacino e la fondazione della recinzione stessa. Lungo la porzione verso monte del coro-
namento verrà inoltre posta in opera una canaletta di guardia con funzione di gestione delle acque meteori-
che di ruscellamento superficiale provenienti dal versante sovrastante
Viabilità e parcheggi
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Stato di fatto
L’area di Busa Fonda è attraversata dalla strada comunale che dal centro di Gallio porta fino all’area di Cam-
pomulo. Il sedime della strada è posto a ridosso dell’area dei servizi (biglietterie, area di imbarco impianti,
bar-ristorante, scuola sci) e la separa dai parcheggi. Ciò determina il continuo attraversamento della strada
e/o lo spostamento dei pedoni lungo il margine della strada medesima con notevole rischio di investimento.
In proposito va ricordato che la strada è caratterizzata dal traffico generato sia dagli sciatori che si recano alla
ski area “Melette 2000” sia dai turisti in transito verso l’area di Campomulo che richiama molti appassionati
dello sci nordico.
Descrizione del progetto
Il progetto prevede di intervenire su 3 elementi: ·spostamento del sedime della strada ridossando la viabilità
alla base del versante del Monte Longara, realizzazione di un ponte per il passaggio degli sciatori e riorga-
nizzazione parziale del sistema dei parcheggi.
I benefici associati agli interventi su viabi-
lità e parcheggi sono i seguenti
· riorganizzare l’area a parcheggi creando a
monte del ponte in progetto un’area in
adiacenza all’area servizi azzerando il ri-
schio di investimento nell’area nord;
· concentrare l’attraversamento per i fruito-
ri nell’area a sud in un punto con buona
visibilità che dovrà essere segnalato con
adeguata segnaletica orizzontale e vertica-
le.
1. Spostamento del sedime strada co-
munale
L’intervento sulla viabilità prevede lo spo-
stamento della strada comunale su un nuo-
vo sedime in modo da allontanare il traffico dal centro
servizi. Tali interventi avrà un’incidenza economica mo-
desta in quanto si prevede la demolizione di tratto della
strada esistente (3.800 mq) e la realizzazione di un nuovo
tratto di strada con superficie complessiva di 3.195 mq.
Considerato che attualmente il piano su cui si svilupperà
la nuova strada è utilizzato a parcheggio per la realizza-
zione della strada si prevede: la Scarificazione della mas-
sicciata esistente, la finitura superficiale alla fondazione
stradale in misto granulare stabilizzato e la pavimenta-
zione stradale in conglomerato bituminoso.
2. Realizzazione di un ponte in legno lamellare La
riorganizzazione dell’area di Busa Fonda include
la realizzazione di un ponte in legno lamellare la
cui funzione è quella di consentire agli sciatori
provenienti dalla pista Krauslava di raggiungere il bar- ristorante Baita Sporting “sci ai piedi”. La
struttura è ubicata al piede del versante del Monte Longara in modo da ridurre l’impatto ambientale
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favorendone l’inserimento paesaggistico. Il ponte ha una lunghezza di 14.20 m ed una larghezza di
25 m. Si prevede di disporre numero 25 travi principali in legno lamellare di larice, ad interasse di
1,00 m, aventi base di 22 cm ed h pari a 100 cm. Le travi sono curvate in modo da garantire una altez-
za libera superiore a 5,5 m. La struttura portante avrà assoni sovrastanti, in legno di larice, spessi 6-7
cm e larghi 20 cm. Le travi principali saranno controventate lateralmente mediante traversi opportu-
namente distanziati. Tali traversi non hanno però la funzione di rendere completamente solida la
struttura, ma solo quella di legare tra loro le travi, in modo da rendere più rigido l'insieme. Verran -
no adottati dei traversi in legno lamellare fissati alle travi principali tramite delle staffe di ancorag-
gio in acciaio zincato.
Al di sopra degli assoni si prevede la posa di una doppia guaina bituminosa dello spessore di 4+4 mm con la
funzione di impedire il trafilamento di acqua ed il conseguente formarsi di ghiaccio nella zona sottostante al
ponte durante i giorni con temperature inferiori a 0° C alternati a momenti di rialzo termico con possibile fu-
sione della coltre nevosa. Per la finitura del piano di calpestio è prevista la stesa di circa 20 cm di terreno ve-
getale vagliato che sarà successivamente inerbito. La struttura del parapetto è costituita da montanti verticali
in larice e tondini orizzontali in acciaio ed è collegata alle travi principali mediante bullonatura passante. Nel
periodo invernale la struttura sarà rivestita con materasso di sicurezza in gommapiuma piano.
Per la protezione degli sciatori è prevista la posa in opera di rete di sicurezza tipo A. Dal punto di vista strut -
turale il ponte sarà appoggiato su due spalle dello spessore indicativo di 80 cm, rivestite in sasso faccia a vi-
sta, con rilevato di approccio con scarpate inclinate di 45°.
3. Riorganizzazione parziale del sistema dei parcheggi
L’area di Busa Fonda ha nel complesso una buona dotazione in parcheggi favorita dalla presenza di zone
pianeggianti a lato della viabilità comunale esistente. Non si prevede, pertanto, l’incremento dei posti, ma
una razionalizzazione delle aree di sosta.
Tali aree inizialmente utilizzate in modo non sistematico sono state oggetto a partire dal 2009 di un progetto
di riorganizzazione. In tale data, infatti, la società “Melette 2000” ha avviato un progetto di riorganizzazione
che ha interessato la zona posta a valle dell’area in cui sorge la Baita Sporting che si è concretizzando con la
realizzazione di un parcheggio su 3 livelli per un totale di circa 248 stalli (parcheggio SUD).
Il progetto in esame prevede di completare la riorganizzazione delle aree di sosta a seguito dello spostamen-
to della strada comunale descritta in precedenza.
Il progetto prevede che, nell’area posta immediatamente a monte della Baita Sporting, siano realizzate 4 cor-
sie di sosta con 2 corsie di manovra per un totale di 216 stalli (parcheggio NORD).
L’intervento, in sostanza, prevede di recuperare parte dell’area a parcheggio attualmente utilizzata e posta a
monte della strada esistente completandolo con la superficie della medesima strada che sarà recuperata a se-
guito dello spostamento della viabilità. L’organizzazione della viabilità di accesso al parcheggio e di quella
interna consentirà di realizzare un senso unico antiorario di percorrenza che razionalizzi il traffico in entrata
e uscita. Per migliorare la sicurezza si prevede anche la realizzazione di una duna di piccole dimensioni tra il
nuovo tracciato della strada comunale ed il parcheggio al fine di evitare l’entrata e l’uscita dal parcheggio al
di fuori degli accessi previsti; è prevista la pavimentazione in stabilizzato compattato e rullato.
Il quadro progettuale risulta esaustivo e non sembrano emergere particolari criticità che evidenzino la pre-
senza di impatti negativi e significativi sull’ambiente.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento e dal suo esercizio; si ritiene tuttavia, in via generale, di prevedere alcune prescrizioni per minimizzare
gli impatti durante la fase di cantiere.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
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COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ATMOSFERA E DEL CLIMA
Fase di cantiere
In termini generali la diffusione delle polveri che si propagano nell’ambiente esterno in seguito alle attività
di realizzazione di opere infrastrutturali ed alla movimentazione di materiali, rappresentano un fattore per-
turbativo diretto a carico dell’atmosfera. Nel caso in esame, si può asserire che:
· la tipologia d’intervento non è tale da originare fenomeni accentuati di dispersione e sedimentazione di ma-
teriale particolato;
· nell’area circostante l’ambito d’intervento non sono presenti nuclei residenziali;
· la ridottissima dispersione e la sedimentazione delle polveri determina disturbi molto limitati nelle aree
adiacenti a quelle d’esecuzione dei lavori;
· le aree di intervento sono circondate da estese formazioni forestali che rappresentano una barriera alla di -
spersione delle polveri.
Un alto impatto dell’opera in fase di cantiere sulla componente atmosfera può essere quello delle emissioni
di gas inquinanti provenienti dalle macchine di cantiere. Le emissioni gassose sono tali da non avere un ef -
fetto sulla qualità dell’aria a livello locale.
Fase di esercizio
Per valutare gli effetti in fase di esercizio sulla componente atmosfera devono essere presi in considerazione
i seguenti aspetti: livelli di qualità dell’aria nell’area di intervento, entità dell’affluenza di persone e quindi
di mezzi motorizzati, tipologia e peculiarità dei ricettori che si trovano nell’area circostante a quella di inter -
vento. Sulla base di tali aspetti, si può affermare, che l’impatto sull’atmosfera in corrispondenza delle aree
residenziali limitrofe in fase di esercizio dovuto all’affluenza di mezzi motorizzati è praticamente trascurabi-
le anche in considerazione della notevole distanza che li separa dall’area di intervento.
L’alterazione dei parametri qualitativi a livello locale non determina condizioni tali da influire sulle compo -
nenti biotiche ed ecosistemiche.
Per il seguente aspetto non sono pertanto attesi ulteriori impatti negativi o significativi per l’ambiente.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Fase di cantiere
Gli interventi di sistemazione del suolo in fase di cantiere hanno essenzialmente la finalità di rimodellare la
superficie secondo quanto stabilito dal progetto. Il modellamento dell’area di intervento comporta
modificazioni fisico chimiche e strutturali del suolo naturale perché i movimenti terra possono richiedere
anche consistenti operazioni di scavo e riporto di masse terrose con conseguente eliminazione della
teriofauna originaria.
Anche per il suolo, la dispersione accidentale di sostanze inquinanti può determinare il rischio di alterazione
dei parametri qualitativi che tuttavia può essere controllato efficacemente con la corretta organizzazione del
cantiere. Dal punto di vista dell’uso del suolo, l’intervento coinvolge prevalentemente ambiti prativi e,
secondariamente, formazioni forestali di conifere.
L’eliminazione della copertura forestale non rappresenta una criticità, con riferimento agli aspetti
ecosistemici, per l’esiguità delle superfici coinvolte in rapporto all’estensione delle foreste nell’area di
intervento e, più in generale, nel contesto territoriale.
Il disboscamento delle superfici può avere conseguenze di ordine paesaggistico (cfr. § 5.1.6).
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Fase di esercizio
In fase di esercizio non si rilevano effetti significativi a carico della presente matrice.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento; si raccomanda tuttavia di mettere in atto specifiche e periodiche attività di controllo atte a verificare lo
stato di tenuta delle pavimentazioni esterne.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Fase di cantiere
Le attività di movimento terra possono interferire sia in modo diretto che indiretto sulla situazione
idrologica e idrogeologica di un’area sottoposta ad escavazione, causando modifiche nell’equilibrio
idrodinamico esistente. L’area interessata dalla realizzazione dell’intervento, in ragione delle caratteristiche
del substrato, non è attraversata da una rete idrografica superficiale vera e propria. Per evitare alterazioni del
drenaggio idrico è comunque opportuno che siano mantenute le vie preferenziali di scorrimento delle acque.
L’unico aspetto negativo che potrebbe verificarsi in fase di cantiere è l’aumento della torbidità dei
microimpluvi a causa della dispersione di materiali durante l’esecuzione delle attività connesse a scavi,
riporti ed a eventuali stoccaggi temporanei di materiali. Va peraltro rilevato che questi stessi microimpluvi
pentano corpi collettori d’acqua solo in seguito ad eventi di precipitazione piovosa.
Altro eventuale fenomeno che potrebbe verificarsi è quello di ruscellamento e dilavamento dovuti a intense
precipitazioni meteoriche nel periodo compreso tra le attività di movimentazione e modellazione del terreno
e la successiva fase di costituzione del cotico erboso: anche detta ipotesi è in ogni caso trascurabile visto che
il periodo che intercorre tra la semina e la costituzione della copertura erbacea è mediamente di mesi e che
comunque questa operazione avviene nel periodo in cui le piogge sono ridotte.
Sversamenti accidentali, che potrebbero determinare modificazioni della qualità delle acque sotterranee a
causa d’infiltrazioni di sostanze inquinanti nel sottosuolo, saranno attentamente controllati mediante la
predisposizione di un piano di gestione delle attività di cantiere (cfr. § 6 Misure di mitigazione ed
attenuazione degli effetti).
Fase di esercizio
Non si rilevano effetti significativi in questa fase per quel che riguarda i parametri qualitativi della risorsa
idrica superficiale e sotterranea. In fase di esercizio la risorsa acqua sarà impiegata per soddisfare il
fabbisogno idrico dell’impianto di innevamento programmato. Le fonti di approvvigionamento, che
dovranno essere meglio definite nella fase di progettazione definitiva delle opere, prevedono
l’alimentazione da un invaso sul Rio Gadena in loc. Marcesina (in corso di progettazione). La linea di
adduzione dal punto di captazione al nuovo bacino artificiale non attraversa ambiti particolarmente
sensibili.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Fase di cantiere
La realizzazione dell’intervento in progetto, dal punto di vista dell’inquinamento acustico, ha un impatto più
rilevante nella fase di cantiere.
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Il rumore prodotto sarà ascrivibile alle operazioni di sbancamento del terreno, alle operazioni di movimento
terra necessari alla modellazione delle superfici secondo le indicazioni progettuali e alle attività per la
costruzione degli impianti di risalita. Per la valutazione degli effetti dell’intervento sulla componente è stata
effettuata una valutazione previsionale di impatto acustico simulando l’operatività del cantiere (cfr. Allegato
1 – Relazione Previsionale di Impatto Acustico).
La simulazione effettuata evidenzia come nella fase costruttiva le emissioni sonore determinate dalla
realizzazione delle operazioni e dal transito dei mezzi comportino un cospicuo aumento del rumore di zona,
senza peraltro raggiungere valori particolarmente elevati in prossimità dei recettori inpiduati nello studio
(si consideri che durante il periodo di cantiere, molti degli edifici considerati come recettori saranno
probabilmente disabitati). Il superamento dei limiti di zona rende in ogni caso necessaria la richiesta di
deroga nei termini della normativa vigente. Si tratta peraltro di un fattore temporaneo e completamente
reversibile.
Fase di esercizio
Anche per la fase di esercizio è stata condotta una simulazione per verificare gli effetti del “funzionamento”
del comprensorio sui parametri acustici. In particolare la principale fonte di emissione è associata al traffico
veicolare indotto dall’ammodernamento dell’impianto, al funzionamento delle apparecchiature
elettromeccaniche ed alla presenza degli sciatori nei pressi delle stazioni degli impianti di risalita. Le
modellizzazioni riprodotte per lo stato di esercizio del complesso attrattivo invernale, hanno permesso di
notare che il funzionamento a regime degli impianti di risalita, la presenza di traffico veicolare nelle strade e
nell’area di parcheggio adibita, ed infine l’uso delle piste da sci con conseguente rumore antropico dei
fruitori degli impianti non apporteranno variazioni del livello di rumore tali da essere considerate critiche.
La simulazione è stata effettuata utilizzando come dato di base e di confronto il clima acustico di una
giornata al di fuori della stagione turistica. I cambiamenti sul parametro rumore determinati dalla fase di
esercizio sono, di fatto, quasi nulli se paragonati all’attuale funzionamento degli impianti e del
comprensorio durante la stagione invernale, fatta eccezione per le opere realizzate sul versante del Monte
Longara che sostituiscono impianti e piste dismesse ed attualmente non più in funzione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento. La fase di cantiere dovrà comunque essere sottoposta al vaglio dell'Amministrazione Comunale per
eventuali autorizzazioni in deroga ai limiti di rumore.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Fase di cantiere
Il principale effetto paesaggistico della fase di cantiere è determinato dal disboscamento, che interessa
tuttavia una superficie relativamente modesta (come definito in precedenza, cfr .§ 5.1.5) e che è localizzata
nella porzione più bassa del versante lungo la Valle di Campomulo, risultando così visibile solo dal
comprensorio sciistico e non dai punti di osservazione esterni al medesimo.
In fase realizzativa, inoltre, saranno visibili le ampie superfici scoticate per la modellazione delle piste.
Questo fattore di alterazione è completamente reversibile e può essere abbreviato mediante opportune scelte
progettuali finalizzate alla ricostituzione del cotico erboso nel minor tempo possibile. Gli effetti del
disboscamento sotto l’aspetto paesaggistico possono essere attenuati evitando linee eccessivamente artificiali
nei tagli che dovranno essere realizzati con lo scopo di ottenere una conformazione finale del limite che
separa il bosco dalla prateria (pista) il più naturale possibile
Fase di esercizio
Gli interventi prevalenti riguardano il miglioramento e rinforzo delle strutture esistenti, la realizzazione del
bacino per la raccolta delle acque e la realizzazione delle nuove piste.
Per miglioramento e rinforzo delle strutture esistenti si fa riferimento principalmente alle moderne soluzioni
impiantistiche che consentono un contenimento dei volumi da realizzare corrispondenza delle stazioni di
valle e di monte. In particolare, negli impianti di risalita attualmente realizzati, il motore è posizionata nella
struttura posta al di sopra del volano evitando la proliferazione di locali tecnici che caratterizza, invece, le
stazioni sciistiche più datate. Attualmente, inoltre, sono innumerevoli le soluzioni per l’inserimento
paesaggistico degli impianti di risalita sia in termini di volumi, che di materiali utilizzati, che di colori.
Il progetto propone altresì il raggruppamento delle strutture del comprensorio, a valle della strada
comunale, nei pressi della Baita Sporting.
Questi interventi appaiono coerenti con le dinamiche in atto e con il ruolo assegnato al contesto, si tratta di
un comprensorio sciistico ormai consolidato e stabilizzato che cerca di riconfigurarsi sul versante della
qualità e modernità, nonché sul versante di una maggiore integrazione con il contesto ambientale e
paesaggistico. Con riferimento ai caratteri formali, i maggiori effetti sono relativi al taglio del bosco per la
realizzazione delle piste da sci e degli impianti di risalita.
A tal proposito va rilevato come i nuovi segni sia per quanto riguarda le linee degli impianti di risalita che le
aperture prative delle piste, si sovrappongono per la maggior parte alle geometrie esistenti. Anche il nuovo
ponte di attraversamento della viabilità non appare fuori luogo o decontestualizzato in quanto
immediatamente replicato poco dopo dal ponte già esistente in località Campomulo.
Sul versante della morfologia ed orografia non essendovi importanti modellazioni del terreno non si
prevedono impatti significativi. Con riferimento a tale aspetto la configurazione delle piste è stata studiata
per sfruttare al massimo la morfologia esistente dei suoli. Con riferimento agli effetti sul sistema percettivo, i
maggiori impatti potranno verificarsi in corrispondenza dei versanti più visibili. Sono tuttavia previste delle
attenuazioni al fine di mitigare eventuali impatti sul paesaggio in fase di esecuzione dell’opera e nell’ottica
del futuro esercizio.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento, tuttavia, vista la presenza di aspetti di criticità, si proporrà una specifica raccomandazione in tema di
mitigazione.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Fase di cantiere
Con riferimento alla mobilità, l’incremento di traffico dovuto al transito da e per il cantiere da parte dei mez-
zi operativi non costituisce una criticità per il sistema viabilistico coinvolto.
I lavori, per ovvi motivi, saranno realizzati al di fuori del periodo invernale senza interferire con la fruizione
turistica del comprensorio.
Fase di esercizio
Considerato che l’intervento attuale non comporta un aumento dei posti auto dell’area delle Melette, che
ammontano complessivamente a 464, non si prevede un significativo aumento di traffico.
Il modesto incremento è legato alla natura dell’intervento: dal punto di vista sciistico, infatti, non è previsto
lo sviluppo di nuove piste ma solo la riorganizzazione della ski area esistente. In altri termini l’intervento
non mira ad un aumento dei primi ingressi potenziali ma al riposizionamento della stazione sciistica in un
panorama che ha visto nascere nuovi competitor (Folgaria e Lavarone in primis) che hanno sottratto clientela
potenziale alla ski area. Inoltre considerato che nella stagione invernale la viabilità comunale è interessata
dal traffico in direzione del Centro Fondo di Campo Mulo, che dispone di circa 1.000 posti auto, gli incre-
menti di traffico attesi non sono significativi e sono stimati in circa 50-60 veicoli/ora nei momenti di punta. In
ogni caso, come accade per gran parte dei comuni interessati dalla presenza di strutture per la pratica degli
sport invernali, il traffico rappresenta un fattore da monitorare e gestire attraverso opportuni
interventi finalizzati ad evitare situazione di congestionamento che si possono verificare in concomitanza di
condizioni di innevamento e meteorologiche particolarmente favorevoli.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ECOSISTEMICO
Fase di cantiere
Gli effetti in fase di esercizio sulla vegetazione e la fauna solo legati al fatto che la realizzazione dell’opera in
questione comporta l’eliminazione della vegetazione naturale lungo le piste e gli impianti.
Le attività di cantiere necessarie per la realizzazione delle piste e degli impianti prevedono l’eliminazione
del soprassuolo arboreo, arbustivo ed erbaceo nelle modalità e nelle localizzazioni necessarie per creare gli
spazi per lo sviluppo delle parti previste nel progetto. L’eliminazione del soprassuolo arboreo, in particolare,
costituisce l’unico effetto irreversibile che presenta, tra l’altro, anche dei risvolti sulla percezione paesaggisti -
ca. Le superfici forestali saranno convertite in aree prative così come sulle superfici interessate dalle opera-
zioni di movimentazione e modellazione del terreno sarà ripristinato il cotico erboso alla fine dei lavori. Con
riferimento al disboscamento è possibile, in questa sede, stimare le superfici forestali che saranno interessate
dal taglio per la realizzazione delle opere proposte dal progetto.
In particolare, dalla sovrapposizione delle planimetrie con la Carta di Copertura del Suolo del Veneto (redat-
ta nel 2009 e fedele alla realtà dei luoghi), emerge che gli interventi che coinvolgono aree boscate sono i
seguenti:
· Pista ”Krauslava";
· Nuovo impianto quadriposto ad ammorsamento permanente dei veicoli denominato "Busa Fonda – Melette
di Mezzo".
La Krauslava ripercorre parzialmente il tracciato di una pista dismessa, ma se ne discosta in parte in ragione
della necessità di regolarizzarne la pendenza e renderla fruibile ad uno spettro più ampio di sciatori.
L’impianto di risalita di progetto sostituisce una linea esistente prevedendo, tuttavia lo spostamento delle
stazioni di valle e di monte. Il nuovo tracciato di linea attraversa delle aree boscate. Nel seguito si riportano
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le stime di riduzione della superficie forestale ottenute mediante operazioni in ambiente GIS (per la pista è
stato adottata, cautelativamente, una fascia di 10 m entro che contiene l’area nella quale saranno realizzati i
movimenti terra; per la linea è stato ipotizzata il taglio di una fascia larga 15 m che consente il passaggio in
sicurezza dei veicoli nel bosco).
La superficie complessiva di superfici forestale direttamente coinvolte dalla opere in progetto ammonta a
18.985 mq (1,90 ha). L’eliminazione diretta di vegetazione naturale, anche se temporanea, può riflettersi an-
che sull’ambiente fisico e sulle popolazioni animali presenti, producendo disturbi nei vari ecosistemi del sito
di intervento. Relativamente agli aspetti faunistici, l’impatto ambientale delle opere legato alla frammenta -
zione della continuità del territorio boscato è sostanzialmente trascurabile in ragione delle aree coinvolte e
della tipologia di opere proposta.
Nella fase di cantiere, inoltre, l’esecuzione dei lavori comporterà un momentaneo disturbo a carico della co-
munità faunistica dovuto al rumore provocato dai mezzi in azione. Questo tipo di perturbazione è legato al
periodo in cui saranno eseguiti gli interventi in relazione alla persa sensibilità delle specie. Nel caso in esa-
me le operazioni si svolgono in un contesto già interessato dalla presenza del comprensorio e gli effetti non
costituiscono un fattore di rischio per la conservazione delle specie.
Fase di esercizio
Relativamente alla componente floristico - vegetazionale, gli effetti in fase di esercizio possono essere consi -
derati praticamente nulli o comunque trascurabili.
Al termine della fase di cantiere, infatti, le superfici saranno inerbite al fine di ripristinare nel più breve tem -
po possibile la copertura vegetale che, tra l’altro, contribuisce a consolidare i pendii ed a limitare fenomeni
erosivi. Per la semina sarà utilizzato un miscuglio di specie idoneo alla stazione con le finalità di garantire
l’attecchimento in tempi rapidi e consentire, con il passare delle stagioni, l’ingresso nel popolamento delle
specie floristiche tipiche dell’area di intervento.
Anche per quel che riguarda la fauna selvatica, la fase di esercizio non comporta particolari effetti sulle spe-
cie presenti nell’area di intervento.
Il progetto definitivo dovrà contenere la proposta di compensazione ex art.15 della L.R. 52/78, a seguito della
previsione di disboscamento riportata nello studio.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI DA AGENTI FISICI
Considerata la tipologia dell’intervento e le caratteristiche dell’ambiente in cui esso si inserisce, non è stata
effettuata la caratterizzazione della qualità ambientale in relazione alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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OSSERVAZIONI PERVENUTE
Nell’ambito del procedimento è pervenuta la seguente osservazione: in data 24.02.2015 da parte del
pervenute dal gruppo consigliare “Noi di Gallio e le sue contrade”, con nota agli atti in data 02.03.2015 con
prot.n.14128.
Di seguito vengono sinteticamente riproposte le singole osservazioni, accompagnate da un giudizio
valutativo sulle stesse.
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Comune di Gallio (contro deduzioni)
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Conclusione
Quanto presentato dal gruppo consigliare “Noi di Gallio e le sue contrade” non configura in alcun modo la
presenza di impatti negativi e significativi sull’ambiente che possano essere determinati dall’attuazione del
progetto presentato, ai sensi dell’art.20 del D.Lsg. n.152/2006.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Rilevato che le osservazioni pervenute dal gruppo consigliare “Noi di Gallio e le sue contrade” non risultano
ostative rispetto alla realizzazione degli interventi proposti e sono state puntualmente controdedotte dal
Comune di Gallio.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta ulteriori pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto delle
mitigazioni ambientali proposte e/o prescritte.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. La gestione delle terre e rocce da scavo prodotte durante la realizzazione delle opere dovrà essere effettuata secondo
quanto previsto dalla vigente normativa.
2. I rifiuti prodotti dalle opere di demolizione dovranno essere preliminarmente caratterizzati e verranno gestiti come da
normativa del settore rifiuti.
3. Gli automezzi di cantiere dovranno essere conformi alle più recenti norme di omologazione definite dalle direttive
europee, e il livello di manutenzione dovrà essere garantito per tutta la durata del cantiere - i mezzi di cantiere
dovranno arrecare la minor interferenza possibile con la viabilità ordinaria (evitare ore di punta) e per il contenimento
delle polveri, effettuare in uscita dal cantiere la pulizia delle ruote con getti d'acqua o sistemi alternativi di pari
efficacia. Dovrà essere garantita la pulizia delle strade pubbliche utilizzate in caso di fortuito imbrattamento.
4. Al fine di limitare il rischio di rilascio di carburanti, lubrificanti ed altri idrocarburi nelle aree di cantiere dovranno
essere predisposti i seguenti accorgimenti: eseguire le riparazioni ed i rifornimenti ai mezzi meccanici su area attrezzata
e impermeabilizzata; controllare periodicamente i circuiti oleodinamici dei mezzi operativi.
5. Il progetto definitivo dovrà contenere una proposta di compensazione ex art.15 della L.R. n.52/1978 e rispettare
integralmente le prescrizioni contenute nel Piano Regionale Neve, con richiesta di attivazione della procedura di
V.Inc.A.).
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6. Al termine degli interventi, dovrà essere effettuato un monitoraggio post-operam dell’impatto acustico, mediante
specifica indagine fonometrica, finalizzata sia alla verifica del rispetto dei limiti acustici di emissione e differenziali; del
monitoraggio verrà avvertito preventivamente ed in forma scritta tanto il Comune quanto l’ARPAV e con questa
dovranno essere concordate modalità e punti di rilevamento. Nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere
messi in opera i correttivi necessari, concordati con Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi.
7. Si prescrive altresì di procedere con la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi della dimessa stazione di
partenza Busa Fonda.
A regime:
7. sia effettuato un costante monitoraggio della vegetazione con frequenza almeno annuale e vengano redatti delle
relazioni allo scopo. Si dovrà prevedere di sostituire tutte quelle piante che non hanno attecchito o che risultino malate.
8. sia effettuato un monitoraggio dell’impatto acustico successivamente all’ammodernamento degli impianti, in modo
da verificare la stima previsionale ed eventualmente inpiduare modalità operative o interventi strutturali finalizzati
alla limitazione delle criticità.
Il presente parere non riguarda la realizzazione del nuovo bacino di accumulo, comprensivo di linee di adduzione, né le
derivazioni d’acqua provenienti dalla Piana di Marchesina, il cui esame sarà subordinato alla presentazione di un
progetto di maggior dettaglio, per il quale si ritiene applicabile una specifica verifica di assoggettabilità, visto quanto
previsto al Punto 7 – Lettera o) - Allegato IV - Parte II - D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii.).
Si ritiene inoltre di adottare le seguenti raccomandazioni:
- considerato che nella “piana di Marcesina” sono presenti derivazioni di acqua per uso idropotabile, risorsa pregiata
soggetta a particolare tutela, si richiede un adeguato coinvolgimento del Gestore del SII, in ordine alla
minimizzazione/mitigazione di qualsivoglia effetto negativo, in ogni fase di sviluppo del progetto;
- compatibilmente con la eventuale necessità di essere visibili, si raccomanda una colorazione delle strutture in armonia
con l’ambiente circostante;
- nel caso di ritrovamenti occasionali di rifiuti o serbatoi interrati contenenti idrocarburi (o altre sostanze chimiche) e
nel caso di trasformatori elettrici se esistenti e si mettano in atto tutti i presidi ambientali atti a scongiurare ogni
possibile contaminazione del suolo e dell’immediato sottosuolo;
- si richiama l’attenzione sulla possibilità, con relativi rischi e pericoli, di ritrovamenti di residuati di ordigni bellici, da
gestire in condizioni di massima sicurezza ed in conformità alla normativa vigente.
- preliminarmente all’avvio dei lavori la ditta dovrà relazionarsi con l'Amministrazione Comunale per eventuali
autorizzazioni in deroga ai limiti di rumore con riferimento a specifiche fasi quali scavi e demolizioni.
Vicenza, 29 aprile 2015
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Andrea Baldisseri Ing. Maria Pia Ferretti
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