Decreto Presidenziale - Parere Commissione Via
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 230 DEL 21/04/2015
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S.M.E I. -
IMPIANTO DI MESSA IN RISERVA E RECUPERO RIFIUTI INERTI DA SCAVI E
DEMOLIZIONI NON PERICOLOSI
DITTA: BARBIERI S.R.L. - LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ISOLA
VICENTINA- VIA LEOGRA
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 30/10/2014 , prot. n. 75713, da parte della ditta
BARBIERI S.R.L., con sede legale in via San Marco 18/A in comune di ISOLA VICENTINA (VI),
relativa al progetto di “progetto di ampliamento attività dell'impianto di messa in riserva e recupero
di rifiuti inerti da scavi e demolizione, non pericolosi”, nel sito di via Leogra , in Comune di ISOLA
VICENTINA (VI);
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti
di infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con
capacita' complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da
R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” dell'allegato IV della parte
seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i.;
Tenuto conto che la verifica per tali impianti di smaltimento risulta tra le competenze
inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n. 10/1999, e sue successive modifiche ed
integrazioni, e che con D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 la Giunta regionale ha fornito e confermato
gli indirizzi applicativi in materia di valutazione d'impatto ambientale e di coordinamento tra le
proprie disposizioni e le normative nazionali emanate successivamente, confermando la suddetta
competenza provinciale anche con riferimento alla tipologia degli interventi, come inpiduati negli
allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 5/11/2014;
copia informatica per consultazione
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Dato atto che la Commissione Provinciale VIA, nella seduta del giorno 17/04/2015, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
l'autorizzazione dell'intervento;
Vista l’istruttoria della Commissione VIA conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento non è stato emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013 che è di giorni 80 ID PROC 259), in
quanto le procedure per la costituzione della Commissione provinciale VIA con le nomine dei nuovi
commissari hanno richiesto più tempo del previsto;
Vista la Legge Regionale n. 10/1999 “Disciplina dei contenuti e delle procedure di Valutazione
di Impatto Ambientale” e s.m.i. e la successiva D.G.R.V. n.575 del 03/05/2013 "Adeguamento alla
sopravvenuta normativa nazionale e regionale delle disposizioni applicative concernenti le
procedure di valutazione di impatto ambientale di cui alla Dgr n.1539 del 27 settembre 2011 e sua
contestuale revoca”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.10 del 19/02/2015, con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2015 e Pluriennale 2015-2017;
Visto il Decreto Presidenziale n. 33 del 17/03/2015 con il quale è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione anno 2015;
Visto il Decreto presidenziale n. 6 del 19/01/2015 con cui è stato approvato il P.E.G.
Provvisorio 2015 con assegnazione delle risorse finanziarie nei limiti previsti dall'art. 163 c. 2 del
D.Lgs. 267/2000;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta BARBIERI S.R.L., con sede legale in Via San Marco 18/A, nel
comune di ISOLA VICENTINA, relativo al“progetto di ampliamento attività dell'impianto
di messa in riserva e recupero di rifiuti inerti da scavi e demolizione, non pericolosi””
situato in comune di ISOLA VICENTINA, via Leogra, è escluso dalla procedura di
valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 10/99 e s.m.i. con
copia informatica per consultazione
le prescrizioni riportate nel parere allegato alla presente determinazione per costituirne parte
integrante e sostanziale;
2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta BARBIERI S.R.L., al comune e SUAP di
ISOLA VICENTINA, all'ARPAV, all'Ulss 6 ed al Settore Ambiente della Provincia;
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 21/04/2015
Sottoscritta dal Dirigente
(FERRETTI MARIA PIA)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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DEMOLIZIONI NON PERICOLOSI
DITTA: BARBIERI S.R.L. - LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ISOLA
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 22/04/2015.
Vicenza, 22/04/2015
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(PADOVAN ALESSANDRA)
con firma digitale
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BARBIERI S.R.L.
PARERE N. 02/2015
Oggetto: Domanda di verifica di assoggettabilità ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs 152/06.
Progetto di ampliamento attività dell’impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti inerti da
scavi e demolizione, non pericolosi.
Localizzazione - Comune di Isola Vicentina.
PROPONENTE: Barbieri s.r.l.
SEDE LEGALE: Via San Marco, 18/A – Isola Vicentina (VI)
SEDE INTERVENTO: Via Leogra – Isola Vicentina (VI)
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti inerti da scavi e
demolizioni non pericolosi
MOTIVAZIONE V.I.A: Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi di cui all’allegato IV della
Parte II del D. Lgs. 152/2006 punto 7 lettera z.b)
COMUNE INTERESSATO: Isola Vicentina (VI)
DATA DOMANDA: 30 ottobre 2014
DATA PUBBLICAZIONE: 05 novembre 2014
DATA INTEGRAZIONI: 02 marzo 2015
DOCUMENTAZIONE TECNICA PRESENTATA:
- Progetto preliminare - relazione tecnico – descrittiva;
- Studio Preliminare Ambientale;
- Dichiarazione professionista screening;
- Valutazione previsionale di Impatto Acustico;
- Dichiarazione di Valutazione di Incidenza Ambientale.
ELABORATI GRAFICI PRESENTATI:
- Tavola 1 – Estratti planimetria generale – stato di fatto;
- Tavola 2 – Planimetria Generale del progetto;
- Tavola 3 – Progetto nuovo capannone.
PREMESSE
La ditta Barbieri s.r.l. con sede legale e operativa in via S.Marco, 18/A in comune di Isola Vicentina, occupa
un'area di proprietà per una superficie totale di 22.151 mq, con un'attività autorizzata di recupero rifiuti iner-
ti da scavi e demolizioni mediante utilizzo di un frantoio e un escavatore.
L'azienda ora ha presentato domanda di verifica di assoggettabilità alla V.I.A. e per la conseguente modifica
dell'autorizzazione ordinaria alla messa in riserva e recupero rifiuti inerti da scavi e demolizioni non perico-
losi, in quanto ha acquisito un'area limitrofa allo stabilimento produttivo nella quale intende edificare un
nuovo capannone, ove inserire un nuovo macchinario (vaglio) per la lavorazione di un nuovo codice CER re-
lativo alle terre e rocce da scavo.
L'area interessata all'ampliamento è di 5.183 mq, di cui 500 mq destinati al nuovo capannone, 4.300 mq pavi-
mentati per lo stoccaggio esterno del materiale lavorato ancora da analizzare e mq 383 mq adibiti all'impian-
to di lavorazione materiali inerti naturali.
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Le attività di vagliatura e del frantoio verranno attuate alternativamente; per l'utilizzo di entrambi è previsto
l'uso di un escavatore.
Rispetto alla situazione autorizzata rimangono inalterati il quantitativo max trattato anno pari a 25,000 ton e
il quantitativo max trattato al giorno pari a 92 ton., mentre aumenta, invece, la quantità dei rifiuti in stoccag-
gio, che passa dalle attuali 1940 ton alle future 2540 ton.
Il progetto, inoltre, prevede la dismissione del vecchio impianto di depurazione e la realizzazione di un uni-
co impianto di trattamento delle acque di dilavamento delle superfici esistenti e delle nuove superfici imper-
meabili, con scarico del troppo pieno nella condotta delle acque meteoriche dell'area di frantumazione inerti,
che convoglierà in un bacino di laminazione prima del recapito finale sul suolo, in una scolina privata.
In considerazione della tipologia di attività da esercitare, successivamente alla conclusione della presente
procedura di assoggettabilità, la ditta dovrà procedere con la presentazione di una domanda di autorizza-
zione in regime ordinario per l’attività di recupero di rifiuti non pericolosi, ai sensi dell’art. 208 del D. Lgs.
152/2006 e s.m.i. e della L.R. Veneto n. 3/2000 e s.m.i..
UBICAZIONE
La zona di indagine è ubicata in comune di Isola Vicentina, nell’ambito dell’alta pianura vicentina, nella por -
zione orientale del territorio comunale lungo Via Leogra
L’area in esame è situata ad una quota sul livello del mare di circa 76-80 metri s.l.m., il terreno si presenta
pianeggiante con pendenza generale verso Sud-Est.
Per quanto riguarda l’idrografia di superficie, l’elemento di maggior spicco è costituito dal Torrente Timon -
chio presente a circa 190 metri ad est dell’area in esame; corsi d’acqua minori sono costituiti dal Torrente
Leogretta che scorre a circa 800 metri ad ovest del sito in esame.
In prossimità, in direzione nord est vi sono degli edifici rurali abitati e l’unica strada di accesso è rappresen-
tata da una strada chiusa a traffico molto ridotto, via Leogra, posta a nord.
Dal punto di vista urbanistico l’area ad oggi autorizzata è così classificata:
- PI/PRG (a seguito alla Variante n. 4 del Piano degli Interventi): ‘Area per attrezzature di interesse comune’
ed in particolare ‘Area riservata ad impianti tecnologici (codice n.69)’;
- Catasto: foglio n. 5 del Catasto terreni del Comune di Isola Vicentina, mappali nn. 180 (10.940 mq) 208
(6.190 mq) 184 (1.572) 196 (1.878 mq) 185 (1.415 mq) 104 (156 mq) per una superficie totale di 22.151 mq;
- Piano di Classificazione Acustica: zona III (aree di tipo misto).
L'ampliamento interesserà 5.183 mq di un lotto a confine sud (porzione di mappale n. 195) che ha la medesi -
ma identificazione urbanistica degli altri lotti.
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Ortofoto del sito
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti pianificatori sia di settore che territoriali ai quali è stato fatto riferimento per valutare
l’ammissibilità dell’intervento proposto rispetto ai vincoli ed obiettivi dei medesimi sono rappresentati dai
piani di seguito descritti.
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento vigente (P.T.R.C.) vigente
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In tale contesto viene evidenziata la corrispondenza con i seguenti aspetti:
•Tavola 1 Difesa del suolo e degli insediamenti: l’area di progetto ricade all’interno della “Fascia di ricarica
degli acquiferi” (art. 12 N. di A.);
•Tavola 3 Integrità del territorio agricolo: l’area di progetto ricade all’interno dei “Ambiti con buona
integrità” (art. 23 N. di A.);
•Tavola 8 Articolazione del Piano: l’area di progetto ricade all’interno di un ambito classificato “Principali
aste fluviali”.
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento vigente (P.T.R.C.) adottato
In tale contesto viene evidenziata la corrispondenza con i seguenti aspetti:
• Tavola n. 01 - Uso del Suolo Terra - Sistema del territorio rurale Area agropolitana - N.T.A. Art.9;
•Tavola n. 01b - Uso del Suolo Acqua - Area di primaria tutela quantitativa acquiferi – N.T.A. Art. 16;
•Tavola n. 09 - Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica, Sistema del territorio rurale: Area
agropolitana in pianura – N.T.A. Art.9
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)
In tale contesto viene evidenziata la corrispondenza con i seguenti aspetti:
• Tavola 2.1.B Carta delle Fragilità indica che la zona ricade in Area di cava attiva (art.13 PTCP) e nella fascia
degli alvei disperdenti (art.29 PTCP)
• Tavola 3.1.B Sistema Ambientale: l’area di progetto ricade all’interno di aree agropolitano (Art. 24) e
lambisce un corridoio ecologico principale (Art. 38)
• Tavola n. 4.1.B Sistema insediativo infrastrutturale: l’area di progetto ricade all’interno di are produttive
(Art. 66 – Art. 71) ampliabili (Art. 67)
• Tavola n. 5.1.A Sistema del paesaggio: l’area di progetto ricade all’interno di “Ambiti strutturali del
paesaggio – 23 Alta Pianura Vicentina” (Art. 60 ), Aree agropolitano (Art. 24), Aree agro centuriato (Art. 41).
Piano di Assetto del Territorio del Comune di Isola Vicentina (P.A.T.).
In tale contesto viene evidenziata la corrispondenza con i seguenti aspetti:
•Tavola n. 1 - Carta dei Vincoli e della pianificazione territoriale - Vincolo sismico – Zona 3, Cave, Agro-
centuriato (N.T.A. artt.9, 10, 37);
•Tavola n. 3 - Carta della fragilità - Compatibilità geologica ai fini urbanistici: area idonea a condizione,
Aree soggette a dissesto idrogeologico: area di cava o discarica (N.T.A. artt.23, 41);
•Tavola n. 4.3 “Carta della trasformabilità” - Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.): A.T.O. 4 “Territorio
aperto e zone produttive”, Azioni strategiche: limiti fisici alla nuova edificazione, linee preferenziali di
sviluppo insediativo (E – estrattiva e Produttiva connessa all’escavazione delle argille), Ambiti per gli
interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale (N.T.A. artt.25/29/34/36).
Vengono inoltre considerati i contenuti della V.A.S. del P.A.T..
Piano degli Interventi del Comune di Isola Vicentina (P.I.)
La zona è identificata come Area per attrezzature di interesse comune ed in particolare Area riservata ad
impianti tecnologici (codice n. 69); Trattasi di un'area da destinare al trattamento dei rifiuti non pericolosi
provenienti dalle demolizioni dei fabbricati per il recupero delle materie prime secondo le modalità
approvate dalla G.P. di Vicenza con delibera n. 210 del 05/05/2004; la destinazione di zona é pertanto
vincolata all'attività per la quale è stata autorizzata.
In quest'area non sono consentiti nuovi volumi edilizi. Gli edifici esistenti potranno essere esclusivamente
utilizzati per usi compatibili con l'attività di recupero e pertanto come magazzini, depositi, servizi igienici,
spogliatoi e uffici. Gli edifici aventi destinazione residenziale non saranno utilizzabili a tale uso. E' ammessa
l'installazione di tutti gli impianti tecnologici necessari per normativa sia all'attività che alla salvaguardia
dell'ambiente circostante.
In base al punto 5 dell'art. 27 del D.Lvo 5/2/97 n. 22 – che stabilisce che l'approvazione del progetto
dell'impianto di recupero dei rifiuti costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico comunale –
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con l'approvazione del progetto di Impianto per il trattamento e recupero di rifiuti inerti non pericolosi
avvenuto in data 05/05/2004 è stata automaticamente approvata la variante al PRG con la modifica dell'area
di proprietà di Barbieri (che aveva zonizzazione varia E e C) in area di tipo “F - Aree per attrezzature di
interesse comune” e più precisamente Area per servizi tecnologici – scheda 69.
Parte dell’area di proprietà rientra nel vincolo paesaggistico per presenza di corso d’acqua ma la zona
oggetto di ampliamento non andrà ad interessare questa porzione
Piano Assetto Idrogeologico
In riferimento al Piano di Stralcio per l’Assetto Idrogeologico adottato dal Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino dell’Alto Adriatico, alla Tavola n°36, il sito in esame non ricade in zone a pericolosità
o attenzione idraulica.
Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.)
Tra gli articoli contenuti nelle Norme tecniche di Attuazione, approvate con Deliberazione della Giunta
Regionale n.80 del 27 gennaio 2011 e di recente modificate con Deliberazione n.842 del 15/5/2012, particolare
importanza assume l’art.39 in materia di “acque meteoriche di dilavamento, acque di prima pioggia e acque
di lavaggio.”; tale articolo inpidua una serie di tipologie di insediamenti, elencate in Allegato F che,
qualora in presenza di ben precise condizioni, devono procedere con il trattamento e conseguente richiesta
autorizzativa delle acque meteoriche di dilavamento e, per quanto riguarda l’attività in questione, essa
ricade nella casistica dell’art.39 comma 1, in particolare: l’attività è riconducibile al punto 6 dell'allegato F
nella categoria degli impianti di smaltimento di rifiuti, impianti di recupero di rifiuti, depositi e stoccaggi di
rifiuti, centri di cernita di rifiuti.
La ditta ha provveduto come indicato al comma 6 dell’art39 a predisporre ed inviare agli enti il Piano di
Adeguamento, nelle tempistiche previste ma, con l’occasione della richiesta di ampliamento la ditta ha
rivisto le proposte tecniche che sono esplicitate nel Progetto preliminare e che sono migliorative rispetto a
quanto precedentemente indicato
Rete Natura 2000
Il progetto non ricade all’interno di siti appartenenti alla Rete Natura 2000, inpiduate dalla DGR n.4003 del
16/12/2008
Le distanze dai siti potenzialmente interessati sono le seguenti: “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” (SIC
IT3220040 e ZPS IT3220013) - 4,0 km, “Torrente Valdiezza” (SIC IT3220038) - 6,0 km, “Le Poscole” (SIC
IT3220039) - 7,5 km, “Buso della Rana” (SIC IT3220008) - 8,5 km.
Vista la mancanza di effetti negativi significativi indotti dal progetto nei confronti dei siti appartenenti alla
Rete Natura 2000 è stata valutata la non necessità della procedura di valutazione di incidenza (vedi
Dichiarazione del tecnico).
In relazione al presente quadro programmatico, si ritiene sia stata svolta un’adeguata analisi degli strumenti
di pianificazione applicabili, inpiduando correttamente le eventuali/possibili criticità/problematiche,
approfondendo adeguatamente, con le integrazioni prodotte, il rapporto con il progetto presentato.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE PROGETTUALI
L'opera di progetto nasce dall'esigenza dell'azienda di gestire autonomamente il materiale derivante dagli
scavi effettuati dalla stessa nel corso degli interventi di manutenzione per i gestori delle infrastrutture della
zona (acquedotti, fognature, rete gas, ecc.), e dall'ampliamento dell'attività con l'aggiunta di rifiuti
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provenienti da altri tipi di scavi o da scavi di terzi (codice CER 17,05,04). Per tale ragione necessita anche di
una modifica dell'autorizzazione ordinaria in essere.
Stato di fatto
La ditta, ad oggi, si occupa di:
- stoccaggio rifiuti inerti da scavi e demolizioni (R13);
- frantumazione rifiuti con frantoio EXETEC C-10 (R5)
- messa in riserva del riciclato.
Attualmente i quantitativi di rifiuti autorizzati sono così sudpisi:
• Stoccaggio 1940 ton (di cui 440 di 17.03.05)
• Quantitativo max trattato anno: 25.000 ton
• Quantitativo max trattato giorno: 92 ton
La ditta, oltre ad essere in possesso dell'autorizzazione al recupero rifiuti, per la quale chiede modifica, è
autorizzata dal Comune a svolgere attività di lavorazione (vagliatura) di materiale inerte (terre e rocce da
scavo o altro materiale inerte non classificato come rifiuti) in un'area distinta della proprietà; detta attività
viene svolta con le stesse modalità ed attrezzature (vaglio ed escavatore) ma in una posizione separata
rispetto alla nuova attività di vagliatura rifiuti svolta all'interno di un capannone, anche questo oggetto della
presente istruttoria.
I rifiuti in ingresso vengono stoccati in 2 aree apposite pavimentate in cls con setti di separazione in
calcestruzzo. L'attività di frantumazione dei rifiuti è effettuata con un frantoio (EXTEC C-10) anch'esso
posizionato su una piattaforma in cls. Il carico sulla tramoggia è effettuato con escavatore cingolato posto
sull'area di messa in riserva. Il materiale frantumato viene conferito mediante nastro trasportatore in un'area
attualmente non pavimentata. Su tale materiale vengono svolte periodiche analisi (ogni 6 mesi) di verifica di
conformità all'all. C Circ. Min. 5205/05.
I rifiuti prodotti sono posizionati in containers coperti:
• Container Ferro (cod. CER 19.12.02)
• Container Materiali Misti (cod. CER 19.12.12)
In dettaglio i rifiuti ammessi e trattati sono così ripartiti:
Stato di progetto
La ditta intende ampliare l'area di attività a seguito dell'acquisizione di terreni limitrofi, per i quali ha già
ottenuto la variante al PRG da Zona di pertinenza delle fornaci a Zona per impianti tecnologici. Tale area
sarà utilizzata, in parte per la costruzione di un capannone di 500 mq e altezza media di 10,5 ml per la
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vagliatura di terre e rocce da scavo (Cod. CER 17.05.04) e in parte per la creazione di un impianto di
lavorazione materiali inerti (non rifiuti non oggetto della pratica di verifica di assoggettabilità alla V.I.A..
All'interno del nuovo capannone la ditta chiede l'autorizzazione alla lavorazione (vagliatura) delle torre e
rocce da scavo (Cod. CER 17.05.04) in aggiunta ai rifiuti già autorizzati.
La ditta intende ritirare e lavorare questo rifiuto con due distinte procedure, creando all'interno del
capannone due zone di stoccaggio:
1. Area in cui sarà accumulato il materiale di scavo proveniente da manutenzioni di infrastrutture, per
un quantitativo stoccabile di circa 350 ton.
2. Area in cui sarà accumulato il rifiuto già caratterizzato per un quantitativo stoccabile di circa 250
ton, sudpiso in 2 cumuli: quello avente analisi chimiche che rispettano i limiti di tabella A allegato
5 parte IV Titolo V al D.Lgs. n. 152/06 e quelli che rispettano la tabella B allegato 5 parte IV Titolo V
al D.Lgs. n. 152/06;
All'interno del capannone lavorerà un vaglio mobile e un escavatore per il carico del materiale in tramoggia
nonché la movimentazione del materiale lavorato; nello stesso capannone verrà stoccato il rifiuto in ingresso
all'impianto da lavorare (Settore di messa in riserva e lavorazione di terre e rocce Cod. Cer 17.05.04 – max 92
ton/giorno) con vagliatore EXTEC S4.
Il materiale lavorato (sottovaglio e sopravaglio) verrà stoccato all'esterno in un'apposita nuova area
cementata.
Nell'area esterna al capannone in area non pavimentata verrà stoccato il materiale lavorato già sottoposto al
test di cessione; qualora tale materiale dovesse rimanere asciutto, lo stesso sarà stoccato all'interno di un
capannone esistente ad oggi utilizzato come ricovero mezzi.
La lavorazione delle terre e rocce da scavo con vaglio non avverrà in contemporanea alla frantumazione dei
rifiuti inerti da demolizione con frantoio.
Rimangono invariati il
• Quantitativo max trattato anno: 25.000 ton
• Quantitativo max trattato giorno: 92 ton
Sarà aumentata la quantità in stoccaggio di 600 ton che passerà dalle attuali 1940 ton alle 2540 (di cui 440
relative al rifiuto avente codice CER 17.03.05).
Rifiuti in ingresso
Le opere che la ditta intende effettuare in occasione dell'ampliamento sono quindi:
• capannone per lo stoccaggio e lavorazione del codice CER 17.05.94;
• platea cementata di 4.300 mq per lo stoccaggio del materiale lavorato proveniente sia dalla
frantumazione dei rifiuti inerti da demolizione che dalla lavorazione delle terre e rocce da scavo in
attesa del test di cessione.
• nuovo impianto di depurazione acque di dilavamento piazzali e dismissione di quello esistente;
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• nuovo impianto di dispersione delle acque meteoriche provenienti dalla copertura del capannone;
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Presidi ambientali
Sul materiale frantumato è prevista l'effettuazione di analisi periodiche (ogni 6 mesi).
Per il materiale in ingresso, anche se è da considerarsi per lo più non polverulento, sono stati messi in atto i
sistemi per ridurre l'eventuale dispersione di polveri, in particolare sono presenti:
• irrigatori posti su asta per irrorare i depositi dei rifiuti da lavorare e i cumuli di materia prima
secondaria prodotta;
• irrigatori posti su aree di transito e di manovra automezzi e mezzi d'opera;
• sistema si augelli spruzzatori posti sul frantoio e sui nastri trasportatori.
Per i reflui domestici è stata installata una vasca Imhoff, autorizzata dal Comune di Isola, mentre le acque
grigie provenienti dalla doccia/lavabi sono sifonate e quindi collegate alle acque chiarificate della Imhoff
prima della sub-irrigazione.
Per le acque meteoriche di dilavamento sarà dismesso il vecchio impianto e costruito uno nuovo per il
trattamento anche delle acque meteoriche di prima pioggia della nuova area di stoccaggio rifiuti.
Lo scarico di troppo pieno sarà fatto confluire prima in un bacino di laminazione autorizzato dal Consorzio
di bonifica Alta Pianura Veneta e quindi in un fossato privato (in secca per più di 180 g/anno e quindi
configurato come suolo).
Le procedure di caratterizzazione, omologazione, accettazione, documentazione di conferimento,stoccaggio
dei rifiuti in arrivo, verifiche sui rifiuti, lavorazione del materiale, accumulo del materiale lavorato, verifiche
sulle MPS, conferimento dei materiali in uscita dall’impianto derivanti dalle operazioni di recupero e
controllo di processo sono puntualmente descritti nella relazione preliminare e soddisfano le caratteristiche
e condizioni intrinseche ed estrinseche cui deve soddisfare l’impianto in argomento; sono stati inoltre
previsti specifici presidi ambientali per il contenimento degli impatti su aria, suolo ed acque.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Le fonti di emissione in atmosfera derivanti dall'esercizio dell'impianto di recupero di rifiuti inerti da scavi e
demolizione non pericolosi oggetto di valutazione risultano così inpiduate:
• movimentazione di mezzi di trasporto e delle macchine operatrici;
• frantumazione con frantoio;
• caduta del materiale dal nastro trasportatore;
• emissione di gas combustibili delle macchine operatrici (generatore per vaglio e escavatore per il
carico del materiale).
Relativamente all'emissione di polveri si evidenzia che:
• lo stoccaggio, il vaglio e l'attività lavorativa connessa con il nuovo codice rifiuti (Cer 17.05.04)
avvenendo all'interno del nuovo capannone impedisce di fatto a gran parte delle polveri ri-sospese
(in particolare quelle di maggior diametro) di diffondersi nella zona agricola esterna;
• la residuale dispersione delle polveri determina occasionali effetti di sedimentazione sulla
vegetazione immediatamente a confine con l'impianto di progetto, a destinazione prevalentemente
agricola;
• all'interno dell'impianto produttivo sono stati installati irrigatori su asta per irrorare i depositi dei
rifiuti da lavorare e i cumuli di materia prima secondaria prodotta e irrigatori posti su aree di
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transito e di manovra automezzi e mezzi d'opera oltre ad un sistema di ugelli spruzzatori posti sul
frantoio e sui nastri trasportatori;
• per limitare il sollevamento di polveri a seguito del passaggio dei mezzi pesanti lungo le piste di
accesso, la ditta ha già realizzato un sistema di bagnatura con irrigatori dinamici, inoltre, l'accesso al
nuovo capannone avverrà attraverso una nuova superficie pavimentata in cls;
• la realizzazione di una nuova platea cementata di circa 4.300 mq per lo stoccaggio dei materiali in
uscita dal nastro trasportatore del frantoio esistente e dei materiali derivanti dal nuovo vaglio
limiterà le emissioni di polveri rispetto alle attuali superfici di stoccaggio non pavimentate;
• non sono previste modifiche di percorso rispetto alla viabilità comunale già interessata dall'attività
in atto e il nuovo materiale non creerà livelli di polverosità significativi in quanto costituito da terre
e rocce da scavo e trasportato in cassoni coperti;
• l'utilizzo del nuovo vaglio avverrà in alternanza rispetto all'impianto di frantumazione esistente
autorizzato, in quanto gestita dal medesimo addetto; per cui non sono previsti effetti cumulativi di
emissioni di polveri durante l'attività di frantumazione all'interno della ditta.
Durante l'esercizio dell'impianto in progetto di ampliamento le emissioni di gas combustibili deriveranno:
• dall'impianto di generazione del vaglio;
• dall'escavatore per il caricamento dei rifiuti;
Il nuovo vaglio per il trattamento delle terre e rocce da scavo verrà utilizzato in alternativa rispetto al vaglio
già presente nel sito produttivo, in quanto gestito dal medesimo addetto.
Si ritiene pertanto che l’esercizio dell’impianto di progetto non comporti la generazione di livelli di
polverosità tali da modificare in modo significativo la qualità dell’aria locale, non ravvisando quindi la
presenza di impatti aggiuntivi e significativi sull’ambiente; si ritiene tuttavia necessario, al fine di mantenere
tale valutazione, che sia sempre mantenuto un adeguato livello di efficienza e di operatività del sistema di
contenimento delle polveri. Si ritiene inoltre che l'esercizio dell'impianto in progetto variazioni alle attuali
emissioni di gas combustibili.
VALUTAZIONE
Si ritiene che l’impatto sia da considerarsi non significativo per quanto riguarda la componente inquinamento
atmosferico, prescrivendo tuttavia di gestire correttamente l’impianto di aspersione per il contenimento delle polveri.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
La zona in esame appartiene al bacino del fiume Bacchiglione, in particolare al sotto bacino del Timonchio, le
acque dell'area defluiscono nel torrente Trozzo Maran Est e a Costabissata nel torrente Timonchio prima
della confluenza con il torrente Orolo che piene fiume Bacchiglione. Il corso d'acqua più vicino è costituito
dal torrente Timonchio che risulta però appartenente ad altro bacino del Bacchiglione in quanto si presenta
separato dal piano campagna da arginature.
Il progetto in esame non prevede interferenze sostanziali con la rete idrografica superficiale in quanto non
comporta variazioni del reticolo di drenaggio. Gli scarichi idrici delle acque di dilavamento dell'attività
produttiva risultano essere direzionati sulla rete di scolo locale che non sempre, a causa della pregressa
attività estrattiva, risulta connessa con la rete principale.
L'ampliamento della superficie dell'impianto non comporterebbe modifiche rispetto allo stato attuale degli
scarichi sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo in quanto sono previste opere di
mitigazione/smaltimento sulla rete di scolo locale che garantiranno l'invarianza idraulica attraverso la
realizzazione di un bacino di laminazione di circa 815 mc e lo scarico tarato nella rete di scolo con portata
dimensionata secondo un coefficiente udometrico di 5l/s*ha.
Per quanto attiene agli scarichi, quelli provenienti dai bagni confluiscono in una vasca Imhoff, mentre, le
acque grigie provenienti dalla doccia e dai lavabi dono sifonate e collegate alle acque chiarificate della
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Imhoff. Lo scarico avviene in sub-irrigazione dimensionata secondo le indicazioni del comune di Isola
Vicentina.
Le acque di dilavamento, invece, sono distinte in:
• acque di dilavamento delle aree non produttive e non impermeabilizzate, che defluiscono per
pendenza in un fossato esistente;
• acque provenienti dall'attuale zona di messa in riserva e lavorazione esterna pari a 1.200 mq e dalla
nuova platea di stoccaggio del materiale lavorato in attesa di analisi, pari a 4.300 mq.
Tali acque vengono quindi raccolte in una vasca di prima pioggia (vasca A) con capacità di 30 mc per il
trattamento dei primi 5 mm di pioggia e successivamente, mediante pompa sommersa, inviate ad un
disoleatore e ad una vasca di accumulo (vasca B) sempre di 30 mc di capacità; l'acqua contenuta in entrambe
le vasche viene adibita a riserva idrica dell'impianto di aspersione.
L'acqua in eccesso, previo passaggi in disoleatore e nel pozzetto fiscale, viene scaricata, mediante un troppo
pieno realizzato nella vasca di prima pioggia, nella rete idrica aziendale che si collega con lo scarico
dell'impianto di lavorazione materiali inerti; prima dello scarico in un fosso privato verrà realizzato un
bacino di laminazione per mitigare l'impatto idraulico. Lo scarico si configura come scarico sul suolo.
Le acque dei tetti del capannone esistente e di quello da realizzare vengono disperse in pozzi perdenti.
L’azienda riporta specifiche motivazioni per quanto riguarda la mancanza di alternative allo scarico sul
suolo, che vanno tuttavia meglio dettagliate. (vedere in Commissione per scarico sul suolo).
VALUTAZIONE
Si ritiene che l’impatto sia da considerarsi non significativo per quanto riguarda la componente inquinamento
atmosferico, prescrivendo tuttavia di gestire correttamente l’impianto di depurazione, considerati i limiti di scarico sul
suolo.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Dal punto di vista geologico l'area in esame è caratterizzata superficialmente dalla presenza di terreni
alluvionali tipici dell'alta pianura vicentina. La zona appare caratterizzata dalla presenza di terreni argillosi
superficiali,
Per quanto riguarda l'attitudine del sito all'edificazione, secondo la Carta delle Fragilità del PAT del comune
di Isola Vicentina, l'area è situata in zona idonea a condizione per cui ogni intervento urbanistico o
progettuale dovrà essere correlato da un'indagine geologica opportunamente estesa alle aree contermini.
Dall'esame dell'attività aziendale risulta che i rifiuti saranno conferiti, stoccati e lavorati all'interno di un
capannone pavimentato per evitare il contatto con il suolo. La pavimentazione del settore di accumulo del
materiale recuperato in attesa di analisi sarà realizzata in calcestruzzo, in modo da impedire qualsiasi
contatto con il suolo sottostante ed evitare il percolamento delle acque meteoriche di dilavamento dei
cumuli.
I rifiuti in uscita dall'impianto vengono stoccati, a seconda della tipologia di appartenenza, in cassoni posti
su aree pavimentate.
I primi 5 mm di pioggia delle aree di stoccaggio rifiuti sono raccolte in apposite vasche. Il troppo pieno viene
scaricato nella rete delle acque meteoriche aziendale recapitante nel bacino di laminazione e quindi nella
scolina privata.
La ditta dichiara quindi che la contaminazione del suolo perciò potrà essere causata solo da aventi
accidentali legati al transito di veicoli. In tali casi viene dichiarato che gli operai sono stati istruiti per
intervenire con le procedure di emergenza che prevedono l'utilizzo di materiale assorbente ed
eventualmente la rimozione del substrato contaminato da smaltire come rifiuto pericoloso.
Per quanto riguarda il rischio sismico gli studi prescrivono che i manufatti siano progettati in chiave
antisismica tenendo in considerazione ne NCT 2008.
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Il presente aspetto risulta adeguatamente delineato solo nelle sue componenti generali, integrato
successivamente con la presentazione di una relazione geologico-geotecnica- geo-sismica, approfondendo gli
aspetti legati al rischio idraulico ed alla vulnerabilità della falda idrica.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L'attività è inserita in un contesto agricolo, in prossimità del torrente Timonchio, e sorge in un’area posta in
Classe III dal Piano di Classificazione del Comune di Isola Vicentina.
Le sorgenti rumorose in capo all'attuale esercizio di recupero inerti sono rappresentate da:
- n.1 frantoio fisso a ganasce, mod. Extec C-10, utilizzato per le attività di frantumazione inerti da
demolizione (schermato da un muro posto nelle vicinanze);
- n.1 escavatore cingolato Hitachi, utilizzato quando necessario per caricare frantoio o vaglio;
autocarri in ingresso e uscita impianto; attualmente vi è un arrivo medio giornaliero di 20 autocarri,
distribuiti nell'arco della giornata.
L'attività attuale della ditta, esercitata in periodo diurno (6.00-22.00), consta nel trattamento di materiale
inerte da demolizioni; l'attività futura prevederà anche operazioni di recupero di terre e rocce da scavo
mediante l'utilizzo del nuovo vaglio Extec S4, che sarà collocato all'interno di un capannone, chiuso solo sul
lato Nord-Est; con il nuovo regime di lavorazione si ipotizza un incremento di 5 autocarri/giorno,
limitatamente a specifiche giornate (in occasione dell’effettuazione di scavi). I camion entrano, ed
entreranno, dal cancello posto a Ovest dell'attività; gli estensori della Valutazione Previsionale di Impatto
acustico dichiarano trascurabili le emissioni/immissioni dovute al traffico indotto, considerato il numero
limitato degli automezzi pesanti e la distanza a cui si trovano i ricettori.
I ricettori più esposti sono rappresentati da due abitazioni poste a Nord dell'attività, ad una distanza
rispettivamente pari a 150 m l'una e 130 m dal frantoio (fisso) e di 210 m e 150 m dal vaglio; entrambi i
ricettori ricadono in una zona di Classe III. Fra l'attività e i ricettori insistono persi edifici (magazzini o
comunque edifici non abitabili) di proprietà della ditta e non, che schermano le emissioni di rumore.
Lo Studio Previsionale considera che le attività, autorizzata e da autorizzare, saranno esercitate in alternanza;
la ditta esercita anche la lavorazione di materiale inerte naturale; anche per quest'ultima è previsto che non
sia mai esercitata in contemporanea alle altre attività.
Le misure relative al funzionamento del frantoio sono state effettuate al ricettore nell'assetto definitivo (il
frantoio è già operante), mentre le misure relative al funzionamento del vaglio sono state effettuate alla
sorgente, per poi procedere ad un calcolo nell'assetto previsto.
Sulla base delle misure e dei calcoli effettuati la Valutazione Previsionale conclude come appresso
rappresentato:
per il frantoio i limiti assoluti di emissione ed immissione sono ampiamente rispettati; il livello differenziale
risulta leggermente inferiore al limite in prossimità dell'abitazione. Il rispetto del differenziale è dunque
critico e deve essere monitorato in fase di collaudo.
per il vaglio i limiti assoluti di emissione ed immissione sono ampiamente rispettati; il limite differenziale è
rispettato con un qualche margine di sicurezza.
L'attività deve pertanto essere monitorata al momento del collaudo, per eventualmente inpiduare modalità
operative o interventi strutturali finalizzati all’effettivo rispetto dei limiti (in particolare il differenziale).
La Valutazione Previsionale presentata è stata quindi oggetto di una specifica richiesta di integrazioni, cui è
seguito adeguato riscontro dalla ditta.
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VALUTAZIONE
Si ritiene che l’impatto sia da considerarsi non significativo per quanto riguarda la componente inquinamento
atmosferico, prescrivendo tuttavia un monitoraggio post operam.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Il presente impatto è stato oggetto di una specifica integrazione, in quanto non risultava trattato all’interno
dello Studio
L’integrazione pervenuta ha adeguatamente trattato i seguenti aspetti: radiazioni ionizzanti, radiazioni non
ionizzanti, rumore ambientale, inquinamento luminoso.
La valutazione delle singole matrici ha portato a ritenere non significativo l’impatto da agenti fisici.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’ambito di progetto ricade all'interno dell'Ambito di Paesaggio “Alta Pianura Vicentina”. L'ambito interessa
il sistema insediativo pedecollinare di Schio e Thiene fino a comprendere, verso sud, la città di Vicenza.
L'area in esame si colloca nelle aree definite “Paesaggio agrario di pianura” e in parte nelle aree definite
“Paesaggio industriale in contesto agrario”. Ad oggi nel PI (Variante n. 4), la zona è identificata come Area
per attrezzature di interesse comunale ed in particolare Area riservata ad impianti tecnologici.
Altre aree industriali si trovano a sud dell'area in esame e sono rappresentate da un'attività di
trasformazione di argilla in laterizi (sud ovest) e da una zona industriale ad oggi non interamente occupata).
L'area di progetto si colloca quindi all'interno di un ambito territoriale planiziale che nel corso degli ultimi
decenni è stato intensamente modificato dallo sviluppo delle attività produttive che ha caratterizzato il
comune di Isola Vicentina e i comuni limitrofi di pianura.
Il progetto in esame ha come fonti di potenziale alterazione del paesaggio:
• il nuovo capannone per il trattamento delle terre e rocce da scavo;
• il prolungamento della strada di accesso.
Lo studio presentato dalla ditta di verifica delle possibili incidenze significative nei confronti dei dinamismi
spontanei di caratterizzazione del paesaggio ha rilevato che il progetto non determina tali incidenze, sia con
riferimento agli aspetti storico-monumentali che agli aspetti naturalistico-ambientali.
Si ritiene pertanto esaustivo quanto presentato dalla ditta e, considerato che l'attività è già esistente e si
colloca in una zona identificata dal PI come Area per attrezzature di interesse comunale ed in particolare
Area riservata ad impianti tecnologici, non si rilevano criticità a livello paesaggistico.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
La strada di accesso al sito produttivo (via Leogra) presenta un fondo asfaltato e risulta già interessata
dall'attuale traffico veicolare indotto dall'azienda.
A seguito dell'ampliamento di progetto il traffico veicolare non interesserà elementi viari persi da quelli
già utilizzati dai mezzi in ingresso e uscita dal sito aziendale;
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Per quanto attiene alla generazione dei volumi di traffico, la ditta evidenzia che il progetto di ampliamento
non prevede modifiche né al trattamento massimo di rifiuti/anno, né di quello giornaliero.
E' invece previsto un incremento del transito di automezzi legato all'attività di trattamento e recupero rifiuti
correlata la nuovo codice Cer chiesto dalla ditta. Nell'attuale assetto vi è mediamente il transito di 20
automezzi al giorno, distribuiti nell'arco della giornata, per lo scarico o il carico del materiale. La modifica
dell'impianto ha portato ad una stima di ingresso di 5 camion al giorno, anche se tali ingressi saranno
limitati ad alcuni giorni specifici nei quali sarà svolta questa attività.
La ditta dichiara che il traffico indotto dall'impianto è da considerarsi nel complesso limitato e l'incremento
poco significativo.
Pur concordando con il fatto che il progetto non comporti un incremento significativo del flusso veicolare si
è ritenuto utile richiedere specifiche considerazioni legate al regime veicolare delle strade afferenti all’area in
esame e dettagliare il calcolo degli automezzi in arrivo e in partenza sulla base del quantitativo di rifiuti in
entrata e in uscita dall’impianto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Il territorio in esame è caratterizzato da un’importante presenza antropica, che nel tempo ha sfruttato e
modificato profondamente la stessa area di pianura a fini abitativi e industriali.
Tali profonde modifiche hanno comportato il depauperamento degli ambiti territoriali e l’alterazione della
vegetazione presente.
L’analisi dell’ecotessuto indica pertanto una netta dominanza di elementi di origine artificiale a scapito di
componenti naturali la cui superficie risulta alquanto ridotta.
Ne consegue che il contesto territoriale di appartenenza risulta interessato da evidenti azioni di natura
antropica che nel tempo hanno alterato in modo irreversibili gli originari livelli di naturalità. L’attività
antropica legata allo sviluppo urbano, allo sfruttamento delle campagne e all’espansione delle reti
infrastrutturali di trasporto, ha portato ad una riduzione degli habitat naturali ed al loro progressivo
isolamento con negative influenze sulla biopersità e sui processi di successione ecologica.
In particolare il consumo di spazi naturali, per far luogo a colture o a nuovi sistemi urbani o a infrastrutture,
e i cambiamenti ambientali, che vengono dallo sviluppo industriale e dalla diffusione di tecnologie ad
elevato impatto, rappresentano i fattori principali del progressivo depauperamento della biopersità a
livello di ecosistema locale (località Canove) e di scala vasta (fondovalle della valle dell’Agno).
All’interno dell’area di progetto non sono presenti zone umide, sorgenti d’acqua o pozze di abbeveraggio e
la maggior parte delle specie faunistiche presenti nel comprensorio risultano comuni e di medio pregio
conservazionistico; la forte antropizzazione dell’ambiente comporta un habitat inospitale per la nidificazione
di specie faunistiche di elevato/medio pregio conservazionistico.
Secondo lo studio presentato nell'intorno del sito di progetto risulta nulla l'ipotesi che si verifichi una
diminuzione significativa delle popolazioni faunistiche più sensibili, inoltre si rileva che il disturbo prodotto
da rumori non comporterà una perdita significativa di habitat di specie, in quanto continuerà ad esistere un
habitat sufficiente affinché le attuali residue popolazioni faunistiche locali si mantengano a lungo termine
Si ritiene, in conclusione, visto che l’attività in oggetto è esistente da tempo e che l’oggetto della presente
analisi è una integrazione di attività che non modifica sostanzialmente l'assetto territoriale, che non vi siano
particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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VALUTAZIONE
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dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE
PERSONE
L’attività di trattamento rifiuti inerti di progetto comporta per i lavoratori addetti rischi infortunistici
collegati a:
• presenza di mezzi in movimento;
• utilizzo dei macchinari, dell’attrezzatura e dell’impiantistica.
I rischi presenti derivanti dalle singole fonti consistono in:
• rischio d’investimento dei lavoratori da parte dei mezzi stessi (autocarri, pala meccanica) e/o dai
materiali movimentati per quanto riguarda i mezzi operativi in movimento;
• rischio di tagli, abrasioni e contusioni per quanto riguarda l’utilizzo di macchine ed attrezzature;
• rischio chimico: l’attività di trattamento inerti comporta il rischio di contatto polveri aerodisperse di
inerti. Si segnala che l’esposizione a polveri prevista durante la fase funzionamento dei macchinari
(vaglio) sarà occasionale ed effettuata con idonei DPI.
Il personale addetto verrà formato ed informato sui rischi legati alle attività svolte e sul corretto utilizzo dei
dispositivi di protezione inpiduale messi a loro disposizione.
La ditta opererà le valutazioni previste nell’ambito del D.Lgs 81/2008 s.m.i. al momento della redazione del
progetto esecutivo e della effettiva messa in esercizio dell’impianto.
A seguito dell’installazione del nuovo impianto di trattamento inerti, non si prevede una variazione
nell’assetto aziendale che viene pertanto confermato; il nuovo impianto sarà gestito dal medesimo personale
addetto che attualmente opera presso l’impianto di frantumazione inerti con frantoio già autorizzato.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
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monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico e lo scarico in fognatura.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
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Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
dell’attività; in particolare per quanto riguarda gli scarichi idrici e la gestione/recupero dei rifiuti. In
fase di presentazione del progetto definitivo dovrà essere valutata, ai fini dell’eventuale necessità di
variante urbanistica, la compatibilità/conformità con quanto previsto dal Piano degli Interventi del
Comune di Isola Vicentina, che identifica l’area oggetto di intervento come “Area per attrezzature di
interesse comune”, “Area riservata ad impianti tecnologici.
2. Lo scarico idrico dovrà rispettare i dovrà rispettare i limiti di cui alla Tabella 4 – Allegato V – Parte
Terza del D.Lgs. n.152/2006.
3. Gli impianti di depurazione chimico-fisico e di contenimento delle emissioni di polveri in atmosfera
dovranno essere costantemente gestiti in modo tale da garantire nel tempo l’efficienza di trattamento
prevista in progetto e i relativi limiti normativi.
4. In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto.:
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei
punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno
concordate con Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, concordati
con Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i risultati
delle analisi.
5. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in
occasione della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione
all’esercizio.
Vicenza, 17 aprile 2015
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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