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                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




               DETERMINAZIONE N° 1498 DEL 08/10/2019
                          Servizio VIA VINCA

     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M. E I.
     DITTA:VF S.P.A. UNIPERSONALE.
     PROGETTO: RINNOVO AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DI IMPIANTO DI
     RECUPERO RIFIUTI.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ALTAVILLA VICENTINA, VIA
     MAZZINI N. 42/A.

                            IL DIRIGENTE

     Vista la documentazione presentata con nota prot. n. 43243 del 08 agosto 2019, da parte della ditta
     VF S.p.A. Unipersonale con sede legale in via Massimo D’Azzeglio n. 22/24 e sede operativa in via
     Mazzini n. 42/A nel comune di Altavilla Vicentina, relativa al progetto di “Rinnovo autorizzazione
     all’esercizio di impianto di recupero rifiuti.” richiedendo, contestualmente, l’attivazione della
     procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006 ed in particolare dell’art.13 LR
     4/2016.
     Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
     infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
     complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
     della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
     del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
     Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
     Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
     interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
     Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
     pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
     informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 26/08/2019, contestualmente alla
     comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
     valutazioni di competenza.
     Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
     abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
     valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
     possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
     presente articolo.
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 03 ottobre 2019, ha
     disposto l’esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel
     parere 26/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia




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     dell’intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
     pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l’autorizzazione
     dell’intervento.
     Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
     Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
     Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
     ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021;
     Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;

                           DETERMINA
        1. che il progetto della ditta VF S.p.A. Unipersonale con sede legale in via Massimo
         D’Azzeglio n. 22/24 e sede operativa in via Mazzini n. 42/A nel comune di Altavilla
         Vicentina, relativa al progetto di “Rinnovo autorizzazione all’esercizio di impianto di
         recupero rifiuti.” è escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al
         D.Lgs. n. 152/2006 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere
         26/2019 allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
        2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
         provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
         Regione Veneto;
        3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
        4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Chiampo, ad
         ARPAV, all’Azienda ULSS n.8 e al Gestore del Servizio Idrico Integrato Viacqua S.p.A.;
        5. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
         diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
         sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012);
        6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
         all'albo pretorio on line.

                             INFORMA
         Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
         Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della
         comunicazione del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello
         Stato entro 120 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
         Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
         autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
     Vicenza, 08/10/2019
                                      Sottoscritta dal Dirigente
                                       (MACCHIA ANGELO)
                                        con firma digitale
     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 1498 DEL 08/10/2019


     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M. E I.
     DITTA:VF       S.P.A.      UNIPERSONALE.
     PROGETTO: RINNOVO AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DI IMPIANTO DI
     RECUPERO             RIFIUTI.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ALTAVILLA VICENTINA, VIA
     MAZZINI N. 42/A.




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 09/10/2019.


     Vicenza, 09/10/2019




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                               VF spa
                            PARERE N. 26/2019

     Oggetto: Rinnovo autorizzazione all’esercizio di impianto di recupero rifiuti (art. 13 L.R. 4/2016).
     PROPONENTE:           VF spa
     SEDE LEGALE:           Via Massimo d’Azzeglio n. 22/24 – Altavilla Vicentina
     SEDE INTERVENTO:         Via Mazzini n. 42/A – Altavilla Vicentina
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto di recupero rifiuti
     PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
     MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                     infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                     pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                     operazioni di cui    all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta
                     del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152..
     COMUNE INTERESSATO:       \\\
     DATA DOMANDA:          02 agosto 2019
     DATA PUBBLICAZIONE:       26 agosto 2019
     DATA INTEGRAZIONI:        \\\

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - A RELAZIONE: Descrizione delle attività e delle opere esistenti
       Valutazione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi all’esistenza dell'opera
      - ALLEGATI:
       Allegato 1 Autorizzazione all'esercizio N. Reg. 028/SuoloRifiuti/2010 del 26/04/2010, Provvedimento
       N. Reg. 185/SuoloRifiuti/2013 del 21/11/2013, nota Prot. n. 40393 del 06/06/2017 e Deliberazione 976
       del 04/09/2018
       Allegato 2 Certificato UNI EN ISO 14001:2015 e Attestati di conformità ai Regolamenti (UE) N
       333/2011 e N. 715/2013
       Allegato 3 Relazione d'analisi/esiti del primo autocontrollo delle emissioni aeriformi
       Allegato 4 Relazioni d'analisi relative agli autocontrolli effettuati dal 2016 al 2019
       Allegato 5 S.C.I.A. Antincendio e Cerificato di Prevenzione Incendi
      - B Verifica dell'impatto acustico esterno
       C Tavole grafiche
      - C1 Inquadramento territoriale
       Estratto di C.T.R. Scala 1:10˙000;
       Estratti cartografici del P.A.T. Scala 1:10˙000;
       Estratti cartografici del P.I.  Scala 1:5˙000;
       Estratto di mappa catastale   Scala 1:2˙000;
       Ortofoto satellitare       --
      - C2 Lay-out dell'impianto Planimetria e lay-out Scala 1:2˙000 – 1:200;
      - C3 Documentazione fotografica;
      - D Progetto impianto di "raffinazione" finale acque di 1^ pioggia pre-trattate;
      - E Attestazione di Non Necessità della V.Inc.A.




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                          PREMESSE ED UBICAZIONE
     La ditta è titolare di un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi (identificato come “pisione
     cavi”) sito in Comune di Altavilla Vicentina, in Via Mazzini, n. 42/A, autorizzato all’esercizio con provvedi-
     mento della Provincia di Vicenza che andrà a scadere il 26/04/2020 e per il cui rinnovo risulta necessario
     espletare una procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (screening), in quanto l’impianto rientra nella
     casistica di cui all’art. 13 della L.R. N. 4/16.
     L’attività dell’impianto di recupero è stata autorizzata per una potenzialità massima di trattamento di 6˙500
     t/anno di rifiuti C.E.R. 17 04 11 e per una potenzialità giornaliera massima di conferimento e trattamento pari
     a 30 t/giorno; la ditta è autorizzata allo svolgimento delle operazioni di recupero R13 (messa in riserva), R3
     (recupero di plastica/gomma) e R4 (recupero di Rame e Alluminio).
     La ditta ha in essere un Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001, oltrechè un Sistema di Gestione della
     qualità conforme ai Regolamenti (UE) N. 333/2011 e N. 715/2013.
     La capacità massima di messa in riserva di rifiuti (C.E.R. 17 04 11) in ingresso viene confermata pari a 850 t,
     normalmente all’interno dei capannoni e soltanto in minima parte (all’occorrenza) entro container con coper-
     tura dislocati in area scoperta pavimentata presidiata.
     Con riferimento al P.I. del Comune di Altavilla Vicentina, l’impianto si colloca in area classificata parte come
     Zona D1.1 – “produttiva/artigianale e industriale di completamento riservata all’ampliamento di attività esi-
     stenti” e parte restante come Zona agricola – sotto zona E2.2.
     L’impianto dista circa 150 m dall’Autostrada A4 “Brescia-Padova”, confina sui lati nord e nord-ovest con al-
     tri stabilimenti e aree produttive e sui restanti lati con aree agricole.
     Nel raggio di un chilometro dall’impianto non sono presenti corsi d’acqua superficiali, ne si ritrovano pozzi
     acquedottistici per uso idropotabile.
     L’area dell’impianto è completamente recintata, con recinzione metallica sui lati sud ed est e con pannelli
     ciechi in calcestruzzo sui restanti lati nord ed ovest. .




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                              Ortofoto del sito

                         ESAME ISTRUTTORIO

     QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
     In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i
     contenuti della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la
     necessita di prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi
     all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di
     sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di
     mitigazione necessarie.
     L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso l’analisi
     della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria che in prima istanza, visto il contesto, potrebbe essere
     rappresentata dalle sensibilità evidenziabili dall’esame del Piano di Tutela delle Acque, del PTCP, del PAT e
     del PI.
     Si ritiene tuttavia che l’inpiduazione delle misure mitigative proposte, e più avanti esplicitate, abbia
     affrontato una tematica di particolare sensibilità, riferibile al PTA.

     QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     L’impianto di VF S.p.A. - pisione cavi. è stato autorizzato per attività di recupero rifiuti speciali non
     pericolosi (cavi) con provvedimento N. Reg. 028/SuoloRifiuti/2010 del 26/04/2010 rilasciato dalla Provincia
     di Vicenza, successivamente integrato con provvedimento N. Reg. 185/Suolo Rifiuti/2013 del 21/11/2013, con
     nota Prot. n. 40398 del 06/06/2017 e infine con la Determina N. 976 del 04/09/2018.
     L’attività dell’impianto di recupero in parola è stata autorizzata per una potenzialità massima di trattamento
     di 6˙500 t/anno di rifiuti C.E.R. 17 04 11 e per una potenzialità giornaliera massima di conferimento e
     trattamento pari a 30 t/giorno.
     L’impianto è attivo su un unico turno giornaliero di lavoro in periodo diurno e con le esistenti dotazioni
     impiantistiche (ad elevato livello di automazione) può raggiungere una capacità di recupero finanche pari a
     6 t/h di rifiuti in ingresso.

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     La ditta è autorizzata allo svolgimento delle operazioni di recupero R13 (messa in riserva), R3 (recupero di
     plastica/gomma) e R4 (recupero di Rame e Alluminio).
     La ditta ha in essere un Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001, oltrechè un Sistema di Gestione della
     qualità conforme ai Regolamenti (UE) N. 333/2011 e N. 715/2013 (certificato e attestati in Allegato 2 alla
     istanza).
     La capacità massima di messa in riserva di rifiuti (C.E.R. 17 04 11) in ingresso viene confermata pari a 850 t,
     normalmente all’interno dei capannoni e soltanto in minima parte (all’occorrenza) entro container con
     copertura dislocati in area scoperta pavimentata presidiata; dall’attività di recupero si ottengono metalli
     (EoW di Rame e Alluminio), plastica (MPS) e rifiuti (prodotti) di cui alla tabella che segue, che comprende
     anche i rifiuti derivanti da attività di manutenzione/officina, e che riporta le modalità di stoccaggio e le
     massime capacità di deposito per ogni singola tipologia di rifiuto.




     Descrizione dell’impianto di recupero
     L’impianto è specializzato nel recupero di materie prime secondarie (in particolare e principalmente Rame
     metallo) da rifiuti costituiti da cavi elettrici e telefonici ricoperti da materiale plastico e da materiale isolante
     in genere; i cavi da trattare provengono dalla dismissione di linee, da attività di produzione (cavi nuovi fuori
     specifica/che non hanno superato le verifiche di collaudo) e dalla dismissione di apparecchiature elettriche
     e/o componenti elettrici. I rifiuti (cavi) conferiti in impianto (e quindi preliminarmente verificati e valutati
     accettabili) vengono messi in riserva in cumuli all’interno dei capannoni ed eventualmente, all’occorrenza,
     anche in container dotati di copertura dislocati su area pavimentata scoperta. Tutti i rifiuti, sia quelli in
     ingresso che quelli prodotti dall’attività, vengono stoccati in aree ben definite (vedasi lay-out argomento
     della Tavola C2). Tutte le aree di deposito e i contenitori dei rifiuti sono opportunamente segnalati ed
     identificati con idonea cartellonistica.
     Le operazioni di recupero (R3-R4) vengono svolte esclusivamente all’interno dei fabbricati; dalle operazioni
     di recupero si ottengono materie prime secondarie metalliche ed End of Waste, conformi a quanto previsto

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     dai Regolamenti (UE) N. 333/2011 (per l’Alluminio) e N. 715/2013 (per il Rame), MPS di plastica e gomma
     ovvero (in relazione alle contingenze di mercato) rifiuti di plastica (C.E.R.19 12 04) e ulteriori rifiuti che
     vengono conferiti ad altri impianti autorizzati.
     I rifiuti in ingresso all’impianto vengono sottoposti alle operazioni di pesatura, presso la stazione di pesa, e
     di verifica radiometrica tramite il portale fisso di controllo radioattività e contestualmente si procede alla
     verifica documentale (controlli f.i.r. e documenti di trasporto) e al controllo visivo del carico in ingresso.
     I carichi di rifiuti giudicati idonei, che hanno cioè superato positivamente le fasi preliminari di verifica e
     controllo, vengono accettati e messi in riserva nelle aree dedicate; eventuali carichi giudicati non idonei
     vengono invece respinti al mittente.
     L’attività di recupero R3-R4 si esplica attraverso una sequenza di operazioni fisiche/meccaniche che, in
     sintesi, si possono raggruppare nelle seguenti fasi:
     1) cesoiatura/“pinzatura” per cavi di grossa sezione (come i cavi marini) o per alcuni cavi di alluminio, al
     fine di ottenere corti “spezzoni”;
     2) pre-triturazione grossolana (opzionale) con un trituratore lento monoalbero al fine di ottenere una
     pezzatura idonea (inferiore a 50 mm) alla successiva fase di macinazione;
     3) macinazione dei cavi (eventualmente pre-ridotti col trituratore “grossolano”) con apposito mulino
     (“Eldan”), fino ad ottenere una pezzatura inferiore a 16 mm;
     4) deferrizzazione del materiale misto (metallo-plastica), macinato col mulino “Eldan”, mediante nastro
     magnetico;
     5) ripresa del macinato deferrizzato con n°3 coclee funzionanti in parallelo e dosaggio ai successivi
     trattamenti;
     6) macinazione fine (fino alla pezzatura di 8 mm) del materiale dosato dalle coclee nei rispettivi n°3 mulini a
     lame abbinati ad altrettanti separatori “zig-zag” funzionanti in parallelo (come i mulini di macinazione);
     7) polverizzazione della frazione leggera (plastica/isolanti) separata dai “zig-zag” con n°3 turbine
     polverizzatrici funzionanti in parallelo (come le linee che le precedono);
     8) separazione metallo-plastica dalla frazione leggera mediante n°3 tavole densimetriche (funzionanti in
     parallelo);
     9) separazione delle particelle di plastica grossolane dalla frazione fine mediante vibrovaglio rettangolare;
     10) “ripasso” della frazione fine, per il recupero (ultimo) delle residue frazioni metalliche (dalla plastica fine)
     mediante tavola densimetrica (finale).
     Lo schema di funzionamento dell’impianto così come realizzato (e collaudato) a seguito della recente
     sostituzione di tutta l’impiantistica (a umido) prima presente a valle del mulino “Eldan” (modifica
     approvata con Determinazione della Provincia di Vicenza N. 976 del 04/09/2018, ultimata nel mese di
     dicembre 2018).
     Della linea di macinazione-selezione preesistente è stato mantenuto praticamente soltanto il mulino di
     macinazione Eldan 1500; il macinato scaricato dal mulino Eldan viene ripreso da un nastro sopra il quale è
     stato installato un nastro deferrizzatore a magnete permanente per la rimozione di eventuali frammenti
     ferrosi. Il macinato deferrizzato cade in una vasca dal fondo della quale pescano n°3 coclee di alimentazione
     (dosaggio) delle successive tre linee di trattamento; tramite PLC, i macinatori “di testa” delle tre linee
     dialogano con le coclee dosatrici regolando automaticamente la velocità di rotazione di queste ultime (e
     quindi la portata di materiale alimentato) sulla base del sovraccarico dei motori dei mulini.
     Le tre coclee dosatrici alimentano, in parallelo, altrettanti mulini di macinazione fine a lame, dotati di 3 lame
     rotanti e due lame (di contrasto) fisse, che riducono la pezzatura del materiale ad un valore compatibile con
     le aperture della griglia di scarico installata.
     Il materiale macinato da ciascun mulino (ad una pezzatura inferiore a 8 mm) viene trasportato
     pneumaticamente e scaricato, tramite un ciclone con valvola stellare, sopra un condotto a zig-zag nel quale,
     per effetto inerziale, si ottiene la separazione metallo/plastica; la frazione pesante (il metallo) cade e viene
     raccolta da un nastro, mentre la frazione leggera (plastica) viene “risucchiata” dal trasporto pneumatico e
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     convogliata alle turbine polverizzatrici che rappresentano il primo elemento funzionale del segmento di
     ripasso isolanti. Gli isolanti, ulteriormente sminuzzati/polverizzati e liberati dai granelli di metallo, vengono
     ripresi dal trasporto pneumatico e scaricati tramite i cicloni sulle tavole di separazione densimetrica
     impiegate per separare la parte pesante (il metallo) dalla parte leggera (plastica); grazie alla vibrazione e alla
     sospensione con aria, il metallo sale la tavola inclinata (e viene raccolto da un nastro), mentre la plastica
     scende sul lato opposto e viene raccolta da un nastro che la scarica su un vibrovaglio rettangolare, unico per
     le tre linee di trattamento, tramite il quale si ottiene la separazione granulometrica delle particelle grossolane
     di plastica da quelle fini che contengono una residua quantità di metallo (da recuperare); la separazione
     avviene attraverso una griglia calibrata vibrante; la frazione di sopravaglio (plastica grossolana) viene
     scaricata e accumulata in casse mentre la frazione fine (contenente metallo) viene ripresa e trasferita
     pneumaticamente al ciclone di alimentazione di un’ultima tavola di separazione densimetrica; con questo
     dispositivo si effettua una ulteriore separazione dei granelli di plastica fine, che scendono la tavola, dalle
     particelle (residue) di rame che la risalgono e vengono scaricate alla sua sommità; il rame viene raccolto in
     big-bag mentre la frazione di plastica fine viene trasferita, tramite coclea, in un container di raccolta.




     Si precisa che il presente parere sarà finalizzato al rinnovo dell’attività esistente, senza modifiche, e         non
     viene considerata la capacità di recupero nominale (massima) giornaliera pari a 48 t/giorno e               una
     potenzialità massima annua pari a 11˙000 t/anno, in quanto la stessa dovrebbe essere oggetto di              una
     procedura di verifica di assoggettabilità alla V.I.A. di tipo ordinario e non ai sensi dell’art.13 della          L.R.
     n.04/2016.

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     QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     Aria (Cortesi - Vicentin)
     Tutti i flussi d’aria di trasporto pneumatico, prelevati alla sommità dei cicloni dosatori, che veicolano fini
     particelle di plastica (polveri), tutti i flussi d’aria di aspirazione dei separatori densimetrici (pure caratteriz-
     zati dalla presenza di polveri fini di plastica) e il flusso d’aria di aspirazione del segmento iniziale di macina-
     zione (mulino Eldan 1500) vengono convogliati ad un filtro a maniche autopulente centralizzato. I flussi
     d’aria di aspirazione dei separatori densimetrici vengono prudenzialmente pretrattati con un ciclone, prima
     di essere immessi nel filtro a maniche, al fine di rimuovere le particelle più pesanti ed alleggerire così il cari -
     co del depolveratore. Le polveri che si raccolgono nella tramoggia di fondo dei depolveratori (ciclone e filtro
     a maniche) vengono estratte attraverso apposite rotocelle e rilanciate, con un propulsore pneumatico, ad ap -
     posito container di raccolta (l’aria di trasporto pneumatico viene ricircolata attraverso il filtro a maniche),
     mentre il flusso d’aria depolverato viene scaricato all’atmosfera attraverso il camino E1.
     Gli esiti dell’autocontrollo delle emissioni al camino E1 che evidenziano il rispetto del limite prescritto a ca -
     mino (10 mg/Nmc), con concentrazioni residue di polveri (a camino) inferiori a 1 mg/Nmc e un flusso di
     massa inferiore a 40 g/h.
     Acque (Cortesi - Vicentin)
     L’impianto non da luogo ad alcuno scarico di acque industriali, in quanto l’attuale processo di recupero
     (completamente a secco), persamente dal precedente (a umido), sostituito alla fine dello scorso anno, non
     richiede l’utilizzo della risorsa idrica.
     Gli unici scarichi dello stabilimento sono quelli dei servizi igienici (scarico assimilato a domestico) e delle
     acque meteoriche dei pluviali delle coperture e dei piazzali pavimentati. L’area dello stabilimento non è
     servita da pubblica fognatura e, nel raggio di un chilometro dal sito, non si rinvengono corsi d’acqua
     superficiali.

     I reflui dei servizi igienici di fabbrica sono convogliati in una vasca Imhoff e vengono infine smaltiti,
     mediante subirrigazione, negli strati sub-superficiali del
     suolo. Le acque meteoriche dei pluviali delle coperture dei
     fabbricati vengono smaltite nell’immediato sottosuolo
     mediante un sistema di due pozzi disperdenti (posizionati
     agli angoli nord-est e sud-est del fabbricato principale), tra
     loro collegati; le acque meteoriche scolanti dalle coperture
     sono da considerarsi concretamente incontaminate stante
     l’assenza di significative ricadute determinate dall’unica
     emissione (camino E1).L’area pertinenziale scoperta
     dell’impianto risulta essere in parte pavimentata con
     massetto di calcestruzzo armato per una estensione di circa
     3˙700 mq; l’area pavimentata in parola è sagomata con
     pendenze idonee a favorire lo sgrondo delle acque
     meteoriche insistenti verso caditoie grigliate (di
     captazione) afferenti ad un
     sistema di collettori di convogliamento (a gravità) ad un
     impianto di raccolta e trattamento della 1^ pioggia
     composto da:
     - una vasca di raccolta avente un volume di circa 20 mc;
     - un disoleatore con filtro a coalescenza avente un volume
     di circa 8 mc.


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     L’acqua meteorica viene convogliata alla vasca di raccolta, attraverso un pozzetto scolmatore (della 2^
     pioggia), con una tubazione la cui generatrice superiore trovasi alla quota della generatrice inferiore del
     collettore di sfioro della 2^ pioggia; in questo modo, lo sfioro (della 2^ pioggia) interviene soltanto dopo il
     completo riempimento della vasca di raccolta (della 1^ pioggia) e soltanto qualora, per l’intensità della
     precipitazione, la portata afferente risulti contestualmente superiore alla portata della pompa di estrazione
     (della 1^ pioggia).
     La vasca di raccolta è dimensionata per raccogliere un volume di 1^ pioggia corrispondente a una altezza di
     precipitazione pari a 5 mm insistente sulla superficie impermeabilizzata presidiata, mentre il disoleatore è
     dimensionato per trattare una portata continua pari a 5 lt/s, corrispondente ad un’intensità di precipitazione
     (insistente sull’area pavimentata scoperta presidiata) pari a circa 5 mm/h. Nella vasca di raccolta della 1^
     pioggia trovasi installata una elettropompa sommergibile, avente una portata di 5 lt/s, che rilancia l’acqua
     meteorica al disoleatore (con filtro a coalescenza), a valle del quale trovasi il pozzetto di ispezione e
     campionamento e infine il sistema di scarico negli strati sub-superficiali del suolo, costituito da un tubo
     drenante (forato) avente uno sviluppo lineare di circa 100 m. Al sistema di scarico suddetto afferisce anche
     un collettore di “troppo-pieno” del pozzo disperdente delle acque dei pluviali della copertura (angolo sud-
     est).
     Le acque meteoriche trattate presentano caratteristiche conformi ai limiti di accettabilità della tabella 2
     dell’Allegato C all’allegato D della D.G.R.V. N. 842 del 15/05/12, come confermato dagli esiti dei controlli
     analitici finora effettuati allo scarico ed allegati all’istanza.
     Suolo e sottosuolo (Valvassori)
     La porzione di area scoperta asservita all’attività della ditta (essenzialmente per la movimentazione) è
     impermeabilizzata con massetto di calcestruzzo armato e sagomata con pendenze idonee a garantire lo
     sgrondo delle acque meteoriche verso caditoie grigliate afferenti ad un sistema di collettori di
     convogliamento (a gravità) ad un impianto di raccolta e trattamento della 1^ pioggia che viene infine
     scaricata (unitamente alla 2^ pioggia) negli strati sub-superficiali del suolo, non essendo disponibili recapiti
     alternativi quali la pubblica fognatura e corsi d’acqua superficiali.
     La ditta ha adottato tutte le misure e le cautele necessarie per evitare immissioni incontrollate che possano
     interessare la componente ambientale in esame, prevedendo l’impermeabilizzazione delle aree operative e la
     raccolta e il trattamento della 1^ pioggia;
     - l’impianto di trattamento della 1^ pioggia sia in grado di garantire il rispetto dei limiti tabellari prescritti
     per lo scarico sul suolo, come è confermato dagli esiti dei controlli analitici finora effettuati (vedasi relazioni
     d’analisi in Allegato 4).
     La componente ambientale “suolo-sottosuolo-acque sotterranee” è evidentemente interessata dall’attività di
     VF, stante la presenza di uno scarico idrico di acque meteoriche, recapitato negli strati sub-superficiali del
     suolo e quindi si ha un impatto non nullo, sia pure lieve, nei confronti della componente ambientale in
     parola.
     Si ritiene opportuno, comunque prescrivere l’effettuazione di una verifica analitica delle acque provenienti
     dai pluviali delle coperture, in modo da caratterizzare compiutamente anche tale flusso.
     Rumore (Milanese)
     Tutta l’attività della ditta, comprese le operazioni di carico-scarico, viene svolta all’interno dei fabbricati,
     esclusivamente in periodo diurno e l’emissione di rumore è ascrivibile alle operazioni fisiche-meccaniche
     che prevedono l’utilizzo di macchine frantumatrici (trituratori, mulini e polverizzatori).
     Al fine di ridurre l’esposizione al rumore dei lavoratori, i mulini e i polverizzatori sono stati
     compartimentati all’interno di una struttura fonoisolante; in definitiva la rumorosità esterna è
     principalmente dovuta alla propagazione di quella interna allo stabilimento, determinata dalle emissioni
     acustiche residue delle apparecchiature (mulini) e dalla movimentazione (pure interna) dei materiali.
     L’unica sorgente acustica fissa esterna significativa risulta essere il gruppo aspirofiltrante (tributario
     dell’unico camino E1) addossato alla parete sud del fabbricato principale.
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     L’impianto si colloca a margine della lottizzazione industriale di Via Massimo D’Azeglio a circa 200 m (a
     nord) dell’autostrada A4 (Brescia-Padova), confina a nord/nord-ovest con altri stabilimenti e aree produttive
     e sui restanti lati con aree agricole (scoperte). Le unità abitative più vicine si trovano a est e a nord-ovest a
     distanza non inferiore a 150 m dal gruppo aspiro-filtrante esterno. L’impianto ricade in area inpiduata in
     Classe V^ (“aree prevalentemente industriali”) dal Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di Altavilla
     Vicentina e confina:
     - sui lati nord e ovest con aree (pure) di Classe V^,
     - sui lati sud ed est con aree di Classe III^ (“aree di tipo misto”), con interposta fascia di transizione acustica
     di 50 m.
     Il clima acustico dell’area comprendente l’impianto (e anche i recettori abitativi più prossimi) risulta essere
     significativamente influenzato dall’intenso traffico veicolare insistente sull’autostrada A4; in particolare, sia
     l’impianto di VF S.p.A. che i recettori abitativi più vicini risultano compresi nella fascia B di pertinenza
     autostradale. In occasione del collaudo effettuato a seguito della realizzazione del nuovo impianto di
     trattamento a secco, nel mese di aprile di quest’anno, si è provveduto ad effettuare un’indagine fonometrica
     ai fini della verifica dell’impatto acustico esterno.
     I risultati della verifica, di cui alla relazione tecnica argomento dell’Elaborato B, evidenziano come, al
     perimetro dell’area di pertinenza dell’impianto di VF S.p.A., i livelli di rumore risultino compatibili con il
     limite assoluto di immissione della Classe V^ previsto dal Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di
     Altavilla Vicentina. Inoltre i livelli differenziali di rumore in corrispondenza delle facciate dei recettori più
     esposti alle emissioni acustiche dell’attività in esame, valutati nella situazione più restrittiva ai sensi dell’art.
     4, co. 1 del D.P.C.M. 14/11/97 (considerando i massimi livelli di rumore delle sorgenti acustiche), risultano
     modesti e comunque ampiamente inferiori al limite diurno (5 dB) di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 14/11/97.
     Paesaggio (Montanari)
     L’impianto di Via Mazzini di VF S.p.A. si trova al margine meridionale della lottizzazione produttiva di Via
     D’Azeglio in posizione defilata rispetto al centro abitato e separata dalle pendici dei Colli Berici dal tracciato
     della Autostrada A4 (Brescia- Padova) che caratterizza la zona anche da un punto di vista paesaggistico. Nel-
     la zona a nord del tracciato autostradale, in cui si trova l’impianto in esame, che comprende anche la lottizza-
     zione produttiva di Via D’Azeglio, non si riscontrano elementi paesaggistici di particolare pregio. La veduta
     da sud (dall’autostrada) è connotata indubbiamente dall’interferenza visiva determinata in primo piano dai
     capannoni di VF S.p.A. ma, a prescindere dalla presenza dell’impianto in esame, più o meno la medesima in-
     terferenza visiva rimarrebbe determinata dagli altri fabbricati della lottizzazione produttiva di Via D’Aze-
     glio, ragion per cui si ritiene che l’impatto additivo da parte dell’impianto sulla presente componentepossa
     considerarsi di lieve entità.
     Viabilità
     L’impianto, ancorchè disti soltanto duecento metri circa in linea d’aria dalla sede di Via D’Azeglio, è
     raggiungibile unicamente da Via Mazzini che, tramite Via Cavour, è collegata alla SP34 del Melaro e quindi
     alla stazione autostradale di Montecchio Maggiore in direzione ovest e alla Z.I. di Vicenza e alla stazione
     autostradale VI-OVEST in direzione est.
     Il traffico veicolare determinato dall’attività di VF S.p.A. – pisione cavi è circoscritto alla fascia feriale
     diurna (dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.00 alle ore 19.00).
     L’impianto VF di Via Mazzini è attivo da oltre un decennio e pertanto il suo volume di traffico indotto
     risulta già ricompreso all’interno del flusso veicolare complessivo attualmente insistente sulla viabilità locale
     che comprende un’arteria stradale di per sé stessa congestionata (al mattino e alla sera) come la SP34. In
     merito a Via Cavour, si evidenzia come questa strada sia interessata dal passaggio dei mezzi (anche pesanti)
     afferenti all’Ecocentro comunale di Via Mazzini. Si ritiene in definitiva che il contributo del traffico indotto
     dall’attività dell’impianto di Via Mazzini, valutato al massimo pari a 8 passaggi di mezzi pesanti al giorno,
     risulti oggettivamente trascurabile in raffronto al complessivo traffico veicolare insistente sulla viabilità
     locale e che quindi il rispettivo impatto possa considerarsi di lieve entità.
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     Risorse naturali, Flora, Fauna
     Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, la “pisione cavi” si localizza a margine della lottizzazione
     produttiva di Via D’Azeglio, a sud della quale si estendono terreni agricoli con abitazioni sparse ricadenti
     nella fascia di rispetto autostradale in cui non sono evidentemente presenti biotipi pregiati o di particolare
     interesse naturalistico, in particolare, non sono presenti specie protette da leggi nazionali, regionali e/o da
     convenzioni internazionali. Più a sud, oltre l’autostrada, hanno inizio le pendici dei Colli Berici di
     particolare interesse naturalistico. Si ritiene tuttavia che l’attività dell’impianto in esame non possa
     comportare alcuna incidenza significativa nei confronti dell’ambito naturalistico suddetto sia in ragione
     della distanza, sia soprattutto per l’interposizione di una importante e molto trafficata arteria viabilistica
     qual’è l’autostrada Brescia-Padova, i cui fattori di impatto (emissioni aeriformi e acustiche) sono sicuramente
     di almeno un ordine di grandezza superiori a quelle dell’impianto di VF S.p.A..
     Il sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) più vicino all’impianto risulta appunto essere il SIC IT3220037
     “Colli Berici”, il cui perimetro dista circa 350 m dall’impianto. Il sito inpiduato non è interessato da
     scarichi e da altri contributi non irrilevanti riconducibili all’attività in esame, escludendosi pertanto che
     l’esercizio dell’impianto possa comportare effetti significativi di sorta sul sito stesso.
     argomento dell’Elaborato E..
     Salute dei Lavoratori e delle persone
     Date le caratteristiche dei rifiuti gestiti, le modalità di trattamento ed i presidi ambientali in essere si può
     ragionevolmente escludere qualsivoglia effetto negativo sulla salute pubblica legato alla presenza di
     sostanze tossiche. I rifiuti trattati nell’impianto di VF sono esclusivamente cavi di Rame o Alluminio con
     conduttore isolato; si tratta quindi evidentemente di rifiuti solidi chimicamente e biologicamente stabili che
     non contengono agenti patogeni e il cui trattamento (meccanico) non può dar luogo a formazione di gas o
     odori. I rifiuti conferiti, prima della loro accettazione, vengono sottoposti a controllo radiometrico mediante
     portale fisso, al fine di escludere la presenza di materiali radioattivi.
     Per quanto già argomentato, l’impianto non può dar luogo ad emissioni aeriformi significative tali da
     comportare impatti di sorta nei confronti dell’ambiente circostante. In merito al rumore, i livelli acustici
     misurati risultano compatibili con i limiti assoluti stabiliti dalla zonizzazione acustica comunale e il livello di
     rumore differenziale valutato presso i recettori più vicini risulta ampiamente inferiore al rispettivo limite
     diurno.
     L’impianto è stato valutato anche sotto il profilo della sicurezza, con particolare riferimento al rischio
     incendio. La specifica problematica è stata affrontata realizzando un impianto antincendio fisso con idranti
     in numero e in posizioni tali da presidiare integralmente l’area di impianto. La conformità antincendio
     dell’impianto è stata attestata dal Comando Provinciale dei VV.F. di Vicenza che ha accettato la S.C.I.A.
     (presentata dalla ditta in data 20/12/2018) ed ha attestato il rispetto delle prescrizioni previste dalla vigente
     normativa di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio (documenti in
     allegato 5).

     MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
     Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
     efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
     consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
     di mitigazione.
     In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
     della L.R. n.04/2016, la ditta ha proposto le seguenti specifiche iniziative/lavori alla luce del fatto che
     l’esercizio dell’attività in esame esercita un impatto, quantunque lieve, sulla matrice “suolo-sottosuolo”
     determinato dallo scarico delle acque meteoriche di dilavamento dei piazzali pavimentati che non hanno e
     non possono avere recapito perso dall’immediato sottosuolo, stante l’assenza dei recettori alternativi anche
     a lungo raggio.
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     La ditta ha correttamente adottato le misure di prevenzione in quanto il layout aziendale non prevede
     depositi e lavorazioni non protetti dall’azione
     delle acque meteoriche, e anche le misure di
     mitigazione in quanto la prima pioggia viene
     trattata con un processo fisico che si è finora
     dimostrato efficace, stanti i risultati sempre
     soddisfacenti degli autocontrolli da tempo
     effettuati; tuttavia il processo depurativo
     adottato è migliorabile al fine di poter
     garantire, non solo il rispetto dei limiti
     tabellari prescritti, bensì una maggiore
     affidabilità di protezione della matrice
     ambientale interessata, ossia un più elevato
     livello di sicurezza e, in definitiva, una
     riduzione dell’impatto residuo.Per quanto
     sopra, quale    ulteriore  intervento  di
     “mitigazione” si propone l’implementazione
     nell’impianto di trattamento in essere con una
     sezione di “raffinazione” delle acque di 1^
     pioggia già trattate al fine di garantire la
     migliore qualità dell’effluente depurato, a
     tutto vantaggio di una maggior tutela del
     recettore dello scarico. In sintesi, per la
     descrizione di dettaglio si rinvia all’Elaborato
     D, le acque scaricate, comunque già trattate
     con un processo fisico, vedranno l’implementazione del seguente sistema:
     – una filtrazione spinta (per rimuovere ogni eventuale residuo di solidi in sospensione);
     – un processo di adsorbimento a carbone attivo (per rimuovere eventuali sostanze organiche come i
     composti idrocarburici);
     – un processo di scambio ionico (per rimuovere eventuali metalli in soluzione).

                 VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                              CONCLUSIONI
     La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
     secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
     riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
     quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.



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     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
     dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
     Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                           Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE FAVOREVOLE
               al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
     L’azienda è comunque impegnata ad acquisire dalla Provincia di Vicenza il rinnovo dell’autorizzazione
     all’esercizio dell’attività di recupero, comprensiva dell’autorizzazione allo scarico.
     Entro 180 giorni dalla notifica del provvedimento di verifica di assoggettabiltà alla V.I.A. dovranno essere
     realizzate gli interventi mitigativi proposti, in tema di implementazione del trattamento delle acque
     meteoriche; di tali interventi dovrà essere data evidenza, con relazione tecnica descrittiva comprensiva di
     idoneo riscontro fotografico e referti analitici di controllo.
     In occasione del rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dovranno essere previsti:
     - una caratterizzazione delle acque di seconda pioggia da piazzale e delle meteoriche da tetto, allo scopo di
     confermare le ipotesi progettuali ed escludere una potenziale contaminazione delle stesse, in analogia con le
     modalità di cui alla lettera c) punto 26 dell'autorizzazione 28/suolo rifiuti/2010;
     - una verifica sull’impianto di illuminazione esterna che, se realizzato dopo l’entrata in vigore della L. R.
     17/2009, dovrà essere adeguato, con redazione del Progetto illuminotecnico secondo quanto disposto
     dall’art.7 della L. R. 17/2009;
     - il controllo periodico sull’impatto acustico dovrà verificare i livelli assoluti di immissione, emissione e
     differenziale anche negli eventuali ricettori posti in prossimità dell’area aziendale con funzioni non
     prettamente residenziali e qualora si riscontrassero livelli di emissione sonora al disopra dei limiti di legge si
     dovranno inpiduare modalità operative e interventi strutturali finalizzati alla limitazione delle suddette
     criticità acustiche;
     - l’azienda dovrà presentare una procedura di gestione atta a garantire nel tempo l’integrità delle
     pavimentazioni, fissando criteri valutativi che, partendo dall’analisi della situazione attuale, consentano di
     prevenire e/o intervenire nelle fasi di deterioramento delle superfici.
     L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
     addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
     sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro
     preliminarmente al rinnovo dell’autorizzazione.
     Vicenza, 03 ottobre 2019

       F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
     Dott.ssa Alessandra Di Nardo                                  Andrea Baldisseri




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