determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 689 DEL 13/05/2019

                          Servizio VIA VINCA

     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
     DITTA: VACCARI ANTONIO GIULIO SPA
     PROGETTO: RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI (FRESATO) IN
     REGIME SEMPLIFICATO: AUMENTO QUANTITATIVO ANNUO – RINNOVO
     COMUNICAZIONE.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE

                            IL DIRIGENTE
     Vista la documentazione presentata con nota in data 28 dicembre 2018 prot. n. 85285, da parte della
     ditta Vaccari Antonio Giulio S.p.A.. con sede legale in Via Maglio - Montecchio Precalcino e
     relativa al progetto di un “ Recupero di rifiuti speciali non pericolosi (fresato) in regime
     semplificato: aumento quantitativo annuo – rinnovo comunicazione.” presso il sito in Via Gualda -
     Montecchio Maggiore richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai
     sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
     infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
     complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
     della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
     del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
     Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
     Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
     interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
     Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
     pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
     informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 15-01-2019 , contestualmente alla
     comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
     valutazioni di competenza.
     Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
     abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
     valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
     possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
     presente articolo.
     Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, le osservazioni del




copia informatica per consultazione
     Comune di Montecchio Maggiore con nota prot. 8490 del 12/02/2019 , trasmesse al proponente per
     le considerazioni di pertinenza, con nota n.15188 del 15-03-2019, all’interno della comunicazione
     con la quale è stata inoltrata la richiesta di integrazione.
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 09-05-2019, ha disposto
     l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
     9/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
     dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
     pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
     dell'intervento.
     Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
     Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45.
     Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
     ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021.
     Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;


                         DETERMINA


      1. che il progetto della ditta Vaccari Antonio Giulio S.p.A.. con sede legale in Via Maglio -
        Montecchio Precalcino e relativa al progetto di un “ Recupero di rifiuti speciali non
        pericolosi (fresato) in regime semplificato: aumento quantitativo annuo – rinnovo
        comunicazione.” presso il sito in Via Gualda - Montecchio Maggiore è escluso dalla
        procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R.
        4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere 9/2019 allegato alla presente
        determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;

      2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
        provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
        Regione Veneto;

      3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;

      4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, ai comuni di Montecchio
        Maggiore, Montebello Vicentino, ad ARPAV, all’ULSS n.8, ad Acque del Chiampo spa;
      5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
        diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
        sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).




copia informatica per consultazione
        6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
         all'albo pretorio on line.

                            INFORMA


     Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
     Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
     presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
     data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
     Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
     autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.

     Vicenza, 13/05/2019



                                    Sottoscritta dal Dirigente
                                     (MACCHIA ANGELO)
                                      con firma digitale



     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 689 DEL 13/05/2019


     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
     DITTA:   VACCARI    ANTONIO     GIULIO      SPA
     PROGETTO: RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI (FRESATO) IN
     REGIME SEMPLIFICATO: AUMENTO QUANTITATIVO ANNUO – RINNOVO
     COMUNICAZIONE.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 13/05/2019.


     Vicenza, 13/05/2019




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                        AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
                         SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                            Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
                 Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                    Vaccari Antonio Giulio spa
                            PARERE N. 09/2019

     Oggetto: Recupero rifiuti speciali non pericolosi (fresato) – aumento quantitativo.
     PROPONENTE:            Vaccari Antonio Giulio spa
     SEDE LEGALE:           Via Maglio - Montecchio Precalcino
     SEDE INTERVENTO:         Via Gualda - Montecchio Maggiore
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi.
     PROCEDIMENTO:           Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
     MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                      infrastrutture, z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                      pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                      operazioni di cui    all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta
                      del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
     COMUNE INTERESSATO:        Montebello Vicentino
     DATA DOMANDA:           28 dicembre 2018
     DATA PUBBLICAZIONE:        15 gennaio 2019
     DATA INTEGRAZIONI:        24 aprile 2019

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
       -  1 Autorizzazioni;
       -  2 Elaborati Grafici;
       -  3 Gestione acque meteoriche;
       -  4 Indagine fonometrica;
       -  5 Studio Viabile;
       -  6 Mitigazioni – Alberatura;
       -  7 Allegato E.

                          PREMESSE ED UBICAZIONE
     La ditta ha sede legale nel Comune di Montecchio Precalcino, sede amministrativa nel Comune di Montec-
     chio Maggiore.
     Gestisce tre impianti di cava, situati rispettivamente nei Comuni di Montecchio Maggiore (VI) in Via Gualda,
     di Marano Vicentino (VI) in Via Canova e di Vestenanova (VR) in Contrada Ferrari.
     Nel sito di Montecchio Maggiore (VI) in Via Gualda, la ditta effettua le attività di produzione di inerti e, al di
     fuori dell’area di cava, di recupero di fresato stradale, classificato come rifiuto speciale non pericoloso, iden -
     tificato dal codice CER 17 03 02 “miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 17 03 01”, per un mas-
     simo di 35.000 ton/anno.
     Per condurre il recupero dei rifiuti speciali non pericolosi, la ditta è iscritta al Registro delle Imprese che ef -
     fettuano attività di recupero rifiuti in regime semplificato al numero 13/2006.
     L’iscrizione è stata più volte rinnovata, fino al più recente atto del 10 luglio 2015, con documento Numero
     Registro 110/Acqua Suolo Rifiuti/2015, che finalizza le operazioni di recupero alla produzione di conglome-
     rato bituminoso (asfalto stradale) e di materiali per sottofondi e rilevati e per l’edilizia.
     Per varie motivazioni legate sia a strategie di mercato, sia ad una razionalizzazione del ciclo produttivo la
     Proprietà ha intenzione di aumentare il quantitativo di rifiuti, classificati speciali non pericolosi, identificati
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     dal citato codice C.E.R. 17 03 02 “miscele bituminose”, avviati ad operazioni di recupero, sino ad un massi -
     mo di 75.000 tonnellate/anno, mantenendo la quantità stoccata in messa in riserva di 1.750 tonnellate.
     La quantità di asfalto nuovo prodotto dall’impianto, che rimarrà sostanzialmente inalterata (salvo le normali
     fluttuazioni del mercato) non è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti recuperati, perché gli asfal -
     ti, a seconda del grado qualitativo richiesto, possono avere nella loro composizione percentuali perse di
     materiali derivanti dai rifiuti.
     La ditta nasce nel Comune di Montecchio Precalcino (VI) a metà degli anni ’40, quando la raccolta di ghiaia
     nell’adiacente Torrente Astico piene un’attività richiesta.
     Nei primi anni 2000, dopo una indagine sulla disponibilità di siti idonei, l’azienda avvia un progetto di tra-
     sferimento dal Comune di Montecchio Precalcino (VI) al Comune di Montecchio Maggiore (VI).
     Dal 2006, una porzione dell’area (che si qualifica come cava estinta) è dedicata al recupero in regime sempli-
     ficato di rifiuti speciali non pericolosi che si completa nella produzione di conglomerato bituminoso.
     L’area dove la Ditta svolge la propria attività di recupero di rifiuti non pericolosi di Via Gualda risulta classi-
     ficata nel P.R.G. vigente: Z.T.O. – Zona agricola E2b di pianura.
     In deroga alla classificazione di zona agricola, il recupero di rifiuti può essere effettuato in virtù della L.R. n.
     3/2000.
     Ai fini dell’applicazione della normativa di settore, il Comune di Montecchio Maggiore e Vaccari AG SpA
     hanno sottoscritto, il 27.03.2006, ex art. 44 delle N.T.A. del P.R.G., una Convenzione, tuttora in essere.
     Il 24.03.2017 in riferimento a tutta l’area la Ditta ha presentato al SUAP di Montecchio Maggiore la pratica
     “Consolidamento attività di lavorazione basalti, produzione conglomerato e trattamento fresato, produzione
     ghiaia con attiguo piazzale di deposito inerte, in variante al P.R.G. ai sensi di art. 8 del DPR 160/10 e art. 4
     della L.R. 55/2012” da realizzarsi su un’area sita in Via Pagliarina a Montecchio Maggiore. Per detta pratica,
     a luglio 2018, si è tenuta la Conferenza dei Servizi decisoria.




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                               Ortofoto del sito

                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Montecchio Maggiore;
     • Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Montecchio Maggiore;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
     • Rete Natura 2000.
     Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
     territoriale che interessano l’area, ma si ritengono necessari i seguenti approfondimenti.
     PTRC
     Rispetto al PTRC vigente occorre che le sensibilità territoriali inpiduate nello S.P.A. siano messe in
     relazione con l’impianto o si indichi le parti del S.I.A. dove la tematica è stata affrontata, in particolar modo
     per la Tavola 1 difesa del suolo, in quanto l'area di indagine è inclusa nella fascia di ricarica degli acquiferi.
     Relativamente al PTRC in corso di approvazione, anche se viene preso in considerazione l’elaborato “Ambiti
     di Paesaggi, atlante ricognitivo” della variante al PTRC adottato (D.G.R. n. 427/2013), non è stato analizzato
     il rapporto dell’intervento con i relativi “obiettivi e indirizzi di qualità’ paesaggistica” riguardanti l’ambito n.
     14 prealpi vicentine.
     PAT
     Con riguardo alla Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale si evidenzia come l’area di indagine sia
     attraversata da un elettrodotto a 132 KV; nelle N.T.A. del P.A.T., è indicato che nelle ricadenti all’interno

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     delle fasce di rispetto è vietata ogni nuova edificazione non residenziale comportante la permanenza di
     persone per un periodo superiore alle quattro ore giornaliere, mentre sui fabbricati esistenti sono sempre
     ammessi gli interventi che non comportino incremento della permanenza delle persone per un periodo
     superiore alle quattro ore giornaliere. Considerato che le fasce di rispetto indicate graficamente nelle tavole
     di PRG rappresentano la situazione più cautelativa, in sede di rilascio dei titoli abilitativi edilizi, sarà cura
     del richiedente fornire i dati relativi alle misurazioni del campo elettromagnetico e la profondità della fascia
     sarà conseguente ai valori di campo rilevati, secondo i limiti previsti dalla vigente normativa in materia. … “
     Tali dati andranno verificati, vedi aree di lavoro inpiduate negli elaborati, all’interno del Quadro
     Ambientale.
     Sempre in relazione al PAT (elaborato 48 - Tavola 2 – Carta delle invarianti ) occorre verificare se l’attività
     prevista è all’interno del “Contesti figurativi ville Venete (fonte PTCP) (art. 48)”; nel caso fosse all’interno
     occorre mettere l’impianto in rapporto con le norme relative.
     Risultano da acquisire, inoltre, gli esiti della V.A.S. in corso presso la Regione Veneto.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. Si evidenzia come la compatibilità urbanistica
     attuale derivi dalla convenzione in atto tra il proponente ed il Comune di Montecchio Maggiore, con
     scadenza nel giugno 2022; per tale motivo, gli atti autorizzativi successivi in tema di gestione rifiuti
     dovranno essere limitati temporalmente, in coincidenza con la suddetta scadenza.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento. Le autorizzazioni conseguenti alla presenta procedura dovranno avere scadenza contestuale alla
     convenzione in atto tra il proponente ed il Comune di Montecchio Maggiore.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     Nel sito di Via Gualda, in un’area distinta da quella dove si effettua il recupero di rifiuti, è in essere
     un’attività di cava con proprie specifiche autorizzazioni (Atto iniziale: Delibera della Giunta della Regione
     Veneto n. 2935/2000 del 14/09/2000 ed ultimo atto: Decreto della Regione Veneto n. 99 del 30/03/2018).
     L’attività di recupero è autorizzata in regime semplificato dal maggio 2006, ai sensi del D.M. 5 febbraio 1998,
     così come poi modificato dal D.M. n. 186/2006; l’attività è ufficialmente iniziata nel giugno 2007.
     Attualmente, la ditta è autorizzata con il provvedimento unico del SUAP di Montecchio Maggiore (VI) n. 140
     del 06.08.2015 a cui è allegato, come parte sostanziale, il provvedimento provinciale N° Registro 110/Acqua
     Suolo Rifiuti/15 del 10 luglio 2015, che rinnova l’iscrizione della ditta Vaccari Antonio Giulio S.p.A. al
     Registro Provinciale delle Imprese che effettuano attività di recupero rifiuti, classificati speciali non
     pericolosi, in regime semplificato al numero 13/2006.
     In riferimento ai decreti citati, la tipologia di recupero rifiuti è la 7.6 di cui all’allegato al D.M. 5.02.1998; il
     rifiuto autorizzato è identificato con il codice CER 17 03 02 “miscele bituminose perse da quelle di cui alla
     voce 17 03 01”; l’attività di recupero prevede la produzione di conglomerato bituminoso (asfalto stradale) e
     di materiali per sottofondi e rilevati e per l’edilizia. Dal provvedimento di iscrizione, la ditta può gestire una
     massima quantità annua di 35.000 ton, mentre la massima quantità di messa in riserva autorizzata è di 1750
     ton. La ditta, inoltre, è autorizzata dalla provincia di Vicenza per le emissioni in atmosfera, con
     provvedimenti n.568/ARIA del 10 ottobre 2012 e n.201/ARIA del 2 ottobre 2013.
     Dotazione impiantistica
     Nell’intera area di Via Gualda, sono attivi i seguenti impianti:
     · Impianto lavaggio e selezione ghiaie;
     · Impianto per la produzione di materiale per l’edilizia “misto cementato”;
     · Impianto per recupero del fresato stradale (rifiuto “conglomerato bituminoso”);

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     · Impianti di produzione di aggregati per costruzioni;
     · Impianto di produzione di asfalto;
     · Spazi dedicati a stoccaggio materie prime e rifiuti;
     · Spazi dedicati a servizi e uffici.
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     Stato di fatto
     L’attività è incentrata nel recupero rifiuti non pericolosi, con produzione prevalente di conglomerato
     bituminoso (“asfalto stradale”), attraverso l’utilizzo dei seguenti impianti:
     · Impianto di frantumazione e vagliatura del fresato stradale (recupero rifiuti);
     · Impianto di produzione conglomerato bituminoso (recupero rifiuti);
     · Impianti di produzione aggregati per costruzioni, il primo a secco ed il secondo a umido (lavorazioni
     propedeutiche al recupero dei rifiuti nell’impianto di produzione conglomerato bituminoso).
     Nella tabella sottostante, sono riportate le quantità dei rifiuti ricevuti da terzi nel tempo.




     Le modalità di gestione del rifiuto non pericoloso sono state recentemente adattate alle nuove disposizioni
     del D.M. 28.03.2018, n. 69, “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di
     conglomerato bituminoso, ai sensi dell’art. 184-ter, comma 2, D.Lgs. n. 152/2006” (cosiddetto End of Waste),
     come da comunicazioni inviate ai competenti uffici della Provincia di Vicenza.
     Il rifiuto sottoposto a recupero è di un’unica tipologia, identificato dal CER 17 03 02 e anche nella
     configurazione futura (recupero dello stessa rifiuto per un quantitativo di 75.000 ton/anno), gli impianti
     operanti nel sito non saranno modificati; la modifica riguarderà le ricette di produzione dell’asfalto (maggior
     percentuale di materiali di recupero in sostituzione di materie prime vergini) ed i tempi di funzionamento
     degli impianti di pre-trattamento dei rifiuti.
     L’attività di trattamento, finalizzato al recupero dei rifiuti, consiste in fasi interconnesse di vagliatura e
     frantumazione, come di seguito descritto:
     · Messa in riserva sotto la tettoia dedicata;
     · Caricamento del fresato sulla tramoggia con pareti tali da facilitare il deflusso del materiale da riciclare
     verso il frantoio;
     · Frantumazione con mulino a martelli per raggiungere la granulometria voluta;
     · Vagliatura con vaglio sgrossatore.
     La parte preponderante del rifiuto trattato va all’impianto di produzione di conglomerato bituminoso,
     mentre la parte eccedente è sottoposta ad analisi per verificare il raggiungimento della condizione di
     materiale recuperato per interventi edili; in funzione delle esigenze produttive, eventuale stoccaggio del
     materiale recuperato in zona protetta da agenti atmosferici.
     Messa in riserva
     La messa in riserva del rifiuto avviene sotto una tettoia, appositamente edificata, in cui possono essere
     stoccate 1.750 tonnellate di rifiuto. La tettoia ha dimensioni idonee a contenere i rifiuti posti in messa in
     riserva ed è completamente pavimentata in calcestruzzo.




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     Ciclo di frantumazione e vagliatura
     Dalla messa in riserva, il rifiuto è sottoposto al ciclo di frantumazione e vagliatura, in idonei macchinari di
     adeguata potenzialità, progettati per operare su materiali inerti di varia natura. Questi sono un frantoio
     “Nordberg 1110” ed un vaglio vibrante a due reti sovrapposte “OCRM 4000x1500”, oltre ai nastri
     trasportatori necessari al trasferimento dei materiali
     Gestione materiale recuperato
     Alla fine del ciclo di trattamento, il materiale trattato, che è costituito da inerti e bitume fra loro coesi, ha due
     possibili destinazioni, già autorizzate con l’atto attualmente in vigore e sostanzialmente confermate dal
     nuovo citato D.M. 69/2018:
     - la parte preponderante del rifiuto è avviata alla produzione di nuovo conglomerato bituminoso, in miscela
     con materie prime vergini;
     - la restante parte, eccedente le necessità produttive di cui sopra ed accumulata in uno spazio dedicato, può
     essere impiegata per la produzione di aggregati destinati alla costruzione di strade.
                    Impianto di Produzione Conglomerato Bituminoso
     La produzione di conglomerato bituminoso si realizza attraverso le seguenti fasi:
     Preparazione
     - Predosaggi degli inerti vergini
     - Predosaggio dell’asfalto recuperato da scarifica stradale
     Essiccazione (cilindro essiccatore)
     - Essiccazione degli inerti vergini
     - Alimentazione del fresato recuperato da scarifica stradale, in apposita sezione protetta dalla fiamma
     diretta, al fine di evitare che il bitume perda qualità e prestazioni
     Mescolazione (torre di dosaggio)
     - Dosaggio
     - Dosaggio materiale proveniente da essiccatore
     - Dosaggio filler
     - Mescolazione materiale da essiccatore, filler e bitume
     Stoccaggi
     - conglomerato bituminoso
     - bitume
     - filler
                             Predosaggi degli inerti
     Gli inerti vergini, prima di essere utilizzati, sono sottoposti a fasi interconnesse di frantumazione e
     vagliatura, in particolare sono preparati attraverso l’impianto di Produzione aggregati per costruzione, più
     avanti descritto. Gli inerti vergini, utilizzati per la composizione della miscela, sono depositati in cumuli, dai
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     quali sono prelevati con pala caricatrice e immessi nelle tramogge del predosatore. Il predosatore provvede
     al dosaggio volumetrico delle singole pezzature di inerti, al fine di ottenere la curva granulometrica richiesta
     dalla formula di produzione. I materiali inerti così dosati sono convogliati, da nastri trasportatori, nel
     cilindro essiccatore.
                         Essiccazione degli inerti vergini
     La fase dell’essiccazione riguarda la miscela predosata di inerti vergini che derivano dalle tramogge.
     All’interno del cilindro essiccatore rotante, gli aggregati vergini si muovono controcorrente rispetto ai gas
     generati dal bruciatore, un’apposita palettatura provvede a sollevare e a far ricadere ripetutamente i
     materiali, facilitando lo scambio termico con i gas della combustione. Nella zona prossima al bruciatore,
     sono installate delle speciali palette che, durante la rotazione, trattengono gli inerti impedendo loro di
     cadere in forma di pioggia attraverso l’intera sezione del tamburo. All’interno di questo volume (camera di
     combustione), la fiamma può svilupparsi indisturbata, evitando la formazione di incombusti e le
     conseguenti emissioni inquinanti. Il bruciatore è di tipo chiuso ad alta pressione ed è alimentato con gas
     metano. Un dispositivo di sicurezza provvede automaticamente ad interrompere la mandata del
     combustibile in caso di mancata accensione del bruciatore o di spegnimento accidentale. Dopo aver ceduto
     calore agli aggregati ed essersi caricati di vapore d’acqua, in conseguenza del processo di essiccazione, i gas
     sono inviati ad un impianto di abbattimento delle polveri, costituito da un filtro a maniche.
                      Alimentazione del fresato trattato di recupero
     L’Anello di Riciclaggio è un anello coassiale al cilindro essiccatore, di particolare progettazione, che consente
     di introdurre nella zona più idonea del cilindro, senza infiltrazioni di aria fredda, i conglomerati di recupero
     precedentemente trattati con disgregatore e vaglio. Il materiale immesso nel cilindro non viene a diretto
     contatto con i gas caldi della fiamma, ma è riscaldato all’interno delle pale a “recupero di calore” e miscelato
     agli inerti vergini, già parzialmente riscaldati alla temperatura più idonea. In tal modo, il riscaldamento del
     materiale di recupero è graduale e si riducono i rischi di degenerazione del bitume presente nello stesso,
     mentre il rimescolamento con i vergini evita la formazione di agglomerazioni che causerebbero
     inconvenienti nelle successive fasi di processo.
                     Dosaggio materiale proveniente da essiccatore
     Gli aggregati essiccati (inerti) e riscaldati (materiale di recupero da rifiuti) sono scaricati dal cilindro
     essiccatore nel piede dell’elevatore a tazze, chiuso con cofanatura per evitare dispersione di polveri e
     progettato per trattare materiale caldo. I materiali passano quindi ad un vaglio riselezionatore che li
     sudpide in quattro frazioni, ciascuna delle quali viene immessa in una tramoggia di deposito, provvista di
     scarico di troppo pieno. Gli aggregati riselezionati sono scaricati in successione nella tramoggia di pesatura
     e da questa immessi nel mescolatore.
                               Dosaggio filler
     Le polveri prima trattenute e poi scaricate dal filtro di abbattimento a maniche sono convogliate, mediante
     coclee, al piede dell’elevatore del filler, per essere quindi dosate separatamente. Tale apparecchiatura
     comprende una tramoggia tampone dalla quale, mediante una coclea dosatrice, i fini recuperati sono
     immessi nella tramoggia di pesatura, la quale a sua volta scarica nel mescolatore. I fini recuperati in eccesso
     sono convogliati mediante una coclea nella parte bassa del silo per il filler. Un circuito separato consente lo
     stoccaggio ed il dosaggio anche del filler di apporto esterno. Se richiesto dalla ricetta di produzione, una
     coclea al piede del silo fini recuperati può estrarre i fini di recupero e convogliarli nuovamente al piede
     dell’elevatore del filler, creando pertanto un ciclo chiuso gestito in automatico da computer.
                           Dosaggio secondario fresato
     Una seconda linea di alimentazione, dotata di sistema di dosaggio indipendente, conduce alla torre di
     mescolazione fresato stradale a temperatura ambiente. Il fresato trattato raggiunge la temperatura opportuna
     nella fase di mescolazione con gli altri aggregati caldi.
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                    Mescolazione di materiale essiccato, filler e bitume
     Gli aggregati essiccati (inerti) e riscaldati (materiale di recupero dai rifiuti), fini recuperati e bitume sono
     miscelati nel mescolatore per ottenere un impasto omogeneo. Il mescolatore ha forma di trogolo ed è dotato
     di due alberi rotanti sui quali sono montati bracci e palette. Da qui, il conglomerato bituminoso esce dal
     mescolatore, viene stoccato nelle cisterne apposite e scaricato negli autocarri tramite portine telecomandate.
     Tutta la torre di dosaggio – mescolazione e, quindi, il vaglio, le tramogge dei materiali vagliati, le
     apparecchiature di dosaggio a peso di aggregati, filler e bitume e la parte superiore del mescolatore sono
     contenuti in un sistema quasi completamente chiuso, al fine di evitare la dispersione di polveri. Inoltre, il
     sistema è mantenuto in depressione con aspiratore e le arie sono inviate ad un impianto di abbattimento a
     maniche filtranti.
                     Stoccaggi impianto di produzione conglomerato
     1 Conglomerato bituminoso
     Il conglomerato bituminoso viene scaricato nelle cisterne del prodotto finito, costituite ognuna da due
     scomparti di capacità 35 m3 , per un totale di 70 m3 a cisterna. Le cisterne sono coibentate per poter
     mantenere il conglomerato “fluido” senza riscaldamento aggiuntivo. Il carico del materiale sugli autocarri
     viene effettuato attraverso portine telecomandate dalla cabina di comando.
     2 Bitume
     Il bitume è stoccato in cisterne dotate di coibentazione e di serpentine per il riscaldamento, a circolazione di
     olio diatermico. La temperatura del bitume è controllata mediante apposite valvole installate sulle tubazioni
     di mandata dell’olio diatermico alle serpentine delle cisterne. L’olio diatermico è riscaldato in una caldaia
     dotata di bruciatore automatico, funzionante a metano. Le cisterne del bitume sono tra loro collegate. Un
     sistema di valvole a due e tre vie consente, mediante l’impiego di una pompa, di travasare il bitume dalle
     autocisterne alle singole cisterne e da queste, a mezzo di una pompa di ingranaggi, il bitume va
     all’apparecchiatura di dosaggio, dalla quale viene immesso nel mescolatore attraverso l’apposita rampa di
     distribuzione. La cisterna termica verticale per il deposito, versione trasportabile, completa degli accessori
     per il corretto funzionamento e di bacino di contenimento, ha una capacità geometrica 70.000 litri, diametro
     massimo 3.000 mm, costruita con sezione circolare in lamiera di acciaio con rinforzi interni e pareti esterne
     coibentate con 70 mm, lana di roccia e rivestimento esterno in lamiera zincata, nonché dotata di un
     interruttore di sicurezza nello scarico di troppo pieno.
     3.Filler
     Il filler è un materiale pulverulento per la cui gestione sono stati predisposti due silos, posti
     l’uno sopra l’altro, da 29 m3 ciascuno. Per comodità, si distinguono i due silos in A, quello
                                     più basso, e B quello in alto.
                                     Il silos A non è utilizzato nel
                                     processo come stoccaggio di
                                     materiale in entrata od uscita
                                     dal ciclo produttivo, ma come
                                     polmone di accumulo delle
                                     polveri provenienti dal filtro di
                                     abbattimento a maniche
                                     dell’essiccatore. Il silos B, invece, è
                                               effettivamente utilizzato come
                                               punto di stoccaggio di materiale
                                               fine in ingresso, acquistato presso
                                               terzi; è impiegato solo in occasioni


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     di emergenza (quando la quantità di materiale fine trattenuto dall’abbattitore non è sufficiente per le
     esigenze produttive).
                   Impianto di Produzione aggregati per costruzione
     La produzione di aggregati per costruzione, a partire da materiali di cava, avviene tramite due impianti
     complementari, uno lavora a secco e l’altro ad umido. L’impianto a secco è propedeutico al secondo: il
     materiale inerte arriva con una pezzatura media di circa 150 mm. L’impianto di frantumazione a secco lo
     riduce ad una pezzatura massima di 60 mm e vaglia tutto il materiale: la frazione fra 30 e 60 mm è avviata
     all’impiego per massicciate ferroviarie, la frazione inferiore ai 30 mm è avviata, tramite tunnel estrattore
     all’impianto ad umido.
                          Produzione aggregati a secco
     Le rocce destinate alla frantumazione sono costituite da basalti provenienti da cava. Le rocce di cava sono
     caricate mediante una benna su una tramoggia che alimenta il frantoio. Le rocce così frantumate sono quindi
     passate al vaglio in modo da essere poi pise in base alla loro granulometria (0-30 / 30-60 mm). Il materiale
     ottenuto rientra nel ciclo produttivo attraverso l’impianto di produzione aggregati ad umido.
                          Produzione aggregati ad umido
     La produzione ad umido di aggregati si realizza attraverso le seguenti fasi:
     1. tramoggia di carico per materiale con pezzatura max di 30 mm,
     2. nastro trasportatore,
     3. frantoio per fini, marca Metso,
     4. nastro trasportatore,
     5. vaglio vibrante,
     6. formazione di quattro classi granulometriche (0/4, 4/8, 8/12, 12/16 mm) da inviare alla produzione di
     conglomerato bituminoso o ad altri utilizzi,
     7. se la pezzatura non raggiunge la granulometria voluta viene convogliata nuovamente alla tramoggia di
     carico iniziale.
     Il materiale di granulometria fino a 30 mm arriva all’impianto tramite tunnel estrattore e viene introdotto in
     una tramoggia da cui, tramite nastro trasportatore, è condotto ad un apposito frantoio per fini.
     Successivamente, sempre tramite nastro trasportatore, raggiunge un vaglio vibrante che produce quattro
     classi granulometriche, oltre alla sabbia che viene estratta con idrociclone. Le granulometrie sono solo
     indicative, variano al variare delle richieste commerciali. L’impianto è utilizzato per la frantumazione, la
     vagliatura e la separazione per via umida del basalto, la cui frazione più idonea viene poi inserita tra gli
     inerti necessari alla produzione di conglomerato bituminoso.
     Si richiede di fornire i dati aggiornati al 2018. Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento..

                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Le emissioni attualmente esistenti sono così denominate ed identificate:
     - EM2: tributaria della fase di essiccazione (a cui è collegata una caldaia da 13.000.000 kcal/h) e miscelazione
     (impianto conglomerato bituminoso);
     - EM3: tributaria di due silos per lo stoccaggio di inerti (impianto conglomerato bituminoso);


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     - EM4: tributaria di un silos per lo stoccaggio di cemento o polvere calcica proveniente da un impianto per la
     produzione di aggregati e conglomerati per l’edilizia (nella cui formulazione possono essere presenti
     materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuti, EoW);
     - EM 5: tributaria di un impianto di frantumazione a secco di inerti.
     I camini EM3 e EM4 sono derogati dal controllo analitico per la specifica tipologia (silos).
     L’autorizzazione vigente prevede i seguenti limiti e controlli:



                                                 Nell’impianto    sono
                                                 presenti emissioni diffuse
                                                 provenienti      dal
                                                 trattamento del fresato
                                                 stradale, finalizzato al
     recupero, contenute, in quanto il bitume, presente all’interno del materiale, esercita una funzione aggregante
     che limita la possibile liberazione delle polveri nelle fasi della lavorazione, e dalla produzione di aggregati
     per costruzione ad umido, dove è l’acqua stessa, che funge da sistema di trasporto e di separazione, ad
     impedire lo sviluppo di polverosità.
     Il sistema è completamente automatizzato ed impiega una batteria di pompe, idonee ad assicurare le portate
     necessarie. Il sistema opera a ciclo chiuso, senza alcun tipo di scarico, ma con la necessità di rabbocchi
     (prelevati da un pozzo di proprietà) per compensare la frazione di acque, circa 3 %, che rimane nel materiale
     umido. Per il contenimento delle emissioni diffuse in punti critici o nei cumuli, può anche essere usata una
     parte dell’acqua piovana raccolta in prossimità degli impianti.
     Nel corso del 2018 sono stati realizza alcuni progetti per migliorare il contenimento della polverosità:
     - tutti i sistemi di bagnatura/umidificazione sono attivati in modo automatico e contestuale al funzionamento
     degli impianti produttivi, cui sono collegati. Alcuni impianti produttivi funzionanti ad umido, che alla
     prima attivazione settimanale potrebbero trattare materiali non ancora adeguatamente umidi, sono dotati di
     sistema di bagnatura che funziona a tempo (circa 30 minuti) fino al raggiungimento delle corrette condizioni
     di regime. Un pluviometro riduce o disattiva i sistemi di bagnatura in caso di piogge significative. I sistemi
     di bagnatura/umidificazione sopra descritti sono comandati da un programma informatico, a cui sono
     abilitati ad accedere solamente i titolari ed i capi-reparto.
     - le vie di transito asfaltate, interne al sito, sono sottoposte a periodica spazzatura effettuata da ditta terza
     appositamente incaricata. Inoltre, sono presenti sia i rallentatori di velocità per chi accede al sito sia
     l’impianto di bagnatura delle ruote per i mezzi pesanti che escono dal sito. Le piste non asfaltate interne
     sono bagnate con getti irrigatori a battente (simili a quelli impiegati nei campi agricoli), ove è stata possibile
     l’installazione; questi sono attivati automaticamente assieme ai sistemi di bagnatura sopra descritti e
     comandati dallo stesso programma informatico. Inoltre viene utilizzata una botte irroratrice trainata da
     trattore, il cui impiego è sotto la responsabilità di uno specifico “addetto controllo polveri”.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     L’attività di recupero rifiuti non utilizza acqua nel processo di trattamento.
     L’attività connessa di preparazione degli aggregati, per via umida, impiega acqua per le fasi di trasporto e di
     separazione delle varie frazioni granulometriche. L’acqua è impiegata a ciclo chiuso, senza alcun tipo di
     scarico, in abbinamento con l’impianto di lavaggio ghiaie della vicina cava.


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     L’acqua per gli aggregati ad umido deriva dall’impianto di lavaggio ghiaie ed a questo ritorna. Nel ritorno,
     nell’acqua rimane una quota di materiali fini di basalto, che hanno un’ottima efficacia nel favorire la
     sedimentazione dei materiali inerti, eliminando la necessità di impiegare flocculanti di natura organica.
     L’intero ciclo di impiego delle acque (lavaggio ghiaie e lavorazione aggregati) richiede solamente periodici
     rabbocchi per compensare la quota di acqua che rimane nel materiale umido.
     Il sistema congiunto di gestione delle acque è stato comunicato ed approvato dalla Regione Veneto con
     decreto dirigenziale n. 35 del 1.03.2011.
     Le acque meteoriche, invece devono essere gestite, in particolare la acque incidenti sulle aree destinate
     all’attività di recupero rifiuti. Per un maggior dettaglio, si rinvia all’Allegato 3, dove è riportato il progetto
     presentato ed approvato ed il parere di Acque del Chiampo S.p.A, relativamente alle acque meteoriche
     scaricate in fognatura.
     Le acque meteoriche sono gestite in modo persificato a seconda delle aree di lavorazione:
     a. nella zona di trattamento ed accumulo dei rifiuti, tutte le acque sono raccolte, avviate ad un sistema di
     depurazione e scaricate in fognatura;
     b. nella zona dell’impianto di produzione del conglomerato bituminoso, le acque sono pise fra prima e
     seconda pioggia;
     c. nelle aree dove insistono gli impianti di produzione scavi in roccia a umido e a secco, le acque di pioggia
     sono raccolte e riutilizzate per abbattere le emissioni diffuse.
     Tutte le acque di pioggia incidenti nell’area rifiuti confluiscono in tre vasche di sedimentazione,
     successivamente in una cisterna bonificata (che in origine conteneva idrocarburi), infine sono lanciate nel
     bacino di laminazione, posto al piede esterno dell’argine perimetrale verso Nord-Est (visibile anche dalle
     orto foto). Le acque di prima pioggia (5 mm), incidenti nell’area di produzione del conglomerato
     bituminoso, sono raccolte in una vasca di accumulo di 18 m3 e lanciate al bacino di laminazione.
     Le acque raccolte in questo bacino di laminazione consistono, quindi, in tutte le acque di pioggia provenienti
     dall’area di trattamento rifiuti, già preventivamente sottoposte ad un processo di sedimentazione, e nelle
     acque di prima pioggia insistenti nell’area di produzione del conglomerato bituminoso.
     Nel bacino di laminazione, sono sottoposte ad un ulteriore trattamento di disoleazione, passano attraverso
     un misuratore di portata elettromagnetico e poi sono scaricate in fognatura, secondo le indicazioni di portata
     e tempi indicate dal gestore della fognatura (Acque del Chiampo).
     Le acque di seconda pioggia, incidenti nell’area di produzione del conglomerato bituminoso, sono
     direttamente pompate a due bacini di sedimentazione che lavorano in serie, successivamente convogliate ad
     un disoleatore ed, infine, scaricate sul suolo attraverso delle trincee disperdenti.
     La scelta di effettuare lo scarico sul suolo delle acque meteoriche trattate di seconda pioggia deriva dalla
     constatazione che nelle vicinanze del sito non sono presenti corpi idrici potenzialmente ricettori dello
     scarico. Parte di queste acque potranno essere recuperate per la bagnatura delle piste di passaggio oppure
     dei cumuli di materiali inerti. Le altre aree, ricomprese nel sito, non contengono materiali potenzialmente
     contaminanti per le acque meteoriche, quindi, non sono pavimentate e le acque incidenti sono a dispersione
     diretta.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     L’area in esame è formata da un potente materasso di materiali alluvionali, depositati da conoidi torrentizie
     sovrapposte e fra loro interagenti, dovute alle ripetute esondazioni dei corsi d’acqua Chiampo ed Agno-Guà,
     nel corso del Quaternario Antico e Recente. Si tratta di un materasso alluvionale prevalentemente ghiaioso-
     sabbioso, con spessori accertati superiori ai 100 m, come si evince dalle sezioni di letteratura.

                                                             Pag. 11 di 17


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     Tale materasso poggia su un substrato roccioso di natura prevalentemente eruttiva composto da tufi e lave,
     passante a litotipi calcarei, mano a mano che ci si sposta verso est-sud est, cioè verso i Colli Berici.
     La morfologia della superficie di tale basamento roccioso si presenta irregolare, come i rilievi dei fianchi
     vallivi, ai quali si collega al di sotto dei recenti depositi fluviali. All’interno di tali depositi alluvionali, sono
     state inpiduate lenti, per lo più discontinue e di spessore variabile, di materiali a granulometria fine,
     limoso-argillosa. I tipi litologici più ampiamente rappresentati nelle alluvioni sono i calcari e le dolomie, ma
     anche i tufi e i basalti e, in subordine, porfiriti e filladi, ovvero tutte le formazioni calcaree e vulcaniche
     presenti nei bacini del Chiampo e dell’Agno-Guà.
     Acque sotterranee
     La falda freatica presente nella bassa valle dell’Agno-Guà è stata oggetto di numerosi studi, sia da parte delle
     Istituzioni Universitarie, che da parte di Enti Pubblici e privati. La struttura stratigrafica ammette, per l’area
     in esame, un’unica falda freatica, localmente interrotta da letti impermeabili discontinui, la cui superficie si
     pone a profondità inferiore, mediamente, ai 10-12 m dal p.c.. Tale falda assume spesso un’articolazione
     idrodinamica complessa, in parte da collegare ai rapporti di interscambio con i corsi d’acqua superficiali ed,
     in parte, alla presenza di antichi alvei sepolti, con influenza massima sul deflusso idrico sotterraneo, proprio
     nell’area di incontro delle due valli del Chiampo e dell’Agno-Guà. L’alimentazione dell’acquifero è
     assicurata dalle forti dispersioni che si verificano dagli alvei fluviali, dalle precipitazioni dirette,
     dall’irrigazione, dal ruscellamento di versante e dai corsi d’acqua minori afferenti la valle principale.
     Una campagna di misura della falda, condotta il 07/01/98 su alcuni pozzi prossimi all’area di intervento, ha
     inpiduato profondità della superficie freatica dell’ordine di 14- 15 m dal p.c. e da informazioni assunte sul
     posto, si è appurato che, in passato e in fase di massima piena, tal pozzi sono interessati da un battente
     d’acqua di 1,5 2,0 m. La direzione principale del deflusso idrico sotterraneo è allineata secondo l’asse vallivo
     della zona, vale a dire da NW verso SE, come appare dall’andamento delle isopiezometriche.
     Il gradiente idraulico risulta, mediamente, pari al 3 ‰ .
     Si ritiene che, anche in relazione alla natura del procedimento in oggetto inerente l’aumento del volume di
     rifiuto trattato, dal quadro progettuale non emergono criticità e relativi impatti di carattere rilevante.
     Si sottolinea comunque che i dati idrogeologici forniti, in merito soprattutto alla soggiacienza della falda
     freatica dal piano campagna, non risultano adeguati e si ritiene opportuno il loro aggiornamento, sia tramite
     misure sperimentali che attraverso l’analisi di dati bibliografici più recenti. Si allega a seguire estratto della
     Carta Idrogeologica del PAT del Comune di Montecchio Maggiore, dalla quale si evidenzia come nell’area
     di interesse il livello della falda sia compreso tra 45 e 50 m slm.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento..

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     La zonizzazione acustica del Comune di Montecchio Maggiore (VI) è stata approvata con Delibera n. 130 del
     Consiglio Comunale del 20.12.2007.
     Le misure sono state effettuate in quattro posizioni, come indicato nell’immagine seguente: la posizione 1
     inpidua Villa Gualda, la posizione 2 la Residenza Pagliarina, la posizione 3 il parcheggio della zona
     industriale e la 4 un edificio rurale residenziale.




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     Nei giorni 04 e 10 ottobre 2017 e 13 giugno 2018, sono
     stati effettuati dei rilievi fonometrici ai ricettori sopra
     indicati, con tutti gli impianti in funzione e, quindi, nelle
     condizioni più cautelative di maggior emissione
     acustica.Analizzando i valori ottenuti, emerge la
     situazione di seguito descritta.
     - Impianti Vaccari in funzione (verifica limite
     immissione)
     o Ai ricettori 2 e 4, risulta rispettato il valore limite
     assoluto di immissione di 60 dB(A);
     o Al ricettore 1, la misura è stata effettuata a bordo
     strada, risulta quindi molto influenzata dal traffico
     veicolare e, nel punto di misura, non risulta rispettato il
     valore limite assoluto di immissione di 60 dB(A).
     o Al ricettore 3, risulta rispettato il valore limite assoluto
     di immissione di 70 dB(A), si fa notare comunque la
     presenza di sporadici eventi con livelli elevati dovuti alle
     attività delle fabbriche circostanti.
     - Impianti Vaccari in funzione (verifica limite emissione)
     o Ai ricettori 2 e 4, risulta rispettato il valore limite
     assoluto di emissione di 55 dB(A);
     o Al ricettore 1, la misura è stata effettuata a bordo
     strada, risulta molto influenzata dal traffico veicolare e,
     nel punto di misura, non risulta rilevabile l’emissione di
     rumore dalla Ditta.
     o Al ricettore 3, risulta rispettato il valore limite assoluto di emissione di 65 dB(A).
     - Impianti Vaccari in funzione (calcolo differenziale)
     o Ai ricettori risulta rispettato il criterio differenziale in orario diurno pari a 5dB(A).
     Inoltre, al fine di caratterizzare la rumorosità dovuta al traffico veicolare sulle strade, utilizzate dai mezzi
     diretti e provenienti dall’impianto, il giorno 03/08/2017, sono stati effettuati dei rilievi fonometrici con
     contemporaneo rilievo manuale del traffico in transito (e con verifica dei mezzi diretti o provenienti dal sito
     Vaccari AG SpA). I rilievi sono stati effettuati in via Gualda ed in via Natta, cioè in Zona Industriale del
     Comune di Montecchio Maggiore. Utilizzando il metodo di calcolo del rumore generato da traffico veicolare
     NMPB Route 96, è stato possibile determinare la potenza acustica della strada relativamente al solo
     passaggio degli automezzi diretti alla Ditta Vaccari AG SpA e determinare quindi il contributo all’interno
     della rumorosità stradale complessiva.
     Confrontando i risultati con i valori limite per una infrastruttura stradale di tipo D, pari a 65 dB(A), risulta
     evidente che il passaggio dei mezzi verso e dalla Ditta Vaccari AG SpA non apporta variazioni sostanziali
     alla rumorosità stradale. Il limite di 65 dB(A) risulta rispettato in Via Gualda, mentre è già superato in Via
     Natta, anche senza il traffico indotto dalla Ditta Vaccari AG SpA. Risulta sempre rispettato il limite di
     immissione della classe V (70dB(A)), area in cui si trovano le strade interessate dal traffico indotto della Ditta
     Vaccari AG SpA.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

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     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Il presente aspetto ambientale non risulta trattato.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Il comune di Montecchio Maggiore giace allo sbocco della Valle del Chiampo, con parte del territorio che
     sale sulle estreme propaggini dei Lessini e parte del territorio che si stende in pianura, fino a lambire i Colli
     Berici. L’attività opera nel settore di pianura, al margine del nucleo urbano principale del comune, al confine
     con la Zona Industriale e l’area in cui insiste l’impianto risulta priva di vincoli di natura paesaggistica, ma si
     trova a margine del contesto figurativo di Villa Gualda.
     Il contesto paesaggistico in cui il progetto proposto andrà a svilupparsi è quello di un'area di cava dismessa
     (nell’intero sito è in corso un procedimento SUAP di conversione urbanistica ex art. 4 della L.R. n. 55/2012).
     L'impatto paesaggistico può essere considerato trascurabile per i seguenti motivi:
     → l'impianto oggetto di modifica è già esistente, autorizzato ed operativo;
     → il progetto si svilupperà a qualche metro sotto il piano campagna, in area di cava dismessa, circondata da
     un terrapieno di 4 metri: questo singolare contesto operativo rende poco visibile l'impianto in oggetto dalla
     prospettiva di pregio di Villa Gualda;
     → non sono previste modifiche impiantistiche funzionali all'aumento della capacità produttiva: non sarà
     incrementato l'uso del suolo, non saranno aggiunti impianti fuori terra né rialzati quelli esistenti,
     mantenendo lo status quo visivo del contesto produttivo.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     L’area in cui sorge il complesso produttivo è immediatamente a ridosso dell’area industriale del Comune di
     Montecchio Maggiore, posta a Sud del centro abitato e delimitata da via Gualda e via dei Gelsi.
     L’accesso alla ditta avviene utilizzando lo svincolo sulla SR246, percorrendo poi la Via del Lavoro e voltando
     a sinistra all’intersezione tra Via Giulio Natta e la stessa via Gualda.
     In Allegato 5, è riportato lo Studio sul Traffico effettuato per l’attività di recupero rifiuti, in relazione
     all’aumento del quantitativo del rifiuto recuperato. Per lo Studio sono stati impiegati i dati di misurazione
     del traffico veicolari, conseguiti sul campo nel corso di una indagine di Novembre 2016.
     Gli esiti delle valutazioni portano a concludere che, in dipendenza dell’aumento del quantitativo di rifiuti
     recuperato (75.000 ton/anno, rispetto alle attuali 35.000 ton/anno), aumenterà proporzionalmente anche il
     numero di mezzi pesanti, arrivando a 13 mezzi pesanti al giorno (rispetto al valore attuale di 6 mezzi/d),
     corrispondenti a 26 movimenti. Rimane comunque modesta l’incidenza percentuale dei mezzi connessi al
     recupero rifiuti della Ditta, in rapporto al numero totale di mezzi, leggeri e pesanti, che transitano per le
     strade oggetto di indagine. In ogni caso, all’aumentare del quantitativo di rifiuti recuperato e, quindi, del
     traffico di mezzi a questo direttamente collegato, corrisponde una diminuzione del traffico di mezzi per il
     trasporto nel sito delle materie prime impiegate nella produzione di asfalto vergine.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


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     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     Nel territorio comunale, esistono 3 significativi biotopi: i laghetti di Giulietta e Romeo, inseriti nel contesto
     di pianura, il Monte Nero e le Spurghe, in contesto collinare.
     La vegetazione dell'ambito risente delle escursioni altimetriche, dell'esposizione solare e dell'azione
     antropica, prominente sull'intero territorio; di conseguenza, anche la fauna si distribuisce in parallelo con la
     ricchezza di vegetazione naturale, con le specie ubiquitarie presenti anche in pianura e quelle più elusive
     relegate ai contesti collinari.
     Le distanze tra tali ambienti e l'area di progetto risultano pertanto cautelative per gli stessi, essendo
     superiori a 1500 m.
     Il contesto territoriale in cui l'attività si inserisce è fortemente antropizzato e l'impiantoè inserito all'interno
     di un'area di cava dismessa, circa 10 metri sotto il piano campagna, al margine della zona industriale di
     Montecchio Maggiore con cui confina a Nord-Est; a Sud Ovest confina con un complesso residenziale
     vincolato, frutto del restauro di un complesso agricolo, mentre per il resto del perimetro è circondato da
     coltivazioni, che si estendono fino al fiume Guà.
     La fauna e la flora rilevate in questo contesto sono quelle tipiche delle aree antropiche, con specie a facile
     adattabilità e comuni nei contesti agricoli della pianura veneta. L’urbanizzazione estensiva di alcuni settori
     della pianura, come pure l’estrema semplificazione degli ambienti coltivati, hanno ridotto le potenzialità
     floro-faunistiche areali; per esempio, specie come il Fagiano e la Starna sono attualmente estinti come
     popolazione selvatica e presenti unicamente in forza alle massicce immissioni effettuate a scopo venatorio;
     anche la popolazione di Lepre ha fortemente risentito dell’evoluzione subita dalle campagne.
     In base alla tipologia di progetto e alle caratteristiche territoriali analizzate, si reputa che l'impatto dello
     stesso sulle componenti naturali, flora e fauna sia da considerarsi trascurabile per i seguenti motivi:
     → il progetto si sviluppa in un'area di cava dismessa, in cui non sono presenti elementi di pregio ambientale;
     → l'impianto di recupero di fresato stradale è già esistente, autorizzato ed operativo;
     → non si prevedono interazioni misurabili tra progetto proposto e le aree agricole contermini al complesso
     della Cava Pagliarina, in virtù del posizionamento dello stesso 10 metri sotto il piano campagna e circondato
     da un terrapieno ci circa 4 metri;
     → gli elementi di pregio ambientale descritti nel P.A.T. e quelli inpiduati nella pianificazione superiore
     sono localizzati a distanze elevate (superiori ai 1500 m) rispetto all'area di progetto, per cui le ricadute degli
     impatti previsti non andranno ad intersecare tali peculiarità.
     La proposta di mitigazione con impianto di una formazione arboreo-arbustiva verso la ZI è molto positiva.
     Così come la scelta botanica e le indicazioni di progetto, ma manca un adeguato computo metrico sia per la
     messa a dimora che per la futura manutenzione.
     Nelle integrazioni fornite manca il computo metrico estimativo della realizzazione della manutenzione, che
     sarà oggetto di specifica prescrizione.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento..

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     L’attività attuale e la realizzazione del progetto non comporta lo stoccaggio, la manipolazione o il trasporto
     di sostanze pericolose (come da classificazione del CLP – Regolamento CE n. 1272/2008 e ss.mm.ii.).
     Le sostanze degne di attenzione sono il bitume (una miscela di idrocarburi altobollenti, privi di catrame, non
     classificati come pericolosi) ed il gas metano (che arriva nel sito attraverso idonee tubazioni specificatamente
     realizzate) impiegato in impianti costruiti nel rispetto delle cautelative norme sulla sicurezza).
     La Ditta non è soggetta al CPI.


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     L’attività attuale e la realizzazione del progetto non generano, durante il funzionamento, campi elettrici o
     altre radiazioni che possono influire sulla salute umana. L’attività attuale e la realizzazione del progetto non
     comportano l’impiego di pesticidi o diserbanti.
     L’attività attuale e la realizzazione del progetto non sono soggette ad un guasto operativo tale da rendere
     insufficienti le normali misure di protezione ambientale.
     L’attività attuale e la realizzazione del progetto non comportano il rischio di rilasci di sostanze nocive o di
     organismi geneticamente modificati nell’ambiente.
     La ditta è dotata di un Documento di Valutazione dei Rischi, in conformità a quanto indicato dal D.Lgs. n.
     81/2008 e ss.mm.ii.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.



                   VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                               CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti, necessitando
     tuttavia di una ridefinizione alla scadenza dell’attuale convenzione tra il proponente ed il Comune di
     Montecchio Maggiore.
     Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
     tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
     finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
     monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
     concernenti l’inquinamento acustico.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                        Tutto ciò premesso il Comitato esprime
                            PARERE FAVOREVOLE
               al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
     1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
     in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti.
     2) L’autorizzazione di cui sopra dovrà prevedere una scadenza coincidente con i termini della convenzione in atto tra
     l’impresa ed il Comune di Montecchio Maggiore, cioè al 12.06.2022.
     3) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, l’azienda dovrà:
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     - effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenzial e e del limite di
     emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con
     modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia
     con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
     - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
     progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
     risultati delle analisi;
     - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
     Impatto Acustico.
     4) Entro 30 giorni dalla notifica del presente parere, si dovrà presentare il computo metrico estimativo relativo alla
     manutenzione delle misure mitigative “a verde”.
     5) Entro 90 giorni dalla notifica del presente parere, si dovrà presentare uno studio di fattibilità nella direzione dello
     “scarico zero” sul suolo, in funzione di un riutilizzo interno (reintegro acque di processo e nebulizzazioni anti polvere)
     delle acque di seconda pioggia della citata zona.
     6) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al
     ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati
     (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di
     collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio..


     Vicenza, 09 maggio 2019


       F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri




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