determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1200 DEL 17/10/2018
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA:PERUFFO MAURIZIO GIROLAMO
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI IN
PROCEDURA ORDINARIA
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI BROGLIANO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. n. 44299 del 4 luglio 2018, prot. del 4 luglio
2018 (che annulla e sostituisce la precedente richiesta di verifica di assoggettabilità alla V.I.A.
presentata alla scrivente Amministrazione, agli atti con prot.n. 45688 del 23 giugno 2017) da parte
della ditta Peruffo Maurizio Girolamo con sede legale e operativa in in comune di Brogliano, via
dell’Artigianato n. 25/2 ( ), relativa al progetto di un “ Impianto di recupero rifiuti inerti non
pericolosi in procedura ordinaria.” richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di
verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 16-07-2018 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
copia informatica per consultazione
Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 17-10-2018, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
20/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni/ al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.11 del 29/03/2018 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2018-2020.
Visto che con Decreto del Presidente n. 41 del 27/04/2018 è stato approvato il Piano Esecutivo di
Gestione 2018/2020 ed il Piano Performance anni 2018/2019.
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Peruffo Maurizio Girolamo con sede legale e operativa in in
comune di Brogliano, via dell’Artigianato n. 25/2 ( ), relativa al progetto di un “ Impianto
di recupero rifiuti inerti non pericolosi in procedura ordinaria.” è escluso dalla procedura
di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
con le prescrizioni riportate nel parere 20/2018 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Brogliano, ad
ARPAV, all’ULSS n.8, al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta;
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
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INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 17/10/2018
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI IN
PROCEDURA ORDINARIA
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI BROGLIANO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 18/10/2018.
Vicenza, 18/10/2018
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
PERUFFO MAURIZIO GIROLAMO
PARERE N. 20/2018
Oggetto: Impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi in regime ordinario.
PROPONENTE: Peruffo Maurizio Girolamo
SEDE LEGALE: Via dell’Artigianato n.25/2 - Brogliano
SEDE INTERVENTO: Via dell’Artigianato n.25/2 - Brogliano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture: z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152.
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 03 luglio 2018
DATA PUBBLICAZIONE: 16 luglio 2018
DATA INTEGRAZIONI: 20 settembre 2018
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- - Verifica di assoggettabilita alla V.I.A. - Screening;
- - Progetto: Iscrizione al registro delle attivita in regime semplificato;
- - Planimetria attivita recupero e scarichi
- - Dichiarazione di non necessita della procedura di valutazione di incidenza ai sensi della d.g.r. 3173
del 10 ottobre 2006.
PREMESSE ED UBICAZIONE
Il progetto è collocato nel Comune di Brogliano, in Via dell’Artigianato n 25/int.2, e insiste, come da certifi -
cato di destinazione urbanistica, sul mappale n. 77 , Foglio n. 1, la cui destinazione d’uso è la seguente:
- Foglio 1 mappale 77: Zona D1: Artigianale Industriale di Completamento soggetta a vincolo paesaggistico
ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e parzialmente interessata da fascia di rispetto idraulica e SNAM.
Il progetto in essere è relativo ad nuova autorizzazioni in regime ordinario, in sostituzione di quanto già rila -
sciato in tema di emissioni in atmosfera ai sensi dell’art. 281 ed all’iscrizione in essere al registro provinciale
del recupero al n°189 n° di Registro 175/Servizio Suolo Rifiuti/13 del 06/11/2013
La ditta inpiduale Peruffo Maurizio Girolamo svolge attività di recupero di rifiuti in regime semplificato e
di deposito di materie prime.
La ditta, confinante con il torrente Agno, deve lasciare una fascia di rispetto fluviale sulla quale è permesso
il passaggio dei mezzi ma non è consentito alcun tipo di stoccaggio di materiali.
Il sito in cui viene svolta l’attività di recupero è costituito da un piazzale con superficie di circa 1.630 mq, per
la maggior parte pavimentato con materiale stabilizzato, ad esclusione della zona interessata dal conferimen -
to materiali e dall’area adibita al parcheggio delle auto.
L’area dove attualmente viene effettuata l’attività di recupero di rifiuti è scoperta, per una superficie di circa
4.000 mq, insistente in un’area avente una superficie utile totale di circa 7.000 mq.
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La potenzialità annua dell’impianto della ditta è attualmente di 14.999 tonnellate di rifiuti, pari ad un volu-
me di circa 10.000 mc annui.
In sintesi l’impianto di recupero è così costituito:
- un’area in ingresso, adibita all’accettazione del rifiuto ed ospitante la pesa elettronica;
- un fabbricato con uffici;
- all’esterno dell’area di lavorazione, in prossimità dell’ingresso, è stato ricavato un parcheggio per automo -
bili;
- apposite e distinte aree dove viene eseguita la movimentazione e la lavorazione dei materiali con messa in
riserva dei rifiuti, il deposito delle M.P.S. e il transito degli automezzi adibiti al trasporto di rifiuti e M.P.S.
Di fronte all’impianto a nord si colloca la ditta FACCHIN CALCESTRUZZI S.r.l. che possiede un proprio
impianto di frantumazione, vagliatura e selezione inerti per il confezionamento di calcestruzzo preconfezio-
nato. Nelle immediate vicinanze dell’impianto sono presenti alcuni insediamenti residenziali e la rete viaria
di scorrimento che serve l’impianto è di tipo urbano e facilmente accessibile e transitabile da parte di auto-
mezzi pesanti.
Ortofoto del sito
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Nell’ambito della richiesta di integrazioni formulata nell’ambito della precedente verifica di assoggettabilità
erano stati evidenziati i seguenti aspetti:
- l'area è inpiduata, all'interno delle zone omogenee di protezione, come zona della ricarica falde (P.T.A.) e
rientra tra le zone caratterizzate da indici di pericolosità e rischio idraulico moderato R1, con identificazione
di una fascia di rispetto fluviale, sulla quale è permesso il passaggio dei mezzi ma non è effettuato alcun
stoccaggio di materiali (P.A.I.);
- il “Sistema del paesaggio” e “Carta delle fragilità”, relativamente ai temi del paesaggio e del vincolo
idrogeologico (PTCP);
- relativamente alla tavola 1 occorre inpiduare, nella tavola unica di progetto, la parte indicata nella stessa
tavola 1 come 1) Corsi d'acqua temporanei/Fasce di rispetto; 2) Metanodotto /Fasce di rispetto; 3) Vincolo
Paesaggistico D.Lgs. 42/2004 - corsi d'acqua (P.A.T.), allegando gli eventuali titoli di legittimazione presenti;
- relativamente alla tavola 3 occorre inpiduare, nella tavola unica di progetto, la parte indicata nella stessa
tavola 3 come area non idonea (P.A.T.).
Nella presentazione del nuovo progetto tali tematiche sono state adeguatamente affrontate ed esaminate.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
La ditta Peruffo Maurizio Girolamo acquista e raccoglie rifiuti e, dopo la messa in riserva (R13), li sottopone
a perse attività di recupero (R5), a seconda della tipologia del rifiuto, corrispondenti a fasi meccaniche e
tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della
frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a
granulometria idonea e selezionata.
L’attività svolta riguarda il recupero di rifiuti appartenenti alle tipologie 7.1, 7.2 e 7.6 del D.M. 05/02/1998 e
s.m.i. con la produzione, rispettivamente, delle seguenti materie prime secondarie:
- Tipologia rifiuti par. 7.1: frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata destinate al
mercato nel campo edilizio. Caratteristiche delle M.P.S. ottenute secondo il punto 7.1.4. del medesimo
decreto;
- Tipologia rifiuti par. 7.2: i rifiuti appartenente alla tipologia 7.2 vengono sottoposti a macinazione e
vagliatura nel medesimo impianto con la produzione di M.P.S. aventi caratteristiche secondo il punto 7.2.4.
del D.M. 05/02/1998 e s.m.i.;
- Tipologia rifiuti par. 7.6: materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate come previsto
al punto 7.6.4 lettera b del medesimo decreto;
I rifiuti in oggetto sono per la maggior parte costituiti da rifiuti speciali non pericolosi derivanti dal campo
edilizio e sono tutti prodotti da terzi.
Le aree adibite alla messa in riserva dei rifiuti 7.1 e 7.2 sono distribuite nel lato sud dell’impianto e sono
separate dalle aree di messa in riserva degli altri rifiuti, dalle aree di lavorazione e di stoccaggio delle M.P.S.
da una cordonata; queste ultime aree, che occupano gran parte del piazzale esterno a Nord del capannone,
sono organizzate seguendo una logica distributiva che ne permetta un’agevole movimentazione e
lavorazione degli stessi rifiuti.
L’attività recupero viene eseguita secondo le fasi di seguito descritte.
Arrivo dei rifiuti
La ditta riceve i rifiuti corrispondenti alla tipologia 7.1, 7.2 e 7.6 del D.M. 05/02/98 ed esegue i seguenti
controlli preliminari:
- verifica della presenza del carico in arrivo nel programma di conferimento (diario degli ingressi giornalieri
programmati) che l’impianto si impegna a redigere;
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- verifica della documentazione di trasporto prevista dalla vigente normativa (autorizzazioni al trasporto,
formulario di identificazione dei rifiuti);
- pesata dell’automezzo, come sopra verificato.
Tutti i rifiuti, sia raccolti dalla ditta sia conferiti da terzi, accedono all’impianto attraverso la pesa aziendale,
dove viene effettuata la pesata e avviene il controllo della corretta compilazione dei documenti che ne
accompagnano il trasporto.
I rifiuti entranti vengono pesati sulla pesa esterna e successivamente scaricati tramite scarramento o tramite
gru nelle apposite aree di scarico. Tutti i rifiuti in ingresso sono ispezionati dal personale dell’impianto in
modo da controllare i materiali in arrivo.
Una volta scaricati i rifiuti vengono sottoposti a verifica merceologica al fine di valutarne la conformità
rispetto a ciò che è dichiarato nel formulario ed eventuali carichi non conformi vengono respinti e rispediti
al produttore/detentore.
Dopo questa operazione i rifiuti sono da ritenersi ufficialmente accettati.
Messa in riserva dei rifiuti
I rifiuti giunti in ditta vengono stoccati in cumuli delle seguenti dimensioni:
• il cumulo per la tipologia 7.1 ha un volume massimo di 60 m3 e poggia su pavimentazione in stabilizzato
al di sotto della quale è stata stesa una geomembrana impermeabilizzante;
• il cumulo per la tipologia 7.2 ha un volume massimo di di 133,34 m3 e poggia anch’esso su
pavimentazione in stabilizzata al di sotto della quale è stata stesa una geomembrana impermeabilizzante;
• il cumulo per la tipologia 7.6 ha un volume massimo di 6,66 m3 e poggia anch’esso su pavimentazione in
stabilizzata al di sotto della quale è stata stesa una geomembrana impermeabilizzante.
Per le tipologie 7.1 e 7.2 il basamento di 273 m2 è costituito da una “vasca” formata da una geomembrana in
HDPE per discariche al di sopra del quale è stato steso uno strato stabilizzato dello spessore di 40 cm. I due
cumuli sono pisi da un muretto in cemento del tipo New Jersey. Intorno alla vasca è stato predisposto un
cordolo in cemento leggermente più alto della piattaforma con la funzione di contenimento. La
geomembrana ricopre anche il cordolo e sarà quindi ben visibile all’esterno. La geomembrana impedisce
qualsiasi contatto tra i rifiuti ed il suolo sottostante mentre lo stabilizzato offre protezione dal passaggio dei
mezzi di trasporto. La tipologia 7.6 è invece stoccata su un’area in materiale stabilizzato al di sotto della
quale è disposto una geomembrana impermeabilizzante. Anche in questo caso è presente un cordolo di
cemento intorno alla piattaforma.
Almeno una volta l’anno la ditta effettua la manutenzione delle piattaforme, ripristinando eventualmente lo
strato di materiale stabilizzato sopra la geomembrana nel caso del basamento con HDPE, o riparando
l’asfalto nel caso della piattaforma asfaltata.
I cumuli vengono poi coperti con teloni impermeabili per impedire il dilavamento da parte degli agenti
atmosferici
Attività di recupero (R5) per la tipologia 7.1
Dopo la messa in riserva i rifiuti vengono sottoposti a fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di
macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni
indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata.
Tali lavorazioni avvengono con l’utilizzo di un impianto di frantumazione con un granulatore “mod. Cubic
4”. Il macinatore viene alimentato da un soprastante “Assieme Gruppo di Alimentazione” della “Decca
Impianti” dotato di alimentatore vibrante.
L’impianto complessivo, in configurazione di lavoro, presenta una lunghezza di 24 m ed un’altezza di 2,5 m.
Il materiale macinato viene allontanato dall’impianto tramite trasportatore. Per il caricamento del gruppo di
alimentazione vengono utilizzate pale meccaniche od escavatori.
In seguito alle operazioni di recupero si può verificare la produzione di rifiuto terroso avente codice C.E.R.
19 12 02, che viene stoccato in apposito cassone evidenziato in planimetria e che in seguito viene smaltito con
le modalità previste dalla normativa.
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Il materiale frantumato viene sottoposto a test di cessione conforme a quanto previsto dall’Allegato 3 del
D.M. 05/2/1998 e s.m.i. e con le cadenze previste dall’art.9 comma 3 del D.M. 05/02/1998 e s.m.i..
Infine, viene certificata la conformità della materia prima secondaria prodotta all’allegato C della circolare
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205.
Le M.P.S. vengono stoccate in un cumulo con dimensioni massime di 1.000 m3 pronte per essere vendute od
utilizzate dalla ditta stessa in campo edilizio.
La pavimentazione delle aree ospitanti i rifiuti e di lavorazione (R5) è costituita da una geomembrana
impermeabilizzante sotto ad uno strato di stabilizzato inerte.
Attività di recupero R13 per la tipologia 7.2
I rifiuti appartenenti alla tipologia 7.2 vengono attualmente esclusivamente stoccati, dove evidenziato in
planimetria.
In seguito possono essere utilizzati dalla ditta stessa, dopo aver richiesto una nuova iscrizione per ogni
cantiere di utilizzo e dopo averli sottoposti, come da normativa, a test di cessione. Il materiale potrebbe
anche essere conferito a soggetti dotati d'iscrizione legittimante per ogni cantiere.
Con l’iscrizione in procedura ordinaria, la ditta richiede di poter frantumare tale tipologia di rifiuti e di
provvedere alla successiva miscelazione con il materiale frantumato della tipologia 7.1, in modo da ottenere
un’altra tipologia di M.P.S.
Attività di recupero R5 per la tipologia 7.6
I rifiuti appartenenti alla tipologia 7.6 vengono utilizzati, in base al D.M. 05/02/1998 e s.m.i., per attività di
recupero di cui lettera c, per la produzione di materiale per costruzioni stradali e piazzali industriali
mediante selezione preventiva, vagliatura, separazione delle frazioni indesiderate, eventualmente
miscelazione con materia prima vergine.
Tali lavorazioni avvengono, come per la tipologia 7.1, con l’utilizzo dell’impianto di frantumazione,
granulatore “mod. Cubic 4”. Il macinatore viene alimentato da un soprastante “assieme gruppo di
alimentazione” della “Decca Impianti” dotato di alimentatore vibrante.
Il prodotto dell’attività di recupero è costituito da materiali per costruzioni nelle forme usualmente
commercializzate come previsto al punto 7.6.4 lettere b del D.M. 05/02/1998 e s.m.i. e stoccate in un cumulo
con dimensioni di 20 m3.
Si precisa che le tipologie di rifiuti vengono recuperate separatamente e quindi non vi è mai la possibilità che
si verifichi una miscelazione di rifiuti appartenenti a tipologie perse.
Il materiale frantumato viene sottoposto a test di cessione conforme a quanto previsto dall’Allegato 3 del
D.M. 05/02/1998 e s.m.i. e con le cadenze previste dall’art. 9 comma 3 del D.M. 05/02/1998 e s.m.i..
Stoccaggio materie prime prodotte
I cumuli di M.P.S., stoccati tutti sul piazzale su pavimentazione in asfalto, sono due:
1. uno derivante dall’attività ex 7.6,
2. un cumulo di M.P.S. unico che comprende:
- calcestruzzo (da attività ex par. 7.1)
- conglomerato bituminoso (da attività ex par. 7.6)
- cocciame di marmo (da attività ex par. 7.2).
Nel cumulo unico le quantità di calcestruzzo e di cocciame di marmo sono paritetiche.
Le M.P.S. derivanti dal conglomerato bituminoso rappresentano, invece, la percentuale minore e vengono di
volta in volta aggiunte alla miscela di M.P.S. in quantità desiderata.
Il cocciame di marmo, infatti, non può essere usato da solo come sottofondo o rilevato stradale in quanto
carente della matrice fina, invece presente nelle M.P.S. da lavorazione materiali edili, indispensabile come
aggregante per tale scopo.
I cumuli sono ben distanziati in modo che non ci possa assolutamente essere miscelazione tra i due tipi di
materia prima. Entrambi poggiano su una pavimentazione di materiale stabilizzato compresso.
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Descrizione delle attrezzature
La ditta possiede n. 3 autocarri, un cartellone, un autocarro piccolo e n. 2 furgoni.
Nell’impianto si utilizzano le seguenti attrezzature: parte di impianto Trasmissione Granulatore “Cubic 4”
Motore HP 55-100 a 4/6 poli, rotore a 4-6 martelli per produzione grossa media o fine, diametro e fascia
puleggia mm 1200x350, trasmissione normale con n.6 cinghie trapezoidali sezione mm.32x19 e sviluppo mm.
5335; aAlimentatore vibrante 800x300, bocchetta di scarico, incastellatura di sostegno e tramoggia.
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Nell’ambito della richiesta di integrazioni formulata nell’ambito della precedente verifica di assoggettabilità
erano stati evidenziati i seguenti aspetti:
- chiarire l’affermazione “Con l’iscrizione in procedura ordinaria, la ditta richiede di poter frantumare tale
tipologia di rifiuti e di provvedere alla successiva miscelazione con il materiale frantumato della tipologia
7.1, in modo da ottenere un’altra tipologia di M.P.S.”, che comporterebbe la necessità di attivare una persa
procedura valutativa;
- presentare la procedura attraverso cui si effettua la manutenzione delle piattaforme, ripristinando
eventualmente lo strato di materiale stabilizzato sopra la geomembrana nel caso del basamento con HDPE, o
riparando l’asfalto nel caso della piattaforma asfaltata, nonché il controllo sullo stato di integrità della stessa
geomembrana;
- chiarire quanto o riportato a pag 78 dello studio preliminare "ogni 24 mesi", se si riferisce ai rifiuti conferiti
o alle MPS prodotte.
Nella presentazione del nuovo progetto tali tematiche sono state adeguatamente affrontate ed esaminate.
La nuova configurazione del progetto porta, tuttavia a rendere necessarie ulteriori integrazioni:
- chiarire sulla presenza, o meno, di cordoli di contenimento delle meteoriche al fine di evitare la
corrivazione da e verso le zone impermeabilizzate;
- valutare l’ipotesi di utilizzare l'acqua già stoccata nel serbatoio di accumulo per l’impianto di abbattimento
delle emissioni diffuse da polveri, anziché con alimentazione tramite acquedotto;
- la tav. 7 posiziona la presenza di uno dei due pozzi perdenti a servizio del tetto posizionato proprio sotto il
nastro trasportatore collegato all'impianto di macinazione e vaglio; si chiede quindi di considerare
l’ipotesi di non utilizzare un pozzo disperdente di servizio alle meteoriche di tetto proprio sotto la zona di
trattamento, ma di trasferirlo vicino all'altro pozzo perdente sul lato Nord-Ovest;
- la tav.4 propone i lay-out con le zone destinate a ricevere i rifiuti, sudpise per tipologia DM 05.02.98 e
non per CER, ma manca la zona per ricevere il 7.31bis;
- chiarire l’incongruenza nella Relazione illustrativa a pag 29, dove è riportata una tabella che in
corrispondenza del CER 170504 descrive "Terreno MPS conforme alle colonne A o B della Tabella 1
dell’Allegato 5 al D.Lgs 152/2006 e succ. mod. e int"; la MPS in uscita è conforme ai requisiti del DM, quindi
non essendo un terreno non sono applicabili criteri di conformità con le colonne A e B.
Le integrazioni fornite hanno adeguatamente soddisfatto quanto richiesto.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
La ditta è stata autorizzata come impianto a moderata significatività, dalla Provincia di Vicenza – Diparti-
mento Ambiente – Unità complessa aria, decreto n. 27 del 7 gennaio 2003 prot. n. 467/AMB. La ditta ha pre-
sentato, poi, la Domanda di Autorizzazione Unica Ambientale in data 24/12/2015 (Pratica SUAP PRFM-
ZG56A20E682Z-24122015-1040) per il rinnovo dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi
dell’art. 281 ed in attesa del rilascio del Provvedimento finale.
In base a tale autorizzazione la ditta dovrà sempre provvedere ad una corretta gestione e manutenzione dei
propri sistemi di contenimento delle polveri ed in caso di avaria o carente funzionamento degli stessi, darne
tempestiva comunicazione alla provincia ed al dipartimento provinciale dell’ARPAV.
La ditta è soggetta a controllo delle emissioni con frequenza annuale ed i riferimenti analitici dovranno esse-
re tenuti a disposizione dell’autorità di controllo.
I rifiuti da recuperare vengono coperti con teloni plastici impermeabili al fine di impedirne il trasporto eoli -
co. Inoltre per diminuire la polverosità il materiale viene bagnato facendo attenzione a non generare effluen -
ti liquidi. Le emissioni provenienti dalla frantumazione di materiale inerte sono contenute mediante la pre-
disposizione di ugelli spruzzatori in prossimità della fase di frantumazione, atti a prevenire l’insorgere di
problematiche relative alle emissioni di sostanze pulverulente.
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Acque
Tramite la consultazione delle mappa dei punti di monitoraggio e della qualità biologica dei corsi d’acqua
della Provincia di Vicenza si nota che nel bacino dei corsi Fratta-Gorzone e in particolare nel tratto del fiume
Agno che interessa l’area presa da noi in esame, l’acqua presenta carichi inquinanti che ne riducono
notevolmente la qualità, evidenziata con il sistema parametrico dell’indice biotico esteso (IBE).
Al fine di ottemperare agli adempimenti previsti dal Piano di Tutela delle Acque, il progetto di
adeguamento dell’azienda prevedeva che le acque meteoriche provenienti dalle coperture e dalle caditoie
presenti nella superficie asfaltata verranno convogliate ad un impianto di disoleazione e scaricate in pozzo
perdente; le acque di dilavamento delle superfici in stabilizzato con sottostante geomembrana dove avviene
la lavorazione degli inerti verranno convogliate ad un impianto di sedimentazione in continuo (volume di
separazione+volume di sedimentazione) e, mediante delle pompe di sollevamento, verranno convogliate al
disoleatore e scaricate in fognatura, in gestione ad AVS S.p.A.. Il progetto non comporta la modifica del
reticolo di drenaggio, né la rettificazione o l’inserzione di corsi d’acqua. Infine, non si determinano
perturbazioni delle condizioni idrografiche, idrologiche ed idrauliche del sito, il cui unico vincolo è quello
paesaggistico, in quanto all’interno della fascia di 150 m dal Torrente Agno. Non si ritiene pertanto di
particolare rilievo la problematica connessa alla localizzazione dell’azienda in area a rischio idraulico basso.
Nell’ambito della richiesta di integrazioni formulata nell’ambito della precedente verifica di assoggettabilità
erano stati evidenziati i seguenti aspetti:
- si ritiene opportuna e necessaria una verifica, vista la presenza a confine di un corso d’acqua superficiale,
sul mantenimento, o meno, del pozzo perdente;
- inoltre andrà presentato un progetto di dettaglio per l'adeguamento al PTA, che tenga conto della verifica
di continuità ed integrità della platea impermeabile, l'efficacia del sistema di captazione, identificazione
delle superfici captate, il consenso di AVS di accettare in rete fognaria acque meteoriche e/o di abbattimento,
con eventuali trattamento ed indicando un crono programma di realizzazione.
Nella presentazione del nuovo progetto tali tematiche sono state adeguatamente affrontate ed esaminate, in
particolare risulta verificata la conduttura di scarico a servizio dell’insediamento, che convoglia le acque di
dilavamento al corso d’acqua superficiale denominato Roggia dei Molini.
Suolo e sottosuolo
Il territorio comunale, caratterizzato per la forma particolarmente allungata sull’asse est–ovest, è in
prevalenza (90%) costituito da rilievi collinari, con estensione altimetrica compresa tra i 160 mt e gli 825 mt
dei più alti rilievi montuosi, cui si affianca, verso est, una ridotta porzione pianeggiante, bipartita dal
torrente Agno.
Il torrente nel tratto che interessa il territorio comunale presenta una direzione prevalente NW – SE e risulta
adeguatamente arginato rispetto alla zona circostante: non si segnalano pertanto fenomeni di esondazione e
alluvionamento del corso d’acqua.
L’area su cui sorge lo stabilimento è a rischio idraulico basso (R1). Non è un'area soggetta ad allagamento
periodico, né un’area a pericolosità geomorfologica: la superficie topografica è sub-pianeggiante ed è situata
a quote assolute tra 159 e 160 m s.l.m.
Dal punto di vista idrogeologico i depositi alluvionali del fondovalle sono costituiti in prevalenza da ghiaie
e sabbie: presentano spessori variabili dai 30 m ai 60 m e sono sostenuti dal substrato roccioso.
Nell’area in esame, la superficie freatica si trova mediamente a 15-20 metri di profondità dal piano
campagna, con oscillazioni annue massime registrate di 10 metri.
Le acque sotterranee dell’acquifero principale vengono utilizzate a scopo potabile, emunte da pozzi pubblici
situati ad una buona distanza di sicurezza dalla zona industriale e, comunque, fuori delle loro aree di
cattura.
Con attinenza alle attività indicate dal Proponente il capannone è già esistente e non sono previste altre
nuove edificazioni, se non la realizzazione dell’impianto di trattamento acque reflue (scavo per interramento
vasche per profondità di qualche metro).
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Dal punto di vista sismico, il comune di Brogliano, secondo l’Ord. P.C.M. 20 marzo 2003, n. 3274 e la D.G.R.
Veneto 3 dicembre 2003, n. 66, ricade in zona sismica 3, presso cui si inpidua la possibilità di fenomeni con
scuotimenti modesti. Nei documenti tematici sono altresì indicati i valori parametrici aggiornati al più
recente approccio tecnico normativo in vigore.
Nei documenti annessi all'istanza si legge inoltre che:
- i cumuli di rifiuti (7.1. e 7.2) e di M.P.S. poggiano su una pavimentazione di materiale stabilizzato inerte
con una geomembrana sottostante (le loro posizioni sono ben evidenziate nelle planimetrie allegate);
- il basamento di 273 m2 è costituito da una “vasca” formata da una geomembrana impermeabile in HDPE
per discariche, al di sopra del quale è stato steso uno strato stabilizzato dello spessore di 40 cm;
- i due cumuli di rifiuti sono pisi da un muretto in cemento del tipo New Jersey;
- intorno alla vasca è stato predisposto un cordolo in cemento leggermente più alto della piattaforma con la
funzione di contenimento;
- la geo-membrana impermeabile ricoprirà anche il cordolo e sarà quindi ben visibile all’esterno: essa
impedisce qualsiasi contatto tra i rifiuti ed il suolo sottostante mentre lo stabilizzato offre protezione dal
passaggio dei mezzi di trasporto;
- la tipologia di rifiuti 7.6 è invece stoccata su una piattaforma di asfalto con superficie di circa 45 m2 e con
spessore di 15 cm che anche in questo caso è presente un cordolo di cemento intorno alla piattaforma.
Almeno una volta l’anno, la ditta effettua la manutenzione delle piattaforme, ripristinando eventualmente lo
strato di materiale stabilizzato sopra la geomembrana nel caso del basamento con HDPE, o riparando
l’asfalto nel caso della piattaforma asfaltata. Le misure di precauzione si ritengono opportune al fine di
evitare fenomeni di inquinamento del suolo; è presente anche un serbatoio interrato con pompa di
distribuzione del carburante per autotrazione.
In conclusione:
1. con la nuova attività non si andrà ad utilizzare alcuna georisorsa (suolo ed acqua) e tantomeno ad
occupare nuove aree del territorio o ad interferire con la biopersità dei luoghi (area produttiva esistente);
2. l'attività proposta, sempre relativa al recupero di rifiuti inerti non pericolosi, non andrà a modificare gli
attuali utilizzi del territorio e non comporterà la realizzazione di nuovi manufatti fuori terra;
3. per contenere eventuali impatti su suolo e sottosuolo si prevede di completare la pavimentazione del
piazzale esterno, così da rendere tutta la superficie impermeabilizzata e di realizzare una rete di raccolta
delle acque meteoriche.In questo modo eventuali sversamenti che potranno verificarsi a seguito di eventi
accidentali saranno raccolti da un adeguato sistema ed allontananti dall’area dell’impianto per essere
opportunamente trattati prima della loro immissione nelle reti delle acque meteoriche.
Sulla base delle valutazioni esposte in merito ai criteri di valutazione, si ritiene di conpidere il giudizio del
Proponente, relativo al fatto che gli impatti su suolo e sottosuolo della iniziativa possono considerarsi
trascurabili.
Rumore
Il Piano di Classificazione Acustica Comunale, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 25 del 30
luglio 2009, inpidua l’area su cui insiste l’insediamento della Peruffo Maurizio Girolamo e le aree
confinanti a nordovest e nordest in classe VI, aree esclusivamente industriali, in cui rientrano ”[…] le aree
esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi”. La zona a Sud Est, in cui
sono presenti i ricettori più prossimi, è posta in classe IV, aree di intensa attività umana, in cui rientrano
”[…] le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata
presenza di attività commerciali e uffici con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di
grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole
industrie”. L’area a sud ovest è stata compresa dalla zonizzazione in una fascia di pertinenza stradale.
Le fonti di inquinamento acustico derivano dalla movimentazione del materiale, che avviene tramite pala
meccanica ad un’altezza di circa 6 m in area esterna; dalle operazioni di carico/scarico del materiale, svolte
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sull’area nord ovest dello stabilimento, mentre il trasporto su strada è eseguito mediante alcuni mezzi
pesanti.
L’attività di recupero inerti prevede anche la riduzione volumetrica di materiali; tale attività prevede
l’utilizzo di un frantoio fisso installato a sud ovest dello stabilimento e di un escavatore asservito allo stesso
per il carico del materiale da frantumare. Entrambi i macchinari sono posizionati sopra un terrapieno alto
circa 3 metri, il materiale inerte su cui effettuare la riduzione volumetrica invece è posizionato all’altezza del
piano di campagna.
L’azienda in sede di richiesta autorizzativa non aveva presentato alcuna valutazione-monitoraggio delle
emissioni sonore prodotte specificatamente dagli impianti-attività e mezzi dell’azienda stessa –
Documentazione di Impatto Acustico – così come richiesto dalla specifica normativa di settore. Nell’ambito
del nuovo progetto tale documentazione è stata presentata e, nel merito, risulta necessario richiedere le
seguenti integrazioni:
- effettiva caratterizzazione delle emissioni acustiche prodotte dalle specifiche sorgenti dell’attività; sono
presenti delle anomalie nell’identificazione delle emissioni sonore delle sorgenti movimentazione mezzi
pesanti (l’identificazione dei livelli delle emissioni sonore prodotte dai mezzi pesanti deve essere contestuale
e riferibile al caso di specie e rappresentativa di un campione significativo di eventi) e carico/scarico del
materiale da trattare, in tal senso i dati di input al modello di calcolo mancano di riferibilità e chiarezza;
- la documentazione deve sempre essere correlata di report di misura, con le storie temporali e l’analisi del
dato - con i dati percentili e livelli minimi, dei monitoraggi utili alla caratterizzazione dei livelli residuali e
ambientali - presso i ricettori più impattati dalle emissioni sonore dell’attività, affinchè il livello di rumore
prodotto dalle specifiche sorgenti possa avere carattere di riferibilità. Inoltre le verifiche fonometriche
dovranno essere condotte per un tempo di misura adeguato alla definizione dell’emissione sonora della
singola sorgente indagata e dei livelli residui;
- vista la variabilità delle situazioni incognite presenti nel sito in analisi si indica opportuno valutare i livelli
differenziali a finestre aperte assimilati ai valori in ambiente esterno verificati ad 1 mt. dalla facciata;
- manca la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame, cioè tali livelli, anche
come sommatoria degli effetti del traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle
infrastrutture stradali percorse dai mezzi di trasporto di cui sopra. La verifica dei livelli di traffico indotto
deve essere effettuata previa classificazione delle infrastrutture stradali afferenti all’area di progetto così
come indicato da specifica norma – DPR 142/2004 ; si indichi quindi la tipologia di strada secondo tabella 2
del decreto specifico e i rispettivi limiti per il periodo diurno che saranno confrontati con le effettive
emissioni di rumore dovute al traffico indotto di cui sopra;
- il progetto dei dispositivi di mitigazione/barriera proposto nella documentazione risulta essere poco chiaro
e riferibile. Mancano indicazioni degli elementi strutturali, dimensionali e formali nonchè delle certificazioni
circa le capacità fonoisolanti del materiale indicato, che possano dare un carattere definitivo all’effettivo
contributo delle mitigazioni dei livelli sonori prodotti dagli impianti e attività della ditta, apportate dalla
barriera di progetto proposta.
Le integrazioni fornite hanno parizalmente soddisfatto quanto richiesto e si ritiene pertanto di adottare una
specifica prescrizione in merito.
Paesaggio
L’impianto oggetto del presente screening è esistente ed è ubicato in area produttiva che non subisce alcuna
modifica. Il progetto in esame non va a modificare l’attuale utilizzo del territorio, conformemente a quanto
previsto dalla pianificazione del Comune di Brogliano. Si ritiene, pertanto, un impatto non significativo.
L’impianto non è situato in ambiente di pregio o di interesse paesaggistico. L’area di intervento non è segna-
lata per rinvenimenti archeologici di interesse particolarmente importante e non risulta soggetta a tutela dei
beni culturali e ambientali.
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Viabilità
Nell’ambito della richiesta di integrazioni formulata nell’ambito della precedente verifica di assoggettabilità
erano stati evidenziati l’assenza di valutazioni in tema di impatto viabilistico.
Nella presentazione del nuovo progetto tali tematiche sono state adeguatamente affrontate ed esaminate.
Risorse naturali, Flora, Fauna
Nel territorio del Comune di Brogliano si rinvengono ancora in buona parte integri gli elementi che
contraddistinguono i territori collinari e pedemontani, aggregati in un insieme di mosaici colturali, naturali
ed antropici interagenti tra loro, in cui la presenza di un' estesa vegetazione arborea strutturata (boschi, fasce
boscate, siepi) assume ancora una valenza significativa del grado di integrità e naturalità del territorio,
concorrendo in maniera preponderante a definire persi ambiti e a determinare il pregio relativo.
Anche per quanto riguarda la fauna, essa si persifica nelle sue componenti in relazione alle tipologie di
patch territoriali presenti. Ciascuna di queste si caratterizza per struttura della vegetazione e conseguente
ricettività faunistica. Si persificano quindi specifiche comunità cenotiche legate direttamente agli habitat
presenti (comunità delle zone boscate e dei prati – pascoli e pascoli arborati, delle fasce boscate ripariali,
delle zone urbanizzate).
Il presente intervento non comporta impatti significativi sulla flora e la fauna locale, dato che si realizza in
un insediamento umano e produttivo, nel quale si registra, quindi, la presenza di pochissime specie animali
e limitate superfici coltivate.
Agenti fisici
Non sono presenti stazioni radiobase nel Comune di Brogliano, solo una stazione nel Comune di
Castelgomberto, vicino all’impianto oggetto della presente relazione.
Il Comune di Brogliano non rientra nell’elenco dei Comuni definiti a rischio Radon con DGRV 79/2002
(Fonte ARPAV).
Il Comune di Brogliano si trova in un’area in cui l’aumento della luminanza totale rispetto la naturale è tra il
300% ed il 900%.
Salute dei Lavoratori e delle persone
Il presente aspetto non risulta trattato e si richiederà una specifica valutazione in merito.
L’unica evidenza riguarda il Certificato di prevenzione incendi dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del
Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, la ditta è soggetta per le attività 10 e 03 e ha ottenuto il rinnovo con
prot. n. 287 valido dal 22/11/2010 al 20/11/2016. La ditta ha presentato domanda di rinnovo ed è in attesa di
ottenimento del nuovo certificato; si chiedono aggiornamenti circa tale istanza.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
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La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente, pur necessitando di ulteriori
approfondimenti in tema di impatto acustico.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti.
2) Preliminarmente al rilascio dell’autorizzazione, ed allegato alla richiesta, la ditta dovrà presentare una
documentazione aggiornata sull’impatto acustico, rispondente ai seguenti criteri.
La verifica del criterio differenziale è da eseguirsi, secondo norma, in ambiente interno alle pertinenze dei ricettori
impattati dalle emissioni sonore prodotte dalle attività (es.: impianti, attività manuali e non compreso lo carico/scarico
materiali). Tenendo conto della variabilità delle situazioni contestuali al layout di analisi, il calcolo dei livelli
differenziali a finestre aperte è considerato, a scopo cautelativo, solo se assimilato ai valori riscontrati in ambiente
esterno verificati ad 1 mt dalla facciata. Non si accetta penalizzazione alcuna dei livelli di emissione sonora da ambiente
esterno ad interno.
La verifica del traffico indotto sulle strade afferenti l’attività, si condurrà secondo le tempistiche previste dalle specifiche
normative. Si presti particolare attenzione alle modalità di misura e alle tempistiche scelte per l’effettiva definizione dei
livelli ambientali e residuali caratteristici della zona in analisi, si ricorda a riguardo che le verifiche di emissione
acustica sono sempre contestuali alla sorgente e al soggetto da verificare. Si tenga presente inoltre le indicazioni relative
all’argomento proposte nella precedente richiesta di integrazioni.
L’analisi del dato deve prevedere gli adeguati scorpori per l’identificazione delle specifiche sorgenti presenti nell’area di
analisi, di seguito si indica per la verifica dei livelli di emissione sonora delle infrastrutture stradali, di scorporare le
quote di rumorosità stradale, in fascia di pertinenza stradale, utilizzando i livelli minimi e gli L95 (valori cautelativi)
per la caratterizzazione dei livelli residuali a scopo di verifica del criterio differenziale.
I sistemi di mitigazione, soprattutto in seguito al riscontro di manifeste criticità così come riscontrato nella
documentazione di impatto acustico, devono essere calcolati e progettati sul caso di specie. Nelle schede tecniche si deve
certificare l’indice di fono-isolamento del materiale proposto per i sistemi di mitigazione in progetto; visto il caso
specifico la barriera deve riportare le caratteristiche formali (dimensioni: larghezza, lunghezza, altezza) e funzionali
(indice di fono-isolamento), atte a garantire l’abbattimento dei livelli di rumore prodotti dagli impianti aziendali. Non si
accettano indicazioni non riferibili e non contestuali all’analisi in corso. "
3) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, l’azienda dovrà:
- effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenzial e e del limite di
emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con
modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia
con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
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- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.
4) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al
ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati
(chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di
collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio..
Vicenza, 17 ottobre 2018
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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