Determina esclusione a VIA Nord Est Ecologia S.r.l.
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1645 DEL 11/11/2019
Servizio SUOLO RIFIUTI ACQUA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M. E I.
DITTA:NORD EST ECOLOGIA S.R.L..
PROGETTO: AMPLIAMENTO DELLA SUPERFICIE DELL’IMPIANTO DI RECUPERO
RIFIUTI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI LONIGO, VIA DELL’ARTIGIANATO
N. 26/28.
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione trasmessa in data 1 luglio 2019 agli atti con prot. n. 35756 riguardante lo
Studio Preliminare Ambientale da parte della ditta Nord Est Ecologia S.r.l. con sede legale e
operativa in via dell’Artigianato n. 26/28 nel comune di Lonigo, relativa al progetto di
“Ampliamento della superficie dell’impianto di recupero rifiuti” richiedendo, contestualmente,
l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006 ed in particolare
dell’art.13 LR 4/2016.
Vista la documentazione integrativa allo Studio Preliminare Ambientale già presentato trasmessa
dal consulente della ditta per conto della stessa in data 30 ottobre 2019 con prot. n. 56696, come
richiesto dalla Provincia con nota agli atti prot. n. 47518 del 9 settembre 2019.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell’allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 11/07/2019, contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l’autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull’ambiente, dispone l’esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
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Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 7 novembre 2019, ha
disposto l’esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel
parere 29/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell’intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l’autorizzazione
dell’intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021;
Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Nord Est Ecologia S.r.l. con sede legale e operativa in via
dell’Artigianato n. 26/28 nel comune di Lonigo, relativa al progetto di “Ampliamento della
superficie dell’impianto di recupero rifiuti” è escluso dalla procedura di valutazione di
impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/2006 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le
prescrizioni riportate nel parere 29/2019 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e al consulente, al comune di Lonigo, ad
A.R.P.A.V., all’Azienda ULSS n. 8 Berica, al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta e
ad Acque del Chiampo S.p.A..
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
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presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell’intervento.
Vicenza, 11/11/2019
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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DITTA:NORD EST ECOLOGIA S.R.L..
PROGETTO: AMPLIAMENTO DELLA SUPERFICIE DELL’IMPIANTO DI RECUPERO
RIFIUTI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI LONIGO, VIA DELL’ARTIGIANATO
N. 26/28.
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 11/11/2019.
Vicenza, 11/11/2019
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
Nord Est Ecologia S.R.L.
PARERE N. 29/2019
Oggetto: Ampliamento della superficie dell’impianto di recupero rifiuti.
PROPONENTE: Nord Est Ecologia srl
SEDE LEGALE: Via dell’Artigianato n. 26/28 – Lonigo
SEDE INTERVENTO: Via dell’Artigianato n. 26/28 – Lonigo
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi e non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: Sovizzo
DATA DOMANDA: 01 luglio 2019
DATA PUBBLICAZIONE: 11 luglio 2019
DATA INTEGRAZIONI: 30 ottobre 2019
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Studio Preliminare Ambientale;
Elenco codici CER;
Elaborato grafico progetto;
Relazione trattamento acque reflue;
Elaborato grafico trattamento acque reflue;
Documentazione impatto acustico;
Layout.
PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta esercita l’attività di gestione dei rifiuti che consiste nel trasporto, deposito preliminare, messa in ri-
serva, selezione e recupero dei rifiuti in ragione dell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Vicenza con
decreto n. 05/2013 e n.108/2015, con cui sono stati integrati i rifiuti accettabili dall’azienda.
La ditta intende ora realizzare un ampliamento della superficie coperta dello stabilimento da adibire a stoc-
caggio utilizzando un edificio esistente nella medesima zona industriale, all’interno dello stesso lotto
dell’attuale stabilimento. L’intervento ha lo scopo di migliorare lo stoccaggio dei rifiuti in uscita al fine di ga-
rantire un più agevole distribuzione e organizzazione del lavoro.
Inoltre si intende richiedere l’ autorizzazione a inserire nell’elenco dei codici CER autorizzati anche altri co-
dici , del tutto simili a quelli già trattati.
Non sono previsti aumenti di quantità dei rifiuti in stoccaggio, per cui restano validi i limiti fissati dal prov-
vedimento autorizzativo 005/Suolo Rifiuti/2013, e cioè:
- 425 ton di rifiuti stoccati presso l’impianto, di cui
- 28 ton. di rifiuti pericolosi
-180 ton. di rifiuti prodotti dall’attività di selezione,
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con un massimo di 10 ton/giorno di rifiuti pericolosi ritirati in operazione D15, secondo quanto prescritto da
Regione veneto, con nota 246632/5719 del 06.05.2009.
Lo stabilimento si colloca nella zona ovest del territorio comunale di Lonigo, località Madonna, a circa 1,5
km dal centro storico, all’interno della zona industriale/artigianale di Lonigo.
Il sito è ubicato in un lotto di terreno a destinazione d’uso industriale produttiva, e circondato di altre attivi -
tà produttive di vario genere. Nell’area industriale sono presenti anche alcune abitazioni residenziali del tipo
a servizio dell’attività produttiva.
Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Lonigo;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Lonigo;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali.
Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ad eccezione della Rete Natura 2000, di cui si chiede la trattazione e la
messa in relazione con la proposta progettuale.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI LONIGO
Nello S.P.A. non si fa cenno al fatto che il sito in questione risulta essere all’interno delle aree “idonea a
condizione” - “ sottozona 12 – Materiali alluvionali a tessitura prevalentemente limo-argillosa falda tra 0 –
2m”. Occorre che lo S.P.A. metta in relazione l’impianto in questione con la sensibilità territoriale succitata.
PIANO DEGLI INTERVENTI (P.I.) DEL COMUNE DI LONIGO
Occorre che sia chiarito se l’intervento proposto ha bisogno, per essere realizzato, di variante urbanistica ai
sensi dell’art. 208, comma 6, del D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. e ii.) in particolar modo rispetto a quegli articoli
delle norme tecniche che regolano le attività ammesse e non ammesse.
Nel caso occorresse variate è necessario specificare analiticamente le norme incoerenti con il progetto.
Lo S.P.A. si afferma che “ … l’edificio in oggetto ricade parzialmente in fascia di rispetto cimiteriale del
vicino Cimitero di Madonna di Lonigo, ai sensi del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 e dell’art 41.13 delle
N.T.O.
In tali fasce sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento
conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento nella percentuale massima del 10 per cento e cambio di
destinazione d'uso, ai sensi dell’art. 338 del T.U. leggi sanitarie– R.D. 1265/1934. … “
Occorre rapportare analiticamente gli interventi previsti con le limitazioni legate al vincolo in questione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto, si rileva, tuttavia la necessità di verificare
puntualmente, nell’ambito della procedura di approvazione progetto, la conformità a quanto indicato nelle
N.T.A del P.I. sulle "attività non ammesse in zona D 1 artigianale - industriale”.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia di prevedere che nell’ambito della successiva procedura autorizzativa ex art.208 del
D.Lgs. n.152/2006 debba essere acquisito il parere del Comune di Lonigo di conformità alle N.T.A del P.I. sulle
"attività non ammesse in zona D 1 artigianale - industriale”.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’attività della ditta Nordest Ecologia S.r.l. si svolge in un fabbricato con una altezza di 8 m realizzato in
c.a.p. a tetto piano. Sulla copertura è stato recentemente autorizzato un impianto fotovoltaico da 68 kW.
All’interno dello stesso lotto dell’attuale stabilimento è presente un ulteriore edificio, collegato da una tettoia
allo stabilimento stesso, che la ditta utilizza solamente come deposito mezzi e magazzino di attrezzature ma
che ora intende sfruttare per ampliare la superficie coperta di stoccaggio.
Le attività di recupero autorizzate attualmente nell’impianto ai sensi del D.Lgs.152/06 allegato C sono :
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- R12. Scambio di rifiuti;
- R13 messa in riserva di rifiuti;
- R3: riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi;
- R4: riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici;
- R5 riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche;
- D15 deposito preliminare;
Inoltre sono ammesse le operazioni di D15, deposito preliminare per la maggior parte dei codici presenti
nell’elenco allegato all’autorizzazione di cui sopra.
Con il nuovo progetto si vuole ampliare l’elenco dei codici CER autorizzati con i seguenti altri codici:
08.01.13 - Fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08.01.14 - Fanghi prodotti pitture e vernici, persi da quelli di cui alla voce 08.01.13
08.01.15 - Fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08.01.17 - Fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze
pericolose
08.01.18 - fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, persi da quelli di cui alla voce
08.01.19 - Sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze
pericolose
08.02.01 - polveri di scarto di rivestimenti
10.02.07 - Rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose
10.02.08 - Rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, persi da quelli di cui alla voce 10.02.07
10.09.08 - Forme e anime da fonderia utilizzate, perse da quelle di cui alla voce 10.09.07
16.03.06 – rifiuti organici, persi da quelli di cui alla voce 160305 ( materiale abrasivi flessibili di scarto da
produzione fuori specifica).
Il progetto prevede due fasi:
1) La predisposizione di una nuova sistemazione della viabilità e degli spazi esistenti, in modo da differire le
aree di accettazione in ingresso, le aree di stoccaggio e di lavoro;
2) la realizzazione di un’area di stoccaggio aggiuntiva, nell’area già di proprietà limitrofa allo stabilimento.
Non sono previste installazioni di macchinari e attrezzature o modifiche agli impianti esistenti.
Nell’ambito del riordino generale è prevista la realizzazione di quattro zone:
A) due capannoni coperti uniti da tettoia;
B) un’area parcheggio container;
C) uno stoccaggio batterie al litio o ioni di litio;
D) un’area di emergenza.
A) Capannoni coperti: stoccaggio rifiuti pericolosi e non pericolosi
Attualmente lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi avviene nelle zone D3 e D4 in rosso nel layout stato di fatto
(fig. sotto), e i non pericolosi nelle aree adiacenti, zone E, D1 e D2.
Il progetto prevede di riservare ai rifiuti pericolosi tutte e cinque le aree, D3, D4, E, D1 e D2, (in rosso fig
sotto) che presentano tutte le stesse caratteristiche tecniche dei box dei pericolosi.
I rifiuti non pericolosi verranno trasferiti dalle attuali zone (zone E, D1 e D2), al capannone attualmente ad
uso magazzino, che presenta pavimentazione impermeabile e caditoia centrale per eventuale raccolta degli
spanti mentre sarà realizzato un sistema di raccolta degli eventuali spanti che convoglierà a una vasca a
tenuta, meglio descritta nella sezione “ambiente idrico”. Questo capannone è realizzato in c.a.p. con tetto in
lamiera, ha dimensioni 15,00 m x 60,00 m ed è pavimentato in calcestruzzo.
L’aumento di area di stoccaggio è necessaria al fine di migliorare la preparazione dei materiali alla
spedizione al recupero o smaltimento presso impianti terzi o finali, e permettere il carico in sicurezza dei
mezzi di trasporto, in ambiente di dimensioni idonee per movimentazione dei mezzi pesanti.
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B) Area parcheggio container
L’area esterna adibita a stoccaggio ha superficie di circa 3600 mq ed è pavimentata e impermeabile.
Le tipologie di container sono molteplici: aperti, chiusi con apertura a dx, chiusi con apertura a sx, ermetici,
presscontainer, navette, ecc. e di perse cubature. Alcuni di essi, ovvero tutti i press container di proprietà,
hanno un sistema di tracciamento gps collegato con gli uffici di logistica.
Per ottimizzare l’attività del recupero è necessario predisporre un container per ogni tipologia che si avvia al
recupero, sui quali verrà esposta tabella identificativa indicante codice CER, descrizione ed eventuale altro
nome commerciale. Tutti i container atti a questo tipo di stoccaggio saranno coperti e saranno predisposti
eventuali sistemi di spegnimento di focolai d’incendio attraverso l’uso di estintori a carrello, ciò in base al
tipo di materiale (per esempio per la carta). Quelli vuoti e solo in parcheggio (quindi senza segnaletica
apposta) potranno non essere coperti.
Le aree di parcheggio possono differenziarsi in:
-aree di parcheggio temporaneo, adibite alla sosta temporanea del container propedeutica alla successiva movi-
mentazione per operazioni di carico e scarico dei container; in queste aree il rifiuto non è ancora preso in ca -
rico dall’azienda;
- aree di parcheggio prolungato: nelle quali il rifiuto è preso in carico dallo stabilimento, e quindi sono assegnati
un codice Cer ed un’etichetta; sono identificate in tre aree esterne: area P1, dove i rifiuti sono posti dentro ai
container, e aree P2 - P3, dove gli stessi container sono posti al coperto al di sotto di una tettoia esistente o in
realizzazione.
I cassoni saranno disposti centralmente a spina di pesce al fine di permettere le operazioni di carico e scarico
sugli automezzi in sicurezza. È prevista un’area di circolazione perimetrale di larghezza circa 6 m, con area
di manovra consona alla curvatura degli automezzi. La posizione dei container sarà stabilita con segnaletica
orizzontale, cosi come i percorsi degli addetti.
C) Box di stoccaggio batterie al litio o ioni di litio
Le batterie al litio o ioni di litio sono tra le prime cause di incendio degli impianti di recupero infatti: sono
state classificate con una nuova classe ADR negli ultimi anni, a rimarcare la loro pericolosità, anche se il
codice CER assegnato è non pericoloso 160505. L’unico modo di assicurare una perfetta gestione è
l’isolamento in un’area specifica, lontana dagli altri materiali.
Il progetto prevede dunque la realizzazione di un box adibito al stoccaggio di queste batterie in un
manufatto esistente, precedentemente destinato a cabina di trasformazione elettrica, realizzato in muratura e
dotato di porta ma attualmente in disuso e con l’impianto elettrico completamente smantellato. La ex cabina
in oggetto è situata in un angolo nord-ovest dell’area della Nord Est Ecologia e quindi sufficientemente
isolata da altri edifici, ha dimensione 2,50 m X 2,50 m e altezza circa 9 m. Il manufatto ha caratteristiche
idonee alla resistenza al fuoco, in caso di incendio, in quanto realizzato in cemento precompresso e con una
unica apertura di accesso, che verrà resa Rei.
La quantità conferita allo stabilimento è molto esigua, nell’ordine di meno di 100 kg all’anno, e le batterie
saranno stoccate all’interno di un contenitore adatto alla raccolta di eventuali spanti.
D) Area di emergenza
La committenza intende inpiduare un’area per lo stoccaggio dei rifiuti in emergenza, e più precisamente
un’area pavimentata e impermeabile da lasciare libera e sgombera, nella quale poter procedere allo
stoccaggio solo ed esclusivamente in caso di emergenza, come ad esempio un principio di incendio.
L’area è stata inpiduata in una porzione del piazzale ad ovest che rispetta le caratteristiche sopra descritte.
In quest’area lo stoccaggio dei rifiuti avverrà solo temporaneamente e solo in caso di conclamata emergenza
al fine di permettere le operazioni di messa in sicurezza e procedere con il ripristino delle condizioni
autorizzate.
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DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Le lavorazioni prevedono la messa in riserva o il deposito preliminare dei rifiuti nello stoccaggio
provvisorio del cernito. All’arrivo in azienda i rifiuti sono scaricati nelle aree appositamente predisposte e
definite, in funzione della tipologia di rifiuti.
Nell’impianto sono presenti i seguenti sistemi di stoccaggio:
• 4 serbatoi fissi (per rifiuti speciali liquidi), cod. c1 e c2 della capacità di 15 mc ciascuno, per una capacità
massima di stoccaggio pari a complessivi 60 mc; i serbatori hanno altezza pari a 6 m e sono installati in un
bacino di contenimento in cemento armato impermeabilizzato di capacità 18,5 mc, dotato di fondo con
pendenza e pozzetto di contenimento di eventuali spanti;
• 4 aree di stoccaggio attrezzate per contenitori pallettizzati di cui: 2 per Rifiuti Speciali di 72 mq (cod. d1
e d2) e 2 per rifiuti speciali pericolosi di 72 mq (cod. d3 e d4), per un complessivo pari a 144 mq, realizzati
con muri di contenimento in cemento armato di altezza 2 m e fondo dotato di sistema di captazione degli
spanti;
• 1 area di stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi palabili; in questa area è possibile stoccare anche
rifiuti palettizzati.
• Area attrezzata per stoccaggio materiali cerniti e da cernire, cod. a1 a2 ed f;
Le lavorazioni effettuate all’interno dell’azienda avvengono secondo lo schema a blocchi di seguito.
Verifica No Processo di
Analisi chimica
organizzativa intermediazione
No
No Si
valutazione Si Scheda di Si Progrrammazione
Richiesta ritiro
chimica sicurezza ritiri
Raccolta No Conferimento Chiusura
Carico Trasporto
pulizia esterno pratica
Si
Raccolta/pulizia
Si
Cernita Stoccaggio
Conferimento Chiusura
Impianto cernita Cernita Conferito
interno pratica
No
Stoccaggio Cernita
Impianto di
stoccaggio
L’impianto è dotato delle seguenti apparecchiature:
- nastro di carico, composto da una struttura elettrosaldata sulla quale scorre una catenaria trainata da un
motoriduttore; il materiale da movimentare è contenuto all’interno del nastro da delle sponde di
contenimento fino alla cima del nastro stesso; lo scopo del nastro è di elevare i rifiuti caricati da terra alla
bocca d’ingresso del nastro di selezione ed ha una lunghezza di circa 10-15m;
- trasportatore di selezione, potenza elettrica 1.1 kW e lunghezza circa 25m;
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- pressa carta: si tratta di una pressa per l’imballaggio di materiali cartacei o plastici di media densità e viene
caricata dalla linea di selezione per caduta, che produce balle di dimensione 800X800mm con tramoggia di
dimensione 800X1700;
- separatore magnetico: si tratta di una elettrocalamita in grado di separare i metalli ferrosi dal resto dei
rifiuti;
- pressa imballaggio rifiuti selezionati, per produzione di balle di dimensioni 800x1170mm e altezza
variabile, con tramoggia dimensioni 1800x1070 mm, dotata di certificazioni di conformità CE;
- nastro di carico alla pressa imballaggio rifiuti selezionati, di lunghezza 8 m e larghezza 1,70 e potenza 5.5
kW;
-nastro di carico degli scarti, lungo circa 18m di circa 1KW di potenza.
Al termine dell’istruttoria risulta necessario acquisire le seguenti integrazioni:
- identificazione planimetrica delle aree parcheggio denominate P1-P2-P3;
- chiarire in maniera univoca in merito allo stato di copertura, o meno, dei cassoni, eventualmente secondo
contingenze d’uso (vuoi/pieni, localizzazione nell’ambito del sito, tipologia di rifiuti);
- l'utilizzo della nuova area porta la movimentazione dei rifiuti in prossimità dell'abitazione sul lato NNE
del nuovo spazio scoperto, si chiede quindi la proposta di idonee mitigazioni al fine di ridurre l'impatto da
rumore, polveri e paesaggistico;
- dovranno essere rivalutate le zone di stoccaggio dei rifiuti, alla luce dell’integrazione richiesta per la
componente viabilistica sui percorsi di transito dei mezzi ed i volumi di ingombro degli automezzi;
- dovranno essere rivalutati i codici CER attribuiti ai rifiuti in ingresso, in particolar modo per quanto
riguarda gli imballaggi in materiale misto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia di prevedere che nell’ambito della successiva procedura autorizzativa ex art.208 del
D.Lgs. n.152/2006 debbano essere previste specifiche prescrizioni gestionali.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Secondo la documentazione progettuale l’attività non produce emissioni in atmosfera, in quanto non sono
presenti fonti di emissione di tipo convogliato o diffuso né sono previste installazioni di macchinari e attrez-
zature, che possano produrre emissioni in atmosfera; poichè non è prevista alcuna modifica alle quantità
stoccate o lavorate all’interno dello stabilimento, non ci sarà un aumento del traffico veicolare rispetto all’esi -
stente che giustifichi una modifica dell’inquinamento da gas veicolare.
Nell’ambito del sopralluogo eseguito nello stabilimento è emersa la presenza di un impianto di aspirazione e
filtrazione con relativo camino di emissione, che al momento della visita risultava non attivo e in condizioni
di evidente disuso. Considerata l’assenza di riferimenti a tale impianto nella documentazione di progetto e
le informazioni orientative fornite dai responsabili dell’attività in sede di sopralluogo (secondo cui si stratta
di una impianti a servizio di postazioni originariamente previste per selezione/manipolazione rifiuti con
possibile formazione polveri e attualmente non utilizzate), è necessario fornire integrazioni idonee a chiarire
in via definitiva la situazione amministrativa (stato autorizzativo) ed operativa (regime di lavoro ovvero di -
smissione) di tale impianto, sia nello stato di fatto sia nello stato di progetto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Nello stabilimento esistente è presente un impianto di raccolta delle acque dei piazzali e delle aree
pavimentate, composto da caditoie poste lungo l’area di manovra e nei box, caditoie nella area di
trattamento e condotte in conglomerato cementizio nonchè pozzetti di ispezione. Il capannone è
completamente pavimentato con cemento lisciato al quarzo reso impermeabile con resine epossidiche e
sagomato con pendenze dell’1%, che convogliano gli eventuali spanti in vasche a tenuta perse per ogni
tipologia di drenaggio sopra descritta. Secondo le relazioni dello Studio Preliminare Ambientale non sono
previste immissioni di reflui in fognatura o in acque superficiali.
SISTEMA INTERNO AL CAPANNONE (Esistente)
L’impianto è dotato di sistemi differenziali di captazione e raccolta degli spanti e dei versamenti accidentali:
a) Sistema di drenaggio e raccolta degli spanti e dei colaticci che possono avere origine nelle aree di movi -
mentazione all’interno del capannone. Questo sistema serve l’interno capannone esistente ed è costituito
da un collettore centrale di raccolta, con caditorie di drenaggio posizionate a intervalli regolari. Il colletto-
re principale è collegato a una vasca a tenuta di volume pari a 30 mc (vasca VT), che viene periodicamente
svuotata per smaltire i reflui in impianti autorizzati.
b) Sistemi di captazione – contenimento degli spanti e dei colaticci nelle aree di stoccaggio rifiuti speciali e
pericolosi che è sudpisa in serbatoi fissi e aree di stoccaggio per contenitori pallettizzati. Nella zona dei
serbatoi fissi sono presenti due gruppi per lo stoccaggio dei rifiuti speciali liquidi. Ciascuna coppia di ser-
batoi di capacità complessiva di 30 mc, è installata all’interno di un bacino di contenimento in calcestruz-
zo armato impermeabilizzato con resina epossidica, con capacità pari a 18,5 mc, ovvero superiore alla ca-
pacità di un singolo serbatoio. Il bacino di contenimento ha dimensioni 3,70 x 2,50 per h 2,00 m con pen -
denza dell’1% in modo da confluire gli spanti in un pozzetto di raccolta e prelevamento, inserito nel baci -
no di contenimento e sigillato insieme ad esso (PT1-PT2). Gli eventuali spanti sono facilmente asportabili
dal pozzetto e in caso di necessità possono essere aspirati e inviati allo smaltimento presso enti autorizza -
ti. Le aree di stoccaggio dei rifiuti pallettizzati, che sono quattro e separate tra di loro, sono delimitate da
muri in calcestruzzo armato, pavimentate e dotate di sistemi di captazione di eventuali versamenti me-
diante incisioni di collettamento degli spanti. Le aree sono sagomate con pendenze di modo da contenere
gli spanti e formano così dei bacini di contenimento, inoltre per evitare il ristagno degli spanti sono pre-
senti delle canalette che convogliano in appositi pozzetti a tenuta (PT3-PT4- PT6-PT7). Le aree sono desti-
nate a stoccaggio di contenitori con capienza massima 500lt, e i pozzetti hanno volume utile pari a 600 lt.
Tutti i manufatti di raccolta sono in cemento armato con pozzetto a tenuta in PEAD, e non sono collegati
alla pubblica fognatura, quindi in caso di sversamenti si procede con l’aspirazione per lo smaltimento ver-
so enti terzi. Vi è inoltre un sistema di captazione perso per il box centrale (posizione e) adibito allo
stoccaggio di rifiuti speciali palabili. Il fondo di questo box è sagomato di modo da formare un bacino di
contenimento con doppia pendenza verso l’interno, verso un pozzetto grigliato centrale collegato a un
pozzetto di raccolta a tenuta (PT5) di volume utile pari a 600 lt e caratteristiche uguali a quelli preceden -
temente descritti.
c) Sistema di captazione e raccolta degli spanti e colaticci nell’area tettoia di carico e scarico dei serbatoi di
rifiuti speciali liquidi. L’area di carico e scarico dei serbatoi fissi di stoccaggio rifiuti liquidi, è pavimenta-
ta e sagomata con pendenza verso una canaletta grigliata di captazione di eventuali spanti. La canaletta è
allacciata a un serbatoio a tenuta di volume circa 1000 lt.
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SISTEMA ACQUE METEORICHE (Esistente)
L’azienda utilizza anche un’area pavimentata esterna, adibita a deposito dei mezzi in uso all’azienda e dei
cassoni utilizzati per il trasporto del materiale. Sul piazzale non vengono stoccati rifiuti, ma sono depositati i
cassoni vuoti. Ciononostante l’area pavimentata è dotata di caditoie con collettore indipendente affluente ad
una vasca di raccolta delle acque di prima pioggia. La vasca ha una capacità netta di 5 mc corrispondenti a
un’altezza di pioggia di 5 mm per un piazzale di 1000 mq.
NUOVA AREA STOCCAGGIO INTERNA (Modifica)
La ditta intende ampliare l’area da adibire a stoccaggio di materiale proveniente dalla selezione cernita in un
edificio esistente già realizzato di proprietà. L’edificio è dotato di pendenze e sagomato in modo da confluire
in caditoie grigliate che saranno collegate a vasca a tenuta in realizzazione con dimensioni e volume del tutto
identica alla esistente. Le zone sono sagomate con pendenze di modo da contenere gli spanti e formano cosi
dei bacini di contenimento, inoltre per evitare il ristagno degli spanti sono presenti delle canalette che
convogliano in appositi pozzetti a tenuta.
La dimensione della vasca è di 3 m x 3 m x 3 m pari a 10 mc è sufficiente a sopperire ad eventuali spanti
provenienti dall’ampliamento. Le area adibite a stoccaggio sono pavimentate e dotate di sistemi di
captazione di eventuali versamenti mediante incisioni di collettamento degli spanti.
Come per l’esistente, tutti i manufatti di raccolta sono in cemento armato, e non sono collegati alla pubblica
fognatura, quindi in caso di sversamenti si procede con l’aspirazione per lo smaltimento verso enti terzi.
NUOVA AREA STOCCAGGIO ESTERNA (Modifica)
L’azienda intende ampliare la superficie dell’impianto inserendo nello stabilimento un’area pavimentata
esterna e impermeabile, già esistente e precedentemente adibita a deposito dei mezzi in uso all’azienda e dei
cassoni utilizzati per il trasporto del materiale.
Il piazzale sarà adibito a stoccaggio dei cassoni impermeabili che essendo sigillati garantiscono
l’assolvimento del necessario contenimento di eventuali spanti. Nelle aree a piazzale non saranno eseguite
lavorazioni pertanto i materiali inquinanti possono derivare esclusivamente dall’uso nell’area di mezzi
pesanti (olii, etc.).
L’area pavimentata è già dotata di caditoie con collettore indipendente e idonee pendenze.
Il sistema esistente sarà affluente ad una vasca di raccolta delle acque di prima pioggia in realizzazione. La
vasca avrà una capacità netta di 30 mc corrispondenti a un’altezza di pioggia di 5 mm per un piazzale di 6000
mq. Sarà realizzato anche un disoleatore, in quanto nel piazzale è prevista la movimentazione di mezzi
pesanti per il trasporto dei container ivi stoccati.
In corrispondenza del cancello sulla via dell’artigianato sarà realizzata una caditoia di larghezza
corrispondente al cancello, per evitare la fuoriuscita sulla pubblica via delle acque di dilavamento
provenienti dai piazzali.
Al termine dell’istruttoria risulta necessario acquisire le seguenti integrazioni:
Dall’esame della documentazione di progetto e da quanto emerso in sede di sopralluogo, si rileva la
necessità di acquisire le seguenti integrazioni in merito alla gestione delle acque:
relazione tecnica descrittiva dei criteri di dimensionamento e di gestione (controllo livelli, modalità
di svuotamento e pulizia, verifiche tenuta) delle vasche di raccolta di spanti e colaticci all’interno del
capannone esistente e del nuovo capannone, specificando se a regime coesisteranno o sono integrati
in un unico impianto di trattamento e seci saranno due pozzetti di ispezione e campionamento,
illustrando tra l’altro:
a) idoneità del volume di 30 m 3 a servizio delle aree di movimentazione all’interno del capannone
esistente;
b) idoneità dei pozzetti da 600 litri a servizio delle aree destinate ai rifiuti pallettizzati nel capannone
esistente (tenendo conto delle consolidate indicazioni della vigente normativa e degli enti di
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controllo in merito al volume minimo di contenimento, pari al volume maggiore tra quello del
contenitore singolo più grande ed un’opportuna frazione della quantità complessiva stoccabile);
c) idoneità del volume di 1 m3 a servizio dell’area tettoia di carico e scarico dei serbatoi di rifiuti
speciali liquidi nel capannone esistente;
d) esatte dimensioni (erroneamente indicate: 3 m x 3 m x 3 m pari a 10 mc) e idoneità della vasca a
servizio delle aree di movimentazione all’interno del nuovo capannone.
Nota tecnica descrittiva e illustrazione grafica dei sistemi di trattamento e di controllo delle acque di
prima pioggia (ove presenti) nonché della destinazione sia della prima pioggia sia della seconda
pioggia, chiarendo l’incongruenza tra quanto riportato nella documentazione progettuale (assenza
di scarichi in fognatura secondo le relazioni e recapito in fognatura mista secondo le tavole grafiche)
e quanto emerso in sede di sopralluogo (recapito in fognatura mista sia della prima pioggia sia della
seconda pioggia).
Descrizione della raccolte e gestione delle acque provenienti dalle coperture, con valutazioni circa la
possibilità di contaminazione dovuta a deposizione atmosferiche sul tetto, dell'utilizzo come
possibile diluizione di acque meteoriche contaminate. Spiegare se contribuiscono alla formazione
delle aliquote di prima pioggia ed, in caso affermativo, se le superfici del tetto sono state considerate
nel calcolo dei volumi di 1° pioggia raccolti.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto e si ritiene, pertanto, che la
documentazione da esaminare in fase di approvazione progetto debba prevedere:
- che lo scarico sia dotato (se non già previsto) di idoneo/i pozzetto/i di ispezione e campionamento in grado
di captare sia alle acque di prima che di seconda pioggia;
- che il trattamento della prima pioggia comprenda una sedimentazione accelerata come prescritto dalle
NTA, art.39, c.1;
- che sia predisposta una relazione tecnica in grado di rappresentare l'evidenza che i fenomeni di presenza di
sostanze pericolose o pregiudizievoli si esauriscono con la prima pioggia (stesso articolo e comma) a
disposizione dell'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione allo scarico (art.39 c.1).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario integrare la documentazione prodotta, nell’ambito della successiva
procedura di approvazione progetto.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
La zona in oggetto è posta all’interno della zona industriale di Madonna, a Ovest di Lonigo.
La successione stratigrafica locale è costituita da uno strato superficiale di terreni argillosi con spessore tra 5
e 10 m a cui segue un’alternanza di strati sabbioso-ghiaiosi e argillosi.
Nell’intorno dell’area in studio il substrato roccioso, che costituisce il prolungamento sepolto delle
propaggini beriche e lessinee, è localizzato a profondità variabili tra 80 e 150 m.
Dal punto di vista idrogeologico l’area è caratterizzata da un’alternanza di terreni impermeabili e
permeabili, organizzati in un sistema di più falde sovrapposte, di cui le più superficiali, fino a circa 30 metri
di profondità libere o semiconfinate e le sottostanti in pressione (artesiane).
I livelli acquiferi in pressione sono almeno tre, localizzati all’incirca tra 40 e 60 m, tra 70 e 80 m e tra 90 e 110
m di profondità.
L’area di progetto comprende esclusivamente superfici a destinazione produttiva; in particolare si
utilizzeranno fabbricati e piazzali produttivi esistenti, senza modificare l’attuale uso del suolo.
In sede di sopralluogo sono state rilevate situazioni di deterioramento superficiale della pavimentazione nei
capannoni e nei piazzali. Si rende necessaria una verifica generale della tenuta delle pavimentazioni, sia
nella parte già in uso sia nella parte di ampliamento, con identificazione degli interventi di sistemazione e
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proposta delle relative modalità e tempistiche di esecuzione, oltre alla presentazione di una procedura
gestionale atta a mantenere, nel tempo, il necessario stato di integrità delle pavimentazioni interne ed
esterne.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. In considerazione del fatto che l'azienda è in
possesso delle certificazioni iSO 9001:2015 e ISO 14001:2015 (Bureau Veritas Italia - certificati
rispettivamente: IT283594 ed IT244406/UK) si prescrive l’inserimento della Procedura Gestionale sulla
gestione delle pavimentazioni all'interno dei Sistemi di Gestione oggetto di Certificazione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario integrare la documentazione prodotta, nell’ambito della successiva
procedura di approvazione progetto.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L’azienda si colloca nella zona ovest del territorio comunale di Lonigo, località Madonna, a circa 1,5 km dal
centro storico, all’interno della zona industriale/artigianale di Lonigo.
Il sito è ubicato in un lotto di terreno a destinazione d’uso industriale produttiva, e circondato di altre attivi -
tà produttive di vario genere. Nell’area industriale sono presenti anche alcune abitazioni residenziali del tipo
a servizio dell’attività produttiva.
La zona in cui insiste l’impianto è classificata dagli strumenti urbanistici come D1- area industriale, ma vi
sono strutture residenziali in vicinanza di essa.
In base alla relazione di valutazione impatto acustico, elaborata in data 13 febbraio 2019 a firma del Tecnico
Competente in Acustica Roberto Romanini sulla scorta di misure strumentali eseguite in data 31 gennaio
2019, sono riportati i seguenti risultati:
RELATIVAMENTE AI VALORI ASSOLUTI DI IMMISSIONE:
Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
non sia sufficiente viste le finalità emerse; l’argomento non e’stato trattato relativamente agli impatti acustici
determinati dalle attività, dagli impianti e dal traffico indotto dell’azienda per il periodo diurno così come
richiesto dalla normativa di settore (ai sensi dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive
norme attuative).Di seguito si indica:
- Manca nella valutazione l’analisi del traffico indotto, con indicazioni riferibili sui percorsi di collegamento
alle strade principali usati dai mezzi di trasporto del materiale in ingresso e in uscita dal lotto, sul numero
dei mezzi dell’attività e sulle emissioni di traffico indotto prodotte dall’attività sulle strade afferenti l’area in
esame, allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi – soprattutto
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pesanti – dell’attività in funzione dell’effettiva classificazione secondo la tabella 2 del DPR n. 142/2004 delle
infrastrutture stradali percorse dai mezzi aziendali e privati leggeri e pesanti;
Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti del traffico esterno alla futura attività saranno confrontati
con i limiti delle infrastrutture stradali percorse dai mezzi di trasporto di cui sopra.
Di seguito alle valutazioni effettuate con gli approfondimenti riguardanti la richiesta di integrazioni di cui
sopra, se si riscontrassero criticità legate all’attuale traffico caratterizzante l’area di indagine con conseguenti
alterazioni di tali livelli, dovute agli incrementi del traffico veicolare indotto dalla attività, si indica
l’opportunità di valutare delle possibili alternative concordate anche con le Amministrazioni Comunali
specifiche ai percorsi prevalenti di collegamento al lotto aziendale, anche come sistemi di mitigazione dei
livelli sonori prodotti dal traffico indotto, nei confronti dei ricettori impattati, a scopo di riportare nei limiti
di norma (tabella 2 del DPR 142/2004) i suddetti valori di emissione sonora.
- manca inoltre la verifica del criterio differenziale, così come espressamente richiesto dalla specifica
normativa di settore.
Si ponga particolare attenzione alla verifica del criterio differenziale in funzione delle indicazioni suddette. E
si indica fin d’ora che dichiarazioni circa la verifica del criterio differenziale (da effettuare per indicazione
normativa in ambiente interno) relative ai livelli presunti, calcolati per il confronto con il limite verificato a
finestre chiuse non è accettato, bensì solo a finestre aperte che nel caso di effettiva impossibilità di accesso ai
vani del fabbricato, può essere assimilato al calcolo in facciata più esposta alle emissioni sonore.
- Nel monitoraggio condotto dal tecnico competente redattore della documentazione di impatto acustico, si
evidenziano anomalie e potenziali criticità relative ai livelli di rumore residuo riscontrati nella
documentazione.
Si chiede la specifica valutazione con scorpori e analisi del tracciato fonometrico dei livelli di rumore
ambientale (caratterizzando le specifiche sorgenti aziendali) e residuo.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e non si riscontrano potenziali o manifeste criticità
a causa delle attività, anche manuali, degli impianti, dei mezzi e macchinari dell’azienda; si ritiene
opportuno prescrivere comunque un monitoraggio post operam
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia di prescrivere un monitoraggio post operam.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Dalla documentazione presentata dalla ditta proponente il progetto, non ci sono indicazioni in merito
all’impatto da agenti fisici.
Il progetto non presenta particolari criticità dal punto di vista degli impatti da agenti fisici, salvo quanto ri -
portato nell’apposita sezione in materia di rumore.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’impatto visivo è inalterato rispetto all’esistente pertanto non è stata presentata una relazione paesaggistica.
Al fine di ridurre ulteriormente l’aspetto ambientale saranno posizionate delle barriere (alberi) lungo il
confine nord, verso l’abitazione esistente e confinante, che viene considerata dal progettista il punto più
sensibile all’impatto visivo.
A proposito della sistemazione a verde proposta (“alberi lungo il confine nord”), si prescrive la
presentazione di un elaborato planimetrico che riporti le specie utilizzate e le distanze di impianto, tempi e
modalità di messa dimora..
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Inoltre manca un computo metrico estimativo delle opere previste che precisi i costi dell’intervento,
comprensivi degli oneri della manutenzione da prevedere almeno per i primi tre anni dall’impianto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. In fase di approvazione progetto, a proposito
della sistemazione a verde proposta (“alberi lungo il confine nord”), si prescrive la presentazione di un
elaborato planimetrico che riporti le specie utilizzate e le distanze di impianto, tempi e modalità di messa
dimora, comprensivo di un computo metrico estimativo delle opere previste che precisi i costi
dell’intervento, comprensivi degli oneri della manutenzione da prevedere almeno per i primi tre anni
dall’impianto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Il sito è servito dall’Autostrada A 4 “Milano – Venezia” con il vicino casello di Montebello Vicentino (a 5
Km). La rete viaria esistente è costituita da strade statali e provinciali, con sezioni dimensionate per notevoli
volumi di traffico, anche pesante e, quindi, idonee alle esigenze della Ditta.
In particolare, si evidenziano la ex s.s 500, che lambisce la zona artigianale industriale e la S.P. 17, le cui due
uscite si trovano a sud e a nord dell’area.
L’aumento di area di stoccaggio si inserisce all’interno del ciclo produttivo della ditta non aumentando il
traffico in entrata o in uscita al sistema produttivo.
Ad integrazione, dovranno essere inpiduati, anche planimetricamente, i percorsi di transito ed i volumi di
ingombro degli automezzi.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia di prevedere che nell’ambito della successiva procedura autorizzativa ex art.208 del
D.Lgs. n.152/2006 debbano essere previste specifiche prescrizioni gestionali.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
La ditta è ubicata in una zona industriale produttiva ed è circondata da altre attività produttive di vario
genere. L’intervento non comporta nuove edificazioni e quindi non si rilevano interferenze con le risorse
naturali ed agronomiche. Tuttavia poichè saranno posizionate delle barriere (alberi) lungo il confine nord,
verso l’abitazione esistente e confinante, va specificato a titolo integrativo il tipo di essenza che si intende
piantare e la manutenzione programmata per i primi due anni.
A proposito della sistemazione a verde proposta (“alberi lungo il confine nord”), si prescrive la
presentazione di un elaborato planimetrico che riporti le specie utilizzate e le distanze di impianto, tempi e
modalità di messa dimora..
Inoltre manca un computo metrico estimativo delle opere previste che precisi i costi dell’intervento,
comprensivi degli oneri della manutenzione da prevedere almeno per i primi tre anni dall’impianto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto (si veda in proposito quanto indicato nel
paragrafo sull’impatto paesaggistico).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
L’intervento non comporta nuove edificazioni e quindi non si rilevano interferenze con la flora e la fauna.
Tuttavia poichè saranno posizionate delle barriere (alberi) lungo il confine nord, verso l’abitazione esistente
e confinante, va specificato a titolo integrativo il tipo di essenza che si intende piantare e la manutenzione
programmata per i primi due anni.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Il territorio del Comune di Lonigo è direttamente interessato da siti inclusi nel sistema NATURA 2000, in
quanto parte del suo territorio ricade nel SIC IT3220037 “Colli Berici”.
Gli interventi possono essere riconducibili all’ipotesi di non necessità di valutazione di incidenza qualora sia
dimostrato tramite apposita relazione tecnica che non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti
della rete Natura 2000. La proposta progettuale va dunque integrata con un apposito capitolo per Rete
Natura, in particolare riguardo la matrice rumore evidenziando con un buffer di 200 m attorno alla ditta, per
escludere i coinvolgimenti con elementi della rete Natura 2000.
le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Non vengono riportati studi e analisi di approfondimento su questo comparto ambientale che evidenzino gli
impatti delle nuove attività di progetto sulla salute dei lavoratori e delle persone.
Nell’ambito del sopralluogo presso il sito è emersa l’esigenza di un approfondimento in merito alla presenza
o meno di MCA (Materiali Contenenti Amianto) nelle strutture aziendali, in particolare in copertura,
elaborando in tal caso la verifica dello stato di conservazione/degrado secondo vigente normativa regionale
(DGR 265/2011).
Relativamente alla situazione di prevenzione incendi (pratiche VVF), si richiede di illustrare la conformità
antincendio dello stato attuale del sito, evidenziando la regolarità e le condizioni (quantitativi ammessi,
presidi antincendio etc.) per i depositi di materiali e per l’impianto fotovoltaico. Si richiede altresì di
illustrare lo stato d’avanzamento della pratica VVF per l’ampliamento di progetto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto: la trasmissione ai VVF della richiesta valutazione
progetto (art.3 DPR 151/2011) risulta inoltrata in data 10/10/2019; si resta in attesa dell’esito.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere; risulta tuttavia necessario verificare, in fase di approvazione progetto, la conformità alle NTA del PI
del Comune di Lonigo in merito alle "attività non ammesse in zona D 1 artigianale - industriale”.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta, prescrivendo,
tuttavia, l’acquisizione di specifici dati nella successiva fase di approvazione del progetto.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti, le emissioni in atmosfera e lo scarico dei reflui.
2) Nella presentazione dell’istanza di approvazione progetto la ditta dovrà presentare una documentazione aggiornata
sui seguenti aspetti:
a) Ambiente idrico
- lo scarico dovrà essere dotato di idoneo/i pozzetto/i di ispezione e campionamento in grado di captare sia alle acque di
prima che di seconda pioggia;
- il trattamento della prima pioggia deve comprendere una sedimentazione accelerata come prescritto dalle NTA, art.39,
c.1;
- predisposizione di relazione tecnica in grado di rappresentare l'evidenza che i fenomeni di presenza di sostanze
pericolose o pregiudizievoli si esauriscono con la prima pioggia (stesso articolo e comma) a disposizione dell'autorità
competente al rilascio dell'autorizzazione allo scarico (art.39 c.1).
b) Impatto su suolo e sottosuolo
- implementazione della Procedura Gestionale sull’integrità delle pavimentazioni all'interno dei Sistemi di Gestione
oggetto di Certificazione .
c) Impatto paesaggistico
- presentazione di un elaborato planimetrico che riporti le specie utilizzate e le distanze di impianto, tempi e modalità
di messa dimora, comprensivo di un computo metrico estimativo delle opere previste che precisi i costi dell’intervento,
comprensivi degli oneri della manutenzione da prevedere almeno per i primi tre anni dall’impianto.
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3) Preliminarmente all’approvazione del progetto dovrà essere acquisito il parere dei VV.FF. A seguito della richiesta
valutazione progetto (art.3 DPR 151/2011) inoltrata in data 10/10/2019.
4) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, in fase di collaudo, l’azienda dovrà:
- effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenzial e e del limite di
emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con
modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia
con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.
5) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio
Vicenza, 07 novembre 2019
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Alessandra Di Nardo Andrea Baldisseri
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