determina

              PROVINCIA DI VICENZA
             Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




           DETERMINAZIONE N° 233 DEL 08/02/2019

                     Servizio VIA VINCA

OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: GOBBO STEFANO & C. SRL
PROGETTO: RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI, AUMENTO
QUANTITATIVO
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI MONTEBELLO VICENTINO

                       IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota del 21 settembre 2018, prot. n. 61992 , da parte della
ditta Gobbo Stefano & C. S.R.L con sede legale e operativa in comune di Montebello Vicentino,
Strada Statale n.11, Signolo n.24/26, relativa al progetto di un “ Recupero rifiuti speciali non
pericolosi, aumento quantitativo” richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di
verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazione di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 09-10-2018 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 07-02-2019, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
02/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021.
Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021.

                      DETERMINA

   1. che il progetto della ditta Gobbo Stefano & C. S.R.L con sede legale e operativa in comune
     di Montebello Vicentino, Strada Statale n.11, Signolo n.24/26, relativa al progetto di un “
     Recupero rifiuti speciali non pericolosi, aumento quantitativo” è escluso dalla procedura
     di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
     con le prescrizioni riportate nel parere 02/2019 allegato alla presente determinazione per
     costituirne parte integrante e sostanziale;
   2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
     provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
     Regione Veneto;
   3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
   4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Montebello
     Vicentino, ARPAV, Ulss 8 Berica, Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, Veneto strade
     spa, Medio Chiampo spa.
                         INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.

Vicenza, 08/02/2019
                                 Sottoscritta dal Dirigente
                                  (MACCHIA ANGELO)
                                   con firma digitale

---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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                    SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
                        Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
             Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




             GOBBO STEFANO & C. S.R.L.
                        PARERE N. 02/2019

Oggetto: Modifica impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti.
PROPONENTE:            Gobbo Stefano srl
SEDE LEGALE:           Strada Statale n.11, Signolo n. 24/26 – Montebello Vicentino
SEDE INTERVENTO:         Strada Statale n.11, Signolo n. 24/26 – Montebello Vicentino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO:           Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/06.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del d.lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                 infrastrutture, lettera z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                 pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                 operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:        \\\
DATA DOMANDA:           21 settembre 2018
DATA PUBBLICAZIONE:        09 ottobre 2018
DATA INTEGRAZIONI:        19 dicembre 2018

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Studio Preliminare Ambientale
1 Autorizzazioni/Iscrizioni/Certificati
ALLEGATO 1
1.1 Iscrizione al registro Provinciale
1.2 Iscrizione Albo Gestori Ambientali
1.3 Autorizzazione alle Emissioni in Atmosfera
1.4 Certificato Prevenzione Incendi
1.5 Certificato di destinazione Urbanistica
1.6 Documentazione Pozzo Artesiano
2 Elaborati Grafici
ALLEGATO 2
2.1 Planimetria Attuale
2.2 Planimetria futura
ALLEGATO 3
Previsione di Impatto Acustico.

                             PREMESSE
La ditta opera da alcuni decenni nel settore dei materiali da recupero della plastica. Essa effettua il recupero
di rifiuti classificati speciali non pericolosi ai sensi del DM 5 febbraio 1998 e s.m.i. ed è iscritta al Registro
Provinciale delle attività che operano in regime semplificato con proroga Determina 499 del 29/05/2018.
Le operazioni di recupero autorizzate nel sito sono la sola messa in riserva per alcune tipologie del D.M.
5/02/98, la sola messa in riserva per alcuni rifiuti identificati da codici CER appartenenti alle tipologie 6.1 e
6.2 e il recupero vero e proprio per altri codici CER, appartenenti alle tipologie 6.1 e 6.2, per un quantitativo
massimo di rifiuti accettati di 5990 ton/anno e un quantitativo massimo di messa in riserva di 231,4 tonnella-


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te (viene previsto di recuperare rifiuti plastici tramite operazioni di selezione e triturazione/macinatura, a
mettere in riserva altre tipologie di rifiuti (metallo, carta) e a recuperare rifiuti di legno).
Per varie motivazioni legate sia a strategie di mercato, sia ad una razionalizzazione del ciclo produttivo, la
Proprietà ha intenzione di aumentare il quantitativo di rifiuti, classificati speciali non pericolosi, avviati ad
operazioni di recupero, sino ad un massimo di 14.990 tonnellate/anno, sudpise in 4.410 tonnellate/anno
sottoposte ad operazioni di sola messa in riserva e 10.580 tonnellate/anno sottoposte ad operazioni di recu-
pero, e di aumentare la quantità stoccata in messa in riserva, per un massimo di 524,4 tonnellate, pise fra
229 tonnellate di messa in riserva assoluta e 254,4 tonnellate di messa in riserva funzionale al recupero.
Gli impianti utilizzati per l’attività di recupero, rimangono gli stessi, la proprietà non prevede nuove instal -
lazioni di macchinari. Per quel che riguarda l’area occupata dal capannone e dal piazzale pavimentato, il
progetto prevede un ampliamento, in modo da poter aumentare lo spazio disponibile per depositare e movi-
mentare il materiale. Attualmente, il materiale stoccato all’esterno non si configura come rifiuto, ma come at-
trezzature necessarie all’attività. Gli unici rifiuti stoccati sul piazzale sono coperti e lì posizionati per la sola
movimentazione giornaliera.
La proprietà prevede una ridistribuzione degli spazi, l’aumento delle ore e dei giorni di funzionamento dei
macchinari in dieci ore/giorno e 250 giorni/anno.
Si prevede un ampliamento del capannone funzionale alla ridistribuzione degli spazi.

                            UBICAZIONE
Il complesso si situa in Strada Statale Undici Signolo 24/26, nel territorio comunale di Montebello Vic.no.
L’attività viene svolta in un sito che si trova in una Z.T.O. di tipo D1.
La proprietà ha una superficie di circa 5000 m 2: l’area è completamente pavimentata in cemento lisciato o
asfalto, tranne una piccola porzione. Il sito risulta completamente recintato da muretti in calcestruzzo armato
e da recinzioni in metallo.




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                          Ortofoto del sito


            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.) dei Comune di Montebello Vicentino, Gambellara,
Montorso Vicentino e Zermeghedo ;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Montebello Vicentino;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico si presenta con adeguato livello di dettaglio, ma per quanto riguarda gli strumenti
esaminati, così come per ciò che concerne l’analisi delle sensibilità emergenti, debbono essere approfondite
le relative valutazioni di relazione con la proposta progettuale in esame.
In particolare occorre che nello studio presentato siano messe in relazione con l’impianto le sotto indicate
tematiche:
- riguardanti il PTA anche al fine di inpiduare correttamente le eventuali misure di mitigazione necessarie;
- l’applicabilità delle prescrizioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
- approfondire il rapporto dell’impianto con il PRGRUS andando, in particolar modo, ad approfondire gli
aspetti indicati nell’Allegato A alla DCR n. 30/2015, Elaborato D: Programmi e linee guida, punto 1. CRITERI
PER LA DEFINIZIONE DELLE AREE NON IDONEE ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI
RECUPERO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI;
- nello S.I.A. è stata inpiduata una criticità “PATI elaborato 3 - Carta delle Fragilità, dove l'area di progetto
è indicata con il colore giallo come tutto il resto del territorio circostante che risulta “idoneo a condizione”

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dal punto di vista geologico ai fini dell'edificabilità. “Sarebbe opportuno approfondire le motivazioni che
hanno portato ad inpiduare quest’area come “idonea a condizione”, mettendole in rapporto con
l’intervento proposto anche al fine di inpiduare correttamente le eventuali misure di mitigazione
necessarie.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO E
DELLA ATTIVITA’ ESERCITATA La ditta è autorizzata in regime semplificato a recuperare rifiuti plastici
tramite operazioni di selezione e triturazione/macinatura, a mettere in riserva altre tipologie di rifiuti
(metallo, carta) e a recuperare rifiuti di legno. La tabella seguente riporta le tipologie, i codici CER, le
operazioni di recupero e le quantità di rifiuti attualmente messi in riserva e recuperati.




Il capannone è sudpiso sostanzialmente in quattro aree: due di queste sono dedicate principalmente alla
messa in riserva dei rifiuti, una allo stoccaggio del materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto (ex M.P.S.) e
nell’ultima sono alloggiati gli impianti utilizzati per l’attività di recupero, oltre ad una zona per la messa in
riserva dei rifiuti.
Le attività di recupero sono articolate come segue:ATTIVITÀ 1: RECUPERO PLASTICHEconsiste nel
recupero di materie plastiche, costituite da partite omogenee di polimeri, classificate come rifiuto non
pericoloso, inpiduate da codici C.E.R. appartenenti alle tipologie 6.2 e 6.1.
Il recupero avviene attraverso la macinazione/triturazione della plastica in modo da ottenere dei
granuli/scaglie. L’azienda è dotata di sei mulini/granulatori, di cui cinque collegati al sistema di
abbattimento polveri, mentre uno non è collegato al sistema di abbattimento polveri in quanto lavorando la
plastica in scaglie di grosse dimensioni, non produce polverosità. Il sistema di aspirazione e abbattimento
polveri è costituito da cicloni e un filtro a maniche ed è tarato per il funzionamento contemporaneo di tre
mulini.ATTIVITÀ 2: SELEZIONE E COMPATTAMENTO PLASTICHEconsiste nella selezione, cernita di
sostanze estranee e compattamento plastiche, classificati come rifiuti non pericolosi, inpiduati dai codici
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C.E.R. appartenenti alle tipologie 6.1 e 6.2.ATTIVITÀ 3: RECUPERO PALLETS IN LEGNOl’azienda ripara i
pallets provenienti da terzi e di sua proprietà per proprio uso interno.ATTIVITÀ 4: MESSA IN
RISERVAMessa in riserva di alcune tipologie di rifiuti
Nei diagrammi a blocchi seguenti si schematizzano le lavorazioni afferenti alle precitate attività lavorative
principali.




Gli aspetti ambientali maggiormente significativi per quanto concerne l’attività della ditta sono:
- le emissioni in atmosfera
- le emissioni acustiche
- la produzione di rifiuti
- il consumo di risorse (acqua da pozzo antincendio, acqua di rete peer usi civili, energia elettrica). La
   tabella seguente riporta le tipologie, i codici CER, le operazioni di recupero e le quantità di rifiuti di
   progetto rispettivamente per la messa in riserva ed il recupero.




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Gli elementi sostanziali della iniziativa progettuale avanzata dal Proponente, che non si cumula con altri
progetti adiacenti entro un raggio di 1 km, sono i seguenti:aumento del quantitativo di rifiuti sottoposti ad
operazioni di recupero, sino ad un massimo di 14.990 tonnellate/anno, di cui
- 30 % pari a 4.410 tonnellate/anno sottoposte ad operazioni di sola messa in riserva
- 70 % pari a 10.580 tonnellate/anno sottoposte ad operazioni di recupero
- aumento del quantitativo di messa in riserva fino a 524,4 tonnellate, di cui
- 44 % pari a 229 per la messa in riserva assoluta e
- 56 % pari a 295,4 per la messa in riserva funzionale ad operazioni di recupero.Non sono previsti:
- installazione di nuovi macchinari;
- aumento dei codici CER.
Sono invece previsti
- un ampliamento del capannone (pari a circa +325 mq), funzionale a una ridistribuzione degli spazi;
- l’aumento delle ore/giorni di funzionamento dei macchinari in 10 ore/giorno e 250
    giorni/anno.L’inquinante principe delle emissioni in atmosfera generate dall’attività sono le polveri,
    dovute alle attività di macinazione e segatura delle plastiche. Nel caso di specie si distinguono emissioni
    in ambiente di lavoro e in atmosfera esterna.
Le prime sono generate dal mulino non aspirato e dalla sega a nastro: esse vengono convogliate nel filtro car-
rellato con due filtri a maniche (richiesto il parere SPISAL, nel maggio 2011).
Le seconde competono alla attività di cinque mulini macinatori (aspirati); un sesto apparato di macinatura
non è collegato al sistema di abbattimento polveri in quanto, producendo scaglie di dimensioni maggiori,
non produce polverosità.
Il filtro a maniche ha una potenzialità tale da poter essere asservito a solo tre mulini per volta, questo implica
che possono lavorare solo tre mulini in contemporanea.
Il sistema di abbattimento delle polveri è costituito da cicloni depolveratori, tutti collegati ad un filtro a ma -
niche, che convoglia l’aria depurata al camino 1, con Q = 25000 Nmc/h e limiti per le polveri a 20 mg/Nmc.
L’autorizzazione prevede controlli annuali: nel periodo 2016-2018 i valori di concentrazione sono molto al di
sotto del limite concesso.

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Con il passaggio al regime produttivo di progetto gli impianti saranno impiegati secondo un regime più
spinto di esercizio, in base alle previsioni di aumento temporale delle lavorazioni.La gestione delle acque
riguarda le acque utilizzate per usi civili, e le acque meteoriche. L’azienda non utilizza acqua a scopi
industriali.
Le acque utilizzate a scopo civile sono prelevate dall’acquedotto e scaricate in fossa settica, pulita
periodicamente con autoespurgo. In azienda è presente un pozzo utilizzato per antincendio e bagnatura del
verde (15 m3 anno).
Le acque meteoriche incidenti sulla superficie esterna sono convogliate tramite un sistema di caditoie ad una
tubazione di rete asservita alla lottizzazione.
L’azienda non è dotata di sistemi di depurazione per le acque meteoriche, in quanto, anche se appartenente
all’Allegato F del Piano di Tutela delle Acque, come attività che gestisce rifiuti, non vi sono, sul piazzale,
stoccaggi di materiale non coperti o attività sottoposte a dilavamento meteorico.
Nella ipotesi di progetto nessuna variazione sarà da apportare alle predette modalità di gestione delle
acque.Gli impianti produttivi sono localizzati tutti all’interno del capannone, ad eccezione dell’impianto di
aspirazione e filtrazione polveri posizionato esternamente sul lato Nord-Ovest.
Non sono presenti abitazioni in prossimità della Ditta: i ricettori residenziali più vicini sono stati identificati
a 115 m e 250 m.
Non vengono previste variazioni sostanziali alle sorgenti acustiche sia in termini di potenza o posizione.
In ordine al traffico veicolare pesante attuale la stima riferita allo stato attuale indica due passaggi giorno di
autotreni. Il progetto prevede un massimo di sei passaggi giorno, calcolati sulla massa massima di materiale
trasportabile dall’autotreno della ditta. L’iniziativa:
- assume una “portata” (D. Lgs. 152/06 smi) stimata entro 500 m dal sito;
- non ha carattere transfrontaliero;
- è riconducibile ad un basso indice di impatto per ordine di grandezza e complessità del progetto;
- può essere considerata “reversibile”.
Si ritiene altresì di richiedere integrazioni in tema di modalità temporale per la gestione delle MPS e di
identificazione compiuta ed univoca dei CER aventi descrizione generica (100299, 100899, 160216 e 160316).
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Da progetto non si prevedono nuovi impianti di abbattimento, ma piuttosto un maggior utilizzo dei mulini e
quindi, di conseguenza del filtro a maniche, che dai risultati dei controlli alle emissioni annuali, ha messo in
evidenza una buona efficienza di abbattimento.
Dall’analisi addotta dal Proponente si desume che l’incidenza ambientale delle emissioni, dovute allo stato
di progetto della Gobbo Stefano S.r.l., può considerarsi trascurabili rispetto al contesto in essere.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.



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CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Dalla Cartografia del Consorzio Alta Pianura Veneta si evince che nei pressi della zona dove insiste l’attività
nasce la “Roggia Signoletto”, che, nel territorio comunale di Brendola confluisce prima nella Roggia Signolo
e poi nel fiumicello Brendola, che, a sua volta, nel territorio di Lonigo confluisce nel Guà.
L’attività non fa uso di acqua a scopi industriali: come già descritto esiste un pozzo per l’antincendio e la
bagnatura del verde mentre l’acqua di acquedotto alimenta gli usi civili.
L’acqua meteorica è collettata da una rete di raccolta delle acque di pioggia asservita alla zona industriale.
La ditta non si è dotata di sistemi di depurazione dell’acqua meteorica in quanto sia le attività che gli
stoccaggi dei rifiuti sono protetti dagli agenti atmosferici.
Non risulta definita la destinazione delle acque di dilavamento meteorico delle superfici.
Si ritiene opportuno un approfondimento sulle motivazioni tecniche, gestionali e strutturali per cui viene
affermato che l'attività non soggiace ai requisiti dell'art 39 delle NTA del PTA.
In particolare sono da approfondire: le caratteristiche della rete di raccolta (destino); la presenza di materiali
(rifiuti e MPS) in aree scoperte; la corrivazione verso la zona non impermeabilizzata, la presenza di azioni
mitigative per quanto concerne la presenza di Solidi sospesi (procedure gestionali di pulizia dei piazzali,
ecc).
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Per indagare lo stato del suolo e sottosuolo sono riportati nel SIA alcuni estratti i mappe elaborate a livello di
pianificazione provinciale (Carta Geolitologica e Idrogeologica del PTCP del 2012).
Si evince che il sito in studio
- poggia su uno strato di depositi alluvionali, in particolare su “materiali alluvionali, fluvioglaciali,
   morenici o lacustri a tessiture prevalentemente limo – argillosa,
- si trova a valle della linea delle risorgive.
L’area attualmente è completamente pavimentata con asfalto, a parte una fascia laterale dove è presente del
ghiaione.
L’intervento non prevede una ulteriore occupazione di suolo, la superficie drenante rimane tale, saranno
possibili delle piccole operazioni di scavo per l’ampliamento.
Il proponente ritiene che l’intervento di ampliamento costituisca un miglioramento per le condizioni
dell’attività lavorativa.
Negli atti di progetto si annette una domanda di terebrazione del pozzo del 18.10.1990 ed il relativo nulla-
osta a perforare, emesso dalla PPAA competente: al punto 8 del predetto nulla osta è specificato che per
l’utilizzo la ditta dovrà conseguire regolare concessione. Dagli atti pervenuti non è dato sapere se il
procedimento amministrativo è stato perfezionato: dal momento in cui negli atti precitati devono figurare i
parametri di utilizzo dichiarati dal Proponente nel SIA, si sospende il giudizio per richiesta di integrazioni
(i.e. documentazione di concessione per piccola derivazione con annessi i dati principali del pozzo, come
diametro, profondità, portata, stratigrafia del sottosuolo) e lo si riprenderà all’arrivo delle stesse . Si ritiene
altresì di richiedere se, in relazione al previsto ampliamento del capannone, la ditta abbia eseguito / o
ritenga di svolgere approfondimenti per la caratterizzazione di tipo geognostico, geotecnico e sismico del
sottosuolo.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.



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                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Premesso che la situazione di progetto non cambierà il clima acustico attuale giacchè il progetto non prevede
l’installazione di nuove sorgenti sonore, la valutazione dell’impatto acustico condotta dal Proponente
(Allegato 3 al SIA) è stata effettuata mediante una serie di misurazioni dei livelli acustici al confine
aziendale. L’analisi persegue l’obiettivo di verificare il rispetto dei limiti sia nella condizione attuale ed in
quella futura.
Le conclusioni della Valutazione da parte del tecnico competente sono di seguito riportate:
- dai valori di rumorosità rilevati al confine aziendale emerge che l’azienda ha una influenza
   estremamente ridotta sul clima acustico dell’area
- dai valori di emissione calcolati al confine aziendale, ampiamente sotto i limiti della zona ove insiste
   l’azienda, si può ricavare che l’emissione ai ricettori risulta di circa 26dB al ricettore 1, di circa 20dB al
   ricettore 2 e di circa 40dB al ricettore 3.
- tutti i valori risultano trascurabili e ampiamente inferiori ai limiti di zona dei ricettori
dalla valutazione effettuata l’impatto acustico relativo al funzionamento della struttura risulta compatibile
con i limiti della classificazione acustica.
Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
non sia sufficiente viste le finalità emerse; l’argomento non e’stato trattato relativamente agli impatti acustici
determinati dall’attività, dell’azienda, così come richiesto dalla normativa di settore (ai sensi dell’art. 8 della
Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive norme attuative nonchè DDG ARPAV n. 3 del 29/01/2008).
Di seguito si riporta:
Manca la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame. Si chiedono, delle
indicazione riferibili sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di trasporto del
materiale in ingresso e in uscita dal lotto, sul numero dei mezzi di trasporto dell’attività e sulle emissioni di
traffico indotto prodotte dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali
prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività. Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti del
traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture stradali percorse dai mezzi di
trasporto di cui sopra.
Inoltre la verifica dei livelli di traffico indotto deve essere effettuata previa classificazione delle infrastrutture
stradali afferenti all’area di progetto così come indicato da specifica norma – DPR 142/2004 ; si indichi quindi
la tipologia di strada secondo tabella 2 del decreto specifico e i rispettivi limiti per il periodo diurno che
saranno confrontati con le effettive emissioni di rumore dovute al traffico indotto di cui sopra.
Manca l’effettiva verifica dei livelli residuali atti al confronto con i valori di rumore prodotti dagli impianti e
attività dell’azienda; cioè si ritiene opportuno verificare con rilievo fonometrico i livelli di rumore residuo
scorporati dalle emissione stradali e non, presso i ricettori prossimi all’area indagata, nonché i valori LeqA e
L95 orari più bassi riscontrati dal monitoraggio, che saranno usati per la verifica del livello differenziale
presso i suddetti ricettori.
La documentazione deve sempre essere correlata di report di misura, con le storie temporali e l’analisi del
dato, con percentili, dei monitoraggi utili alla caratterizzazione dei livelli residuali - presso i ricettori più
impattati dalle emissioni sonore dell’attività e ambientali, affinchè il livello di rumore prodotto dalle
specifiche sorgenti possa avere carattere di riferibilità. Le verifiche fonometriche dovranno essere condotte
per un tempo di misura adeguato alla effettiva caratterizzazione delle emissioni delle sorgenti. Si indica
inoltre il riscontro di anomalie e refusi, nei report riportanti le storie temporali e i valori di emissione sonora
riscontrati nel monitoraggio fonometrico.

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Valutando la variabilità delle situazioni incognite presenti nel sito in analisi se non fosse possibile il
monitoraggio in ambiente interno (così come chiesto dalla norma vigente) presso i suddetti ricettori, si
ritiene opportuno valutare i livelli differenziali a finestre aperte assimilati ai valori in ambiente esterno
verificati ad 1 mt. dalla facciata.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                           VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
L’iniziativa progettuale non pare contraddistinta da alcun elemento di rilievo sul merito di
- radiazioni non ionizzati nel territorio e aziendali;
- considerazioni sulla presenza di radiazioni ionizzanti (es.classificazione comunale su rischio Radon;
- inquinamento luminoso.
Il progetto presenta un ampliamento lungo le pareti esterne del capannone, per cui saranno valutate le
posizioni dei fari di illuminazione". E' opportuno che vengano indicate le soluzioni inpiduate in caso di
ampliamento e in caso di non ampliamento riportando le considerazioni di coerenza con il quadro
normativo di riferimento.
Il DM 5/2/98 (allegato 1,. Sub allegato 1, punti 3.1 e 3.2) prevede che le tipologie 3.1 e 3.2 di CER abbiano le
seguenti caratteristiche :“non radioattivi ai sensi del DLgs 17/03/95 n°230”.
Non essendoci soglie sui quantitativi trattati al di sopra dei quali rendere obbligatori i controlli di
radioattività, la ditta deve ottemperare, per tali tipologie, al Dlgs 230 dotandosi in primis di un misuratore
di radiazioni adeguato allo scopo con cui controllare le tipologie di CER. Le caratteristiche di minima del
rivelatore di radiazioni sono elencate nella Norma UNI 10897/2016: efficienza di almeno 600
cps/microGy/ora e range energetico da 50 keV e 1,5 Mev.
Per quanto riguardo il punto 4) INQUINAMENTO LUMINOSO, si evidenzia quanto segue:
Foto n. 1 i proiettori antistanti il piazzale vanno riorientati in modo che l’angolo ɣ sia minore o uguale a 90°
(il fascio luminoso emesso non superi l’orizzonte);
Foton. 2 il lampione a parete è da sostituire con un apparecchio ful cut off.
Si ricorda inoltre che in caso di ampliamento dovrà essere redatto il progetto illuminotecnico a norma
dell’art. 7 della L. R. 17/09.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                           VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area di indagine si inserisce nell’ambito di paesaggio n. 17 “Prealpi Venete” desunto dall’Atlante Ricogniti-
vo del Paesaggio.
Si reputa che l’intervento proposto non sia in contrasto con il paesaggio circostante.

                           VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.



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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Il sito in studio è ubicato in fregio alla S.S. 11, rappresentando quindi la viabilità di accesso all’attività, e
posizionata fra i caselli di Montecchio Maggiore e Montebello Vicentino dell’autostrada A4. Ad oggi, si
stimano, mediamente, 6 mezzi pesanti in arrivo e 6 mezzi pesanti in uscita dedicati all’attività di gestione
rifiuti. Il traffico è uno dei fattori che potenzialmente varia nell’assetto futuro. I mezzi, alla massima
potenzialità dell’impianto di recupero di rifiuti (quindi 75.000 ton/anno) aumentano, per un totale di 13
mezzi/giorno dedicati all’attività di recupero rifiuti. Si ricorda che la viabilità dell’area permette ai mezzi
pesanti di non passare attraverso i centri abitati di Montecchio Maggiore o Alte Ceccato. Si stima
un’incidenza dello 0,7% sul traffico totale. Si reputa che, vista la dislocazione dell’attività, la rete stradale
possa tollerare tale incremento.
L’aumento del recupero di rifiuti permette la riduzione del traffico dovuto al trasporto di materie prime
vergini.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Il territorio in oggetto è caratterizzato da elevata antropizzazione: è inevitabile constatare come le attività
umane presenti nelle aree di pianura di questo territorio, con il loro ingente carico di inquinamento legato ad
attività industriali ed agricole intensive, al traffico delle importanti vie di comunicazione, ed una
urbanizzazione diffusa, abbiano intaccato ed eroso in modo irreversibile il patrimonio naturale di un’area
dotata in passato di una notevole persità ambientale.
Allo scopo di analizzare la componente naturale, con particolare riferimento ai temi della flora, della fauna e
della biopersità, è utile considerare inizialmente l’assetto del territorio da un punto di vista
geomorfologico.
L’ambito di pianura risulta ancora una volta strettamente collegato ad una tipologia di agricoltura intensiva
che prevede una certa variabilità solo nell’alternanza delle coltivazioni a vite e dei seminativi. Quest’ambito
un tempo conservava una discreta porzione di siepi e alberature che ad oggi risultano purtroppo
estesamente rimosse, con grave danno all’ecosistema agrario. Anche la regimazione delle acque, conseguenza
delle attività d’irrigazione in agricoltura, porta ad una notevole semplificazione delle aree umide di
campagna, in aggiunta al drastico peggioramento della qualità delle acque .Si reputa che la componente
biopersità non risenta in modo tangibile della realizzazione del progetto.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
In base ai dati presenti nel SIA Il progetto non appare incidere in alcun modo sul merito dei rapporti con il
sistema sociale, né sulla salute dei lavoratori.
In relazione al previsto aumento dei quantitativi trattabili e di quelli massimi di messa in riserva, e
probabilmente dello stoccaggio delle MPS si richiede evidenza della situazione rispetto alla necessità o meno
di aggiornamento del parere dei VVF (CPI) per i nuovi quantitativi (cat. C ai sensi DPR 151/2011).
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.




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                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di contenimento degli impatti in
tema di inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici

                      Tutto ciò premesso si esprime
                       PARERE FAVOREVOLE
        Alla esclusione dalla procedura V.I.A., subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.

1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
dell’attività; in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti.
2) Con frequenza triennale dovrà essere effettuata l’indagine acustica di verifica del rispetto del criterio
differenziale e del limite di emissione, mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto:
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate
con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi;
- si prescrive, altresì, di mantenere di tenere le porte, i portoni e le finestre del capannone sede dell’attività
sempre ben chiusi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
Previsionale di Impatto Acustico.
3) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di

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sicurezza/rischio segnalati; di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione
del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.

Vicenza, 07 febbraio 2019


  F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri




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