determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1324 DEL 09/11/2018
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: E.G.I. ZANOTTO SRL.
PROGETTO: RINNOVO ISCRIZIONE AL REGISTRO PROVINCIALE DELLE
IMPRESE CHE EFFETTUANO ATTIVITÀ DI RECUPERO RIFIUTI IN REGIME
SEMPLIFICATO AL N. 22 RIGUARDANTE IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI
NON PERICOLOSI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI THIENE
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. 34025 del 23 maggio 2018, da parte della ditta
EGI ZANOTTO SRL con sede legale Via Monte Grappa n. 5 in comune di Marano Vicentino,
relativa al progetto di “ Domanda di rinnovo iscrizione al registro Provinciale delle Imprese che
effettuano attività di recupero rifiuti in regime semplificato al n. 22 riguardante impianto di
recupero rifiuti inerti non pericolosi.” nel sito del comune di Thiene (VI), via Cappuccini (località
Vianelle) e richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai sensi
dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i.;
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 05-06-2018 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza;
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
copia informatica per consultazione
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo;
Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, le osservazioni del
comune di Thiene, trasmesse al proponente per le considerazioni di pertinenza, con nota n .48318
del 20/07/2018, all’interno della comunicazione con la quale è stata inoltrata la richiesta di
integrazione;
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 07-11-2018, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
27/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento;
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.11 del 29/03/2018 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2018-2020;
Visto che con Decreto del Presidente n. 41 del 27/04/2018 è stato approvato il Piano Esecutivo di
Gestione 2018/2020 ed il Piano Performance anni 2018/2019;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta EGI ZANOTTO SRL con sede legale Via Monte Grappa n. 5 in
comune di Marano Vicentino, relativa al progetto di “ Domanda di rinnovo iscrizione al
registro Provinciale delle Imprese che effettuano attività di recupero rifiuti in regime
semplificato al n. 22 riguardante impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi.” nel sito
del comune di Thiene (VI), via Cappuccini (località Vianelle) è escluso dalla procedura di
valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
con le prescrizioni riportate nel parere 27/2018 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
copia informatica per consultazione
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e allo studio di consulenza, al comune di
Thiene e Marano Vicentino, ad Arpav, all’Ulss 7 Pedemontana, al Consorzio di Bonifica
Alta Pianura Veneta.
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 09/11/2018
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
copia informatica per consultazione
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SEMPLIFICATO AL N. 22 RIGUARDANTE IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI
NON PERICOLOSI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI THIENE
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 12/11/2018.
Vicenza, 12/11/2018
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
E.G.I. ZANOTTO srl
PARERE N. 27/2018
Oggetto: Richiesta di A.U.A. per rinnovo autorizzazione allo scarico (art. 13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE: E.G.I. ZANOTTO SRL
SEDE LEGALE: Via Monte Grappa n. 5 – Marano Vicentino
SEDE INTERVENTO: Via Cappuccini (località Vianelle) – Thiene
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: Marano Vicentino
DATA DOMANDA: 22 maggio 2018
DATA PUBBLICAZIONE: 05 giugno 2018
DATA INTEGRAZIONI: 17 settembre e 11 ottobre 2018
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE;
- RELAZIONE TECNICA;
- DICHIARAZIONE Dl NON AVVIO DEL PROCEDIMENTO Dl VALUTAZIONE Dl INCIDENZA
AMBIENTALE;
- VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO;
- DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA;
- INQUADRAMENTO I.G.M. E CATASTALE, SCALA 1: 2000 - 1: 1000;
- PLANIMETRIA GENERALE CON VIABILITA', SCALA 1: 1000;
- PLANIMETRIA LAYOUT IMPIANTO E SCHEMA DI FLUSSO, SCALA 1:500;
- RETE ACQUE Dl DILAVAMENTO, CON PARTICOLARI COSTRUTTIVI, SCALE VARIE.
PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta E.G.I. Zanotto s.r.l. svolge attività di estrazione e vendita di materiali inerti in cave di proprietà, che
lavora nei propri impianti di frantumazione siti in Marano Vicentino (VI) e in Montecchio Maggiore (VI); a
questa attività affianca l’attività di costruzione e demolizione in campo edile e stradale.
Per potere recuperare e riutilizzare parte dei rifiuti inerti non pericolosi prodotti nel campo edile la ditta ha
deciso di effettuare operazioni di recupero R13-R5 di rifiuti non pericolosi in regime semplificato.
L’impianto di recupero di rifiuti non pericolosi in questone svolge la propria attività dalla data del
26/11/1998
E.G.I. Zanotto s.r.l. ha presentato in data 07/12/2012 il “Piano di Adeguamento” al Piano di Tutela delle Ac-
que della Regione del Veneto.. Tale adeguamento impiantistico è stato recepito con la Determina provinciale
n. 180 del 15/11/2013, di rinnovo dell’autorizzazione.
Il sito in oggetto si trova nel territorio dell’alta pianura vicentina (quota media=145÷147 m slm) a cavallo del
confine comunale dei Comuni di Marano Vicentino a Sud-Ovest e di Thiene a Nord-Est, ed è delimitato a
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nord dal tracciato della linea ferroviaria Thiene –Schio, ad ovest dall’autostrada A31 “Valdastico”, ad est dal-
la viabilità di secondo livello che collega Thiene a Zanè e a sud-est dal torrente Rostone.
L’impianto di recupero rifiuti non pericolosi (inerti da demolizione) è ubicato sul fondo della fossa di cava
“Vianelle”, di proprietà di E.G.I. Zantotto srl, con fondo attuale a circa -18 m dal piano campagna contermi -
ne.
Ortofoto del sito
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i
contenuti della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la
necessita di prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi
all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di
sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di
mitigazione necessarie.
L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso l’analisi
della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria che in prima istanza, visto il contesto, potrebbe essere
rappresentata dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali, dal Piano di Tutela delle Acque,
nonchè dal PAT e dal PI del comune di Marano nelle aree contermini all’impianto.
Si ritiene opportuno, a riguardo, richiedere che si verifichino le suddette criticità, al fine di inpiduare
eventuali priorità nell’identificazione della proposta delle misure di mitigazione.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
All’interno dell’impianto il layout è organizzato come segue:
A. AREA DI DEPOSITO DEI RIFIUTI DA TRATTARE: i rifiuti prodotti dalla demolizione dei fabbricati o
altre attività sono stoccati, in attesa di trattamento, in n. 1 area di deposito di circa 700 mq. L’area è
pavimentata e con rete di raccolta delle acque di dilavamento. I cumuli di rifiuti non superano i 4,0 metri di
altezza al colmo. All’interno di quest’area pavimentata viene posto il frantoio OM-TRACK. In quest’area
avviene anche la separazione merceologica dei rifiuti prodotti, e il loro stoccaggio nei cassoni seguenti.
B. Zona del cassone per la raccolta dei rifiuti ferrosi prodotti (CER 19.12.02), in un’angolo dell’area
pavimentata R13 denominata “A”.
C. Zona dell cassone per la raccolta dei rifiuti plastici prodotti (CER 19.12.04), ), su area pavimentata
dell’area “A”
D. Zona del cassone per la raccolta dei rifiuti legnosi prodotti (CER 19.12.07), su area pavimentata dell’area
“A”
E. AREA DI DEPOSITO DEL MATERIALE IN ATTESA DI CARATTERIZZAZIONE: in tale area di circa 550
mq pavimentata, presso l’area di lavorazione, i materiali trattati sono depositati in cumuli in attesa di essere
analizzati per la verifica delle caratteristiche di materia prima secondaria (MPS). In tale area, se si richiede la
selezione del materiale frantumato, viene posizionato il doppio vaglio EXTEC.
F. AREA DI DEPOSITO DELLE MATERIE PRIME SECONDARIE PRODOTTE: ad ottenimento della verifica
delle caratteristiche di MPS dei materiali lavorati, i cumuli in area “E” vengono spostati nelle due zone
adibite al deposito di M.P.S., non pavimentate, una all’interno della medesima recinzione d’impianto e una
nell’area limitrofa separata dalla pista secondaria di servizio della cava Vianelle denominate rispettivamente
“F1” e “F2”. gli stessi resteranno depositati nella medesima area, in attesa di riutilizzo da parte dello stesso
Gruppo Zanotto o venduti a terzi.
In pratica l’impianto dispone di:
• Area R13 Tipologia 7.1 D.M. 05/02/98 e s.m.i. (compreso frantumato): 1.250 mq
• Aree M.P.S. di cui al punto 7.1.4 D.M. 05/02/98 e s.m.i.: 11.140 mq
L’area di 1.250 mq è completamente pavimentata, secondo le caratteristiche riportate in Elaborato n.2 e n.9.
L’area “A” destinata alla messa in riserva dei rifiuti di Tipologia 7.1 è separata da barriere rimovibili tipo
“new jersey” dall’area “E” adibita allo stoccaggio provvisorio del materiale lavorato in attesa di analisi.
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Le due piazzole sono state costruite con una pendenza minima del 5 per mille, da sud-est a nord-ovest per
convogliare le acque meteoriche di dilavamento in una canaletta in cls gettata in opera e da questa
all’impianto di raccolta e trattamento delle acque di dilavamento.
In totale vi sono n.2 impianti di raccolta e trattamento, con complessive n.4 vasche.
Tutta l’acqua di dilavamento del piazzale di messa in riserva R13 (A) e l’acqua di dilavamento della piazzola
di stoccaggio temporaneo del materiale lavorato (E) viene trattata per l’abbattimento del carico sospeso
mediante sedimentazione.
Le acque depurate vengono riutilizzate per le operazioni di bagnatura dei cumuli di rifiuti di demolizione, e
all’interno del frantoio per l’abbattimento delle emissioni polverulente.
L’impianto è stato delimitato da una recinzione in rete metallica con stanti metallici, di altezza 1,5÷1,8 m,
tranne che in un settore a nord dell’area “F2” (deposito separato di M.P.S.) in cui stanno procedendo a
rettificare il versante con l’avanzamento dei lavori di estrazione.
Tutto il ciglio di cava è provvisto sul bordo di siepi d’impianto arboreo, ben accestiti, che mascherano
dall’esterno tutti gli impianti, per cui non si ha necessità di mascherare le recinzioni dell’impianto, visibili
solo dal fondo cava.
Per il trattamento dei materiali inerti da demolizione viene utilizzato un GRUPPO SEMOVENTE DI
FRANTUMAZIONE Modello OMTRACK 105 G4 (identificato con n° 1 nel layout dell’impianto).
L’impianto OMTRACK è un frantoio mobile su cingoli adatto per la frantumazione di perse tipologie di
materiali dalle rocce da cava fino ad arrivare ai rifiuti da demolizioni edili, avente una potenzialità nominale
massima pari a 120 mc/h, ma normalmente impiegato per il trattamento di 25 mc/h (46 ton/h).
Il gruppo di frantumazione, con ingombro di circa 15 x 2,7
m, altezza 3,9 m, è composto da:- Tramoggia di carico;
- Frantoio a mascelle ribaltabile per il trasporto;
- Alimentatore vibrante tipo “Grizzly”;
- Motore turbodiesel 6 cilindri, potenza: 179 Kw;
- Nastro trasportatore principale standard,;
- Quadro comandi
- Carro cingolato
- Separatore magnetico a nastro (deferrizzatore);
- Impianto abbattimento polveri ad acqua;
- Nastro di stoccaggio del materiale sottogriglia.
L’alimentazione del frantoio è effettuata mediante carico con
escavatrice o pala caricatrice.
Nel frantoio a mascelle il materiale viene ridotto di pezzatura, con granulometria determinata dalla
regolazione delle ganasce, secondo le dimensioni desiderate. Qualora i rifiuti conferiti superino le
dimensioni idonee al carico della tramoggia, vengono preventivamente ridotti di dimensioni con i mezzi
meccanici dotati di martinetto o ganasce.
Inoltre prima di iniziare le operazioni di macinazione e di immettere il materiale grezzo nel frantoio, si
rimuovono da esso i rifiuti non trattabili (legno, plastica) e gli oggetti metallici già asportabili (tondini
sporgenti, etc.). L’ulteriore separazione degli oggetti metallici di dimensioni ridotte viene effettuato
direttamente dal separatore magnetico a nastro installato sul macchinario.
Durante il funzionamento della macchina viene attivato l’impianto di nebulizzazione dell’acqua atto
all’idratazione del materiale prima del trattamento (frantumazione) per il contenimento/abbattimento delle
polveri in fase di carico, scarico e lavorazione del materiale.
Il gruppo semovente di frantumazione può essere accoppiato ad un gruppo di vaglio doppio vibrante per la
selezione granulometrica (se richiesto), con separazione in cumuli separati del sopravaglio e del sottovaglio,
all’interno della piazzola pavimentata predisposta.
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Il gruppo di vaglio, su carro cingolato e con ingombro di circa 16 x 2,6 m, altezza 4,0 m, è composto da:
- Griglia ribaltabile (con telecomando);
- Tramoggia con nastro trasportatore a velocità regolabile;
- Doppio vaglio in maglie di acciaio
- nastro trasportatore posteriore
- ulteriori nastri trasportatori laterali (n.2)
Il mezzo EXTEC viene utilizzato saltuariamente anche per il vaglio di materiale di cava al di fuori dell’area
dell’impianto.
DIAGRAMMA DI FLUSSO DELLE OPERAZIONI SVOLTE
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Quantita’ massima di rifiuti oggetto dell’attività
La quantità massima annuale di rifiuto da
recuperare autorizzata per l’impianto di
E.G.I. Zanotto srl (Punto 7.1 All. 1 Suball. 1
D.M. 05/02/1998 e s.m.i.) corrisponde a
64.000 tonnellate/anno.La quantità massima
di R13 messa in riserva autorizzata è di 3.000
tonnellate.
Tali quantitativi sono stati superati solo
nell’anno 2011 previa richiesta motivata di
modifica temporanea dell’autorizzazione,
concessa dalla Provincia di Vicenza con
Provvedimento n. 151/Servizio Suolo
Rifiuti/11 del 25/10/2011 prot. n. 74271.
In seguito, a causa del perdurare di una
difficile condizione di mercato, la
produzione dell’impianto non ha superato le
50.000 ton/anno. Nell’ultimo triennio si sta
comunque assistendo a una lenta ripresa del
mercato.
Sulla base delle richieste di mercato dell’ultimo triennio, e considerato che l’applicazione nei cantieri della
demolizione selettiva (di cui alla DGRV 1773/2012) consente di diminuire i quantitativi di rifiuti misti di
demolizione (CER 17 09 04) e aumentare le aliquote di rifiuto cernito, nella nuova domanda di rinnovo si
rivedono le quantità dei persi CER di cui al Quadro Schematico dell’Attività di Recupero. Allo scopo si
allegano le produzioni dall’anno 2015 al 2017, e le quantità per CER indicate nella domanda di rinnovo:
Tali quantità sono chiaramente indicative e potranno variare nel corso dell’attività in base alle richieste di
mercato e capacità dei produttori di selezionare meccanicamente le tipologie di materiali, pur mantenendo il
tetto annuo massimo di rifiuti oggetto di attività di recupero in semplificata, come da autorizzazione.
Rifiuti prodotti dall’attività
Dall’attività di trattamento, frantumazione e selezione dei rifiuti inerti di demolizione, si ottengono le
seguenti tipologie di rifiuti solidi speciali che vengono avviate a recupero/smaltimento in impianti
autorizzati in conformità con le vigenti normative:
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Tali rifiuti non pericolosi vengono stoccati separatamente in base al CER di identificazione all’interno di
cassoni (circa 2,5x5,0x2,0) opportunamente identificati (si veda documentazione fotografica), e..posti
nell’area pavimentata “A” secondo l’elaborato di Layout allegato (Elaborato n.8).
Il loro avvio a recupero/smaltimento avviene a riempimento del relativo cassone.
Dalla pulizia periodica della rete di raccolta e delle vasche di sedimentazione predisposte per il trattamento
e riutilizzo delle acque di dilavamento dei piazzali produttivi si origina un rifiuto liquido avviato a
trattamento presso depuratore da ditta specializzata.
I rifiuti avviati a recupero o smaltimento fuori sito sono regolarmente registrati e identificati secondo la
normativa vigente in apposito registro di carico e scarico.
Qualora i prodotti ottenuti dall’attività di recupero dei rifiuti di demolizioni non fossero rispondenti ai
requisiti come materia prima secondaria (si veda paragrafo seguente) saranno gestiti come rifiuti, e condotti
a centri autorizzati per il loro definitivo recupero/smaltimento, con il codice:
Materie prime secondarie
L’impianto di recupero di rifiuti non pericolosi di proprietà E.G.I. Zanotto srl garantisce l’ottenimento di
Materia Prima Secondaria con caratteristiche conformi all’allegato C della Circolare del Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 15 Luglio 2005, n. UL/2005/5205.
Esse sono costituite da Aggregato riciclato conforme alle caratteristiche prestazionali tecniche degli aggregati
riciclati descritti nella Circolare suddetta all’Allegato C, in particolare agli Allegati C1 -Corpo dei rilevati, C2
- Sottofondi stradali e C4 – Recuperi ambientali, riempimenti e colmate.
Le verifiche di compatibilità ambientale sono effettuate mediante esecuzione del test di cessione previsto in
allegato 3 del D.M. 05/02/1998, come modificato con D.M. 186/2006 e verifica del rispetto dei limiti.
Operativamente il materiale frantumato in uscita dal frantoio e dal doppio vaglio è temporaneamente
depositato nella piazzola pavimentata “E” (si veda layout), separata con barriere tipo “new-jersey” dall’area
“A” della messa in riserva dei rifiuti di demolizione da trattare. La piazzola è dotata di canaletta e caditoia di
raccolta e invio alla serie di vasche di sedimentazione e accumulo in sito già descritte, in attesa della
caratterizzazione chimico fisica di verifica.
Al termine del trattamento del lotto di rifiuti, o comunque a riempimento della piazzola predisposta, i
tecnici specializzati del laboratorio incaricato eseguono un prelievo dal cumulo di frantumato.
Ad ottenimento della verifica di accettabilità degli aggregati riciclati secondo l’Allegato C alla Circolare
ministeriale n. 5205 del 2005 i materiali vengono prelevati e trasportati nelle piazzole “F1” o “F2” o avviati
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direttamente ad impiego nei cantieri di costruzione edile o stradale del Gruppo Zanotto, o di altri clienti,
per essere utilizzati come strati accessori, rilevati, reinterri o riempimenti.
In sintesi, per la potenzialità media dell’impianto di frantumazione (46 tonn/ora, pari a 25 mc/ora) e la
dotazione dei mezzi si stima che l’attività di recupero rifiuti, nell’arco della giornata lavorativa media (pari a
circa 4-5 ore lavorative dell’impianto nell’arco della giornata lavorativa di 8 ore), possa essere pari a circa 184
t/giorno. La quantità massima annuale di rifiuto da recuperare autorizzata per l’impianto di E.G.I. Zanotto
srl (Punto 7.1 All. 1 Suball. 1 D.M. 05/02/1998 e s.m.i.) corrisponde a 64.000 tonnellate/anno. La quantità
massima di R13 messa in riserva autorizzata è di 3.000 tonnellate.
L’impianto non funziona in continuo ma solo quando si dispone di conferimenti di materiale da parte dei
produttori esterni o da cantieri di costruzione/demolizione in attività di E.G.I. Zanotto.
Anche con riferimento alla gestione delle acque meteoriche per l'attività di recupero rifiuti inerti, visto
quanto previsto dal parere della C.T.P.A. n. 04/0417 al punto 5: "le aree di deposito dei materiali di recupero
(M.P.S.) possono essere escluse dalla gestione delle acque meteoriche purché sia dimostrato nella relazione
di cui al punto 1 che:
a) non vi è rischio di trascinamento di solidi sospesi (es. per elevata permeabilità dei suoli);
b) non vi è commistione delle acque meteoriche di tali aree con quelle provenienti dalle aree di deposito dei
rifiuti o dei materiali lavorati in attesa di caratterizzazione;
c) l'eluato dei materiali di recupero (M.P.S.) ha valori di concentrazione relativamente alle sostanze
pericolose e pregiudizievoli per l'ambiente inferiori ai limiti stabiliti per lo scarico sul suolo. La metodica da
utilizzare è quella prevista dal D.M. 5 febbraio 1998 (Test di Cessione). Tale conformità andrà monitorata
durante l'esercizio dell'impianto,
si ritiene necessario richiedere le seguenti integrazioni/chiarimenti:
- nell’area dedicata al conferimento dei rifiuti la ditta ha predisposto due aree distinte con segnaletica
riportante le seguenti diciture: "rifiuti con analisi" e "rifiuti senza analisi": deve essere chiarito se quantitativi
di rifiuti entrano in impianto senza analisi e che successivamente questi vengono fatti analizzare a cura dalla
ditta, in quanto, di norma le analisi devono essere effettuate dal produttore del rifiuto, oppure si possono
non effettuare in caso di demolizione selettiva di fabbricati civili o commerciali o parti di fabbricati
industriali non destinati ad uso produttivo(cfr. Dgr n. 1773 del 28 agosto 2012 allegato A - pag. 14);
- se sia previsto una modalità temporale per la gestione delle MPS, considerando sia la disponibilità delle
aree, che gli accumuli di nuovi materiali recuperati derivanti dalla prosecuzione dell’attività di recupero.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
I sistemi di contenimento degli inquinanti che potenzialmente possono essere immessi in atmosfera, trattan-
dosi di impianti che presentano tecnologie semplici e per i quali si può affermare che non originano signifi -
cative emissioni in atmosfera, si limitano al sistema di idratazione del materiale in fase di lavorazione e scari-
co e alla bagnatura dei cumuli in messa in riserva o appena lavorati, mediante spruzzatori movibili.
Lungo il nastro trasportatore, in particolare nei punti in cui il materiale viene frantumato, l’impianto è equi-
paggiato con un sistema di abbattimento delle polveri costituito da speciali nebulizzatori d’acqua, azionati
da una pompa.
I cumuli di materiale da lavorare sono nebulizzati mediante irroratori a spruzzo montati su aste di metallo
riposizionabili, collegati con tubi plastici alle pompe sommerse poste nelle ultime vasche in serie di tratta-
mento delle acque di dilavamento del piazzale dell’impianto.
I cumuli di MPS, se in fase di carico sui camion fossero presenti condizioni atmosferiche favorevoli alla for-
mazione di polveri, vengono irrorati con canne collegate all’impianto idrico di cava “Vianelle”, che è fornito
di pozzo di prelievo industriale.
Ad ogni modo l’impianto, prossimo al vicino impianto di prima lavorazione degli inerti di cava, è posto a
circa -18 m dal piano campagna, in area circondata sul ciglio da boschetti e impianti di siepi di maschera -
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mento, integrate anche da reti oscuranti anti polvere, e negli anni non si sono mai verificate situazioni pro -
blematiche in relazione alle emissioni diffuse di polveri dai due impianti esistenti.
Acque
I rifiuti non pericolosi trattati nell’impianto in oggetto sono inerti che non producono percolati.
I sistemi di bagnatura dei materiali da lavorare e lavorati per il contenimento delle polveri sono tarati in
modo tale da evitare la formazione di eventuali effluenti liquidi.
La quantità d’acqua utilizzata nel processo di abbattimento delle polveri è infatti tale da provocare
unicamente un lieve inumidimento del materiale senza che vi sia alcuna produzione di acque di
dilavamento.
Le acque di dilavamento dell’area sono unicamente formate da eventi atmosferici, e sono convogliate verso
la rete esistente di raccolta delle acque di dilavamento e inviate a trattamento nelle vasche di accumulo e
sedimentazione, già descritte precedentemente.
La gran parte delle acque trattate viene riutilizzata in sito per la bagnatura dei rifiuti o del frantumato in
attesa di caratterizzazione, creando un ricircolo interno alle piazzole pavimentate dell’impianto.
Solo le occasionali eccedenze, in periodi di forti precipitazioni, vengono avviate a depurazione mediante
autobotti di ditte specializzate.
Le acque meteoriche sono mantenute separate dalle acque di dilavamento in quanto il piano pavimentato
della piazzola di messa in riserva e stoccaggio temporaneo si situa da 5 a 15 cm al di sopra del piano dei
piazzali di passaggio mezzi, ed è contornato da una muretta di 30 cm sul lato dei versanti. A scopo
migliorativo la ditta procederà a formare una canaletta in terra alla base delle scarpate di cava a monte
dell’impianto, con invio delle eccedenze per gravità a un pozzo disperdente a filtro inverso.
Ne deriva che l’attività non causa alcun impatto sulla matrice acqua, sia essa superficiale o sotterranea.
Suolo e sottosuolo
L’impianto non prevede il trattamento o lo stoccaggio di rifiuti classificati come pericolosi. A tal fine i rifiuti
in entrata al cantiere devono essere caratterizzati come non pericolosi prima di essere stoccati e lavorati.
I rifiuti sono posti su area pavimentata e con rete di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento.
La natura di tipo inerte solido dei rifiuti da demolizione oggetto di trattamento non consente formazione di
percolati, spanti o colaticci in grado di interferire con gli strati superficiali e /o profondi del suolo.
Anche la movimentazione dei rifiuti, il processo di recupero (riduzione volumetrica e deferrizzazione)
avvengono su superfici pavimentate.
L’impianto mobile di recupero viene utilizzato in area idonea in senso geologico-stratigrafico in quanto non
sono presenti nell’area elementi geomorfologici e idrogeologici di rilievo. Il progetto non ricade in aree a
rischio idraulico e sismico.
Il progetto in studio non prevede interventi tali da causare variazioni delle condizioni pedologiche,
geologiche e geotecniche. Complessivamente si valuta che l’impatto sia trascurabile.
Rumore
L’impianto come già detto si situa circa 18 metri al di sotto del piano campagna naturale, all’interno di un
sito estrattivo con impianti di lavorazione del materiale di cava (ghiaia e sabbia).
La rumorosità dell’impianto è in linea con la rumorosità del vicino impianto di prima lavorazione inerti di
cava, inoltre è presente anche l’interferenza con i rumori prodotti dai mezzi di scavo e trasporto del sito
estrattivo.
All’esterno il sito di cava “Vianelle” è racchiuso tra l’autostrada A31 della Valdastico, ad ovest, e Via
dell’Autostrada, a est, mentre a nord il limite è dato dalla linea ferroviaria. Gli unici recettori sensibili sono
alcune abitazioni lungo Via Cappuccini.
Si rileva inoltre che l’attività con il frantoio non è continua, in quanto mediamente funziona al massimo 20
ore a settimana, con utilizzo del frantoio mediamente per 4 ore al giorno, in orario diurno.
In base ad apposita Relazione tecnica di valutazione dell’impatto acustico dell’impianto di recupero di E.G.I.
zanotto srl, redatta dal dott. Cardini (in allegato, Elaborato n.4) è emerso che per un recettore posto
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all’esterno del ciglio di cava (punto di misura n.3, prossimo ai recettori sensibili) « il rumore del frantoio era
assolutamente non rilevabile, e i valori riscontrati sono da attribuire alla rumorosità da traffico lungo la
bretella stradale sopraelevata dalla Zona Industriale di Schio al Casello autostradale di Thiene.»
Le conclusioni dell’elaborato di valutazione acustica, a cui si rimanda per maggiori specificazioni, sono che:
«L’impianto di trattamento e recupero di rifiuti inerti qui analizzato rientra nei limiti di emissione ed
immissione acustica del regolamento comunale e della Legge 447/1995 e non sono necessari interventi
mitigatori.»
La ditta comunque, oltre alla forestazione dei cigli di cava, per contenere i disturbi agli abitanti lungo via
Cappuccini, ha creato in aree di proprietà una pista di servizio per raggiungere Via dell’Autostrada (Via
Braghettone) utilizzata preferibilmente dai camion di trasporto sia degli inerti di cava che dei rifiuti,
contenendo ulteriormente il disturbo eventuale dei mezzi meccanici accessori alle attività svolte nella
località Vianelle.
Manca la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame. Si chiedono quindi,
delle indicazione riferibili sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di trasporto del
materiale in ingresso e in uscita dal lotto, sul numero dei mezzi di trasporto dell’attività e sulle emissioni di
traffico indotto prodotte dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali
prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività. Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti del
traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture stradali percorse dai mezzi di
trasporto di cui sopra.
Inoltre la verifica dei livelli di traffico indotto deve essere effettuata previa classificazione delle infrastrutture
stradali afferenti all’area di progetto così come indicato da specifica norma – DPR 142/2004 ; si indichi quindi
la tipologia di strada secondo tabella 2 del decreto specifico e i rispettivi limiti per il periodo diurno che
saranno confrontati con le effettive emissioni di rumore dovute al traffico indotto di cui sopra.
Manca l’effettiva verifica dei livelli residuali atti al confronto con i valori di rumore prodotti dagli impianti e
attività dell’azienda; cioè si ritiene opportuno verificare con rilievo fonometrico i livelli di rumore residuo
scorporati dalle emissione stradali e non, presso i ricettori prossimi all’area indagata, nonché i valori LeqA e
L95 orari più bassi riscontrati dal monitoraggio, che saranno usati per la verifica del livello differenziale
presso i suddetti ricettori.
La documentazione inoltre deve sempre essere correlata di report di misura, con le storie temporali e
l’analisi del dato, con percentili, dei monitoraggi utili alla caratterizzazione dei livelli residuali - presso i
ricettori più impattati dalle emissioni sonore dell’attività e ambientali, affinchè il livello di rumore prodotto
dalle specifiche sorgenti possa avere carattere di riferibilità. Le verifiche fonometriche dovranno essere
condotte per un tempo di misura adeguato alla effettiva caratterizzazione delle emissioni delle sorgenti.
Paesaggio
L’impianto di recupero rifiuti è posto al di sotto del piano campagna, non si rilevano pertanto ripercussioni
sul paesaggio e sugli elementi di maggior pregio paesaggistico presenti nelle campagne Thienesi.
Viabilità
Essendo l’attività di trattamento dei rifiuti di demolizione svolta all’interno di un’area di cava, servita da
apposita viabilità a servizio della stessa, non si prevede un peggioramento dei livelli di traffico rispetto allo
stato attuale. La Viabilità utilizzata in entrata e uscita dal cantiere, Via dell’Autostrada, risulta del tutto
idonea a recepire il traffico dovuto al passaggio dei mezzi pesanti, che comunque non subisce incrementi.
Risorse naturali, Flora, Fauna
L’attività di recupero rifiuti è ubicata all’interno di un’area estrattiva esistente, esterna ad elementi compresi
nella rete ecologica del Comune di Thiene. La posizione dell’impianto non rientra in aree con interesse
naturalistico, come riportato nel portale cartografico della Regione Veneto di cui all’estratto in figura
seguente. Data la natura sito in cui si volge l’attività, e considerato il progetto di ricomposizione dell’area di
cava a fine lavori di coltivazione, si ritiene che le componenti vegetazionali e la flora/fauna non avranno
elementi di disturbo.
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Salute dei Lavoratori e delle persone
Per quanto riguarda la salute pubblica, i possibili impatti di qualsivoglia impianto di gestione rifiuti sono
riconducibili in generale alla presenza di sostanze tossiche, agenti patogeni, radiazioni (ionizzanti e non),
emissioni di gas, polveri, odori, rumore. Date le caratteristiche dei rifiuti gestiti, le modalità di trattamento
ed i presidi ambientali in essere si può ragionevolmente escludere qualsivoglia effetto negativo sulla salute
pubblica legato alla presenza di sostanze tossiche; per quanto concerne le radiazioni (ionizzanti e non), è
esclusa la presenza di materiali radioattivi ai sensi del D. Lgs. 17/03/95, N. 230 e la natura dei rifiuti gestiti è
tale da escludere la presenza di agenti patogeni.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
di mitigazione.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016, tuttavia, la ditta non ha proposto specifiche iniziative/lavori e quanto descritto può
essere riconducibile ad aspetti gestionali o di ulteriore prevenzione; su tale aspetto vanno richieste specifiche
integrazioni.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto, in particolare definendo le specifiche misure
mitigative proprie della presente procedura di cui all’art.14 della L.R. 04/2016.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
Sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività da parte del Comune di Thiene che, tuttavia,
non sono proprie della procedura di cui all’art.13 della L.R. 04/2016; in particolare, per gli aspetti
urbanistico-edilizi, non trattandosi di autorizzazione a titolo unico, permane la piena competenza del
Comune, mentre per quanto riguarda gli aspetti di carattere generale non interviene alcuna modifica
sostanziale rispetto a quanto già oggetto di legittimazione e controllo.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
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1. L’azienda è comunque impegnata ad acquisire dalla Provincia di Vicenza il rinnovo dell’autorizzazione
all’esercizio dell’attività di recupero rifiuti; la documentazione agli atti dovrà essere integrata con la
definizione di un quantitativo massimo di MPS stoccabili.
2. Entro 120 giorni dalla data del presente parere l’azienda dovrà provvedere:
- alla realizzazione delle proposte mitigative, così come da progetto presentato e successivamente
integrato;
- alla redazione di un bilancio idrico di sito da ripetere per un periodo triennale;
3. Entro un anno dalla data del presente parere l’azienda dovrà provvedere:- al controllo analitico delle
MPS prodotte ai sensi del DM 05/02/98 in raffronto con le analisi delle acque di ruscellamento dei
cumuli di MPS riferiti ai parametri della tabella IV sugli scarichi;la relazione tecnica di
accompagnamento dovrà altresì contenere una valutazione sulla fattibilità della captazione delle acque
meteoriche di dilavamento delle MPS.
4. L’azienda è inoltre impegnata ad effettuare un monitoraggio periodico dell’impatto acustico, nell’ambito
dell’esercizio dell’attività di recupero, con gli impianti e le attività funzionanti a pieno regime, presso i
ricettori valutati nell'analisi (per la verifica del criterio differenziale in ambiente interno, così come da
richiesta normativa e in prossimità, ovvero nelle pertinenze esterne/giardino dei ricettori per la verifica
dei limiti di immissione ed emissione, oltre alla verifica anche della sorgente di rumore: traffico indotto
dall’attività) - per evidenziare la bontà della stima previsionale ed eventualmente inpiduare modalità
operative o interventi strutturali finalizzati alla limitazione delle criticità.
Inoltre qualora al Comune dovessero pervenire lamentele o segnalazioni di disturbo ovvero se il
Comune, per precauzione lo ritenesse comunque opportuno, sarà richiesto alla ditta titolare dell’attività
di produrre adeguata Documentazione di Impatto Acustico.
Di quanto realizzato rispetto al punto 2 dovrà essere dato idoneo riscontro, anche fotografico .
Vicenza, 07 novembre 2018
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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