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                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 1172 DEL 02/08/2019

                          Servizio VIA VINCA

     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
     DITTA: CONSORZIO BONIFICA BRENTA
     PROGETTO: RICARICA DELL'ACQUIFERO IN FASCIA PEDEMONTANA IN DESTRA
     BRENTA  TRAMITE  IMPIANTO  PLUVIRRIGUO  DI  1150  ETTARI.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNI DI BREGANZE, COLCERESA,
     PIANEZZE, SANDRIGO E SCHIAVON.

                            IL DIRIGENTE


     Vista la documentazione presentata con nota 18 marzo 2018 prot. n. 15445, da parte di Consorzio di
     Bonifica Brenta con sede legale in via Riva IV novembre n. 15 in comune di Cittadella (PD e
     relativa al progetto di un “ Ricarica dell'acquifero in fascia pedemontana in destra Brenta tramite
     impianto pluvirriguo di 1150 ettari.” nei comuni di Breganze, Colceresa, Pianezze, Sandrigo e
     Schiavon e richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai sensi
     dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 1. Agricoltura
     d) i progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i progetti di irrigazione e di
     drenaggio delle terre, per una superficie superiore ai 300 ettari dell'allegato IV della parte seconda
     del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
     Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
     Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
     interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
     Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
     pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
     informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 28-03-2019, contestualmente alla
     comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
     valutazioni di competenza.
     Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
     abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
     valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
     possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
     presente articolo.
     Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 01-08-2019, ha disposto




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     l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
     n.20/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni/raccomandazioni al fine di mitigare gli impatti
     ambientali e monitorare nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
     dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
     pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
     dell'intervento.
     Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
     Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
     Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
     ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021.
     Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;


                          DETERMINA

      1. che il progetto di Consorzio di Bonifica brenta con sede legale in via Riva IV novembre n.
        15 in comune di Cittadella (PD e relativa al progetto di un “ Ricarica dell'acquifero in
        fascia pedemontana in destra Brenta tramite impianto pluvirriguo di 1150 ettari” nei
        comuni di Breganze, Colceresa, Pianezze, Sandrigo e Schiavon è escluso dalla procedura
        di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
        con le prescrizioni riportate nel parere n.20/2019 allegato alla presente determinazione per
        costituirne parte integrante e sostanziale;

      2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
        provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
        Regione Veneto;

      3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;

      4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune Breganze,
        Colceresa, Pianezze, Sandrigo e Schiavon, Nove, Pozzoleone, ad ARPAV, all’ULSS n.7
        pedemontana, all’Ulss 8 berica, al Genio Civile, alla Regione del Veneto Unità
        organizzativa Forestale Ovest, alla Regione del Veneto   Segreteria  Generale della
        Programmazione    Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta
      5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
        diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
        sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).

      6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
        all'albo pretorio on line.




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                            INFORMA


     Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
     Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
     presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
     data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
     Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
     autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.




     Vicenza, 02/08/2019



                                    Sottoscritta dal Dirigente
                                    (BAZZAN CATERINA)
                                      con firma digitale



     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 1172 DEL 02/08/2019


     OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
     DITTA:     CONSORZIO     BONIFICA      BRENTA
     PROGETTO: RICARICA DELL'ACQUIFERO IN FASCIA PEDEMONTANA IN DESTRA
     BRENTA  TRAMITE  IMPIANTO PLUVIRRIGUO   DI  1150  ETTARI.
     LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNI DI BREGANZE, COLCERESA,
     PIANEZZE, SANDRIGO E SCHIAVON.




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 02/08/2019.


     Vicenza, 02/08/2019




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                    Consorzio di Bonifica Brenta
                            PARERE N. 20/2019

     Oggetto: Ricarica dell'acquifero in fascia pedemontana in destra Brenta tramite impianto pluvirriguo di
     1150 ettari.
     PROPONENTE:           Consorzio di Bonifica Brenta
     SEDE LEGALE:           Riva IV novembre n. 15 – Cittadella (PD)
     SEDE INTERVENTO:         Comuni di Breganze, Colceresa, Pianezze, Sandrigo e Schiavon
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Progetti di irrigazione
     PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
     MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. -1. Agricoltura
                     d) i progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i
                     progetti di irrigazione e di drenaggio delle terre, per una superficie
                     superiore ai 300 ettari.
     DATA DOMANDA:          18 marzo 2019
     DATA PUBBLICAZIONE:       28 marzo 2019
     DATA INTEGRAZIONI:        25 giugno e 22 luglio 2019

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      -  All.01          Studio Preliminare Ambientale
      -  All.02          Relazione tecnica di non necessità di V.Inc.A. ambientale
      -  All. 03 A.        Relazione tecnica generale
        B. Rete pluvirrigua
      -  All. 04 B.1:       Relazione tecnica;
      -  All. 05 B.2:       Risultati sperimentali su impianto pilota di ricarica della falda nel Comune
                     di Schiavon;
      -  All. 06 B.3:       Relazione geotecnica;
      -  All. 07 B.4:       Calcoli idraulici;
      -  All. 08 B.5:       Relazione ambientale;
      -  All. 09 B.6:       Documentazione fotografica;
      -  B.7: Disegni
      -  All. 10 Tav. B.7.1    Inquadramento territoriale – Rete pluvirrigua di progetto;
      -  All. 11 Tav. B.7.2    Planimetria condotte – Inquadramento generale;
      -  All. 12 Tav. B.7.3.1:   Planimetria condotte – particolare 1;
      -  All. 13 Tav. B.7.3.2:   Planimetria condotte – particolare 2;
      -  All. 14 Tav. B.7.3.3:   Planimetria condotte – particolare 3;
      -  All. 15 Tav. B.7.3.4:   Planimetria condotte – particolare 4;
      -  All. 16 Tav. B.7.3.5:   Planimetria condotte – particolare5;
      -  All. 17 Tav. B.7.4.0:   Condotta di adduzione complessiva – Planimetria e profilo;
      -  All. 18 Tav. B.7.4.1:   Condotta di adduzione – Particolare nuovo tratto di progetto – Planimetria e
                     profilo longitudinale;
      -  All. 19 Tav. B.7.5:    Planimetria inpiduazione area ricarica falda;
      -  All. 20 Tav. B.7.5.1:   Coltura tipo per produzione biomassa e ricarica falda;
      -  All. 21 Tav. B.7.6:    Particolari attraversamenti;
      -  All. 22 Tav. B.7.8.1:   Planimetria servitù – particolare 1;
      -  All. 23 Tav. B.7.8.2:   Planimetria servitù – particolare 2;
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       -  All. 24 Tav. B.7.8.3:  Planimetria servitù – particolare 3;
       -  All. 25 Tav. B.7.8.4:  Planimetria servitù – particolare 4;
       -  All. 26 Tav. B.7.8.5:  Planimetria servitù – particolare 5;
       -  All. 27 B.8:      Computo metrico estimativo;
       -  All. 28 B14:      Cronoprogramma
       -  C. Centrale di pompaggio
       -  All. 29 C.1:      Relazione tecnica;
       -  All. 30 C.2:      Relazione geologica;
       -  All. 31 C.4:      Relazione specialistica impianti meccanici
       -  All. 32 C.5       Relazione specialistica impianti elettrici
       -  All. 33 C.6:      Relazione ambientale;
       -  All. 34 C.7:      Documentazione fotografica;
       -  C.8:   Disegni:
       -  All. 35 Tav. C.8.1:   Inquadramento territoriale;
       -  All. 36 Tav. C.8.2:   Planimetria generale;
       -  All. 37 Tav. C.8.3:   Pianta;
       -  All. 38 Tav. C.8.4:   Sezioni;
       -  All. 39 Tav. C.8.5:   Prospetti;
       -  All. 40 C.9:       Computo metrico estimativo;
       -  All. 41 C.15:      Cronoprogramma;
       -  D. Espropri servitù ed occupazioni temporanee
       -  All. 42 D.1:      Piano particellare servitù e occupazioni temporanee tubazione di adduzione,
                     rete tubata principale e secondaria;
       -  All. 43 D.2:      Piano particellare di esproprio Centrale di pompaggio
       -  All. 44 E.       Quadro economico di spesa.

                          PREMESSE ED UBICAZIONE
     L’area coinvolta è caratterizzata da una un sistema agricolo irrigato prevalentemente con i tradizionali meto -
     di a scorrimento, che comportano significativi consumi idrici. Tali metodi, inoltre, possono provocare un for -
     te dilavamento dei suoli agricoli, con conseguente rischio di convogliare le sostanze inquinanti direttamente
     all’interno dei corsi d’acqua, che indirettamente tramite percolazione nella falda freatica.
     In forza delle numerose esperienze maturate dal Consorzio di Bonifica Brenta in merito alla realizzazione e
     gestione di analoghi impianti pluvirrigui, nonché considerate le caratteristiche del terreno agrario presente
     all’interno dell’ambito del presente progetto, ai fini del dimensionamento dell’impianto pluvirriguo in esa-
     me, è stata considerata la dotazione unitaria pari a 0,6 l/sec per ettaro.
     L'approvvigionamento idrico ha origine da un sistema di derivazione ed adduzione con acqua fluente e por -
     tata costante, e di conseguenza l'esercizio è vincolato ad una distribuzione turnata continua di 24 ore su 24. Il
     turno è fissato in 10 giorni. In relazione al regime fondiario predominante, caratterizzato dalla piccola e me-
     dia proprietà, si è accertata dall'esperienza l'opportunità di sudpidere le aree irrigabili in comizi con super -
     ficie di circa 10 ettari ciascuno.
     La proposta di creare un sistema di irrigazione a pioggia è finalizzata a rendere più efficiente la gestione del-
     la risorsa idrica, con effetti migliorativi nell’area in riferimento a:
     • risparmio idrico;
     • diminuzione in quantità importante di azoto e di fosforo;
     • minor dilavamento dei suoli;
     • razionalizzazione della distribuzione idrica e possibilità di consentire lo sviluppo di colture agrarie specia-
     lizzate;

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     • riduzione delle portate irrigue complessive, e nel contempo aumento delle superfici irrigate.
     • chiudere quei pozzi presenti, sia privati che consortili, attualmente utilizzati per il prelievo d’acqua per
     l’irrigazione di limitate aree quali il pozzo Longa ed altri.
     La proposta d’intervento interessa un’area con estensione di complessivi 1.550 ettari, ricadente nell’area
     pedemontana dell’alto vicentino, e si sviluppa ad ovest ed a sud degli impianti pluvirrigui esistenti
     alimentati dalle centrali di Pompaggio di Marostica e di Nove.




                          Planimetria dell’intervento




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                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Programma di Sviluppo Rurale del Veneto (PSR) 2014-2020;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
     • Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni;
     • Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.) dei Comuni di Mason Vicentino, Molvena e
     Pianezze;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) dei Comuni di Schiavon e Sandrigo;
     • Piano degli Interventi (P.I.) dei Comuni di Mason Vicentino, Molvena, Pianezze Schiavon e Sandrigo;
     • Rete Natura 2000.
     Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
     territoriale che interessano l’area, ma si ritengono necessari i seguenti approfondimenti.
     Si fa cenno ad alcune sensibilità territoriali senza, di fatto, rapportale con il progetto presentato ed è pertanto
     opportuno procedere ad integrare l’analisi del PAT/PATI, andando ad inpiduare nelle 4 tavole (Vincoli,
     Invarianti, Fragilità e Trasformabilita) la rete pluvirrigua e gli altri interventi proposti analizzando il
     rapporto del progetto con le sensibilità territoriali interessate.
     Relativamente al rapporto con il PI/PRG, sarebbe opportuno che fosse inpiduata, nelle tavole del PI/PRG,
     la rete pluvirrigua e gli altri interventi previsti andando ad analizzare il rapporto tra quanto proposto con le
     zonizzazioni interessate indicate nei vari PI/PRG.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     PREMESSE
     L’intero ambito del progetto interessa un’area con estensione di complessivi 1550 ha, ricadente nei comuni di
     Molvena, Mason, Breganze, Schiavon e Sandrigo, e si sviluppa ad ovest ed a sud degli impianti pluvirrigui
     esistenti alimentati dalle centrali di Pompaggio di Marostica e di Nove. In particolare si prevedono anche dei
     collegamenti con le reti tubate di tali impianti, sia per consentire una compensazione delle pressioni di
     esercizio durante il periodi irriguo con funzionamento a pressione, sia per consentire di derivare e
     disperdere una portata d’acqua attraverso la rete tubata esistente, seppur dimensionata solamente per
     funzionamento a pressione, durante il periodo invernale per la ricarica della falda.
     Complessivamente il progetto prevede:
     1. La posa in opera della condotta di adduzione a partire dalla centrale esistente di Marostica, per
     raggiungere l’ubicazione della nuova centrale di pompaggio, sita in Comune di Mason, ai confini con i
     Comuni di Molvena e di Pianezze. L’estensione di tale condotta di adduzione è di circa 1.100 m, e sarà
     realizzata con tubazioni in c.a. del diametro di 200 cm.
     2. La posa in opera della rete tubata pluvirrigua realizzata con tubazioni in p.r.f.v. (vetroresina) e p.v.c. -
     classe minima PN10, completa di saracinesche, idranti con limitatori di portata e apparecchiature varie quali

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     scarichi di fondo e sfiati automatici. Sono inoltre previste tubazioni in ghisa per gli attraversamenti stradali e
     quelli in sub-alveo;
     3. La costruzione della centrale di pompaggio a servizio dell’impianto pluvirriguo oggetto del presente
     progetto.
     Le opere di progetto verranno sudpise in due appalti distinti :
     1° Appalto: realizzazione della condotta di adduzione e la rete tubata pluvirrigua;
     2° Appalto: realizzazione della centrale di pompaggio.
     EFFETTI POTENZIALI DELLA RICARICA DELLA FALDA
     Uno degli obiettivi prefissi con il progetto consiste nella possibilità di utilizzate la nuova rete tubata,
     opportunamente dimensionata, anche per attuare un processo di ricarica artificiale delle falde durante il
     lungo periodo extra irriguo (da settembre ad aprile, come minimo). L’ipotesi alla base del progetto prevede
     di derivare a gravità attraverso le condotte irrigue, senza pertanto necessità di utilizzo di energia elettrica
     per impianti di pompaggio, la massima portata di acqua possibile al fine di convogliarla in appezzamenti
     adibiti ad “Area forestale di infiltrazione” (AFI). Tali aree prevedono la realizzazione di trincee drenanti in
     cui viene immessa acqua nelle stagioni di abbondanza, affiancate da piantagioni di specie arboree a ciclo
     breve che consentono ogni biennio una produzione di biomassa, utile per un utilizzo energetico da fonte
     rinnovabile e che costituisce una fonte di reddito alternativo alle attuali colture.
     L’infiltrazione dell’acqua immessa nelle trincee drenanti consente pertanto una automatica ricarica della
     falda.
     CARATTERISTICHE dell’IMPIANTO
     Le caratteristiche tecniche dell’impianto relativo all’intero ambito, possono essere così riassunte:
     • Superficie comprensorio ha 1.550
     • Portata complessiva alla stazione di pompaggio (funz. in pressione) lt/sec 930
     • Portata complessiva alla stazione di pompaggio (funz. a gravità) lt/sec 1.555
     • Carico al pompaggio (funz. in pressione) m 45,00
     • Quota piano di pompaggio m s.m. 82,60
     • Rete di tubazione: p.r.f.v. (vetroresina) e p.v.c. PN 10
     • Pressione all'idrante poderale atm 4,0
     • Pressione all’irrigatore atm 3,5
     La distribuzione avviene attraverso una rete di adduttori dalla quale si dipartono i vari rami.
     Nel caso di funzionamento a pressione, il Consorzio per il calcolo delle portate ha fatto riferimento
     all'utilizzo di ali mobili, ognuna delle quali eroga una portata di 6 l/sec attraverso sette irrigatori, in
     rotazione su un territorio (comizio) di 10 ettari.
     Gli adduttori si pidono in adduttori primari ed adduttori secondari; gli adduttori primari collegano la
     centrale di pompaggio con gli adduttori secondari che, attraversanti le proprietà lungo le capezzagne o fossi,
     danno la possibilità agli utenti di collegare, tramite idranti sporgenti in superficie, i propri impianti
     d’irrigazione.
     L'impianto è stato sudpiso in settori, per ognuno dei quali è stata inpiduata la superficie di competenza
     e, di conseguenza, fissata la dotazione idrica unitaria e la portata di partenza dei vari adduttori.
     STAZIONE DI POMPAGGIO
     La stazione di pompaggio sorgerà in Comune di Mason lungo la via Oppio in posizione di facile accessibilità
     e capace di alimentare la rete di distribuzione idrica di nuova realizzazione. Il progetto prevede la
     realizzazione di tutte le opere murarie per la costruzione del nuovo manufatto di collegamento alla condotta
     di adduzione, con la realizzazione di un opportuno torrino piezometrico, e di un idoneo fabbricato
     realizzato con struttura ad elementi prefabbricati e muri di tamponamento, adatto a contenere la cabina di
     arrivo ENEL, tutte le apparecchiature elettriche di Mt e bt, nonché i quadri elettrici di comando e protezione
     delle pompe e delle altre apparecchiature accessorie, nonché un magazzino di servizio.

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     La portata massima totale dell'impianto relativa all’ambito di progetto 1, in condizione di funzionamento
     irriguo, sarà pari a circa 588 l/sec e verrà frazionata mediante n° 4 elettropompe centrifughe da 135 l/s, oltre
     a n° 1 elettropompe centrifughe da 80 l/s, avente anche funzione di pompa pilota, tutte ubicate all'interno del
     fabbricato e protette dalle intemperie.
     Le pompe funzionano sotto battente idraulico essendo la condotta di adduzione interrata ed in pressione. Le
     apparecchiature elettroidrauliche saranno ubicate in un apposito fabbricato, realizzato in elementi
     prefabbricati e muri di tamponamento a pianta rettangolare delle dimensioni di 15,80 m x 21,55 m, con tetto
     a due falde in coppi.
     L'impianto funzionerà automaticamente senza bisogno di sorveglianza e presidio continuo.




     SCELTA DEI MATERIALI
     La scelta del tipo di tubazione è stata effettuata in funzione di: diametro utilizzato; ubicazione prevista per
     la condotta; esperienza maturata dal Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta a fronte di impianti simili.
     DESCRIZIONE DEI LAVORI RETE IRRIGUA
     La rete distributrice sotterranea interessa una superficie complessiva di 1.550 ettari ed è formata da tubi in
     p.r.f.v. (vetroresina) e p.v.c classe minima PN 10, ampiamente sufficiente per resistere alle pressioni di
     esercizio per la totalità dell’impianto. Si prevede l’utilizzo inoltre di tubazioni in ghisa per gli
     attraversamenti stradali ed in sub alveo, dove si rende necessaria una resistenza meccanica maggiore.
     La posa delle tubazioni è prevista ad una profondità minima di 1 m dalla generatrice superiore, ad eccezione
     della condotta di adduzione avente il diametro ∅ 2000, per la quale si prevede un ricoprimento minimo pari
     a 1.8 m (medio pari a 2.00 m) al fine di agevolare eventuali intersezioni con altri sottoservizi e garantire una
     adeguata protezione dalle operazioni di aratura. Si prevede lo scavo, per lo più in terreno di campagna, la
     preparazione del letto di posa con sabbia, il rinfianco e ricoprimento sempre in sabbia o altro materiale
     vagliato e costipato ed il successivo reinterro con ricostruzione dello strato di terreno vegetale. Per la
     condotta di adduzione, la sella di appoggio e rinfianco laterale saranno in calcestruzzo magrone.




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     Per gli attraversamenti su strade minori si prevede lo scavo in sede stradale, la posa della condotta in ghisa,
     con opportuno letto di posa, rinfianco e ricoprimento, e reinterro con misto stabilizzato mescolato con calce
     idraulica. Nel caso di attraversamenti di strade provinciali, statali ed eventuali linee ferroviarie, ove non è
     possibile riutilizzare attraversamenti già esistenti, si prevede di procedere con il metodo della perforazione,
     ponendo in opera un tubo guaina in acciaio, per l’alloggiamento all’interno della tubazione.




     CARATTERISTICHE DELL'ESERCIZIO IRRIGUO
     Come per gli impianti esistenti limitrofi all’area interessata dal presente progetto, alche per tale impianto
     viene considerata la dotazione unitaria pari a 0,6 l/sec per ettaro. L'approvvigionamento idrico ha origine da
     un sistema di derivazione ed adduzione con acqua fluente e portata costante, e di conseguenza l'esercizio è
     vincolato ad una distribuzione turnata continua di 24 ore su 24. Il turno è fissato in 10 giorni.
     In queste condizioni il volume d'acqua erogato nel reparto del turno di 10 giorni è: => 10 giorni x (86.400
     sec/giorno x 10 ha x 0,6 l/sec/ha) = 5.184.000 litri
     Il volume d'acqua erogato per ogni ettaro ammonta a 518,4 m 3 ogni 10 giorni pari ad un'altezza di pioggia di
     circa 52 mm, corrispondente ad una buona pioggia, se si considera che l’altezza di pioggia utile è quella
     superiore a 5 mm.
     RISPARMIO IDRICO E TUTELA DELLA FALDA
     Il progetto riveste una enorme valenza in termini di ricarica della falda, in quanto la possibilità di infiltrare
     durante il periodo non irriguo le notevoli quantità di acqua precedentemente illustrate, consente di garantire
     una azione di tutela della falda acquifera con una costante azione di contrasto all'abbassamento, rilevabile in
     particolar modo nei periodi di siccità. Tale azione di tutela delle falde risulta inoltre ancora più efficace se si
     tiene presente che la realizzazione di tale rete pluvirrigua consente la dismissione del pozzo Longa, la cui
     portata attuale è di 300 l/s, utilizzato per l’irrigazione a scorrimento di un comprensorio di circa 100 Ha.
     CONCESSIONE DI DERIVAZIONE IRRIGUA
     Attualmente il fabbisogno idrico di tale area è soddisfatto dalle derivazioni irrigue dal Fiume Brenta oggetto
     delle concessione al Consorzio di seguito descritte:
     - Presa Colomba attraverso il canale Medoaco per mezzo della condotta subalveo del fiume Brenta ed il
     canale Unico per l'irrigazione del bacino di destra Brenta dell'ex Consorzio di Bonifica "Grappa Cimone".
     Tale derivazione è ubicata in sponda destra del fiume Brenta con presa dal canale di scarico della centrale
     idroelettrica San Lazzaro in Comune di Bassano del Grappa.
     ESPROPRI E SERVITÙ
     Per la realizzazione della stazione di pompaggio e strade di accesso, è previsto l'acquisto di complessivi
     2.700 m² di terreno sito in Comune di Mason, come da particellare di esproprio, per l’importo previsto di
     Euro 52.029,00. L'onere per le servitù e per il risarcimento dei danni ai frutti pendenti sarà calcolato per la
     condotta di adduzione considerando una larghezza di 6,00 m per la servitù di acquedotto e di 40,00 m per
     danni ai frutti pendenti. L'onere per le servitù e per il risarcimento dei danni ai frutti pendenti sarà calcolato
     per le condotte adduttrici primarie considerando una larghezza di 3,00 m per la servitù di acquedotto e di
     8,00 m per danni ai frutti pendenti. L'onere per le servitù e per il risarcimento dei danni ai frutti pendenti
     sarà calcolato per le condotte secondarie considerando una larghezza di 2,00 m per la servitù di acquedotto e
     di 5,00 m per danni ai frutti pendenti.
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                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Fase di cantiere
     I potenziali effetti connessi alle fasi di cantiere per la componente atmosfera e clima sono connessi alla
     produzione di polveri e gas che possono essere immessi nell’aria durante le fasi attuative. Dati i contenuti
     della proposta progettuale le operazioni che possono comportare maggiori produzioni di sostanze sono le
     attività di scavo per la collocazione delle tubazioni, e successivo rinterro, e gli scavi necessari per realizzare
     la nuova centrale.
     Oltre alle attività in sé le emissioni sono dovute all’utilizzo di mezzi durante tali lavorazioni, nonché lo
     spostamento di mezzi per l’approvvigionamento di materiali e movimentazione della manovalanza.
     Gli effetti più rilevanti riferite alle polveri possono riguardare le fasi di scavo e successive fasi di rinterro
     delle condotte, e quindi della movimentazione delle terre. A queste si aggiungono le emissioni dovute ad
     eventuali demolizioni di manufatti presenti lungo le tratte interessate dalle opere. Si tratta di effetti che
     possono avere significatività nelle aree direttamente coinvolte dalle attività, e spazi immediatamente
     limitrofi, dal momento che le particelle più pesanti possono essere trasportate per distanze ridotte, e
     pertanto le maggiori concentrazioni si avranno entro un raggio limitato dall’area d’intervento. Maggiore
     propagazione può riguardare le particelle più leggere, e in particolare quindi polveri sottili e gas. Si tratta di
     inquinanti prodotti dai mezzi utilizzati all’interno delle aree di cantiere. Considerando la tipologia di
     lavorazioni non risulta necessario l’impiego di un numero elevato di mezzi che operano in contemporanea.
     Valutazione similare riguarda le attività connesse alla realizzazione della nuova centrale. Le fasi
     potenzialmente più incidenti riguardano le opere di scavo e sistemazione dei terreni per la collocazione della
     nuova struttura. Durante le attività di cantiere è previsto comunque bagnatura della sede stradale
     interessata dalla movimentazione dei mezzi, così come dei detriti risultato di demolizioni, quali
     accorgimenti utili a evitare la propagazione di polveri, allo stesso modo sarà utile provvedere alla bagnatura
     dei mezzi di cantiere, nonché eventuale copertura con teli di cumuli di terre risultato degli scavi nel caso di
     venti che possano trasportare polveri.
     Fase di esercizio
     Una volta ultimate le opere e con l’entrata in esercizio di quanto proposto, non si rilevano emissioni di
     sostanze capaci di produrre effetti rispetto alle dinamiche microclimatiche, così come dei caratteri climatici
     più ampi. Si stimano pertanto effetti nulli sulla componente clima.
     Per quanto riguarda la qualità dell’aria, in riferimento al progetto proposto non si rilevano fonti di emissioni
     di sostanze che possano avere sulla componente. Non sono infatti previsti impianti in grado di produrre
     sostanze inquinanti di carattere gassoso nemmeno per la nuova centrale. Gli effetti si stimano pertanto nulli.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.




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     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     Durante le operazioni di posa delle condotte e manufatti di gestione delle acque le operazioni saranno
     condotte in modalità parziale rispetto all’intera rete, assicurando la funzionalità dei canali e invasi presenti
     all’interno del territorio. Non si creeranno pertanto situazioni di rischio dovute a riduzione delle capacità di
     deflusso della rete locale, o eventuali accumuli a monte e valle delle tratte interessate dalle opere. Data la
     tipologia delle attività, non saranno utilizzati materiali o mezzi che costituiscano rischi per la qualità delle
     acque, con particolare riferimento a sostanze nocive. In ragione dei caratteri dei suoli, e in particolare
     dell’assenza falde in prossimità delle quote di scavo, non si stimano possibili interferenze dirette con il
     sistema delle acque sotterranee. Anche in riferimento alle attività legate alla realizzazione della nuova
     centrale non si rilevano possibili rischi di interferenza con il sistema delle acque sotterranee, coinvolgendo
     gli strati superficiali dei suoli, dove non si riscontra presenza di falda. Complessivamente, pertanto, gli
     effetti sulle acque superficiali e sotterranee risultano nulli.
     In fase di esercizio la rete distribuirà in modo capillare le acque all’interno dell’area agricola assicurando una
     più efficiente e capillare consegna della risorsa all’interno del territorio. In sintesi, coerentemente con gli
     obiettivi del progetto, si stimano effetti positivi sia per le acque di superficie che per il sistema delle acque
     sotterranee, in particolare per gli aspetti di carattere quantitativo. Non si rilevano variazioni significative per
     gli aspetti di carattere qualitativo, se non in modo secondario e marginale, dal momento che la maggiore
     disponibilità di acque permette una maggiore dispersione delle sostanze inquinanti, e quindi riduzione degli
     effetti ambientali dovuti alle concentrazioni di inquinanti.
     Integrazioni.
     Lo SPA a pagina 170 nelle conclusioni sottolinea che " Obiettivo delle opere è anche quello di creare un
     sistema di ricarica della falda, durante in periodi in cui non è necessario mantenere attivo il sistema di
     irrigazione. Non si prevedono alterazione dello stato qualitativo della risorsa idrica".
     Il proponente dovrebbe integrare le valutazioni relative alla ricarica della falda da un punto di vista
     quantitativo. A pagina 10 dello SPA viene riportato che " Il progetto, infatti, prevede durante il periodo
     invernale il funzionamento della rete con deflusso a gravità per una certa quantità d’acqua, che viene
     distribuita in una specifica area destinata alla ricarica della falda, e qui tramite un sistema di scoline viene
     dispersa nel sottosuolo. Durante il periodo estivo, grazie alla centrale di pompaggio, l’acqua viene messa in
     pressione e consegnata su tutta l’area di intervento, e quindi agli irrigatori
     mediante le ali mobili.".
     In particolare risulta opportuna una descrizione dello stato dell'attuale sistema di deflusso per gravità con le
     informazioni necessarie per un confronto con la situazione che si prospetta post opera: risulta da valutare
     l'impatto sulla falda sotterranea legato alla variazione dei quantitativi d'acqua dispersi nel sottosuolo
     mettendo a confronto, a tale riguardo, la situazione attuale ante-operam con quella in fase di esercizio post-
     operam. Nel confronto e nella successiva valutazione dell'impatto si considerino le persità ante-post di
     volumi, zone e modalità di dispersione, la dipendenza stagionale, la riduzione di emungimento di eventuali
     pozzi utilizzati a scopo irriguo ed eventuali mitigazioni necessarie.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Stato di fatto
     In riferimento all’uso del suolo si analizzano i dati messi a disposizione dalla Regione Veneto in riferimento
     alla copertura del suolo (aggiornata al 2012). Larga parte del territorio coinvolto è ad uso agricolo, con


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     predominanza di terreni arabili. Si rileva un’ampia presenza di spazi con copertura erbacea, in particolare
     all’interno del territorio comunale di Schiavon.
     Il tessuto insediativo si concentra in corrispondenza dei centri abitati principali; si riscontra presenza di
     abitazioni sparse attestate principalmente lungo la viabilità. Gli ambiti di particolare valore ambientale, quali
     aree boscate o sistemi arbustivi, si concentrano in relazione al sistema del Brenta, e limitatamente in
     corrispondenza dei corsi d’acqua secondari. All’interno dell’area interessata dalle opere questi spazi hanno
     estensione limitata, strutturandosi principalmente come elemento lineare.
     Dal punto di vista geomorfologico l'area appartiene all'unità dei terreni alluvionali della pianura veneta.
     Come noto infatti tutta la pianura padano veneta è costituita da un deposito di sedimenti di rilevantissimo
     spessore (varie centinaia di metri). La costituzione litologico-stratigrafica e granulometrica non è certamente
     omogenea in tutta la pianura, ma al contrario risulta molto varia e spesso assai complessa nel dettaglio. Ciò
     deriva da perse cause: il numero elevato di corsi d'acqua che provenendo dalle Prealpi, hanno contribuito
     a colmare con le loro alluvioni l'antica depressione tettonica adriatica, le frequenti variazioni del corso di
     questi fiumi, che spesso hanno pagato per la pianura, depositando le loro alluvioni su aree perse; le
     frequenti ingressioni e regressioni del mare Adriatico, che hanno interessato ripetutamente la Bassa e la
     Media Pianura. L'elemento strutturale principale dell'Alta e Media Pianura è rappresentato da grandi
     conoidi alluvionali ghiaiose, depositate dai corsi d'acqua (Piave, Brenta, Astico, Leogra) quando il loro
     regime era nettamente perso da quello attuale e caratterizzato soprattutto da portate molto elevate (per lo
     scioglimento dei ghiacciai) e da un trasporto solido imponente (per lo smantellamento degli apparati
     morenici che intasavano le valli prealpine). Lungo la fascia pedemontana si riconoscono varie conoidi
     sovrapposte dello stesso fiume, compenetrate sui fianchi con le conoidi dei fiumi vicini; si riconoscono anche
     conoidi dello stesso fiume depositate su aree perse. Ne risulta così un sottosuolo interamente ghiaioso per
     tutto lo spessore del materasso alluvionale (zona di Alta Pianura). Le conoidi ghiaiose dei vari corsi d'acqua
     si sono spinte a valle per distanze differenti, in funzione dei persi caratteri idraulici di ciascun corso
     d'acqua. È inoltre variabile anche la lunghezza delle varie conoidi sovrapposte di uno stesso fiume in quanto
     condizionata dal regime del periodo di deposizione: le conoidi più antiche, e quindi più profonde, si sono
     spinte spesso in aree più lontane. Scendendo verso valle, lo spessore complessivo delle ghiaie diminuisce
     progressivamente: i singoli letti ghiaiosi si assottigliano sempre più e la maggior parte di essi si esaurisce
     entro i materiali limoso-argillosi; il sottosuolo quindi non risulta uniformemente ghiaioso, bensì
     caratterizzato da alternanze di livelli ghiaiosi alternati con livelli limoso- argillosi. La suddetta situazione
     litostratigrafia condiziona evidentemente l'assetto idrogeologico del territorio: il materasso ghiaioso dell'alta
     pianura alloggia il cosiddetto acquifero freatico indifferenziato, la successione di livelli limoso-argillosi e
     ghiaioso-sabbiosi della media pianura ospita il sistema delle falde artesiane che và via via scomparendo
     verso la bassa pianura. I fattori di alimentazione del sistema sono praticamente tre: la dispersione dei corsi
     d'acqua; l'infiltrazione degli afflussi meteorici; l'infiltrazione delle acque irrigue.
     La profondità della superficie freatica dal piano campagna è molto variabile da zona a zona, decrescendo
     tuttavia con discreta regolarità dal piede dei rilievi montuosi (dove si riscontrano i valori maggiori) alla
     fascia delle risorgive, dove la falda affiora a giorno nei punti più depressi. Nel valutare le profondità occorre
     tuttavia considerare che la superficie freatica è soggetta a continue variazioni nel tempo, in relazione ai
     processi di alimentazione e di drenaggio cui è soggetta, che determinano il regime delle falde.
     Rete pluvirrigua
     L'area interessata dal progetto della rete pluvirrigua ricade nel settore meridionale della zona di Alta
     Pianura dove comincia a delinearsi la transizione tra Alta e Media Pianura, ovverosia in quella fascia di
     territorio dove i depositi ghiaiosi e sabbiosi iniziano ad essere intercalati a livelli argilloso- limosi poco
     permeabili; conseguentemente che alla falda acquifera freatica più superficiale seguono a maggiore
     profondità perse falde in pressione. La suddetta situazione viene ricostruita nella sezione litostratigrafica
     della seguente figura orientata da Nord a Sud e passante per il settore orientale dell'area in oggetto.

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     Centrale di pompaggio
     L’area interessata dal progetto della centrale di pompaggio ricade in zona di Alta Pianura Veneta, ovverosia
     in quella fascia di territorio compresa tra il limite di rilievi prealpini e il limite superiore della fascia delle
     risorgive ovverosia nella zona interessata dalla presenza del potente materasso ghiaioso indifferenziato.
     Caratteristiche idrogeologiche
     Rete pluvirrigua
     Dal punto di vista idrogeologico, l'area, si pone in zona di passaggio tra l'acquifero freatico indifferenziato di
     alta pianura e la fascia degli acquiferi profondi in pressione. Ai fini della progettazione e realizzazione delle
     opere previste riveste importanza solamente la falda acquifere superficiale; come già accennato essa interessa
     l'acquifero indifferenziato di alta pianura nel settore Nord e la sua terminazione meridionale limitata
     all'acquifero più superficiale, laddove compare in profondità il sistema artesiano in pressione. Secondo le
     conoscenze attualmente acquisite viene riconosciuto uno spartiacque idrogeologico orientato grossomodo
     tra il centro abitato di Sandrigo e quello di Breganze, per cui tutta la zona in oggetto appartiene al bacino
     idrogeologico del Brenta. La direzione generale del deflusso sotterraneo risulta orientata NNW verso SSE
     anche se nell'estremo settore Nord-Orientale il sistema idrogeologico risente dell'asse di dispersione
     rappresentato dall'alveo disperdente del fiume Brenta, per cui la localmente la direzione di deflusso può
     essere da NNE verso SSE. La profondità di falda rispetto al piano campagna decresce rapidamente da Nord
     a Sud in funzione del minor gradiente della falda rispetto alla pendenza del piano campagna, fino a ridursi
     praticamente a zero nella zona delle risorgive posta, come già detto, immediatamente a Sud dell'area
     interessata dal progetto. Tale spessore si mantiene tra un minimo di 1.5-2 metri circa nella zona di Sandrigo a
     un massimo di 10-15 metri in quella più settentrionale.
     Centrale di pompaggio
     Dal punto di vista idrogeologico, l'area si pone in zona di alta pianura e quindi interessata dalla presenza
     della falda freatica ospitata nell'acquifero ghiaioso indifferenziato. La falda risente in modo diretto dell'asse
     di alimentazione costituito dall'alveo disperdente del Fiume Brenta, per cui la direzione di deflusso locale
     orientata NNE verso SSW. La profondità di falda rispetto al piano campagna è piuttosto rilevante, intorno ai
     15 - 20 metri di profondità; essa risulta peraltro condizionata in modo sensibile dalle perse fasi di regime,
     con oscillazioni stagionali di qualche metro.
     Fase di cantiere
     Durante le fasi di attuazione degli interventi saranno interessati in modo diretto principalmente aree ad uso
     agricolo, o spazi periurbani. Saranno coinvolte limitatamente e marginalmente aree con presenza di elementi
     di valore ambientale. Si tratta di modifiche che non incidono rispetto alla stabilità e che non compromettono
     l’uso delle aree limitrofe. Una volta ultimate le attività di cantiere saranno ripristinate le situazioni ante
     operam, e in particolare i rinterri delle condotte avverranno con l’utilizzo del medesimo suolo dello scavo,
     evitando così modifiche delle capacità produttiva dei suoli. In tal senso a seguito della conclusione delle
     opere sarà ripristinato non solo l’attuale uso del suolo, ma verrà anche garantito la continuazione degli usi
     attuali
     Rete pluvirrigua
     Il primo sottosuolo interessato dalla posa delle tubazioni previste, al di sotto del livello superficiale di
     terreno vegetale, risulta costituito da due classi di terreni: ghiaie, sabbie e ciottoli puliti della conoide del
     Brenta ad Est e ghiaie e sabbie in matrice limoso-argillosa ad Ovest, fanno eccezioni locali anomalie relative
     ai terreni più superficiali laddove possono essere presenti livelli di 1.5 - 2.0 metri di spessore di limi e argille
     sabbiosi soprastanti il banco di ghiaie e sabbie alluvionali. La persa dimensione delle tubazioni da porre in
     opera, dotate di diametro massimo di 2000 mm per la condotta di adduzione e a scendere fino a 150 mm
     circa per la rete di distribuzione, comporta la necessità di realizzare scavi di persa profondità. Gli scavi da
     eseguire saranno quindi persi sia per profondità da raggiungere che per tipologia di suolo interessato. Dal
     punto di vista geotecnico, in relazione alla stabilità delle pareti di scavo, risulta cautelativamente opportuno

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     riferirsi alla situazione in cui i materiali si presentino comunque dotati di scarsa coesione, ciò anche alla luce
     del fatto che i materiali prevalentemente limoso-argillosi risultano dotati di un notevole scheletro granulare.
     Si ritiene pertanto corretto riferirsi a sezioni di scavo determinate dalla persa profondità, piuttosto che alla
     persa classificazione dei terreni.
     Si ritiene inoltre che realizzando lo scavo per gradini di altezza non superiore a 150 cm, e salvo casi
     eccezionali da verificare in fase d'opera rappresentati da eventuali scavi sotto falda soprattutto in presenza
     di ghiaie e sabbie pulite, sia possibile eseguire gli scavi e la posa delle tubazioni senza utilizzo di opere di
     sostegno. Ne deriva che le sezioni di scavo adottate dal Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta a
     seconda delle perse tipologie, siano coerenti con la situazione geologica locale, fatte salve le suddette
     possibili eccezioni quando si fosse in presenza di ghiaie e sabbia pulite e sotto falda.
     Centrale di pompaggio
     La zona interessata dalla realizzazione della nuova centrale di pompaggio ricade in area in cui il sottosuolo
     risulta prevalentemente interessato dalla presenza di materiali fini coesivi anche se dotati di notevole
     scheletro granulare. Il livello di falda raggiunge profondità elevate, tali da non poter interferire in alcun
     modo con le opere in progetto. Dal punto di vista geotecnica, inteso come capacità portante e cedimenti sotto
     carico, i terreni risultano dunque del tutto compatibili con la realizzazione della centrale; per il
     dimensionamento delle fondazioni sarà comunque opportuno eseguire una specifica prova geognostica in
     corrispondenza del sedime dell'opera. Come sempre quando si realizzino scavi in materiali sciolti, sarà
     inoltre opportuno sostenere gli stessi con sostegni temporanei qualora non sia possibile affidare il sostegno
     delle scarpate ad un sufficiente angolo di scarpata.
     Fase di esercizio
     Il progetto è funzionale ad assicurare la maggiore compatibilità dell’utilizzo agricolo del territorio. In tal
     senso vengono assicurate le condizioni che consentono l’utilizzo attuale degli spazi. Si tratta pertanto di uno
     scenario che tutela il mantenimento di suoli che assolvono, oltre alla funzione di produzione primaria, anche
     funzioni ecologiche. Le opere e impianti necessari per il funzionamento della rete hanno carattere puntuale,
     e non incidono rispetto all’uso del suolo del contesto. La modifica più sostanziale è quella connessa alla
     realizzazione della nuova centrale. L’area interessata si situa lungo via Oppio, in prossimità di edifici già
     esistenti. Si tratta pertanto di alterazioni di spazi attualmente liberi ma marginali, evitando così
     frammentazione o effetti indiretti sul potenziale uso degli spazi limitrofi. Parete delle aree di pertinenza sarà
     mantenuta a verde, limitando l’impermeabilizzazione e artificialità dei suoli. In riferimento alla componente
     non si riscontrano effetti a seguito della realizzazione e dell’entrata in esercizio dell’intervento.
     In base a quanto definito dalla relazione intermedia degli studi finalizzati alla realizzazione di uno
     strumento funzionale alla gestione sostenibile della risorsa idrica sotterranea dei “Modelli matematici per la
     tutela e la gestione delle risorse idriche sotterranee nell’ambito del territorio del Consiglio di Bacino
     Bacchiglione” redatto dal Centro di Idrologia "Dino Tonini" dell’Università degli studi di Padova, il
     contributo alla ricarica della falda da parte delle aree irrigate a scorrimento (per il sistema idrico Astico e
     Brenta) è pari a 1.4 mc/s e di 4.3 mc/s da parte delle canalette terziarie (attivate solo nel periodo irriguo). Per
     sopperire alla mancata infiltrazione del sistema pluvirriguo, il Consorzio ha predisposto lo stesso impianto
     per la ricarica della falda di 50.284.800 m3, durante il periodo non irriguo. Va dunque definito un
     cronoprogramma di attuazione dei relativi sistemi di infiltrazione (AFI o altra tipologia) garantendo, in fase
     di attivazione del pluvirriguo, una adeguata superficie di ricarica (AFI o altro sistema di ricarica) pari
     inizialmente ad almeno il 25% della portata stimata di 50.284.800 mc..

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.



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     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     Stato di fatto
     Il territorio oggetto di intervento è posto in zona - Classe III – Aree di tipo misto: “ rientrano in questa classe le
     aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza
     di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali
     interessate da attività che impiegano macchine operatrici.” L’inserimento del nuovo impianto avviene in
     prossimità dell’argine del Brenta in zone agricole e con traffico a servizio di poche abitazioni.
     Fase di cantiere
     L’impatto acustico è originato dalla movimentazione e funzionamento delle macchine operative viste come
     sorgenti puntiformi (per esempio nel flusso veicolare in cantiere e sulle arterie stradali). Le attività in cui
     verranno svolti i lavori maggiormente impattanti dal punto di vista acustico mediante l’utilizzo dei
     macchinari, risultano gli scavi, la movimentazione dei materiali (terre e materiali da costruzione) e ripristini
     ambientali. Va evidenziato come le attività si svolgeranno nelle ore diurne esclusivamente nei giorni feriali
     con l’utilizzo dei mezzi e macchinari più moderni a disposizione.
     L’impatto sull’ambiente circostante sarà temporaneo. Al fine di limitare questa tipologia di impatto è
     fondamentale che i macchinari impiegati siano in un buono stato di manutenzione e rispettino la vigente
     normativa.
     Si potranno avere disturbi concentrati in momenti e periodi dovuti alle lavorazioni più rumorose, che si
     svilupperanno in archi temporali estremamente ridotti, e tali quindi da non rappresentare fenomeni di
     incomodo temporanei, in grado di avere una significatività relativa. Analizzando la tipologia dei mezzi
     operatori che potranno esser utilizzati si rilevano possibili picchi dovuti alla presenza di autocarri, escavatori
     e pale meccaniche, con una pressione acustica stimata in 100 dB.
     La potenza iniziale di 100 dB si riduce a meno di 50 dB ad una distanza di 200 m. L’areale di pressione
     acustica del cantiere è stato così definito all’interno di uno spazio di 200 m, tenendo conto che si tratta di una
     distanza cautelativa, dal momento che all’interno di tale spazio sono presenti elementi che abbattono
     ulteriormente la propagazione del suono, quali edifici, zone alberate ecc. → EFFETTO NEGATIVO LIEVE
     Fase di esercizio
     Uno degli impianti in grado di generare emissioni sonore è quello di ventilazione per il ricircolo dell’aria
     nella sala macchine e nella cabina di trasformazione, costituito da 2 ventilatori assiali con motore da 0,74 kW
     – 6 poli (880 giri al 1’) – 400 V – 50Hz, con una portata di 10.000 Nmc/h.
     Il livello di pressione sonora misurato a 1,5 m di distanza è di 63 dB (A). Il motore trifase è del tipo a rotore
     esterno. Per quanto riguarda le elettropompe (n. da 4 a 7 da 135l/s – 47 m – 110 kW – Tipo 4P e n. 1 da 80 l/s
     – 47 m – 75 kW – 4P), si prende in considerazione il valore di 80 dB corrispondenti alla potenza sonora di
     una singola elettropompa da 110 kW.
     Il livello di pressione sonora cautelativamente misurata a 50 m di distanza e considerando le elettropompe
     all’interno del fabbricato della centrale di pompaggio è di 44 dB (A).
     Non vengono riportati adeguati studi previsionali acustici a supporto delle informazioni.
     Di seguito si indica comunque alla Proponente, l’opportunità di chiedere alle Amministrazioni Comunali
     coinvolte dal progetto specifica deroga ai limiti di legge per le attività di cantiere; con indicazioni nella
     suddetta richiesta del:
        -  tipo attività in analisi con gli impianti, le macchine e le attrezzature nonché il numero di mezzi
          pesanti che serviranno all’attività stessa,
        -  gli orari delle lavorazioni e i livelli di emissione acustica calcolati in facciata ai ricettori più coinvolti
          dalle lavorazioni di progetto.
     qualora ai Comuni dovessero pervenire lamentele o segnalazioni di disturbo ovvero se i Comuni, per
     precauzione, lo ritenesse comunque opportuno durante la fase di cantiere e/o a fine opera, sarà richiesto al
     Ente Gestore titolare del servizio di produrre adeguate verifiche fonometriche presso i ricettori più impattati
     dalle emissioni di rumore degli impianti. I risultati delle verifiche dovranno essere consegnati alla
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     l’Amministrazione Comunale entro breve tempo dalla suddetta richiesta, con indicazioni tecniche chiare e
     riferibili delle modalità operative o/e degli interventi strutturali finalizzati alla limitazione delle criticità
     laddove si potessero riscontrare livelli di emissione acustica superiori a quanto eventualmente indicato nei
     limiti di norma.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Stato di fatto
     ARPAV effettua il monitoraggio in continuo del campo elettromagnetico emesso dagli impianti di
     telecomunicazione con particolare riferimento alle Stazioni Radio Base. Alla fine di ciascuna campagna
     vengono emessi dei report riassuntivi: i valori di campo elettrico rilevati sono riportati su un grafico che
     evidenzia la media oraria e la media giornaliera.
     Per il Comune di Molvena è stata condotta una campagna di monitoraggio dei campi elettromagnetici tra
     aprile e maggio 2005 in Via dell’Artigianato n. 18, dalla quale non è emerso alcun superamento dei valori si
     attenzione, l’indicatore del campo elettromagnetico si è attestato in media a 0,8 V/m con valori massimi di
     1,2 V/m, considerando la soglia del valore di attenzione 6 V/m.
     Nel Comune di Mason è stata condotta una campagna di monitoraggio tra i mesi di aprile e maggio 2014, in
     Via Vigolo n. 161, dalla quale si è rilevato un valore medio di 1,2 V/m, un valore massimo di 1,9 V/m ed una
     media giornaliera di 1,2 V/m, considerando la soglia del valore di attenzione 6 V/m.
     Nel Comune di Breganze sono state condotte due campagne di monitoraggio, la prima in Via Cavour 22 nel
     mese di novembre 2016, dalla quale è stato rilevato un valore medio di 1 V/m, un valore massimo di 1,3 V/m
     ed una media giornaliera di 1,1 V/m. La seconda campagna è stata effettuata in Viale Trento n. 26 tra i mesi
     di novembre e dicembre 2016, tale campagna ha rilevato un valore medio di 0,4 V/m, un valore massimo di
     0,6 V/m ed una media giornaliera di 0,4 V/m.
     Nel Comune di Sandrigo sono state condotte due campagne di monitoraggio, la prima in Viale Ippodromo
     n. 33 tra i mesi di aprile e maggio 2010, dalla quale è stato rilevato un valore medio di 1 V/m, un valore
     massimo di 1,2 V/m ed una media giornaliera di 1,1 V/m. La seconda campagna è stata effettuata in Via Aldo
     Moro n. 4 tra i mesi di giugno e luglio 2010, tale campagna ha rilevato un valore medio di 0,5 V/m, un valore
     massimo di 0,6 V/m.
     Per il Comune di Schiavon non è stata effettuata nessuna campagna di monitoraggio.
     Fase di cantiere
     Le tipologie di lavorazioni che riguardano la realizzazione di impianti similari non richiedono opere o
     l’impiego di mezzi o strumenti tali da produrre radiazioni o la produzione di campi elettromagnetici
     rilevanti. → EFFETTO NULLO
     Fase di esercizio
     I possibili effetti connessi all’entrata in esercizio dell’intervento proposto riguardano le potenziali emissioni
     elettromagnetiche dovute alla presenza degli impianti della centrale di progetto. Non sono infatti presenti
     fonti di emissioni elettromagnetiche lungo la rete di adduzione o distribuzione irrigua. Gli impianti utilizzati
     saranno di nuova generazione e rispondenti alla normativa in materia di sicurezza e salute pubblica; in tal
     senso le emissioni saranno contenute e non creeranno situazioni critiche per l’utenza. Si rileva, inoltre, che in
     prossimità della nuova struttura non sono presenti recettori sensibili o popolazione potenzialmente esposta
     in modo continuativo alle eventuali emissioni. → GLI EFFETTI STIMABILI SONO PERTANTO NULLI.
     A pagina 70 dello SPA vengono elencate le sezioni componenti la stazione di pompaggio tra le quali
     vengono citate: cabina ENEL, locale M.T. trasformatore, ma non vengono tuttavia fornite informazioni in
     grado di dare evidenza della dimensione del problema della presenza di cem indotti e/o vvalutazioni circa la
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     distanza di prima approssimazione con riferimento al DPCM 08.07.2003 e smi.. Si richiedono, pertanto,
     valutazioni di impatto relativamente a Rumori ed a CEM (DPCM 08/07/2003) generata dalla progettata
     stazione di pompaggio.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Stato di fatto
     All’interno del PTRC adottato nel 2009, nel quale sono inpiduati gli ambiti territoriali caratterizzati da
     continuità paesaggistica e storico-testimoniale, l’area in oggetto ricade per la parte settentrionale all’interno
     dell’ambito “Costi Vicentini”, e per la parte centrale e meridionale all’interno dell’ambito “Alta Pianura
     Vicentina”. L’ambito più settentrionale ricomprende gli spazi dei primi rilievi vicentini, dove il sistema
     collinare si integra con le incisioni vallive che proseguono poi verso nord all’interno delle aree di quota
     maggiore. Gli elementi di maggiore interesse si rilevano nelle aree con quote più elevate, in ragione della
     morfologia e della presenza di spazi boscati. Assume importanza dal punto di vista paesaggistico e storico-
     identitario il sistema rurale delle aree di costa, quale espressione del rapporto tra territorio e uomo. Tra i
     fattori di vulnerabilità dell’ambito si rileva proprio l’abbandono o la modifica delle conduzioni tradizionali
     dei fondi. A questo si somma lo sviluppo insediativo, e in particolare delle realtà frammentate e disperse,
     che incidono in modo particolare nell’area più meridionale dell’ambito, in corrispondenza degli spazi
     oggetto d’intervento.
     In riferimento al “Alta Pianura Vicentina”, si tratta di un ambito pianeggiante che si estende ai piedi dei
     primi rilievi vicentini fino ai colli Berici, in destra Brenta, ricomprendendo il territorio di pertinenza
     dell’Astico. Dal punto di vista insediativo l’ambito presenta una struttura policentrica, caratterizzata dalla
     presenza di alcune città medio-grandi come Schio, Thiene e Marostica, nonché il capoluogo di provincia.
     Il territorio è caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua principali e una rete secondaria in relazione alla
     quale si articolano anche spazi di valore naturale. Di particolare interesse risulta così il sistema dell’Astico e
     del Bosco di Dueville. Nell’area orientale dell’ambito, in corrispondenza agli spazi oggetto d’intervento,
     assume valore paesaggistico il sistema agricolo, in ragione della sua integrità.
     Porzioni del territorio ricadente all’interno dell’ambito complessivo d’intervento sono soggetta a tutela
     paesaggistica per la presenza di corsi d’acqua pubblici. Alcuni spazi soggetti ad interventi rientrano nelle
     fasce soggette a tutela paesaggistica secondo quanto previsto dall’art. 142 comma1 lett. c) del D.Lgs 42/2004.
     Gli spazi coinvolti sono caratterizzati da presenza di attività agricola o presenza antropica, lo stato attuale
     risente pertanto delle attività dell’uomo che qui sono condotte.
     In riferimento al patrimonio archeologico sono state analizzate le informazioni relative ai ritrovamenti
     avvenuti nel territorio, in particolare si fa riferimento alla Carta Archeologica del Veneto.
     I ritrovamenti documentati interessano principalmente le aree prossime ai corsi del Brenta e dell’Astico.
     Limitate sono le segnalazioni riferite ai territori comunali analizzati, e assenti all’interno delle aree oggetto
     d’intervento. Si stima pertanto ridotto il rischio archeologico all’interno dell’area oggetto d’intervento, in
     riferimento alle informazioni qui riportate. Si ricorda comunque come alcune porzioni delle aree soggette a
     intervento ricadano all’interno dell’ambito dell’agrocenturiato inpiduato in comune di Schiavon.
     Fase di cantiere
     Durante le attività di realizzazione delle opere gli effetti sul paesaggio saranno legati alla presenza delle aree
     di cantiere e dei mezzi operatori. Le attività di scavo e posa dei manufatti avverrà all’interno degli spazi
     agricoli, con presenza di alcuni mezzi e personale. Le lavorazioni saranno condotte in modo puntuale lungo
     i tracciati oggetto d’intervento, modificando così la percezione degli spazi in modo limitato e tale da non
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     alterare il quadro complessivo o i riferimenti percettivi del contesto. Le lavorazioni, inoltre, hanno carattere
     transitorio, spostandosi lungo le tratte oggetto d’intervento. Questo accentua la transitorietà delle modifiche
     visive. Più stabili risulteranno le aree di cantiere e la presenza di mezzi in corrispondenza delle opere di
     attraversamento stradale o dei passaggi in subalveo. Si tratta comunque di modifiche estemporanee,
     ricordando come il progetto riguardi la realizzazione di elementi interrati con previsione di ripristino dello
     stato ante opera.
     Per quanto riguarda la realizzazione della nuova centrale, le alterazioni saranno dovute alla presenza
     dell’area di cantiere e di mezzi e personale all’interno del lotto. Le alterazioni risultano limitate dal momento
     che si agisce all’interno di uno spazio marginale del tessuto agricolo, collocato lungo via Oppio e in
     prossimità di altri edifici situati lungo la viabilità. Non si prevedono quindi effetti di frammentazione visiva
     o la creazione di nuovi margini. Il disturbo sarà legato essenzialmente alla presenza di elementi difformi e
     non omogenei con lo stato dei luoghi. La collocazione di pannelli o barriere visive che limitino la diretta
     percezione dello spazio interno limita gli effetti più significativi. Sulla base delle informazioni assunte dalla
     Carta Archeologica del Veneto si valutano estremamente limitate le possibilità di rinvenire materiale di
     interesse archeologico nell’area. Si ricorda tuttavia che la porzione più orientale dell’area oggetto
     d’intervento, ricadente in territorio comunale di Schiavon, è soggetta a tutela per la presenza dell’agro-
     centuriato. All’interno di questi contesti sarà necessario porre particolare attenzione alle attività che
     comportano manomissione di suolo con profondità più significative, prevedendo di condurre gli scavi con
     assistenza di personale competente in materia archeologica, secondo quanto definito o concordato con la
     soprintendenza. Tale attenzione permette di ridurre i rischi di manomissione, deterioramento o distruzione
     di eventuali reperti.
     Fase di esercizio
     La completa realizzazione della rete di adduzione e distribuzione non modifica lo stato dei luoghi, dal
     momento che il progetto prevede la ricomposizione dello stato ante operam. Verranno pertanto ricondotte le
     aree oggetto d’intervento alla situazione attuale, garantendo così il mantenimento dell’attuale qualità
     paesaggistica del contesto agricolo. Va evidenziato come l’intervento in oggetto abbia la funzione di
     garantire il mantenimento dell’uso agricolo del territorio, salvaguardando quindi l’assetto territoriale che
     esprime valore paesaggistico e identitario.
     Gli unici elementi di nuova introduzione, visibili saranno i pozzetti che ospitano gli idranti. Si tratta
     comunque di elementi puntuali di dimensioni estremamente contenute che emergeranno per altezze
     limitate. La loro percezione sarà limitata e tale comunque da non alterare la visione complessiva del
     territorio.
     Per quanto riguarda la realizzazione della nuova centrale, il progetto già prevede la realizzazione di
     schermature verdi atte a ridurre la vista della nuova struttura. La piantumazione delle alberature lungo i
     margini del lotto crea un margine percettivamente coerente con il contesto.
     Va inoltre rilevato che la scelta architettonica riferita alla struttura della nuova centrale sia stata guidata dalla
     volontà di creare un elemento che riprendesse gli stili e caratteri degli edifici rurali del contesto.
     Non si rilevano, pertanto, alterazioni tali da compromettere la visibilità del quadro paesaggistico territoriale,
     così come alterazioni puntuali che compromettano la qualità paesaggistica locale in essere.
     Si richiede la produzione di un elaborato specifico della sistemazione a verde proposta per la nuova
     centrale, con nidificazioni delle specie impiegate (caducifoglie e autoctone), dei sesti di impianto; nonché dei
     costi di realizzazione e della manutenzione prevista.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                                                             Pag. 16 di 20


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     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     I possibili effetti sul sistema della mobilità sono legati alla presenza di cantieri o lavorazioni all’interno della
     sede stradale o lungo i Magini della stessa. Per gli attraversamenti della viabilità principale saranno risolti
     attraverso perforazione, evitando così di interrompere la funzione dell’asse stradale. Si prevede di far
     correre le tubazioni all’interno di controtubi in acciaio al fine di sostenere il carico degli strati superiori
     garantendo la sicurezza della nuova condotta ed evitando cedimenti della struttura stradale. Le lavorazioni
     saranno così condotte esternamente alla sede stradale, o coinvolgendone i margini, senza creare interruzioni
     prolungate o di porzioni significative della strada. Le opere necessarie per gli attraversamenti della viabilità
     minore, o per interventi ai margini della sede stradale, saranno condotte con cantieri mobili e coinvolgendo
     una sola corsi alla volta. La funzionalità e sicurezza della mobilità sarà conseguita tramite apposizione di
     segnaletica, conformemente al codice della strada, e nei punti più critici con presenza di moviere. I disturbi
     saranno pertanto limitati spazialmente e temporalmente, e avranno effetto puntuale. Una volta terminate le
     attività i disturbi saranno rimossi. Gli effetti si potranno avere quindi all’interno della rete viaria secondaria,
     con peso comunque ridotto
     Il progetto prevede, in caso di interferenza con la viabilità, di realizzare condotte interrate, garantendo così
     la funzionalità di entrambi i sistemi. Le tratta che si svilupperanno al di sotto della piattaforma stradale
     saranno collocate a quote tali da non interferire con la presenza d eventuali sottoservizi, né con la stabilità
     del pacchetto stradale stesso. Le tubazioni collocate al di sotto della piattaforma stradale saranno realizzate
     in ghisa o correranno all’interno di un controtubo in acciaio. Questo garantisce maggiore tenuta e stabilità
     del manufatto limitando gli interventi di manutenzione. Il materiale di riporto e copertura garantisce la
     tenuta dei suoli al fine di evitare fessurazioni o disassamenti del manto stradale. Si riporta come gli
     attraversamenti della viabilità principale determinati dalle condotte di adduzione siano comunque limitati
     (11). A seguito dell’entrata in funzione della rete di distribuzione non si avranno modifiche dei flussi viari,
     dal momento che la tipologia d’intervento non ha relazioni con il sistema della mobilità. Per quanto riguarda
     la nuova centrale, le unità movimentate saranno quelle legate alle fasi di controllo ed eventuale
     manutenzione degli impianti. Si tratta di un’incidenza del tutto sporadica e marginale, tale da non avere
     effetti sul sistema della mobilità.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     Il progetto interessa in modo diretto porzioni limitate degli spazi ricompresi entro il perimetro del SIC
     IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”, e si colloca a circa 1 Km dal SIC/ZPS IT3260018 “Grave e
     zone umide del Brenta”.
     Gli interventi che interessano gli spazi interni al SIC IT3220040 comportano modifiche rispetto all’attuale
     stato dei luoghi per la sola fase di cantiere, e non coinvolgono habitat o habitat di specie inclusi nel
     perimetro del sito.
     Sulla base delle analisi e valutazioni sviluppate si esclude la sussistenza diretta di effetti dovuti alla
     sovrapposizione di spazi interessati sia dalle trasformazioni che dalle pressioni derivanti dall’intervento,
     rispetto agli habitat e habitat di specie classificati interni al SIC o esterni ad esso. Si escludono altresì effetti
     dovuti a fattori indiretti o che si possono sviluppare durante la fase di realizzazione dell’intervento stesso. Si
     ritiene pertanto di poter escludere la presente proposta d’intervento dalla procedura di Valutazione di
     Incidenza Ambientale, secondo quanto previsto dalla DGR 1400/2017.
     Stato di fatto
     Analizzando il quadro programmatorio e pianificatorio che interessa l’area si rileva che le superfici
     direttamente interessati dall’intervento, così come gli spazi limitrofi, non rientrino all’interno del sistema

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     ecorelazionale di scala territoriale. L’elemento portante della rete ecologica di livello territoriale è il Brenta,
     considerando sia il corso d’acqua in sè che gli spazi golenali e le aree limitrofe ai sui argini. Il corridoio
     ecologico fluviale relaziona le aree di elevata naturalità che si sviluppano all’interno dei versanti montani del
     canale del Brenta con il sistema planiziale che si accompagna al fiume più a valle.
     In riferimento agli elementi che possono strutturare la naturalità del sistema, e definire un sistema di
     carattere ecorelazionale, si rileva che all’interno del contesto in oggetto non siano presenti macchie alberate o
     elementi lineari strutturati e continui. L’uso agricolo, e la presenza di abitato sparso determina un sistema
     ecologico frammentato. Tuttavia la stabilità delle aree agricole, e la loro ampia estensione, definisce realtà
     che sono utili alla presenza di fauna tipica dei sistemi antropizzati, e agisce come elemento complementare
     agli spazi di maggiore valore, agendo in termini di biopersità e varietà fisica degli spazi. La presenza e i
     caratteri della fauna sono strettamente dipendenti dai caratteri del territorio, in funzione dell’esistenza di
     spazi naturali e peso delle attività antropiche. Lo sviluppo di dinamiche che comportano carichi antropici
     eccessivi limitano la presenza stabile di fauna e incidono rispetto ai processi delle specie, potendo interferire
     con i periodi di nidificazione o spazi di transito. Il grado di antropizzazione del territorio condiziona le
     potenzialità naturali permettendo la presenza di fauna in funzione della loro sensibilità e adattabilità. Oltre a
     specie che necessitano di specifici spazi e condizioni, esistono altre che presentano buoni livelli di
     adattabilità, e che anzi sfruttano le risorse date dalla presenza dell’uomo.
     Si stima limitata la presenza in modo stabile o continuativo di specie di maggiore sensibilità e pregio, o che
     necessitano di spazi naturali con bassi disturbi antropici, con limitata mobilità. Possono invece osservarsi in
     zona specie tipiche delle aree urbane, che si adattano alla presenza dell’abitato e delle attività antropiche
     caratterizzati da buona mobilità, e che utilizzano anche i piccoli spazi verdi presenti all’interno del tessuto
     urbano. Si tratta di specie di uccelli comunemente presenti in corrispondenza degli spazi urbani, quali il
     merlo (Turdus merula), il tordo (Turdus philomelos), lo storno (Sturnus vulgaris), la gazza (Pica pica), la
     cornacchia (Corvus corone). Si considera limitata la presenza di mammiferi o rettili in ragione delle pressioni
     e attività antropiche. All’interno dell’area indagata sono presenti spazi che ricadono all’interno della Rete
     Natura 2000. Si tratta in particolare del SIC IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”. Le valenze
     naturalistiche connesse al sito sono date dagli spazi umidi situati in prossimità delle risorgive, e ambiti
     ripariali con presenza strutturata di vegetazione igrofila. Per quanto riguarda gli ambiti coinvolti
     dall’intervento, si osserva che gli spazi connessi ai corsi d’acqua siano interessati dalla presenza di filari
     alberati all’interno delle rive. Non si osservano spazi strutturati o di più ampia superficie in grado di
     articolare un sistema vegetale complesso. Tali ambiti, classificati come habitat, si localizzano a valle delle
     aree interessate dalle opere.
     Fase di cantiere
     I potenziali disturbi o alterazioni che possono essere prodotti dalle attività di lavoro riguardano
     l’occupazione di spazi naturali o seminaturali e la produzione di disturbi fisici, in particolare produzione di
     inquinanti atmosferici, alterazione qualitativa e quantitativa dei corsi d’acqua e variazione del clima acustico.
     In riferimento alla modifica dei suoli si riporta come le alterazioni saranno limitate a spazi di contenuta
     estensione, dal momento che i cantieri e le aree d’intervento non interesseranno in modo continuativo
     l’intero ambito di intervento. Si tratta di modifiche e variazioni marginali, che interessano comunque
     principalmente gli spazi interni alle aree agricole. Una volta ultimate le opere si prevede il ripristino dello
     stato attuale degli spazi coinvolti. In riferimento alle alterazioni indotte, si stimano irrilevanti gli effetti sulla
     componente atmosferica, in considerazione delle tipologie di interventi e mezzi usati, tenendo conto di come
     si agisca all’interno di ambienti in cui sono presenti situazioni critiche. Per quanto riguarda gli effetti sulla
     componente idrica, le attività condotte non determinano situazioni di perturbazione della rete, agendo
     puntualmente e in modo temporaneo. La corretta gestione delle lavorazioni riduce il rischio di dispersioni di
     sostanze che possono essere trasportate all’interno dei corsi d’acqua, e che quindi possono avere ricadute
     all’interno degli spazi a valle, caratterizzati da maggiore naturalità. Per quanto riguarda il clima acustico,
     viene stimato come l’alterazione dovuta alle lavorazioni potrà avere picchi superiori ai 90dB. Si tratta di
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     momenti specifici connessi ad alcune fasi di lavorazione, in particolare demolizioni o impiego di macchinari
     specifici. Mediamente le emissioni saranno più contenute, e comunque discontinue.
     Gli effetti più significativi avranno pertanto carattere episodico e temporaneo. Gli effetti più rilevanti si
     registreranno in prossimità dei siti di lavorazione. Dal momento che gli spazi coinvolti non sono
     caratterizzati da evidente significatività o sensibilità ambientale, si stima come i disturbi precedentemente
     indicati non comportino alterazioni significative e tali da creare alterazioni delle dinamiche naturalistiche
     dell’area in oggetto, così come del contesto connesso. Va inoltre ricordato che i disturbi saranno discontinui
     e saranno rimossi una volta ultimate le opere.
     Parallelamente a quanto indicato a proposito dell’impatto sul paesaggio, si prescrive di integrare gli
     elaborati progettuali con una più dettagliata analisi della sistemazione a verde nell’ambito di edificazione
     della stazione di pompaggio, con particolare riferimento alle scelte floristiche, al posizionamento di alberi ed
     arbusti, nonchè alle valutazioni economiche che ne conseguono, in termini di realizzazione e manutenzione
     delle opere.
     Fase di esercizio
     L’entrata in esercizio del sistema proposto avverrà una volta completati gli interventi, anche per fasi e stralci.
     Il completamento delle lavorazioni comporta il ripristino dello stato attuale e la rimozione delle fonti di
     potenziale disturbo. L’assetto prefigurato è funzionale alla creazione di un sistema che serva in modo più
     efficiente il territorio agricolo, in termini di approvvigionamento idrico, sfruttando più razionalmente la
     risorsa data dal fiume Brenta. Non vengono quindi introdotti sistemi o elementi che alterano lo stato fisico
     dei luoghi o introducono fonti di emissioni o disturbo per le componenti fisiche e biotiche del contesto. Si
     ricorda che non si prevedono aumenti delle quantità derivate dal fiume Brenta rispetto quanto già concesso.
     La possibilità di incidere in termini di ricarica della falda, nei periodi in cui non è necessario sfruttare la
     risorsa idrica per scopi irrigui, garantisce inoltre di non dover ricorrere ad altre fonti e di mantenere lo stato
     ambientale di aree più a valle, assicurando la riserva idrica del sottosuolo. Non si stimano pertanto
     alterazioni dello stato ambientale futuro connesse all’entrata in esercizio della proposta in oggetto, stimando
     pertanto effetti nulli riferiti alla componente.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     Fase di cantiere
     Le lavorazioni saranno condotte utilizzando materiali e strumenti conformi alla vigente normativa in
     materia di sicurezza e salute. L’uso di materiali e sostanze potenzialmente inquinanti o pericolose per la
     salute sarà condotto da personale abilitato e con attenzioni e misure di sicurezza conformi alla normativa e
     PSC. Questo garantisce un adeguato livello di sicurezza. Nel caso di incidenti o spandimenti accidentali
     saranno avviate le procedure di sicurezza e allerta per ridurre i possibili rischi.
     In riferimento alle normali attività di cantiere, i potenziali fattori di incidenza per la salute pubblica possono
     essere riferiti essenzialmente alla produzione di gas di scarico dei mezzi e polveri. È stato stimato come
     l’incremento di concentrazioni di inquinanti atmosferici sarà ridotto e comunque temporaneo. Le emissioni
     in atmosfera, anche in ragione della limitata temporaneità delle fasi di lavorazione e tipologia dei mezzi, non
     saranno in grado di definire incrementi di concentrazioni tali da risultare significative per la salute pubblica.
     Durante le attività di cantiere non si prevedono variazioni dello stato qualitativo e quantitativo della risorsa
     idrica che possano definire rischi connessi all’utilizzo irriguo delle produzioni agricole, anche in
     considerazione delle attenzioni sopra indicate.

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     Fase di esercizio
     I possibili effetti sulla componente atmosferica risulteranno rimossi.
     In relazione alla possibilità di alterazione della risorsa idrica, si ricorda come le acque utilizzate saranno
     quelle prelevate dal fiume Brenta, transitanti all’interno del sistema che serve gli spazi più a monte.
     Si utilizzano pertanto acque provenienti da un corpo idrico principale, e quindi che non vengono riutilizzate
     a seguito di altra attività antropica.
     Tenendo tuttavia in considerazione i possibili rischi di contaminazione o inquinamento del corpo idrico
     principale, nel caso intervengano incidenti o situazioni non previste a monte, il blocco del sistema di
     adduzione principale garantisce che non vi siano situazioni di rischio per l’area.
     I caratteri del sistema, e il contesto in cui si inserisce l’intervento, permette di stimare come nulli i rischi per
     la salute pubblica, grazie anche alla possibilità di intervenire in modo tempestivo in caso di potenziali rischi.
     Non vi sono in merito segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                   VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                               CONCLUSIONI
     Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
     progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
     parere.
     Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
     Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
     riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
     Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
     Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
     La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
     progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
     Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
     attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
     monitoraggio finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di contenimento degli impatti.
     Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
     di rischi ambientali, sanitari ed ecologici

                           Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE FAVOREVOLE
             Alla esclusione dalla procedura V.I.A., subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
     1. Entro 60 giorni dovrà essere definito ed inviato al Comitato VIA un cronoprogramma di attuazione dei relativi siste -
     mi di infiltrazione (AFI o altra tipologia) garantendo, in fase di attivazione del pluvirriguo, una adeguata superficie di
     ricarica (AFI o altro sistema di ricarica) pari inizialmente ad almeno il 25% della portata stimata di 50.284.800 mc.

     Vicenza, 01 agosto 2019

       F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri

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