determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 347 DEL 10/03/2020
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M. E I.
DITTA:COMPOSTELLA ROTTAMI SRL
PROGETTO: PASSAGGIO DALLA PROCEDURA “SEMPLIFICATA” ALLA
PROCEDURA “ORDINARIA” DI UN IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON
PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI CARTIGLIANO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. 61602 del 22-11-2019, da parte della ditta
Compostella Rottami srl con sede legale e operativa in comune di Cartigliano, via delle Industrie
n.11, relativa al progetto di un “ Passaggio dalla procedura “semplificata” alla procedura
“ordinaria” di un impianto di recupero rifiuti non pericolosi.” richiedendo, contestualmente,
l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all’allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell’allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m. e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 11-12-2019, contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l’esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell’art. 19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
copia informatica per consultazione
Dato atto che con il Comitato tecnico provinciale VIA ha disposto l’esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere n.04/2020 allegato al presente
provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell’intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l’autorizzazione
dell’intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Dato atto che con Decreto Presidenziale n. 28 del 24/02/2020 è stato approvato il Piano Esecutivo
di Gestione 2020/2022 e il Piano delle Performance anni 2020/2021.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la deliberazione del Consiglio Provinciale n.3 del 03/02/2020 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2020-2022.
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Compostella Rottami srl con sede legale e operativa in comune di
Cartigliano, via delle Industrie n.11, relativa al progetto di un “ Passaggio dalla procedura
“semplificata” alla procedura “ordinaria” di un impianto di recupero rifiuti non pericolosi”
è escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n.
152/2006 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere n.04/2020
allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell’art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Cartigliano, ad
ARPAV, all’Azienda ULSS n.7 Pedemontana, al Consorzio Bonifica Brenta, ad Etra spa, al
Genio Civile della Regione del Veneto, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del
Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di
Verona, Rovigo e Vicenza;
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
copia informatica per consultazione
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l’attuazione dell’intervento.
Vicenza, 10/03/2020
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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PROGETTO: PASSAGGIO DALLA PROCEDURA “SEMPLIFICATA” ALLA
PROCEDURA “ORDINARIA” DI UN IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON
PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI CARTIGLIANO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 10/03/2020.
Vicenza, 10/03/2020
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(PONZIO DESIREE)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
Compostella Rottami S.R.L.
PARERE N. 04/2020
Oggetto: passaggio dalla procedura “semplificata” alla procedura “ordinaria” di un impianto di recupero
rifiuti non pericolosi.
PROPONENTE: Compostella Rottami srl
SEDE LEGALE: Via delle Industrie n.11 – Cartigliano
SEDE INTERVENTO: Via delle Industrie n.11 – Cartigliano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 22 novembre 2019
DATA PUBBLICAZIONE: 11 dicembre 2019
DATA INTEGRAZIONI: 28 febbraio 2020
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
ELABORATI DI PROGETTO
- A1 Relazione tecnica descrittiva del progetto
- A2.l Inquadramento territoriale
- A2.2 Lay-out dell'impianto
- A2.3 Planimetria rete scarichi
- B1 Relazione dello Studio Preliminare Ambientale
- B2 Verifica dell'impatto acustico
- B3.1 P.T.R.C. vigente
- B3.2 P.T.R.C. adottato
- B3.3 P.T.C.P. di Vicenza
- B3.4 P.A.T. e P.I.
- B4 Documentazione fotografica
- B5 Attestazione della non necessità della V.lnc.A.
PREMESSE
La ditta svolge attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi nel proprio impianto localizzato in Via delle
Industrie, n. 11 in Comune di Cartigliano ed all’impianto vengono e verranno conferiti, messi in riserva e
trattati rifiuti di metalli ferrosi e non ferrosi; per ragioni di mercato e di riorganizzazione interna, la ditta in-
tende passare dall’attuale regime autorizzativo “semplificato” al regime autorizzativo “ordinario”, poten-
ziando altresì la propria attività, con la richiesta di ulteriori tipologie di rifiuti conferibili ed implementando
l’operazione di selezione e cernita R12, con un aumento della propria capacità massima di trattamento (da
25'000 t/anno a 30'000 t/anno).
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Lo stoccaggio dei rifiuti e dei materiali recuperati EoW / M.P.S. avverrà prevalentemente all’interno di box
delimitati da pannelli metallici e/o con elementi prefabbricati in c.a.v. del tipo “new jersey”.
Tutta l’area operativa dell’impianto (interna ed esterna) è pavimentata con massetto di calcestruzzo armato e
le acque meteoriche di dilavamento delle superfici impermeabilizzate scoperte vengono raccolte e trattate
per essere infine recapitate in pubblica fognatura.
Le acque dei pluviali dei tetti vengono recapitate negli strati subsuperficiali del suolo mediante pozzi disper-
denti.
Le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali vengono raccolte e trattate e quindi recapitate nel collettore
fognario pubblico gestito da ETRA S.p.A..
UBICAZIONE
L’impianto si colloca all’interno della Z.A.I. di Cartigliano, circa 150 m ad est dell’argine sinistro dell’area
golenale del Fiume Brenta (SIC/ZPS IT 3260018 “Grave e Zone umide della Brenta”), che rappresenta il sito
della rete Natura 2000 più vicino.
Lo stabilimento si trovi in un’area industriale caratterizzata dalla presenza di numerose industrie adiacenti,
con svariate attività produttive.
Tra l’area golenale del Fiume Brenta (appartente al SIC/ZPS “Grave e Zone umide della Brenta”) e l’impianto
di recupero risultano infatti frapposti numerosi fabbricati industriali occupati da aziende perse. V
La Z.A.I. si estende a sud-ovest del centro abitato, per un tratto di circa un chilometro e mezzo sul lato sini -
stro del Fiume Brenta, che delimita naturalmente il confine occidentale del Comune di Cartigliano.
A est della Z.A.I. trovasi un’estesa area residenziale che si sviluppa lungo l’asse Via Rive – Via Vivaldi che
collega il centro di Cartigliano con quello di Tezze sul Brenta.
Il sito occupato da Compostella Rottami s.r.l. è classificato dallo strumento urbanistico comunale come D1.1:
“zona per insediamenti produttivi artigianali ed industriali”.
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Ortofoto del sito
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Cartigliano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Cartigliano;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritengono necessari i seguenti approfondimenti.
PTRC adottato: il sito ricade nel “Ambito di Paesaggio denominato “Alta Pianura tra Brenta e Piave”” e
sarebbe opportuno analizzare il rapporto dell’impianto in questione e della sua area con l’obiettivi ed
indirizzi di qualità paesaggistica n. 26) qualità urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi, al fine di
valutare la necessità di specifiche mitigazioni.
PTCP Tavola 2.3 del P.T.C.P. - Carta idrogeologica: lo S.P.A. non indica il fatto che tutta l'area dell’impianto
è all'interno di un “area di cattura pozzi” relativa ad un pozzo di attingimento idropotabile sito in comune di
Tezze sul Brenta; occorre che l'attività sia messa in relazione con questa indicazione del PTCP.
PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI: considerato che l'intervento in
questione riguarda un impianto in esercizio all’entrata in vigore del suddetto piano e che l’impianto è situato
in parte in un area di esclusione assoluta di cui all’art. 13, nell’ambito del Quadro Progettuale e del Quadro
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Ambientale si dovrà valutare la necessità di specifiche mitigazioni (adeguamento alle BAT), visto che la
proposta di modifica prevede un aumento della potenzialità complessiva di trattamento annua (da 25'000
t/anno a 30'000 t/anno), mentre non prevede l’aumento dei quantitativi di rifiuti pericolosi trattati in quanto
detta tipologia di rifiuti non è prevista nell’elenco dei rifiuti conferiti e/o conferibili all’impianto.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI CARTIGLIANO: rispetto all’Elaborato 3 del P.A.T.-
Carta delle fragilità, lo S.P.A ha evidenziato che l’area di pertinenza dell’impianto ricade in un’“area idonea
a condizione ai fini edificatori” ed occorre che vengano indicate le ragioni che hanno portato ad inpiduare
l’area come area “idonea a condizione” mettendole in relazione con l’impianto e la sua area.
Analoga valutazione dovrà riguardare l’elaborato VAS d06 01 A “Carta della Suscettibilità alla
trasformazione insediativa”, dove l’area interessata dall’impianto è inpiduata, in parte come “Area a
medio-alta suscettibilità” ed in parte come “Area a media suscettibilità”.
Quanto sopra allo scopo di chiarire se, nell’ambito del successivo procedimento autorizzativo (art.208,
comma 6, del D.Lgs. 152/2006), l’intervento proposto abbia bisogno, o meno, di approvazione anche ai fini
della variante urbanistica.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e le perse sensibilità risultano esaminate
all’interno del quadro ambientale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Il sito dista circa 150 m a sud-ovest dall’abitato di Cartigliano e confina ad est con un edificio disabitato e in
abbandono, adiacente all’azienda di arredo e design FLAUM s.r.l.. L’edificio residenziale “stabilmente
occupato” più prossimo risulta essere un’abitazione, adiacente alla ditta OASE Italia s.r.l., circa 50 m a nord-
est dell’impianto di recupero in discussione. Il vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e
Speciali del Veneto, approvato con D.C.R. n. 30 del 29/04/15, per le attività di “selezione e recupero di
rifiuti”, prescrive una distanza minima di 100 m da abitazioni; si ritiene tuttavia che questo vincolo non trovi
applicazione per l’impianto in discussione, trattandosi di attività di recupero pre-esistente all’entrata in
vigore del Piano stesso e dato che il progetto de quo non prevede alcuna modifica dell’assetto strutturale e
impiantistico esistente.
L'impianto è costituito da un fabbricato e da un ampio piazzale pavimentato con massetto in calcestruzzo
armato ed ha una superficie complessiva di circa 6·000 mq. Tutta l’area di pertinenza è recintata e dispone di
un accesso carraio principale da Via delle Industrie (sul lato nord) e di un accesso carraio secondario sul lato
ovest. In prossimità dell'ingresso si trova un'area di parcheggio e una palazzina uffici con una superficie
coperta di circa 150 mq. L'impianto dispone inoltre di un capannone industriale avente dimensioni in
pianta pari a 21,10x20,60xH12 m. In prossimità dell'accesso carraio lato ovest si trova l'impianto di
trattamento delle acque meteoriche.
Nell'angolo sud-est dell'impianto è installata una pressa-cesoia che viene utilizzata per la riduzione
volumetrica dei rottami.
E’ prevista la demolizione di una vecchia vasca di lavaggio inutilizzata, presente a ridosso del capannone,
mentre il vecchio carroponte dismesso da anni (visibile nelle foto di documentazione) è stato rimosso.
Di seguito una immagine del layout dell’impianto.
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DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Le operazioni di recupero previste nell’impianto sono
quindi le seguenti:
• messa in riserva dei rifiuti (R13) ed eventuale
accorpamento per tipologia (R13-R12), in cumuli,
all’interno di box delimitati da pannelli metallici e/o con
elementi prefabbricati in c.a.v. del tipo “new jersey”;
• recupero di metalli (R4) mediante operazioni di cernita
manuale a terra con l’ausilio di caricatore a polipo
(selezione in cumulo);
• selezione (R12) dei rifiuti conferiti finalizzata alla
rimozione di eventuali componenti indesiderate e/o alla
preparazione di partite omogenee di rifiuti da destinare
ad impianti di recupero autorizzati;
• riduzione volumetrica (eventuale) mediante
pressa/cesoia e/o cannello manuale.
Lo stoccaggio dei rifiuti e dei materiali EoW / M.P.S.
avverrà prevalentemente all’interno di box delimitati da
pannelli metallici e/o con elementi prefabbricati in c.a.v.
del tipo “new jersey”.
Il lay-out dell’impianto di recupero nella configurazione
di progetto è argomento dell’Elaborato grafico A2.2.
Nello schema a blocchi riportato di seguito sono riportate le perse fasi dell’attività di recupero.
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Di seguito si riportano i codici C.E.R. dei rifiuti che si richiede di poter conferire all’impianto di recupero
nella configurazione di progetto:
• rifiuti di metalli ferrosi (tipologia 3.1): 10 02 10, 12 01 01, 12 01 02, 12 01 99, 15 01 04, 16 01 17, 17 04 05, 19
01 02, 19 12 02, 20 01 40;
• rifiuti di metalli non ferrosi (tipologie 3.2, 3.3): 11 05 01, 12 01 03, 12 01 04, 15 01 04, 16 01 18, 17 04 01, 17 04
02, 17 04 03, 17 04 04, 17 04 06, 17 04 07, 19 10 02, 19 12 03, 20 01 40;
• altri rifiuti contenenti metalli: 16 02 14, 16 02 16, 17 04 11, 16 01 06, 16 01 16.
I rifiuti verranno messi in riserva (R13) negli appositi box, pisi per codici C.E.R. o per tipologia. Su questi
rifiuti, oltre alla messa in riserva (R13), si intendono effettuare le seguenti operazioni di recupero:
• selezione e cernita (R12) finalizzata alla rimozione di eventuali componenti indesiderate e alla
preparazione di partite omogenee di rifiuti da destinare ad impianti di recupero autorizzati;
• recupero di metalli (R4) mediante operazioni di cernita manuale a terra con l’ausilio di caricatore a polipo
(selezione in cumulo), finalizzato all’ottenimento di metalli (EoW / M.P.S.) commercializzabili;
• riduzione volumetrica (eventuale) mediante cesoiatura e/o cannello manuale.
Con il passaggio alla procedura ordinaria si prevede anche un incremento della potenzialità dell’impianto
da 24˙600 t/anno a 30˙000 t/anno, corrispondente ad una potenzialità media giornaliera di 125 t/giorno (su
240 gg/anno di attività dell’impianto), prevedento però una potenzialità massima giornaliera di
conferimento giornaliero (“di punta”) fino a 250 t/giorno.
La capacità di stoccaggio complessiva dell’impianto di recupero, intesa come somma della capacità di messa
in riserva dei rifiuti in ingresso e di deposito temporaneo dei rifiuti prodotti dall’attività di recupero,
valutata in base alle aree e alle strutture di stoccaggio disponibili, ascenderà ad un quantitativo massimo di
2˙200 t di rifiuti così sudpiso:
• 1˙950 t di messa in riserva di rifiuti non pericolosi in ingresso;
• 250 t di deposito temporaneo di rifiuti prodotti (con al massimo 1 t di rifiuti pericolosi).
La capacità di deposito delle M.P.S. ascenderà complessivamente a 1˙000 t.
In estrema sintesi, il progetto proposto riguarda:
• il passaggio del regime autorizzativo dell’attività di recupero di Compostella Rottami da “semplificato” ad
“ordinario”,
• la riorganizzazione del lay-out dell’impianto di recupero,
• l’ampliamento (marginale) dei codici C.E.R. dei rifiuti conferibili all’impianto,
• l’aumento (marginale) della potenzialità di trattamento, senza interventi strutturali/edilizi/impiantistici di
sorta.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Nell’attività sono previste unicamente operazioni di messa in riserva e di selezione/cernita con eventuale
riduzione volumetrica, che non producono emissioni significative. La movimentazione dei rifiuti può
tuttavia determinare la formazione e la dispersione di polveri (emissioni diffuse), comunque di entità tale da
non poter obiettivamente comportare alcuna variazione significativa della qualità dell’aria dell’ambiente
circostante. Infatti, date la tipologia di rifiuti trattati (non pericolosi, pesanti e complessivamente compatti /
non polverulenti) e le operazioni di recupero effettuate, cioè l’assenza di sorgenti emissive (come trituratori /
macinatori), la formazione di polverosità aerodispersa (e conseguentemente di emissioni diffuse)
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rappresenta una circostanza occasionale / accidentale, la cui incidenza è peraltro sicuramente trascurabile
rispetto a quella attribuibile all’intenso traffico veicolare, anche pesante, circolante sulla viabilità locale.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte, si ritiene di poter considerare come trascurabile l’impatto sulla
componente ambientale “atmosfera” determinato dall’esercizio dell’impianto nella configurazione di
progetto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’attività non dà luogo a scarichi di acque reflue industriali, mentre gli unici scarichi idrici sono quelli dei
servizi igienici (reflui assimilati a domestici che sono recapitati direttamente in pubblica fognatura) e delle
acque meteoriche di dilavamento del piazzale pavimentato scoperto. Il volume di acqua meteorica
corrispondente ai primi 5 mm di precipitazione uniformemente distribuita sulla superficie
impermeabilizzata scoperta dell’impianto, costituente la “prima pioggia”, separato dall’eventuale eccedenza
(di “seconda pioggia”) in un apposito pozzetto scolmatore, viene raccolto ed avviato ad una sezione di
trattamento dedicata prima del suo recapito in
pubblica fognatura.
Il volume di acque di “prima pioggia”
raccolto e trattato (considerando
prudenzialmente l’intera superficie del lotto)
risulta pari a: 6˙000 mq x 0,005 m = 30 mc.
La frazione di acqua meteorica eccedente il
volume di “prima pioggia”, costituente la
“seconda pioggia”, viene pure essa trattata
attraverso una batteria di vasche di
sedimentazione e disoleazione in continuo,
prima di essere recapitata in pubblica
fognatura.
L’impianto di trattamento delle “acque di
prima pioggia” è costituito nell’ordine dalle
seguenti sezioni:
• una coppia di vasche di accumulo, tra loro
collegate sul fondo, aventi un volume utile di
17 mc/cadauna, che rendono quindi un
volume complessivo di 34 mc (superiore al
volume di “prima pioggia”);
• una vasca di disoleazione con filtro a
coalescenza;
• una sezione di trattamento chimico-fisico.
La superficie scoperta dell’impianto è
sagomata con pendenze atte a favorire lo
sgrondo delle acque meteoriche insistenti sul
piazzale verso una rete di caditoie raccordate ad un pozzetto scolmatore che separa la “prima pioggia” dalla
“seconda pioggia”.
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A fianco un diagramma a blocchi del sistema di raccolta e trattamento del sistema di trattamento delle acque
meteoriche
Le acque meteoriche di “prima pioggia” afferiscono per gravità alla coppia di vasche di accumulo dalle quali
vengono alimentate alle successive sezioni di trattamento. Al raggiungimento del “livello massimo” nelle
vasche di raccolta,l’ingresso dell’acqua viene bloccato da apposita valvola antiriflusso e l’eventuale
eccedenza di pioggia (“seconda pioggia”) viene deviata, dal pozzetto scolmatore, ad una batteria di
sedimentazione e disoleazione in continuo.
In una delle due vasche di raccolta (tra loro collegate sul fondo) si trovano installate due pompe
sommergibili (una di scorta all’altra con funzionamento alternato per uniforme usura), di rilancio dell’acqua
raccolta alla successiva fase di disoleazione. Il funzionamento delle pompe di svuotamento è controllato da
un dispositivo “sensore di pioggia-temporizzatore” oltreché da un regolatore di livello (per arresto pompa al
raggiungimento del battente minimo).
Per non gravare idraulicamente la condotta fognaria pubblica durante ed immediatamente dopo la
cessazione di ogni singolo evento meteorico e, soprattutto, per consentire la decantazione di eventuali corpi
solidi nelle vasche di raccolta, l’attivazione della pompa di svuotamento avviene con un prestabilito ritardo
(35 ore) rispetto alla cessazione dell’evento meteorico.
La sezione di trattamento chimico-fisico si compone di:
• una vasca di reazione, uniformemente miscelata, nella quale vengono dosati volumetricamente un
reagente coagulante (a base di sali di Alluminio) e un agente flocculante (polielettrolita organico) a pH
controllato automaticamente (pH-metro regolatore interfacciato ad una pompa dosatrice di soda caustica), al
fine di consentire la rimozione dei solidi
sospesi e dei metalli eventualmente presenti mediante chiariflocculazione;
• un sedimentatore lamellare per la separazione della fase solida formatasi (fanghi) dall’acqua che viene così
chiarificata.
I fanghi estratti dal fondo del sedimentatore vengono convogliati in una vasca di accumulo e ispessimento
interrata per essere infine smaltiti mediante ditte esterne autorizzate. Le acque chiarificate vengono sfiorate
in una vasca di rilancio e pressurizzazione e alimentate ad una batteria di n. 2 colonne di
filtrazione/adsorbimento a carboni attivi. L’acqua in uscita dai filtri afferisce ad una vasca di controllo del
pH prima di essere recapitata nella pubblica fognatura gestita da ETRA S.p.A..
Le acque di seconda pioggia vengono invece scolmate in una sezione di decantazione/disoleazione in
continuo con scarico in fognatura, costituita da una coppia di vasche interrate da 15 mc/cadauna e da un
disoleatore statico “Curator” della ditta Passavant. Gli oli vengono raccolti in una vasca interrata a tenuta
(adiacente alla vasca di disoleazione) dotata di indicatore di livello.
Le acque meteoriche dei pluviali delle coperture del capannone industriale e della palazzina uffici,
sicuramente incontaminate stante l’assenza di emissioni e quindi di ricadute di sorta, vengono smaltite
nell’immediato sottosuolo mediante pozzi disperdenti.
In tema di richiesta di integrazioni si farà riferimento a quanto richiesto nella matrice suolo e sottosuolo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
L’impianto di recupero di Compostella Rottami trovasi in un’area localizzata a circa 150 m dall’argine
sinistro del Fiume Brenta e caratterizzata da una leggera inclinazione verso sud, con pendenze medie del 0,3
- 0,4 %. Sulla scorta di quanto evidenziato nel Rapporto Ambientale della VAS del Comune di Cartigliano,
l’assetto litostratigrafico dell’area appare costituito da un materasso alluvionale composto da materiale
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sciolto comprendente prevalentemente ghiaie e ghiaie sabbiose di natura calcarea o calcareo-dolomitica. La
matrice di fondo è invece prevalentemente sabbiosa e proviene dalla disgregazione meccanica delle rocce
sopra citate. A maggiori profondità si evidenzia la presenza di lenti o sottili intercalazioni di materiale
limoso ed argilloso e di qualche livello conglomeratico, derivante dalla cementazione carbonatica degli
elementi in origine sciolti.
Dai risultati del monitoraggio di A.R.P.A.V. nel punto di misura di Cartigliano (contraddistinto dal codice
“501”) si evince come tutti i parametri indagati risultino compatibili con gli standard di concentrazione
previsti, concorrendo a definire come “buona” la qualità dell’acquifero sotterraneo locale.
L’impianto di recupero di Compostella Rottami srl non produce alcun refluo industriale e gli unici scarichi
idrici derivanti dall’attività sono i reflui domestici dei servizi igienici e le acque meteoriche che vanno in
fognatura. Per quanto riguarda le acque meteoriche dei pluviali delle coperture, presumibilmente
incontaminate stante l’assenza di emissioni di sorta e quindi di “ricadute”, vengono disperse nell’immediato
sottosuolo mediante pozzi disperdenti.
Pertanto l’impianto nella configurazione di progetto non determinerà alcun differenziale ambientale rispetto
alla situazione autorizzata con riferimento alla componente ambientale considerata.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, si segnala la presenza di un’area “di cattura di pozzi per uso
idropotabile” come da estratto del PTCP in allegato
Si segnala, inoltre, che la CARTA DEL RISCHIO RISORSE IDROPOTABILI a corredo le PIANO
PROVINCIALE DI PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI VICENZA, della quale si allega estratto,
evidenzia la presenza della medesima area di cattura dei pozzi idropotabili, relativa ad un pozzo in comune
di Tezze sul Brenta. Nello specificio, esaminando il rischio di inquinamento delle acque potabili, è stato
affrontato il problema della vulnerabilità degli acquiferi e del conseguente livello di rischio inquinamento
associabile alle singole opere di captazione. È stata quindi realizzata una carta che riporta la classificazione
di pozzi, sorgenti e opere di presa, in base al relativo rischio inquinamento.
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Si ritiene necessario richiedere una procedura gestionale per il mantenimento nel tempo di un adeguato
stato di integrità delle pavimentazioni, nonché la descrizione delle modalità/soluzioni/presidi attraverso cui
impedire che la presenza dei pozzi perdenti possa rappresentare una potenziale fonte di veicolazione di
contaminazioni, interponendo altresì un pozzetto di ispezione con funzione di sedimentazione, prima dei
pozzi perdenti.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e le perse sensibilità risultano esaminate
all’interno del quadro ambientale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il sito di progetto si colloca all’interno della Z.A.I. di Cartigliano, in un’area inpiduata in classe V^ “aree
prevalentemente industriali” dal Piano Comunale di Zonizzazione Acustica, per cui sono applicabili i limiti
di immissione acustica di 70 dB(A) diurni e 60 dB(A) notturni di cui alla tabella C del D.P.C.M. 14/11/97.
Il clima acustico dell’area è particolarmente condizionato dalla rumorosità del traffico veicolare insistente su
Via delle Industrie che, nel tratto nord-sud a partire dall’incrocio con Viale Lungo Brenta, risulta
particolarmente intenso e caratterizzato da una significativa incidenza di mezzi pesanti.
Le emissioni acustiche significative dell’attività di Compostella Rottami derivano da:
• la selezione/cernita dei rifiuti mediante caricatore a polipo;
• la riduzione volumetrica dei materiali metallici con pressa-cesoia;
• le operazioni di carico/scarico di rifiuti e M.P.S./EoW mediante scarramento ovvero con l’ausilio di
caricatore a polipo;
• la circolazione dei vettori di conferimento.
L’attività della ditta viene svolta
esclusivamente in periodo diurno, con un
orario di lavoro compreso tra le 7,30 e le
18,30 circa e l’impianto nella configurazione
di progetto comprenderà le medesime
operazioni già svolte nella configurazione
autorizzata in essere, con le medesime
apparecchiature e con lo stesso organico.
Una eventuale maggiore potenzialità
operativa rispetto all’attuale configurazione
può tradursi, dal punto di vista acustico, semplicemente in una maggior durata singole operazioni, senza
variazioni del livello di pressione sonora prodotto dal complesso delle sorgenti.
I recettori abitativi più prossimi all’impianto di Compostella Rottami s.r.l. sono ubicati in direzione nord est
a distanza di circa 50 m sul lato opposto di Via delle Industrie, altri recettori abitativi sono ubicati lungo Via
Rive a distanza superiore a 100 m e in posizione schermata da fabbricati industriali, per cui si esclude
qualsiasi interessamento da parte delle immissioni acustiche di Compostella Rottami s.r.l..
Nella tabella 1 sono riportati i livelli di rumore ambientale misurati e i livelli di immissione delle sorgenti
specifiche dell’attività di Compostella Rottami s.r.l. con riferimento alle posizioni indicate nella foto aerea di
seguito riportata.
Le conclusioni della specifica “Verifica dell’impatto acustico” evidenziano come i livelli di rumore
determinati dall’esercizio dell’impianto in parola rispettino i limiti stabiliti dal Piano di Zonizzazione
Acustica Comunale. I livelli acustici valutati in corrispondenza del recettore abitativo più prossimo risultano
inferiori alla soglia di applicazione del criterio differenziale di 50 dB(A) a finestre aperte in periodo
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diurno.Per quanto sopra argomentato, l’impianto di recupero di Compostella Rottami risulta compatibile
con il contesto al contorno sotto il profilo delle emissioni acustiche.
A tale proposito si evidenzia come, con riferimento alla valutazione dell’impatto acustico di cui all’Elaborato
B2, i livelli di rumore ambientale misurati risultino già inferiori ai limiti di immissione acustica e quindi
anche un eventuale prolungamento delle lavorazioni nell’ambito del tempo di riferimento (16 h) diurno non
potrebbe comportare il superamento dei limiti
stessi.
Per quanto sopra si ritiene, che anche nella
configurazione di progetto, l’esercizio
dell’impianto di recupero di Compostella
Rottami s.r.l. risulti compatibile con il contesto
ambientale al contorno sotto il profilo acustico.
Tuttavia, poiché l’aumento della potenzialità
dell’impianto comporterà una corrispondente
maggior persistenza delle emissioni acustiche
(per quanto modesta nel tempo di riferimento),
si ritiene che il progetto proposto abbia
comunque un impatto, seppure lieve, nei
confronti della componente ambientale “clima
acustico”.
Lo studio ha evidenziato che nel futuro
assetto della Ditta Compostella A. s.r.l. non è previsto il superamento dei valori limite di immissione ed
emissione assoluti presso i ricettori inpiduati.
L’estensore della Valutazione dichiara che il Valore limite differenziale di immissione non è applicabile “in
quanto i valori indotti dalle sorgenti (anche se corrette con componenti impulsive o tonali), risultano nel
periodo diurno inferiori all’applicazione del criterio differenziale – 50 dB(A)”.
All’art 2 comma 3 lettera b della Legge 447/95 si evince che il valore limite differenziale rientra tra le
fattispecie dei valori limite di immissione. e dai risultati della valutazione in oggetto, il valore limite
differenziale risulta applicabile ad alcuni ricettori; per quanto soprascritto la valutazione è da ritenersi
incompleta e si richiede, pertanto, di integrare la Valutazione previsionale d’impatto acustico tenendo conto
delle considerazioni sollevate.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e le perse sensibilità risultano esaminate
all’interno del quadro ambientale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
L’argomento non è stato trattato nella relazione ambientale anche se, in virtù della attuale posizione del lotto
inserito in zona industriale esistente, è possibile prevedere una mancanza di tali interferenze in ogni caso in
relazione allo stato d’impianto non si evidenziano aspetti critici inerenti potenziali impatti e si ritiene non
significativo l’impatto da agenti fisici.
La ditta Compostella Rottami tratta rottami metallici e pertanto deve effettuare la sorveglianza radiometrica
su detti rottami ai sensi del Dlgs 230/95 modificato dal Decreto Legislativo 100/2011
La ditta ha istallato un portale per la rilevazione della radioattività, come riportato al punto 2.6
dell’allegarto A1_relazione tecnica e a pag. 59 dell’allegato B1_relazione_amb.pdf, ma non sono però fornite
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specifiche tecniche e di utilizzo di del portale per la rilevazione della radioattività e pertanto si richiede che
la relazione venga integrata da quanto segue:
- il controllo radiometrico deve essere eseguito sia sul carico in ingresso che in uscita ( per quanto riguarda i
semilavorati metallici di provenienza extra-UE, il controllo va eseguito solo in ingresso;
- è necessario che sia conferito un incarico scritto ad un esperto qualificato di II o III grado dal parte della
ditta per tutto il periodo di attività. L’esperto qualificato deve redigere una procedura che descriva la
gestione e le modalità con cui vengono effettuati i controlli radiometrici in situazioni routinarie, nei casi in
cui venga rilevata la presenza di una anomalia radiometrica (falso allarme) e nei casi in cui tale anomalia
venga confermata.
Si rammenta che nella procedura redatta dall’Esperto Qualificato deve essere inpiduata un’area di
confinamento dei carichi con anomalia radiometrica e deve essere allegata una planimetria con
l’inpiduazione della zona
La procedura deve contenere quanto previsto nella norma UNI 10897/2016 oltre che dai decreti
summenzionati.
Nella documentazione prodotta, inoltre, non è specificato se l’intervento prevede la realizzazione di nuovi
impianti di illuminazione esterna. Nel caso in cui I suddetti impianti fossero previsti, si rende necessario il
progetto illuminotecnico in base alla L. R. 17/2009. e ai criteri e linee guida di progettazione consultabili sul
sito ARPAV all’indirizzo: https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/luminosita-del-cielo/criteri-e-linee-
guida-1.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e le perse sensibilità risultano esaminate
all’interno del quadro ambientale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’ambito di paesaggio locale si connota per la presenza dei caratteri propri della città diffusa, ove agli
insediamenti residenziali sono frammisti quelli produttivo-artigianali, entrambi per lo più connotati da
scarso valore edilizio-architettonico.
L’area compresa tra Cittadella, Castelfranco e Bassano è stata oggetto negli ultimi decenni di un’intensa
urbanizzazione, che ha portato alla crescita di una città continua, dove sovente si riconoscono i caratteri
insediativi della casualità, cui si associano identità poco caratterizzate e tra loro omologhe. Anche il sistema
paesaggistico afferente le ville venete è stato per lo più compromesso dallo sviluppo insediativo e
infrastrutturale, decontestualizzando il manufatto dal sistema di relazioni originario.
Gli ambiti locali più importanti del territorio di Cartigliano, dal punto di vista paesaggistico, sono le
formazioni boschive a lato dei corsi d’acqua ancora presenti nel territorio comunale, ed in particolare
nell’area golenale del Fiume Brenta, che il P.R.T.C. inpidua come area per l’istituzione di un parco di
importanza regionale.
Come riportato nel “Documento per la pianificazione paesaggistica” di cui alla variante 2013 del P.T.R.C.
adottato, il valore naturalistico ed ecosistemico dell’area è ridotto a causa della massiccia antropizzazione ed
è espresso essenzialmente dalla presenza di perse aree tutelate inserite nella Rete Natura 2000.
L’impianto di Compostella Rottami s.r.l. si colloca all’interno della Z.A.I. di Cartigliano, a margine di un
vincolo paesaggistico “corsi d’acqua” che peraltro interessa oltre il 50% della Z.A.I. stessa.
L’area di impianto è recintata da un muro in calcestruzzo alto circa 2,5 m e presenta caratteristiche tipiche
del paesaggio industriale, com’è logico attendersi trattandosi di un’attività produttiva situata al centro della
Z.A.I. di Cartigliano.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
L’impianto di Compostella Rottami si colloca all’interno della zona artigianaleindustriale di Cartigliano, che
si sviluppa a lato della sponda sinistra del Fiume Brenta per circa 1,5 km lungo Via delle Industrie. Il
principale raccordo alla viabilità principale locale è Viale Lungo Brenta che collega la porzione settentrionale
della Z.A.I. alla S.P. 58 in corrispondenza del ponte sul Fiume Brenta tra Nove e Cartigliano. Un’altra strada
locale di interesse è Via Rive – Via Vivaldi, che si sviluppa sul lato orientale della Z.A.I. con direzione nord-
sud fino al territorio comunale di Tezze sul Brenta.
La viabilità di avvicinamento all’impianto consiste in due percorsi alternativi:
1. il primo percorso si snoda dalla S.P. 58 in Viale Lungo Brenta fino a Via delle Industrie;
2. il secondo percorso prevede il transito dei mezzi a sud-est lungo Via Rive fino all’intersezione con Via
delle Industrie.
Entrambi i percorsi sono possibili per accedere alla Z.A.I. mentre per l’uscita può essere utilizzato solamente
il primo percorso, in quanto l’accesso da Via delle Industrie a Via Rive è interdetto da pieto.
Dalla scheda SIRSE relativa alla S.P. 58 si rileva come, tra il 2001 e il 2008, il traffico medio diurno sia
aumentato progressivamente di circa il 20%, fino a raggiungere un valore di quasi 6˙000 passaggi/giorno,
con un’incidenza media del traffico commerciale pesante pari al 7% circa. Per quanto riguarda le altre
sezioni di misura considerate significative, ossia
quelle relative a S.S. 47 e S.P. 111, si riscontrano
valori di traffico medio diurno più elevati, attorno
ai 14˙000 passaggi/giorno, con un’incidenza media
del traffico commerciale pesante compresa tra il 12
e il 16%.
In merito all’impianto di recupero di Compostella
Rottami, si evidenzia come il traffico indotto
dall’attività non interesserebbe il tratto “critico”
della S.P. 111 (tra Bassano e Nove), in quanto
entrambi i collegamenti viabilistici Cartigliano-
Bassano e Cartigliano-Nove avverrebbero
attraverso la S.P. 58. Per quanto riguarda invece la
S.S. 47, i principali problemi di traffico sono dovuti
al semaforo di Rosà, all’incrocio con la S.P. 58,
relativamente ai flussi di traffico insistenti sulla S.S.
47 diretti verso l’incrocio stesso; ciò significa che si
riscontrano rallentamenti da Bassano fino a Rosà e
da Cittadella fino a Rosà, ma non nei sensi di
marcia opposti, né sulla S.P. 58 che è interessata da
flussi di traffico di molto inferiori. I risultati della
modellizzazione indicano anche una rilevante
criticità in corrispondenza di Cittadella, che però è
stata risolta in tempi recenti grazie alla
realizzazione del cavalcavia all’innesto con la S.S. 53 “Postumia”.
Nell’Allegato F al P.T.C.P. è stata pure eseguita un’analisi delle variazioni dei flussi veicolari futuri, per un
possibile scenario al 2020, applicando dei coefficienti di incremento alle matrici di traffico calibrate al 2006.
L’incremento della domanda di spostamento è stato desunto dai tassi di crescita stimati nel piano generale
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dei trasporti del 2000, facendo riferimento, a scopo cautelativo, allo scenario “tendenziale” stimando
incrementi annui del 2% per i mezzi leggeri e del 3,1% per i mezzi pesanti. Inoltre, secondo le previsioni
della modellizzazione, il completamento della Superstrada Pedemontana Veneta comporterebbe un
alleggerimento del traffico a lunga percorrenza insistente sulla S.P. 111 “Nuova Gasparona”, con una
diminuzione del carico veicolare pari a circa il 20%.
Con riferimento all’impianto di recupero nella configurazione di progetto, sulla base del conferimento
medio giornaliero di rifiuti in ingresso previsto, pari a 125 t/giorno, il traffico indotto corrisponderà
mediamente a 20 passaggi di mezzi pesanti al giorno così determinati:
5 vettori/giorno per conferimento rifiuti + 5 vettori/giorno per allontanamento M.P.S. e rifiuti +/10
vettori/giorno x 2 passaggi/vettore (ingresso e uscita) = 20 passaggi/giorno di mezzi pesanti.
Questa ipotesi è da considerarsi conservativa, in quanto buona parte dei mezzi afferenti all’impianto per
conferire i rifiuti in ingresso può essere realisticamente impiegata anche per trasportare M.P.S. e rifiuti
prodotti (in uscita).
Poichè l’impianto di Compostella Rottami srl nella configurazione attuale/autorizzata ha una potenzialità
autorizzata di circa 100 t/giorno, almeno l’80% del traffico indotto dall’attività in progetto risulta già
ricompreso nei flussi di traffico in essere. L’incremento del traffico dovuto all’esercizio dell’attività,
nell’ipotesi di progetto, risulta pertanto stimabile in 4 passaggi di mezzi pesanti al giorno, che corrisponde a
un incremento inferiore all’1% del traffico pesante attualizzato sulle strade considerate e non può
ragionevolmente determinare alcuna significativa incidenza.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
Il territorio comunale di Cartigliano si trova nell’alta pianura vicentina, a pochi chilometri dal limite con i
primi rilievi montuosi alpini. E’ completamente pianeggiante ed è caratterizzato dalla presenza dominante
del Fiume Brenta, che scorre nella parte occidentale del Comune. Nel territorio comunale, oltre al centro del
capoluogo, si ritrovano anche alcuni nuclei abitativi persificati per consistenza e variamente inseriti in un
contesto fondamentalmente agricolo.
Per quanto riguarda la vegetazione, si riscontrano formazioni boschive in corrispondenza dell’area golenale,
la cui struttura risulta generalmente poco evoluta. Queste zone sono caratterizzate da una vegetazione
ripariale prevalentemente arborea-arbustiva. Nella zona più settentrionale del territorio comunale si
riscontra invece una predominanza di vegetazione ripariale prevalentemente erbacea, che lascia spazio ad
una vegetazione tipicamente prativo arbustiva a nord-est del centro abitato. Nel complesso, la presenza di
vegetazione nel territorio comunale è in gran parte concentrata a lato delle sponde dei corsi d’acqua e degli
specchi lacustri, in particolare per quanto riguarda le specie arboree e le formazioni boschive.
Allo stato attuale l’intero territorio comunale di Cartigliano, ad eccezione delle aree golenali, è stato
intensamente modificato dall’uomo che negli anni ha contribuito progressivamente a modellare il paesaggio.
La campagna cartiglianese era caratterizzata dalla presenza di ampi appezzamenti a prato stabile e di lunghi
filari localizzati prevalentemente lungo i corsi d’acqua. Questo tipo di paesaggio ha lasciato
progressivamente il posto alle colture di seminativo (in larga parte mais da granella) in particolare
procedendo verso nord. Nelle aree dove il suolo è composto da ghiaie e ciottoli e quindi poco fertile, si
sviluppano vaste fasce di “prati magri” detti magredi, adatti solo al pascolo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
Il P.T.R.C. inpidua l’asta del fiume Brenta come un ambito per l’istituzione di un parco, la cui
delimitazione definitiva dovrà essere inpiduata al momento dell’istituzione dello stesso e con la stesura
del Piano Ambientale. L’ambiente è ricco di vegetazione e rappresenta un habitat favorevole alla sosta e alla
nidificazione di perse specie di uccelli.
La formazione prevalentemente presente nel territorio di Cartigliano è il saliceto, dislocata principalmente
lungo l’area golenale del Fiume Brenta. A margine delle zone agricole si riscontrano anche perse
formazioni di robinia, quantunque sparse e di non particolare pregio naturalistico. Altre specie arboree
tipiche sono il gelso bianco, il bagolaro, il platano ibrido, in genere presenti come ceppaie. Lo strato
arbustivo di siepi e fasce boscate è importante dal punto di vista naturalistico per l’ospitalità che garantisce
alla fauna, in particolare quella avicola. Lo strato erbaceo è costituito prevalentemente da specie provenienti
dai seminativi, incolti e prati circostanti.
Il Rapporto Ambientale della VAS evidenza come la componente faunistica locale risulti essere quella tipica
degli ambienti in cui sono presenti le specie caratteristiche degli spazi aperti e dei campi coltivati e le specie
tipiche degli ambienti boscati. C’è una forte comunità ornitica nidificante, concentrata in particolare nelle
aree boschive a lato dei corsi d’acqua. L’espansione delle comunità di mammiferi invece è fortemente
limitata, in numero e qualità, dalla forte antropizzazione e frammentazione del territorio, oltre che dalla
lontananza dai biotopi naturali. In corrispondenza dei corsi d’acqua si riscontra pure la presenza di alcune
specie di anfibi e rettili.
L’impianto di recupero di Compostella Rottami si colloca ben all’interno della zona industriale - artigianale
di Cartigliano, all’esterno del perimetro dell’ambito per l’istituzione di un parco regionale previsto dal
P.T.R.C.. In sito non si riscontrano presenti biotipi pregiati o di particolare interesse naturalistico e non
sono nemmeno presenti specie protette da leggi nazionali, regionali e/o da convenzioni internazionali, com’è
del tutto logico attendersi in ragione delle caratteristiche dell’area stessa, connotata dalla destinazione
produttiva.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
L’impianto si colloca all’interno della Z.A.I. di Cartigliano, circa 150 m ad est dell’argine sinistro dell’area
golenale del Fiume Brenta (SIC/ZPS IT 3260018 “Grave e Zone umide della Brenta”), che rappresenta il sito
della rete Natura 2000 più vicino. Come indicato nel Formulario Standard, il sito in questione è
caratterizzato da un ambiente fluviale con greti, steppe fluviali e boschi ben conservati e la presenza di ampi
specchi lacustri con canneti e altra vegetazione ripariale. Si osservano accentuati fenomeni di dealpinismo
motivati dalla prossimità con la flessura pedemontana veneta. Il Formulario Standard identifica come
principali vulnerabilità del SIC/ZPS in questione l’inquinamento generalizzato, l’alterazione delle rive, la
presenza di discariche, la distruzione della vegetazione ripariale, l’estrazione di sabbia e ghiaia e le
modifiche del funzionamento idrografico in generale.
Nel caso in oggetto lo stabilimento si trova in un’area industriale caratterizzata dalla presenza di numerose
industrie adiacenti, con svariate attività produttive. Tra l’area golenale del Fiume Brenta (appartenete al
SIC/ZPS “Grave e Zone umide della Brenta”) e l’impianto di recupero risultano infatti frapposti numerosi
fabbricati industriali occupati da aziende perse. Va inoltre sottolineato come il progetto in questione
riguardi in misura prioritaria il cambio di regime autorizzativo (da “semplificato” a “ordinario”) e come le
operazioni svolte (movimentazione, selezione, riduzione volumetrica) saranno sostanzialmente le medesime
già svolte in impianto, con un modesto aumento della potenzialità complessiva (circa del 20%). Non vi sono
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dunque nuove attività che possano alterare le rive, distruggere vegetazione ripariale, estrarre sabbia e ghiaia,
modificare il funzionamento idrografico generale o creare discariche.
Per quanto riguarda l’inquinamento generalizzato l’attività della ditta, non produce alcuno scarico
industriale o emissione aeriforme che possa interessare l’ambiente circostante o il sito della rete Natura 2000
in parola. Le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali vengono raccolte e trattate e quindi recapitate nel
collettore fognario pubblico gestito da ETRA S.p.A.. Le emissioni acustiche risultano compatibili con i limiti
previsti dalla zonizzazione acustica comunale.
Per quanto sopra e in ragione della tipologia dell’impianto e del contesto produttivo al contorno, si ritiene
che l’attività della ditta non comporti effetti significativi sui siti Natura 2000 anche nella configurazione
impiantistica di progetto che non differisce sostanzialmente da quella attuale.
In ragione di quanto sopra esposto, per la la tipologia di attività e la sua posizione rispetto al sito della rete
Natura 2000 più prossimo, non è necessaria la Valutazione di Incidenza.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
In generale, nel caso di attività industriali, i possibili impatti sulla salute pubblica sono sostanzialmente
riconducibili:
• alla presenza di sostanze tossiche e radioattive;
• alla presenza di agenti patogeni biologici;
• all’emissione di gas, polveri, odori;
• all’emissione di rumori e vibrazioni.
L’analisi di questi parametri consente di valutare da un punto di vista concettuale il coefficiente di rischio
per la salute pubblica, utilizzando le valutazioni fatte per le altre componenti ambientali.
I rifiuti trattati nell’impianto sono rifiuti non pericolosi costituiti prevalentemente da rottami metallici; si
tratta in ogni caso di solidi chimicamente e biologicamente stabili che non contengono sostanze tossiche e
agenti patogeni e la cui manipolazione non può dar luogo a formazione di gas o odori.
Cionondimeno, i rifiuti vengono analizzati al fine di attestarne la non pericolosità e sottoposti a controllo
radiometrico mediante portale fisso e con metodica standardizzata in conformità alla UNI 10897:2016,
preliminarmente alla loro accettazione, al fine di escludere la presenza di materiali radioattivi.
Per quanto già argomentato, l’impianto non può dar luogo ad emissioni aeriformi significative tali da
comportare impatti di sorta nei confronti dell’ambiente circostante.
In merito al rumore, si ribadisce come i livelli acustici previsionali risultino compatibili con i limiti assoluti
stabiliti dalla zonizzazione acustica comunale e il rumore ambientale risulti inferiore al limite di applicabilità
del livello differenziale in corrispondenza del recettore abitativo più prossimo.
Gli unici materiali combustibili sono i rifiuti non metallici prodotti dalle operazioni di manutenzione (olio,
stracci, ecc...) o di selezione dei rifiuti in ingresso, nonché la frazione di plastica di alcuni rifiuti come il
rivestimento dei cavi elettrici gestiti in impianto. I quantitativi risultano tuttavia limitati e non raggiungono
la soglia di assoggettamento al controllo di prevenzione incendi di cui al D.P.R. 151/11.
Non risultano segnalazioni e/o osservazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto o in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani, progetti o
interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta, prescrivendo,
tuttavia, l’acquisizione di specifici dati nella successiva fase di approvazione del progetto.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti, le emissioni in atmosfera e lo scarico dei reflui.
2) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, in fase di collaudo, l’azienda dovrà:
- effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenzial e e del limite di
emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con
modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia
con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.
3) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.
Vicenza, 10 marzo 2020
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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